CULTURA E SPETTACOLI- Pagina 195

Quando “L’arte può rompere le scatole”

Performance di Afran

Nell’ambito della conferenza di presentazione

della 7° edizione del Festival Panafricano

Giovedì 22 giugno 2023 ore 16:00

GAM Sala 1 – Area Education

 

La GAM di Torino ospita il 22 giugno alle 16:00 la conferenza di apertura della 7° edizione del Festival Panafricano, dal titolo Origini, Connessioni e Comunità solidali, con i saluti istituzionali del Presidente dell’Associazione Panafricando Jerome Bohoui Gohoure, e Liuba Forte, Responsabile del Progetto Festival Panafricano.

Intervengono:
Rosanna Purchia
 – Assessora alla Cultura della Città di Torino

Maria Grazia Grippo – Presidente Consiglio comunale della Città di Torino

Riccardo Passoni – Direttore GAM 

 

In occasione dell’apertura del Festival Panafricano 2023 alle ore 16:30 il Dipartimento Educazione GAM ospita, nell’ambito dei progetti per l’Intercultura, la performance L’arte può rompere le scatole dell’artista camerunense Afran.

L’azione pittorica si sviluppa intorno a una installazione di cartoni con cui Afran interagisce mediante colore, movimento, suoni e parole. Un viaggio di suggestioni che, con ironia, porterà il pubblico a riflettere sugli spostamenti dei beni e sui rapporti di forza nel nostro mondo contemporaneo.

L’opera suggerisce anche una riflessione sul ruolo rivestito oggi dall’arte, in un contesto in cui spesso questa asseconda passivamente il corso della storia, accontentandosi di entrare in prestigiose collezioni.

Il pubblico potrà partecipare attivamente alla performance attraverso un confronto e un coinvolgimento diretto con l’artista.

Per partecipare alla conferenza stampa è richiesta la prenotazione QUI

Per partecipare alla performance è richiesta la prenotazione QUI

Tutto il programma del Festival

 

BIO

Afran (Francis Nathan Abiamba) nasce a Bidjap, in Camerun, nel 1987.

Dopo aver frequentato l’Istituto di Formazione Artistica di Mbalmayo, si diploma in ceramica. Coltiva la pittura, sua grande passione, presso gli atelier dei più grandi pittori camerunesi e congolesi. Nel 2006 si apre all’arte contemporanea grazie a Salvatore Falci, professore di arti visive all’Accademia di Belle Arti di Carrara (MS).

Dopo numerosi concorsi ed esposizioni collettive, nel 2008 presenta la sua prima personale al Centro Culturale Spagnolo di Bata, in Guinea Equatoriale, terra nella quale si era recato alla ricerca delle sue radici.  Questa mostra apre la porta a una serie di esposizioni personali e collettive tra Guinea Equatoriale, Camerun, Spagna e Italia, dove ora risiede.

La Public Art – installazioni e performance – rappresenta attualmente il linguaggio più coerente e adeguato alla sua ricerca attorno alla tutela dell’identità culturale nel mondo contemporaneo.

Il Festival Panafricano, evento annuale dal 2014, è un’iniziativa organizzata e promossa dall’Associazione Panafricando con la partecipazione e il sostegno delle associazioni e comunità locali, straniere e afro-discendenti di Torino. Il Festival, durante tutte le 6 stagioni precedenti, ha ospitato la rappresentazione artistica, popolare, culturale e gastronomica di 35 diversi stati africani e ha portato con sé una filosofia comunitaria per dissolvere le diverse barriere presenti tra africani e italiani.

GAM – GALLERIA CIVICA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA – Via Magenta, 31 – 10128 Torino

Orari di apertura: da martedì a domenica 10:00 – 18:00.

Chiuso il lunedì.  La biglietteria chiude un’ora prima.

Song for stars 2023 prosegue lo spettacolo del cielo in musica!

