Il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ha recuperato un’altra delle 32 preziose pagine miniate strappate nel 1990 dal Breviario di Ludovico da Romagnano, un prezioso ed antico codice pergamenaceo del quindicesimo secolo custodito all’interno dell’Archivio storico dell’Arcidiocesi di Torino. Il documento era entrato a far parte delle collezioni del Museo nazionale di arte occidentale di Tokio a seguito di una legittima acquisizione sul mercato dell’antiquariato. Il recupero è stato possibile in tempi rapidissimi grazie alla collaborazione della Direzione del museo giapponese che, appresa dai Carabinieri la notizia dell’illecita provenienza del bene ha immediatamente facilitato le operazioni. Il ritrovamento della pergamena è l’ultima di una serie di recuperi che il Comando carabinieri tutela patrimonio culturale ha ottenuto grazie alle attività investigative condotte sin dai primi istanti successivi al trafugamento. Sedici pergamene erano già state recuperate, nel 1996 e nel 2013, nell’abitazione privata dei responsabili del reato ed in una prestigiosa casa d’aste a Monaco di Baviera, ove le pagine erano state esportate per la vendita. Le indagini hanno consentito, nel tempo, di rinvenire e recuperare una pergamena a Tampa negli Stati Uniti ed altre due in vendita presso una casa d’aste a Colonia in Germania. L’individuazione delle pergamene miniate è stata resa possibile grazie al costante controllo del mercato antiquariale effettuato dai carabinieri, alla collaborazione di esperti e studiosi del settore e all’efficacia della ‘Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti’, la più completa banca dati di opere d’arte rubate esistente al mondo, gestita dal Comando carabinieri tutela patrimonio culturale, che consente una precisa comparazione delle immagini dei beni culturali oggetto di ricerca. Il codice pergamenaceo, considerato dagli studiosi ‘un manoscritto di straordinario pregio storico ed artistico’ è stato realizzato nel 1450 ed è caratterizzato da una scrittura in carattere gotico e da pregevoli miniature che riportano le illustrazioni di personaggi biblici nel giorno della loro ricorrenza secondo il calendario cristiano.
Dopo le anteprime internazionali a Berlino, Zurigo, Monaco, Parigi e Madrid, Marco Mengoni apre il suo Atlantico Tour in Italia al Pala Alpitour di Torino. Il cantante ieri ha offerto un’anteprima in esclusiva dello show con una diretta Facebook con la tecnica Cross-Posting, visibile sulle pagine che hanno condiviso l’evento. Mengoni, che porta sul palco tutti i suoi più grandi successi e i brani dell’ultimo album di inediti Atlantico (tra cui la hit Muhammad Ali) ieri ha incontrato i fan in via Roma. (foto: Carlo Granisso)
Fiorenza Cossotto mezzosoprano a Brozolo
Mercoledì 1 Maggio dalle 15,30 nella Chiesa di San Giorgio a Brozolo, si terrà il secondo concerto di beneficenza con ingresso a libera offerta. Ospite d’onore sarà Fiorenza Cossotto, una delle più grandi mezzosoprano del XX secolo, a tutt’oggi ineguagliata a detta di molti critici musicali. Il suo nome evoca alla memoria i più famosi teatri della lirica, l’Arena di Verona, la Scala a Milano, il Covent Garden di Londra, il Metropolitan di New York e poi ancora Barcellona e Chicago, il repertorio lirico più prestigioso, Verdi, Rossini, Bellini, Puccini, per citarne alcuni, i nomi più illustri del bel canto. I suoi allievi Carla Fappani, soprano lirico e Christian Scherler tenore, affermati professionisti, si esibiranno in famose arie d’opera e lei stessa regalerà ai partecipanti intense emozioni con la sua straordinaria voce. Il giovanissimo Tommaso aprirà lo spettacolo, eseguendo al violino il brano Inno alla Gioia di Beethoven e due altri nell’intermezzo che comprenderà il saluto all’amministrazione al termine del suo mandato quinquennale e gli auguri a Fiorenza Cossotto per il suo compleanno.
