CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 526

Fondazione Cosso, Miradolo: si riscaldano i motori per l’estate

La programmazione estiva a San Secondo di Pinerolo / Sarà un’estate tutta o quasi en plein air quella che a partire dalle prossime settimane vedrà riavviarsi la programmazione culturale, espositiva e didattica della pinerolese Fondazione Cosso.

Ancora in un momento di grande difficoltà e dopo il lungo lockdown imposto dall’emergenza sanitaria, la Fondazione – creata nel 2008 da Maria Luisa Cosso e dalla figlia Paola Eynard, salvando dall’abbandono il seicentesco Castello di Miradolo e il suo meraviglioso Parco storico – sta infatti lavorando di buzzo buono per tornare presto ad accogliere i visitatori e le famiglie, cui da sempre è rivolta un’attenzione più che particolare.

In agenda troviamo già numerose attività all’aperto organizzate all’interno degli oltre sei ettari del Parco (1700 alberi, di cui sei monumentali, con circa settanta specie e varietà botaniche diverse) del Castello di Miradolo, sede della Fondazione, “così da garantire –sottolinea la presidente Maria Luisa Cosso – la gestione del pubblico in sicurezza e in termini di distanziamento sociale”. “L’impegno assunto – replica da parte sua la vicepresidente Paola Eynard – per la promozione della cultura del verde e per una riflessione consapevole sulle tematiche ambientali, l’attenzione posta alla progettazione di nuovi paradigmi di relazione e incontro con l’opera d’arte, la ricerca di differenti linguaggi espressivi e performativi sono temi sui quali, in questi anni, la Fondazione ha costruito la propria identità: oggi, il senso di questa continua ricerca assume ancora più significato, per affrontare la ripartenza e provare a costruire nuove modalità di fruizione della cultura”. Ecco dunque, gli appuntamenti già in programma:
Domenica 21 giugno all’alba delle 4.30, il consueto Concerto d’Estate inaugurerà la programmazione estiva e, idealmente, la nuova stagione. Dopo i ripetuti sold out delle precedenti edizioni, la rilettura inedita di “Music for 18 musicians” di Steve Reich, a cura di “Avant-dernière pensée”, tornerà in una veste nuova. Attenzione! Non sono disponibili sedie e il pubblico è invitato a portare un plaid da casa. La prenotazione é obbligatoria.
A giugno riapre i battenti (avrebbe dovuto chiudersi il 3 maggio scorso) la mostra fotografica dedicata all’ “irriverente” Oliviero Toscani. Il grande progetto espositivo, concepito appositamente per svilupparsi nelle sale del Castello e nel Parco, traccia un quadro completo dell’opera di Toscani, dagli esordi alle più famose campagne che hanno caratterizzato il suo stile, dalle immagini iconiche agli incontri della sua carriera, che lo collocano tra i grandi della fotografia mondiale. Il percorso espositivo propone un’ampia sezione all’aperto, con i progetti “Hardware+Software”, “Razza umana” e “Manifesti pubblicitari”, grandi installazioni che dialogano con la natura e con il mutare delle stagioni.
Ogni giovedì del mese di luglio alle 21.30, sarà la volta del Cinema nel Parco con le cuffie e come consuetudine con coperta che il pubblico porterà da casa per accomodarsi sul prato: tutto intorno solo le lucciole e i suoni della natura. La programmazione prevede diverse proposte anche per le famiglie con bambini. Prenotazione, anche qui, obbligatoria.
Un altro obiettivo per i prossimi mesi sarà il consolidamento delle proposte digitali sviluppate durante il periodo di lockdown, a partire dal progetto didattico “Da un metro in giù”, diventato anche digitale e che ora prevede la distribuzione periodica e gratuita di un “Giornale dei Giochi”, quale strumento didattico destinato sicuramente ai piccoli, ma dedicato anche agli adulti. “Unico requisito per partecipare – dicono alla Fondazione – è adottare lo sguardo dei bambini”. Tutti i giochi “Da un metro in giù” creati in queste settimane sono disponibili gratuitamente sul sito internet della Fondazione Cosso ( www.fondazionecosso.com ) e sui canali social, oppure è possibile riceverli tramite la newsletter.
Per info: Fondazione Cosso – Castello di Miradolo, via Cardonata 2, San Secondo di Pinerolo (Torino), tel. 0121/502761.
Gli orari e i giorni di apertura saranno rimodulati, favorendo l’accesso su prenotazione per meglio gestire gli ingressi dei visitatori. Per le prenotazioni: e-mail prenotazioni@fondazionecosso.it
g. m.

