CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 417

Riapre il Museo dell’Auto di Torino

Il MAUTO riapre le porte da SABATO 1° MAGGIO e si prepara ad accogliere i visitatori con tante novità e importanti eventi.

ORARI DI APERTURA E MODALITÁ DI PRENOTAZIONE

da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00

lunedì dalle 10.00 alle 14.00

Si ricorda che la cassa chiude un’ora prima del museo

ATTENZIONE!  Per coloro che intendono effettuare la visita nelle giornate di SABATO, DOMENICA FESTIVI è obbligatoria – come da disposizioni governative – l a prenotazione e acquisto del biglietto online almeno un giorno prima.  Si raccomanda ai visitatori che hanno acquistato online il biglietto per il fine settimana di rispettare scrupolosamente gli orari di prenotazione degli ingressi.

Da LUNEDÌ A VENERDÌ è possibile acquistare il biglietto anche presso la biglietteria del Museo.

Federico Gozzelino e Alda Merini, una grande sincera amicizia

Sarà forse stato scritto nel destino che un musicista ed una poetessa, entrambi di talento, si incontrassero per instaurare una meravigliosa storia di sincera amicizia approdando ad una costruttiva collaborazione artistica.

Non è raro che questo succeda in quanto ogni disciplina artistica si intreccia con le altre sollecitandosi a vicenda, mi piace però pensare che tutto sia avvenuto grazie alla forte determinazione di Federico Gozzelino desideroso di musicare le poesie di Alda Merini e di conoscerla personalmente, non solo attraverso la lettura come era stato riguardo Jacques Prevert in “Metro de la vie”, Garcia Lorca in “Duende”e Cesare Pavese in “Discrepanze”

Conosco il musicista da tanti anni, dal giorno in cui, alla fine di un suo concerto a Casale, mentre usciva dalla sala lo fermai quasi strattonandolo per un braccio e gridandogli con veemenza “Lei è un genio, avrà un grande avvenire”. A distanza di tempo, ogni volta che ci incontriamo ci divertiamo nel ricordare quell’episodio che aveva stupito l’artista non ancora abituato agli apprezzamenti essendo ancora poco conosciuto. Il meritato successo conseguito è sicuramente frutto di talento innato e degli studi nel Conservatorio di Vercelli e di Alessandria ma anche è dovuto alla forza di volontà nel raggiungere i traguardi prefissati. A conferma le sue parole “Sono nato musicista, in seguito divenuto psicologo ho esercitato la professione ma ognuno deve realizzare ciò che è nascosto nel profondo del proprio essere, il mio desiderio era diventare compositore”. Così è stato, è ritenuto uno dei compositori italiani viventi con il maggior numero di composizioni ed ha ricevuto il prestigioso premio Ignazio Silone per la cultura. Pur avendo una formazione musicale classica si è prestato anche alla musica meno colta, pop, rock, folcloristica e jazz esibendosi come pianista nei night club in Italia e all’estero. In un interessante esauriente libro su di lui il critico Guido Michelone osserva “Si tratta di un caso unico e raro di formazione originale e completa”.
Alberga infatti nelle sue opere un connubio di spirito classico e spirito moderno, di passato e contemporaneità, aperti ad ogni espressione artistica sia essa musica, poesia, canto, arte figurativa, tutte stimolanti e che denotano una profonda cultura umanistica.

Lo studio dell’animo umano dello psicologo e la sensibilità del musicista si sono alleati nel conquistare Alda Merini al fine di ottenere il consenso di musicare sue poesie.
L’impresa, che pareva impossibile per la proverbiale diffidenza della poetessa verso gli sconosciuti, tanto più nel caso di uno psicologo appartenente ad una categoria che secondo lei commette errori, andò in porto grazie all’abilità di Gozzelino che coraggiosamente, una mattina del 2000, bussò alla porta della sua abitazione sui Navigli a Milano. Alda aprì guardinga ma inaspettatamente, osservandolo, esclamò “Oh che bell’uomo entri, entri pure” forse era stata conquistata dall’abbigliamento elegantemente originale che gli conferiva vagamente un aspetto di artista alla francese, come mi ha detto Federico durante un nostro recente incontro per intervistarlo.
Entrato, si presentò come musicista tralasciando di essere anche psicologo, sarebbe stato controproducente rivelarlo vista la sua avversione verso questa categoria, quindi escogitò un espediente dicendo di sentirsi in colpa di una cosa inconfessabile di cui si vergognava. Alla richiesta di sapere il perché rispose “Sono uno psicologo!” Alda capendo di trovarsi di fronte ad una persona sensibile e comprensiva si confidò raccontando molti episodi della propria vita, in particolare i drammatici ricoveri in manicomio.

