CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 5

“La Conversazione”, così Gene Hackman anticipò il tema della privacy

La recente dipartita dell’attore americano Gene Hackman, riporta il suo cinema all’onore delle cronache. Ma è in particolare su un suo film, che intendo attrarre l’attenzione del lettore del Torinese: “La Conversazione” di Francis Ford Coppola(Studio Canal, dvd, Blu-ray riedito e nelle sale restaurato in 4k). Perché, questa pellicola e la sua trama, anticipa di decenni il problema dello spionaggio politico nell’era Internet, dei big data, di Cambridge Analitica e del Grande Fratello. In sostanza della tenuta della privacy nell’epoca della informatizzazione globale. Un tema extra cinematografico, molto sociale e politico. Harry Caul è un detective privato a cui si affida un uomo d’affari, per indagare sulla consorte e la sua relazione extraconiugale.Caul (Hackman) porta avanti il suo compito con precisione e professionalità, ma quando vagliando i nastri registrati si accorge che i due amanti stanno correndo un grave rischio, esita a concludere il suo incarico. I nastri gli vengono rubati e l’uomo allora decide di mettere sull’avviso i due indagati nell’albergo dove si incontrano…


Il film vincitore della Palma d’oro a Cannes 1974, si ispira al romanzo “Il lupo della steppa” di Herman Hesse e per alcune sequenze al “Blow up” di Antonioni. L’opera uscì in concomitanza al caso Watergate, che portò all’impeachment di Richard Nixon. Coppola aveva scritto in precedenza la sceneggiatura della “Conversazione” e questo rende tutta la vicenda raccontata, ancora più profetica e inquietante. Questo film ci pone delle domande importanti per la nostra società del “panopticon” della comunicazione. Questo nostro tempo orwelliano, dove, come e quando deve limitarsi? Dove la nostra privacy viene violata impunemente? Quali sono le implicazioni etiche del villaggio globale, dove l’uomo più vicino a Donald Trump, il suo “spin doctor” Steve Bannon, tramite la filiale londinese della sua azienda di gestione di big data, controllava i flussi informativi da e per la Casa Bianca, durante la campagna elettorale della prima elezione? In questo “siamo tutti spiati” il film di Coppola ridiventa magnificamente attuale rivederlo oggi. Ci aiuta a sviluppare il senso critico, nel valutare i limiti e le possibilità tecniche della società dell’informazione, nel suo passaggio d’epoca, dal “naturale” mondo analogico all’ “artificiale” mondo digitale, come ci ricorda Alfonso Beradinelli in un suo recente intervento sul quotidiano il Foglio, riguardo alla sua edizione redatta in AI. Curiosità finale: alcuni apparecchi usati per le intercettazioni al Watergate, sono gli stessi di Harry Caul, compreso il microfono “di sua costruzione” inventato per captare i labiali, tagliando fuori i rumori di fondo, usato nella sequenza d’apertura. Grazie all’immortale talento attoriale del grande Gene Hackman, il cinema ci apre uno sguardo illuministico, sull’attualità di questo travagliato nostro tempo.

Aldo Colonna

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

Le assaggiatrici – Drammatico. Regia di Silvio Soldini, con Elisa Schlott. Autunno 1943. La giovane rosa, in fuga da Berlino colpita dai bombardamenti, raggiunge un piccolo paese isolato vicino al confine orientale. Qui è dove vivono i suoceri e dove il marito, impegnato al fronte, le ha scritto di rifugiarsi in attesa del suo ritorno. Rosa scopre subito che il villaggio, apparentemente tranquillo, nasconde un segreto: all’interno della foresta con cui confina, Hitler ha il suo quartier generale, la Tana del Lupo, Il Führer vede nemici dappertutto, essewre avvelenato è la sua ossessione. Una mattina all’alba Rosa viene prelevata, con altre giovani donne del villaggio, per assaggiare i cibi cucinati per lui. Divise tra la paura di morire e la fame, le assaggiatrici stringeranno tra loro alleanze, amicizie e patti segreti. Da un fatto vero, dal romanzo di Rosella Postorino. (Eliseo, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Nazionale sala 2 anche V.O., The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

A Working Man – Azione, thriller. Regia di David Ayer, con Jason Statham. Levon Cade è rimasto vedovo e da solo cresce la sua ragazzina, lavora come operaio edile, nascondendo allo stesso tempo la sua identità di ex Royal Marine e agente speciale antiterrorismo. Sino a quando viene rapita la figlia del suo capo e lui deciderà di ritornare in azione. Durata116 minuti. (Massaua, Ideal, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Berlino estate ’42 – Drammatico. Regia di Andreas Dresen. L’estate del ’42 è stata per Hilde la più bella della sua vita. Ha conosciuto e sposato Hans e ora aspetta un bambino. Ma Hans fa parte di un movimento antinazista clandestino, a cui lei stessa decide di aderire, ed insieme partecipano ad azioni molto rischiose. Catturata dalla Gestapo, dovrà partorire suo figlio in carcere, ma sarà quel bambino a darle forza nei momenti più bui. Durata 124 minuti. (Eliseo)

Biancaneve – Fiabesco. Regia di Marc Webbe, con Rachel Zegler e Gal Gadot. Biancaneve, bellissima principessa, è rimasta sola dopo la morte dei suoi genitori, il Re Buono e la Regina Buona, e deve combattere contro le macchinazioni della Regina Cattiva che vorrebbe vederla morta. Ha l’aiuto dei sette nani, che lavorano in una miniera di diamanti, e del ladro Jonathan. Durata 119 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Lingotto)

