CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 528

Ultimi giorni per De Chirico

Chiude domenica 25 agosto la mostra GIORGIO DE CHIRICO. Ritorno al futuro, che presenta al pubblico un dialogo tra la pittura neometafisica di Giorgio de Chirico e le generazioni di artisti che si sono ispirati alla sua opera, riconoscendolo come il maestro che ha anticipato la loro nuova visione.

Chi non ha ancora visitato l’esposizione può farlo nell’ultimo fine settimana di apertura, e approfittare della visita guidata di domenica 25 agosto alle ore 16.00 “DA GIORGIO DE CHIRICO ALLE NUOVE GENERAZIONI DI ARTISTI” (Costo visita guidata: € 6 con radioguida + biglietto secondo regolamento mostra – Info e prenotazioni: TicketOne 011 0881178)

La mostra a cura di Lorenzo Canova e Riccardo Passoni è organizzata e promossa da Fondazione Torino MuseiGAM Torino e Associazione MetaMorfosi, in collaborazione con la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e presenta circa 100 opere provenienti da importanti museienti, fondazioni e collezioni private.

Con una pittura di grande intensità e felicità cromatica, il de Chirico neometafisico sembra rispondere agli omaggi degli artisti più giovani creando un dialogo a distanza di grande intensità e vitalità.

La mostra evidenzia questo rapporto intenso e profondo, mettendo in relazione le opere neometafisiche di de Chirico con le nuove tendenze dell’arte italiana e internazionale.

 

Oltre al prestito delle opere neometafisiche della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, la mostra presenta opere di Valerio Adami, Franco Angeli, Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Gino Marotta, Ugo Nespolo, Ezio Gribaudo, Concetto Pozzati, Mimmo Rotella, Mario Schifano, Emilio Tadini, Fabrizio Clerici, Renato Guttuso, Ruggero Savinio, Henry Moore, Philip Guston, Bernd e Hilla Becher, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Fabio Mauri, Claudio Parmiggiani, Luca Patella, Vettor Pisani, Giuseppe Uncini, Gianfranco Gorgoni, Mimmo Paladino, Alessandro Mendini, Salvo, Gino De Dominicis, Luigi Ontani, Juan Muñoz, Vanessa Beecroft, Francesco Vezzoli, Maurice Owen e Russell Richards, Claudio Abate, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Franco Fontana, Fausto Melotti, Tano Festa, e un disegno originale di Michelangelo proveniente da Casa Buonarroti.

Il Portone del Diavolo di Palazzo Trucchi di Levaldigi

Misteri Piemontesi….

 

La più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste.
(Charles Pierre Baudelaire)

 

Il portone di questo palazzo, riccamente adornato da fiori, animali, frutta e simbologie varie, si trova a Torino in via XX settembre al numero 40, è stato commissionato da Giovanni Battista Trucchi di Levaldigi e realizzato a Parigi nel 1675. Il suo dettaglio più inquietante è sicuramente il battente in bronzo al centro, che raffigura il diavolo con la bocca spalancata, mentre scruta chiunque bussi alla porta, e all’interno due serpenti uniti.

Un luogo colmo di energia negativa e tante leggende, si racconta che la porta del diavolo sia apparsa dal nulla in una sola notte e che quella stessa notte uno stregone invocò le forze oscure. Satana infastidito dalla chiamata lo rinchiuse all’interno del portone imprigionandolo per l’eternità.

Si vociferava anche che nel 1600 al piano terreno del palazzo, fosse nata la prima sede della fabbrica dei tarocchi e questa fu un’altra conferma che il portone del diavolo fosse legato alla magia nera. Inoltre il suo numero civico a quei tempi era il 15 e nei tarocchi quel numero corrisponde alla carta che rappresenta il diavolo.