Nelle foto
– Il Castello di Miradolo
– Maria Luisa Cosso e Paola Eynard

“Moka Noir”, in un film la storia della crisi di pentole e caffettiere

La 19esima edizione del GLocal Film Festival di Torino svoltasi di recente ha ospitato  l’anteprima regionale del documentario “Moka noir: a Omegna non si beve più caffè” del regista svizzero ticinese Erik Bernasconi con la sceneggiatura di Matteo Severgnini, giornalista e scrittore omegnese.

 

La rassegna, ideata dall’Associazione Piemonte Movie che ogni anno porta in sala il meglio della produzione cinematografica piemontese, anche quest’anno ha dato visibilità al cinema “di casa nostra”, contribuendo a dare il giusto spazio a quei film che nel loro percorso hanno incrociato il Piemonte.

In “Moka Noir”, un regista-detective con un’indagine, ironicamente condotta in stile poliziesco, ricerca il colpevole della scomparsa del polo industriale del casalingo di Omegna, sul lago d’Orta. Matteo Severgnini, in una intervista ha dichiarato di aver “sentito il bisogno di narrare ciò che stava accadendo alla mia città. Vedevo e vedo tuttora molta gente tirar sera per le vie di Omegna, e non parlo solo dei pensionati e degliumarell, i vecchietti che osservano i lavori nei cantieri, ma anche di giovani e persone in età da lavoro, e ho cominciato a interrogarmi su questo fenomeno da imputare, ovviamente, alla crisi industriale, alla chiusura delle fabbriche del settore casalingo che hanno fatto la storia di Omegna e dell’Italia intera”. Già qualche anno fa raccontò la vita di Alfonso Bialetti e la sua invenzione in un audiodocumentario della RSI, la Radiotelevisione svizzera intitolato “L’invenzione della mok”, sostenendo come “l’invenzione della moka non abbia modificato soltanto il modo di fare il caffè, ma abbia anche influenzato nel profondo la socialità degli italiani”.

Una storia dalle radici lontane e originalissime. “ La moka venne inventata nel 1933 da Alfonso Bialetti – afferma Severgnini – reduce da esperienze migratorie e ispirato dalla moglie che faceva il bucato con la lisciveuse, l’antesignana della lavatrice; uno strumento, dotato di una sorta di caldaia e di un tubo, il cui funzionamento ricorda in parte proprio quello della moka”. “Moka noir” è stato pensato come una sorta di scatola cinese, come una storia che contiene altre storie e che hanno portato gli autori a pensare al territorio come ad una persona, un tempo in buona salute e dotata di una certa vitalità, che era stato uccisa. A partire da questa metafora è stato quasi naturale costruire il film come un’inchiesta di polizia in stile giallo-noir. Un modo originale per raccontare la storia di una realtà che la crisi ha ridimensionato drasticamente l’economia di quella che un tempo è stata la capitale italiana dell’industria del casalingo. Omegna, conosciuta come paese di pentole e caffettiere che ha dato i natali a Gianni Rodari, ha vissuto l’intero ciclo ascendente di questo settore che segnò per alcuni decenni la storia industriale dell’area attorno al lago d’Orta. Un successo che affondava le sue radici nel boom economico, sui consumi di massa e la competitività in termini di costo del prodotto. Realtà come Bialetti, Girmi, Lagostina e Alessi   dominarono il mercato, entrando nelle case e nelle cucine degli italiani. Le stesse imprese operavano in un distretto territorialmente ben definito e risultavano fortemente ancorate a tradizioni industriali legate ad alcune famiglie che avevano fatto leva sulla capacità inventiva, l’innovativo design e l’abilità manifatturiera per costruire il loro successo. La globalizzazione , la saturazione dei mercati con prodotti di minor qualità a prezzi modesti creò problemi enormi agli elettrodomestici marcati Girmi, alle pentole a pressione Lagostina e alle caffettiere Bialetti   dell’indimenticabile “omino coi baffi”   al punto che , dagli anni ’90 in poila crisi diventò sempre più evidente. Tra le realtà storiche solo Alessi, con un impegno caparbio che accompagna l’assoluta qualità dei prodotti, ha tenuto alta l’immagine e la storia di un settore che un tempo era una monocultura industriale capace di influenzare economia e sviluppo sociale dell’intera zona.