L’iniziativa rientra fra le numerose organizzate dagli Amici dei Sentieri per raccogliere fondi da destinare al restauro dell’ex asilo che verrà diverrà centro di aggregazione e ostello Don Sorisio, mantenendo il nome del suo fondatore. Il progetto di creare un luogo di accoglienza diventa fondamentale per il territorio, essendo realtà consolidata un’imponente rete sentieristica che ha come tracciato principale il Cammino delle Colline del Po, da Moncalieri a Casale Monferrato e una serie di varianti, una delle quali, la Tuffo, Brozolo, Verrua, è tracciata proprio di fronte all’immobile oggetto del restauro. Vi è poi una rete capillare di sentieri che permette ai moderni pellegrini di raggiungere ogni angolo di questa bellissima zona del Piemonte, affascinante nella sua semplicità. Il teatro invece porterà il nome Fiorenza Cossotto, per celebrare una grande donna del nostro territorio.
Per informazioni sull’evento telefonare Amici dei Sentieri 3420000896 oppure 3463591114 o scrivere: amicideisentieri@gmail.com
Opere su carta
La città di Rivarolo Canavese (Torino) ospiterà in diverse sedi l’evento dal titolo “CHARTA. Rassegna di opere su carta”, un’iniziativa nata dalla collaborazione tra Areacreativa42, associazione fondata a presieduta da Karin Reisovà, e la Città di Rivarolo Canavese. La rassegna, patrocinata dalla Città Metropolitana di Torino, si sviluppa intorno alla produzione artistica su carta, con l’intento di svelare le differenti forme, espressioni e linguaggi in cui questo medium può essere declinato. Villa Vallero, la prima delle cinque sedi in cui è articolata la rassegna, accoglierà tre allestimenti: Ephemera,installazione luminosa site specific creata dall’artista torinese Daniela Bozzetto, le opere del Collettivo Oltre Collage, a cura di Giorgio Bena e Andrea Fenu, impegnato da tempo a far conoscere al pubblico che cosa significhi esprimersi con il metodo del collage artistico, e, nella sezione Art Prize CBM \OFF, i lavori su carta realizzati da una selezione di artisti che hanno preso parte, nelle varie edizioni, all’Art Prize CBM (premio biennale internazionale promosso da Areacreativa42) nella categoria UNDER 30. Nella settecentesca cornice di Casa Toesca si terrà, a cura di Vincenzo Gatti, la mostra Wunderpapier: una selezione di stampe giapponesi, incisioni e produzioni su carta tra l’artigianato e l’arte. Il Patronato O.N.C.A. ospiterà invece due mostre pop-up della durata di un weekend: Parade, prevista nelle giornate del 4 e 5 maggio, che proporrà opere di giovani artisti del Canavese, e Silhouettes, in calendario per il 25 e 26 maggio, in cui il tema del corpo femminile verrà indagato e interpretato attraverso le illustrazioni di Elisa Talentino e le fotografie di Chiara Lombardi. Le ultime due sedi della rassegna saranno l’Ufficio Turistico Proloco, in cui si terrà, sempre nella dimensione pop-up, la mostra Bestie Fantastiche di Gabriele Pino, che proporrà nel fine settimana del 18 e 19 maggio atelier per bambini e famiglie, e gli spazi della Biblioteca Comunale “Besso Marcheis”, che ospiteranno una raccolta di Ex Librisprovenienti da collezioni private a cura di Vincenzo Gatti.
Durante il periodo della rassegna d’arte sono in calendario anche una serie di appuntamenti enogastronomici focalizzati sulla tradizione canavesana e di iniziative culturali pensate anche ai più piccoli, organizzati in collaborazione con la Pro Loco di Rivarolo Canavese. Si comincerà sabato 11 maggio (ore 19-23) e domenica 12 maggio (dalle ore 12) con l’evento “Rivarolo da gustare. Ristoranti in piazza”, in programma in piazza Litisetto e piazza Garibaldi, mentre sempre domenica 12 maggio (ore 16-18) si terrà “Casa Toesca #Open”, workshop di stampa calcografica. Il programma proseguirà il weekend del 18 e 19 maggio con tre appuntamenti: “Pro Loco Kids”, workshop di illustrazione per bambini a cura di Gabriele Pino (sabato ore 15-18 e domenica ore 11-12 e 16-18), il percorso di degustazione di prodotti canavesani in programma in entrambi i giorni dalle ore 17 presso l’Ufficio Turistico Pro Loco e lo storico “Mercatino dij biautagambe” che sabato 19 maggio (ore 9-19) proporrà antiquariato minore, collezionismo, usato e creazioni artigianali. L’associazione Areacreativa42, ideatrice della rassegna “Charta. Rassegna di opere su carta”, viene fondata nel 2008, nella settecentesca cornice di Casa Toesca a Rivarolo Canavese, con l’obiettivo di valorizzare l’arte storica e contemporanea attraverso mostre, eventi, workshop, percorsi educativi e residenze d’artista, e con particolare attenzione per le nuove generazioni. In quest’ottica ha svolto un ruolo di primo piano l’Art Prize CBM, nato nel 2010 per volontà di Karin Reisovà, fondatrice e presidente di Areacreativa42, e riservato a pittori, scultori, fotografi, performer e video artisti. La giuria della seconda edizione del Premio venne presieduta da Vittorio Sgarbi.