Dopo aver ascoltato e ammirato l’interpretazione musicale e i testi di Prevert che Gozzelino le aveva consegnato accettò che questi musicasse alcune sue poesie.
Uscì così il disco “Ebrietudine”, titolo scelto dalla stessa Merini, come sinonimo di ebbrezza per significare l’unificazione delle due dimensioni di corpo e mente in modo che non restino dimezzati mentre i brani sono stati definiti “Cantate” riportando in vita la nobile tradizione iniziata da Bach. “Ogni mattina il mio stelo”, “Non voglio che tu muoia”, “Io sono folle folle folle”, “Viene il mattino azzurro”, “Io ho sofferto il dolore”, “I versi sono polvere chiusa”, descrivono gli stati d’animo altalenanti tra coraggio-paura, dubbio-certezza, follia- razionalità, eros-thanatos e vengono musicati con potenza espressiva. I suoi racconti, osserva il musicista, sono un insieme di realtà e fantasia, anche i suoi tanti innamoramenti di cui parla sono a volte falsati dall’immaginazione poiché “Traduce in canto lirico tutto ciò che vede, sente, vive; tutto è subordinato al suo essere animale poetico”.

La bella amicizia, liberatoria per Alda, costruttiva per Federico che si ritiene fortunato di averla conosciuta, è terminata nel 2009 con la morte della poetessa.
Unico rammarico, mi confessa Gozzelino durante l’intervista, è quello di non avere accolto, per difficoltà logistiche e organizzative, la calda proposta della Merini di recitare ella stessa i testi in Ebrietudine. In compenso, per la copertina della seconda edizione, Alda volle una foto che li ritraesse insieme, tenendo in mano il disco per fargli pubblicità.
Cosa che il musicista non aveva minimamente pensato ma che gli fece capire quanto la poetessa lo ritenesse un vero amico meritevole del suo apprezzamento e non un profittatore come i tanti che le stavano intorno da quando divenne famosa.

Giuliana Romano Bussola

La poesia dedicata dalla Merini a Gozzelino

 

La Commissione Europea inserisce il Parco Storico nella EU Geen Week 2021

Il Parco Storico del Castello Reale di Moncalieri entra ufficialmente, con una visita guidata, nel panel di eventi e iniziative selezionati dalla Commissione Europea per la Eu Green Week 2021.

La conferma è arrivata velocemente, proiettando “Moncalieri città nel verde” in uno dei più significativi progammi internazionali di sensibilizzazione e impulso all’“obiettivo inquinamento zero”.

Un focus qualificato, in calendario in tutti i paesi dell’Unione dal 31 maggio al 4 giugno, su progetti per il clima, strategia in materia di sostanze chimiche e altri programmi nel campo di energia, industria, mobilità, agricoltura, pesca, salute e biodiversità.

La candidatura del Parco Storico nell’area tematica “promozione della salute e del benessere” è stata avanzata dall’Assessorato alla Cultura insieme al Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Univeristà di Torino (Disafa). “La conferma dell’inserimento del progetto su cui investiamo le nostre energie migliori da 6 anni e della sua qualità è arrivata non a caso giovedì, Giornata mondiale della Terra – commenta con palese soddisfazione l’assessore alla Cultura Laura Pompeo – Potremo così dare la giusta visibilità, ben oltre i confini nazionali, non solo alla visita guidata che faremo il 4 giugno, ma anche alla nostra città e al suo prezioso patrimonio verde, su cui abbiamo puntato le strategie peculiari della nostra proposta e del nostro mandato. Dai convegni internazionali ‘Dialoghi sul paesaggio’ e ‘Si può fare’ al Premio della Rosa, dagli itinerari sul Po in dragon boat a Fiorile, l’evento che ogni anno a ottobre chiude le nostre stagioni culturali”.

