CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 532

Il monumento a d’Azeglio e i teppisti ignoranti

Il monumento a Massimo d’Azeglio all’ ingresso del  Valentino tra corso Vittorio  Emanuele e corso Massimo d’Azeglio è stato insudiciato di scritte dei soliti teppisti che non sanno nulla 

Si tratta di gente che non  riesce a distinguere neppure  un monumento e  non sa ovviamente a maggior ragione chi sia stato d’Azeglio. Sono ignoranti, figli della non-scuola di oggi, che non sanno nulla e non sono neppure scientemente consapevoli di oltraggiare una grande figura della storia italiana. D’Azeglio fu uno statista  che  ebbe un ruolo importante nel Risorgimento, un letterato e un memorialista  significativo, un pittore molto apprezzato sopratutto oggi.  Rappresentò con grande dignità  l’anima moderata del Risorgimento,  anche se non ebbe le doti politiche di Cavour. Ebbe però chiaro il limite dell’opera sovrumana intrapresa da Cavour che la sua morte nel 1861 interruppe bruscamente , impedendo al Gran Conte di “fare gli Italiani“. D’Azeglio non scrisse esattamente queste parole, ma questo era il suo lucidissimo  pensiero critico. A Torino gli hanno  anche dedicato un liceo classico che gode di grande fama. Scrivo queste cose non per rendere edotti gli ignoranti  che hanno sporcato il suo  monumento in modo indecente. Essi non capirebbero. Queste cose le scrivo, rivolgendomi ai nostri amministratori che forse sono troppo distratti. Infatti in una città civile avrebbero già provveduto a cancellare e a ripulire  un angolo di storia torinese, piemontese ed italiana molto importante.
Pier Franco Quaglieni
scrivere a quaglieni@gmail.com

Con Biblio Tour alla scoperta dei libri

Il nuovo format di conferenze promosso da GiovedìScienza e Biblioteche civiche torinesi

Primo appuntamento mercoledì 12 febbraio ore 17.45 – Biblioteca civica Centrale Via Cittadella 5, Torino

La conferenza scientifica cambia volto e il pubblico diventa protagonista attivo! Prende il via a Torino BIBLIO_TOUR, il nuovo format di conferenze partecipate promosso da GiovedìScienza in collaborazione con le Bilioteche civiche torinesi.

Un ciclo di quattro incontri che si terranno nelle biblioteche aderenti al progetto, in cui verranno affrontati gli obiettivi fissati nell’Agenda 2030.

Cambiamento climatico, economia e finanza per il cittadino, rivoluzione digitale e rapporto tra scienza, tecnologia e società. Il pubblico, nelle settimane precedenti l’incontro, avrà l’opportunità di informarsi e approfondire questi temi grazie ai materiali messi a disposizione dalle biblioteche e potrà depositare le domande per i relatori online, tramite l’apposito modulo a disposizione sui siti di GiovedìScienza e delle Biblioteche civiche torinesi o presso le biblioteche stesse.

A partire dalle domande del pubblico i relatori avranno due settimane di tempo per preparare la conferenza, individuando gli argomenti da approfondire.

Gli incontri saranno così costruiti grazie alla collaborazione del pubblico che continuerà ad interagire con il relatore anche durante la conferenza.

Un nuovo format che ha già ottenuto grande successo in tutta Europa e che sta muovendo i primi passi in Italia. BILBLIO_TOUR è un progetto nato con l’obiettivo di trovare nuove modalità per parlare di scienza e che mira al coinvolgimento diretto di nuovi pubblici.

 

CALENDARIO CONFERENZE

Mercoledì 12 febbraio 2020 ore 17.45

Biblioteca civica Centrale Via Cittadella 5

Scienza e società a cura di Observa Science and Society, con Giuseppe Pellegrini e Andrea Rubin.

Observa Science and Society è un centro di ricerca indipendente che promuove la riflessione e il dibattito sui rapporti tra scienza e società, favorendo il dialogo tra ricercatori, politica e cittadini. Ogni anno pubblica l’Annuario Scienza Tecnologia e Società, in cui fotografa la percezione dei temi scientifici nella cittadinanza. Giuseppe Pellegrini e Andrea Rubin, ricercatori di Observa, parleranno dei temi caldi del dibattito contemporaneo, dai vaccini al cambiamento climatico, cercando di capire cosa ne pensino i cittadini e come sia possibile discuterne in modo civile ed efficace. Saranno presenti anche gli studenti di una scuola superiore cittadina che presenteranno una loro ricerca sulla percezione dei temi scientifici nei giovani.

