CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 526

Musica d’organo a Verrua Savoia

La Stagione dei Concerti degli organi storici in Provincia di Alessandria avrà un appuntamento anche nella Città Metropolitana di Torino domenica 8 settembre alle ore 16 nella chiesa parrocchiale di Verrua Savoia. Il giovane organista ALBERTO DO, titolare del bel “Mascioni” del Santuario Madonna della Guardia a Tortona, eseguirà al grande organo costruito nel 1901 da Edoardo Rossi di Milano un variegato programma di autori italiani, francesi e tedeschi fra i quali Bach, Mozart, Vierne e Duprè.

Massimo Iaretti

Premio Cesare Pavese verso il rilancio

Una nuova giuria e nuove sezioni per premiare anche editori e traduttori

Il via sabato 26 e domenica 27 ottobre

Santo Stefano Belbo (Cuneo)

Bell’idea. Pur se un tantino tardiva. E sì, perché Cesare Pavese (Santo Stefano Belbo, 1908 – Torino, 1950) non fu solo quel grande scrittore e poeta e critico letterario e intellettuale italiano fra i maggiori e più singolari del nostro Novecento che tutti ben conosciamo, ma fu anche attento direttore editoriale (per l’ “Einaudi”, dove lavorò dal ’34 al ’50), nonché creatore di storiche collane di saggi (la celebre “Viola”, in primis) e di narrativa (dai “Coralli” ai “Supercoralli” , ai “Millenni”, sempre per l’Editrice torinese di via Biancamano) e acuto traduttore, soprattutto di classici della letteratura anglo-americana dal “Moby Dick” di Melville a opere di Dos Passos, Faulkner, Defoe, Joyce e Dickens, per citarne alcuni. Ecco allora spiegata la saggia decisione presa dalla Fondazione Cesare Pavese, che da quest’anno (in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Santo Stefano Belbo e il contributo delle Fondazioni CRC e CRT) ha assunto la promozione del Premio Cesare Pavese, di avviare un adeguato rilancio dell’iniziativa giunta ormai alla sua 36^ edizione e per 35 anni organizzata dal Cepam (Centro Pavesiano Museo Casa Natale), istituendo una giuria totalmente rinnovata e due nuove sezioni per premiare anche il lavoro di editori e traduttori, che si affianchino alle consuete sezioni dedicate alle opere di saggistica e narrativa.

Il primo appuntamento della manifestazione così rinnovata si terrà sabato 26 e domenica 27 ottobre, quando a Santo Stefano Belbo, città natale di Pavese, nel cuore delle Langhe, verranno assegnati tre premi: a un protagonista dell’editoria, a un grande traduttore e all’autore di uno fra i migliori saggi usciti nell’anno (in questa fase di transizione il premio per la narrativa verrà assegnato dall’edizione 2020). A decidere i nomi sarà la nuova giuria, composta da Claudio Marazzini, presidente dell’“Accademia della Crusca”; Gian Arturo Ferrari, figura di rilievo dell’editoria italiana; Giulia Boringhieri, traduttrice, storica dell’editoria, figlia di Paolo Boringhieri che fu amico e collega di Pavese all’Einaudi; Alberto Sinigaglia, giornalista, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Cesare Pavese, e Pierluigi Vaccaneo direttore della Fondazione Cesare Pavese e organizzatore del “Pavese Festival”.

Sabato 26 ottobre, dopo una visita dei tre premiati alla casa natale di Pavese, nel pomeriggio avrà anche luogo un convegno su “Letteratura e scienza: la nuova frontiera delle due culture”, al quale parteciperanno, assieme ai componenti della giuria, qualificati giornalisti di settore e i Rettori del Politecnico, dell‘Università di Torino e dell’Università del Piemonte Orientale.

Sempre sabato 26 ottobre, un altro convegno commemorerà Luigi Gatti, storico animatore del Cepam e per molti anni presidente dello stesso Premio Pavese.

Domenica 27 ottobre, alle ore 11, avverrà la cerimonia di premiazione che, come i convegni, si svolgerà nell’Auditorium della Fondazione Pavese, in cui è stata trasformata la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, antica pieve medievale, sconsacrata nel 1920 e in cui fu battezzato lo scrittore.

Il programma dettagliato del Premio Cesare Pavese 2019 sarà disponibile nelle prossime settimane.

 

Info al pubblico:

0141.840894 www.fondazionecesarepavese.it – info@fondazionecesarepavese.it

g.m.