La casa degli sguardi – Drammatico. Di e con Luca Zingaretti, con Gianmarco Franchini. Marco ha 20 anni e una grande capacità di sentire, avvertire ed empatizzare con il dolore del mondo, scrive poesie, e cerca nell’alcol e nelle droghe “la dimenticanza”, quello stato di incoscienza impenettrabile anche all’angoscia di esistere e di vivere. Beve tanto Marco, beve troppo. È in fuga dal dolore ma soprattutto da se stesso. Per vivere si deve anestetizzare, dice. È incapace di “stare” nelle cose, a meno che il tasso alcolico del suo sangue non sia altissimo, e si è allontanato da tutti, amici e fidanzata, spaventati dalla sua voglia di distruggersi. Anche il padre, testimone di questo lento suicidio, è incapace di gestire tanta sofferenza ma tenta almeno di “esserci”, la madre è mancata da qualche anno lasciando un grande vuoto. Quando dovrà andare a lavorare nella cooperativa di pulizie del Bambin Gesù è convinto che questa esperienza, a contatto con i bambini malati, lo ucciderà. Tratto dal libro di Daniele Mencarelli. Durata 109 minuti. (Romano sala 2, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Il caso Belle Steiner – Thriller. Regia di Benoît Jacquot, con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg. Lui, Pierre, è un insegnante di matematica e lei, Cléa, lavora in uno studio d’ottica, non hanno figli, conducono una vita tranquilla in una piccola città. Le loro vite vengono sconvolte quando Belle, la figlia di un’amica e alla quale hanno dato ospitalità, viene trovata uccisa nella sua stanza. L’uomo diventa il principale sospettato dal momento che era l’unico presente in casa nel momento del delitto. Tratto dal romanzo di Simenon “La morte di Belle”. Durata 97 minuti. (Nazionale sala 3)

Eden – Drammatico. Regia di Ron Howard, con Jude Law, Vanessa Kirby, Daniel Brühl e Ana de Armas. Nel 1939, il dottor Friedrich Ritter e sua moglie Dora fuggono dalla Germani di Hitler per trovare rifugio nell’isola di Floreana, nelle Galapagos. Troveranno una famiglia di coloni e saggeranno l’arrivo di una sedicente quanto felina baronessa, con amici/amanti al seguito. Sul finale ci scapperà qualche morto, pur tra paesaggi e panorami mozzafiato, rinunciando a quello studio di caratteri che in un cinema autentico, senza fregature, dovrebbe essere tutt’altra cosa. Grandi mezzi produttivi, insoddisfacenti interpretazioni, strombazzata presentazione in anteprima mondiale all’ultimo Torino Film Festival. Possiamo benissimo risparmiarci il dovere di vederlo (ho già dato, in quell’occasione). Durata (prolississima) 129 minuti. (Ideal, Reposi sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

FolleMente – Commedia. Regia di Paolo Genovese, con Eduardo Leo e Pilar Fogliati, e con Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria. Dopo l’enorme successo di “Perfetti sconosciuti”, Genovese sceglie di seguire le avventure – e i tanti sentimenti – di Piero e Lara, gli scombussolamenti più intimi che hanno inizio con il primo incontro, fatto per conoscersi meglio. Non devono prendere piede gli aspetti esteriori appunto, ma è necessario entrare nelle teste di ognuno e chiedersi quanto conosciamo davvero di noi stessi quanto prendiamo una decisione? E se dentro di noi esistessero più versioni del nostro IO, ognuna con qualcosa da dire? È uno svelare a poco a poco i pensieri più nascosti e le battagli interiori che tutti siamo portati ad affrontare, la volontà decisionista, e gli aspetti più romantici, le spinte impulsive con le paure e le disillusioni (per la parte femminile), l’idealizzazione e l’Eros e la parte più irrazionale di noi tutti (per la parte maschile). Durata 97 minuti. (Massaua, Nazionale sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Guida pratica per insegnanti – Commedia. Regia di Thomas Lilti, con François Cluzet e Vincent Lacoste. Siamo al rientro dalle vacanze estive, all’inizio di un nuovo anno scolastico, e tra i docenti dell’istituto arriva Benjamin, un giovane dottorando senza borsa di studio che accetta di fare il supplente di matematica per potersi pagare gli studi. Spinto anche dalla famiglia a fare questa prima esperienza nell’insegnamento, Benjamin capirà presto quanto sia difficile questo lavoro. I suoi colleghi, con più esperienza di lui e momto affiatati tra loro gli mostreranno quanta dedizione e tenacia ci vogliano per anda avanti in questa professione. Il sistema dell’istruzione pubblica è un vero e proprio campo di battaglia, in piena crisi ed estremamente fragile. Benjamin dovrà contare sulle proprie forze e affrontare le dure prove alle quali verrà sottoposto, in un mestiere che si rivelerà più impegnativo e serio rispetto a quello che aveva immaginato. Durata101 minuti. (Classico, Due Giardini sala Ombrerosse)

Lee Miller – Drammatico, biografico. Regia di Ellen Kuras, con Kate Winslet, Alexander Skarsgard, Marion Cotillard e Hosh O’Connor. Lee, ex modella statunitense per Vogue dall’età di 19 anni e grande appassionata di fotografia, parte per l’Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di fotoreporter proprio per la celebre rivista. La sua missione sarà quella di documentare le atrocità della guerra e mostrare al mondo il vero volto della Germania nazista. Attraverso i suoi scatti denuncerà i crimini perpetrati nei confronti degli ebrei e delle minoranze nei campi di concentramento. La giornalista produrrà un enorme archivio tra foto e appunti lasciando un’inestimabile testimonianza di quel periodo durissimo in cui lei stessa dovrà fare i conti con alcune verità del suo passato. Durata 116 minuti. (Due Giardini sala Ombrerosse, Greenwich Village sala 3)

Nonostante – Drammatico. Regia di e con Valerio Mastandrea, con Dolores Fonzi, Barbara Ronchi e Laura Morante. Un uomo trascorre serenamente le sue giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. È ricoverato da un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e problemi di alcun genere. Quella preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova persona viene ricoverata nello stesso reparto. È una compagna irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condiziione soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare, vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando. Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile. Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo possibile. Durata 92 minuti. (Romano sala 1)

No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Fratelli Marx sala Chico V.O.)