:
Presentazione Areacreativa e collaborazioni
Titolo: CHARTA – RASSEGNA DI OPERE SU CARTA
A cura di Areacreativa42
Dal 27 aprile al 26 maggio 2019
Inaugurazione sabato 27 aprile alle ore 17
Alla presenza degli artisti
Catalogo in mostra
Per info: https://www.areacreativa42.com/
Mostre:
VILLA VALLERO, Corso Indipendenza n.68, Rivarolo Canavese (TO)
Dal 27 aprile al 26 maggio 2019
Ephemera E Collettivo Oltre Collage, a cura di Giorgio Bena e Andrea Fenu
Art Prize CBM \OFF, a cura di Karin Reisovà
Orari mostra: sabato 15-19 / domenica 10-12 e 15-19
CASA TOESCA, Via Ivrea n.42, Rivarolo Canavese (TO)
Dal 27 aprile al 26 maggio 2019
Wunderpapier, a cura di Vincenzo Gatti
Orari mostra: sabato 15-19 / domenica 10-12 e 15-19
BIBLIOTECA “BESSO-MARCHESIS”, Via Palma di Cesnola n.20, Rivarolo Canavese (TO)
Dal 27 aprile al 26 maggio
Ex Libris, a cura di Vincenzo Gatti
Orari mostra: sabato 10-12 e 15-19 / domenica 10-12 e 15-19
PATRONATO O.N.C.A., Via Palma di Cesnola n.29, Rivarolo Canavese (TO)
4-5 maggio
Parade, a cura di Elena Toffanin
25-26 maggio
Silhouettes, a cura di Miriam Bruno
Orari mostre: sabato 15-19 / domenica 10-12 e 15-19
UFFICIO TURISTICO PROLOCO, Piazza Litisetto, Rivarolo Canavese (TO)
18-19 maggio
Bestie Fantastiche, a cura di Giulia Cordò
Orari mostra: sabato 15-19 / domenica 10-12 e 15-19
Attività collaterali:
PIAZZA LITISETTO, Rivarolo Canavese (TO)
18-19 maggio
Alla ricerca delle Bestie Fantastiche, workshop per bambini di Gabriele Pino.
Orari (su prenotazione, workshop della durata di un’ora): sabato 15:30-18:30 / domenica 11-12 e 16-18
CASA TOESCA, Via Ivrea n.42, Rivarolo Canavese (TO)
12 maggio
Workshop con il torchio calcografico
Orari: 10-12 e 15-19
Collaborazioni:
Assessorato alla cultura della Città di Rivarolo Canavese
Biblioteca Comunale di Rivarolo Canavese
Pro Loco Rivarolo Canavese
Patronato Femminile O.N.C.A. Rivarolo Canavese
Presso il Cinema Massimo – MNC a Torino, sino al 28 aprile prosegue per il quarto giorno il più antico festival sui temi LGBTQI (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali) d’Europa e terzo nel mondo diretto dalla cineasta Irene Dionisio con la consulenza artistica di Giovanni Minerba, fondatore con Ottavio Mai del Festival
Torna Lovers Goes Industry: dalle 10 alle 20, presso il Circolo dei Lettori la seconda edizione dell’evento promosso da Lovers Film Festival insieme all’Associazione Culturale Drugantis e con il supporto diCompagnia di San Paolo. Produttori, distributori, esercenti, e filmmaker parteciperanno a una giornata di networking. L’evento includerà discussioni, pitching e incontri one to one. L’obiettivo è quello di facilitare il networking tra professionisti dell’industria del settore, con particolare attenzione alla distribuzione dei prodotti cinematografici LGBTQI. La giornata è organizzata in collaborazione con Film Commision Torino Piemonte, Torino Film Lab, Fondazione Circolo dei Lettori, Arci Torino e UCCA APS. Ospiti speciali della giornata saranno Helmut Berger e Romina Falconi. Helmut Berger sarà in sala Soldati alle 16, in occasione dell’omaggio a lui dedicato in collaborazione con Distretto Cinema: verrà proiettato Gruppo di famiglia in un interno (Conversation Piece) di Luchino Visconti (Italia/Francia, 1974, 121’), in cui l’esistenza solitaria di un anziano professore americano viene