 

Nelle foto
– Claudio Marazzini
– Gian Arturo Ferrari
– Giulia Boringhieri
– Alberto Sinigaglia
– Pierluigi Vaccaneo

ISAO Festival: il Sacro Attraverso l’Ordinario

Dedicata ai “diritti umani” e alla “follia” ritorna a Torino la grande kermesse teatral-cinematografica firmata da “Il Mutamento Zona Castalia”

Da venerdì 13 a lunedì 23 settembre

Compie 26 anni ed è dedicata ai “diritti umani” e alla “follia” l’edizione di quest’anno dell’”ISAO Festival – Il Sacro Attraverso l’Ordinario”, ideato e realizzato – fra teatro e cinema – dalla torinese compagnia teatrale “Il Mutamento Zona Castalia”, con la direzione artistica di Giordano V. Amato ed Eliana Cantone. In programma sotto la Mole da venerdì 13 a lunedì 23 settembre, con appuntamenti distribuiti fra il suggestivo ex cimitero di San Pietro in Vincoli – Zona Teatro (via San Pietro in Vincoli, 28) e il Cinema Massimo – Sala Soldati (via Giuseppe Verdi, 18), è il primo in Piemonte a riflettere da sempre, nell’ambito della propria programmazione, sulla ricerca del “sacro” che alimenta la “quotidianità”, sulla scoperta dello “straordinario” che esiste in ognuno di noi e nella realtà che ci circonda. Ed è in quest’ambito di riflessione e di proposta che andrà a muoversi anche la 26^ edizione del Festival, realizzata con il sostegno di MiBAC, Regione Piemonte, Città di Torino e in collaborazione, fra i vari partner, con il Museo Nazionale del Cinema: 10 giorni di programmazione e 15 appuntamenti, fra cui 8 proiezioni di film (grande cinema d’autore) e 6 spettacoli teatrali (che includono un debutto di studio e 4 prime piemontesi). “Al centro, il tema dei diritti umani – sottolineano i direttori artistici – con una specifica attenzione ai diritti dei bambini e, per tutti, al diritto alla felicità”. E con un occhio particolare al leitmotiv dello “scorrere in alto”, seguendo l’idea che, malgrado tutte le brutture di questo mondo, “tutto si può fare, perché nulla è perduto, perché si sta meglio se decidiamo di stare meglio: scorrere in alto per superare i confini, quelli geografici o politici o personali”. Tra gli appuntamenti in programma: le pellicole cinematografiche dedicate al “disagio psicologico”, affrontato da registi come François TruffautKen Loach, Roman PolanskiBruno Nuytten e Bruno Dumont; il debutto con lo studio del nuovo spettacolo, coprodotto da “Il Mutamento Zona Castalia” e dalla compagnia sarda “Meridiano Zero”, dal titolo “Per il suo bene” e proposto come inquietante Focus sulla follia e i maltrattamenti nei manicomi; le prime piemontesi presentate dal “Teatro Scientifico” di Verona con l’omaggio a Pirandello, dai giovanissimi UnterWasser” con la riflessione sull’esistenza attraverso un teatro di ombre e dal collettivo berlinese e torinese Welcome Project  The Foreigner’s Theatre” con l’indagine sulle paure individuali e collettive; il Teatro delle Selve con il racconto della prima esperienza di animazione teatrale dentro a un manicomio.

Alle proposte di “ISAO” si aggiungono inoltre gli appuntamenti dell’ottava edizione de “Il Granché” (21-23 settembre), iniziativa promossa dall’AssociazioneIl Tiglio ONLUS”, i cui spettacoli sono per lo più frutto di laboratori annuali che professionisti del teatro attivano in situazioni di disagio, all’interno di comunità terapeutiche, centri di salute mentale e ricoveri per anziani.

 

Per info e il programma completo del Festival: tel. 011/484944 o www.isaofestival.it/ www.mutamento.orginfo@mutamemto.org o Facebook: ilmutamentozonacastalia.

g. m.

