CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 578

“Cromie” saluta l’estate al Giardino delle rose

Si è svolta giovedì 21 giugno nel Giardino delle rose del Castello di Moncalieri la grande festa del Solstizio d’estate organizzata dall’Associazione culturale Cromie con il Patrocinio del Comune di Moncalieri. Un lungo pomeriggio per celebrare l’arrivo dell’estate all’insegna della cultura,relax e tanta buona musica con ingresso gratuito. La giornata ha avuto inizio alle 16,30 con un concerto – spettacolo di grande appeal dal titolo “ L’amore è una cosa meravigliosa … Musiche nei film “, protagonista il soprano Susy Picchio , accompagnata al pianoforte da Massimiliano Brizio e reduce dal successo dell’ultima stagione del Teatro Alfieri. A seguire l’esibizione del Duo Inverso, formato da Massimo Riva alla chitarra e dall’apprezzato figlio d’arte Walter Matacena al violino. Il repertorio spaziava da Mauro Giuliani ad Antonio Vivaldi, da Gabriel Faurè sino a Piazzolla , passando per brani Traditional Irish e Kletzmer. A sorpresa nel giardino, trasformatosi in un’accogliente area performances, le incursioni urbane delle danzatrici del Balletto di Moncalieri diretto da Barbara Casto. E’ stata poi la volta del celebre maestro Ugo Viola, fondatore del Moncalieri Jazz Festival e grande fisarmonicista, che ha interpretato vari brani, fra cui quelli del grande maestro argentino Astor Piazzolla. Parallelamente nel pomeriggio è stato aperto anche uno spazio dedicato alle degustazioni di varie tipologie del nettare di Bacco, realizzate in collaborazione con l’Onav – Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino e condotte da Piera Genta, nota sommelier e giornalista. Alle 19,30 si sono chiusi i cancelli per dare spazio all’ Aperibuffet ( massimo 50 posti ) con una lunga tavolata allestita a tema sotto le arcate del giardino. “Convivialità e buona musica sono le benvenute nel Giardino delle rose, e si saldano alla perfezione con la già ricca proposta culturale che negli spazi del Castello Reale trova la sua collocazione ideale “ sottolinea Laura Pompeo, Assessore alla Cultura.  Tra gli sponsor SMAT Torino e l’Osteria Enoteca di Franco Rabezzana, che attualmente si avvale della maestria dello chef Eynard ( ex Flipot ) .

Helen Alterio

Cinema nel parco al castello di Miradolo


VENERDI’ 29 GIUGNO San Secondo di Pinerolo (Torino)

Con la proiezione di “Punto di non ritorno – Before the Flood”, di Fisher Stevens e Leonardo Di Caprio, prenderanno avvio al Castello di Miradolo, dal prossimo venerdì 29 giugno (ore 21,30), le serate di “Cinema nel Parco” proposte dalla “Fondazione Cosso” nell’ambito di una rassegna a tema green che si prefigge l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sulla tutela dell’ambiente e sugli aspetti degli equilibri naturali. La rassegna durerà un mese e prevede un appuntamento a settimana, con un occhio di riguardo per i bambini, ai quali saranno dedicate due serate, con la proiezione dei film d’animazione “Zootropolis” e “Lorax – Il guardiano della foresta”. Costo: euro 6,50 a persona, gratuito fino agli 8 anni. Obbligatoria la prenotazione: tel. 0121/502761 o prenotazioni@fondazionecosso.it

Questo il calendario degli spettacoli:

venerdì 29 giugno (ore 21,30), “Punto di non ritorno – Before the Flood”, Fisher Stevens e Leonardo Di Caprio

venerdì 6 luglio (ore 21,30), “Zootropolis”, Walt Disney Animation Studios

giovedì 12 luglio (ore 21,30), “The Revenant-Redivivo”, Alejandro Gonzàles Inàrritu

giovedì 19 luglio (ore 21,30), “Lorax- Il guardiano della foresta”, Universal

Le proiezioni avranno luogo nella radura degli alti tassoidi del Parco del Castello (via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo), dove saranno dislocati grandi schermi, mentre il suono sarà udibile solo attraverso cuffie da “Silent System”. Non ci saranno sedie, il pubblico potrà portarsi da casa coperte da stendere sul prato. Ogni serata sarà inoltre preceduta da Pic Nic serali sull’erba, possibili prenotando con anticipo il proprio cesto. In alternativa, la Caffetteria servirà piatti leggeri per uno spuntino a base di prodotti stagionali. Non è consentito il Pic Nic libero.