L’Arcano numero XV, il Diavolo, rappresenta una tetra parodia della carta degli Amanti. La scelta era la chiave di quella carta, ma siccome la scelta non è stata quella giusta, allora le due figure sono incatenate. Nonostante questo i semidiavoli non sono affatto infelici, anzi, sembrano sereni, riposati, un lieve accenno di sorriso sul volto. L’incatenamento dei semidiavoli ci proietta in un mondo rivolto a pratiche sessuali, ad una dipendenza materiale dal sesso, alla vita vissuta nella trasgressione. Il diavolo ritratto nella carta è assimilato a Baphomet, personaggio che era usato dai Cavalieri Templari durante le cerimonie di iniziazione, e uno dei motivi per cui l’inquisizione sciolse l’ordine per eresia ed idolatria. Per i Templari era il divinatore del sacro Gral, che nei tarocchi è rappresentato dall’asso di coppe.

Una leggenda legate al portone del diavolo

Una leggenda narra che durante una festa in maschera, nel 1790, tenuta nel palazzo che in quel periodo apparteneva a Marianna Carolina di Savoia, una ballerina cadde a terra, pugnalata a morte, durante la sua esibizione. L’arma del delitto non fu mai ritrovata come neppure il suo assassino.

Quella stessa notte una violenta tempesta si abbatté sulla città di Torino, fulmini e tuoni erano così forti da spaccare i vetri delle finestre e un vento gelido si diffuse all’interno del palazzo. Tutte le luci in un sol colpo si spensero terrorizzando gli ospiti e facendoli fuggire lontano.

Il giorno dopo si raccontava che apparse un quadro che raffigurava la ballerina che volteggiava sulle fiamme dell’inferno. Non molto tempo dopo, si dice anche che il fantasma della danzatrice uccisa, si aggirasse tra le stanze del palazzo.

 

Il demone è bugiardo. Mentirà per confonderci e alle menzogne mescolerà anche la verità per aggredirci.
(Dal film L’esorcista)

 

 

Maurizio Platone

Ulteriori approfondimenti nel mio blog: www.astrologiadiplatone.com

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Al via Todays Festival

23-24-25 AGOSTO 2019

Inizia questo fine settimana la quinta edizione di TODAYS FESTIVAL a Torino da Venerdì 23 a Domenica 25 Agosto, ed è già un successo!

A meno di una settimana dal festival sono completamente SOLD OUT in prevendita sia tutti gli ABBONAMENTI interi disponibili per i 3 giorni, sia tutti gli ABBONAMENTI GIORNALIERI di Sabato 24 Agosto.

Ma non rischiate di perdete l’occasione di partecipare a TODAYS 2019!
Le prevendite online sono concluse, ma sono ancora attive le prevendite fisiche presso tutti i punti vendita autorizzati della vostra città e sarà possibile acquistare i biglietti singoli e giornalieri anche durante i giorni del festival sia presso la biglietteria a sPAZIO211 (apertura ogni giorno dalle ore 16.30 in poi) che presso la biglietteria a INCET (apertura ogni giorno dalle ore 22.00 in poi).

La memoria della Resistenza nella musica della Band del Pian Cavallone 

“Sono sempre con noi ” è il nuovo album della Band del Pian Cavallone che raccoglie storie di donne e uomini resistenti tra il lago Maggiore, la Valgrande e l’Ossola.