“Camera doppia”, la grottesca e ruvida realtà di strada di Lisette Model

“CAMERA DOPPIA” In mostra al “Centro Italiano per la Fotografia” di Torino, la grottesca e ruvida realtà di strada di Lisette Model, contrapposta alla perfezione delle immagini glamour di Horst P. Horst. Fino al 4 luglio

Di certo non è proprio una silfide la giovane paciosa bagnante colta sulla spiaggia di Coney Island nell’estate del ’39. Ma lei stessa è la prima a non farsene un cruccio, affrontando con un largo sorriso la sfida della macchina fotografica. Di tutt’altra pasta l’armoniosa studiata perfezione del corpo della giovane modella in costume da bagno rigorosamente d’epoca – con cuffia e un’enorme palla rossa tenuta in aria dalle gambe sollevate – apparsa in copertina di “American Vogue” il 15 maggio del ’41.

A firmare i due scatti due assoluti geni della fotografia mondiale del secolo scorso: Lisette Model (Vienna, 1901 – New York, 1983) e Horst P. Horst (al secolo Horst Paul Albert Bohrmann, 1906 – 1999), tedesco naturalizzato statunitense. Assolutamente diversi fra loro, pur nella comune e totale grandezza. Ironica e dissacrante “street photographer” lei e genio della fotografia di moda lui, massime icone entrambi nel proprio specifico genere fotografico e autentici maestri e ispiratori per intere generazioni. A loro, “CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia”, di via delle Rosine a Torino, dedica attraverso il format “CAMERA DOPPIA”, le personali “Lisette Model.Street Life” e “Horst P. Horst. Style and Glamour”. Anime diverse. Poetiche che fanno a pugni. Unite però nella suggestione di un miracolo creativo che nasce e cresce vieppiù in ogni immagine.

A Lisette interessano soggetti “raccattati” per strada, in disaccordo con la vita, quella in particolare dei borghesi benpensanti e benestanti, soggetti che quasi diventano “caricature di se’ stessi” (come la bizzarra “Donna col velo” ritratta a San Francisco nel ’49), spiriti liberi a loro totale agio in una società “goffa e decadente”; Horst, invece, è fotografo-scultore di classiche armonie femminili, genio del “glamour” e le sue modelle ci si pongono davanti in tutta la loro spietata e statuaria bellezza. Di Lisette si diceva che scattasse fotografie con tutto il suo corpo e che della strada prediligesse cogliere al volo i momenti più curiosi e grotteschi, mentre il tedesco Horst respingeva per cultura e per mestiere tutto ciò che non fosse cura e perfezione e dettaglio. “E’ facile immaginare – sosteneva la fotografa – quanto sia noiso dipingere un bel corpo. Ma un corpo brutto è molto affascinante”.

Teoria ben sviluppata nelle sue 130 fotografie esposte nella mostra (curata da Monica Poggi) a “CAMERA”, la prima antologica realizzata in Italia. Ad affiancarle, le 150 firmate da Horst in un’ampia antologica presentata con la saggia curatela di Giangavino Pazzola. Accostamento non facile, ma nel complesso riuscito perché in un caso e nell’altro sempre di grandi opere trattasi. La “CAMERA DOPPIA” si presta dunque bene a contenerle tutte quante, senza rischiare d’inciampare in spiacevoli paragoni che non troverebbero ragion d’essere nella logica delle cose. Per entrambi gli artisti, l’avvicinamento al mondo della fotografia inizia a Parigi negli anni Trenta. Nel ’37 Lisette sposa il pittore Evsa Model e con lui si trasferisce a New York, dove le sue fotografie iniziano sistematicamente ad apparire su riviste come “Harper’s Bazaar”, “P. M. Magazine”, “Vogue” e “The Saturday Evening Post”.

