CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 591

La Milanesiana alla Reggia di Venaria

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Programma degli eventi culturali

Mercoledì 19 giugno

  • Alle ore 20, nella Corte d’onore:Inaugurazione della mostra di Velasco Vitali. Branco. Cani nella Fontana del Cervo.
  • Alle ore 21, nella Cappella di Sant’Uberto:A oriente del desiderioLectio illustrata: Tahar Ben Jelloun (Premio Goncourt 1987), Vittorio Sgarbi, interventi musicali e video Valentino Corvino

    e

    Concerto: Paolo Fresu alla tromba e Gianluca Petrella al trombone

Giovedì 20 giugno

Alle ore 21, nella Cappella di Sant’Uberto:
Neri Marcorè. Incontro in musica. Tra Faber e Gaber

Addio a Ometto, signore dell’arte

E’ mancato, a 76 anni, Giulio Ometto, Presidente della Fondazione “Accorsi – Ometto” di via Po a Torino

In una nota – stampa, è la stessa Fondazione “Accorsi – Ometto” ad annunciare la scomparsa del Cav. Giulio Ometto, Presidente della Fondazione e del Museo di Arti Decorative di via Po 55, a Torino.c “Nato il 10 settembre 1942 a Legnago (VR), ma sin dall’infanzia residente a Bra, Giulio Ometto – si legge nella nota – è stato a lungo collaboratore dell’antiquario Pietro Accorsi, che conobbe nel 1963 in occasione della mostra sul Barocco Piemontese. Dal 1983 è presidente a vita della Fondazione, costituita per volontà di Accorsi, che scriverà nel suo testamento: ‘Grazie al tuo sapere e al tuo gusto, quanto farai per Torino sarà una cosa stupenda’”. A lui si deve l’apertura al pubblico del Museo di Arti decorative, avvenuto nel 1999, che rende accessibili le collezioni di Pietro Accorsi. Nel corso degli anni, oltre che a preservare il cosiddetto “gusto Accorsi”, Giulio Ometto ha saputo mantenere il Museo “vivo” attraverso una serie di acquisizioni di importanti oggetti di arte decorativa, testimoni del talento e dell’ingegno degli artisti che lavorarono presso la corte sabauda. La camera ardente sarà allestita giovedì 20 giugno dalle ore 11.00 alle ore 19.00 presso la sede della Fondazione – Via Po 55 Torino. I funerali si svolgeranno venerdì 21 giugno ore 9.00 presso la chiesa della S.S. Annunziata – Via Po 45 Torino.