Marco Travaglini

Arte e solidarietà made in Torino

SOLIDO, quando la solidarietà si coniuga perfettamente con lespressione artistica, in un’iniziativa nata a Torino

SOLIDO. In questo termine sono racchiusi due significati complementari, il primo dei quali allude alla solidità, robustezza e resistenza ( che include anche la sicurezza ) ed il secondo a quello della solidarietà, di cui il nome ne rappresenta la radice.

E SOLIDO è, infatti, proprio la denominazione del progetto di solidarietà nato a Torino dalla collaborazione  di alcuni artisti a sostegno degli ospedali torinesi impegnati nel combattere l‘emergenza Covid 19.

Gli artisti partecipano al progetto con le loro opere d’arte, mettendole gratuitamente a disposizione. Coloro i quali desiderano acquistarle devolvono l’intera cifra corrispendente all’opera all’Associazione CMID-ONLUS per le Malattie Rare dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, senza alcuna intermediazione da parte di SOLIDO, che costituisce soltanto una vetrina per le stesse opere d’arte. L’Iban per il pagamento delle opere d’arte è, infatti, quello diretto dell’Associazione CMID-ONLUS.

L’associazione CMID-ONLUS è una Onlus per le Malattie Rare e Malattie Immunoreumatologiche e Nefrologiche complesse e senza diagnosi, con sede legale in via Cernaia 24, a Torino.

Nel contesto dell’emergenza Covid 19, l’Associazione CMIDOnlus utilizza lasciti e donazioni per acquisire i presidi necessari a garantire la sicurezza dei pazienti e degli operatori coinvolti nel loro trattamento presso le strutture assistenziali di Nefrologia e Dialisi e di Reumatologia dell’Ospedale Hub San Giovanni Bosco a Torino. Questa struttura è localizzata in particolare nei piani quarto, sesto e settimo del nosocomio torinese, ed ospita ambulatori specializzati e spazi dedicati a terapie specifiche.

Il CMID si occupa, infatti, della gestione ambulatoriale di pazienti affetti da patologie immunologiche e reumatologiche e da patologie rare, della gestione della Rete Interregionale per le malattie rare delPiemonte e della Valle dAosta, e di attività epidemiologiche, digestione dei registri e di analisi farmaco-economica relative alle malattie rare.

Gli artisti che non fanno parte di un circuito riconosciuto, ma che vantano un background artistico, possono, attraverso SOLIDO, godere di un’interessante vetrina, in un contesto di totale trasparenza, non a fine di lucro, e proporre le loro opere ad unpubblico sensibile non soltanto alla bellezza artistica, ma anche alla solidarietà, più che mai preziosa nei momenti difficili di emergenza sanitaria che stiamo ancora attraversando.

Mara Martellotta 

Email unaiutosolido@gmail.com

“Incipit offresi”, tre appuntamenti a partire da giovedì

 Dal 21 maggio, con l’edizione digitale del primo talent letterario

 

Approda online la quinta edizione di Incipit Offresi, il primo talent letterario itinerante per aspiranti scrittori che si propone di promuovere gli autori esordienti e la lettura attraverso una gara coinvolgente e divertente. L’obiettivo non è premiare il romanzo inedito migliore, ma scovare nuovi talenti. In 5 anni Incipit Offresi ha scoperto più di 40 nuovi autori, pubblicato circa 50 libri e coinvolto 6.000 persone, 30 case editrici e più di 50 biblioteche e centri culturali.

Tre le tappe di “Incipit Offresi +” – in programma giovedì 21, 28 maggio e 4 giugno, alle ore 18 – seguite da un ballottaggio, due semifinali e una finale il 2 luglio. La gara sarà trasmessa in streaming sulla pagina Facebook di Incipit Offresi e sulle pagine delle biblioteche partner del progetto, oltre al canale Youtube della Biblioteca Archimede. La partecipazione è gratuita e aperta agli scrittori, esordienti e non, italiani e stranieri, di tutte le età, previa autorizzazione del genitore o tutore. I candidati dovranno presentare le prime righe della propria opera: l’incipit, appunto, un massimo di 1.000 battute con le quali catturare l’attenzione dei lettori e una descrizione dei contenuti dell’opera.