improvvisamente stravolta. Romina Falconi, invece, nella stessa sala, alle 23, sarà protagonista di Porn Lovers: la cantautrice racconterà tutte le ombre dell’amore attraverso un’analisi dei suoi brani. A seguire la proiezione di due film ad alto contenuto erotico: Sr. Raposo (Brasile, 2018, 23’) e Mr, Leather (Brasile, 2019, 85’), entrambi di Daniel Nolasco. L’evento è preceduto dall’incontro performativo con Romina Falconi al Circolo dei Lettori, per un talk show ad alto contenuto psicologico ed erotico. Proseguono gli incontri di Fronte del Corpo alle 12 in sala Soldati. con la regista Elisa Moruso, chein attesa del docufilm sulla vita di Chiara Ferragni, parlerà di rappresentazione del femminile in un intervento moderato da Chiara Sfregola, autrice queer e produttrice Alle 16.15, invece, in sala Cabiria per la sezione La verità sugli amori, la carte blanche di Giovanni Minerba, è in programma Jonas (Boys) di Christophe Charrier (Francia, 2018, 82’), la storia di un uomo tormentato dal suo passato traumatico.
Alle 18.30 si torna in sala Soldati, dove continua l’omaggio a Ira Sachs, presente in sala, con la proiezione del suo Keep The Lights On (USA, 2012, 102’), l’avventura di una notte si trasforma per Erik e Paul in una relazione contraddittoria. Per il focus Pride in sala Rondolino alle 18.45, invece, in programma il film Rafiki di Wanuri Kahiu(Kenya/Sudafrica/Germania/Paes
Da non perdere l’evento speciale Miss Show Business: Judy Garland oltre l’arcobaleno di/con Federico Sacchi, alle 22.30 in sala Cabiria, in collaborazione con l’Associazione Amiche e Amici della cultura e del Festival LGBT e con le illustrazioni di Clara Patella. Un viaggio alla scoperta della Garland cantante attraverso i film, i dischi, i concerti e le apparizioni televisive che l’hanno resa una leggenda. Dalle 21 alle 22.15 free drink offerto da Compagnia dei Caraibi ai possessori del biglietto di ingresso per questo evento. Per tutto il giorno in programma i film, i corti e i documentari delle sezioni competitive All The Lovers,Real Lovers, Irregular Lovers e Future Lovers. Il Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions dal 2005 è integrato nel Museo Nazionale del Cinema di Torino e si svolge con il contributo del MiBAC – Direzione generale Cinema, della Regione Piemonte e del Comune di Torino.
“Ma cosa ci dice il cervello” di Riccardo Milani
Anche Schwarzenegger esattamente venticinque anni fa in True Lies camuffava la sua vita di spericolato agente segreto al servizio di un’agenzia segreta di sicurezza del governo degli Stati Uniti dietro quella piuttosto noiosa e anonima di rappresentante di apparecchi informatici: senza pensarci su due volte, doveva salvare moglie, famiglia e l’intero suo Paese dalle grinfie del terrorista mediorientale di turno. Oggi la nostra Paola Cortellesi, nei confini più stretti di una Roma caotica, caciarona e priva di educazione, (stra)facendo la sceneggiatrice in compagnia del marito/regista Riccardo Milani, cui s’aggiungono Furio Andreotti e Giulia Calenda, imbocca la medesima strada, nella lunghissima quanto eccessiva, debordante prima parte di Ma cosa ci dice il cervello, ultimo titolo per uno sguardo sulla povera Italia in cui stiamo vivendo, ma sguardo che avrebbe intenzione di dire ben altro, con il rischio di impantanarsi in un terreno affatto suo. Parliamo