CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 307

“L’impronta del Maestro”

In mostra alla “Fondazione Giorgio Amendola” di Torino, quattro fra i più prestigiosi allievi di Francesco Casorati

Fino al 31 dicembre

“Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose mute e immobili, gli sguardi lunghi, i pensieri profondi e limpidi… Quale sincerità si cerca nell’arte? La sincerità esterna o la sincerità intima, interiore?”: parole e pensieri del grande Francesco Casorati (Novara 1883 – Torino, 1963). Parole e pensieri che il Maestro novarese (fra i massimi esponenti del cosiddetto “realismo magico” di inizi Novecento, a lungo abbeveratosi nel sogno figurativo della classicità rinascimentale del Tre e Quattrocento) seppe magnificamente cristallizzare nella plastica pietrificazione di una realtà attenta al “valore della forma, dei piani e dei volumi” raccontati come intimamente partecipi di un “mondo sospeso, senza tempo e quasi fantastico”. Sincerità intima, interiore, dunque, la sua.

La “sincerità” più profonda di un grande, singolare, indimenticato artista. Ma anche cifra stilistica che il Maestro volle sicuramente  trasmettere – come base pittorica mai vincolante –  ai tanti allievi cresciuti sotto il suo magistero, nati quasi tutti intorno agli anni ‘30 e attivi dai primi ’50 fino agli inizi del Terzo Millennio. Tanti. Tantissimi. All’“Accademia Albertina” di Torino, dove nel ’41 viene assegnata a Francesco la cattedra di “Pittura” fino al ’52, anno in cui diventa direttore della stessa “Accademia” e presidente nel ‘54; ma soprattutto nella casa – studio – scuola aperta nei primi anni ’20 (gli anni del sodalizio anche politico con Piero Gobetti, con il critico Lionello Venturi e il mecenate Riccardo Gualino) in via Mazzini, al civico 52, dove si formò un esercito di artisti, fra i quali la britannica Daphne Maugham che nel ’30 diventerà sua moglie e, ovviamente, il figlio Felice (Torino, 1934 – 2013) cresciuto a pane e arte fin dai primi anni di vita, Francesco Tabusso  (Sesto San Giovanni – Milano, 1930 – Torino, 2012), Nino Aimone (Torino, 1932 – Pavarolo-Torino, 2020) e Marcolino Gandini (Torino, 1937). E molti altri ancora. Ai quattro citati – il figlio del Maestro, Tabusso, Aimone e Gandini, tutti ruotanti intorno alla rivista “Orsa minore”, diretta dallo stesso Tabusso – dedica oggi (e fino al prossimo 31 dicembre) una ricca e suggestiva collettiva la “Fondazione Giorgio Amendola” di via Tollegno, a Torino. Curata da Pino Mantovani, la mostra raccoglie circa quaranta pezzi, quasi tutti oli su tela, alcune tempere e una grande tavola di Tabusso, dal titolo “La taverna del Chietto”, dove il reale appare magicamente trasfigurato in favola pura, in quell’esemplare dimensione incantata e atemporale che troviamo anche ne “I sei cacciatori”, realizzato da Tabusso (“l’ultimo dei pittori cantastorie”) nel 1955: i cacciatori, i cani, le case e le geometriche baite senza finestre, un paesaggio da fiaba e di neve, la sua Valsusa, le sue montagne, l’amata Rubiana (di cui diventerà cittadino onorario), la baita del Chietto ai duemila metri sulla strada che da Condove porta a Colombardo. Il suo mondo. Di vita e d’arte. Osservato e ritratto come poteva fare un fanciullo istruito alla grande scuola del Maestro Casorati. Ma libero di volare per i suoi cieli. Fiabe. Al pari delle narrazioni – dove tempi e spazi si confondono nella visionarietà di sogni che faticano a far i conti con il reale – inventate da quell’“intellettuale del segno e del colore”, per dirla con Paolo Levi, che fu Felice Casorati.

 

Che belle le sue “Lampare” del ’56, giocate sull’astrazione di contenuti figurativi che permangono in campiture piatte, solide (la grande lezione del famoso padre!), con quei blu accesi, i rossi smorzati, i gialli, l’entroterra (forse ligure, di quella Cervo che, a metà degli anni ’50, ospitò una fitta comunità di artisti torinesi allora fra i più blasonati a livello locale e nazionale) e in alto, nel cielo, una sferica luna triste a far da contrappunto all’acceso chiarore delle lampare. “L’esposizione – scrive in catalogo Pino Mantovani – più che documentare l’evoluzione nei decenni dei quattro pittori, intende invece verificare come l’impronta comune iniziale si sia articolata in direzioni diverse, fortemente caratterizzate pur rimanendo sempre coerenti”. Chiaro esempio ne sono anche le opere di Nino Aimone e Marcolino Gandini. Mi piace ricordare, in particolare, “La suonatrice di flauto”, olio su tela del ’59 di Aimone, in cui traspare l’inquietudine di una ricerca astratta ed essenziale dai colori fortemente smorzati a dar vita a “forme deformate” in cui resta tuttavia l’originario imprinting del Maestro;