Durante ogni appuntamento, gli aspiranti scrittori avranno 60 secondi di tempo per leggere il proprio incipit. Allo scadere del minuto la giuria tecnica si esprimerà con un voto segreto da 1 a 10. Il punteggio finale, che decreterà il vincitore della tappa, sarà formato dalla somma del voto preliminare assegnato dalla casa editrice partner del progetto e dal voto di tappa della giuria tecnica. Anche il pubblico collegato è invitato a votare tramite il link che l’organizzazione indicherà durante la tappa. A condurre gli incontri, gli attori di B-Teatro, con la partecipazione straordinaria del Trio Marciano (Vito Miccolis, Mao-Mauro Gurlino, Mattia Martino).

I premi in palio per i vincitori di Incipit Offresi: 1.000 euro per il primo classificato, 500 euro per il secondo classificato, oltre al Premio Italo Calvino, il Premio Indice dei Libri del Mese, InediTO – Colline di Torino, Premio Golem per un contratto di pubblicazione e Premio Coop in buoni spesa per un valore di 400 euro.

 

Incipit Offresi è un’iniziativa ideata e promossa dalla Fondazione ECM – Biblioteca Archimede di Settimo Torinese e Regione Piemonte, con la collaborazione della casa editrice Archimedebooks di Settimo Torinese, della Scuola del Libro di Roma e con la sponsorizzazione di NovaCoop.

Il Premio Incipit e il campionato sono dedicati a Eugenio Pintore, per la passione e la professionalità con cui ha fatto nascere e curato Incipit Offresi.

 

 

INFO 

www.incipitoffresi.it – info@incipitoffresi.it

www.facebook.com/incipitoffresi

In tour (online) con Pietro Micca

Al via il ciclo “Pietro Micca Tour”, un  breve appuntamento facebook del Museo Pietro Micca e dell’assedio di Torino del 1706 ogni lunedì e giovedì per raccontare, attraverso un brevissimo approfondimento del Direttore del museo e un filmato, l’assedio del 1706 proprio nel periodo in cui si svolse 314 anni fa dal maggio all’inizio settembre.

L’intero ciclo racconta i protagonisti e gli eventi dell’assedio e accompagnerà anche in visita alle gallerie del museo, della fortezza del Pastiss e del Rivellino degli invalidi.

Per chi ha voglia di rivivere un po’ di storia di Torino e l’atmosfera del museo, ecco i 4 primi  appuntamenti già usciti con i linK nell’ordine:

  1. L’introduzione al ciclo:  https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/254147445965132/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX
  2. L’evoluzione della mappa e delle fortificazioni di Torino:  https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/1416767891856670/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX
  3. Il Ducato di Savoia e la guerra di successione spagnola del 1701-13 https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/709590089811235/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX
  4. 14 maggio 1706 inizia l’assedio di Torino:
  5. https://www.facebook.com/museo.pietromicca/videos/663044707757318/?q=museo%20pietro%20micca&epa=SEARCH_BOX

Il prossimo appuntamento, lunedì 18 maggio dalle ore 09,30, racconterà l’inizio delle operazioni di attacco e di difesa della Cittadella

I filmati sono raggiungibili alla pagina facebook del museo Pietro Micca sia direttamente al www.facebook.com/museopietromicca oppure attraverso il sito del museo www.museopietromicca.it

Di fronte alla pandemia. Cinque classici raccontano il Grande Contagio

Un mini-saggio sull’attuale pandemia attraverso la rilettura comparata di cinque classici senza tempo

Il testo è inedito e scritto in coppia da Laura Pariani e Nicola Fantini (due fra i nostri più interessanti scrittori) per la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba.