In undici brani prendono corpo, tra le parole – spesso in dialetto, sfruttando pienamente l’espressività comunicativa che lo caratterizza – e la musica, i ritratti di donne e uomini che combatterono per la libertà e di luoghi e vicende legate a quei venti mesi che cambiarono l’Italia.La Band del Pian Cavallone, composta da Renato Pompilio (chitarra), Marco Modica (violino), Fabio De March (basso), Luca Maglio (percussioni) e Flavio Maglio (voce), propone un progetto di narrazione musicale che affianca l’esperienza dedicata alla memoria storica con la passione per la musica. Il nome stesso della band rappresenta un omaggio ad una delle prime formazioni partigiane che operò sulle montagne del Verbano.Con uno stile musicale e un linguaggio moderno la Band fa rivivere emotivamente le vicende di Nino Maglio,partigiano in Valgrande, di Emilio Cantalupi (Balilla), degli inseparabili Gianni Majerna e Arialdo Catenazzi, del giovanissimo Beniamino Cobianchi, trucidato a soli 15 anni, di Augusta Pavesi e Antonio Mozzanino (Fulmine), anch’essi uccisi dai fascisti. Nei testi si parla di Renato Colombo, deportato a Dora Mittelbau, nelle gallerie infernali dove venivano costruire le V2, di Armando Calzavara, il comandante “Arca”, del tragico rastrellamento del giugno ’44 in Valgrande e della battaglia di Intra nell’aprile del ’45. E le donne – Gisella Floreanini, Maria Peron,Teresa Binda – con le loro storie di coraggio e d’altruismo.Flavio Maglio, frontman e ideatore del gruppo, nel raccontare il lavoro discografico sostenuto dall’Anpi (l’Associazione Nazionale dei Partigiani) di Verbania, ricorda come nel disco ci sia “ un po’ tutto quello che mi lega alla nostra memoria. In parte proveniente dalla mia famiglia, con tre zii partigiani uno dei quali martire a Pogallo, e con mio suocero internato a Buchenwald. Un lavoro di ricerca legato a questi anni di militanza nell’Anpi, dove ho potuto vivere a contatto con molti partigiani e raccoglierne le dirette testimonianze”.La maggior parte dei brani richiamano le loro storie. Ogni canzone è una o più persone, uomini e donne che hanno combattuto sui monti, nei paesi, sostenuti dalla stragrande maggioranza della popolazione civile.“Il ricordo di loro rivive nelle canzoni e si fa memoria. In questi tempi smemorati, è necessario che queste testimonianze non si disperdano”aggiunge Maglio,“rammentando a tutti coloro che seppero scegliersi la parte, riconquistando la libertà e riscattando la dignità del nostro Paese “.

Marco Travaglini

Fontana dei mesi: Agosto e Settembre allo specchio

PROVARE PER CREDERE

Tendenzialmente in pieno agosto siamo lontani da tutto, siamo oltre la metà dell’anno e ora se proviamo a pensare all’inverno scorso, pare di ricordarlo a grandi linee. Lo stesso si può dire se proviamo a pensare al prossimo inverno, infatti tutto sommato riusciremo solo vagamente a immaginare cosa ci aspetta. L’estate è stata fin ad ora abbastanza prepotente da averci fatto dimenticare o meglio abbandonare là dove sono accaduti nel tempo e nello spazio gli eventi che abbiamo detestato con un sano bo’ pazienza, ed è stata così determinata da farci guardare avanti. Le conquiste, i goal che abbiamo fatto sono quel po’ d’aria che prendiamo a pieni polmoni, come un atleta dei quattrocento metri piani, quando ha svoltato la curva dei duecento. Ad agosto ci rendiamo conto di qualcosa: del tempo che è passato, di quello che passerà. Ma l’estate specialmente quest’anno è stata così violenta da disorientare e oltretutto come al solito è tanto antipatica da minacciare di finire da un momento all’altro. Potrebbe improvvisamente arrivare settembre, anche prima che agosto finisca; certi anni – chi ha buona memoria e una lunga vita da raccontare- confermerà di certo. Dunque non possiamo fare altro che godere degli ultimi giorni di agosto come se ognuno di essi fosse l’ultimo, come se il calendario non esistesse e nemmeno importasse a nessuno. Non importa più nemmeno al cartellino da timbrare, ad agosto specie oltre la prima metà; chi ha fatto le ferie è pronto per affrontare settembre chi non le ha fatte è sul punto di prenderle, mentre gli altri, quelli che “fanno la stagione”, si godono gli ultimi giorni di pazzo lavoro e poi si vedrà, Tanto siamo all’ultimo.