A stregarla è la grande città con tutte le sue nevrosi, il passeggio sguaiato osservato con sfrontatezza e dissacrante ironia, è lei stessa a ritrarsi attraverso i riflessi creati dalle vetrine dei negozi e attraverso le gambe di frenetici passanti. “Le merci e gli edifici si fondono e confondono con le persone che passeggiano in un insieme che è al contempo surreale e documentario”. Non mancano anche gli scatti realizzati all’interno dei locali di musica jazz ad alcuni grandi come Count Basie, Dizzy Gillespie, Ella Fitzgerald e Louis Armstrong. Per Horst, la mostra presenta sessant’anni di carriera: dai primi successi con “France Vogue” nell’Europa fra le due guerre (1931 – 1939), all’affermazione negli States dove ottiene la cittadinanza nel ’43, fino ad arrivare al termine della carriera negli anni Ottanta. A fare da “trait d’union” le sorprendenti immagini d’interni, case e giardini di personaggi celebri commissionatigli da “Vogue”.

In Italia, Horst realizza scatti superbi all’appartamento romano dell’artista Cy Twombly e alla tenuta Agnelli di Villar Perosa, all’interno della quale posa un’elegantissima Marella. Cui il fotografo certamente si riferiva nel dire: “La moda è espressione del proprio tempo. L’eleganza è un’altra cosa”.

Gianni Milani

“Lisette Model. Street Lyfe – Horst P. Horst. Style and Glamour”
CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/ 0881150 o www.camera.to
Fino al 4 luglio Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19; giov. 11/21

Nelle foto:

– Lisette Model: “Coney Island Bather”, New York, ca. 1939
– Horst P. Horst: “American Vogue Cover”, 15 May, 1941
– Lisette Model: “Woman with veil”, San Francisco, 1949
– Horst P. Horst: “Madame Bernon, corset by Detolle for Mainbocher”, Paris, 1939

 

Il venerdì dello scrittore Incontro in musica con Claudio e Diana

Venerdì 30 aprile 2021 Ore 18

Nati come “Note Mediterranee” tra night esclusivi e mangiacassette degli anni ’80, Claudio De Bartolomeis e Diana Ronca si sono presto spogliati di paiettes e spalline per immergersi nelle atmosfere napoletane fino a diventare ambasciatori dei classici della Bella Napoli, di cui ci offrono un assaggio questa sera con una posteggia (una serenata).

Claudio e Diana sono anche gli “Ultimiromantici” del libro che ha loro dedicato Luigi Coppola, con prefazione di Tony Esposito, e che verrà presentato da un post sulla pagina facebook della biblioteca in abbinata con la loro serenata.

 

Vuoi recensire un libro o un film?
Il Venerdì dello Scrittore dà voce ai lettori

scrivi una mail a biblioteca@comune.moncalieri.to.it
e la tua recensione verrà pubblicata sulla pagina facebook della Biblioteca Arduino

Il Torino Jazz Festival si presenta

/

La nona edizione del Torino Jazz Festival, che coinvolgerà artisti nazionali e internazionali, si svolgerà come lo scorso anno con una doppia programmazione: la sezione Main Stage a giugno, da venerdì 19 a domenica 27, quellaJazz Cl(H)ub in autunno, da lunedì 27 settembre a domenica 3 ottobre.

Entrambe le sezioni saranno organizzate nel rispetto delle vigenti norme di sicurezza per pubblico, artisti e personale lavorativo.

Nella prospettiva di un graduale ritorno alla normalità, i direttori artistici Diego Borotti e Giorgio Li Calzi hanno lavorato a un cartellone di concerti con l’intento di portare sul palco i musicisti previsti nel 2020, edizione alla quale non hanno potuto partecipare a causa della pandemia.

 

Il Torino Jazz Festival è pronto per tornare sulla scena, dopo un lungo lavoro di preparazione per offrire al pubblico un programma di qualità da seguire nuovamente in presenzadichiara Francesca Leon, assessora alla Cultura della Città di Torino –. Recuperare il piacere di ascoltare insieme concerti che si preannunciano di grandissimo interesse è stato l’obiettivo del lavoro di questi lunghi mesi di incertezza. Una proposta costruita con grande creatività, determinazione e flessibilità da parte di Diego Borotti e Giorgio Li Calzi, come consuetudine di questi tempi. Proposta che, ne siamo certi, saprà sollecitare la curiosità di chi ama la musica. Dunque un augurio di buon TJF 2021 a tutte e tutti”.