 

superato invece in spazi di totale libertà espressiva nei “Cerchi azzurri” di Gandini, risolti interamente in una gestualità informale, avulsa da ogni sensibile realtà, su una superficie monocroma ma pastosa, “selva di segni”, impostata sui toni azzurri e grigio-neutri. Insegnare a spiccare il volo, in fondo, è anche grande dote di un grande Maestro.

Gianni Milani

 

 

“L’impronta del Maestro”

“Fondazione Giorgio Amendola”, via Tollegno 52, Torino; tel. 011/2482970 o www.fondazioneamendola.it

Fino al 31 dicembre

Orari: dal lun. al ven. 10/12,30 e15,30/19; sab. 10/12,30

Nelle foto: Francesco Tabusso: “I sei cacciatori”, 1955; Francesco Casorati: “Lampare”, 1956; Nino Aimone: “Suonatrice di flauto”, olio su tela, 1959; Marcolino Gandini: “Cerchi azzurri”, olio su tela, 1963

Monologo di donna con…

venerdì 25 novembre – in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne – alle ore 21,00 andrà in scena al Teatro Magnetti di Ciriè (via Cavour 28), l’anteprima del nuovo spettacolo di Giulia Cerruti, Monologo di donna con…

Un assaggio di stand-up comedy scritto da una donna con un desiderio di maternità parecchio ingombrante.
“Ci sono alcune trentenni che percepiscono che i parenti ai pranzi di famiglia cominciano a guardarle come si guarda un panetto di stracchino in scadenza” commenta la Cerruti, artista che si è distinta come autrice e attrice in numerosi festival e concorsi nazionali.
Un simpatico affresco di delusioni d’amore raccontate con cinico sarcasmo, ma anche una riflessione su alcune aspettative sociali nei confronti delle detentrici di due cromosomi X.

Teatro al Femminile ha deciso di celebrare così il 25 novembre, valorizzando come sempre la forza delle donne ed evidenziandone l’ironia e la potenza.
“Troppo spesso vediamo passare un messaggio erroneo e distorto: una donna vittima di violenza e/o discriminazione, è una donna debole. Non è così – afferma Virginia Risso, direttrice artistica di Teatro al Femminile – La discriminazione diventa più forte quando noi, come società e come cultura, glielo permettiamo”.

Monologo di donna con…
di e con Giulia Cerruti
venerdì 25 novembre ore 21,00
Teatro Magnetti (via Cavour 28, Ciriè TO)

Costo della serata € 12,00
Prenotazione obbligatoria: teatroalfemminile@gmail.com

Il Piccolo Principe al teatro Colosseo

«L’essenziale è invisibile agli occhi» 

 

A 80 ANNI DALLA SUA PRIMA PUBBLICAZIONE

 

DOPO ESSERE STATO TRADOTTO IN OLTRE 500 LINGUE 

E AVER VENDUTO PIÚ DI 200 MILIONI DI COPIE IN TUTTO IL MONDO

 

ARRIVA A TEATRO NEL 2023

LA STORIA PIÚ LETTA E AMATA DI TUTTI I TEMPI

IL PICCOLO PRINCIPE

di Antoine de Saint-Exupéry

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LO SPETTACOLO ANDRÁ IN SCENA A 

ROMA (Teatro Sistina) 

da mercoledì 1 a domenica 12 febbraio 2023

BOLOGNA (Teatro Celebrazioni) 

da giovedì 16 a domenica 19 febbraio 2023

TORINO (Teatro Colosseo) 

da giovedì 23 a domenica 26 febbraio 2023

FIRENZE (Tuscany Hall) 

da giovedì 2 a domenica 5 marzo 2023

MILANO (Teatro Repower) 

da giovedì 23 marzo a domenica 2 aprile 2023

PARIGI | FRANCIA TOURNÉE 

novembre – dicembre 2023

 

Le prevendite sono disponibili su TicketOne Il Sistina

 

Nel 2023, a 80 anni dalla pubblicazione, arriva a teatro “IL PICCOLO PRINCIPE” di Antoine de Saint-Exupéry, la storia più letta e amata di tutti i tempi. Lo spettacolo teatrale, diretto da Stefano Genovese e prodotto da Razmataz Livedebutterà mercoledì 1° febbraio a Roma, presso il Teatro Sistina, e sarà in tour in Italia per tutta la prima parte dell’anno, per poi approdare in Francia il prossimo autunno e ad AmsterdamBerlinoDublinoLisbona Madrid nel 2024.