Per info e prenotazioni: tel. 0121/502761prenotazioni@fondazionecosso.it

g.m.

Music tales. La rubrica musicale

La profondità appartiene a chi conosce le profondità. A chi conserva le cicatrici come cartoline di posti lontani dove non tornare mai più. Quanto profondo possa essere un amore non ci è dato a sapere ma nel lontano 1977, qualcuno cercò di musicare un sentimento tanto forte all’interno dei baccanali disco di Saturday Night Fever….posto, quello, in cui un lentone d’atmosfera era assolutamente d’obbligo. D’altronde, prima ancora che per i ritmi sexy e per i loro inconfondibili falsetti, i Bee Gees erano famosi in tutto il mondo per le splendide ballate romantiche e per l’inconfondibile impasto vocale dei tre fratelli Gibb; doti messe in luce magistralmente in questa composizione How Deep Is Your Love, senz’altro una delle loro migliori del loro repertorio per quanto mi riguarda. Questo fu il primo singolo tratto dalla soundtrack del film ed andò a posizionarsi dritto e sicuro al numero 1, per ben 17 settimane, nella top ten aprendo la strada per il botto di Stayin’ Alive. E’ bene sapere che i Gibb l’avevano scritta per Yvonne Elliman ma, su insistenza di Robert Stigwood, manager nonché produttore del film, finirono per cantarla loro stessi. Vennero portati in tribunale qualche anno dopo, nel 1983, da un songwriter di Chicago che sosteneva gli avessero “rubato” la melodia del suo brano Let It End; nonostante un primo giudizio sfavorevole ai Bee Gees per un vizio di procedura, la sentenza venne rovesciata poco dopo. Una delle tante cover realizzate di questo brano, quella dei Take That del 1996 che fu anche l’ultimo singolo pubblicato dopo l’abbandono di Robbie Williams.
Conosco I tuoi occhi al sole del mattino
sento che mi tocchi sotto la pioggia torrenziale
e quando ti allontani da me
voglio sentirti ancora tra le mie braccia”
Dovreste rispolverarla…è un incanto
Chiara De Carlo

Chiara vi segnala i tre eventi da lei scelti per la settimana…mancare sarebbe un sacrilegio! Scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Gatto Panceri, intenso live a Parco Dora

Gatto Panceri ha dato il meglio di sé in un’applauditissima performance dal vivo sul palco del ‘#Parco Dora Live’ a Torino. L’artista, reduce dalla pubblicazione di ‘Pelle d’oca e lividi’, il nuovo album uscito esattamente un mese fa per l’etichetta di Roby Facchinetti dei Pooh ‘Hit Rainbow’ (distribuzione ‘Artist First’), ha eseguito nuovi brani e grandi successi, rileggendo intensamente in versione unplugged voce e chitarra ‘Vivo per lei’, successo da 45 milioni di copie vendute scritto per Andrea Bocelli e Giorgia. Durante il live, Gatto Panceri ha scherzato con il pubblico, e raccontato alcuni episodi legati alla storia della musica che l’hanno visto fortunato protagonista. La prossima settimana, sul palco del ‘#Parco Dora Live’, sono attesti Fubelli & Impastato (29 giugno), Dado (30 Giugno) e Jo Squillo (1° Luglio). Tutte le informazioni sul sito www.parcocommercialedora.it e sulla relativa Pagina Facebook.

