CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 371

“Milleluci”: 26 sculture dell’artista internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola

MILLELUCI

Opere di Marco Lodola in mostra alla Galleria Berman di Torino
dal 20 gennaio al 26 febbraio

Ha preso il via il 20 gennaio, alle ore 17:00, e sarà visitabile fino al 26 febbraio, presso la sede espositiva della Galleria Berman in via Arcivescovado, 9, a Torino, la mostra “Milleluci”: 26 sculture dell’artista di fama internazionale “che illumina il mondo” Marco Lodola.
Le sue opere sono presenti ovunque, dagli Uffizi di Firenze alla Piazza del Duomo di Milano, dalle facciate dell’Ariston di Sanremo ai palazzi di Dior disseminati in tutto il mondo.
Le sculture luminose sono veri e propri oggetti di comunicazione, design e arredamento.
Conoscere Marco Lodola e la sua arte è come tuffarsi tra presente, passato e futuro.
La mostra è un modo per celebrare un vero e proprio “Re” della Pop Art contemporanea.
Nel catalogo, curato dalla critica d’arte dottoressa Carla Bertone, si evidenzia l’attenzione di Lodola per il dettaglio e per un uso sapiente della luce e del colore. Le fonti luminose, che dialogano con l’osservatore, sono gli elementi principali di un’arte che inserisce Lodola, per sua stessa ammissione, nella corrette Neo-Futurista.
L’artista si definisce con simpatia un “elettricista dell’arte” e il suo dono di luce diventa vita, speranza ed energia creativa, benefica, soprattutto in un momento come quello che tutta l’umanità sta vivendo a causa dell’emergenza pandemica.
Il “Lodolamondo” ormai sta dilagando. Le sue inconfondibili sculture, investite della personalità del loro magico deus ex machina, ultimamente hanno invaso le vetrine delle boutique Dior di Parigi, New York, Roma, Singapore, Tokyo, Dubai Shanghai e Seul. Mannequin colorate, faccine, autobus, motociclette, scarpe, borse, cappelli, rossetti e sciarpe si accendono di magia.
Torino, ormai da qualche mese, è tutta “lodolata”: dalle dive al Museo del Cinema per la mostra “Diabolik”, alle installazioni in Piazza della Repubblica, al mercato coperto di Porta Palazzo fino alla Galleria Berman.
L’ultima magia dell’artista è proprio la meravigliosa mostra in via Arcivescovado, in cui la passione per l’arte si mescola ad un incantesimo di luce ed emozione. Ventisei installazioni luminose, di cui tre monumentali da esterni, restituiscono una carrellata della sua ricerca artistica in cui Lodola richiama le sue prestigiose collaborazioni con Renzo Arbore, Red Ronnie, le scenografie per molti programmi Rai o per X-Factor, le copertine di dischi e cd per i suoi amici musicisti come Max Pezzali, Ron, Drupi e molti altri. Lui stesso, si definisce “rock and roll” e non si smentisce con l’appuntamento annuale con la facciata dell’Ariston di Sanremo.
Le sue opere contengono, oltre all’aspetto ludico, anche tutte queste suggestioni televisive e musicali insieme. Si può giocare con l’arte? La risposta può essere univoca in quanto la creazione artistica non può discostarsi dal contenuto e deve spingersi inesorabilmente oltre gli aspetti ludici per prorompere con un messaggio.

Orario e contatti:

da martedì a sabato, ore 10.30-12.30 e 16.00-19.00
sede espositiva
Via dell’Arcivescovado 9
10121 Torino
tel +39 011 859417
arte@galleriaberman.it