Agosto e settembre sono una coppia che difficilmente prendiamo in considerazione insieme, si preferisce parlare di agosto insieme a luglio perché luglio è più spensierato è meno solenne, è gioventù senza pensieri. Ma ora che agosto è insieme a settembre uno pensa a un momento che finisce, è come tirare la tenda è fare luce soffusa in una stanza. Tra poco è settembre e allora i ragazzi ricominciano il semestre, i bambini ritornano a scuola, un altro anno che passa in fretta. Quando agosto è insieme a settembre e le luci sono basse a quel punto uno cerca un posto dove mettano la musica giusta per immergersi nello swing; quando agosto è insieme a settembre uno è dell’umore per ballare e guardare la scena, sentire il battito del tamburello, osservare attentamente la nuova ruga che è spuntata nel contorno degli occhi e quella in mezzo alla fronte che si vede meglio nello specchio di casa, non in quello fumoso del locale notturno che stasera era sulla strada di casa. Così tra agosto e settembre siamo in quel particolare stato d’animo che in arte chiamano Naturalismo, abbiamo cioè la tendenza a rappresentare sia il nostro passato che il nostro futuro esattamente come sono, cioè inesistenti se non a grandi linee. Da una parte parliamo a buona memoria e dall’altra avanziamo a migliori progetti e sicuramente, ad un tavolo da gioco qualsiasi, questa volta rovesceremo di nuovo il borsellino, svuotandolo del tutto, pronti a scommettere di nuovo ogni cosa, anche se quelle monete che escono ora sembrano di un metallo diverso, rotolano sul tavolo con un fascino che non avevano, quello che un altro anno in un modo o nell’altro inesorabilmente segna sul nostro calendario personale, il calendario con la scritta “la persona che vogliamo essere da grandi”.

Allora se fate un giro al parco del Valentino a Torino, le due statue che cercate sono sul versante nord della splendida fontana realizzata a fine Ottocento in occasione dell’Esposizione nazionale. Sapete che da qualche parte, nei pressi, Galileo Ferraris nel 1884 realizzò la prima esperienza al mondo di trasmissione di corrente elettrica alternata? E che fu un successo? Perché fu un successo? Perché in quel periodo, alla fine del XIX secolo, in Europa e negli Stati Uniti avvenne una grande disputa tra il sostenitore della corrente continua, Thomas Edison, e i sostenitori della corrente alternata, come ad esempio Nikola Tesla, George Westinghouse e naturalmente Galileo Ferraris, scienziato e ingegnere italiano nato nel 1847, scopritore del campo magnetico roteante, ideatore del motore elettrico in corrente alternata. Quella disputa fu poi definita guerra delle correnti. Infine, non amo le raccomandazioni, ma vi prego, mi raccomando, raccontate ai bambini che i nonni iniziavano la scuola il primo d’ottobre, vale la pena, per ricordare la faccia che fanno dopo averlo saputo. Buon fine estate a tutti; di cuore.

Elettra-ellie-Nicodemi

Il 25 agosto a Vinchio (At) sulle colline partigiane di Lajolo

S’intitola “Colline partigiane” l’itinerario letterario sulle tracce di Davide Lajolo che si terrà nel pomeriggio di Domenica 25 agosto a Vinchio (At), nella zona del Bricco di San Michele. L’evento è organizzato   dall’Associazione culturale Davide Lajolo, dal comune di Vinchio e dall’Istituto storico della Resistenza di Asti con la Casa Memoria di Vinchio, il CPIA e l’Anpi di Asti.

La manifestazione è patrocinata dal Comitato per i valori della Resistenza e la difesa della Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte.

Davide Lajolo, “Ulisse”, comandante del raggruppamento comprendente l’8a e la 9a Divisione Garibaldi del Basso Monferrato, è stato uno tra i principali protagonisti della lotta partigiana in Piemonte. Dopo la guerra svolse un’intensa attività come scrittore e giornalista oltre ad essere eletto deputato per tre legislature, dal 1958 al 1972.

Il programma della giornata prevede il ritrovo alle ore 15.30 a Vinchio, presso il monumento al Partigiano in Piazza S. Marco dove si terrà il saluto del Sindaco Chiara Zogo. Verranno poi visitati il Museo di Davide Lajolo “Vinchio è il mio nido” e la Casa della Deportazione. Alle 16, 30 partirà la passeggiata tra storia, memoria e canti verso Noche da via S. Michele. Lungo il percorso si potrà visitare la Mostra Casotti e dei piloni votivia cura dei Sabati creativi e in località S. Giorgio ci saranno le letture e i canti a cura dei corsisti del CPIA di Asti “La tana” di Davide Lajolo e “Leggenda della nascita di Aleramo”. La manifestazione terminerà alle 18,30 al Bricco di S. Michele con le letture dei racconti di Davide Lajolo “Sul bricco dei 50 anni” e “Severo e Rosaria” con Giulio Ghignone , Gabriele Lajolo e i corsisti del CPIA di Asti.