“IL PICCOLO PRINCIPE” è la storia che tutti conoscono ma nessuno ricorda, quasi a provare che quanto dice il suo autore corrisponde a verità: gli adulti non pensano mai alle cose veramente importanti. E quali sono queste cose? Quelle che ci insegnano da piccoli e che dimentichiamo una volta diventati grandi. Spetta proprio al Piccolo Principe, eterno bambino, rinfrescarci la memoria.

 

«Tutti gli adulti sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano»

Pubblicato nel 1943, “IL PICCOLO PRINCIPE” è un racconto senza tempo, che ha incantato grandi e piccini per generazioni. È il libro più tradotto dopo la Bibbia (oltre 500 lingue e dialetti) e ha venduto più di 200 milioni di copie in tutto il mondo (19 milioni solo in Italia), tanto da meritarsi di essere inserito da “Le Monde” tra i migliori libri del XX secolo. Un’opera fortemente trans-mediale, che negli anni è stata adattata e declinata in innumerevoli forme, dai fumetti, ai film, dalle serie animate al balletto.

Lo show firmato Razmataz Live è una rappresentazione unica nel suo genere, che si snoda attraverso gli innumerevoli linguaggi che la narrazione, la musica, il canto, la scenografia e, più in generale, la performance offrono. In equilibrio tra prosa, musical, arte circense e installazione, ogni significato, ogni personaggio, ogni snodo della vicenda attinge al codice più adatto ad arrivare allo spettatore. «Ciascuna scena non si ferma agli occhi o alle orecchie o all’olfatto» – racconta il regista Stefano Genovese – «Quelli sono solo porte sensoriali per arrivare alla destinazione finale: il cuore di ogni spettatore».

Fedele allo stile dell’opera originale, nel mettere in scena “IL PICCOLO PRINCIPE” Stefano Genovese ha deciso di non lasciare alle parole il ruolo centrale, ma di affidare il racconto all’immaginazione, traducendolo in un’esperienza spettacolistica evocativa che solo il teatro, per sua stessa natura, è in grado di restituire.

Le verità sono semplici e diventano assolute proprio in virtù della loro essenzialità. Le immagini – come sosteneva lo stesso Antoine de Saint-Exupéry – aiutano a non dimenticare, a rendere reale ciò che, se fosse solo raccontato, non sarebbe creduto. Un pensiero molto attuale, estremamente all’avanguardia in un’epoca in cui ancora la fotografia era agli albori, quasi a predire l’importanza che essa, un secolo dopo, avrebbe iniziato ad avere nelle vite di ciascuno di noi.

“IL PICCOLO PRINCIPE” vanta un cast creativo di primordine: Stefano Genovese (Adattamento e Regia), Carmelo Giammello (Scene), Paolo Silvestri (Direzione e arrangiamenti musicali) e Guido Fiorato (Costumi). Uno spettacolo imperdibile, pronto a incantare il pubblico di tutte le età, che non appena annunciato ha attirato su di sé grandissima attenzione, tanto da raccogliere, per i casting svolti tra Roma e Milano, oltre 1650 richieste e curricula, 380 dei quali di bambini.

Le prevendite sono disponibili su TicketOne Il Sistina.

 

L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti al di fuori dei circuiti di biglietteria autorizzati e non indicati nei propri comunicati ufficiali.

 

 

CALENDARIO TOURNÉE

ROMA (Teatro Sistina) 

da mercoledì 1 a domenica 12 febbraio 2023

BOLOGNA (Teatro Celebrazioni) 

da giovedì 16 a domenica 19 febbraio 2023

TORINO (Teatro Colosseo) 

da giovedì 23 a domenica 26 febbraio 2023

FIRENZE (Tuscany Hall) 

da giovedì 2 a domenica 5 marzo 2023

MILANO (Teatro Repower) 

da giovedì 23 marzo a domenica 2 aprile 2023

PARIGI | FRANCIA TOURNÉE 

novembre – dicembre 2023

LINK UFFICIALI

Il Piccolo Principe

Sito Web: https://www.ilpiccoloprincipe.show

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Instagram: https://instagram.com/ilpiccoloprincipe.show?igshid=YmMyMTA2M2Y=

 