 

Nelle foto:
Il logo del Festival e scene da “La storia di Marco Cavallo” (Teatro delle Seve), “Angst Vor Der Angst” (Welcome Project – Foreigner’s Theatre) ed “Eppoinulla” (Meridiano Zero)

 

C’era una volta Pinocchio

Al Centro Ceramico Fornace Pagliero (fraz. Spineto di Castellamonte)

Dal 7 settembre al 6 ottobre

Verrà inaugurata il 7 settembre, alle 11, e resterà visitabile fino al 6 ottobre, presso la sede dell’Associazione Museo Centro Ceramico Fornace Pagliero, in frazione Spineto n°61, a Castellamonte (To), la rassegna “C’era una volta Pinocchio”, una serie di iniziative artistiche da non perdere.

Una parte degli spazi presso l’antico sito di lavorazione della locale terra rossa ospiterà alcuni fregi creati dall’Associazione Artisti della Ceramica in Castellamonte a cui si affiancheranno le progettazioni grafiche degli architetti Paolo Recco e Bruno Nigra.   Interessanti le ipotesi di inserimento dei medesimi su edifici castellamontesi. Sono previste due conferenze domenicali in date e orari da definire: una tenuta dagli architetti e dedicata alla contemporaneità e l’altra, condotta dall’artista Maurizio Bertondatto, riguardante l’aspetto storico del fregio.

Alcuni artisti esporranno le loro opere presso gli spazi del Centro. Maria Teresa Rosa proporrà la sua recente collezione dal titolo “Il bianco e la luce”. Brenno Pesci sarà presente con “Sculture”. Giovanni Matano esporrà le sculture della serie “Artefizi” presso il giardino della fornace. La collettiva “Rebus Naturae” metterà armonicamente a confronto stili e proposte di un gruppo di artisti della ceramica di diversa origine e formazione.

A caratterizzare il periodo espositivo, tuttavia, saranno le opere dedicate alla storia ed ai personaggi di “Pinocchio”.   Nata dalla collaborazione tra l’Associazione Centro Ceramico e l’Associazione Artisti della Ceramica in Castellamonte, la collettiva vedrà esposte circa venti opere a tema affiancate dai capolavori di artisti non appartenenti alle associazioni ma che hanno voluto comunque prendere parte a questo interessante progetto che unisce arte, letteratura e, soprattutto, fantasia!

Il momento clou della manifestazione avrà luogo il 29 settembre quando l’Associazione Culturale Itinerarte, proveniente da Viareggio, nota a livello internazionale per la bellezza dei costumi e le straordinarie scenografie e sceneggiature dedicate alla storia di Pinocchio, proporrà, per l’intero pomeriggio,   uno spettacolo da non perdere con i maggiori personaggi della storia: Pinocchio, il Grillo Parlante, la Fata Turchina, Geppetto e molti altri…

Durante il pomeriggio verrà proposta la nota versione cinematografica di Luigi Comencini e alcuni strumenti eseguiranno le musiche più famose.

Un evento imperdibile, dedicato ad adulti e bambini per far tornare piccoli i primi e per far conoscere questa storia indimenticabile alle nuove generazioni.

L’allestimento resterà visitabile fino al 6 ottobre venerdì, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Per informazioni contattare il numero 0124.582642. Il costo del biglietto d’ingresso è di 3 euro. Gratuito per gli abbonati di Torino Musei e del Touring Club.

I vetri di Laura Rossi esposti all’Addolorata di Vignale

DAL PIEMONTE

Un suggestivo dialogo tra varie forme d’arte ha avuto luogo domenica scorsa nella chiesa della Beata Vergine della Misericordia di Vignale Monferrato.

La costruzione, tardo gotica, risale agli anni tra la fine del 1400 e i primi del 1500, pressoché lo stesso periodo della nascita della chiesa di san Domenico di Casale con cui presenta molte affinità (facciata in mattoni a vista, tetto a salienti, archetti pensili, grande rosone, contrafforti con pinnacoli).

L’interno, a tre navate con pilastri a capitelli cubici, archi a sesto acuto alternati a volte a vela, contiene opere di pregio quali la scultura lignea della Vergine Addolorata, l’affresco della Madonna del Latte recentemente scoperta durante i restauri e il bellissimo coro ligneo di venti stalli a tarsie.

Grazie all’impegno di Monferrato Classic Festival, che offre visibilità a giovani artisti, diretto da Sabrina Lanzi coadiuvata da Maria Grazia Dapuzzo, responsabile della sezione MCF Arte, si è svolto domenica scorsa il concerto del giovane bravo pianista Stefano Scalise.

Le sonate di Mozart, Scarlatti, Beethoven, concluse con l’impetuoso finale del Carnevale di Vienna di Schumann hanno creato una particolare atmosfera intrecciando empaticamente ogni espressione artistica, architettura, musica, arte figurativa.