 

Giovedì 12 marzo 2020 ore 17.45

Biblioteca civica Villa Amoretti, Corso Orbassano 200

Cambiamento climatico con Elisa Palazzi.

Il cambiamento climatico generato dalle attività umane è forse l’argomento più discusso negli ultimi tempi in ambito scientifico. C’è molta confusione e molti sono i dubbi e le domande del pubblico. Proverà a mettere ordine nel dibattito Elisa Palazzi, ricercatrice presso l’Istituto di Scienze dell’atmosfera e del clima presso il CNR di Torino, esperta di modelli climatici e protezione ambientale, ma soprattutto appassionata divulgatrice.

Mercoledì 15 aprile 2020 ore 17.45

Biblioteca civica Don Milani, via dei Pioppi 43

Economia per il cittadino con Pietro Terna.

L’economia e la finanza negli ultimi anni si sono legate a doppio filo alle rivoluzioni tecnologiche della nostra epoca: il denaro circola con velocità impressionante, grazie alla rete e a sofisticati algoritmi; affidarsi alle macchine, però, in alcuni casi porta a disastri come crisi generalizzate e crolli in borsa. Si ha l’impressione che il cittadino risparmiatore sia del tutto impotente di fronte a certe dinamiche. A dissipare dubbi in materia sarà Pietro Terna, professore emerito di Modelli per l’economia all’Università di Torino, autorità nel campo delle applicazioni della matematica e della fisica alle scienze economiche.

Mercoledì 13 maggio 2020 ore 17.45

Biblioteca Calvino, Lungo Dora Agrigento 94

Rivoluzione digitale con Marco Mezzalama

Chi avrebbe scommesso, anche solo alle soglie del millennio, che le tecnologie informatiche e di rete avrebbero rivoluzionato in modo così clamoroso le nostre vite? Oggi tutto passa attraverso macchine e algoritmi, che ci permettono di comunicare con il mondo intero e spesso ci facilitano la vita, ma che comportano anche rischi di alienazione. E in un prossimo futuro delegheremo agli automi sempre più cose, come per esempio la guida delle automobili. Per fare il punto della situazione abbiamo chiamato Marco Mezzalama, del Politecnico di Torino, esperto informatico con una lunga carriera di conferenziere e divulgatore.

Per maggiori informazioni:

www.giovediscienza.it

www.comune.torino.it/cultura/biblioteche

Moduli online per depositare le domande ai relatori:

www.comune.torino.it/cultura/biblioteche

www.giovediscienza.it/it/biblio_tour

“Vitamine Jazz” arriva al centosessantesimo concerto

Gli appuntamenti di febbraio all’Ospedale Sant’Anna per la rassegna sono alla terza stagione, organizzati per la “Fondazione Medicina a Misura di Donna” e curati da Raimondo Cesa

I concerti avranno inizio dalle ore 10.00 nella sala Terzo Paradiso in via Ventimiglia 3 aperta al pubblico, dedicata alle pazienti e ai loro cari.

Martedì 11 febbraio “Gypsy Quartet”

Maurizio Mazzeo chitarra voce
Roberto Cannillo fisarmonica
Federico Fiore chitarra
Andrea Garombo contrabbasso

Il sound caldo e multietnico del Gypsy Jazz unisce questi musicisti dalle variegate esperienze in un progetto con colori d’altri tempi, senza perdere di vista il lavoro degli artisti dei giorni nostri. L’intenzione è di riproporre un genere raffinato ma al contempo divertente.
Il continuo migrare delle comunità zingare ha fatto sì che jazz, flamenco e musica francese si fondessero in un unico scenario in cui trovano spazio remake di celebri brani, sonorità popolari e improvvisazione. Il punto di riferimento è sicuramente il “maestro” Django Reinhardt, banjoista zingaro migrato in Francia alla fine degli anni ‘20, che a causa di una menomazione alla mano destra smise di suonare il banjo per passare alla chitarra. Egli inventò uno stile unico e innovativo, ancora oggi utilizzato e rivisitato dai più grandi musicisti manouche.

Giovedì 13 Febbraio

Emanuele Sartoris & Igor Vigna

Emanuele Sartoris pianoforte
Igor Vigna tromba

I grandi classici del jazz, da Duke Ellington a Miles Davis passando per Sonny Rollins. Gli Standard jazz costituiscono il cuore del genere e la lingua comune di tutti i jazzisti, di ogni provenienza e di ogni epoca. Il materiale, profondamente assimilato, viene restituito, elaborato attraverso le emozioni personali di ogni interprete rinnovandosi e ad ogni esecuzione in un ciclo infinito di rinascita.