 

A ospitare i concerti del TJF Main Stage saranno le OGR – Officine Grandi Riparazioni, il Conservatorio Giuseppe Verdi e il Teatro Vittoria.

Come tradizione il TJF Jazz Cl(H)ub si svolgerà nei club cittadini.

Il programma della sezione Main Stage sarà presentato alla stampa lunedì 24 maggio 2021.

 

 

Che cosa è successo quest’anno? Una maratona di danza online ideata dalla Lavanderia a Vapore

29 aprile 2021 Giornata Internazionale della Danza. Gala della Fondazione Egri per la Danza in diretta streaming dalla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani

A più di un anno dall’inizio dell’epidemia di Covid19, anche quest’anno in Italia la Giornata Unesco per la danza, in programma giovedì 29 aprile, potrà essere celebrata “simbolicamente” ma senza eventi in presenza.

Appuntamento ricorrente per i progetti della Lavanderia a Vapore – che dal 2018 dedica a questa occasione la traiettoria “Danzare la memoria – Ripensare la storia” -, per il 2021 la Casa della Danza di Collegno ha ideato una maratona online (dalle ore 14 alle ore 18.30) per approfondire i temi, tra teoria e pratica, che ogni giorno artisti e operatori affrontano nella creazione contemporanea. La giornata si conclude alle ore 21 con il Gala, a cura della Fondazione Egri per la Danza, in una nuova versione digitale aperta a tutti, in diretta streaming dalla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino.
“Per la Lavanderia a Vapore – dichiara Matteo Negrin, direttore di Piemonte dal Vivo – la giornata Unesco della Danza rappresenta da anni un appuntamento importante, in cui i cittadini si incontrano in piazza grazie al progetto collettivo di danza “Danzare la memoria, ripensare la storia”. Per il secondo anno questo non è possibile, ma grazie al digitale vogliamo provare a mantenere viva questa relazione, in attesa di poterla celebrare nuovamente”.