BIOGRAFIA
Marco Lodola è nato a Dorno (Pavia).
Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze e di Milano, e conclude gli studi discutendo una tesi sui Fauves, che con Matisse saranno un punto di riferimento per il suo lavoro, come anche Fortunato Depero ed il Beato Angelico.
Agli inizi degli anni ’80 intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin, a Milano, ha fondato con un gruppo di artisti il movimento del Nuovo Futurismo, di cui il critico Renato Barilli è stato il principale teorico.
Dal 1983 ha esposto in grandi città italiane ed europee quali Roma, Milano, Firenze, Bologna, Lione, Vienna, Madrid, Barcellona, Parigi e Amsterdam.
Ha partecipato ad esposizioni e a progetti per importanti industrie quali Swatch, Coca Cola, Vini Ferrari, Titan, Grafoplast, Harley Davidson, Ducati, Riva, Illy (collana di tazzine d’autore), Francis – Francis, Dash, Carlsberg, Nonino, Valentino, Coveri, Fabbri, I Mirabili, Shenker, Seat, Lauretana, Smemoranda, Gierre Milano e Calze Gallo, Ferrarelle, De Longhi.
Gambero Rosso, Produzione Gomorra.
Nel 1994 è stato invitato ad esporre dal governo della Repubblica Popolare Cinese nei locali degli ex archivi della città imperiale di Pechino.
Nel 1996 ha iniziato a lavorare negli Stati Uniti a Boca Raton, Miami e a New York.
Ha partecipato alla XII Quadriennale di Roma e alla VI Biennale della Scultura di Montecarlo.
Nell’estate del ’98 ha eseguito i disegni per le affiches di Piazza del Popolo a Roma, per l’Opera Lirica Tosca di Puccini.
Nel 2000 Lodola, da sempre legato al tema della danza, è stato incaricato dal Teatro Massimo di Palermo di realizzare Gli avidi lumi, quattro totem luminosi alti sei metri, raffiguranti episodi significativi delle nove opere in cartellone.
Le sculture rimarranno collocate nelle maggiori piazze cittadine, come è già avvenuto a Montecarlo, Riccione, Faenza, Bologna, Paestum e al Castello Visconteo di Pavia, San Paolo di Brasile e alla Versiliana.
Nel 2001 è stato incaricato di curare l’immagine del Carnevale di Venezia. Per l’occasione la Fondazione Bevilacqua La Masa ha organizzato la mostra ”Futurismi a Venezia” con opere sue e di Fortunato Depero.
Nel 2003 realizza la luminosa Venere nell’ambito della mostra Venere svelata di Umberto Eco tenutasi al Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles, per cui ha curato anche l’istallazione della facciata esterna.
Nel 2005 ha realizzato un manifesto per le Olimpiadi invernali di Torino
Nel 2006 è stata collocata un’altra scultura luminosa all’aeroporto internazionale di Città del Messico, e per Natale una scultura in Piazza di Spagna (Roma). Ha realizzato anche l’immagine del centenario del movimento pacifista di Gandhi.
Nel 2008 allestisce la facciata dell’ Ariston e del Casinò in occasione del 58° Festival di San Remo.
Ha partecipato alla 53esima edizione della Biennale di Venezia del 2009 con l’installazione “Balletto Plastico”, dedicata al Teatro Futurista.
Ha realizzato la scultura luminosa FIAT LUX per il Mirafiori MotorVillage di Torino.
Ha partecipato alla 54esima Biennale di Venezia con il progetto a cura di Vittorio Sgarbi “Cà Lodola”, installazione presso la Galleria G. Franchetti alla Cà d’Oro.
Nel 2012 ha esposto a Palazzo Medici Riccardi di Firenze una mostra dedicata al Rinascimento italiano a cura di Luca Beatrice. Con il Gruppo Nuovo Futurismo ha esposto a Rovereto a Casa Depero e a Milano allo Spazio Oberdan.
Ha esposto a Ginevra per la Bel Air Fine Art Gallery.
In aprile 2014 ha esposto a Mosca per Harmont&Blaine con madrina d’eccezione Sofia Loren.
A giugno 2014 ha inaugurato una personale nel Museo di Evita Peròn a Buenos Aires e al Museo du Football di San Paulo in occasione dei Mondiali di Calcio in Brasile.
Nel 2015 ha collocato in Piazza del Duomo a Milano per Mondadori la scultura “Eden”. E’ inoltre presente all’EXPO ITALIA all’interno della mostra “Tesori d’Italia” curata da Vittorio Sgarbi.
Ha collocato due sculture luminose nella città di Alessandria, dedicate alla figura di Napoleone e Borsalino.
Nel 2018 inaugura la mostra “IL Giardino d’inverno” al mercato centrale di Firenze a cura di Nicolas Ballario.
Nell’estate 2018, espone presso la Reggia di Caserta una serie di sculture luminose, nella mostra “Tempus-Time” a cura di Luca Beatrice.a Novembre ha allestito la facciata del teatro Ariston di Sanremo con sculture a Led luminose con una installazione intitolata “il volto degli altri”.
Nel Giugno 2019 espone in occasione della 58 Biennale di Venezia con una scultura luminosa alta 8 mt nominata “Hello Goodbye” posizionata negli spazi dell’Arsenale.
A Febbraio 2020 rinnova la facciata del teatro Ariston di Sanremo in occasione del settantacinquesimo anniversario del Festival, omaggiando inoltre Domenico Modugno con una scultura a grandezza naturale all’ingresso del teatro.
Nel giugno 2020 presenta installazione “Circled” al MART di Trento Rovereto a cura di Vittorio Sgarbi
In occasione del Natale 2020 ha esposto un Presepe luminoso nel Verano della galleria degli Uffizi di Firenze, esponendo nel corridoio Vasariano un suo Autoritratto luminoso.
In occasione del 75 anniversario della Vespa Piaggio, ha realizzato l’immagine per la campagna pubblicitaria
Nel 2021 ha allestito le facciate e le vetrine dei negozi di Christian Dior di Parigi, Roma, New York, Singapore.
A fine 2021 ha collocato un suo Autoritratto nel Corridoio Vasariano presso la Galleria degli Uffizi a Firenze

Il mondo rovesciato di Luigi Porporato, piccoli sguardi diversi

Alla galleria “Loft 5” la mostra “Cristallografia Urbana” sino all’11 febbraio.