“Di fronte alla pandemia. Cinque classici raccontano il Grande Contagio” vuole essere, nell’intento dei due, una sorta di mini-saggio, scaricabile gratuitamente sul sito www.fondazionebottarilattes.it , teso a riflettere e a far riflettere sull’epidemia Covid-19 attraverso le parole di cinque scrittori classici e contemporanei: Albert Camus, Daniel Defoe, Alessandro Manzoni, José Saramago e Connie Willis. Scrittori che già, nel tempo, si sono confrontati in pagine di assoluto rilievo letterario con il tema dell’epidemia in diversi momenti della storia dell’umanità. Ed é proprio attraverso un’acuta rilettura di quelle pagine, che la Pariani e Fantini hanno prodotto un testo di intrigante lettura scritto non solo per il grande pubblico, ma anche per fornire agli studenti delle scuole superiori, in particolare a chi si appresta a sostenere l’esame di Maturità, uno strumento al supporto della didattica. I due scrittori si sono soffermati in particolare  sulle reazioni all’epidemia da parte del pubblico e del privato, sulle incredibili somiglianze con il momento di emergenza che tutto il mondo sta oggi vivendo, come l’isolamento, le situazioni di militarizzazione e chiusura forzata avvenute in alcuni Paesi, senza tralasciare la narrazione della solidarietà e dell’empatia, del senso del pudore e della necessità di non lasciare l’appestato abbandonato al suo destino. La loro attenzione si è concentrata su cinque libri senza tempo, ritenuti significativi per la loro sorprendente attualità e capacità di analisi: “La peste” (1947) di Albert Camus, “Diario dell’anno della peste” (1722) di Daniel Defoe, “Storia della colonna infame” (1840) di Alessandro Manzoni, “Cecità” (1995) di José Saramago e “L’anno del contagio” (1992) dell’americana scrittrice di fantascienza Connie Willis. “Cronache storiche, romanzi e film –spiegano Pariani e Fantini – ci hanno raccontato in vario modo le pestilenze che si sono succedute nel corso dei secoli: Atene silenziosa e disertata perfino dagli uccelli; gli appestati di Costantinopoli trascinati con gli uncini; le maschere a imbuto dei medici durante la peste nera; il grido ‘Portate fuori i vostri morti!’ echeggiante nelle notti di Londra; gli accoppiamenti dei vivi impazziti nei cimiteri milanesi; gli ergastolani di Marsiglia intenti a scavare fosse comuni; il folle banchetto dei contagiati nella piazza della città invasa dai ratti al seguito di Nosferatu. Nonostante questo, la pandemia da Covid19 ci ha colti impreparati, come se le pestilenze passate fossero una fantasia nebbiosa. I libri di cui proponiamo qui la lettura raccontano che i “flagelli” non sono mai commisurati all’uomo: li si vede arrivare, ma si continua a dire che sono impossibili, li si nega; e, anche quando ci sono addosso, li si continua a pensare come un brutto sogno che passerà”.

Info: 0173.789282 – eventi@fondazionebottarilattes.it
WEB fondazionebottarilattes.it | FB Fondazione Bottari Lattes | TW @BottariLattes | YT FondazioneBottariLattes

g. m.

Nella foto: Laura Pariani e Nicola Fantini

Altre forme di vita, il Salone del libro diventa Extra

Da giovedì 14 a domenica 17 maggio quattro giornate di eventi gratuiti in live streaming con ospiti italiani e internazionali

Prende il via oggi, giovedì 14 maggio, il Salone Extra: l’iniziativa – fruibile interamente online – organizzata dal Salone Internazionale di Torino in ragione dell’impossibilità, per la manifestazione, di svolgersi nella sua veste abituale al Lingotto Fiere di Torino.

 

Quando, mesi fa, è stato scelto il titolo della XXXIII edizione, Altre forme di vita, l’obiettivo era di evocare il futuro prossimo. Oggi questo titolo si dimostra una piccola profezia. Stiamo davvero vivendo “altre forme di vita”, che fino a qualche mese fa non potevamo immaginare. In attesa di tornare nella veste abituale, in autunno o non appena possibile, il Salone ha organizzato un’edizione straordinaria – dedicata alle vittime del virus e al personale sanitario impegnato in prima linea in questa emergenza – nata dalla consapevolezza che a questa crisi si deve reagire, e che lo si può fare subito, con gli strumenti da sempre offerti dalla conoscenza.

 

Da giovedì 14 a domenica 17 maggio, quindi, sul sito del Salone sarà possibile seguire un ricco programma di eventi in live streaming e interagire con ospiti nazionali e internazionali.

I canali social del Salone (Facebook, Instagram, Twitter) racconteranno in diretta tutti gli appuntamenti. Nella giornata di venerdì 15 maggio diversi incontri saranno trasmessi in diretta su Rai Radio3 (“Tutta la città ne parla”, “Radio3Mondo”, “Radio3Scienza”, “Fahrenheit”, “Hollywood Party”, “Radio3Suite”), grazie a Rai, main media partner.

 

Il Salone Extra supporta le due campagne di raccolta fondi della Regione Piemonte e della Città di Torino, alle quali verrà data visibilità sul sito e durante gli incontri in streaming.