Esposti sulla balaustra marmorea, che divide il presbiterio dalla navata, si sono potuti ammirare i singolari vetri dipinti di Laura Rossi, pittrice, grafica, illustratrice casalese, la cui notorietà ha superato i confini locali attraverso importanti mostre private e collettive in diversi paesi del mondo.

Apprezzata in particolar modo per le sapienti incisioni essenziali rigorosamente in bianco e nero, si è lasciata sedurre, nei dipinti su vetro, da un emozionante addolcito gioco di linee fluenti e di colori luminosi che evocano, complice la lussuosa accensione della foglia oro, sentori di preziosità bizantine e raffinatezze secessioniste.

Sempre elaborando un linguaggio personalissimo che non è solo decorativismo fine a se stesso bensì una arabescata trasformazione simbolica di ampi contenuti e valenze psicologiche, religiose ed esistenziali.

Giuliana Romano Bussola

“Africa Unite” e “Architorti” in concerto al Castello di Miradolo

“In tempo reale – Live” Venerdì 13 settembre, ore 21

San Secondo di Pinerolo (Torino)

Spettacolo unico. Sarà un concerto da brividi (e non solo di fine estate), quello ospitato dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo, in via Cardonata 2 a San Secondo di Pinerolo. Insieme, sul palco gli “Africa Unite” e il quintetto degli “Architorti” presenteranno al pubblico, nel Parco storico della dimora settecentesca, sede della Fondazione (sei ettari di natura a far da cornice inedita e suggestiva scenografia all’evento), l’album “In tempo reale – Live”, ricerca musicale condivisa da artisti così diversi ma anche meravigliosamente complementari e profondamente e intimamente legati al territorio pinerolese. L’appuntamento è per venerdì 13 settembre, ad oggi unica data piemontese, alle ore 21, ma il pubblico potrà accedere dalle 19 all’area food&beverage, dove sarà presente il “Birrificio Baladin”, con il suo “Baladin Cafè”. La collaborazione fra “Architorti” (quintetto d’archi di formazione classica fondata a Pinerolo nel ’94 da Marco Robino) e i mitici “Africa Unite” (storica band, la più longeva del panorama reggae italiano, fondata nell’ ’81 da Bunna – Vitale Bonino e Madaski – Francesco Caudullo, entrambi pinerolesi) risale al 2012, in occasione del concerto “La Boutique Fantasque da Gioacchino Rossini” tenuto, sempre al Castello di Miradolo, dal gruppo di Robino con la partecipazione di Madaski che, per l’occasione, andò a rivisitare in chiave elettronica la partitura del celebre compositore pesarese. Ebbene, ad alcuni anni di distanza, torna a riproporsi con esiti assai felici la collaborazione fra queste due importanti realtà del mondo musicale italiano, con la realizzazione, per l’appunto, di “In tempo reale (Self distribuzione)”, un concept album incentrato sul rapporto uomo – rete social “su cui si stanno giocando enormi mutamenti politici e culturali nel nostro Paese e nel mondo intero”. A livello compositivo, il disco (senz’altro il più ambizioso nella quasi decennale collaborazione fra i due gruppi) segue la strada da sempre percorsa dagli “Africa Unite”. Le canzoni sono scritte, come sempre, partendo dalla costruzione di una base armonica reggae su cui si sono sviluppate le melodie. Successivamente le bozze delle canzoni sono state prese in carico dagli “Architorti” e dirottate, attraverso arrangiamenti particolari, verso sonorità di forte impatto emotivo. I brani (in tutto sette, completamente inediti più una nuova versione di “Rughe indelebili” del 2003) sono infine tornati in “casa Africa” per la scrittura delle liriche e la produzione finale di Madaski. “Con questo disco – si legge in una nota stampa – gli Africa Unite e gli Architorti costruiscono ponti: ponti tra generi, suoni e concetti; ponti che creano condivisioni e allargano conoscenza e comprensione”. Ponti che portano pace, a differenza delle guerre che costruiscono muri, e soprattutto ponti che “non mortificano la natura di chi sta sulle rispettive sponde”.

Il costo del biglietto d’ingresso (acquistabile lo stesso giorno del concerto dalle 19 presso la biglietteria del Castello) è di 15 euro. Gratuito fino agli 11 anni.

Per info: tel. 0121/502761 o info@fondazionecosso.it

g. m.