di spionaggio, con Remo Girone nella sala comando a impartire ordini e lei tra le dune del Marocco con le movenze simili al Neo di Matrix o sulla Piazza Rossa di Mosca a inseguire i cattivi? Oppure parliamo di strafottenza, di cattivo gusto, di tutti che sanno tutto, di tutti che ti schiacciano e ti guardano dall’alto in basso e tu che cerchi di porci una palizzata di ribellione? Va bene, lasciamo perdere e cambiamo strada. Nell’altro capitolo Giovanna è separata dal marito pilota d’aereo, vive con una figlia e una madre che sta vivendo una seconda giovinezza a suon di balli in discoteca e vestiti di lamé attillatissimi e gambe in bella vista, soprattutto il ritmo delle sue giornate è scandito dal suono del cartellino bollato in entrata e in uscita al Ministero presso cui lavora. Il grigiore, l’anonimato, l’incolore tailleurino sempre cascante, il muso lungo (ma non è troppo il rifugio nello spionaggio?). È chiaro che uno si sente un po’ fuori posto se ai colloqui di classe i giovani compagni della pargola hanno per genitori chi un’astronauta chi un vigile del fuoco che con gesta da fuochi d’artificio salva a più riprese decine di persone, lei sta lì a raccontare che si occupa di ritenute d’acconto e di certo con quelle premesse il morale della piccola non si risolleva di un centimetro. Una premessa per rigirare
nuovamente la torta e tentare sulla commedia di costume della nostra quotidianità sfasciata, per acclamare ai buoni sentimenti e alla modalità tutta zen, per dare una aggiustata ai soprusi e agli usurpatori. La molla arriva dalla vecchia compagna di scuola che si rifà viva dopo un secolo e per una cena in riva al Tevere si porta appresso un gruppetto di sfigati, vecchi compagni della nostra o amorucci liceali irrisolti e ormai sfioriti. Il medico Lucia Mascino, la hostess Claudia Pandolfi, l’insegnante Stefano Fresi e l’allenatore Vinicio Marchioni se la devono vedere tutti i giorni con pazienti che vivono di scienza infusa o raffazzonata da Internet, di passeggeri che pretendono di tenere acceso il cellulare in volo perché anche lì è business, di discepoli bulli che menano e ti ficcano il cestino delle cartacce in testa, di padri che credono di conoscere il gioco e se non fai come dicono loro ti stendono sul tappeto verde. Ma le maniere forti sono bandite, all’indignazione
si risponde con l’insegnamento, alla prepotenza e all’ignoranza ormai imperante con lo sberleffo. In un’altra (lunga) tappa che ci trasporta a Siviglia, con un orgoglio transfrontaliero raro nel nostro cinema, si tirano le somme: sbiadite, inconcludenti, facili. È la ricarica verso i buoni sentimenti, che negli intenti potrebbe avere anche l’applauso generale: ma il tutto si risolve in una scrittura iniziale piena di disordine e di fragilità, con qualche briciolo di noia e spunti divertenti che si risolvono nel nulla immediatamente, con compagni di viaggio che fanno la loro piccola particina (a dire il vero chi più chi meno, qualcuno sembra capitato sul set per caso o controvoglia) ammodo ammodo ma che sono ben lontani dal far parte di un quadro preciso e compatto (ci voleva insomma un graffio, più cattiveria, andare anche a scovare le cause di un simile dissesto, ci volevano gli sceneggiatori di un tempo a descriverci i “nuovi mostri”) capace di farci vivere oggi questa “aiuola che ci fa tanto feroci”.