 

Qualche piccola difficoltà nel rintracciarla. Però cercatela, ne varrà la pena. La galleria in questione è la “Loft 5”, in via Pralungo 5, zona corso Tortona, quasi nascosta al fondo di una brevissima via, oggi ristretta tra ristrutturazioni e impalcature grazie ai bonus. La direzione è dovuta a Mariachiara Martina, responsabile altresì di un marchio di gioiellli, Fioredentro™, un marchio torinese di gioielli artistici totalmente realizzati in Italia. Risultato di una delle tante scommesse dovute alle persone curiose e volenterose dell’epoca, difficile, in cui viviamo, “Loft 5” è lo spazio dalle piccole dimensioni che oggi ospita una quindicina di opere del pittore Luigi Marco Maria (per gli amici semplicemente Gigi) Porporato, amichevolmente reclamate dopo un mancato appuntamento a Vienna, uno di quegli appuntamenti che la pandemia ha intralciato e differito nel tempo.

Porporato si è diplomato presso l’Accademia Albertina di Torino, vive e lavora a Pinerolo. È stato presente in concorsi e in mostre collettive, come in personali in Italia e all’estero dove ha allineato vari successi, per la Competizione internazionale “Combat – Sculptures et Installations” a Livorno nel 2014 e per la apprezzata personale due anni dopo presso la Duke University N.C. americana, due esempi per tutti. Ha svolto in passato attività di giardinaggio e edilizia acrobatici ed è innegabile che il suo sguardo sul mondo sia offerto – attraverso le proprie opere – in un modo completamente nuovo, lontano da quella che può essere la visione abituale, diremmo assolutamente al di fuori degli schemi (nostri). Il suo terreno di gioco è il surrealismo, l’idea si mescola alle differenti costruzioni, i borghi o le intere città, i monti o le altre parti della natura che appassionano l’artista sono ricoperte da un manto onirico, dalle suggestioni, dagli allineamenti e dalle sovrapposizioni da cui nascono le appassionate letture di chi guarda. Piedistalli che quasi bucano, conici e spesso rovesciati, “spazi di cielo” o distese di sabbia, alternando colonne, scogli, scudi, ferri di cavallo, monti che ricordano il Cervino In un senso di smarrimento che ne nasce; vediamo sorgere un mondo alla rovescia, un universo dove ogni cosa è sottosopra, le opere ancorate sino all’11 febbraio nella piccola sala rimandano alla poesia di Magritte e “Cristallografia Urbana”, questo il titolo della mostra, cattura significativamente l’attenzione.

La mostra è arte, è filosofia, è letteratura, si affacciano i nomi di Dante e di Saint-Exupéry, di Calvino e di Cervantes, scorrono le vicende del “Barone” e del “Piccolo principe” come la cacciata dal Paradiso terrestre, In un paesaggio silenzioso che, al di là di quasi impercettibili presenze, cancella la presenza umana. Vi sono una nuova “Arca di Noè” che svetta verso il cielo, illustrata da uno scampolo di animali sospesi tra le nuvole, la piccola vela bianca unica su una distesa azzurra che s’avvicina alla sommità delle case, il suggestivo scoglio e la poetica volpe del romanzo francese, la prua di una nave che conduce il Sommo Poeta, l’equilibrista sospeso in alto tra due massicce pareti. Irriverente, ma pieno di verità, di grandi dimensioni, c’è una tela (tutte sono oli su tavola) che in un innalzarsi tortuoso di chiese – una sorta di normanna Mont Saint Michel triplicata o, restando in casa nostra, le interpretazioni della Sagra di San Michele o di Sant’Antonio di Ranverso -, lascia spazio ad un drago dalle mille spire squamose, capace di trasformarsi al termine del proprio cammino in un imperterrito finanziere, pronto ad entrare in una chiesa, la più alta nel dipinto, dove troverà sicuri rifugio e collaborazione.

Con piacevole umorismo, Porporato racchiude altresì, sottolineando che “l’arte è un gioco fantastico”, alcune sue opere in cornici leggermente più grandi: completa gli spazi mancanti di piccoli animali, di trenini simili a quelli delle sorprese degli ovetti Kinder. Un mondo fantastico, il completamento delle fiabe, la reinvenzione di paesaggi curiosi e al di fuori del nostro mondo, la sua visione gioiosa. Quasi un obbligo ritrovare la “Loft 5”.

 

Elio Rabbione

 

 

 

 

Nelle immagini alcune delle opere di Luigi Porporato esposte alla galleria “Loft 5” di via Pralungo 5

La rassegna mensile dei libri

GENNAIO 2022


Ecco, per il mese di gennaio, la nostra rassegna dei titoli più letti e discussi nel gruppo FB Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri: una proposta per riflettere e per riscoprire un grande classico della narrativa sequenziale è quella che riguarda la lettura de L’Eternauta, saga fantascientifica e politica di Hèctor Oesterheld e Francisco Solano Lopez; una proposta per sorridere garbatamente e riscoprire un autore inglese sempre molto apprezzato è quella che riguarda L’Amore Tra I Polli di di P. G. Wodehouse; infine una proposta per i lettori nostalgici e malinconici è la dolce-amara retrospettiva degli anni 80 americani offerta da I Giorni Felici Di California Avenue, di Adam Langer.