Marco Travaglini

A Pianezza la regina del Blues

IL 29 SETTEMBRE DI SCENA GINGER BREW E FILARMONICA JAZZ BAND

La regina internazionale del blues con la formazione allargata diretta dal Maestro Sergio Chiricosta, sulle orme di Michael Bublè.

Una domenica a tinte jazz e dai colori blues attende gli amanti di questi energici e appassionati generi musicali.

Il prossimo 29 Settembre, infatti, alle ore 21.30 sul Sagrato del Santuario di San Pancrazio a Pianezza in Via San Gabriele 3 andrà in scena un evento unico nel suo genere, a chiudere l’estate musicale piemontese (ingresso a 15 euro, per informazioni e prenotazioni: info@filarmonicajazzaband.it).

Un sodalizio fortunato e riuscito, quello con la Filarmonica Jazz Band pianezzese – esordisce il noto imprenditore e benefattore piemontese Cristiano Bilucaglia, partnerdell’iniziativa culturale – inaugurato nel settembre 2018 con l’acclamato concerto di Flavio Boltro, trombettista di fama internazionale. E che quest’anno si rinnova, il prossimo 29 settembre, con l’atteso show della Filarmonica Jazz Band diretta dal Maestro Sergio Chiricosta con un’ospite d’eccezione: Ginger Brew, regina del blues con un pedigree artistico di tutto rispetto che annovera in curriculum collaborazioni di primo piano con stelle di prima grandezza tra le quali Phil Collins, Mariah Carey, Paolo Conte e Adriano Celentano”, spiega Bilucaglia. Che aggiunge: “Il ricavato verrà interamente devoluto alle Borse di Studio dei Corsi Musicali dell’Associazione”.

Gli fa eco Paolo Baldino, Presidente dell’Ente che organizza l’evento: “Un sincero ringraziamento all’ amico e Presidente di ‘uBroker Srl’ Cristiano Bilucaglia per il suo continuo supporto alle nostre attività concertistiche e di divulgazione musicale, compresa quella in corso dedicata alle tappe salienti del songbook americano. Chi conosce la musica impara ad amarla, chi ama la musica impara a viverla, ed Egli incarna perfettamente questo nobile spirito”.

Ed è così che concetti come risparmio, benessere condiviso, moltiplicazione delle opportunità, anche in termini di crescita e business, acquistano nuova luce specialmente quando, a generarle, è il mondo delle utilities.

Quei consumi quotidiani necessari per la vita di ogni giorno che, come d’incanto, si trasformano da dolori in gioia.

Come nel caso delle bollette azzerate di luce e gas, grazie alle quali, in Italia, è stato possibile, nel corso degli ultimi quattro anni, produrre ricchezza realizzando al contempo preziose opere di benemerenza sul territorio grazie alla felice intuizione di‘ZERO – il primo social utility network italiano che, come dice il nome, azzera le bollette (Canone Rai e accise incluse) -, e alla generosità del suo ideatore, l’imprenditore e mecenate Cristiano Bilucaglia, pubblicamente stimato anche dal noto psichiatra e opinionista tv Alessandro Meluzzi.

Tra le più degne di nota, la donazione di un pregiato candelabro artistico liturgico alla Basilica di Maria Ausiliatrice (fatta edificare da San Giovanni Bosco) per i suoi primi 150 anni, ingenti forniture di pasta artigianale, panettoni natalizi e uova pasquali di altrettanta prima qualità per la ‘Mensa dei Poveri’ e gli oratori salesiani torinesi, il sostegno all’educazione, formazione e sviluppo dei bimbi delle aree disagiate del mondo mediante i continui apporti all’ente strumentale ‘BeChildren’, nato in seno alla Multiutilities Company ‘uBroker SRL’ proprio per volontà del suo Presidente, Cristiano Bilucaglia.