In mostra al valdostano Forte di Bard oltre cento opere vincitrici del prestigioso concorso internazionale dedicato alla fotografia naturalistica
“Quest’immagine è un ritratto. E’ un richiamo simbolico alla bellezza della natura e al modo in cui ci stiamo impoverendo mentre la natura soccombe. E’ un’opera degna di essere esposta in qualsiasi galleria del mondo”: con queste parole Roz Kidman Cox, presidente della giuria internazionale – formata da esperti e fotografi naturalisti fra i più celebri al mondo – ha voluto sintetizzare il valore assoluto di “The Golden Couple”, la foto vincitrice della 54esima edizione del “Wildlife Photographer of the Year 2018”, il più importante riconoscimento dedicato alla fotografia naturalistica promosso dal Natural History Museum di Londra, dove nell’ottobre scorso si sono svolte le premiazioni. Autore dello scatto é il fotografo olandese Marsel Van Oosten, che, con indubbia maestria e scelta perfetta di luoghi e tempi, è riuscito a fermare l’immagine (meglio, il “ritratto”) di due particolarissime scimmie dal “naso dorato”, una rarissima specie di primati che ancora oggi sopravvivono nella foresta temperata delle montagne cinesi di Quinling, unico habitat possibile per evitarne l’estinzione. La foto (che “coglie la bellezza e la fragilità della vita sulla terra”) è esposta in tutta la sua dovuta evidenza nelle sale del valdostano Forte di Bard, principale polo culturale della Vallée, ancora una volta scelto per ospitare l’anteprima italiana del Concorso londinese. In esposizione, fino al prossimo 2 giugno, si possono quindi ammirare, all’interno dell’imponente complesso fortificato fatto riedificare nell’Ottocento dai Savoia, oltre cento emozionanti immagini, vincitrici nelle 19 categorie prestabilite e selezionate fra 45mila scatti provenienti da 95 Paesi del mondo. Fra gli artisti premiati – molti nomi occupano da anni la ribalta internazionale della fotografia – da segnalare
anche, per la sezione Young, il giovane sedicenne Skye Meaker (Sud Africa); figlio d’arte, Meaker scatta foto dall’età di sette anni nei posti più incredibili del pianeta ed è sua la suggestiva immagine dal titolo “Lounging Leopard”, un leopardo colto nell’attimo del risveglio nella “Mashatu Game Reserve” in Botswana. “Grazie al timing e alla composizione eseguiti con precisione – sottolinea Alexander Badyaev, giudice di gara e vincitore dell’edizione precedente – riusciamo a gettare uno sguardo nel mondo interiore di uno degli animali fra i più difficili ad essere colti dal vivo”. Sei gli italiani presenti in gara. Un primo premio, nella sezione “Urban Wildlife”, se l’è portato a casa il lombardo Marco Colombo con lo scatto “Crossing Paths” che raffigura un orso marsicano nell’atto di attraversare le strade notturne e deserte di un borgo appenninico del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Menzioni speciali sono inoltre andate al genovese Emanuele Biggi (fotografo e conduttore televisivo su Rai3, insieme a Sveva Sagramola, di “Geo”) per il suo “Eye to Eye”, foto da pugno nello stomaco scattata in Sud America sulla spiaggia della Riserva Nazionale di Paracas, con la carcassa di un leone marino in decomposizione e un iguana che fa capolino da una cavità oculare, e al toscano Valter Bernardeschi, autore di “Mister Whiskers”, simpatica coppia di mega e baffutissimi trichechi immortalati nelle
acque artiche. Menzioni speciali anche per Lorenzo Shoubridge, categoria “Behaviour: Amphibians and Reptiles”, per Stefano Baglioni, categoria “Plants and Fungi” e per Georg Kantioler, categoria “Earth’s Environments”. Novità, infine, di questa edizione il premio speciale “alla carriera”, andato al fotografo di origini olandesi (è nato a Rotterdam nel ’51, ma da tempo vive a Santa Cruz in California ) Frans Lanting, per il suo eccezionale contributo dato da oltre trent’anni alla conservazione della fauna selvatica. I suoi incarichi per il “National Geographic” lo hanno anche portato a svolgere lavori pionieristici in Madagascar, mettendo ben bene il evidenza i problemi ambientali dell’isola, ed in Botswana.
Gianni Milani
“Wildlife Photographer of the Year”
Forte di Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it – Fino al 2 giugno
Orari: fino al 3 marzo feriali 10/17, sab. dom. e festivi 10/19; dal 4 marzo feriali 10/18, sab. dom. e festivi 10/19; chiuso il lunedì.
***
Foto

L’evento si svolgerà in contemporanea in oltre 30 paesi europei, il 5 maggio 2019. Per l’Italia, oltre al Museo Nazionale del Cinema, hanno aderito all’evento la Fondazione Stensendi Firenze e Alice nella città in accordo con Fondazione Cinema di Roma. Una giuria pan-europea, composta da ragazzi di età compresa tra i 12 e i 14 anni, voterà il film preferito nella rosa dei tre nominati: LOS BANDO di Christian Lo, OLD BOYS di Toby MacDonald e FIGHT GIRLS/VECHTMEISJE di Johan Timmers. All’appuntamento del Museo Nazionale del Cinema, in programma al Cinema Massimo – MNCdalle 9 alle 18.30 di domenica 5 maggio, potranno prendere parte come membri della giuria 100 ragazzi. Per partecipare alla selezione, occorre compilare il form a questo LINK entro il 30 aprile. La partecipazione è gratuita.