Davanti alla tomba di Soldati pensando alla vita

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Di Pier Franco Quaglieni
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Mario Soldati mancò vent’anni fa  a Tellaro, nel Golfo dei Poeti, il 19 giugno del 1999. Poco tempo dopo mancò anche un altro grande torinese, il pittore Enrico Paulucci, amico di Soldati fin dai tempi che i due erano allievi dell’Istituto Sociale dei Gesuiti. La Torino di Soldati e Paulucci e’ molto distante da quella di oggi. Sembra che sia passato un secolo e non vent’anni. Soldati ha rappresentato la migliore torinesità che non è mai angusta e provinciale, ma aperta al mondo come dimostrarono Giuseppe Baretti e, due secoli dopo, Piero Gobetti di cui Soldati fu amico. Soldati fu un torinese che sentì  l’America come il “primo amore”. Già questo dice molto su Mario. Fu totalmente distante dal piemontesismo di un Burzio o di un Firpo, fatto di rimpianto del bel tempo antico ed anche un po’ limitato. Soldati da giovane guardava a Benedetto Croce, pur amando i suoi maestri all’Università di Torino da Lionello Venturi a Ferdinando Neri.Guardava ad un grande filosofo di dimensione internazionale come fu Croce che dialogò con i  maggiori spiriti della sua epoca . Nel mio libro “Mario Soldati.La gioia di vivere” ho raccolto un caleidoscopio di giudizi e di ricordi di questo uomo dal “multiforme ingegno “che nella vita ha fatto lo scrittore, il giornalista, il regista,il critico d’arte, il gourmet, il bon vivant, il lavoratore indefesso. Ha attraversato quasi tutto il Novecento, mantenendo un’autonomia di giudizio che gli fa molto onore, denunciando gli orrori ideologici del secolo breve senza paraocchi: antifascista e anticomunista senza incertezze. Stare insieme a lui non era mai banale perché la sua intelligenza era scintillante. Io ritengo una vera e propria grazia di Dio averlo conosciuto e frequentato per tanti anni. La nostra e’ stata un’amicizia profonda. Nell’ultima fotografia che mi ha dedicato scrisse ”Per sempre” e in effetti il suo ricordo rimarrà in me nitido e forte per sempre. Mario era un uomo dolcissimo al di là delle apparenze spavalde. Resta la sua opera che crocianamente parla per lui e che rivela un protagonista limpido di un secolo torbido e violento. Egli ha saputo testimoniarci i valori dell’uomo, dell’amore ,dell’amicizia, della bellezza. Ci ha anche saputo trasmettere la gioia di vivere. Vent’anni fa quando partecipai a suoi funerali privatissimi come unico amico ammesso ad essere presente alla breve cerimonia davanti alla sua tomba pensavo non alla morte, ma alla vita. Mario ha dato un senso alla vita, alla sua vita e a quella dei suoi lettori e dei suoi amici.Di pochissimi scrittori novecenteschi si può dire altrettanto.
scrivere a quaglieni@gmail.com
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Oggi, mercoledì 19 giugno alle ore 16 verrà reso  omaggio alla tomba di Mario Soldati al Cimitero Monumentale di Torino in corso Novara 135. Interverranno il Presidente della Regione Piemonte Cirio e il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Boeti. 

Concerto d’Estate. Da Steve Reich

Venerdì 21 giugno, ore 21,30 / Domenica 23 giugno, ore 4,30 – Aspettando l’alba

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Lasciarsi prendere dalle note della grande musica, immersi nella magia senza tempo di un Parco secolare. Al calar del sole. O alle prime luci dell’alba. A voi la scelta. Ben sapendo che le emozioni saranno comunque assicurate a iosa, in entrambi i casi. L’occasione è fornita dalla decisione comune della Fondazione Cosso e del Progetto artistico “Avant-dernière pensée” di presentare per il quarto anno consecutivo al Castello di Miradolo (via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo) – dopo il sould out delle edizioni precedenti – l’inedita rilettura di “Music for 18 musicians” di Steve Reich, proposta nella radura degli alti tassoidi del Parco. Due le performance in programma. Distinte ma complementari, rivelano l’anima del “Concerto d’Estate”, fra i momenti più intensi e apprezzati nella programmazione estiva della Fondazione presieduta da Maria Luisa Cosso: la prima al calare della sera, alle 21,30, la seconda al nascere del giorno, alle 4,30, aspettando l’alba. Al pubblico, la possibilità di scegliere l’una o l’altra opzione o, ancora meglio, di aderire ad entrambe, per non perdere l’esperienza dei suoni che all’alba aiutano il risveglio della natura e accompagnano il primo canto degli uccelli, ma neppure il fascino del calar del sole, quando il Parco si addormenta e nella radura, in un silenzio magicamente assordante, fanno capolino le lucciole. “Le due ‘performance’– spiega Roberto Galimberti, ideatore del progetto – indagano il tema del rapporto fra ‘natura’ ed ‘artificio’: l’evento è infatti concepito appositamente per la radura degli alti tassoidi del Parco storico e in relazione al variare della luce naturale sotto le chiome. Mentre il pianoforte, la marimba e il toy piano, sparsi sotto i grandi alberi, creano la cadenza e l’impianto regolare e meccanico della composizione, l’elasticità delle corde degli archi, il violino e il violoncello e, soprattutto, la voce contrappongono un’altra pulsazione che è un soffio, un respiro in cui ascoltare il suono dell’organico e della vita”. Il pubblico potrà seguire “dal vivo” tutte le 18 linee originarie della composizione, ma a suo piacimento potrà anche passeggiare negli oltre 400 mq. della radura e fruire dell’esecuzione soltanto attraverso particolari cuffie Silent System luminose. Ad accompagnare le esibizioni musicali, saranno anche un ingegnoso disegno di luci, atte a segnare il mutare delle scene, e una particolare installazione video, realizzata filmando una natura mediterranea selvaggia ed incontaminata. Venerdì 21 giugno, in occasione del concerto serale, le luci e l’installazione video invaderanno idealmente il buio della notte, come a compensare la paura o l’inquietudine dell’oscurità, mentre scompariranno quasi la mattina di domenica 23 giugno, lasciando il posto alla luce dell’alba diffusa nella radura. Cinque gli esecutori del Concerto: Roberto Galimberti ( violino e direzione), Francesca Lanza (voce), Laura Vattano (pianoforte), Marco Pennacchio (violoncello) e Alberto Occhiena (marimba). I tecnici: Marco Ventriglia (audio e supervisione tecnica) ed Edoardo Pezzuto (luci).