Molteplici, inoltre, anche le attività benefiche realizzate in campo sportivo, a cominciare dal Torneo di Tennis a favore dell’U.G.I. Onlus che ha visto alla premiazione il Sindaco DiTorino Chiara Appendino insieme ad Angelo Sidoti del Cda di ‘uBroker Srl’,  ma anche in campo artistico e musicale, con l’aiuto fornito al concerto dei noti artisti italiani Gatto Panceri e Silvia Mezzanotte (ex voce dei Matia Bazar) con gli ‘Anno Domini Gospel Choir’ lo scorso gennaio in favore degli indigenti del sacerdote cottolenghino Don Adriano Gennari.

Nella Marchesini. La vita nella pittura

In mostra alla GAM di Torino, la pittura come racconto di vita della prima e “prediletta” allieva di Felice Casorati. Fino al 29 settembre

Non c’è pennellata, non c’è impronta di segno e colore che non siano state spese e sofferte e gridate per raccontare di sé. La pittura come pagina intensa di riflessione autobiografica. E, come tale, soggetta alle voci altalenanti della vita. Pacata, misurata, scolastica ma anche ribelle, fuori dalle righe, esultante o allegoria amara di tristezze che hanno segnato il cammino personale dell’artista e di quanti quel cammino hanno con lei condiviso nel corso del tempo.

La suggestiva mostra (chiarissimo il titolo: “La vita nella pittura”), dedicata dalla GAM di Torino, negli spazi della Wunderkammer, a Nella Marchesini, si apre con un casoratiano, nitido e rigoroso “Ritratto del padre” del 1923 e si chiude con “Tre donne”, tempera e olio su compensato del 1952, una sorta di triplice autoritratto dai tratti espressionistici, che può considerarsi immagine iconica della rassegna e sublime sintesi umana e pittorica di una vita passata dalle gioie e dalle speranze giovanili (la Marchesini colta di spalle, fra le mani le lunghe trecce nere stese con giocosa lievità), agli affanni, ai dolori e alle drammatiche tensioni di anni più maturi segnati dagli accadimenti imposti dalla guerra (il trasferimento con la famiglia a Drusacco, in Valchiusella, e successivamente a Rosero, sulla collina torinese) e dai gravi lutti famigliari determinati dalla morte del padre, delle due sorelle Maria e Ada, e del marito, il pittore di formazione parigina, Ugo Malvano. Complessivamente la rassegna, curata da Giorgina Bertolino e Alessandro Botta, ospita una trentina di opere realizzate dalla Marchesini fra il 1920 e il 1953, provenienti da collezioni private e dal significativo nucleo acquisito dalla GAM nel ’54, cui s’affiancò la generosa donazione allo stesso Museo da parte degli eredi Malvano – Marchesini, accolta da Rosanna Maggio Serra nel ’78. In mostra sono anche esposte lettere, cartoline fotografie d’epoca, libri e alcune pagine degli scritti dell’artista che permettono di rivivere, in parallelo il vivace fermento artistico e culturale della Torino fra gli anni Venti e Cinquanta del Novecento. Nata a Marina di Massa nel 1901, Nella si trasferisce giovanissima, durante la Grande Guerra, sotto la Mole e pochi anni dopo entra nella cerchia dei giovani intellettuali (da Carlo Levi a Natalino Sapegno, da Edmondo Rho a Federico Chabod) raccolti intorno a Piero Gobetti e alla moglie Ada Prospero.