Il punto di partenza è una domanda molto semplice ma altrettanto efficace: che cosa è successo quest’anno?
La maratona, in diretta sulla pagina Facebook di Lavanderia a Vapore, proverà a rispondere a questo interrogativo, esplorando geometrie diverse: talk, pratiche, video, conversazioni con anche l’interazione del pubblico online, a partire da parole chiave individuate insieme agli artisti e ai progetti che la Lavanderia accoglie. Questo per rilanciare anche sul futuro e sulle traiettorie che la Casa della Danza sta portando avanti quale realtà flessibile, dinamica, aperta, in dialogo costante con la cittadinanza.
La moderazione è affidata a Stefania di Paolo, curatrice della piattaforma digitale TalkwithDance con cui la Lavanderia a Vapore ha condiviso la curatela della giornata.
Dopo una breve introduzione di Matteo Negrin, direttore della Fondazione Piemonte dal Vivo, insieme a Franca Fubini, psicologa ed esperta della pratica del social dreaming, e Antonella Usai, danzatrice e coreografa del TRA – tavolo della ricerca artistica, la parola passa ad alcuni degli artisti associati di Lavanderia a Vapore, grazie a contributi video pensati per questa occasione. I contenuti di Silvia Gribaudi, Salvo Lombardo, Enrico Ticconi e Ginevra Panzetti, Daniele Ninarello, Andrea Costanzo Martini sono il pre-testo per immergersi poi nel social dreaming, pratica di condivisione dei sogni, guidata da Franca Fubini ed Elena Giannotti, che utilizza le libere associazioni per generare nuovi pensieri.
A seguire, un talk raccoglie simbolicamente tutti gli spunti emersi e ne trae una riflessione con le diverse voci dello spettacolo dal vivo: un teatro, i lavoratori, un organismo di produzione e Lavanderia a Vapore come centro di residenza.
Dalle ore 16.30 circa si susseguono pratiche per tutti, intorno ad alcune parole chiave come “libertà” proposta dalla comunità di ricerca del progetto Dance Well, in questa occasione guidata da Elena Cavallo, Emanuele Enria e Gaia Giovine Proietti; “cura”, proposta dalla comunità di ricerca del progetto DAP – Dance Agency Project, guidata da Antonella Usai e Francesca Cola; e ancora “bellezza”, con Doriana Crema.
Queste pratiche vogliono offrire al pubblico un’esperienza plurale di conoscenza e contatto che si origina dal corpo, nella speranza di poterle nuovamente condividere in presenza. Obiettivo è mettere in relazione la danza con i contesti della società civile, costituita da cittadini ma anche imprese e mondo della scuola, realtà coinvolte nei diversi progetti che la Lavanderia sta sperimentando.
Alle 21, sempre in diretta streaming sulla pagina Facebook di Lavanderia a Vapore, la programmazione riparte con il GALA per la GIORNATA MONDIALE della DANZA, nell’ambito della stagione IPUNTIDANZA20/21 organizzato dalla Fondazione Egri per la danza in collaborazione con la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus. Raphael Bianco direttore artistico della Compagnia EgriBiancoDanza così si esprime sul valore di questa giornata: “la consuetudine di celebrare questa giornata dedicata alla danza è stata da sempre fortemente voluta dalla nostra Presidente Susanna Egri. Sono felice di perpetuarla nel tempo, ed oggi più che mai, in questo momento di profonda incertezza ma allo stesso tempo di desiderio di ritornare sulle scene. Ho voluto con me gli artisti e le compagnie di danza professionali del nostro territorio che investono risorse e vivono di danza, che stanno subendo la difficilissima clausura di questi mesi. Siamo insieme a condividere questa giornata e questo non può che darci gioia ed essere di buon auspicio per una nuova rinascita e nuove opportunità di vivere la danza”.
“Il Gala della Danza, appuntamento ormai entrato nella tradizione della Casa del Teatro, passa anche attraverso il racconto di una serie di collaborazioni che sono centrali per la Fondazione TRG” dichiara il Direttore Artistico Emiliano Bronzino. “Il rapporto sempre più stretto con Piemonte dal Vivo e Egri per la Danza, ma anche con gli altri soggetti che animano la scena della Danza Contemporanea Torinese. Per questo abbiamo aderito con entusiasmo alla manifestazione mettendo a disposizione i nostri spazi. Nella speranza che presto il pubblico possa tornare a frequentare le nostre sale in presenza”.
Come già in passato, tante le realtà artistiche che la Fondazione Egri per la danza, ha raccolto per questa celebrazione corale. La serata inizia con La Danza in 1 minuto, un contest consolidato dell’Associazione COORPI di video danza rivolto ad autori/autrici in grado di accettare la sfida nella creazione di opere di video danza innovative, coraggiose e di forte impatto cinematografico. Due i video che saranno presentati: WASTEPLANET diretto da Susanna della Sala, vincitrice del Premio speciale alla Produzione della VII edizione del contest La danza in 1 minuto e ANCHE MENO diretto da Valentina Corrado vincitrice della sezione video 1 minuto di SoloCoreografico 2021. A seguire il coreografo Paolo Mohovich presenta un estratto da Del portar la voce al cor / Farinelli alla corte del re uno spettacolo su musiche barocche che si ispira alla leggendaria figura e voce del castrato Farinelli e al suo personale rapporto con il Re Filippo V di Spagna e con la consorte Elisabetta Farnese una produzione Ekodance/Palcoscenico Danza/Fondazione TPE.
La Compagnia Zerogrammi sarà presente con ELEGÌA_a small picture on lost things con la coreografia di Stefano Mazzotta. Nell’indagine intorno al topos dell’esilio, questa creazione racconta, oltre il suo significato geografico, la condizione morale che riguardi chiunque possa sentirsi estraneo al mondo in cui vive, collocandolo in uno stato di sospensione tra passato e futuro, speranza e nostalgia. Il desiderio che questa condizione reca in sé non è tanto il desiderio di un’eternità immobile quanto di genesi sempre nuove e di un luogo che resta, un luogo dove essa si anima di una rinascita che è materia viva, e aiuta a resistere, a durare, a cambiare.
A seguire il Balletto Teatro di Torino che porta un estratto da Kiss me hard before you go con la coreografia di Jose Reches, un duetto fluido e dinamico in cui i corpi dei danzatori viaggiano dentro ad una riflessione esistenziale che è in grado di muovere e mettere a nudo la vulnerabilità dell’essere umano. Le relazioni tra i danzatori si contrappongono, in una narrazione lenta, densa e profonda, un susseguirsi di gesti e movimenti vorticosi e trainanti ma allo stesso tempo leggeri e coraggiosi. Questa coreografia ci parla di ciò che ci tiene attaccati alla vita, in un costante chiedersi quale sia la linea di confine tra ciò che è presente e ciò che è da lasciare andare.
Chiude la serata la Compagnia EgriBiancoDanza con Apparizione #5, uno dei sei quadri che compongono lo spettacolo Apparizioni. In questo balletto il coreografo Raphael Bianco sollecita la fantasia degli spettatori proponendo una riflessione su ciò che appare e scompare ai nostri occhi in forma concreta o impalpabile presentando una danza priva di narrazione ma profondamente intrisa di significati, in parte oscuri e misteriosi.