Operazione Vendetta – Azione. Regia di James Hawes, con Rami Malek, Laurence Fishburne e Rachel Brosnahan. Un crittografo della Cia perde la moglie in un attentato terroristico a Londra. Deciderà di passare all’azione con una pericolosissima missione di vendetta, nel tentativo di scoprire chi ci sia dietro quella morte: da Berlino a Casablanca a Istanbul, dovrà combattere e destreggiarsi tra spie e sparatorie e mercenari pronti a tutto. Nella scoperta finale di macchinazioni e inattesi giochi politici. Durata 123 minuti. (Ideal, Lux sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Puan – Il professore – Commedia drammatica. Regia di Maria Alche e Benjamìn Naishtat, con Marcelo Subiotto e Leonardo Sbaraglia. Marcelo è un insegnante di filosofia all’Università pubblica di Buenos Aires, quando viene a mancare il suo mentore il posto è vacante: sarebbe lui ad aspirarvi se un nuovo “pretendente”, famoso alle cronache anche per la sua relazione con una famosa attrice. Una vera lotta per la cattedra e con essa la situazione del paese che sta degenerando. Durata 109 minuti. (Centrale V.O.)

Senza sangue – Drammatico. Regia di Angelina Jolie, con Demian Bichir e Salma Hayek. Manuel Roca, in un paese imprecisato, viene ucciso nella sua casa da un gruppo di uomini feroci e senza scrupoli: ma prima di morire riesce a mettere in salvo la sua bambina, Nina. Scoperta, verrà nascosta ancora a quegli uomini dal giovane Tito. Anni dopo, Nina, divenuta donna, si presenterà davanti a quell’uomo per rivedere con lui il proprio passato. Quinto film di Jolie nelle vesti di regista, il film è tratto dal romanzo omonimo di Alessandro Baricco. Scrive tra l’altro Maurizio Porro nelle colonne del Corriere della Sera: “(Jolie) non sempre riesce a esprimere radice e vita poetica dei sentimenti, allentando in dialoghi di servizio l’azione interiore e il cuore del problema.” Durata 91 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Fratelli Marx sala Harpo anche V.O., Ideal)

La storia di Patrice e Michel – Drammatico. Regia di Olivier Casas, con Yvan Attal e Mathieu Kassovitz. 1948. Michel e Patrice, due bambini di 5 e 7 anni, dopo essere stati abbandonati dalla madre in un campo estivo nei pressi di La Rochelle, fuggono nella foresta in seguito alla scoperta del cadavere del proprietario del posto che si è suicidato. Lì sopravvivono per sette anni e affrontano insieme continue avversità che fortificano ancora di più il loro legame. Patrice protegge sempre Michel arrivando pure a digiunare per di far mangiare lui. Trascorrono molti anni. Michel si è sposato, ha due figli, ed è diventato architetto. Patrice in vece è medico ed è direttore di una clinica ma un giorno sparisce. Così Michel molla tutto e lascia lasua famiglia per ritrovare il fratello che si è rifugiato in Canada. I segreti del loro passato continueranno però a tormentarli, anche a distanza di tempo e dall’altra parte del mondo. Durata 106 minuti. (Due Giardini sala Nirvana, Greenwich Village sala 1)

Sons – Drammatico. Regia di Gustav Moller, con Sidse Babett Knudsen e Dar Salim. Il film narra la storia della guardia carceraria Eva, la cui professionalità viene messa iun discussione dalla giustizia, dal momento in cui l’assassino di suo figlio viene rinchiuso nella prigione dove lei lavora. La donna chiede di essere trasferita nel reparto dove è detenuto i’omicida, senza rivelare, però, il legame che lei ha con il carcerato. Il desiderio di vendetta di Eva cresce sempre più, fino a mettere in gioco la sua morale e anche il suo stesso futuro. Durata 100 minuti. (Greenwich Village sala 1)

Sotto le foglie – Commedia, thriller. Regia di François Ozon, con Josiane Balasko, Ludivine Sagnier e Hélène Vincent. La premurosa nonna Michelle vive la sua tranquilla pensione in un piccolo villaggio della Borgogna, vicino alla migliore amica Marie-Claude. Michelle non vede l’ora di trascorrere l’estate con il nipote Lucas, ma quando sua figlia Valérie e Lucas arrivano a casa le cose iniziano a prendere una strana piega e nulla sembra andare per il verso giusto: Valérie mangia dei funghi velenosi raccolti da Michelle e il ritorno di Vincent, il figlio di Marie-Claude appena uscito di prigione, sembra sconvolgere ulteriormente gli equilibri. Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Con la consueta sensibilità, Ozon descrive un paesaggio geografico e umano all’apparenza soave, dove le persone al contrario prima o poi mostrano comportamenti inaspettati, facendo emergere, sotto le foglie, il panorama problematico dei rapporti familiari e amicali, con la vicenda che si tinge di giallo, ambiguamente tra gesti amorevoli e sospetti atroci.” Durata 101 minuti. (Nazionale sala 1)