E’ lo stesso Gobetti a presentarla nel 1920 a Felice Casorati, che l’accoglie come allieva, la prima, nel suo studio di via Mazzini, che diventerà poi la Scuola Libera di Pittura, il “chiostro” d’apprendistato pittorico aperto ufficialmente in via Galliari nel 1923, dove la Marchesini diventerà assistente e “allieva prediletta” dello stesso Casorati, assumendone anche la direzione amministrativa dal ’23 al ’30. Sono anni di totale immersione nel magistero casoratiano, in quella pittorica concezione di “realismo magico” che le ispira ad esempio il magnifico “Donne assise con bambino” del ’25, dalle larghe geometriche e immobili campiture di colore, così come le “Donne sulla terrazza” del ’23, non privo di suggestioni quattrocentesche, derivate in particolare dall’amore per l’opera di Piero della Francesca. Dal ’26 datano le sue prime partecipazioni alle più importanti manifestazioni pubbliche: dalla mostre alla Promotrice torinese, alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. Anni che iniziano a registrare per Nella anche un “mutamento di segno”. Nel ’30 si sposa con il pittore torinese Ugo Malvano (con cui avrà tre figli); ma è anche l’anno in cui si stacca dalla Scuola di Casorati e l’anno della morte del padre Alessandro, figura “bianca e luminosa” di molte sue opere, che continuerà a rappresentare una “presenza centrale nell’universo poetico dell’artista”.

Tre anni dopo scompare anche la sorella Maria. Accadimenti che tendono in parte (almeno fino al dopoguerra) ad isolare, umanamente e artisticamente, la Marchesini e quasi ad accompagnare lo sfaldarsi di punti fermi, di realtà “consolidate” della vita, allo sfaldarsi dell’originaria compattezza strutturale delle prime opere in cifre stilistiche di più soffusa e indefinita ricerca figurale. Ecco allora l’essenziale “Primavera a Drusacco” del ’41, ma soprattutto quell’“Ireos” del ’31, in cui l’artista (incinta della prima figlia, Laura) si ritrae mentre innaffia una pianta in vaso. La pennellata è qui decisamente più rapida e minore l’attenzione alla solidità dei volumi. Vita e arte, ancora una volta, s’intrecciano. Insieme, colori e frammenti di vita familiare. Un unicum sempre presente nella “viva” pittura dell’artista. Fino al 17 agosto del 1953, quando Nella scompare a Torino. Dopo avere organizzato, già sofferente, una retrospettiva dedicata al marito deceduto l’anno prima.

Gianni Milani

“Nella Marchesini. La vita nella pittura”

Wunderkammer GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 29 settembre

Orari: dal mart. alla dom. 10/18, lun. chiuso

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Nelle foto

– “Tre donne”, tempera e olio su compensato, 1952
– ” Donne assise con bambino”, olio su tavola, 1925
– “Primavera a Drusacco”, olio su cartone, 1941
– “L’ireos (Autoritratto)”, olio su cartone, 1931

Una notte in Blues

Bardonecchia Scena 1312: domenica 18 agosto Accademia dei Folli in concerto 

Un viaggio emotivo e sonoro alla scoperta del genere che affonda le sue radici nell’Africa perduta dei neri americani

Da Robert Johnson a Eric Clapton, da Bessie Smith a John Lee Hooker, da B.B.King a Muddy WatersDomenica 18 agosto l’Accademia dei Folli accompagna il pubblico di Scena 1312, stagione di musica-teatro di Bardonecchia, in un viaggio emotivo e sonoro alla scoperta della magia antica del Blues, un genere che affonda le sue radici nell’Africa perduta dei neri americani e costruisce, sulle note della sua malinconia struggente, la speranza, la voglia di una vita migliore.

 

Alle 21 al Palazzo delle Feste i Folli presentano Una notte in blues, un concerto dal sound semi-acustico, con sorprendenti ed emozionanti digressioni nel rythm’n’blues e nel soul, nel gospel e nello spiritual.

L’estensione temporale del blues e la sua lunga evoluzione hanno finito per costituire una sorta di accompagnamento musicale storico alle vicende umane del secolo scorso, alle storie di lavoratori, di emarginati, di schiavi e di segregati; un contrappunto accorato alle mille contraddizioni che ostacolano l’individuo sulla via della sua presa di coscienza, dell’affermazione di civiltà. Ma il blues è anche emozione, è anche un racconto di storie d’amore e di rinascita.