Emanuele Sartoris
Nel 2017 riceve l’incarico da parte del conservatorio di Torino per l’insegnamento in qualità di tutor di Pianoforte complementare Jazz affiancando il docente Nico Morelli . Si laurea con il massimo dei voti in composizione ed orchestrazione jazz il 27/10/2017 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Significativa per il 2017 la partecipazione come ospite musicale a sei puntate della trasmissione “ Nessun Dorma” condotta da Massimo Bernardini e mandata in onda in prima serata su Rai 5. Tra le collaborazioni in trasmissione si sottolineano quella con l’attore Eugenio Allegri durante il suo monologo sul celebre romanzo di Alessandro Baricco “Novecento” e l’arrangiamento ed esecuzione del brano “Speakering” di Ivano Fossati innanzi all’autore stesso.E’ stato ospite a New York agli inizi di ottobre del 2017 per la vincita di una borsa di studio venendo selezionato dalla Jullliard tra i migliori studenti del conservatorio per frequentare presso di loro una settimana di lezioni. Reduce da una tournèe a Madrid terminata il 5 novembre alla celebre sala Clamores, Il 16 novembre esce ufficialmente per la prestigiosa etichetta Dodicilune il suo disco in duo con il contrabbassista Marco Bellafiore “I suoni del male” che vanta le note di copertina del conduttore TV Massimo Bernardini ed è distribuito da IRD presso Feltrinelli e le migliori catene di vendita italiane.Nel 2018 la collaborazione con la trasmissione “Nessun Dorma” viene sottoposto a contratto con la Rai trasformando la sua partecipazione da saltuaria ad essere ospite musicale fisso, collaborando direttamente con ospiti del calibro di Enrico Rava e Tullio De Piscopo.

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria. A cura di Laura Goria

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Costanza DiQuattro “La mia casa di Montalbano”   -Baldini + Castoldi- euro   15,00

La casa è quella sulla spiaggia in cui, nella fiction, vive il commissario Salvo Montalbano, creato da Camilleri. Costanza DiQuattro è la nipote del proprietario della villa di Puntasecca e in questo delizioso libro ci racconta storia, aneddoti, abitanti e ricordi legati a quella terrazza appoggiata sul mare in cui il commissario più famoso d’Italia sorseggia caffè all’alba dopo una vigorosa nuotata. Ha il sapore nostalgico dell’infanzia dell’autrice che era solita trascorrere lì le vacanze estive con genitori e nonni. 16 anni idilliaci tra caldo, mare, pranzi amorevolmente cucinati dall’elegantissima nonna, che faceva trovare lenzuola di lino rosa con le iniziali ricamate di Costanza e di sua sorella Vichy. Momenti bellissimi trascorsi con l’affascinante nonno, “…avvocato per hobby, imprenditore per professione, sognatore nostalgico, bambino mai cresciuto”. Entusiasmanti pesche ai ricci con tanto di retino, nuotate in quel mare dal fondale sabbioso “…e limpido che diventa casa, un liquido amniotico nel quale sguazzare felici”. Un ritaglio di Eden perché, come scrive l’autrice, “In fondo al mare si spegne il rumore del mondo, si attutisce ogni dolore, si camuffa ogni pensiero”. Pagine indimenticabili in cui fanno capolino personaggi famosi, come lo scrittore Gesualdo Bufalino e l’editrice Elvira Sellerio, ospitati dai nonni. Poi c’è anche il racconto di come quella casa fu notata da chi di dovere e diventò il set della serie tv “Il commissario Montalbano”. Prendeva così vita la Vigata di Andrea Camilleri nel Golfo di Marinella: nella casa di villeggiatura di Giovannino DiQuattro “… proprio sulla spiaggia, quasi dentro al mare”. E con il successo della fiction arriverà anche il continuo pellegrinaggio dei fans alla scoperta della magica location, dove l’anziano proprietario finirà per   intrattenerli   piacevolmente.