lavanderiaavapore.eu – facebook.com/lavanderiaavapore

Riapre le porte il teatro Astra con il debutto della piece “Sorelle”

Lavoro scritto e diretto dal drammaturgo francese Pascal Rambert

Il teatro Astra torna allo spettacolo dal vivo, con il debutto di due prime assolute, “Sorelle” scritto e diretto da Pascal Rambert con in scena Anna Della Rosa e Sara Bertala’, e “Festen” di Thomas Vintenberg per la regia di Mario Lorenzi.

Seguirà la prima torinese di “Chi ha ucciso mio padre” di Edouard Luois nella lettura registica di Deflorian/ Tagliarini.
Pascal Rambert dirige Anna della Rosa e Sara Bertela’ in un testo dal titolo “Sorelle”, che parte dalla tematica dei conflitti familiari e da un piano personale per assumere una visione geopolitica molto dura e inedita dal punto di vista poetico. Lo spettacolo è prodotto da TPE e da Fog Triennale Milano Performing Arts ed è stato in prova allo stesso teatro Astra durante la chiusura forzata dei teatri dovuta alla pandemia da Covid 19.
Il regista e autore francese approda, così, al teatro Astra per dirigere due attrici che risultano molto amate dal pubblico di questo teatro; Sara Bertela’ è stata già interprete nel Misantropo di Moliere, in “Una specie di Alaska”e in “Niente di me”; Anna della Rosa interprete nel Misantropo, in Cleopatras e in Accabadora.
Pascal Rambert, regista e autore, è considerato uno dei maggiori esponenti del teatro contemporaneo. Classe 1962, è soprattutto autore per il teatro e la sua drammaturgia si trasforma in pensiero agito, come avviene sul ring di “Cloture d’amour”, in cui una coppia deve fare i conti con la fine della sua storia d’amore.
Uno dei temi prediletti nella scrittura teatrale di Rambert, come dimostrano alcuni suoi lavori (La prova, L’arte teatrale ) è rappresentato dalla crisi relazionale e di senso presente nel rapporto tra uomini e donne, di attori, in un contesto in cui essi rappresentano la parte (il teatro) per il tutto, vale a dire il mondo che viviamo.
L’Astra nei mesi scorsi ha ospitato le prove del nuovo lavoro scritto e diretto da Rambert dal titolo “Deux amis”, che vede protagonisti i due attori francesi Charles Berling e Stanislas Nordey, un lavoro teatrale il cui debutto è in programma 9 luglio prossimo alla Scene Nationale di Chateauvallon.