Infini.to Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio “Attilio Ferrari”

in collaborazione con Jazz is Dead! festival e TUM Torino

prossimo appuntamento con l’ambiente sintetico di

Marta de Pascalis e Nick Foglia

venerdì 23 giugno

 

Space Aliens From Outer Space

venerdì 14 luglio

 

 

 

Torna anche quest’anno Song for Stars, il progetto musicale di Infini.to Planetario di Torino che combina la performance dal vivo all’astronomia. Accomunati dal desiderio di viaggiare verso mondi lontani, artisti e scienziati si incontreranno sotto la cupola del Museo dello Spazio come piloti di un’astronave pronta a percorrere lunghe distanze. A bordo un pubblico di appassionati e curiosi si farà trasportare dalle note e dalle stelle. Dopo l’ultima fortunatissima edizione con il Maestro Lino Capra Vaccina, lo sperimentatore Oren Ambarchi e il Collettivo Sintetica, che ha registrato una serie di tutto esaurito accessoriata da tanta commozione ed emozione, la rassegna riparte sulla collina di Torino. Pino Torinese ospita il Planetario dal 2007: passione per la conoscenza e promozione del metodo scientifico rappresentano l’impronta con cui Infini.to e il suo staff caratterizzano ogni attività didattica e divulgativa rivolta ai grandi e ai bambini dichiara online la direttrice del Museo Eleonora Monge. Anche Song for Stars non sembra venir meno alle premesse professionali dell’ente poiché estetica e arte non sostituiranno la scienza. Ad accogliere gli astanti sarà una chiara spiegazione di ciò che si andrà a visitare, prima di lasciarsi andare, con la testa all’insù, alla danza del cielo che accompagnerà la performance musicale. Ogni volta una produzione originale scritta dagli astrofisici di Infini.to che, ascoltando i suoni degli artisti, organizzeranno un vero e proprio viaggio interspaziale.

Siamo al secondo appuntamento dell’estate 2023. Si prosegue il 23 giugno con due concerti, Marta de Pascalis musicista e sound designer berlinese spazia tra ambient e psichedelia utilizzando un’affinata e particolare tecnica di sintesi analogica. Nick Foglia è un ingegnere del suono che ha imparato a sfruttare le potenzialità tecniche come risorsa artistica, in questa sua attitudine si intravede il pensiero che sta alla base della rassegna. Basterebbe forse solo il nome per contestualizzare la terza formazione ospite di Song for Stars il 14 luglio: tornano dopo dieci anni dalla pubblicazione del loro primo album gli Space Aliens From Outer Space, e lo fanno con lo spirito di un B-Movie fantascientifico, con abiti alieni e usando l’immancabile vocoder, accompagnati da futuristici sintetizzatori. Parrà di vivere un sogno e di vedere finalmente cadere dal cielo creature d’altri mondi!

 

Anche quest’anno il biglietto del concerto include la visita al museo. L’area si sviluppa su tre livelli ed è consigliato arrivare con un po’ di anticipo per godere appieno dell’esperienza di conoscenza.

 

BIOGRAFIE

 

Marta De Pascalis è una musicista e sound designer italiana con sede a Berlino. Nei suoi lavori da solista impiega la sintesi analogica e un sistema tape-loop per mezzo del quale crea pattern di ripetizione che danno forma al senso di una lontananza densa, dinamica e catartica. Il suo suono include una vasta gamma di generi di musica elettronica, come l’ambient, psichedelia e musica su nastro. Ha pubblicato tre album: l’autoprodotto Quitratue (2014), Anzar per la The Tapeworm imprint (2016), l’etichetta affiliata alla Touch, e Sonus Ruinae, pubblicato a settembre 2020 dall’etichetta sperimentale berlinese Morphine Records. Si è esibita in diversi festival e venue, in particolare: Museo Reina Sofia, Biennale di Venezia, Berghain, Funkhaus, Café Oto, Mutek Festival.