“Io e Giorgio”, la storia intensa di Faletti raccontata dalla moglie

IL LIBRO DI VERONICA IANNOTTI: “IO E GIORGIO” LA BIOGRAFIA DI ROBERTA BELLESINI FALETTI

Roberta Bellesini racconta la sua vita e il marito Giorgio Faletti

Si intitola “Io e Giorgio” il nuovo libro della giornalista e scrittrice Veronica Iannotti, edito da Real Press. La biografia di Roberta Bellesini, moglie di Giorgio Faletti, che racconta della sua vita insieme al marito.
La Iannotti racconta la storia intensa di una donna lontana dalle luci dei riflettori e di un artista amatissimo, poliedrico e geniale, rimasto immortale nel cuore di chi lo ha conosciuto e seguito. La vita di Roberta e Giorgio narrata attraverso gli occhi di una moglie che del marito raccoglie e prosegue i progetti, diventandone l’eredità artistica e personale.
Roberta parte dagli albori della sua giovinezza per arrivare all’incontro con Giorgio, alla loro vita insieme, ai retroscena, raccontando ciò che si cela dietro al personaggio. Gioie e difficoltà di una vita vissuta pienamente e appassionatamente, per un uomo mancato troppo presto e una donna che dovrà riscoprire se stessa molteplici volte, per rinascere a nuova vita. Un percorso costellato da grandi successi, momenti bui e profonda ironia.

“Io e Giorgio” è il primo volume di una collana intitolata “Il canto delle cicale”, un insieme di biografie dedicate a raccontare storie di donne, attraverso le quali affacciarsi su tanti, diversi mondi – spiega l’autrice Iannotti – Questo, è un progetto a cui tengo moltissimo e a cui penso da diversi anni. Sono felice di avergli dato vita e continuerà attraverso molte altre storie, sto già lavorando alla prossima dedicata ad un personaggio noto al grande pubblico”.


Questo libro persegue anche una finalità sociale, parte del suo ricavato sarà donato a sostegno di Aziende Ospedaliere del Piemonte, per i reparti di terapia intensiva neonatale e oncologia e a finanziamento di borse di studio per la ricerca oncologica.
Veronica Iannotti è giornalista e biografa monferrina. Dirige lo Studio di Servizi Editoriali Real Press sito in provincia di Alessandria, dove si occupa di pubblicazioni e comunicazione. Già giornalista televisiva, è dipendente della Camera dei Deputati, per il Gruppo Misto, Ufficio Stampa, fino al 2013. É stata Consigliere Comunale e di Unione Collinare. Dal 2016 è membro della Giuria della Stampa del Festival di Sanremo.
Il libro è prenotabile scrivendo a info@realpress.it Per info: www.realpress.it

 

(Nella foto, da sinistra, Roberta Bellesini e Veronica Iannotti)

Le opere di Sabrina Rocca alle Nazioni Unite

GO GOALS TOGETHER

A cura di Monica Trigona

United Nations Secretariat Building, New York

 5 – 16 dicembre 2022

Il Palazzo del Segretariato delle Nazioni Unite è la sede della nuova mostra personale di Sabrina Rocca che fa seguito al successo dell’iniziativa espositiva del 2021 presso il Campus delle Nazioni Unite a Torino (Italia).

I soggetti dei dipinti dell’artista sono gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), 17 obiettivi interconnessi definiti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite come una strategia “per raggiungere un futuro migliore e più sostenibile per tutti”. Il titolo dell’esposizione, “Go Goals Together”, si riferisce in modo diretto proprio al programma d’azione approvato a settembre 2015 dagli Stati membri dell’ONU.

2 è una coppia, 3 un party

Mostra Collettiva di arte contemporanea a Torino
 
Le mongolfiere in carta di Antonella Staltari approdano nuovamente a Torino!
La JKS’Gallery organizza una mostra collettiva nella cornice dinamica e giovanile della Galleria Umberto I, in un quartiere storico della nostra città ricco di fermenti culturali.
Antonella Staltari, Bastian Bickelein, Cikita Z. Tre artisti apparentemente slegati tra loro, ma accomunati dalla medesima passione per l’arte e dalla costante ricerca di nuove tecniche espressive; lo spettatore potrà immergersi nelle loro visioni e sperimentare suggestioni cromatiche che spaziano dai mille e più colori al total black, dalla carta al vetro, dal disegno all’installazione.
Un appuntamento imperdibile per tutti coloro che amano la leggerezza e un punto di vista alternativo sulla bellezza che ci circonda.
Vernissage: giovedì 24 novembre 2022, dalle ore 18:00.
JKS’Gallery, Galleria Umberto I n. 28, Torino.