The last Showgirl – Drammatico. Regia di Gia Coppola, con Pamela Anderson e Jamie Lee Curtis. Shelly ha saputo che lo spettacolo di cui lei era la stella a Las Vegas sta per chiudere: dovrà cercare una sistemazione per vivere, forse dovrà rinunciare alle sue aspirazioni artistiche, pronte ancora per il futuro, sarà necessario per lei rivedere i rapporti con la sua figlia Hannah che ha sempre abitato a Tucson, affidata a conoscenti, una ragazza che vede nella professione della madre il motivo che le ha sottratto affetti e l’abitudine a stare insieme. Davvero è stato “normale” abbandonare tutto questo, per ritrovarsi adesso senza un futuro? Durata 88 minuti. (Fratelli Marx sala Chico, Reposi sala 4, Uci Beinasco)

The Shrouds – Segreti sepolti – Drammatico. Regia di David Cronenberg, con Vincent Cassel, Diane Kruger e Guy Pearce, Rimasto vedovo di Becca da quattro anni, Karsh ha faticosamente trovato il modo di elaborare il lutto. Grazie ai suoi ingenti mezzi finanziari ha fondato una società, GraveTech, che fabbrica sudari speciali, che permettono di riprendere con videocamere i defunti e di farli osservare post mortem ai congiunti attraverso un dispositivo elettronico. Soprattutto Karsh può così osservare Becca in ogni momento, anche morta. Così facendo, scopre un’anomalia nelle ossa di Becca, come se queste stessero mutando sottoterra. Nel frattempo il cimitero GraveTech, dove ha sepolto la moglie, subisce un atto di vandalismo, apparentemente riconducibile a un gruppo di ecoterroristi islandesi. Maury, cognato di Karsh, e Terry, la sua ex moglie e sorella di Becca, identica a lei tranne che per carattere e acconciatura, pensano che siano coinvolti servizi segreti russi e cinesi, interessati alle potenzialità strategiche offerte dai sistemi GraveTech. Durata 116 minuti. (Eliseo, Lux sala 2, Nazionale sala 4, Uci Moncalieri)

La vita da grandi – Commedia drammatica. Regia di Greta Scarano, con Matilda De Angelis, Yuri Tuci, Maria Amelia Monti e Paolo Hendel. Irene sta costruendo una vita regolare a Roma, quando è costretta a tornare a Rimini, la sua città natale, per prendersi cura di Omar, suo fratello autistico di 40 anni. Scoprirà che Omar ha idee chiare sul suo futuro: non vuole in nessun modo vivere con lei una volta che i genitori non ci saranno più. Convince Irene a tenere per lui un corso intensivo di adultità che gli permetta di essere autonomo, ma soprattutto di realizzare i suoi sogni, come partecipare al Talent che lo renderà un cantante famoso. Durata 90 minuti. (Reposi sala 4, Romano sala 3)

Quattro artisti in mostra alla Fondazione Amendola in “Contrappunto”

Ermanno Barovero e Ariel Soulé per la pittura e Roberto Bricalli e Elio Garis per la scultura

‘Contrappunto’ è il titolo di una mostra che unisce in un sodalizio artistico i lavori di due pittori, Ermanno Barovero e Ariel Soulé, e due scultori Roberto Bricalli e Elio Garis, ospitata nella sede della Fondazione Giorgio Amendola, in via Tollegno 52 a Torino. Inaugura giovedì 10 aprile alle 17.30 e rimarrà aperta fino al 3 maggio prossimo.

Dopo la prima tappa a Morbegno, in provincia di Sondrio, la mostra itinerante fa tappa a Torino e chiuderà il suo percorso a Cuneo, nella sede di palazzo Samone.

“Contrappunto, il titolo della mostra – spiega il suo curatore Luca Motto – sottolinea la molteplicità delle voci che, pur producendo un canto individuale e personale, formano un insieme armonico e coerente. L’arte è sempre un rito che mette ordine nella realtà e l’artista cerca sempre di rendere docile qualche aspetto incontrollabile della realtà. L’arte è incantesimo. Ci si arresta davanti a un dipinto, davanti a una scultura. La contemplazione è un’azione magica. L’arte è ordine Ma l’ordine non è necessariamente giusto, benevolo. L’ordine può essere arbitrario, duro, crudele. L’artista non fa dell’arte per salvare gli uomini, ma per salvare se stesso. L’arte è un luogo sacro. Tutto ciò che è immesso in questo spazio si trasfigura. Tutto questo fa parte delle ricerca dei quattro artisti in mostra, che trasformano lo spazio espositivo in cui mescolanza e unione sono dionisiaci, tutto fuoco e passione.

La separazione e l’individuazione sono apollinei, tutta estetica e logica. Nella mostra “Contrappunto” i quattro artisti fanno dell’occhio un occhio esplorante e la loro arte testimonia il linguaggio specifico delle immagini sia pittoriche, sia scultoree, che rimandano ad una realtà altra e stupefacente”.

La mostra è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19. Sabato 9.30-12.30. Ingresso libero.

 

Mara Martellotta

Corno da Caccia: due giorni di musica e tradizione tra Stupinigi e Torino

Torna l’appuntamento con l’Arte Musicale dei Suonatori di Corno da Caccia dell’Accademia di Sant’Uberto

Palazzina di Caccia di Stupinigi: 12 aprile, dalle 15.15 alle 17.30

Concerto gratuito con biglietto d’ingresso

Piazza e Corte d’Onore di Palazzo Carignano: 13 aprile, dalle 10.15 alle 12.30

Concerto gratuito

 

 

L’arte musicale del corno da caccia torna protagonista con le Giornate Internazionali del Corno da Caccia 2025, in programma il 12 e 13 aprile. Un doppio appuntamento all’insegna della musica e della tradizione, che si svolgerà prima nella splendida cornice della Palazzina di Caccia di Stupinigi e poi nel prestigioso Palazzo Carignano.