Obbligatoria la prenotazione allo 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

g.m.

Nelle foto
– Il piano: Laura Vattano
– La marimba: Alberto Occhiena
– Il violoncello: Marco Pennacchio
– La radura del Parco

Musiche da ripostiglio ad Azeglio

Prosegue con successo ad Azeglio, comune nell’estremo lembo nord-orientale del Canavese, la rassegna “Musiche da ripostiglio e altro”. Il secondo degli otto appuntamenti è per sabato 22 giugno, alle 21, presso la residenza di campagna “Fuori Porta d’Azeglio”: “Luce e passione” vedrà mescolarsi arte e musica con David K Tickle, Daniela Borla Dabo e Tony Muroni. Patrocinata dal Comune canavesano e ideata dall’artista (e consigliere delegato alla cultura della municipalità azegliese) Giuseppe Lo Faro in collaborazione con il musicista David K Tickle, la serie di eventi ha finora proposto apprezzate serate all’insegna di una musica ricercata, non per il grande pubblico ma per la gente appassionata”. Un’idea vincente, già sperimentata con successo l’estate scorsa, che ha suscitato pareri molto positivi nel pubblico che ha assistito agli eventi. Il calendario delle serate, tutte di sabato, prevede ancora un appuntamento a giugno, il 29 di questo mese, altri due a luglio – il 13 e il 27 – così come a settembre, il 14 e il 28, giorno in cui, come hanno informato gli organizzatori, si concluderà la rassegna che si pone l’obiettivo di promuovere le attività culturali e l’arte in tutte le sue forme.

M.Tr.

Riccardo Gualino, una vita tra imprenditoria e passione per l’arte

Riccardo Gualino, una vita tra imprenditoria e passione per l’arte

 