Festival di Stresa, traiettorie incrociate

“Circolazione di idee, di condivisione, di conoscenza tra persone diverse per cultura, provenienza geografica, età anagrafica, ma tutte accomunate dallo spirito dell’incontro” è questo lo spirito del Festival di Stresa,   secondo Giannandrea Noseda, il direttore artistico della manifestazione, che avrà luogo dal 17 al 27 luglio e dal 23 agosto al 9 settembre. Si mettono insieme dunque generi diversi, dal jazz alla musica classica, dall’omaggio a Bernstein, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, all’esecuzione italiana dell’ultimo disco di Frank Zappa, Vinicio Capossela con la Filamornica Arturo Toscanini, Invenzione a due voci con Gianrico Carofiglio e Gianluca Petrella e ancora Ute Lemper, il Quartuor Hermeès con Haydn Sacro e moltissimi altri appuntamenti, 27 in tutto, che avranno uno sfondo magico, una cornice incantata, in luoghi ricchi di fascino come Stresa, Verbania, Isola Bella. Il Festival di Stresa ha una storia di lunga data, Le settimane della musica sono nate nel 1962 grazie a Italo Trentinaglia, un avvocato veneziano amante e cultore della musica perché con la musica era nato e cresciuto. Nella villa di famiglia venivano ospitati musicisti e compositori celebri come Arturo Toscanini, da qui l’idea di fare di quegli incontri musicali un festival vero e proprio che con il tempo è diventato un appuntamento internazionale molto importante. Molti sono i meriti di questo importante evento: l’avvicinamento dei giovani alla musica classica attraverso il coinvolgimento delle scuole, per esempio, e la sua vocazione alla solidarietà, molte sono infatti le donazioni, grazie agli incassi di alcune manifestazioni in particolare, devolute in beneficenza.

Informazioni sul sito www.stresafestival.eu/programma-2018/

Maria La Barbera

 

 

 

 

 

 

I quadri-scultura di Mazzucchelli in mostra a Milano

“BI – FACE” – FINO AL 3 AGOSTO

 

Quadri Bifacciali. Otto complessivamente, realizzati (in pvc – plastica e aria, inseparabili materiali a partire dagli anni Sessanta) fra il 2017 e il 2018, che in mostra interrogano il visitatore – con pungente ironia – sul senso stesso dell’arte, ponendogli virtuali domande, le stesse che più concretamente si pone l’artista nell’atto del meditare del concepire e del fare e che suonano pressappoco così: “Qual è il futuro dell’arte?”“Che senso ha ‘fare’ quadri oggi?”“Quanto conta oggi l’aspetto decorativo nell’arte?”. E’ questa la chiave di lettura di “Be – Face”, ciclo inedito di opere mai esposto al pubblico, presentate da Franco Mazzucchelli (Milano, 1939) in una personale curata da Sabino Maria Frassà e seconda mostra del ciclo “On Reflection” promosso dal noto brand “Gaggenau” e da “Cramum” (progetto non profit per sostenere l’arte in Italia), all’interno del Gaggenau DesignElementi HUB in corso Magenta 2, a Milano.

La mostra, che sarà inaugurata mercoledì 20 giugno e si protrarrà fino al 3 agosto, segue l’altra grande personale dell’artista milanese (allievo di Marino Marini e docente di “Tecniche della Scultura” nonché coordinatore di “Comunicazione Visiva Multimediale” all’Accademia di Brera) dal titolo “Non ti abbandonerò mai”, tenutasi al Museo del Novecento fino al 10 giugno scorso, e rappresenta una rara se non unica possibilità di conoscere questo ciclo di opere che completa – anche a livello teorico – il fortunato ciclo della cosiddetta Bieca Decorazione: una sorta di manifesto intellettuale e programmatico che Mazzucchelli persegue con tenace ostinazione a partire dagli anni ’90 e che fa della sua produzione artistica una “riflessione – ironica e cinica – sul significato e sul ruolo dell’arte oggi”. Post-avanguardia? Rito concettuale o puro (e per altro piacevolissimo) “divertissement? O ancora arte che diventa arte nel momento stesso in cui si pone al fruitore in termini di domanda sul suo essere per davvero arte? Di tutto un po’. E questo “tutto” vogliono proprio essere i “Bifacciali” presentati in mostra dall’artista milanese e resi possibili dalla collaborazione con la “Tornitura Morella”: quadri-scultura che, scrive bene Sabino Maria Frassà “sono labirinti di forma e contenuto, capovolgendo o azzerando tutte le certezze e i punti di riferimento. “Le opere di Mazzucchelli – prosegue Frassà – sono indiscutibilmente dei quadri, ma non si appendono. Il fronte e il retro finiscono con il fondersi in un’unica dimensione, in un’unica ‘facciata’ che ha infinite soluzioni di osservazione. Non solo non esistono più il fronte e il retro del quadro, ma non resiste integro nemmeno il confine tra opera d’arte e ambiente esterno: ciò che è sullo sfondo, al di là dell’opera, è portato in primo piano o all’interno dell’opera grazie all’uso del Pvc trasparente. Allo stesso modo le superfici specchianti portano lo spettatore e l’ambiente circostante dentro l’opera. Infine i ‘piani’ sfasati e l’alternanza tra pareti trasparenti e superfici specchianti portano lo sguardo a perdersi ‘dentro’ l’opera, in quel ‘vuoto’ di aria imprigionato nel pvc”.