 

Maria Dueñas “Le figlie del capitano” – Mondadori – euro 22,oo

In Spagna questo romanzo corposo si è rivelato un fenomeno editoriale; del resto, l’autrice già nel 2010 aveva fatto un bell’exploit con “La notte ha cambiato rumore” (oltre 5 milioni di copie). Questa sua ultima fatica letteraria è ambientata a New York nel 1936 ed è la storia della resilienza tutta al femminile delle giovani protagoniste, catapultate nel calderone multietnico dell’immigrazione di quegli anni. Inizia con il funerale di Emilio Arenas, spagnolo 52enne, sbarcato in America all’ inizio del 1929, pochi mesi prima del crollo della Borsa e della Grande Depressione. Tempismo pessimo per l’apertura del suo piccolo ristorante “El Capitán” sulla14° strada, nel cuore del quartiere spagnolo. Emilio rimane vittima di un infortunio che gli spezza vita e speranze. A piangerlo sono la moglie analfabeta Remedios –donna timorosa di tutto e chiusa ai cambiamenti- e le tre figlie Victoria, Mona e Luz. Dapprima tentano di continuare il lavoro paterno, ma si scontrano con le difficoltà del Nuovo Mondo. Il romanzo è la storia della loro complicata integrazione nella città caotica, dove arrancano con inesperienza e ingenuità. Tentano di rimettere in piedi la trattoria paterna che ribattezzano “Le figlie del Capitano”, e passano attraverso varie avventure e disavventure che le aiuteranno a maturare e fortificarsi. Poi c’è un nutrito corollario di personaggi che intersecano la strada della tre fanciulle: da un’eccentrica suora a un perfido avvocato, passando per personaggi realmente esistiti come l’erede al trono spagnolo Alfonso di Borbone (esiliato negli States per sfuggire alla guerra civile e al pugno duro del Regime Franchista). Sullo sfondo e grande protagonista è la minuziosa ricostruzione storica dello sviluppo veloce e multietnico della New York di quegli anni, con un occhio particolare al quartiere della Little Spain e alla sua metamorfosi.

 

John Galsworthy “Il patrizio” – Elliot-   euro 15,00

Tra le infinite e decisamente troppe uscite editoriali, ben venga la riscoperta di grandi autori classici. E’ il caso dello scrittore e drammaturgo britannico John Galsworthy (1867- 1933), autore della famosa”Saga dei Forsyte” e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1932. Elliot riedita “Il patrizio” pubblicato per la prima volta nel 1911. E’ una storia di grandi ambizioni, politica, amori che si mettono di mezzo, convenzioni difficili da aggirare: tutto sullo sfondo di spettacolari tenute di campagna e blasonati palazzi londinesi in cui si fa politica. Protagonista è Lord Eustace Miltoun, rampollo primogenito di una famiglia nobile. Ha 30 anni ed ha viaggiato in lungo e in largo, è coltissimo (legge dalla poesia alla storia, dalla filosofia alle scienze sociali e alla religione), costruisce la sua ambiziosa   carriera politica all’ombra del padre e mira ad essere il candidato ideale al ruolo di Primo Ministro. Ma sulla sua strada incappa nella passione amorosa per l’affascinante Audrey Noel; peccato che non sia esattamente la compagna ideale per un uomo destinato a grandi cose in una società in cui l’etichetta è tutto. Si dice che sia divorziata, ma pare invece che sia ancora legata al marito, un uomo di Chiesa che si rifiuta di lasciarla libera. Per Eustace s’innesca la titanica lotta tra ragione e sentimento. E Galsworthy con la sua penna vi guida nei pensieri e nelle azioni del protagonista, caduto nelle spire del conflitto atavico tra la brama, da un lato, di potere e lustro e dall’altro, il sacrosanto diritto e desiderio di amare la donna che gli ha preso il cuore.

 

Georgina dona il compenso di Sanremo ai bimbi del Regina Margherita

Georgina Rodriguez, fidanzata di Cristiano Ronaldo, donerà all’ospedale Regina Margherita il compenso della sua partecipazione al Festival di Sanremo 

La notizia fresca è che Georgina Rodriguez, la fidanzata di CR7, ha donato il suo compenso all’ospedale Regina Margherita. Prima di parlare del compenso però cerchiamo di capire meglio chi è Georgina Rodriguez.

Ma chi è Georgina Rodriguez?

E’ la fidanzata di Cristiano Ronaldo, ma a parte questo non si sa molto di lei. 26 anni e argentina, nata da padre argentino e madre spagnola. Cresciuta in Spagna, ha frequentato le scuole lavorando come cameriera. E proprio per questo ha deciso di fare un’esperienza all’estero a Bristol, in Inghilterra, come ragazza alla pari.

Una volta rientrata in Spagna, ha lavorato nel settore della moda: prima nel negozio di Gucci e poi in quello di Prada all’interno del El Corte Inglés di Madrid. Ma l’incontro che le ha cambiato la vita è avvenuto nel 2016, durante un evento organizzato da Dolce & Gabbana. Ecco i particolari del loro primo incontro.