L’evento è organizzato dall’Accademia di Sant’Uberto come parte della rassegna musicale Cerimoniale e Divertissement 2025, alla sua seconda edizione, che celebra il connubio tra il patrimonio culturale immateriale dell’umanità UNESCO (grazie alla convenzione del 2023) dell’arte del corno da caccia e un altro importante patrimonio UNESCO del Piemonte, le Residenze Reali Sabaude (convenzione del 1972).

Questa tradizione musicale, nata nelle corti europee della seconda metà del Seicento, vede oggi la partecipazione di ensemble provenienti da tutta Europa: LesTrompes de Bonne dall’Alta Savoia (Francia), i gruppi con Parforcehorn in Mib dell’Alto Adige e della Repubblica Ceca, e con la partecipazione dei corni delle Alpi con il gruppo “I Corni del Generus” di Bellinzona (Svizzera) e LesBriançonneurs (Francia). Si esibiranno in un programma che coinvolge circa 60 suonatori, rendendo omaggio ad uno strumento naturale, senza fori, valvole o pistoni, nato per comunicare tra foreste e montagne e trasportato nei secoli nella musica d’arte da compositori come Vivaldi, Haendel e Alessandro Scarlatti.

Il programma dei concerti

Le Giornate Internazionali del Corno da Caccia 2025 prevedono due appuntamenti:

  • Sabato 12 aprile – Palazzina di Caccia di Stupinigi, Nichelino: Concerto all’aperto con esibizioni dei gruppi internazionali di corno da caccia e dei corni delle Alpi. L’ingresso è gratuito ma con il biglietto d’ingresso alla Palazzina.
  • Domenica 13 aprile – Palazzo Carignano, Torino: Concerto conclusivo in cui si alterneranno i diversi gruppi, con esecuzioni sia collettive che singole, mettendo in risalto le differenti tecniche e strumenti legati a questa affascinante tradizione musicale. Il concerto è gratuito.

Le iniziative sono possibili grazie al supporto del Ministero della Cultura ai patrimoni Culturali Immateriali dell’Umanità UNESCO (Legge 77/2006) e della Fondazione CRT.

Per maggiori informazioni e aggiornamenti, è possibile consultare il sito ufficiale delle Residenze Reali Sabaude (www.residenzerealisabaude.com) e quello dell’Accademia di Sant’Uberto (www.accademiadisantuberto.org), dove trovare anche il link al canale YouTube degli eventi musicali.

Per informazioni: info@accademiadisantuberto.it

L’arte musicale del corno da caccia e il riconoscimento UNESCO: un po’ di storia

Il corno da caccia è stato inserito nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO nel 2020, grazie a una candidatura internazionale che ha coinvolto Francia, Italia, Belgio e Lussemburgo. Per l’Italia, i partner ufficiali sono: Regione Piemonte, Città di Venaria Reale, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude, Città di Nichelino, Palazzina di Caccia di Stupinigi/Fondazione Ordine Mauriziano e Liceo Classico Musicale Cavour di Torino.

La promozione e il recupero di questa antica arte in Italia è opera dell’Accademia di Sant’Uberto – ETS, fondata nel 1996 da un gruppo di persone con diverse competenze, già attivo ai primi anni ’90 per il recupero e la promozione della Reggia di Venaria, all’epoca ancora in stato di degrado. Nell’ipotesi di un recupero, l’obiettivo era quello di salvaguardare l’identità storica della residenza, legata al loisir di corte, al tema ludico, per mettere a fuoco la civiltà delle corti d’Europa sotto diverse prospettive: musica, esercizi del corpo, feste, cerimonie. In questo quadro il corno da caccia era l’elemento rappresentativo del loisir di corte all’epoca più importante, la Venatio Regia – la caccia Reale, e certamente non come semplice svago o divertimento, ma per l’educazione del principe alla difesa del suo territorio, insieme ai giovani aristocratici che ne avrebbero seguito le sorti, in pace e in guerra, e per comunicare la magnificenza attraverso il complesso cerimoniale venatorio. Il corno da caccia divenne quindi per L’Accademia di Sant’Uberto emblematico del valore del tema ludico di corte in tutti suoi diversi aspetti. Da allora il tema è stato sviluppato in diversi modi: musica del corno da caccia e barocca, studi, ricerche, pubblicazioni e mostre sul tema ludico.

Nel corso dell’iter di candidatura UNESCO del corno da caccia la presa di coscienza del valore del patrimonio immateriale ha sviluppato un diverso modo di collaborare con i siti UNESCO, con le Residenze, beni “materiali”. Non può essere UNESCO un patrimonio immateriale che non sia vivente, ossia legato ad una comunità di praticanti che nel corso del tempo, spesso di secoli, ha creato la sua arte, l’ha modificata e sviluppata fino ai nostri giorni, diversa, ma sempre viva e aperta al futuro, con i giovani. Questo aspetto ha incoraggiato una proposta di valorizzazione del patrimonio in generale, rispettosa del passato, ma attenta alla pratica di oggi. Il patrimonio immateriale, vivente, ben si presta a rivitalizzare siti UNESCO, a mettere in luce pratiche esercitate da chi ci viveva, creando un ponte tra passato e presente, mantenendo vivo l’interesse e la curiosità di conoscere. Le antiche fanfare di caccia della corte di Luigi XV oggi si suonano sempre con un corno naturale, ma con tecniche diverse; l’antico gioco della pallacorda, gioco educativo per destrezza, tuttora praticato, è diverso dal suo erede, il tennis di oggi, ma la visione viva e d’insieme di una attività contribuisce a superare le barriere del tempo e a ritrovare l’emozione di un nuovo percorso di visita.