Vita e amore per l’arte si mescolano nella mostra I mondi di Riccardo Gualino. Collezionista e imprenditore, a cura di Annamaria Bava e Giorgina Bertolino, ospitata fino al 3 novembre nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino, progetto dei Musei con Banca d’Italia e con la collaborazione dell’Archivio Centrale dello Stato. Ma non è soltanto quel binomio ad interessare i diciotto ambienti approntati ad ospitare le opere (ne sono presenti più di centocinquanta) tra dipinti e sculture, oltre a reperti, arredi e raccolte statuarie, un interesse ad avvolgere anche l’arte dell’estrema Asia, che Gualino, magnifico imprenditore e mecenate – era nato a Biella nel 1879, scomparve nella sua villa del “Giullarino”, alle porte di Firenze, nel 1964 -, riunì lungo l’intero arco della propria esistenza nelle case in cui ebbe residenza, dal castello di Cereseto Monferrato in stile neogotico alla casa di Sestri Levante, dalla palazzina torinese di via Bernardino Galliari 28 (verrà completamente distrutta da un bombardamento durante il conflitto bellico) agli uffici di corso Vittorio Emanuele, cui dettero vita gli architetti Giuseppe Pagano e Gino Levi Montalcini: attraverso sequenze d’immagini d’epoca è il ritratto di una lunga quanto fervente epoca, quella che ha occupato principalmente la prima metà del secolo scorso, con i suoi fermenti sociali ed artistici, la ricreazione di un Rinascimento non soltanto “sabaudo”, le amicizie e le collaborazioni di uomini come lo storico dell’arte Lionello Venturi e del musicologo Guido Maggiorino Gatti, cui venne affidata la direzione artistica del rinnovato Teatro Scribe di via Verdi, di Bella Hutter che in quello spazio ospitò i Balletti di San Pietroburgo, di Felice Casorati e Gigi Chessa che seguirono negli ambienti e negli arredi la costruzione del teatrino privato da cento posti che Gualino volle nella casa/museo di via Galliari. È il ritratto di un percorso industriale, che toccò i più svariati settori, quello del cemento e del legname sin dal 1905 (Gualino si spinse in Ucraina e nei Carpazi orientali), delle sfide nel campo dell’architettura (un quartiere residenziale su un’isola del delta della Neva), nel quinquennio di maggior successo1922-26 della seta artificiale (la Snia) e del cioccolato (l’Unica). Sono gli anni delle banche, dei viaggi in Francia e negli Stati Uniti, delle amicizie con i Kennedy e con Churchill, ma sono anche gli anni (1927) delle misure di rivalutazione della lira varate dal regime, della critica alla politica economica del fascismo, della richiesta di prestiti allo Stato in cambio della cessione, “gratuitamente”, degli oggetti pubblicati sul volume del 1926, dedicato alla collezione. Inoltre l’annus horribilis 1929 segnò l’inizio del fallimento delle varie attività, l’ordine di arresto da parte di Mussolini e il conseguente confino a Lipari (dove scriverà l’autobiografico Frammenti di vita e Uragani) annullano per alcuni anni le attività del finanziere. Tornato in libertà, rilancia la Rumianca: ma la sua maggiore visibilità negli anni successivi è legata alla Lux Film, casa di produzione cinematografica, che vedrà titoli come Riso amaro di Giuseppe De Santis, In nome della legge di Germi, Fabiola di Blasetti, Senso di Luchino Visconti, I soliti ignoti di Monicelli e Divorzio all’italiana ancora con Germi. Riprende altresì, in questa nuova rinascita, la passione per il collezionismo, in questa sempre appoggiato dalla moglie Cesarina Gurgo Salice, sposata nel 1907. Quasi immortalati come due signorotti rinascimentali da Piero della Francesca, i ritratti dei padroni di casa dovuti a Casorati guardano il visitatore in una delle sale, mentre si ammirano La Négresse di Manet che strizza l’occhio a Olympia o di Veronese Venere e Marte (del 1580 circa), di Botticelli la Venere o di Duccio da Boninsegna la Madonna con il Bambino in trono e angeli (1280 circa), come le opere di Nella Marchesini e di Carena, come il Paesaggio campestre al tramonto (1863-64) di Claude Monet. Qua e là forse si sorride e ci si stupisce per certi incauti acquisti, pretesi Piero o Andrea Mantegna o Angelico tornati a più miti consigli, certe scelte dettate forse da quella pressante irruenza che soltanto un uomo come Riccardo Gualino poteva nutrire.

 

Elio Rabbione

 

Felice Casorati, “Ritratto di Riccardo Gualino”, 1922, collezione privata

Paolo Caliari detto il Veronese, “Venere e Marte”, 1575 – 1580 ca, olio su tela, Torino, Musei Reali – Galleria Sabauda

Sandro Botticelli, “Venere”, 1485 – 1490 ca, Torino Musei Reali – Galleria Sabauda

Estate di storia e cultura ai Musei Reali

Per l’estate, l’offerta dei Musei Reali si arricchisce di un giorno in più di apertura, il lunedì, per offrire ai visitatori la possibilità di dedicare maggior tempo alla scoperta degli ambienti e delle collezioni: grazie al contributo della Compagnia di San Paolo, il Palazzo Reale resterà aperto al pubblico ogni lunedì dalle 9 alle 19.

I GIOVANI E I MUSEI REALI
Per i ragazzi dai 18 ai 25 anni il biglietto di ingresso è ridotto a 2 Euro, un’occasione straordinaria per avvicinare i giovani alle collezioni e renderli protagonisti di un’esperienza unica in museo.