 

Il Programma

 

L’edizione speciale digitale del Salone si apre giovedì 14 maggio, alle ore 19, con la lezione “Conseguenze inattese. Su come l’umanità reagisce alle catastrofi” dello storico Alessandro Barbero, in collegamento dalla Mole Antonelliana di Torino.

 

Tra i tanti ospiti che interverranno:

David Quammen; Joseph E. Stiglitz; Donna Haraway; Jared Diamond; Salman Rushdie; Samantha Cristoforetti; Catherine Camus con Paolo Flores d’Arcais e Roberto Saviano; Javier Cercas; Annie Ernaux col suo traduttore Lorenzo Flabbi; Jovanotti; Vinicio Capossela; M¥SS KETA e Michela Giraud; Linus; Peppe Fiore e Francesco Lettieri; Antonio Rezza e Flavia Mastrella; Dacia Maraini; Ezio Mauro; Lilli Gruber con Barbara Stefanelli; Paolo Rumiz; Luciano Floridi; Francesco Piccolo; Roberto Calasso con Tim Parks; Maurizio De Giovanni con Franco Di Mare; Paolo Cognetti con Gabrielle Filteau-Chiba; Nadia Fusini; Roberto Arduini e Ottavio Fatica; Anita Raja; Michael Reynolds; Hoda Barakat; Ocean Vuong; Ahdaf Soueif e Adlène Meddi; Luigi Mascheroni.

 

Diversi appuntamenti sono stati pensati per SalTo Diventi, il progetto del Salone del Libro dedicato ai più giovani, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo. Da Amitav Ghosh in dialogo con i ragazzi di Fridays For Future (anche in diretta su Radio3 a Tutta la città ne parla), a un grande autore americano come André Aciman e alcuni degli autori per bambini e ragazzi più interessanti del panorama internazionale. Bernard Friot e Chen Jiang Hong dalla Francia, Katherine Rundell dall’Inghilterra, Huck Scarry, figlio del celebre Richard, dall’Austria. Oltre a scienziati e divulgatori come Elisa Palazzi e Federico Taddia.

 

La maratona di domenica 17 maggio

Domenica 17 maggio, a partire dalle 18:00 e fino alle 23:00, il Salone Extra diventerà una vera e propria maratona, condotta da Nicola Lagioia e Marco Pautasso, con contributi live in presenza e video-messaggi trasmessi in streaming. Durante la serata interverranno Massimo GianniniRoberto Saviano; Alessandro Baricco; Padre BianchiMassimo Gramellini in dialogo con Carlo RovelliZerocalcarePaolo GiordanoTeresa Ciabatti e Silvia AvalloneEsperance Ripanti. In programma performance musicali di Francesco BianconiLevanteEugenio in Via Di GioiaPerturbazioneFabrizio BossoSpiritual Trio; un reading di Mariangela Gualtieri e una video-lezione di Fabrizio Gifuni sul teatro e la peste; una performance di Arturo Brachetti.

                                     

Il programma completo è disponibile e costantemente aggiornato sul sito: salonelibro.it.

(foto Michele D’Ottavio)

Addio a Savelli, editore e spirito libero della sinistra critica

Di Pier Franco Quaglieni / E’ morto a 78 anni Giulio Savelli, uno degli editori più emblematici di quella sinistra critica  minoritaria che non è mai stata tollerata dal PCI perché  capace di ribellarsi al suo conformismo egemonico.