 

Carlo Mollino, un libro sull’archistar torinese

 Al Forte di Bard, si presenta il nuovo volume di Luciano Bolzoni 

Domenica 9 febbraio, ore 15,30

Bard (Aosta)

Quarantacinque anni di attività. Intensa e funambolica. Di studio. Di progettazione e costruzione. Estrosa e geniale, ma sempre scientificamente controllata.

Fra le sue ultime “creature” torinesi, solo per citarne alcune, il Palazzo della Camera di Commercio e il nuovo Teatro Regio, ricostruito dopo l’incendio del ’36 e inaugurato nel 1973. Carlo Mollino (Torino, 1905 – 1973) fu indubbiamente una figura di primo piano nell’ambito dell’architettura internazionale del Novecento. Ma non solo. Mollino, infatti, fu anche designer e arredatore, fotografo e scenografo e perfino uomo di grandi passioni sportive, sciatore professionista (ottenne anche l’incarico di direttore della “Coscuma”, la Commissione delle scuole e dei maestri di sci), corridore automobilista e aviatore acrobatico, oltreché influente docente universitario al Politecnico di Torino e scrittore di razza. A lui è dedicato il nuovo libro “Carlo Mollino architetto”, scritto per “Silvana Editoriale” da Luciano Bolzoni, architetto e direttore culturale di “Alpes”. Il volume verrà presentato domenica prossima 9 febbraio, alle ore 15,30, in Vallée, nella Sala Archi Candidi del Forte di Bard, alla presenza dell’autore e del fotografo e artista Armin Linke, nell’ambito della rassegna culturale “Forte di Bard_incontri”, con il patrocinio e il supporto dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Valle d’Aosta. Un omaggio, questo vuole essere il libro “al genio creativo e irrequieto di Mollino, archistar nota all’estero – sottolinea Bolzoni – ma ancora poco compresa in Italia”. L’intento è quello di indagare “due storie, coincidenti e trasversali: quella dell’uomo dai molteplici interessi e passioni e quella dell’architetto che, navigando nel passato, si proietta nel domani”.

g. m.

“Carlo Mollino architetto”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II 85, Bard (Aosta); tel. 0125/833818 o www.fortedibard.it

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria a: prenotazioni@fortedibard.it

 

Pansa l’anticonformista. Era lui il gigante del giornalismo

Martedì 11 febbraio alle ore 17,30, a Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria 12), il Centro “Pannunzio” organizza un RICORDO DI GIAMPAOLO PANSA, recentemente scomparso. Ricorderanno il giornalista che scrisse su “La Stampa”, “Il Giorno”, “Il Corriere della Sera”, “La Repubblica”,” L’Espresso”, “Panorama” e l’autore coraggioso di numerosi libri di grande successo sulla storia italiana,  Marco Castelnuovo, Gianni Oliva, Pier Franco Quaglieni. A Pansa fu conferito nel 2006 il Premio “Pannunzio”. Coordina Elisabetta Cocito.
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di Pier Franco Quaglieni
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Giampaolo Pansa e’ stato uno dei più grandi giornalisti contemporanei. Simili a lui io ricordo solo Indro  Montanelli e Oriana Fallaci anche perché Pansa, oltre ad essere un giornalista che sapeva scrivere come pochissimi altri, ebbe sempre un’indipendenza di giudizio che gli fa molto onore e che risulta essere un’eccezione nel giornalismo d’oggi