 

Gianni Milani

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“Bi – Face”

Gaggenau DesignElementi Hub, corso Magenta 2, Milano; tel. 02/29015250

Dal 20 giugno al 3 agosto – Orari: dal lun. al ven. su appuntamento ore 10/18,30

 

Nelle foto:
– “Bifacciale n. 7”
– “Bifacciale n. 1”
– Franco Mazzucchelli

 

Made in Minnesota

Nella storia del rock è incalcolabile la quantità di errori, inesattezze e misunderstandings dovuti alle diffuse omonimie tra bands inglesi, statunitensi e non solo. Anche testi “storici” in materia sono caduti in equivoci talvolta clamorosi, a causa di pigrizia nella verifica delle fonti o di errata natura delle fonti stesse, allorquando l’informatore o l’intervistato erano già portatori di fraintendimenti. Il rischio aumentava nel caso di bands il cui nome era pressoché identico e formato da due termini che potevano, a seconda dei casi, risultare uniti o separati (per esempio [The] Night Riders o Nightriders con o senza articolo, che nella sola area anglosassone avvicinava nella “zona di errore” parecchie bands). Premessa doverosa, in quanto qui si parlerà di una band dello stato del Minnesota che viene spesso confusa con una omonima, coeva e più conosciuta della Florida. I “nostri” si chiamavano The Night Crawlers (diviso) e sorsero nell’estate del 1965 a Northfield. A Marc Reigel (org) e Mark Headington (b) (studenti al Carleton College) si unirono tre liceali di Owatonna: Barry Gillespie (V), Mike Jines (chit) e Bill Redeker (batt); presto l’affiatamento si consolidò anche in relazione alle comuni influenze musicali, tra cui Byrds, Rolling Stones, Beatles, Hollies e Beach Boys. Come spesso accadeva in quegli anni, la rampa di lancio iniziale fu una “Battle of the bands”, che si tenne in occasione della Steele County Free Fair di Owatonna (evento che fa risalire le sue origini al XIX secolo); sebbene non vincitori, The Night Crawlers emersero per temperamento e coesione, tanto che poterono avviare un nutrito numero di gigs in vari locali e venues della zona. Dall’inizio del 1966 se ne occupò personalmente il manager Donald J. Madison, che seppe gestire le date con abilità tra i classici sock hops dei teenagers, dance halls, eventi sportivi e clubs non solo nell’area sud del Minnesota, ma anche in Nebraska, Iowa, Wisconsin e North Dakota. Il successo live fu immediato e il feeling con il pubblico molto positivo; tuttavia, come spesso accadeva per le bands emergenti in aree periferiche, l’abilità manageriale sul versante organizzativo dei concerti non si manifestava con altrettanta efficacia in ambito discografico, dove l’esperienza e il “saperci fare” contavano notevolmente. Ne è prova il primo (ed unico) 45 giri, inciso nel 1966:“You Say” [B. Gillespie] (MAAD IMP-51166; side B: “Night Crawlin’”), con etichetta MAAD records [Promotions], prodotto a New Ulm (Minnesota) dallo stesso Donald J. Madison. Il singolo “You Say” era, in linguaggio a stelle e strisce, il classico “can’t get it out of my head tune” che con un’adeguata promozione manageriale si sarebbe potuto trasformare in una hit ad ampio raggio; purtroppo l’operato di Madison lasciò parecchio a desiderare e le copie probabilmente non raggiunsero nemmeno il numero di 400… In seguito si tenne un’altra sessione di registrazione ai Columbia Studios di Chicago, ma le tracce (“Dandelions”’, “Feel So Fine”, “Want Me”, “Chimes Of Freedom”, “Just Like Romeo & Juliet”, “Shoulder Of A Glint”) restarono a livello di acetati; solo in tempi molto recenti l’etichetta svizzera Feathered Apple ha riversato su vinile “Want Me / Feel So Fine” (FA-6510). Nel 1967 il mood generale stava ormai cambiando, passando dal carattere “danceable” allo “psychedelic/heavy” e l’approccio musicale ed esecutivo dei The Night Crawlers non era in grado di rinnovarsi e di affrontare la generale trasformazione di gusto che portò alla Summer of Love di San Francisco e alle sue conseguenze. La band si sciolse entro il 1967, ma seppe occasionalmente riunirsi a più riprese nel 1992, 2004, 2006, 2010 e 2012 (reunion del 45° anniversario della classe ‘67 al Carleton College).