 

LE APERTURE GRATUITE
Per tutta l’estate sono numerose le iniziative e le occasioni per visitare i Musei Reali secondo la filosofia dello slow museum. Un approccio diverso per fruire delle collezioni e approfondire i contenuti attraverso una visita lenta e accurata.
Ogni giovedì, fino a fine ottobre, i Musei Reali sono aperti gratuitamente dalle 17 alle 19 con l’iniziativa Happy hour. Dal 20 giugno saranno organizzati percorsi tematici di approfondimento con ritrovo in biglietteria alle ore 17,30.

 

FESTA DI SAN GIOVANNI
Lunedì 24 giugno, in occasione della Festa di San Giovanni, patrono della città di Torino, i Musei Reali saranno aperti gratuitamentesecondo i consueti orari. Chiusura compensativa martedì 25 giugno.

 

CI VEDIAMO AI REALI!
Il piano di valorizzazione estivo permette di visitare i Musei Reali di sabato sera tra il 13 luglio e il 28 settembre, dalle 19,30 alle 23,30, con tariffa speciale, oltre al costo della visita guidata. Per scoprire gli appartamenti al piano terreno di Palazzo Reale, oltre che le suggestive e affascinanti Cucine, le visite guidate straordinarie sono programmate di domenica, tra il 28 luglio e il 29 settembre (orari 10-14; 15-19).

LE VISITE CON L’ASSOCIAZIONE “AMICI DI PALAZZO REALE”
Fino al 28 luglio 2019 proseguono le visite condotte dai volontari dell’Associazione Amici di Palazzo Reale, realizzate grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo. I percorsi conducono i visitatori alla scoperta all’Appartamento dei Principi Forestieri, recentemente restaurato, e alle Cucine Reali. I percorsi sono compresi nel biglietto d’ingresso ai Musei Reali e si tengono esclusivamente in gruppi composti da massimo 20 persone, nelle giornate di venerdì, sabato e domenica alle ore 10 – 11 – 12 – 15 – 16 – 17.

 

IL MUSEUMSHOP
Il catalogo della mostra appena visitata, un libro per poter approfondire la conoscenza delle collezioni permanenti o anche un semplice ricordo: il 20 giugno il nuovo MuseumShop dei Musei Reali attende tutti i visitatori con un piccolo omaggio inaugurale. Aperto dalle 10 alle 19 con ingresso dalla biglietteria o dalla corte interna è stato pensato e progettato da CoopCulture e Sator Srl come un brillante ed accogliente scrigno reale.

 

ALTRI APPUNTAMENTI
Il 21 giugno, alle ore 17, in occasione della Festa della Musica 2019, percorso tematico tra Palazzo Reale e il primo piano della Galleria Sabauda.

Nel programma di Palchi Reali, il 21 luglio e il 15 settembre, la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani organizza Spettacoli a Palazzo, due giornate di spettacoli e musica dal vivo nel suggestivo scenario della Corte d’Onore e del Boschetto dei Giardini Reali. L’ingresso è gratuito.
Info: Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani onlus e Piemonte dal Vivo.

L’Isola Reale en plein air è un workshop per adulti appassionati di disegno e acquerello organizzato nella splendida cornice dei Giardini Reali, guidati dai giovani artisti Giulia Gallo ed Enrico Partengo.
Il programma completo di aperture, orari e costi delle attività è disponibile sul sito museireali.beniculturali.it e su www.coopculture.it.

 

LE MOSTRE IN CORSO
Proseguono per tutta l’estate due grandi mostre: fino al 14 luglio, nelle Sale Palatine della Galleria Sabauda, Leonardo da Vinci. Disegnare il futuro, l’esposizione che con oltre cinquanta opere racconta le ricerche tra scienza e arte di Leonardo attraverso lo strumento del disegno.
Nella Sale Chiablese è visitabile fino al 3 novembre la mostra I mondi di Riccardo Gualino collezionista e imprenditore, che riunisce per la prima volta in modo esteso i due principali nuclei della collezione del noto mecenate, con opere conservate alla Galleria Sabauda di Torino e alla Banca d’Italia di Roma, insieme a dipinti, sculture, arredi e fotografie provenienti da musei e istituzioni torinesi e nazionali, raccolte private e archivi, fra i quali l’Archivio Centrale dello Stato.