“Giochi siderali”, il barocco piemontese suggerisce satelliti e meteore

La mostra di Riccardo Cordero alla Reggia di Venaria sino al 18 giugno 2023

 

“Quale miglior luogo poteva esistere per le mie opere, se non quello dei giardini della Reggia di Venaria. Da anni infatti il mio lavoro trova ispirazione nell’architettura barocca piemontese, in quella dilatazione e contrazione dello spazio, nella contrapposizione quasi matematica di elementi curvi e spezzati che ritengo sia ben visibile nelle mie sculture.” Allora eccole qui, nella mostra curata da Guido Curto e visibile sino al 18 giugno 2023, immerse in un panorama nuovissimo, le nove grandi opere di Riccardo Cordero, realizzate tra il 2002 e il 2020, una sperimentazione che non ha mai cessato di essere tale, armoniosa e pressoché scientifica, un gioco continuo di creazioni, una materialità rilucente di acciaio e bronzo, esempi di linearità svettanti e di curvature che cercano di comporre l’angolo, sculture e monumenti importanti e grandiosi apprezzati lungo le strade torinesi come in tutto il mondo, procedimenti tangibili che derivano da studi su carta, bozzetti e piccoli modelli per prendere vita e forma, corpi che affondano nello spazio. Un lungo percorso quello di Cordero, una strada che giunge dalle prime esperienze informali al pop per orientarsi a partire dagli anni Novanta verso “forme essenziali, iconiche, visionarie”, capaci altresì di guardare indietro alle forme antiche, alle forme di architettura cui il Piemonte è ricco.

 

Albese d’origine, ottantenne, titolare della cattedra della Scuola di Scultura fino al 2002 alla torinese Accademia Albertina di Belle Arti, dove aveva iniziato il proprio percorso artistico, è un nome affermato non soltanto in Italia ma a livello internazionale, negli Stati Uniti ad esempio (è del 1993, in Pennsylvania, per la Lookout Park Foundation, l’installazione “Grande Ferro”) e soprattutto in Cina dove realizza tra l’altro opere come “Cometa” per il Rose Garden Park di Taiwan, nel 2006, e “Meteora” in acciaio per lo Sculpture Park di Shangai (2005-2006). Nel 2021 è tra i vincitori del concorso bandito a Pechino per le Olimpiadi e Paraolimpiadi Invernali. Importanti in egual modo le opere pubbliche nel contesto torinese, dalla GAM (“Disarticolare un cerchio”, 1993) al Parco della Pellerina a Piazza Galimberti (“Chakra”, 2005-2006)

Eccole qui allora le forme che nel vasto spazio di Venaria creano i “Giochi siderali”, asteroidi, meteore, satelliti, orbite siderali a comporre una inattesa costellazione che legittimamente si fonde con la natura che la circonda, una selva di nuove prospettive a perdita d’occhio, poste nel Parco basso lungo il viale tra l’Allea Centrale e il “Potager Royal” e, nel Parco alto, lungo l’Allea di terrazza. Tra le opere esposte, “ET”, del 2007, tre punti ricurvi a poggiare sul terreno e un groviglio di curve spiralate, che s’avvolgono e si liberano per un attimo, sotto la luce dell’esterno arricchita dall’acciaio inox satinato che le forma; e “Asteroidi Siri”, del 2022, un grande cerchio sbalzato e interrotto nella propria uniformità, il colore scuro dell’acciaio corten che signorilmente s’interseca tra quelli naturali di questo paesaggio autunnale.

 

Elio Rabbione

 

 

Nelle immagini: Riccardo Cordero, “ET”, 2007, acciaio inox satinato; Riccardo Cordero, “Asteroidi Siri”, 2022, acciaio corten.

Ecco i giovani artisti di Area Sanremo

CONCORSO GRATUITO CHE FA ACCEDERE 4 TALENTI EMERGENTI
ALLA SERATA FINALE DI
“SANREMO GIOVANI”

FELLOW SELEZIONATO DAL PIEMONTE

 

DIREZIONE ARTISTICA: AMADEUS

ORGANIZZAZIONE: FONDAZIONE ORCHESTRA SINFONICA DI SANREMO

 

Si è conclusa la fase eliminatoria di AREA SANREMO 2022, il concorso gratuito che fa accedere 4 artisti emergenti alla serata finale di Sanremo Giovani!

 

Questi i nomi (in ordine alfabetico – elenco presente anche sul sito www.area-sanremo.it) di chi accede alle fasi finali di AREA SANREMO 2022:

CECILIA (singolo – Toscana), CLOUDIA (band – Campania), COLLA ZIO (band – Lombardia), DANIELE BIANCONI (singolo – Lazio), DELVENTO (singolo – Sicilia), DENTELLA (singolo – Lombardia), DEREK (singolo – Puglia), DIAMANTE (singolo – Calabria); DYNAMITE 36 (band – Toscana), ELISABETTA CONTE (singolo – Lombardia), ELLY (singolo – Lombardia), ETTA (singolo – Toscana), FELLOW (singolo – Piemonte), FIAT131 (singolo – Calabria), FRANCESCO DAL POZ (singolo – Veneto), GEA (singolo – Toscana), I TRISTI (singolo – Liguria), IL RESPONSABILE DELLE ACQUE (singolo – Basilicata), JAYDAR (singolo – Veneto), JORDÀ (singolo – Lazio), JORE (singolo – Lombardia), JUMA (singolo – Liguria), KASHMERE (singolo – Svizzera), LAMANTE (singolo – Veneto), LUCA FOL (singolo – Emilia-Romagna), MARCO FERRARI (singolo – Emilia-Romagna), MAYU (singolo – Svizzera), MEDA169 (singolo – Puglia), MICHELE & MARCOS (duo – Abruzzo), MINENA (singolo – Lombardia), MIRA (singolo – Campania), MONNAELISA (singolo – Emilia-Romagna), MOTUS (singolo – Puglia), NOOR (singolo – Marche), PIERFRAU (singolo – Lombardia), ROMEO & DRILL (duo – Lazio), SAMEBLUD (band – Lazio), SARAH TOSCANO (singolo – Lombardia), STEFANIA TASCA (singolo – Piemonte), STREA (singolo – Lombardia), TOMMASO IMPERIALI (singolo – Lombardia), V3N3R3 (singolo – Puglia), VALENTINA MORO (singolo – Lombardia), YATES NICOTERA (duo – Calabria), YURI PASCALE LANGER (singolo – Campania), ZO VIVALDI (singolo – Lombardia).

Le fasi finali del concorso si terranno sabato 26 e domenica 27 novembre.

I finalisti di Area Sanremo 2022, che saranno proclamati dalla stessa Commissione di Valutazione insieme ad Amadeus, avranno la possibilità di sostenere un’audizione davanti alla Commissione Musicale RAI, che decreterà i 4 artisti vincitori che parteciperanno alla serata finale di Sanremo Giovani.

La Direzione Artistica di Area Sanremo 2022 è di AMADEUS che, fin dall’inizio della sua conduzione al Festival di Sanremo, è sempre stato attento ai giovani, dando loro anno dopo anno la possibilità di mettere in luce il proprio talento artistico.

AREA SANREMO 2022 è una manifestazione organizzata dalla Fondazione Orchestra Sinfonica di Sanremo, presieduta dall’Avv. Filippo Biolé.

I 70 anni di Vittorio Sgarbi raccontati in un ritratto corale. Al Tff

VITTORIO IN UN TEMPO FUORI DAL TEMPO

Un film di ELISABETTA SGARBI / BETTY WRONG

 

In anteprima al TORINO FILM FESTIVAL

 I 70 anni di Vittorio Sgarbi raccontati in un ritratto corale  attraverso lo sguardo affettuoso della regista

 

Verrà proiettato in anteprima al Torino Film Festival “VITTORIO – IN UN TEMPO FUORI DAL TEMPO” di Elisabetta Sgarbi/Betty Wrong. Dedicato al fratello Vittorio in occasione del compimento dei 70 anni, il film è stato girato a maggio 2022 durante le due feste di compleanno: la prima a bordo di una nave sul Po, la seconda a Milano.

 

Durante le due serate gli amici e i colleghi sono stati rapiti da un disturbatore affettuoso, impersonato da Elisabetta Sgarbi con il suo drappo colorato, e portati davanti alla telecamera per un personale saluto al festeggiato.

PROIEZIONI TORINO FILM FESTIVAL

Lunedì 28 novembre ore 16.00 – Cinema Centrale (Proiezione stampa)

Martedì 29 novembre ore 17.30 – Cinema Romano 2 (Proiezione ufficiale)

Venerdì 2 dicembre ore 22.15 – Cinema Romano 1 (replica)

Marco “Morgan” Castoldi, Giuseppe Cruciani, Domenico Dolce, Mirco Mariani e tantissimi altri personaggi del mondo dello spettacolo, imprenditori, scrittori e persone che hanno un legame con Vittorio, si sono prestati ad essere ritratti in una veste informale che delinea il profilo di un Vittorio che non tutti conoscono ma di cui Elisabetta ha sempre intuito la sensibilità oltre che il genio.

«Per distrarmi dagli obbligatori festeggiamenti dovuti a Vittorio, ho inventato l’esigenza di un film che testimoniasse questa doppia festa di compleanno. Un film che mi portasse fuori dalla festa. L’8 maggio 2022 a bordo della Nave Stradivari lungo il Po è stata la prima tappa. La seconda è stata il 10 maggio, nella mia città di adozione, Milano, a casa di Francesco Micheli. Così, mentre si festeggiava, io, con la complicità di Andrés Arce Maldonado e quella più saltuaria di Eugenio Lio, rapivamo gli invitati dal flusso della festa per inquadrarli. Ne emerge un ritratto (impossibile) di Vittorio, corale e a più voci. Amici (molti), e meno amici (pochi, in fondo inteneriti dalla estrema vitalità di Vittorio), collaboratori, giornalisti, complici di avventure e scorribande, politici e ministri, autisti e artisti, figlie e parenti, medici, dentisti e galleristi, imprenditori, creditori ed ex amanti dedicano a Vittorio una parola, una testimonianza, un ricordo. 70 ricordi per 70 (dicono) anni» racconta Elisabetta Sgarbi.