Nelle foto:
– Bunna e Madaski degli “Africa  Unite” insieme a Marco Robino e a Marco Gentile degli “Architorti”
– Il castello di Miradolo

“La Bella e la Voce” scopre nuovi talenti

L’INIZIATIVA IDEATA DAL TORINESE FRANCO GANCI

Ancora un successo per l’evento che da 23 anni scopre talenti nel campo della bellezza e della
musica leggera.


Sabato 31 agosto nell’ambito della piazza della Marina di Vietri sul Mare, grazie al fattivo
interessamento del Sindaco Giovanni De Simone e dell’Assessore al Turismo Antonello Capozzolo
si è realizzata la Finale Nazionale del contest “La Bella e la Voce 2019”, l’evento che primo nel
1996 ha unito un concorso di bellezza a un talent per emergenti della musica leggera.
Nel corso dei giorni 29, 30 e 31 la cittadina della costiera amalfitana è diventata il luogo nel quale si
sono svolti masterclass, incontri, ascolti, book fotografici e prove coreografiche, il tutto sotto la
visione di una Giuria di altissima qualità. Erano infatti presenti Loretta Martinez, la celebre vocal
coach già insegnante nel programma “Amici di Maria De Filippi” e docente nei corsi post laurea
all’Università Federico II, Marco Vito, vocal coach di “Ti lascio una canzone”, “The Voice of Italy”
e direttore dell’orchestra del talent “Amici di Maria De Filippi”, Davide Maggioni, direttore
artistico dell’etichetta discografica milanese “Rusty Records” e “Matilde Dischi”, Lorenzo Maffia,
produttore di Michele Zarrillo, musicista di Laura Pausini, Gigi D’Alessio, Andrea Leprotti,
musicista e arrangiatore e già consulente musicale di “X Factor” e “Amici di Maria De Filippi”.
La serata, presentata dal giornalista Rai Amedeo Goria e dalla giornalista Sky Barbara Castellani,
ha visto trionfare per la categoria “La Bella” la monzese Manuela Poidomani che si aggiudica una
parte nel remake del film “L’etrusco vive ancora” messo in palio dalla Halley Pictures Roma e
diretto da Lamberto Bava, ”mentre il primo premio per “La Voce” è andato a Alberto Boschiero
della provincia di Treviso, al quale va una Borsa di Studio per la frequenza all’Accademia VMS
Italia. Altre fasce a Eleonora Ghiotti (miss Volto Divino), Sabrina Salsano (miss Cinema &
Spettacolo), Giada De Leo (miss Eleganza), Sophia Fara (miss Vietri sul Mare) e Gaia
Mancabelli (miss Portamento). In “La Voce” secondo posto a Vania Ferrara e terzo a Gennaro
Illiano. Premio della Critica a Enzo Antonino Premio della Stampa a Mariafrancesca Pompella.
Nel corso dell’evento sono intervenuti Ruly Rodriguez, la star cubana Disco d’Oro e di Platino in
tutto il mondo con il brano “Tacatà”, Valerio Liboni de “I Nuovi Angeli” e Lucio Luciano,
modello di Giorgio Armani, Dolce & Gabbana e Roberto Cavalli.
Le splendide creazioni dello stilista vietrese Antonio Amoroso hanno dato un ulteriore tocco di
qualità alla manifestazione. Infine il patron Franco Ganci ringrazia in maniera sincera il Presidente di Gruppo Eventi Vincenzo
Russolillo per avere accolto l’invito a presenziare alla finale. Averlo con noi èstato un onore.
I balletti erano di New Latin Club Forever di Giovanni Avagliano mentre il trucco/parrucco è stato
curato dalla Luxury SPA di Eleonora Arancino.
“La Bella e la Voce”, che nel suo palmares può vantare 3 cantanti al Festival di Sanremo Giovani
con un terzo e un secondo posto, 8 a “The Voice of Italy” altri a “X Factor” e molte “belle” in
trasmissioni Rai e Mediaset, dà l’arrivederci alla prossima edizione.