Scarica la scheda di approfondimento
Guarda il VIDEO di presentazione
I was born to love you
Con ogni singolo battito del mio cuore
Si io sono nato per prendermi cura di te
Ogni singolo giorno (singolo giorno…)
Io sono nato per amarti”
Stone Town il 5 settembre del 1946 fece al mondo ed alla discografia universale un dono mai visto dal nome Freddy Mercury
Ricordato per il talento vocale e la sua esuberante personalità sul palco, è considerato uno dei più celebri e influenti artisti nella storia del rock: universalmente riconosciuto come uno dei migliori frontman nella storia della musica, nel 2008 la rivista statunitense Rolling Stone lo classificò 18º nella classifica dei migliori cento cantanti di tutti i tempi, mentre l’anno successivo Classic Rock lo classificò al primo posto tra le voci rock. Io so molto bene l’inutilità di tale premessa ma è sempre bello dirlo, scriverlo, ricordarlo. Oggi voglio ricordare uno dei suoi brani che prediligo: I WAS BORN TO LOVE YOU Per coloro che non ne fossero a conoscenza, si tratta del primo singolo estratto da Mr. Bad Guy, primo album da solista del cantante, pubblicato nel 1985. La prima versione della canzone, pubblicata nel 1985, presentava un arrangiamento in stile disco, ritmico e registrato prevalentemente con suoni elettronici.
Dopo la morte di Freddie Mercury, i rimanenti Queen riarrangiarono la canzone, inserendola nell’album Made in Heaven, uscito nel 1995. Questa versione presentava un arrangiamento completamente differente in una chiave rock pop, simile a quelli classici dei Queen. Inoltre, nel finale, inserirono alcuni brevi estratti vocali di Mercury ripresi dalle canzoni A Kind of Magic e Living on My Own. La canzone fu ulteriormente riproposta nel 2000, nell’album postumo Freddie Mercury Solo Collection, interpretata soltanto con voce, pianoforte e cori. La prima esibizione dal vivo avvenne solo nel 2005, durante il tour Giapponese di Queen + Paul Rodgers, quando Roger Taylor e Brian May eseguirono la canzone in chiave acustica. Amo questo brano perchè ha tutta la prepotenza di un amore incondizionato, spietato; è il grido di chi non esiterebbe ad uccidere, se solo gliene fosse data la possibilità, per quell’amore. Questo è il mio brano dei Queen, quello che svela chi è Chiara De Carlo, in contrapposizione a “ Blunotte” di Consoli: il sentirsi nata per amare incondizionatamente, violentemente e in modo spregiudicato, a costo della vita stessa, e, allo stesso tempo, il sentirsi inadeguata, mai “abbastanza” sempre troppo poco.
Adoro ascoltare questi due brani e lo faccio regolarmente, quasi a voler bilanciare il mio squilibrio. La cosa bella dell’amore incondizionato è che ti tocca nel profondo. Ha il potere di farti sentire completo, senza nemmeno rendertene conto. Ram Dass diceva che l’amore incondizionato esiste davvero dentro ognuno di noi. È parte del nostro Io più profondo. Non è un’emozione attiva, ma un modo di essere. Non è un “ti amo” detto per un motivo o per l’altro, non è un “ti amo se mi ami anche tu”. È un amore senza motivo, un amore senza oggetto. Questo brano cita la consapevolezza di essere al mondo non per cantare bene, non per essere potenti ma per amare in un modo unico, inimitabile: incondizionato. Amare incondizionatamente qualcuno non significa regalargli il vostro tempo in modo incondizionato. A volte, amare completamente significa non rivedere quella persona mai più. Anche questo è amore. Significa dargli la libertà di esistere e di essere felice, anche se dovrà esserlo senza di voi. Ascoltate questa versione,dolcissima, all’antitesi con il Freddy universale ma pur sempre incantevole, ma poi…vi prego…ascoltate un milione ed ancora un milione di volte l’originale, vi farà tremare il cuore.