 

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

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Jonas Jonasson  “ Il centenario che voleva salvare il mondo”  -La Nave di Teseo-  euro 22,00

 

Lo scrittore svedese che aveva scalato le classifiche nel 2009 con il suo primo romanzo  “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve”  ripesca il suo protagonista Allan Karlsson che ora di anni ne ha 101(prodigi della letteratura) e lo sguinzaglia in un’altra surreale e divertentissima avventura. Fuggito dall’ospizio, lo troviamo in un lussuoso hotel di Bali dove sta godendosi gli ultimi spiccioli dei milioni della valigetta conquistata nel primo libro, insieme all’amico e complice Julius (diventato proprietario di una piantagione di asparagi). I due hanno la gran pensata di festeggiare il giro di boa del secolo di Allan con un bel volo in mongolfiera. Ed è l’inizio di una nuova rocambolesca vicenda, dal momento che finiscono a mollo nel mare e vengono salvati da una nave. Non un’imbarcazione qualunque, bensì di nazionalità nordcoreana, e che per di più trasporta una valigia di uranio di contrabbando destinata al leader megalomane Kim-Jong-un. Preparatevi a seguire Allan e Julius nelle spire di un intrigo internazionale di vasta portata, con coinvolgimento dei politici contemporanei alla guida del mondo. Colpi di scena uno via l’altro in cui mettono lo zampino personaggi del calibro di Angela Merkel, Donald Trump, Vladimir Putin e ministeri degli esteri vari e assortiti. Ironia e divertimento a partire da quando i due vecchietti vengono fermati con l’accusa di spionaggio, poi il geniale escamotage di Allan che si finge esperto di fusione nucleare e affini. Sarà la volta di una crisi diplomatica mondiale e dell’inseguimento di Allan e Julius che sulla via di fuga si imbattono in personaggi uno più divertente e sgangherato dell’altro. Un taxista masai, un truffatore indiano e…per non farsi mancare nulla…entrano anche in società con una venditrice di bare. Lei si chiama Sabine e insieme progettano per “L’ultimo viaggio” delle bare a tema, colorate (dal blu piccione al rosa e al verde oliva), personalizzate in funzione della vita e degli hobby del defunto. Idea brillante e concept che riscuote successo in una fiera internazionale. Peccato l’incauto scambio per cui il feretro con i coniglietti saltellanti in un prato verde sotto una coltre di nuvolette bianche finisca per sbaglio al funerale di un leader nazifascista svedese, mentre alla bambina che doveva passare nell’al di là accompagnata dai bucolici conigli tocchi, invece, la bara con tanto di svastica. Ecco questo per darvi un assaggio di quello in cui vi imbatterete divertendovi nelle 500 pagine che corrono via d’un fiato.

 

 

 

Jonathan Franzen   “La fine della fine della terra”  -Einaudi-  euro 18,50

 

Riscaldamento globale ed estinzione degli animali selvatici sono alcune delle tematiche di questo libro in cui lo scrittore americano raccoglie una rosa di suoi saggi ad ampio spettro. Sono eterogenei e spaziano dai temi ambientali ai reportage esotici di birdwatching (di cui è sfrenatamente appassionato), dai ritratti di amici scrittori alle cartoline dall’Africa orientale (e la sua fauna) per arrivare alla ricerca di un uccello rarissimo nelle sperdute isole Chatham (a est della Nuova Zelanda). Molti gli argomenti, ma di fatto il focus centrale è il futuro drammatico della terra che… scrive Franzen: “ …come oggi la conosciamo assomiglia a una persona gravemente malata di cancro. Possiamo scegliere di curarla con deturpante aggressività, costruendo dighe su ogni fiume e rovinando ogni paesaggio con coltivazioni per biocarburanti, fattorie solari e turbine eoliche, per guadagnare qualche anno di riscaldamento moderato.” L’autore attacca i ciechi  negazionisti del riscaldamento globale, ma non risparmia veleno neanche per gli ottimisti di sinistra come Naomi Klein (attivista autrice di “Una rivoluzione ci salverà” del 2015), che prevedono in tempi ristretti una rivoluzione contro il capitalismo e il suo depredare le risorse del pianeta. La diagnosi dei mali è il cuore dei saggi di Franzen, che è soprattutto abilissimo nel portarci nel meraviglioso mondo degli uccelli. Lui è un birdwatching compulsivo ed elenca infinite specie (tra le 10.000 esistenti), la loro bellezza dal punto di vista estetico, i loro habitat, le loro abitudini e strategie di sopravvivenza. Insegue i pennuti fino al limite del globo in un costosissimo viaggio in Antartide. Ci delizia con descrizioni paesaggistiche da confini del mondo, raccontando i contrasti tra il blu indescrivibile del ghiaccio polare e la monocromia infinita di nero, bianco e grigio. E’ lì che intravede un esemplare del rarissimo pinguino imperatore, tra gli uccelli  più grandi del mondo, alto 1 metro e 20.Per sfuggire all’inutile logica che la colpa sia di tutti e dunque di nessuno, Franzen  suggerisce strategie dal basso: tanti progetti piccoli e sostenibili attuati da comunità locali, come fanno alcune Ong in Costarica e in Perù. Insomma una lettura adatta a chi si preoccupa del futuro del pianeta….