Dagli sterminati campi di cotone del Delta del Mississipi a Memphis e poi Chicago, dalle baracche dei coltivatori figli di schiavi, le canzoni fanno entrare virtualmente il pubblico nelle chiese e nei fumosi locali dove i neri d’America suonavano e ballavano sulle note di una musica nuova e allo stesso tempo antichissima.

 

La semplicità, la popolarità, ma anche la potenza della tragicità del blues ne hanno fatto, per tutto il Novecento e ancora oggi, una delle matrici più importanti della musica popolare internazionale, mantenendo tuttavia inalterata l’essenza della sua unicità.

 

Andavano via dalle piantagioni senza soldi oppure avevano poco da mangiare a casa, i figli piangevano.  Roba da suicidio. Così il buon Dio e lo Spirito Santo hanno dovuto mandare a quella gente qualcosa per aiutarla ad alleviare gli affanni della mente. È qui che la musica entra in ballo, nel lavoro, in quello che stai cercando di fare, in quello per cui lotti, per aiutarti a vedere le cose in modo più positivo fino a distogliere la mente dai problemi in cui stai affogando. Così, ricorrevano a molte di quelle canzoni che parlavano delle loro donne, ma in realtà, raccontavano dei padroni. Le vecchie canzoni blues cantavano di donne meschine che ti maltrattavano, ti prendevano tutti i soldi. In realtà si riferivano ai padroni, ma dovevano diffondere il messaggio in modo celato. Non potevano uscirsene con: “Il padrone ci maltratta”. Il blues significa sopravvivenza.

 

Una notte in Blues

Domenica 18 agosto 2019

Palazzo delle Feste – piazza Valle Stretta 1, Bardonecchia

ore 21

 

con Carlo Roncaglia

e con

Paolo Demontis armonica

Max Altieri chitarra

Enrico De Lotto basso

Matteo Pagliardi batteria

testo e regia Carlo Roncaglia

 

 

Ingresso €15, ridotto €10, under 18 €5

Prevendite presso Ufficio del Turismo, piazza De Gasperi 1/A, Bardonecchia

Preventide online su ticket.it

 

Per informazioni

Accademia dei Folli

www.accademiadeifolli.com | 011 0740274 | info@accademiadeifolli.com

 

Ufficio del Turismo
www.bardonecchia.it tel. 0122.99032 | info.bardonecchia@turismotorino.org

Tre vescovi per l’Assunta nella storica parrocchiale

DAL PIEMONTE
Giovedì 15 agosto a Moncestino si è celebrata la Festa Patronale 
E per l’occasione è stata riaperta la Chiesa Parrocchiale dedicata per l’appunto all’Assunta, dopo 3 anni di chiusura dovuta a grandi interventi di manutenzione e restauro. Si è trattato  quindi  anche della solenne inaugurazione dei lavori effettuati per il restauro conservativo e consolidamento, lavori che hanno comportato un costo di 85.000 euro, sono stati donati dalla Dott.ssa Anna Maria Possio che ha voluto dare questo segno visibile alla parrocchia in memoria del defunto marito Giorgio Acutis, che è sepolto nel cimitero
di Moncestino.
Alle ore 17,30 alla presenza del Vescovo di Casale Mons. Gianni Sacchi e gli Arcivescovi; Mons. Angelo Accatino Nunzio Apostolico in Bolivia e Mons. Luigi Bianco Nunzio Apostolico in Uganda.
è stata concelebrata la Santa Messa da parte dei Vescovi con il parroco del Paese canonico Dott. Davide Mussone. E’ stata anche l’occasione per l’intervento dell’architetto Raffaella Rolfo dell’Ufficio Beni culturali ecclesiastici della Diocesi e delle autorità (I Sindaci di Villamiroglio e Mombello e il Vicesindaco di Gabiano). Nel corso della cerimonia è stata scoperta la targa commemorativa dei restauri, posta su una delle colonne della navata, sopra alla tomba del Marchese Giuseppe Miroglio di Moncestino.
Al termine della funzione, allietata dai canti della Corale interparrochiale la Fiaccola, vi è stata una processione fino al Palazzo municipale con ritorno alla parrocchia. E a seguire i festeggiamenti sono continuati a cura della Pro Loco nel salone comunale.