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A scoprire, prima di tutti, in lui l’inviato speciale  di razza fu Giulio Debenedetti, il grande direttore, irascibile ed intrattabile, de “La Stampa” che regnò incontrastato per vent’anni e non esitò a bistrattare Enzo Bettiza e a cestinare con crudeltà  articoli scritti  anche da firme  importanti.
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Dopo esperienze alla “Stampa “ di Ronchey (che mi parlò sempre con entusiasmo di Pansa) al  “ Giorno” e al “Corriere” di Ottone (una brutta  parentesi  per il giornale di via Solferino)  Pansa rispose all’appello di Scalfari e fu da subito una firma di punta  di “ Repubblica”. Ma non appartenne mai al club radical- chic di quel giornale perché veniva da un mondo totalmente estraneo ad esso.
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Pansa era un piemontese di Casale Monferrato, figlio di gente modesta, laureatosi a Torino in storia con Sandro Galante Garrone che mi parlò spesso dell’ex allievo e che non avrebbe approvato alcuni libri di Pansa. Il gruppo di quelli che “La sera andavano  in via Veneto “non annoverò mai Pansa, come non ebbe mai trai suoi frequentatori Giorgio  Bocca. Ma anche  Bocca, nel suo faziosissimo giellismo, ebbe molto poco da spartire con Pansa che, ad un certo punto, si rese conto – dimostrando un’assoluta onestà intellettuale -come certi rituali di una sinistra obsoleta, fatti di intolleranza e di bigottismo ideologico, non erano più proponibili. E capì anche che una  certa vulgata antifascista  che ignorava il dramma della guerra civile che insanguinò l’Italia dal 1943 al 1945, non era più sostenibile perché il fluire degli anni imponeva  ragionamenti storici e non esaltazioni acritiche ed edulcorate.
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Il presidente Napolitano parlò di eccessi durante la Resistenza che andavano denunciati. Quello che accadde nel “ Triangolo della morte “ e non solo,  non poteva più essere nascosto e Napolitano e persino lo stesso Fassino ebbero il coraggio di trarne  alcune conseguenze. Pansa con “Il sangue dei vinti”  diede voce ai fascisti e ai non comunisti ammazzati in modo truculento   prima e dopo il 25 aprile’45 , quando invece  si sarebbero dovute deporre le armi. Claudio Pavone aveva parlato di guerra civile e Pansa ha dimostrato che quella guerra civile era continuata in modo terribile anche dopo. Già Mario Pannunzio aveva denunciato nel suo “Risorgimento liberale”, subito dopo la fine della guerra, i delitti orrendi commessi dai comunisti. Gli bruciarono la redazione del suo giornale “Risorgimento liberale” , un giornale che era nato nella clandestinità durante la Resistenza.
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Forse Pansa non seppe contestualizzare quei fatti, spiegandoli – senza giustificarli, come vorrebbero alcuni faziosi – anche con i misfatti di fascisti e nazisti commessi durante la RSI. Il sangue chiama sempre sangue e quella legge terribile valse anche per quel periodo della storia italiana. Ma Pansa non ebbe mai l’ ambizione di essere  uno storico,  si considerò solo un giornalista, limitandosi a raccontare dei fatti che non vennero mai smentiti. In sintesi, Pansa ha raccolto materiali per la storia che fino ad allora erano rimasti nascosti. Per questo suo lavoro venne fatto oggetto di una campagna di odio senza eguali in cui si distinse anche Giorgio Bocca.
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Tentarono di impedirgli di parlare con la violenza, ma  i milioni di libri venduti  fecero giustizia dei facinorosi che, invece di confutare le sue tesi, tentarono di impedirgli di presentare i suoi libri. Pansa ha avuto dei grandi meriti ed ha consentito agli Italiani di conoscere una parte della loro storia rimasta occultata per decine anni. Questo è  un dato incontrovertibile. Poi forse esagerò, scrivendo anche su giornali che erano inadeguati  allo stile di Pansa e  io cessai di seguirlo. Ma il nostro dialogo iniziato una sera al “Cambio”  quando uscì  “Il sangue dei vinti”, non subì interruzioni attraverso la lettura dei suoi libri. Pansa e Bocca ebbero ambedue il Premio “Pannunzio” ma non ho  dubbi sul fatto che il gigante del giornalismo italiano sia stato lui e non Bocca.
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Il coraggio dell’incoerenza è infatti molto  spesso una grande, rarissima virtù civile. Ieri ho avuto una lunga e toccante conversazione telefonica  con Adele Grisenti , la moglie di Pansa che condivise con lui trent’anni di vita. Mi ha raccontato la generosità umana di Pansa che non  ebbe mai  rancore verso i suoi nemici . Era un uomo superiore che sapeva appassionarsi alla verità, di cui fu un testimone straordinario . Ricordarlo a Torino l’11 febbraio in anteprima nazionale e’ un motivo di grande orgoglio. Solo il Centro “Pannunzio “ poteva promuovere  un incontro del genere: una sfida a tutti i conformisti  che ripetono, come paradossali  litanie laiche,  le solite, logore  vulgate, senza capire l’importanza della ricerca storica che deve sempre prevalere sulla propaganda politica.
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Mentre Stella e il suo collega  hanno delegittimato la politica con la scusa di denunciare la casta , facendo oggettivamente il gioco dei grillini, Pansa ha sempre avuto una concezione alta della politica che criticava con asprezza ed ironia nel suo “Bestiario”, una concezione che gli veniva anche dall’essere stato allievo di Sandro Galante Garrone , il “mite giacobino”,  non sempre mite, che  si ispirava anche a Salvemini,  a Calamandrei, a Rosselli, al liberale Ruffini  Pansa, pur nella sua coraggiosa incoerenza, era rimasto il giovane allievo di Sandro.