Arte antica a Villanova

Dal Piemonte

In occasione della 45° “Festa del Riso”, che si terrà  a Villanova Monferrato dal 6 all’8 settembre, il sindaco Fabrizio Bremide e l’amministrazione comunale in collaborazione con la Pro-Loco hanno deciso di effettuare un’apertura straordinaria, domenica 8 settembre  della  “Collezione di Arte Antica”, donazione di Enrico Colombotto Rosso. Nella sala consiglio comunale saranno, pertanto, visibili  opere dal XVII ai primi del XX° secolo. Si potranno ammirare il curioso quadro del “Maestro dell’Uovo”, un disegno mirabile del “Cerano”, e poi ancora un bellissimo ritratto di un maestro secessionista del Nord Europa ed altre interessanti opere. Quest’anno ricorrono i 15 anni dalla donazione che il pittore Enrico Colombotto Rosso, ultimo grande surrealista del XX secolo, grande collezionista e mecenate ha voluto fare al Comune di Villanova Monferrato. Per l’occasione si è voluta anche ricordare la sua figura di artista unico nel suo genere con una mostra di opere che verranno esposte contemporaneamente sempre in sala consigliare.

Gli orari di apertura sono: dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00.

Massimo Iaretti

Al via con Zubin Mehta MiTo Settembre Musica

Partenza “stellare” per MiTo 2019. Ad inaugurare la rassegna mercoledì 21 al Teatro Regio,   la Israel Philharmonic Orchestra diretta da Zubin Mehta e con Martha Argerich al pianoforte.

 

Il programma prevede l’esecuzione del Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra di Beethoven e la “Symphonie fantastique” op 14. di Berlioz. I biglietti sono esauriti. (Martedì suonano a Milano alla Scala con diretta su Radio3 Rai). Martha Argerich 78 anni portati splendidamente, è argentina di Buenos Aires. Una carriera splendida alle spalle. A sedici anni ha vinto i Concorsi di pianoforte di Bolzano e Ginevra. A 25 il prestigioso Concorso Chopin di Varsavia. A Torino è di casa. Anche il grande Zubin Mehta, 83 anni indiano di Bombay,  ha un legame molto stretto con l’Italia. Nel 1962 debuttò alla Scala. Nel luglio del 1990  diresse a Caracalla il Concerto dei Tre Tenori. Dal 2006 è direttore musicale a vita dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Una supercoppia per un concerto di sicuro impatto emotivo.

Pier Luigi Fuggetta

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità in libreria

A cura di Laura Goria

Antonella Boralevi “Chiedi alla notte” -Baldini & Castoldi- euro 21,00

In clima di Festival del Cinema a Venezia perché non leggere l’ultimo romanzo di Antonella Boralevi? E’ ambientato proprio nel glamour dell’inaugurazione della kermesse che vede convergere in laguna le star più ammirate dell’Olimpo del grande schermo. Red carpet, abiti e gioielli sontuosi, divi a volontà e una serata di gala che precipita quando viene ritrovato sulla spiaggia il cadavere della bellissima e giovane attrice Vivi Wilson. Era l’astro nascente, protagonista del film di apertura “A glorious day” del regista 60enne Bob Miller, caduto nell’oblio per 20 anni, affossato dal rovinoso mix di alcol e psicofarmaci. Questa è la sua grande occasione di riscossa ed è uno dei personaggi da marcare stretto. Ma chi era davvero la diafana Vivi? Non certo un’eccellente attrice; però era stata abilissima nel costruirsi l’alone di brava ragazza, adepta del movimento New Chastity che imponeva la castità per elevarsi spiritualmente. Niente flirt o nefandezze…ma sarà davvero così? O piuttosto vizi privati e pubbliche virtù? Intorno al mistero della sua morte ecco un parterre di figure del gran bel mondo e della polizia. Ci sono l’enigmatica contessa veneziana Maria Morosini, il commissario siciliano latin lover Alfio Mancuso, l’avvocatessa inglese 30enne Emma Thorpe che lavora per Netflix (coproduttore del film), un’anatomopatologa scrupolosa, un fotografo di celebrities, dive varie assortite, attori fascinosi ma impenetrabili. Poi tanto sfarzo…palazzi nobiliari in laguna, feste e serate mondane che la Boralevi mischia in una brillante alchimia. Vi posso solo dire che nulla sarà come sembra: a poco a poco verranno a galla antichi fattacci, tragedie immani, rancori mai sopiti, ed è lì che potrebbe nascondersi la soluzione del rebus.