Negli ormai consueti incontri con gli scrittori emergenti la redazione di Novità in Libreria ha intervistato Alessandro Bolasco, cagliaritano trapiantato a Londra, l’esordiente autore de Alla Luce Dell’Ombra (Convalle, 2021), un thriller finanziario che porterà i lettori a scoprire il torbido e pericoloso mondo dell’alta finanza; Marta Iside Riva, bergamasca, con il suo ultimo romanzo Ancora Te (StreetLib, 2021) sequel del romanzo precedente Ancora Te; Don Ugo Mancada, romagnolo DOC, è l’esordiente autore del romanzo fantastico Acerboli E La Città Sommersa (Bookabook, 2021); ne Diario Di Un Colibrì (Youcanprint, 2021) l’esordiente Carlo Mascelloni, ravennate, racconta la sua esperienza di volontario nella Protezione Civile; infine il saggista e storico Alessandro Faneschi che ha da poco pubblicato il suo primo romanzo Montalcino 1553 – Cronaca di un assedio (Albatros Editore).

Per questo mese è tutto, vi invitiamo a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Sara D’Amario, ispirare e non fermarsi

Il punto di vista / Le interviste di Maria La Barbera

L’attrice moncalierese ci parla dei suoi progetti e della voglia di andare avanti, con dedizione e impegno costante, e soprattutto si rivolge alle donne affinché escano dall’ombra.

Fare due chiacchiere con Sara è stato molto piacevole, ho scoperto una donna colta, divertente e generosa. Il suo essere femminile è un misto di dolcezza e di determinazione, di eleganza e tenacia. Diplomata alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino, laureata in Lettere con una specializzazione in drammaturgia, da diversi anni tiene laboratori di teatro e public speaking.

Teatro, cinema, televisione, commedie leggere ma anche interpretazioni più impegnative e profonde, Sara D’Amario, attrice nata nella deliziosa Moncalieri, ama mettersi alla prova, affrontare sfide e non fermarsi, il suo percorso artistico è multiforme ed eclettico, frutto di una lunga e costante preparazione.
Scrittrice di successo e doppiatrice, Sara D’Amario ha una lunga e fortunata carriera da attrice con la partecipazione ad importanti produzioni televisive, tra cui I Fratelli Caputo, Il Commissario Nardone e Centovetrine, e spettacoli teatrali come Storie di Donne di Fuoco e di Luce, Madiba – un omaggio a Nelson Mandela – e moltissimi altri.
Mamma felice di una splendida adolescente, Sara oggi è impegnata in diversi lavori e scritture, immersa in una professione che è nel suo Dna, nella sua essenza.

 

Sara come stai vivendo questo momento di allentamento delle attività professionali dovuto alla pandemia?
E’ un momento difficile e complesso per tutti, una esperienza nuova che ci sta mettendo davanti a diverse difficoltà. Molte date degli spettacoli che erano state organizzati sono saltate, questo però non ci ha fermati, se non si poteva andare in scena ci siamo concentrati sulla scrittura cercando di proseguire, di dare seguito alle attività come potevamo. Lo spirito di abnegazione e un profondo amore per il lavoro ha dato vita a nuove creazioni teatrali come: Un Quartetto per la Resistenza, Negli Occhi di Mia Madre e Green Minds, una storia molto interessante e attuale, di una idrologa che nel cercare l’acqua su altri pianeti ci racconta, in modo ironico e con una prospettiva esterna, cosa accade sul nostro pianeta, ci avverte di non credere a tutto ciò che ci viene detto e ci esorta alla salvaguardia della Terra ed a inventare o ricercare nuovi mestieri, green jobs.

Da poco sei andata in scena con Negli Occhi di Mia Madre, ovvero: il Mammone di François-Xavier Frantz. Di cosa si tratta?
E’ una commedia feroce che racconta di un “giocoso carnage familiare” in cui , in maniera paradossale, sconfinano amare verità con esplosioni di verità comiche e scandalose perché inconfessabili. E’ un invito alla riflessione riguardo la famiglia di origine, di come ci condiziona con l’educazione e i modelli che ci impone. Due attrici e un attore ci mostrano cosa succede quando siamo alle prese con il fenomeno della “mammite” attraverso la lente dell’ironia, per arrivare a concedersi, alla fine, una risata liberatoria, probabilmente terapeutica.

 

Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?