 

Gian Marchisio

 

Al Gru Village grande musica con la PFM

La PFM, Premiata Forneria Marconi, la storica band progressiv-rock italiana, mezzo secolo di storia della musica, dopo il Tour che l’ha portata a girare il mondo tra Giappone, Americhe e Regno Unito, torna in Italia e riparte da Grugliasco, dal palco del GruVillage 105 Music Festival

 

Franz Di Cioccio e compagni, con il loro travolgente rock, da sempre uno dei migliori in Italia, con la loro calda voce, le loro emozioni, e soprattutto la loro musica hanno, per oltre due ore, riportato un po’ indietro nel tempo chi come il sottoscritto seguiva la band davvero tanti tanti anni fa. Una bella serata nella quale alle “antiche” e più famose sonorità si sono affiancate le altrettanto coinvolgenti note del nuovo album “Emotional Tattoos” che dà anche il titolo a questo nuovo Tour nazionale. La prossima tappa del Tour sarà a Vascon di Carbonera (TV) il prossimo 23 giugno e poi Grado, Roma, Rimini, Roccella Ionica, Bellinzona, solo per citare alcune tappe che, fino al concerto di Ventimiglia del 25 agosto, porteranno la band in giro per lo stivale in questa calda e appassionata estate di grande rock. Invece, per tornare al GruVillage 105 Music Festival… saranno grandi appuntamenti musicali per giugno e tutto il mese di luglio con i concerti, tra gli altri, di Piero Pelù, Francesco De Gregori, Gianna Nannini, Gianni Morandi, ma anche dei giovani Riki, Fabrizio Moro e Lorenzo Fragola, solo per citare quelli che quest’anno sicuramente non ci faremo scappare.Tutte le informazioni e il programma completo su www.gruvillage.it, mentre qui di seguito vi potete gustare le immagini migliori di questo nostro primo appuntamento a bordo palco.

 