Questo impegno culturale e di comunicazione ha portato alla recente pubblicazione del volume Il corno da caccia. Musica a corte tra Piemonte ed Europa (Secc. XVI – XIX), a cura di Renato Meucci (edito da Olschki), che raccoglie i contributi di 15 esperti da 8 Paesi diversi. È stato peraltro ritrovato un prezioso corno da caccia sabaudo della seconda metà 700, che certamente avrà suonato a Stupinigi, e due copie sono state eseguite, anche per impiego nei concerti barocchi e formazione di giovani musicisti nei corsi tenuti dall’Accademia alla Reggia di Venaria. In Italia sono conservati solo 13 corni realizzati tra il Seicento e il Settecento, dopo le fusioni avvenute nel secondo conflitto mondiale.

Al castello di Agliè la mostra “Nobili tappeti”

Testimonianze d’arte tessile orientale tra XVI e XIX secolo di collezioni private

Al castello di Agliè viene ospitata fino al 4 maggio prossimo una mostra curata da Luca Emilio Brancati  dal titolo “Nobili tappeti. Testimonianze d’arte tessile orientale tra XVI e XIX secolo da collezioni private”, ideata e prodotta in collaborazione  con il Rotary Club Cuorgnè e Canavese e con la galleria Mirco Cattai.

Curatore della mostra è il professor Luca Emilio Brancati del Dipartimento di Storia dell’arte dell’Università di Torino e coordinatore nella scelta delle opere da esporre il noto antiquario del settore Mirco Cattai, insieme al socio rotariano Gianni Sella, in collaborazione quanto la mostra rappresenta l’evento celebrativo del quarantennale della fondazione del RC Cuorgnè e Canavese.

Si tratta ei una straordinaria esposizione di tappeti orientali rari, provenienti dalla Persia, Anatolia e Caucaso e rappresenta un’occasione unica per immergersi nella bellezza e nell’arte tessile orientale, con un’accuratezza nella selezione di opere che narrano secoli di tradizione e maestria.

La mostra si apre nel grande salone di ingresso al castello con una sezione dedicata a esemplari provenienti dall’area di Tabriz, territorio montagnoso nel nord ovest persiano, all’incrocio delle rotte commerciali verso la Russia. Questi tappeti erano molto richiesti nell’Ottocento dal mercato americano ed europeo, prevalentemente in seta, materiale che giungeva dalla Cina e dall’India. Nella sala d’aspetto è esposto un gra de tappeto che appartiene al villaggio di Bacshaiesh, di grandissime dimensioni. Nella galleria Le Tribune prosegue il percorso espositivo dove si incontra un primo nu Leo di tappeti provenienti dall’Anatolia occidentale e risalenti al 500 e 600, di provenienza di Ushak. Giunsero nelle corti europee esportati in epoca ottomana da mercanti genovesi e veneziani, gli stessi che compaiono nei dipinti di Tintoretto e Lorenzo Lotto. Vi è anche un esemplare appartenente alla collezione della Fondazione Francesco Federico Cerruti, oggi inserita nel polo museale del Castello di Rivoli. Non mancano tappeti presenti sempre nella galleria come transilvani . Si tratta di un nucleo di esemplari che provengono dalle chiese della omonima Regione della Romania. Decorazioni geometriche a stella o a raggiera, sono tipiche dei tappeti provenienti dai villaggi, costituiti da lane più pesanti e da colori vivaci e contrastanti.

Durante tutto il periodo di apertura della mostra, giovedì 17 aprile alle ore 15, si terrà una visita con laboratorio didattico per famiglie, dal titolo “Trame di colore”, che consentirà di scoprire segreti dell’arte e i colori di tappeti. L’attività è prevista nell’ingresso al castello.

Info: prenotazione obbligatoria su drm-pie.aglie.sed@cultura.gov.it

Castello di Agliè- piazza Castello 1

Da lunedì a domenica dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 19. Martedì chiuso

Info:0124 330102

Mara Martellotta

A Moncalieri la rassegna cinematografica per l’80° della Liberazione

Proiezione di LIBERE il film – documentario di Rossella Schillaci dedicato alle donne italiane dell’epoca

 

Biblioteca Civica A. Arduino, Via Cavour 31, Moncalieri (TO)
Ingresso libero.

Mercoledì 16 aprile, nell’ambito del programma delle celebrazioni per l80°Anniversario della Liberazione promosso dal Comune di Moncalieri e dall’Associazione culturale Avvalorando, sarà proiettato il film-documentario LIBERE (2017).

 

L’opera è dedicata a ricordare l’impresa delle partigiane durante la Resistenza attraverso foto, filmati d’archivio e interviste dirette alle protagoniste e traccia un ritratto vivido di quell’esperienza così significativa per le sorti dell’Italia e delle donne nel nostro paese.

LIBERE pone l’attenzione sia sull’entusiasmo vissuto per quell’esperienza così dirompente nella vita di ogni singola partigiana e così determinante per le sorti del Paese, sia sulla delusione patita dopo, nell’Italia liberata, quando molte di quelle speranze vennero disattese e non si tradussero in un futuro diverso per molte donne italiane.