Il Carnevale Storico di Aliano arriva al Mercato Centrale Torino

Il 15 febbraio una giornata dedicata a tradizioni, musiche e colori della Basilicata nei luoghi di Carlo Levi.

Sabato 15 febbraio dalle 18:00 al Mercato Centrale Torino prenderà il via una grande festa in occasione del Carnevale. Da sempre il Mercato promuove la cultura in tutte le sue forme e quella di sabato sarà un’opportunità, per il pubblico torinese, di conoscere da vicino il Carnevale Storico di Aliano, che farà tappa anche al Mercato Centrale Torino sabato 15 febbraio.

Il carnevale alianese quest’anno ha preso vita il 16 gennaio e proseguirà fino al 1° marzo, facendo tappa anche in altre città d’Italia: il 15 febbraio sarà anche al Mercato Centrale Torino.

L’evento al Mercato Centrale Torino

A partire dalle 18:00 all’esterno, in piazza della Repubblica, partiranno le animazioni con le musiche del gruppo folk dell’Associazione Emanuele Gianturco di Settimo Torinese, degli U Cirnicchiu e quelle degli Amarimai, che apriranno la pista alla sfilata dello storico Carnevale di Aliano, conosciuto per le sue maschere arcaiche cornute, collegate alla mitologia greca, e per il gruppo di pacchiane. Carnevale Storico di Aliano

Le maschere ricreano creature demoniache il cui carattere minaccioso viene smorzato da cappelli colorati e il loro abbigliamento goffo ispirato alla tradizione contadina e pastorale, alla quale si rifà anche la gestualità degli interpreti. Dalle 19:00 la festa si sposterà all’interno del Mercato e la sfilata delle maschere proseguirà nel plateatico delle antiche ghiacciaie, precedendo il discorso istituzionale di Umberto Montano, presidente del Mercato Centrale, e di Luigi De Lorenzo, sindaco di Aliano. Per chiudere in bellezza, il gruppo U Cirnicchiu continuerà a intrattenere il pubblico con musiche tradizionali, di stampo folkloristico.

 

Il Carnevale Storico di Aliano

Aliano è una piccola cittadina della Basilicata, il paese dei calanchi: un piccolo borgo che conta 930 abitanti, avvolto in un paesaggio che sembra quasi lunare. È conosciuto in particolare per essere stato il luogo in cui lo scrittore Carlo Levi trascorse buona parte del suo periodo di confino, al quale fu condannato per via della sua attività antifascista (1934-36), e dove successivamente scelse di farsi seppellire. La figura dello scrittore è il fil rouge che collega la Basilicata a Torino, sua città natale, e Firenze, unendo idealmente i due Mercati ad Aliano. 

Carnevale Storico di Aliano

Carlo Levi scrisse del paesino (che chiamava Gagliano, imitando la pronuncia locale) molto tempo dopo la fine del suo confino. L’autore torinese in Basilicata si scontrò con una realtà completamente diversa rispetto a quella a cui era abituato. La sua esperienza divenne un’occasione di riflessione sulla questione meridionale e la totale assenza dello Stato nel Mezzogiorno. Ogni anno, in occasione del Carnevale, gli abitanti di Aliano si travestono e indossano le tradizionali maschere cornute che animano la festività e che nel novembre 2018 hanno portato al riconoscimento del Carnevale di Aliano tra i carnevali storici italiani, con decreto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Anche la storia stessa del Carnevale di Aliano si intreccia con quella dello scrittore Carlo Levi, che così descrisse le maschere nella sua opera più celebre, Cristo si è fermato ad Eboli: “Venivano a grandi salti e urlavano come animali inferociti, esaltandosi delle loro stesse grida. Erano le maschere contadine”.

U Cirnicchiu e il Carnevale Storico di Aliano

Il gruppo nasce con l’intento di recuperare e valorizzare l’antico patrimonio cultura e musicale lucano, sopravvissuto perché tramandato per secoli oralmente. Il lavoro di ricerca avviato nel 1966 ha portato alla rielaborazione di canti, musiche e danze.