 

 

David Diop  “Fratelli d’anima”  -Neri Pozza-   euro 16,00

 

E’ un colpo al cuore questo libro che ha sbaragliato tutti i concorrenti e vinto il Prix Goncourt des Lycéens 2018 e il Premio Strega Europeo  2019.  L’autore 52enne, nato a Parigi ma cresciuto in Senegal – sospeso tra due civiltà- racconta una pagina drammatica della 1° guerra mondiale. Nelle trincee dell’esercito francese c’erano anche circa 130.000 ”tiratori senegalesi” – in una mano il fucile e nell’altra il machete- destinati a diventare carne da cannone. Sono loro “i cioccolatini dell’Africa nera” (come li chiama il comandante) protagonisti del libro, ma lo sono anche l’amicizia e il contagio dell’orrore. A raccontare è la voce narrante di Alfa Ndiaye, andato in guerra con il suo “più che fratello”, l’inseparabile amico Mademba Diop. Compagno d’ infanzia, fratello adottivo dal quale non si separa mai, neanche quando sbucano dalle trincee e vanno all’assalto. Però Mademba cade nell’imboscata tesa da un soldato nemico “dagli occhi azzurri” che si fingeva morto, ma cogliendolo di sorpresa, lo ha sventrato dal basso in alto con un fulmineo affondo di baionetta. Mademba ha le viscere fuori dal corpo, soffre terribilmente e supplica l’amico di dargli il colpo di grazia. Glielo chiede tre volte, ma Alfa non ci riesce e da allora sarà dilaniato dal senso di colpa per aver permesso la lunga agonia dell’amico. E’ la miccia che innesca il suo nuovo modo di combattere, con quella colpa nel cuore che non gli da pace e lo trasforma. D’ora in poi il suo obiettivo sarà rintracciare quegli occhi chiari e fargli quello che è stato fatto a Mademba. Cerca il corpo a corpo, striscia vicino alle linee nemiche, si finge morto e aspetta che qualcuno esca allo scoperto. Poi gli taglia il polpaccio, lo atterra, gli mette a nudo la pancia e lo sventra. Vede gli occhi azzurri spegnersi lentamente e alla seconda supplica sgozza il malcapitato moribondo, dandogli quel colpo di grazia che non aveva avuto cuore di dare a Mademba. “Quello che non ho fatto per il mio amico, lo farò per il mio nemico. Per umanità” . Ma va oltre: ai nemici che uccide così, taglia anche la mano che regge il fucile e la porta come macabro trofeo ai suoi commilitoni. Alla prima mano lo festeggiano, alla terza è diventato leggenda, ma alla 4° iniziano a diffidare. Per tutti, soldati neri e bianchi, è diventato la morte. Un pazzo sanguinario, tenuto a distanza e temuto come soldato stregone, furia selvaggia, una sorta di spirito dëmm che divora le interiora e le anime. Ma che fine faranno quelle mani monche e, soprattutto, Alfa come continuerà ad affrontare i suoi demoni? E’ quello che vorrete scoprire in questo romanzo pieno di ritmo  e di significati di cui la vicenda storica è il sottofondo.