Mara Martellotta

Al via le prenotazioni per visitare i castelli del Fai

Da giovedì 29 aprile riapriranno, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza sanitaria i Beni FAI in Piemonte

  • Castello e Parco di Masino, Caravino (TO) – nella foto
  • Castello della Manta (CN)

Nei fine settimana i Beni riapriranno su prenotazione obbligatoria entro al massimo 24 ore prima

Maggiori informazioni sulla riapertura verranno comunicate nei prossimi giorni alla luce delle disposizione governative

e saranno disponibili sul sito www.fondoambiente.it

La casa di Cagliostro, mistero in via Barbaroux

La misteriosa storia della casa di Cagliostro, enigmatico personaggio che passò da Torino per due volte

Casa di Cagliostro
Il Conte Alessandro Cagliostro

Anche ultimamente, i pareri di storici ed esperti non sono concordi nel definire la figura dell’enigmatico Alessandro  Cagliostro. Chi lo ritrae come un potente occultista e chi, invece, lo descrive come un avventuriero senza scrupoli. Sempre fiancheggiato dall’avvenente moglie Lorenza Serafina Feliciani, che sfruttò ripetutamente a proprio vantaggio, riuscì a truffare mezza Europa.

Nato a Palermo nel 1743, fin dalla primissima gioventù, il giovane Cagliostro inanellò una lunghissima sfilza di truffe, risse e litigi, e rocambolesche fughe. Personalità narcisista e spregiudicata, si appassionò di scienza ed alchimia, a cui seguì una deriva verso la mistificazione e all’inganno. Tutta la sua vita sarà un alternarsi di trionfi e cadute in disgrazia.

Basti ricordarel’Affare della collana”, per definire meglio il personaggio. Nel 1776, Cagliostro fu implicato in una speculazione economica ai danni del Re di Francia Luigi XVI, che lo porterà irrimediabilmente alla rovina.

Il conte tentò infatti di vendere una preziosissima collana di diamanti al Re, ma quando la speculazione venne a galla, scoppiò un tale scandalo da mettere in grande imbarazzo la Monarchia. Re Luigi XVI e Maria Antonietta, accusati dal popolo di pensare esclusivamente ai propri lussi, di lì a poco avrebbero pagato dazio, aprendo così la strada alla Rivoluzione Francese.

 

La casa di Cagliostro in via Barbaroux

A Torino, Cagliostro trascorse due brevi soggiorni. Del primo, sotto il regno di Carlo Emanuele II, non si sa molto. Giuseppe e Lorenza dimorarono in un palazzetto all’angolo di via Barbaroux con la piazzetta dell’Università dei Maestri minusieri.

Casa di Cagliostro - Prima della ristrutturazione
Casa di Cagliostro – Prima della ristrutturazione

La scelta della casa fu particolarmente attenta, dettata dalle nozioni di numerologia e astrologia della coppia: il palazzo ospitava il Caffè Saturno, noto circolo esoterico, e si trovava al civico 25 (oggi il 27) di via Barbaroux.

Casa di Cagliostro - Dopo la ristrutturazione
Casa di Cagliostro – Dopo la ristrutturazione

La somma fa 7, numero alchemico che indica la Grande Opera. Dopo decenni di degrado e di vani tentativi di porvi rimedio, la maledetta “casa di Cagliostro”,  è stata recentemente restaurata. Il Caffè Saturno non esiste più, ma l’isolato attorno a Palazzo Siccardi (oggi sede della nuova Biblioteca civica Guidetti Serra) trasmette ancora un inquietante profumo di mistero.

La seconda visita a Torino

Cagliostro tornò una seconda volta a Torino nel 1788, ma la sorte non fu certo favorevole al “Mago”.

La sua fama di imbroglione, unita alle voci della fuga dalla Francia dopo il caso della collana,  lo aveva purtroppo preceduto presso la corte del Re Vittorio Amedeo III. Grazie all’intercessione di alcuni potenti cortigiani, il Re (piuttosto interessato a tutto ciò che concerneva l’occultismo massonico) lo ricevette comunque malvolentieri.

Casa di Cagliostro - Torino nel 1790
Torino nel 1790

Il conte, contrariato, forse per vendicarsi di una lunga anticamera, omaggiò Vittorio Amedeo III di un libro maledetto. Per di più, le sue profezie non accolsero i favori del sovrano che, impaurito dalle parole di  Cagliostro ed interpellati i suoi consiglieri, liquidò la coppia con un “Consilium Abeundi”, cioè un elegante “foglio di via“. Abbandonando Torino alla volta di Genova, sembra che Cagliostro abbia lanciato una maledizione sulla città sabauda.