Il prossimo 11 febbraio sarò al Planetario di Torino con Sfumature di Donne di Scienza, una versione speciale, inedita e unica dello spettacolo, pensato proprio per la cupola, per essere immersi nell’universo, fondendo teatro, scienza e tecnologia. E’ un viaggio nel tempo, un percorso che farà conoscere 20 scienziate eccezionali. Si parte da una domanda: l’intelligenza ha un sesso? La risposta è no. Le donne possono e devono uscire dall’ombra, osare, sentirsi meritevoli, accedere a posizioni professionali di rilievo e fare i mestieri che desiderano inseguendo i propri sogni, sviluppando i propri talenti e superando pregiudizi legati a limiti e consuetudini culturali.
Con semplicità, umorismo ed emozione si raccontano le storie di queste donne geniali perché siano di ispirazione e facciano da modello di genere.
E’ importante continuare sulla strada delle opportunità, stimolare le future generazioni di donne con un messaggio chiaro e cioè che si può ambire professionalmente senza dover rinunciare alla conciliazione con altri ruoli tipicamente femminili.

A Camera quattro mostre in contemporanea

CAMERA + SPAZI INDIPENDENTI + GIOVANI ARTISTI =

4 MOSTRE IN CONTEMPORANEA

presso Almanac Inn, Cripta747, Mucho Mas, Recontemporary

Sono quattro le mostre in contemporanea che CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia, insieme a quattro spazi di arte indipendenti di Torino, porta in città in questo mese di febbraiodal 4 febbraio inaugurano lo stesso giorno A Study On Waitressing di Eleonora Agostini da Almanac Inn e Non c’è quiete dopo la tempesta di Matteo De Mayda da CRIPTA747, mentre sono ancora visitabili Lessico Familiare di Silvia Rosi da Recontemporary e Diachronicles di Giulia Parlato da Mucho Mas!.
Le mostre, che fanno parte del progetto di CAMERA “Futures” moves to the city, raccontano gli sguardi fotografici di quattro talentuosi giovani fotografi selezionati per il progetto europeo FUTURES Photography del quale il centro torinese fa parte, come unico membro italiano del board, da quattro anni.
Eleonora Agostini, Matteo de Mayda, Giulia Parlato, Silvia Rosi – insieme a Leonardo Magrelli la cui mostra ha aperto il progetto a fine novembre 2021 negli spazi di Jest  –  sono i fotografi selezionati nel 2021 e coinvolti nelle attività: hanno partecipato a workshop con fotografi riconosciuti a livello internazionale, sono stati coinvolti in numerosi incontri professionali al festival Futures Photography Festival di Amsterdam e ora, grazie alla collaborazione con cinque spazi indipendenti di Torino, espongono le loro opere a Torino da fine novembre 2021 a metà marzo 2022.
Le realtà coinvolte in tale processo di cooperazione e sinergia – Almanac Inn, Cripta747, Jest, Mucho Mas e Recontemporary – sono organizzazioni non-profit attive nella promozione di nuovi talenti e linguaggi del contemporaneo nel panorama artistico nazionale e internazionale. A ognuno di loro, CAMERA ha chiesto di ospitare una mostra personale di Eleonora Agostini, Matteo De Mayda, Leonardo Magrelli, Giulia Parlato e Silvia Rosi, delegando alle singole realtà il rapporto con gli artisti, l’ideazione, lo sviluppo e la produzione dell’esposizione.
Con queste ultime mostre – commenta il coordinatore del progetto Giangavino Pazzola – volge al termine il primo esperimento di collaborazione tra CAMERA e il vibrante tessuto degli spazi indipendenti attivi nella città di Torino. Insieme condividiamo la finalità di promuovere giovani artiste e artisti, accendendo una luce sulle nuove modalità di creazione e sperimentazione che attraversano il panorama  fotografico italiano e internazionale. Uno sforzo di ideazione collettivo che ha originato una sorta di grande mostra diffusa nei vari quartieri della città, da San Salvario ad Aurora, passando per il Centro e Borgo Rossini, luoghi in cui gli spazi indipendenti hanno sede.

Le MOSTRE

Eleonora Agostini da Almanac Inn

Via Reggio 13, 10153, Torino
date: 4 febbraio 2022 – 27 marzo 2022 | INAUGURAZIONE: venerdì 4 febbraio, ore 18.00
A Study On Waitressing è il progetto di Eleonora Agostini, in mostra da Almanac Inn dal 4 febbraio al 4 marzo 2022.L’autrice utilizza la fotografia, il testo e le immagini in movimento come forme di esplorazione sul palco, nel backstage e nella performance. La figura della madre e il suo lavoro di cameriera servono come veicolo per affrontare le preoccupazioni sul visibile e sul nascosto nelle relazioni interpersonali, nonché i ruoli che svolgiamo nella nostra quotidianità.

Matteo De Mayda da CRIPTA747 

Via Catania 15/F, 10153, Torino
date: 4 febbraio 2022 – 28 febbraio 2022 | INAUGURAZIONE: venerdì 4 febbraio, ore 18.00
Non c’è quiete dopo la tempesta di Matteo De Mayda è il progetto esposto da CRIPTA747 dal 4 al 28 febbraio. Una ricerca a lungo termine che intreccia foto d’archivio e di reportage, immagini satellitari e al microscopio, testimonianze individuali e teorie scientifiche, con l’obiettivo di raccontare la storia della tempesta Vaia e delle comunità da essa colpite. Il progetto analizza quanto è accaduto, ne pondera cause, responsabilità̀, conseguenze, prospettive future, sensibilizzando il pubblico sul tema del cambiamento climatico.