“Un libro per l’estate”

Sabato 22 giugno, alle ore 21.15. in piazza San Giovanni inizia l’edizione numero 24 del Festival ‘Un libro per l’estate’. Ad organizzarlo a Finale Ligure è la Libreria CentoFiori, con il patrocinio dell’assessorato al turismo e cultura del Comune. Si tratta di una serie di incontri, tutti di altissimo livello, che si susseguiranno sino al 31 agosto lasciando davvero pochi spazi liberi per tutta l’estate. E gli autori ed i relatori che vi prenderanno parte sono tutti di grande spessore da Ferruccio De Bortoli, a Luca Telese, a Beppe Servergnini, ad Ernesto Galli della Loggia, a Casterina Malavenda, a Carlo Verdelli, ad Enrico Letta, soltanto per citarne alcuni. Il via alla danze verrà dato da Ferruccio De Bortoli, appunto il 22, presenterà ‘Ci salveremo’ con Caterina Malavenda. Poi domenica 30, alla Fortezza di Castelfranco, sarà la volta di Luca Telese nel presentare ‘Cuori contro’ sempre con Caterina Malavenda. Anima del Festival è Stefano Sancio, piemontese di Casale Monferrato ormai da anni trapiantato in Liguria, titolare della CentoFiori che evidenzia come “solitamente a questi appuntamenti, proprio perché organizzati nella stagione estiva, prendono parte non solo persone del posto, ma anche molti piemontesi e torinesi e lombardi e milanesi”.

Massimo Iaretti

 

 

Eddie Vedder (ex Pearl Jam) e Tony Hadley (ex Spandau Ballet)

Gli appuntamenti musicali della settimana

Lunedì. Al Jazz Club si esibisce la cantautrice Ima. Anteprima di “Collisioni” a Barolo con l’ex Pearl Jam Eddie Vedder, preceduto dal cantautore irlandese Glen Hansard.

Martedì. Al Jazz Club è di scena T Vernice. All’Off Topic si esibiscono i cantautori Fabrizio Cammarata e Verano. Al Blah Blah suona il trio francese Lysistrata mentre alla Tesoriera si esibiscono i Foxhound.

Mercoledì. Al Blah Blah suonano i Naxatras. Al Parco Dora canta Riccardo Fogli.

Giovedì. Al Jazz Club decimo compleanno con la Torino Jazz Orchestra diretta da Fulvio Albano. Edizione numero 11 per “Jazz:Re:Found” a Cella Monte nel Monferrato con la band techno tedesca Meute e Boosta dei Subsonica in duo con Alberto Tafuri.

Venerdì. Al Jazz Club suona il quartetto dell’organista Alberto Gurrisi. Per “jazz:Re:Found” si esibiscono Tullio De Piscopo,Gilles Peterson, Noyz Narcos, Colle der Formento. Alla Tesoriera sono di scena Paolo Benvegnù e Marina Rei. Per il Monfrà Jazz Festival” al Castello di Casale suona l’Italian Trio di Dado Moroni, Rosario Bonaccorso e Roberto Gatto. Al Gru Village si esibiscono Benji & Fede, The Colors, Mondo Marcio.

Sabato. A Chivasso per “JazzAround You” è di scena la vocalist Deborah Carter. A Cella Monte suonano i britannici Kokoroko e Yussef Dayes con Tony Esposito, I Hate My Village, Kaos One e Area. A Casale jazz con il quartetto del batterista Gianni Cazzola. Al Gru Village si esibisce Irama. Alla Tesoriera è di scena il quintetto della cantante Amira Kheir mentre al Jazz Club suona la Easy Big Band diretta da Gabriele Manassi. In Val d’Aosta inaugurazione di “Musicastelle” con Luca Barbarossa. Per “Ruderi rock” a Villafalletto si esibisce Omar Pedrini.

Domenica. Al Gru Village è di scena l’ex cantante degli Spandau Ballet Tony Hadley mentre a Brusson canta Max Gazzè. Chiusura di “Jazz:Re:Found” con Dj Gruff,

Gianluca Petrella e Nikitch & Kuna Maze, David Rodigan, Chassol.

 

Pier Luigi Fuggetta