Alla proiezione, in programma alle 20.30 presso la Biblioteca Civica “A. Arduino” di Moncalieri, sarà presente la regista Rossella Schillaci che presenterà il film, dialogando col pubblico. Introdurrà la serata l’Assessora alla cultura del Comune di Moncalieri Antonella Parigi.

L’ingresso è gratuito. Per informazioni e prenotazioni: 011-6401600.

 

L’evento è promosso dal Comune di Moncalieri, dall’Associazione culturale Avvalorando e dalla Biblioteca Civica “A. Arduino” di Moncalieri.

Le torri del Re saranno salvate

Svettano ancora oggi, ben visibili, sul territorio villanovese, nell’astigiano, a una trentina di chilometri da Torino. Sono lì da cinque secoli, abbandonate, ma si reggono ancora in piedi. Rischiavano di essere abbattute ma adesso per loro comincia una nuova vita.
Sono le due torri di Villanova d’Asti, chiamate bissoche, innalzate dai francesi all’inizio del XVI secolo durante le guerre tra i due sovrani più potenti d’Europa, Francesco I, Re di Francia, e Carlo V Re di Spagna e imperatore. Le cinquecentesche torri non verranno demolite, anzi rinasceranno. Così ha voluto il Comune che sta per acquistare i simboli storici del paese dopo un faticoso braccio di ferro con il Demanio militare, a cui appartengono, e con la Soprintendenza. Le torri di avvistamento, di San Martino e di Supponito, che si innalzano in aperta campagna, tra fattorie, terreni e aziende agricole, verranno salvate con una serie di interventi di ristrutturazione. Almeno una delle due torri diventerà un’attrazione culturale e turistica per rivivere le vicende storiche dell’epoca in cui le torri venivano usate. L’amministrazione comunale sta cercando di ottenere un finanziamento dai fondi di coesione per procedere con i lavori. Manca ancora un passaggio importante per chiudere la vicenda ma c’è ottimismo tra i villanovesi. Ci vuole la firma dal notaio per l’acquisto e poi sarà possibile ricevere i soldi. C’è tempo fino a dicembre 2027 e a quel punto il Comune diventerà proprietario delle due strutture che potranno finalmente essere consolidate e messe in sicurezza. Per salvarle si era mosso anche il Fai, il Fondo Ambiente italiano, con una campagna di sensibilizzazione sull’importanza del recupero delle torri ed era stato addirittura chiesto al presidente francese Macron di finanziare almeno una parte del restauro. Il capo dell’Eliseo però non rispose: aveva affari più urgenti da sbrigare, Una pagina di grande storia piemontese e di respiro europeo sta per rivivere. Villanova era 500 anni fa una delle piazzaforti militari francesi più importanti del Piemonte insieme a Torino, Chieri, Chivasso e Pinerolo. Francesco I volle dotare il borgo di nuove fortificazioni per contrastare gli spagnoli che avevano basi militari in altre zone del Piemonte. I lavori iniziarono nel 1520 e terminarono nel 1548. Il nuovo sistema difensivo era completato da torri di avvistamento a nord e a sud della città. Le due torri sono ripiene di terra fino alle porte di ingresso collocate a dieci metri dal terreno circostante. I soldati di vedetta entravano da queste porte usando scale a corda che venivano poi ritirate mentre in cima salivano dall’interno con scalini di pietra sporgenti dal muro in mattoni. Di qui, con fuochi notturni e bandiere di giorno, comunicavano con la torre del Comune interna alla fortezza in modo da consentire, in caso di pericolo o di assedio, la chiusura in tempo delle porte della città. Nelle torri di avvistamento si trovavano i viveri e le riserve d’acqua e ai livelli superiori, la cucina, l’armeria, la camerata. Erano piccole fortezze, straordinarie sentinelle per i francesi.

Filippo Re

A Palazzo Lascaris “Meraviglia Unesco di Langhe, Roero e Monferrato”

Dal 9 aprile al 30 maggio prossimo a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte, è esposta la mostra fotografica “La meraviglia Unesco di Langhe Roero e Monferrato”, realizzata in collaborazione con l’associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e curata da Gian Mario Ricciardi.

All’inaugurazione il 9 aprile scorso a palazzo Lascaris sono intervenuti Domenico Ravetti e Fabio Carosso, vicepresidente e consigliere segretario del Consiglio regionale del Piemonte, Giovanna Quaglia e Bruna Bertero, presidente e direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato; Enzo Massa, Carlo Avataneo, Enzo Isaia, fotografi autori delle immagini esposte.

I magnifici scenari delle colline puntellate di vigneti e antichi borghi compongono la mostra fotografica con gli scatti di tre fotografi locali, Enzo Massa, Carlo Avataneo e Enzo Isaia, che hanno saputo immortalare la vera essenza di questi luoghi ormai conosciuti in tutto il mondo. L’esposizione è composta di sessanta immagini a colori, è aperta al pubblico nella galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15 a Torino fino al 30 maggio prossimo.

Orario dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, ingresso gratuito

Questo territorio è entrato a far parte della World Heritage List Unesco il 22 giugno 2014, riconosciuto “paesaggio culturale Patrimonio dell’umanità grazie all’autentica e antica arte della vinificazione che si è evoluta nel corso dei secoli, divenendo un fulcro della vita economica e sociale del territorio, testimonianza dell’interazione tra l’uomo e l’ambiente.