In contemporanea:

>da Recontemporary, fino al 4 febbraio, si può visitare Lessico Familiare, la mostra di Silvia Rosi. L’esposizione ripercorre un tema centrale della ricerca artistica della fotografa: l’esercizio della memoria come metodo di trasmissione di tradizioni, la riproduzione di movimenti, per stimolare il ricordo. L’autrice analizza così l’esperienza di migrazione dal Togo all’Italia della sua famiglia, riprendendo in mano le memorie ancestrali delle sue radici.
>da Mucho Mas!, fino al 27 febbraio, si può visitare Diachronicles, la mostra di Giulia Parlato. Diachronicles racconta l’assenza di memoria ed il ruolo centrale che l’archeologia, la fotografia e il museo assumono nella fabbricazione della storia collettiva. Giulia Parlato analizza l’uso storico delle immagini come documento di verità, in particolare nei suoi usi scientifici e forensi, e sfida questo linguaggio, creando un nuovo spazio in cui si svolge una messa in scena. Con un approccio spiccatamente installativo, la mostra rappresenta il mondo articolato e complesso che l’artista crea attraverso le sue immagini.
FUTURES (EPP – European Photography Platform) è una piattaforma di ricerca sulla fotografia contemporanea sostenuta dall’Unione Europea e focalizzata nella mappatura e supporto di autori emergenti oltre i confini nazionali.  FUTURES è cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

Biblioteca di Moncalieri, un tuffo nel Settecento

Al via il corso per volontari dei Beni Culturali

Duemila anni di storia alle spalle, un patrimonio artistico invidiabile, un Castello Sabaudo riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, un centro storico di impianto medievale: Moncalieri sorprende chi percorre le vie del suo nucleo più antico per l’eleganza, la compostezza, la ricchezza di testimonianze storiche e scorci tutti da scoprire.

Il Castello è già apprezzata meta di visitatori ma l’intero centro storico è ancora tutto da scoprire. L’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’associazione Progetto Cultura e Turismo di Carignano, propone un corso volto a formare volontari dei beni culturali, con l’obiettivo di tenere aperti alle visite alcuni monumenti civili e sacri del centro storico, e di condurre residenti e visitatori che volessero approfondire la conoscenza della Città. Il corso si terrà presso la Biblioteca Arduino, in Via Cavour 31 e sarà articolato in quattro lezioni frontali con esperti del territorio, storici dell’arte e dell’architettura, e con la possibilità di collegamenti in videoconferenza con restauratori e storici (tra questi, il dott. Simone Baiocco, conservatore del Museo di Palazzo Madama a Torino, che racconterà del nesso tra una tela di Antoine de Lonhy e la Collegiata). Le lezioni si terranno il 9 e 16 febbraio, il 2 e il 16 marzo. Il corso si chiuderà idealmente a fine marzo-inizio aprile con due uscite didattiche, che avranno lo scopo di ammirare “dal vivo” le architetture e le arti narrate nel corso.

La partecipazione al corso è libera e gratuita, con iscrizione obbligatoria. E’ obbligatorio presentare all’ingresso il certificato verde rafforzato e utilizzare la mascherina FFP2 durante tutta la durata delle lezioni. Al termine del corso sarà consegnato un attestato di partecipazione. Chi dei partecipanti se la sentirà potrà, infine, mettere a disposizione il proprio tempo per accompagnare i turisti durante gli eventi organizzati dalla Città di Moncalieri.

“Stiamo lavorando intensamente, con entusiasmo e ottimi riscontri, per riannodare i fili del rapporto tra la comunità residente e il patrimonio storico-culturale così unico di Moncalieri – commenta l’assessore Laura Pompeo – L’iniziativa del corso per volontari dei Beni Culturali si inserisce in un programma più ampio di promozione e definizione dell’immagine di Moncalieri percepita dal visitatore esterno. I futuri volontari, adeguatamente valorizzati, saranno una risorsa preziosa perché questo lavoro metta radici. La carta vincente del progetto è la declinazione specifica di questi assi tematici nel senso del Barocco e delle sue eredità: senza dubbio l’epoca che più di tutte ha lasciato la sua affascinante firma sull’aspetto del nostro centro storico, e su cui si focalizza buona parte dei contenuti del corso”. Il corso è realizzato con la preziosa collaborazione della Biblioteca Civica di Moncalieri e del Centro Studi Piemontesi: per iscriversi, occorre inviare una mail a carignanoturismo@gmail.com, lasciando i propri dati, oppure telefonare ai nn. 3485479607 o 3381452945. Per accedere alla Sala Riunioni della Biblioteca, occorrerà esibire il “certificato verde rafforzato” e utilizzare la mascherina FFP2 per tutta la durata della lezione.