 

Le riprese si muovono dinamiche all’interno della Motonave Stradivari, lungo il Po grazie a un drone, negli interni della location milanese di Francesco Micheli e sopra l’abitazione di Ro Ferrarese di Vittorio e Elisabetta Sgarbi, per finire lungo il litorale con un cameo di Antonio Rezza.

 

Il montaggio incalzante è impreziosito dalle note dei brani degli Extraliscio estratti dagli album “È bello perdersi” e “Romantic Robot” (prodotti dall’etichetta Betty Wrong Edizioni Musicali di Elisabetta Sgarbi e distribuiti da Sony Music Italy).

Con Vittorio Sgarbi e Elisabetta Sgarbi.

Hanno partecipato Andrée Ruth Shammah, Giuseppe Cruciani, Arnaldo Colasanti, Nicola Porro, Francesca Filauri, Mirco Mariani, Moreno Conficconi, Marco “Morgan” Castoldi, Laura Casalis, Eleonora Cavallini, Stefano Bighi e Angela Benini, Edera Fornasari e Gino Ziche, Sabrina Colle, Guido Panza, Sauro Moretti, Camillo Langone, Alessandro Bertazzini, Giuseppe Bergomi, Roberto Barbolini, Luisa Beccaria, Marcello Corvino, Pietro Di Natale, Nino Ippolito, Roberto Pazzi, Anja Rossi, Leonardo Spadoni, Roberta Tancredi, Wainer Vaccari, Gianfranco Vissani, Tommaso Ferruda, Marisa Roncati, Claudio Trotta, Filippo Martinez, Eugenio Lio, Marco Gulinelli, Alan Fabbri, Naomo Lodi, Giampaolo Cagnin, Massimo Listri, Leonardo Spadoni, Santino Carta, Sara Pallavicini, Giovanni Lettini, Stefano Morelli, Beatrice Avanzi, Franco Panizza, Monica Macchioni, Alba ed Evelina Sgarbi, Francesco Micheli, Mario Andreose, Anna Maria Lorusso, Simona Baroni, Domenico Dolce, Candida Morvillo, Eliana Liotta, Venanzio Postiglione, Pietro Valsecchi, Melania Rizzoli, Gile Bae, Riccardo Vitanza e Francesco Specchia, Urbano Cairo, Alessandro Sallusti, Maurizio Bottoni, Chiara Beria di Argentine, Michele Ainis, Tommaso Sacchi, Moni Ovadia, Fabio Novembre, Stefano Losani, Oliviero Toscani. Alla festa in barca Arialdo Ceribelli, Pierluigi Panza, Giuliano Landini, Massimo Garavaglia, Corrado Sforza Fogliani. Assenti giustificati Antonio e Giordano Rezza.

 

Regia: Elisabetta Sgarbi / Betty Wrong

Aiuto Regia: Eugenio Lio

Direttore della fotografia: Andrés Arce Maldonado

Montaggio: Andrés Arce Maldonado, Elisabetta Sgarbi

Mix: Pino “Pinaxa” Pischetola

Foto di scena: Simona Chioccia

 

Per le feste di compleanno, durante le quali è stato girato il film, si ringraziano Giampaolo Cagnin e Francesco Micheli.

BIOGRAFIA Elisabetta Sgarbi ha fondato e dirige La nave di Teseo Editore, è Presidente di Baldini+Castoldi e Oblomov Edizioni, è Direttore Responsabile della rivista linus. Ha ideato, e da 20 anni ne è Direttore artistico, il festival internazionale La Milanesiana, e ha ideato e dirige linus –  Festival del fumetto. Dal 1999 dirige e produce i suoi lavori cinematografici.