Chiara De Carlo
https://www.youtube.com/watch?v=VC3dOLRNp78
***
Siamo arrivati all’ottava uscita di “donne (in nero) a Torino” la serie di dieci articoli a carattere artistico-culturale, edita ilTorinese.it, in uscita il martedì. Siamo dunque alle ultime battute, ma abbiamo ancora un tratto di strada insieme. Per chi avesse iniziato solo adesso a seguire la serie, negli articoli precedenti si è trattato di vari quadri accomunati dalla caratteristica comune di ritrarre donne –per la precisione madonne- vestite (o meglio ammantate) di nero. Per ogni uscita “donne (in nero)” ha proposto l’analisi di un quadro, analisi che talvolta si è servita del riferimento ad altre opere per far notare alcuni particolari, come per l’esempio della Ambrosius Benson conservata a Palazzo Madama (articolo del 9 aprile) oppure ha trattato del fermento pittorico entro cui l’opera è da collocarsi, come nel caso del Polittico di Sant’Anna diGaudenzio Ferrari ai Musei Reali (del 19 marzo) o, per dire, dell’influenza bizantina del Cimabue suDuccio di Buoninsegna nella 1a e nella 5a uscita, 5a uscita leggermente più lunga delle altre in termini di tempo di lettura, ma particolarmente interessante anche per il fatto che riassume le precedenti. Come anticipato, l’opera protagonista di questa ottava puntata è il trittico di Giovanni Martino Spanzotti – di cui, eccezionalmente, pubblichiamo un’immagine anche del retro-. L’opera è dipinta su tavola con la tecnica mista tempera e oro, infine è conservato ai Reali di Torino. Il trittico dello Spanzotti proviene dalla provincia di Alessandria è datato posteriormente al 1480 ed è chiamato Madonna in trono con il bambino e i santi Ubaldo e Sebastiano. Come si vede bene dal retro dell’opera il trittico è così detto per un motivo del tutto pratico, cioè per il fatto che è composto da tre tavole unite insieme. Come di solito avviene per i titoli delle opere pittoriche, anche in questo le tavole sono identificate attraverso i personaggi che ritraggono; al centro è dipinta Santa Maria(assisa su di un trono), alla sinistra
del trittico vediamo sant’Ubaldo e all’estrema destra riconosciamo san Sebastiano. A proposito di questi due, se sant’Ubaldo è presente di rado nella storia dell’arte, di lui si notano il copricapo bianco, il mantello rosso e il bastone pastorale, san Sebastiano invece è piuttosto frequente. Sempre raffigurato con frecce, talvolta è stante, altre volte invece è detto San Sebastiano penitente nel caso in cui le frecce lo trafiggano, come nel racconto che riguarda il suo martirio. Considerando anche il Bambin Gesù, tutti e quattro i personaggi del quadro sono dipinti con l’aureola simbolo di santità e beatitudine. Il cerchio dorato intorno al capo di ognuno è particolarmente notevole neltrittico dello Spanzotti per il fatto che ha un ordine prospettico, ossia il cerchio segue l’orientamento del volto, nello spazio; inoltre ha uno spessore considerevole, cosa che non è comune, molto spesso infatti l’aureola è accennata, dipinta con ombreggiatura oppure ancora comunemente è disegnata a colore con tratto semplice. La Madonna del trittico dello Spanzotti ha capelli biondi che le cadono copiosi sulle spalle adagiati sul mantello nero-blu che la copre fino ai piedi. Il mantello casca con morbide pieghe fino a terra, copre anche le braccia, lasciando visibili solo il petto e le mani. La veste rosso-aranciato indossata al di sotto è visibile in petto e spunta sul piede sinistro. Il bambino è adagiato in grembo su un cuscino color acquamarina e non è del tutto nudo, infatti ha una maglia scaldacuore, inoltre il piccolo tiene fra la manina e l’avambaccio destro, un libretto rilegato. L’abbraccio della madre cinge la spalla sinistra e il piede destro del piccolo che le si rivolge supino. Caratteristiche nell’insieme del trittico, a parte lo sfondo a righe verticali bianche e rosse, sono le foglie, sparse sul pavimento del dipinto, pavimento colorato di rosa allo stesso modo del muro che corre lungo il terzo trasversale inferiore, subito sotto l’impalcatura centrale in altorilievo dorato. Lo sapevate che Donne in Nero è anche una manifestazione contro la guerra che si svolge in centro a Torino ogni ultimo venerdì di ogni mese? Alla prossima!
Elettra_ellie_Nicodemi
https://www.museireali.beniculturali.it/opere/madonna-trono-bambino-santi-ubaldo-sebastiano/