Il Festival di Sanremo accende la Mole e annuncia Eurovision Song Contest

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Stasera, dal palcoscenico del Festival di Sanremo, ospite il Sindaco Stefano Lo Russo, Eurovision Song Contest ha annunciato ufficialmente i 3 conduttori dell’edizione 2022 che si svolgerà a Torino il 10, 12 e 14 maggio.

Gli artisti che presenteranno la rassegna musicale internazionale, una delle più importanti al mondo seguita in 41 paesi con una audience di 200 milioni di spettatori, sono Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika.

Dal Festival, insieme ad Amadeus e in collegamento con Torino, i tre hanno dato il via al countdown, proiettato sulla Mole Antonelliana, che segnerà i 100 giorni dalla partenza dell’evento.

 

Torino è pronta ad accogliere tutto il pubblico dell’Eurovision Song Contest – dichiara il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -. Siamo felici di far vedere a tutto il mondo la nostra meravigliosa città. Essere al Festival di Sanremo – continua Lo Russo – è poi una grande emozione. Dopo la Liguria sarà Torino e il Piemonte il palcoscenico della musica internazionale. E da stasera conosciamo anche i tre conduttori: artisti straordinari e amati dal pubblico. L’Eurovision Song Contest oltre a essere una grande vetrina riporta anche al centro il messaggio di un’Europa unita, coesa e inclusiva. Mancano esattamente cento giorni alla partenza, questa notte dalla cupola della Mole Antonelliana parte il conto alla rovescia del più grande evento musicale europeo”.

 

Il conformismo ci sta travolgendo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Le polemiche, prendendo a pretesto un manifesto forse non proprio  felice, ma che certo non è una “vergogna”, come dice l’ANPI, sul Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano- Dalmata, si ripetono per il secondo anno di fila dopo l’uscita lo scorso anno di un fazioso libello giustificazionista del dramma del confine orientale dal 1943 al 1945.

C’è stato chi ha detto che quel manifesto della Regione Piemonte e del Circolo dei lettori (che ha fatto una scelta coraggiosa) evocava il clima del 1948 e addirittura della propaganda nazista. Il manifesto in maniera molto dura evoca ciò che accadde in Istria e in Dalmazia con l’uccisione di 15mila italiani e la cacciata di oltre 300mila nostri  compatrioti dalle loro terre. Fu una pulizia etnica, lo ha detto anche il Presidente della Repubblica Mattarella  E’ strano questo arretramento di giudizio da parte di persone note per la loro onestà intellettuale che ora negano che fu pulizia etnica. Si può discutere se il manifesto sia esteticamente bello o brutto, ma certo rispecchia efficacemente, direi brutalmente  il dramma  reale dell’epoca e per questo da’ fastidio a tutti i negazionisti e i giustificazionisti delle foibe. E’ una vicenda atroce  come quella della cacciata degli Italiani. non credo sia materia di discussione per gli esteti, ma semmai per gli storici. Vedremo cosa accadrà il 10 febbraio. Fin d’ora mi schiero senza incertezze con l’ANVGD con cui collaboro da tanti anni. Ma l’ondata di conformismo non si ferma al 10 febbraio e  travolge anche il festival di Sanremo dove Ornella Muti pubblicizza la legalizzazione della canapa indiana e Roberto Saviano ricorderà davvero da par suo  i giudici Falcone e Borsellino “a titolo gratuito“. Il festival dovrebbe essere motivo di svago e non di propaganda politica.  Almeno così era in passato. E non può essere tribuna privilegiata  per i demagoghi. Anche la Polizia è oggetto di una campagna di stampa delegittimante per aver usato il manganello per contenere una protesta di studenti e di centri sociali che pretendeva di fare un corteo non autorizzato dalle disposizioni sanitarie. E una parte di studenti parla di repressione ( parola già usata nel 1968 e nel 1977), forse non sapendo neppure cosa significhi e i soliti giornalisti soffiano sul fuoco, elogiando l’occupazione del liceo Gioberti di Torino. Finalmente la ministra dell’ interno si è svegliata dal torpore dopo troppo lassismo che ha fatto moltiplicare il contagio e adesso fioccano contro di lei le interrogazioni e le interpellanze parlamentari  da parte di gente faziosa ed irresponsabile. Voglio dirlo chiaramente: io sto senza esitazioni dalla parte del Prefetto e del Questore di Torino.

Alda Besso.“Balda” in arte… e di fatto

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In mostra  al “Collegio San Giuseppe” di Torino, i saggi d’Accademia realizzati dall’artista nei primi decenni del Novecento

Fino al 12 febbraio

Gli anni vanno dal 1923 al 1928. Sono gli anni della formazione artistica, severa ed organica, di Alda Besso (Genova, 1906 – Torre Pellice, 1992) pittrice di prim’ordine, ma anche colta e intuitiva designer, nonché progettatrice d’arredi e raffinata maestra di grafica.