Gli Amarimai

Il gruppo è nato a Viggiano (PZ) nel 2006, si compone di circa 13 elementi, tutti uniti dalla passione per la musica e la voglia di valorizzare, salvaguardare e diffondere le tradizioni popolari musicali della Basilicata. Tra le tradizioni etno-musicali recuperate, spiccano il recupero del suono pastorale della zampogna lucana e dell’arpa popolare viggianese.

Associazione Lucana Emanuele Gianturco di Settimo Torinese

L’Associazione nasce con lo scopo di riunire i lucani salvaguardare la cultura e le tradizioni della Lucania e di divulgare i valori civili, culturali, artistici del territorio.

 

INFO
Mercato Centrale Torino
Piazza della Repubblica 25
10125 Torino
T +39 011 0898040
info.torino@mercatocentrale.it
Aperto tutti i giorni dalle 8 a mezzanotte

Le atmosfere piemontesi di Augusto Cantamessa

Nell’ambito delle celebrazioni per il 50° anniversario dell’istituzione della Regione Piemonte, il Consiglio regionale del Piemonte con l’associazione culturale In Arte, in collaborazione con l’Archivio Augusto Cantamessa, presenta la mostra fotografica “Augusto Cantamessa. Atmosfere piemontesi”.

All’inaugurazione, giovedì 6 febbraio alle ore 17.30, partecipano il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia, Cinzia Tesio storica dell’arte, Bruna Genovesio e Patrik Losano curatori dell’Archivio Augusto Cantamessa. 

La mostra presenta trentadue immagini – esclusivamente in bianco e nero – realizzate dal fotografo piemontese Augusto Cantamessa (Torino 1927 – Bibiana 2018) tratte dall’immenso patrimonio fotografico dell’autore, che comprende diversi inediti. Le immagini ripercorrono la storia di oltre mezzo secolo della nostra regione, scoprendo luoghi e paesaggi che diventano istantanee di vita del Piemonte.

La selezione delle opere esposte rimanda ad alcune delle tematiche cardine della ricerca fotografica di Augusto Cantamessa: terra, paesaggi, ritratti. La mostra restituisce immagini colme della bellezza del territorio che nel tempo muta e si trasforma insieme ai suoi abitanti. Tanti sguardi su innumerevoli paesaggi, sulle campagne e sui paesi della provincia e anche su Torino con le sue prestigiose piazze, i suoi quartieri caratteristici, le luci dei Luna park, i giochi dei bambini sulla neve e le zone periferiche avvolte dalla nebbia.

Gli scatti di Cantamessa raccontano un universo di vita vissuta in Piemonte, dagli anni Cinquanta ad oggi, da cui si percepisce una forte appartenenza ai luoghi, attraverso la rappresentazione del paesaggio, di intensi ritratti di contadini, donne e bambini, di operai alle prese con l’edilizia popolare ma anche di persone che passeggiano per le strade della città.

La mostra “Augusto Cantamessa. Atmosfere piemontesi” rimarrà aperta al pubblico fino al 6 marzo, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17. Ingresso gratuito.

 

www.cr.piemonte.it

Pansa e la “Battaglia di Roma” nell’agenda del Pannunzio

Due appuntamenti culturali in programma nei prossimi giorni

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Venerdì 7 febbraio alle ore 15,30 nella Sala Cinema del Museo Nazionale del Risorgimento (piazza Carlo Alberto 8), il Centro “Pannunzio” invita alla proiezione del film di Luigi Cozzi “LA BATTAGLIA DI ROMA 1849”, ispirato al libro di Giovanni Adduci “Un Garibaldino a casa Giacometti”, premiato dal Centro “Pannunzio”. Interverranno Umberto Levra, Presidente del Museo Nazionale del Risorgimento e lo storico Pier Franco Quaglieni. L’iniziativa è promossa in occasione dei 170 anni dagli avvenimenti narrati nel libro e nel film.Prenotare a info@centropannunzio.it
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Martedì 11 febbraio alle ore 17,30, a Palazzo Cisterna (via Maria Vittoria 12), il Centro “Pannunzio” organizza un RICORDO DI GIAMPAOLO PANSA, recentemente scomparso. Ricorderanno il giornalista che scrisse su “La Stampa”, “Il Giorno”, “Il Corriere della Sera”, “La Repubblica”,” L’Espresso”, “Panorama” e l’autore coraggioso di numerosi libri di grande successo sulla storia italiana,  Marco Castelnuovo, Gianni Oliva, Pier Franco Quaglieni. A Pansa fu conferito nel 2006 il Premio “Pannunzio”.Coordina Elisabetta Cocito .