I giornali hanno scritto di Savelli, mettendo in evidenza tre libri che la casa editrice pubblico’: il celebre e dirompente saggio di Alberto Asor Rosa “Cultura e popolo”, la polemica ed aspra  “Strage di Stato” che riguardava il drammatico atto terroristico di Piazza Fontana a Milano  e il  celebre romanzo  “Porci con le ali” di Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice che divenne anche un film di successo. In effetti Savelli pubblicò circa 1200 titoli  improntati ad uno spirito libero anche se a volte discutibile. Se si pensa al plumbeo conformismo degli Editori Riuniti, si apprezza  comunque l’atteggiamento di Savelli incurante di quelle discipline cadaveriche  a cui quasi tutti gli intellettuali obbedivano  senza obiettare agli ordini del partito. Chi scrive ha sempre contestato  le ipotesi di quel libro collettivo su Piazza Fontana che ha fornito del  materiale a quella  demagogia parolaia  che porto’ all’assassinio del commissario Luigi Calabresi  e non ha mai voluto leggere “Porci con le ali” che pure esprimeva un senso di  condivisibile liberazione sessuale che rappresenta forse l’ unico elemento positivo della contestazione studentesca. Savelli ha anche pubblicato l’ultimo libro di Ernesto Rossi “Pagine anticlericali” che rappresenta la posizione più estrema del grande polemista che  accusava anche i comunisti di essere succubi del Vaticano. Pier Luigi Battista  che un tempo era un giornalista che amava le eresie, sul “Corriere della Sera”  non ha dedicato un rigo al Savelli che  insieme ai filosofi  Lucio Colletti e Marcello Pera  e allo storico Piero  Melograni   nel 1996 fecero scandalo perché si candidarono nelle liste di Forza Italia. Furono i cosiddetti professori che ebbero vita breve nel partito di Berlusconi che si lasciò sfuggire di mano gli unici intellettuali veri  che avrebbero potuto dare una consistenza culturale al partito e al Centro – destra nel suo insieme su basi autenticamente liberal – democratiche. Forza Italia privilegiò gente incolta e politicamente incapace, emarginando un gruppetto di uomini pensanti di raro ingegno anche politico. Era gente che per lo più veniva dalla sinistra e che aveva maturato la convinzione che libertà e marxismo erano termini incompatibili e che l’ex partito comunista di Occhetto e di D’Alema aveva cambiato nome, ma non i suoi contenuti e soprattutto i suoi metodi politici. Alla fine degli Anni 70 Savelli aveva fondato il settimanale indipendente  “Il Leviatano” a cui collaborarono uomini come Alberto Ronchey e Rosario Romeo.
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Dopo circa un anno Savelli era già nel gruppo misto di Montecitorio. L’ unico che resistette per  tre legislature fu Marcello Pera che fu eletto presidente del Senato, ma cadde in disgrazia agli occhi di Berlusconi che, anche in questo caso, perse un uomo di cultura raffinata e libera che aveva contribuito a diffondere in Italia insieme ad Antiseri  il pensiero liberale  di Popper. Quel gruppetto dimostrò comunque che l’egemonia ottusa di chi  pretendeva che gli intellettuali suonassero, per dirla con Vittorini, il piffero per la rivoluzione, era finita. Ma l’ inconsistenza culturale del centro- destra non capì l’importanza di avere uomini come Savelli . Savelli sposò la giornalista Pialuisa Bianco, donna di rara intelligenza, dalla grinta polemica molto vivace. Diresse “L’indipendente” dopo Feltri, portando quel giornale ad un ottimo livello, liberandolo dalle volgarità illiberali  feltriane in quell’epoca vicine al giustizialismo di Di Pietro e di Bossi. Le  venne poi affidata una trasmissione televisiva che durò poco e  successivamente venne relegata  a Bruxelles a dirigere l’istituto italiano di cultura. Anche Pialuisa Bianco venne trascurata a vantaggio di lacchè privi di qualità Intellettuali che si riveleranno anche poco affidabili. Uomini come Savelli avrebbero potuto anche realizzare iniziative editoriali di vasto respiro, creando per tanti spiriti liberi un’occasione di pubblicare i propri libri, come in parte modesta fa  Rubbettino. Pensate, ad esempio, ad un Savelli a capo della Mondadori cosa avrebbe potuto  rappresentare. Era un uomo libero  che seppe mantenere una costante indipendenza di giudizio e seppe fare scelte coraggiose e controcorrente . Come editore di sinistra si potrebbe paragonare a Feltrinelli che pubblico ‘ libri che Einaudi aveva rifiutato. Peccato che Feltrinelli abbia  poi concluso  drammaticamente la sua vita, giocando a fare il terrorista. Ho avuto il piacere di incontrarlo e di apprezzarne le doti umane ed intellettuali che non vennero capite o, forse,  proprio  perchè vennero afferrate vennero respinte. Mettere ministro alla cultura il cantore poetico di Berlusconi Sandro Bondi  ed aver allontanato quei professori fu un errore gravissimo ed irrimediabile che ha pesato e pesa  più che mai anche oggi.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

Psicosi

LA POESIA / “… Fingiamo l’appagamento in catalessi, siamo complessi ma pur sempre oppressi.”

 

Psicosi

Cos’è questa libertà che tanto millantiamo?

Che sia l’inferno o il paradiso, siamo sempre controllati da qualcuno, senza l’approvazione di nessuno ma esaltati da ognuno che si affida al buio, siamo liberi da tutti meno che da noi stessi perchè siamo privati non della mente ma del fiuto.