Anni di studio alla torinese Accademia di Belle Arti, quando la Besso non era ancora ufficiamente “Balda”, anche se in taluni disegni della metà degli anni Venti già amava firmarsi con quella simpatica crasi di cognome e nome B(esso) Alda, che si ritroverà anche più avanti nella sua carriera artistica e professionale. E neppure era ancora “Giò” come “gioia”, come “gioventù”, com’era solito chiamarla il grande Eugenio Colmo, in arte “Golia” (soprannome simpaticamente affibbiatogli, per la sua notevole statura, da Guido Gozzano negli anni trascorsi al liceo “Cavour”), genio dell’arte del design, che la Besso conobbe negli anni di attività alla gloriosa “Gazzetta del Popolo” e con cui condivise vita e lavoro dal 1942 al 1967, anno della scomparsa di “Golia”.

Anni di fervente comune attività, nello studio “GoBes” al civico 101 di corso Regina Margherita a Torino, in cui giungevano (eccome!) voci, suoni e gesti delle nascenti Avanguardie (dal Secondo Futurismo torinese – illuminante per la Besso l’Esposizione del ’28 – alla Scuola Casoratiana, così come alla straniante magia dell’arte surrealista), annusate e avvicinate e manipolate dalla pittrice con interesse e felici risultati, senza mai dimenticare però le solide basi scolastiche apprese nei cinque anni trascorsi all’Accademia.

E su questo vuole proprio porre l’accento la mostra oggi, e fino al 12 febbraio, dedicata dal “Collegio San Giuseppe” di via San Francesco da Paola, ormai fra i più significativi centri di cultura della città, agli anni di studi formativi di Alda Besso. Curata da Francesco De CariaDonatella Taverna e Fratel Alfredo  Centra (direttore dell’Istituto) e corredata da un quaderno – catalogo con contributi dei curatori e di Pino Mantovani, la rassegna espone una quarantina abbondante di opere, materiali d’Accademia degli anni a cavallo dei decenni Venti e Trenta, pervenuti alla morte della Besso alla “Raccolta d’Arte De Caria Taverna”.

Si tratta di disegni a matita da protomi in gesso classiche e rinascimentali (di cui l’Accademia vanta una ricca collezione) o da elementi di ornato e architettonici con relative proiezioni, non meno che tratti dalla statuaria classico-ellenistica e rinascimentale. Perfetto nel segno già maturo e nei contrasti di luci e ombre il disegno di “Gastone di Foix”, dal “Monumento funebre” del generale francese realizzato (fra il 1515 e il 1523) dal lomabardo Agostino Busti, detto il “Bambaia”. Non mancano, datati negli ultimi anni di studio, alcuni oli (esemplare nella libertà formale coniugata pur sempre alla lezione classico-accademica, la composizione con “torso di Venere”) e tempere. E poi ritratti, che paiono ambire a personali e singolari, ma pur sempre tenute a freno, libertà gestuali, come quello notevole di “Michelangelo Monti” del ’26, visionato e firmato da Luigi Onetti, docente di disegno, ornato e pittura.

E infine paesaggi, in cui s’avvertono, nell’essenzialità linguistica e nelle campiture nette e geometriche dei colori e degli sfumati gli echi accesi di quel “Secondo Futurismo”, che forte presa ebbe sulla Besso, così da indurla nel ’32 a dipingere proprio, e in modo esplicito, una significativa “Natura morta futurista”. Sottolinea Francesco De Caria: “Il materiale artistico e documentale che proponiamo al pubblico consente di seguire – attraverso l’esperienza di Alda Besso – le tappe del percorso di formazione artistica all’‘Albertina’ di Torino, dalle prime prove al diploma superiore, in un periodo – gli anni Venti – in cui all’Accademia torinese insegnavano personalità di altissimo livello. Molti di loro – Giacomo Grosso, Cesare Ferro, Giulio Casanova, Luigi Onetti, Edoardo Rubino e altri – fanno parte del panorama artistico torinese e nazionale e le loro firme, apposte sui saggi della Besso, compaiono in vari documenti esposti, tra altre firme purtroppo non decifrabili”. Firme di illustri artisti e docenti a comprovare la visione di compiti  in aula, con tanto di sigilli in ceralacca a retro, in cui scorrono progressi o tentennammenti o “pericoli” di fuga in avanti, dov’è facile riconoscere la “baldanza” della giovane Besso. Ma anche la positiva forza di insegnamenti mai dimenticati e che saranno, negli anni, scuola-guida del suo lavoro d’artista. Pur libera e vera.

Gianni Milani

“La formazione dell’artista nei primi decenni del Novecento: saggi d’Accademia di Alda Besso”

Collegio “San Giuseppe”, via San Francesco da Paola 23, Torino; tel. 011/8123250

Fino al 12 febbraio

Orari: lun. – ven. 10,30/12,30; 16/18,30; sab. 10,30/12

Nelle foto:

–         Disegno da protome di Gastone di Foix, 1924

–         Ritratto di Michelangelo Monti, 1926

–         Composizione con torso classico di Venere, 1928

–         Disegno da gesso di testa muliebre