FILMOGRAFIA Mariko Mori (1999); Stringimi, stringimi (1999); Anonimo. Rispondere? (1999); Fla (videoverde, 1999); Frammenti di una biografia per versi e voce (1999); In serra (un arabo colpito dalla fuga occidentale) (1999); Starless (1999); Set(t)e (co-regia Paolo Mosca, 2000); L’isola del tesoro, video, 2000 (co-regia Paolo Mosca, 2000); John Richmond non lo sa (ovvero, il video che non c’è) (co-regia Paolo Mosca, 2000); This is my chocky message (co-regia Paolo Mosca, 2000); Ancora un po’ (ovvero il senso del cinema italiano) (coregia Paolo Mosca, 2000); Projeto meninos de luz (2000); (Non sempre) Merci beaucoup (2000); La consolazione e la spina dolorosa (2001); Aladdin flash (-back) (2001); Malattia (2001); Otello (2001); Tre variazioni della vita (2001); Wainer (2001); Belle di notte (2001); L’acqua… Il fuoco (2002); La notte che si sposta (2002); Rue de Varenne (2002); La conversazione amorosa. Luciano Emmer / Alice Ferney (2002); Fantasmi di voce, Antonio Stagnoli (2003); Nel castello del Catajo (2003); Ci conosciamo? Luciano Emmer / Erica Jong (2004); Notte senza fine (2004); Dentro una nuvola, dentro Giro di vento (2004); Insopportabile (2004); Palladio. La luce della ragione (2004); Palladio. I tempi del sole e della luna (2004); Due contro una (2005); Due. Michael Cunningham / Michel Houellebecq (2005); NevicheRo (2006); Tresigallo. Dove il marmo è zucchero (2006); Apparizioni. Mathias Grünewald (2006); Watch football together. Hanif e Chocki Kureishi (2006); Un viaggio nel Mare delle verità. Andrea De Carlo (2006); Il pianto della statua (2007); Non chiederci la parola. Il Gran teatro montano del Sacro Monte di Varallo (2008); L’ultima salita. La Via Crucis di Beniamino Simoni (2009); Deserto Rosa. Luigi Ghirri (2009); Dimenticare Tiziano. Girolamo Romanino a Pisogne (2010); Raffaello. La Stanza della Segnatura (2010); Se hai una montagna di neve tienila all’ombra. Un viaggio nella cultura italiana (2010); Prove per un naufragio della parola (2011); Quiproquo. Cosa è l’avanguardia? (2011); Sono rimasto senza parole. Un dialogo tra Antonio Stagnoli e Pino Roveredo (2011); Lotta silenziosa. Andrea Martinelli / Edoardo Nesi (2011); L’invenzione di Ariosto. Tullio Pericoli (2011); Il viaggio della Signorina Vila (2012); Trieste: la contesa (2012); Racconti d’amore (2013); Quando i tedeschi non sapevano nuotare (2013); Per soli uomini (2014); Il pesce siluro è innocente (2014); Il pesce rosso dov’è (2015); Colpa di comunismo (2015); La lingua dei furfanti. Romanino in val Camonica (2016); L’altrove più vicino (2017); I nomi del signor Sulčič (2018); Extraliscio. Punk da balera (2020); La nave sul monte (2022); È così (2022); Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza (2022).

Quizzuma, con Billi Spuma 

Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino

Mercoledì 23 novembre, ore 21.30

Giochi e quiz musicali con Marco Basso, Billi Spuma e i suoi Gassati

 

Con “Quizzuma” l’Osteria Rabezzana si trasforma, mercoledì 23 novembre, in un teatro televisivo per accogliere il primo concerto a quiz della storia della musica. I commensali dei diversi tavoli saranno chiamati a formare le squadre che si sfideranno a suon di giochi, indovinelli, balli, prove di cultura musicale italiana degli anni ‘60. Il tutto in un dialogo continuo ed effervescente tra pubblico e orchestra. Una sorta di “Giochi senza Frontiere” della canzone: lo SpumazziereIl Filo di Arianna, La parola che non c’è, sono solo alcuni titoli dei tanti giochi in programma.

Marco Basso e Billi Spuma con i suoi Gassati condurranno la competizione insieme a ospiti a sorpresa: artisti, cantanti, personalità. Non mancheranno naturalmente premi e riconoscimenti alle squadre in gioco.

Marco Basso, storico dell’arte, critico musicale sulle pagine de La Stampa, ideatore e curatore di iniziative culturali e rassegne musicali. Per anni è stato conduttore radiofonico sulle emittenti locali GRP, Reporter, Flash e nei palinsesti nazionali di Radio RAI con trasmissioni di culto come Stereodrome, Planet Rock e Stereonotte.

Billi Spuma e i suoi Gassati. La band torinese che ripercorre da anni storia, costume, balli e mode dei mitici anni ’60. Tra twist e hully gully, surf e rhythm and blues, da trent’anni sono interpreti della musica beat nostrana. Il loro sound trascinante trasforma i concerti in spumeggianti feste danzanti.

Formazione: Billi Spuma voce, Marc Fioretti tastiere, Benny Pizzuto basso, Paul Vinci chitarra, Sandro Marangon batteria, Gianluigi Corvaglia sassofono tenore.

Ora di inizio: 21,30

Ingresso:

15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)

Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta

Info e prenotazioni

Web: www.osteriarabezzana.it

Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it