Edward St. Aubyn “La follia di Dunbar” -Neri Pozza-   euro 17,00

Quanti veleni possono annidarsi all’interno di una famiglia? Tantissimi. Soprattutto se il patriarca è Henry Dunbar, potentissimo tycon canadese che ha saputo creare un impero nel mondo dei media. Peccato non sia stato altrettanto abile come padre. Le sue due prime figlie, Abby e Megan, gli hanno tirato un brutto scherzo. Quando lui è invecchiato, lo hanno praticamente circuito, convincendolo a lasciare nelle loro mani la gestione del trust. Poi lo hanno rinchiuso in un lussuoso ospizio per anziani, dove lo imbottiscono di farmaci che dovrebbero guarirlo dal “crollo psicotico”, diagnosticato dal suo medico (corrotto e connivente con le sorelle carogne). Decisamente migliore è la terza figlia, Florence, nata dal grande amore di Dunbar, Catherine, che però era morta quando la giovane aveva solo 16 anni. Il magnate aveva commesso l’errore di fondere la figlia con il fantasma materno (stessi bellezza e fascino). Se Abby e Megan sono due sono autentiche iene, viziose, spietate, amorali e totalmente prive di scrupoli; di tutt’altra pasta è Florence. Dei soldi non le è mai importato nulla, si è sempre disinteressata agli affari di famiglia, un po’ ribelle e soprattutto indipendente, anelava a una vita “normale” con marito e figli nelle foreste del Wyoming. Dunbar non l’aveva presa tanto bene e aveva frainteso le sue scelte vivendole come un affronto personale. Una diatriba per cui l’aveva estromessa dal Consiglio di amministrazione, tagliata fuori dal testamento ed escluso i suoi figli dal Trust. Campo libero dunque per la portentosa avidità delle altre sorelle. Ma Dunbar spariglia le carte. Riesce a scappare, insieme ad un altro paziente, e sperso nella campagna inglese intorno a Manchester, riacquista lucidità, rimette la sua vita nella giusta prospettiva e fa i conti con i suoi errori. Rocambolesca la fuga e affannate le ricerche di Abby e Megan. Ad arrivare in soccorso di Dunbar sarà proprio Florence che è buona, intelligente, capace di perdonare e, a dispetto dei passati dissapori, va alla ricerca del padre, tentando di salvarlo dalle grinfie delle sorellastre. Godetevi fino in fondo questo romanzo dell’autore che ha creato anche la saga de “I Melrose”, a cui si è ispirata la serie televisiva con protagonista il camaleontico e   bravissimo attore Benedict Cumberbactch.

 

Ladislav Fuks   “Il bruciacadaveri” -Miraggi edizioni- euro 18,00

E’ un’ intensa storia nera praghese, scritta da uno dei maggiori autori cechi del 900. Ladislav Fuks (nato a Praga nel 1923 e morto nel 1994), figlio di un ufficiale di polizia, fu spedito dai nazisti ai lavori forzati e nel corso della sua vita scrisse una trentina di opere. Da questo suo romanzo è stato tratto il film “L’uomo che bruciava i cadaveri” girato nel 1969 dal regista Juraj Herz. Siamo a cavallo tra 1938-39 e il bruciacadaveri è un bonario impiegato addetto alla cremazione, in quello che chiama “Tempio della morte”, sullo sfondo di una Praga tormentata che sta per essere annessa alla Germania. Lui si chiama Karel Kopfrkingl, è padre di famiglia, ha un carattere in apparenza mite, è un lavoratore modello che trascorre le sue giornate facendo il lavoro che gli dà da vivere. In fondo lui non ci vede niente di strano perché non fa altro che mettere in pratica il monito di Dio all’uomo: “ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”. In tal senso il crematorio aiuta ad accelerare la trasformazione dei cadaveri in cenere. Gli uomini si possono fondere in soli 75 minuti, scheletro compreso; un bel stringere i tempi in confronto ai 20 anni di un’inumazione. Un bell’aiuto per il Creatore! Karel è estremamente coscienzioso e rispettoso dei morti che brucia nei forni, dotati di finestrelle dalle quali controllare lo stato della combustione e intuire quando l’anima si stacca dal corpo in fiamme per volare verso l’etere. Per lui la cremazione è quasi una filosofia che riguarda l’unica cosa certa della vita, ovvero la morte. Intorno, intanto, il mondo sta cambiando. Avanza la Germania nazista portatrice di idee letali come la pura razza. Un suo amico è militante del partito nazionalsocialista e Karel non sarà impermeabile al nuovo corso. Vi anticipo solo che dietro il suo bonario sorriso si celerà ben altro…