Fingiamo l’appagamento in catalessi, siamo complessi ma pur sempre oppressi.

 

Luca Testa

Paleologo del terzo millennio narra le gesta degli Aleramici

La storia degli Aleramici e le imprese dei marchesi del Monferrato narrate in un volume da un Paleologo del terzo millennio, lontanissimo parente degli ultimi imperatori bizantini

È una lunga, infinita e affascinante storia di lotte e intrighi tra famiglie e dinastie, di assedi e di alleanze, di conquiste di castelli e di territori, di litigi familiari e matrimoni combinati. Marchesi del Monferrato che vanno a combattere in Oriente in cerca di gloria, nobildonne monferrine che sposano imperatori bizantini diventando imperatrici di Bisanzio in una grande saga che copre secoli di storia medioevale.

L’autore della “Storia degli Aleramici” (Odoya editore) è Andrea Paleologo Oriundi che racconta le vicende dei diversi rami della famiglia che nacque con Aleramo, il capostipite della dinastia vissuto mille anni fa. Gli Aleramici furono un’importante famiglia feudale di origine franca e quando si parla di loro il pensiero vola subito alle gesta dei marchesi del Monferrato nell’Oriente mediterraneo quando lo stendardo del Monferrato sventolava in Terrasanta su minareti e città conquistate. É senz’altro il ramo più noto della dinastia sia per l’importanza del territorio piemontese a quel tempo governato sia per le straordinarie avventure vissute da alcuni marchesi nel Vicino Oriente, all’epoca delle Crociate e nell’Impero bizantino. Ma non fu l’unico perchè il casato degli Aleramici si è molto ramificato, dando luogo a numerose dinastie in Piemonte e in Liguria. E così nacquero gli Aleramici del Vasto, di Saluzzo, di Ceva e Clavesana, di Savona, di Finale, di Busca, Incisa, Bosco e Ponzone e del Monferrato. Un’indagine approfondita è dedicata alla figura del patriarca Aleramo, oggetto di tante leggende popolari come è capitato a ben pochi altri personaggi medioevali. “I documenti a disposizione dello storico sono però molto scarsi, sottolinea l’autore, specialmente per le prime generazioni mentre per le successive, dopo il XIII secolo, le notizie sono più numerose”.

Dei marchesi del Monferrato, in questo libro, si parla solo delle loro imprese in Italia. Le gesta in Terrasanta e nell’Impero bizantino sono state trattate dall’autore in un altro suo recente libro “Il Monferrato nell’Oriente mediterraneo, secoli XII-XV”. Un duello geopolitico ad alta tensione tra Gerusalemme, Costantinopoli e il mondo arabo che per certi versi ricorda i tempi attuali. La straordinaria e sfortunata avventura di cinque marchesi monferrini tra la Terra Santa e Costantinopoli, la capitale dell’Impero bizantino e soprattutto le gesta di Corrado, il sire che salvò Tiro, l’italiano che sconfisse il Saladino. Il prode Corrado fu pugnalato e ucciso dai sicari della setta medioevale degli Assassini, i primi terroristi islamici della Storia, mentre suo fratello, il marchese Bonifacio, conquistò Costantinopoli. Due grandi protagonisti delle Crociate, con un destino comune: cercare fama e popolarità in Oriente e morire in quelle terre, come i loro fratelli, dove si combatteva per la religione e per il potere. Molta attenzione è stata dedicata in questo volume alla figura di Federico I Barbarossa che più volte scese in Italia con il suo esercito e al suo alleato, il marchese del Monferrato Guglielmo il Vecchio. La famiglia dei Paleologi fu l’ultima dinastia a governare l’Impero bizantino fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453 nelle mani degli Ottomani.

Dal matrimonio di interesse tra l’imperatore greco Andronico II Paleologo e la casalese Violante o Jolanda degli Aleramici nacque Teodoro I Paleologo che divenne marchese del Monferrato e principe di Bisanzio. Questo ramo dei Paleologi governò il Monferrato dal Trecento alla metà del Cinquecento. Il nostro Andrea Paleologo Oriundi, scrittore, studioso di storia e Capitano di vascello del Genio Navale in riserva si dedica da anni a ricerche sugli eventi che hanno coinvolto nei secoli passati membri della sua famiglia di cui porta il nome di origine greca.

Filippo Re