Claudio Benedetto

foto: www.fotoegrafico.net

Presenze longobarde a Collegno: 568 – 2018

Oggetti preziosi, gioielli, armi, case, tombe e corredi funerari ci ricordano che a Collegno si trova una delle più belle e interessanti necropoli longobarde presenti in Italia. Un immenso cimitero pietrificato da 1450 anni. Sono trascorsi quasi 15 secoli da quando i Longobardi di Re Alboino invasero nel 568 d.C. con oltre 100.000 guerrieri il nord della penisola italica. Occupato il Friuli, dilagarono in Veneto, entrarono in Lombardia e raggiunsero il Piemonte nel 570. E sono passati sedici anni dalla primavera del 2002 quando nell’ex campo volo di Collegno, durante gli scavi della metropolitana di Torino, vennero alla luce ori, armi e spoglie dei Longobardi che presero la città. I cantieri del metrò riportarono in superficie un intero villaggio con il cimitero dove vissero e furono sepolti i guerrieri di Alboino e i loro discendenti. È una delle più importanti scoperte archeologiche compiute in Piemonte con un interesse storico, economico e sociale che va ben oltre i confini nazionali. Dopo aspre lotte e lunghe peregrinazioni il popolo dalle lunghe barbe attraversò il territorio friulano ed entrò a Cividale del Friuli nella Pasqua del 568. Trovarono una penisola logorata dalle guerre tra Goti e Bizantini e martoriata dalle epidemie. Nelle mani dei Longobardi caddero molte città dell’Italia del nord, tra cui Pavia, Verona e Milano. Scelsero Torino per la sua posizione strategica vicina ai grandi valichi di confine con la Francia e si stanziarono anche ad Asti e a Ivrea. A Collegno s ono state trovate due distinte necropoli, una necropoli dei goti e un’altra, molto più estesa, dei Longobardi con le rispettive aree destinate alla sepoltura, tutte risalenti al periodo compreso tra il V e VI secolo. Accanto a una settantina di sepolture del V-VI secolo sono state trovate altre tombe tra cui quella di un cavaliere con un ricco corredo funebre formato da una lancia, una spada con la cintura, uno scudo, due coltelli e uno sperone. Vicino a queste inumazioni è stata individuata una fossa con i resti di un cavallo decapitato. Si tratterebbe di un rituale di cui si è trovata testimonianza in Austria e in Germania con cavalli sacrificati e poi sepolti in fosse accanto a quelle dei loro proprietari. Gli archeologi hanno anche scoperto dei corpi avvolti in una sorta di sudario con le braccia posate sull’addome secondo una prassi di comporre le salme tipica dei cristiani. Le tombe longobarde più antiche, con ricchi gioielli, vesti dorate e cinture con fibbie in bronzo e in ferro, sono ad ampia fossa con pali angolari, sistema già diffuso negli stanziamenti in Pannonia, l’attuale Ungheria da cui i Longobardi sono giunti in Italia. Le sepolture femminili conservano i costumi tradizionali con spille sui nastri delle gonne, fibbie per calze, pendenti di cintura con funzione di amuleti, pettini e vasi.

Filippo Re

“Il mio viaggio” al Gobetti

Nell’ambito della XII edizione del Festival Nazionale Luigi Pirandello, al teatro Gobetti è prevista la prima nazionale dello spettacolo “Il mio viaggio”, della scrittrice e giornalista Sabrina Gonzatto, testo liberamente ispirato a “Il viaggio” di Luigi Pirandello. L’appuntamento è per il 26 giugno, ore 20.45, in via Rossini 8 a Torino. Cast d’eccezione composto dal Balletto Teatro Torino diretto da Viola Scaglione, sotto la direzione artistica di Loredana Furno, con Carlo Simoni e Carlotta Micol De Palma. Le scene sono dell’artista Ugo Nespolo, la regia è a cura di Giulio Graglia, che ha dichiarato in una recente intervista: “Personalmente amo le storie a lieto fine, quelle che ti fanno sorridere e ti alleggeriscono dalle preoccupazioni del quotidiano. Quando Sabrina Gonzatto mi ha proposto l’adattamento della novella pirandelliana, lì per lì ero perplesso. Poi mi ha consigliato di vedere il film di Vittorio De Sica dal titolo omonimo e mi sono ricreduto. Senza voler rivelare nulla, vale la pena seguire la vicenda che ti tiene in sospeso fino alla fine. Nulla è scontato, ma tutto è emozionante, avvincente, umano. Uno spettacolo da non perdere!”Per info e prenotazioni: prevendite@linguadoc.it, 3397153321. Segui tutti gli aggiornamenti del Festival sulla pagina facebook e sul sito www.linguadoc.it