“Dobbiamo promuovere e proteggere la bellezza meravigliosa di questi luoghi – hanno affermato Ravetti e Carosso – un bene naturale curato dall’uomo che sta aumentando la consapevolezza di coloro che qui vivono e lavorano da sempre”. “ Invito tutti ad organizzare una visita in questo territori meravigliosi e a perdersi tra le colline – ha affermato Giovanna Quaglia, presidente dell’Associazione- stiamo facendo tutto il possibile per conservare il territorio e andare verso un turismo sostenibile e di qualità”.

“Compito del fotografo – ha detto Carla Avataneo anche a nome dei due colleghi- è far vedere attraverso le immagini ciò che il passante guarda soltanto. Oltre alle colline e ai borghi abbiamo inserito in ogni immagine anche gli elementi naturali tipici del panorama delle nostre zone, il Monviso e il fiume Tanaro”.

L’Associazione per il Patrimonio dei paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato è nata nel 2011 con lo scopo specifico di presentare la candidatura all’Unesco e dal 2014 di gestire il sito. All’associazione aderiscono oltre cento comuni, numerose associazioni e aziende, non solo legate alla sfera vitivinicola, ma che operano a vario titolo sul territorio e che partecipano attivamente all’ambizioso progetto legato all’unicità e eccezionalità di questo paesaggio.

I territori che fanno ufficialmente parte dei Paesaggi Vitivinicoli del Piemonte riconosciuti dall’Unesco come patrimonio dell’umanità comprendono 10 mila ettari nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo e sono: la Langa del Barolo, il castello di Grinzane Cavour, le colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot.

 

Mara Martellotta

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Savigliano le immagini in mostra di Exodos, popoli in cammino

 

Dal 12 aprile al 4 maggio “Exodos, popoli in cammino”, la mostra fotografica nata da un’idea dell’Associazione degli ex allievi del Master di Giornalismo Giorgio Bocca e promossa dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, sarà visitabile a Savigliano (Cn) nel palazzo Muratori-Cravetta in via Jerusalem n.4. L’evento è frutto di grazie una collaborazione tra l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Oasi Giovani – Progetto Oceano, e l’Assessorato alla cultura del Comune di Savigliano con l’obiettivo di dare volto, voce e immagine alle donne e agli uomini in viaggio. Nel 2024 la mostra dall’evocativo titolo ( Exodos-Exit, dal greco uscita) è stata rilevata dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte che ha deciso di riproporla aggiornandone i contenuti. Ne sono coinvolti tredici fotoreporter piemontesi ( Marco Alpozzi, Max Ferrero, Stefano Stranges, Mauro Donato, Giulio Lapone, Matteo Montaldo, Giorgio Perottino, Mirko Isaia, Simona Carnino, Mauro Ujetto, Andreja Restek, Renata Busettini, Paolo Siccardi ) che nel loro percorso professionale hanno descritto il fenomeno delle migrazioni in diversi contesti mondiali. Un racconto che parte dai paesi di origine dei migranti, in contesti spesso sconosciuti al grande pubblico, per arrivare a quanto accade nei nostri confini, da Trieste alla Val Susa fino a Ventimiglia.

Immagini per testimoniare e per indurre alla riflessione su un fenomeno talvolta analizzato e discusso dimenticando che dietro ai freddi numeri delle persone in viaggio ci sono le storie e i volti di persone in carne, cuore e ossa. Del resto, come sosteneva il grande Henri Cartier-Bresson, “la fotografia può fissare l’eternità in un attimo” e un buon fotografo deve cercare “ di mettere sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio”. Exodos, come nella tradizione del migliore giornalismo, non ha l’obiettivo di indicare soluzione politiche, ma vuole fornire a chi la visiterà qualche strumento in più per formarsi un’opinione libera e documentata su un fenomeno complesso che non può conoscere semplificazioni. La mostra è già stata esposta in quaranta città italiane e nel 2017 al Parlamento Europeo a Bruxelles, ottenendo la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana, il patrocinio del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e il patrocinio dell’Alto Commissario della Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). L’allestimento conclude il ciclo sulla memoria de “La guerra fuori, la guerra dentro” del progetto Oceano. Sarà visitabile il sabato, dalle 15 alle 18, e la domenica, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.

M.Tr.

La luce invisibile

Al Palazzo delle Feste la mostra fotografica di Vittorio Palma con le immagini della Val di Susa ripresa con la tecnica dell’infrarosso.

Si intitola “La luce invisibile. La Valsusa si veste in infrarosso”, la mostra fotografica di Vittorio Palma, che sarà inaugurata, il prossimo 12 aprile, alle 17,30, al Palazzo delle Feste di Bardonecchia.

La mostra si compone di circa 50 immagini scattate in Val di Susa “con fotocamere appositamente modificate – spiega Vittorio Palma – per catturare l’infrarosso vicino, ossia una luce invisibile, senza colori, che si traduce in immagini in bianco e nero dal forte contrasto ed in cui la vegetazione risulta quasi bianca, molto luminosa. Ecco, quindi, che gli incantevoli paesaggi della Valsusa, seppure ancora riconoscibili, si trasformano in una proiezione interiore dell’occhio del fotografo”.

La mostra si compone di tre aree tenatiche: la prima consiste di immagini di paesaggi esclusivamente in bianco e nero (infrarosso puro), la seconda di immagini dai falsi colori e la terza immagini ravvicinate di soggetti naturali.


Ogni fotografia è accompagnata da una didascalia, che include versi tratti da poesie famose o citazioni di personaggi celebri e frasi scritte dal fotografo.

“Credo – conclude Vittorio Palma – che sia la prima volta in assoluto che la Valsusa viene mostrata e ripresa in questa ‘luce invisibile’ e di questo mi sento orgoglioso visto che amo da sempre questa Valle”.

La mostra sarà visitabile fino al prossimo 4 maggio.