 

Nick Foglia è un sound engineer e producer attivo a Berlino dal 2009 al 2017 e successivamente a Torino, collabora a progetti musicali nazionali ed internazionali sfruttando le potenzialità dell’attrezzatura dello studio di registrazione come strumento creativo. In qualità di musicista pubblica brani unicamente in occasione dell’uscita delle varie edizioni di Paradisia, compilation con cadenza periodica curata ed edita dall’etichetta torinese Gang of Ducks. Dice di lui: il mio amore per la musica è iniziato in tenera età, ascoltando i dischi in vinile di mio padre, e ben presto ho iniziato a giocherellare con gli strumenti musicali. Dopo la laurea in musica nel 2009 mi sono trasferito a Berlino dove ho avuto le mie prime esperienze nella registrazione di musica con le mie band in veri e propri studi professionali, un ambiente di cui mi sono subito innamorato, quindi, ho deciso che produrre e registrare musica era ciò che mi interessava fare. Negli anni successivi ho avuto la possibilità di imparare da ottimi tecnici del suono, tra cui Francesco Donadello nel suo bellissimo studio, Vox-Ton, dove l’ho assistito nella registrazione e mixaggio di musica per clienti di altissimo profilo e in seguito ho avuto l’opportunità di conduco sessioni come capo ingegnere, sperimentando il mezzo analogico utilizzato come strumento creativo e perfezionando la mia tecnica microfonica. Nel 2016 sono tornato in Italia dove attualmente lavoro e collaboro con molti artisti musicali di grande talento presso Rubedo Recordings.

 

Space Aliens From Outer Space, nell’ormai lontano 2013, pubblicarono il loro primo album intitolato Invade, il quale fu seguito da una serie di concerti epici in tutta Europa e da successive pubblicazioni, riscuotendo un grande successo del pubblico presente ai loro live show. Ora, nel 2023, i due membri fondatori della band ripercorrono il tunnel spazio-temporale nel quale scomparvero, per tornare sulla terra e celebrare con noi l’anniversario della loro opera d’esordio. Space Aliens From Outer Space è un progetto basato sulla rielaborazione della musica e dell’immaginario fantascientifico: dai B-Movie degli anni ’50 ai film di culto di Carpenter, Cameron e Scott. Usando l’immancabile vocoder, i suoni tipici dei sintetizzatori d’epoca, questi artisti hanno saputo donare al pubblico un’esperienza di viaggio cosmico, a volte inquietante, a volte festosa, sempre irresistibilmente divertente. Da quando si sono formati nel 2010, hanno suonato in tutta Europa, tra locali, luoghi storici (come il Beursschouwburg a Bruxelles) e numerosi festival, come il Torino Horror Film Festival.

 

INFO

 

23 giugno Marta de Pascalis + Nick Foglia ore 21

14 luglio Space Aliens From Outer Space ore 21

apertura del Museo ore 19

ticket euro 12 su planetario.it

 

via Osservatorio 30, Pino Torinese

Un ricordo del grande Pier Luigi Nervi nel giorno della sua nascita

Oggi compirebbe ben 132 anni uno dei più grandi ingegneri ed accademici italiani di tutti i tempi che, con il suo genio costruttivo, ha dato molto a Torino. Parliamo di Pier Luigi Nervi, nato a Sondrio nel 1891 da genitori liguri e morto a Roma nel 1979.

Partendo dal suo personale concetto secondo cui l’arte non è concepibile soltanto come estetica ma anche come pura funzionalità e staticità, portano la sua firma alcune tra le più significative opere architettoniche contemporanee dell’edilizia civile italiana e mondiale. Innovativo nelle sue soluzioni spaziali e strutturali, ogni sua realizzazione racchiude in sé l’innovazione oltre all’ eleganza, alla modernità in risultati sempre nuovi e sorprendenti dovuti anche ai suoi studi su nuove tecniche e nuovi materiali, studi di cui ci ha lasciato importanti scritti.

 


Ricordiamo soltanto alcuni tra i suoi tantissimi lavori: lo stadio di Firenze negli anni 30, i grandi hangar per l’aviazione italiana ad Orvieto degli anni 40, la sede dell’Unesco a Parigi degli anni 50, il grattacielo Pirelli a Milano e la Sala Nervi in Vaticano. A Torino porta la sua firma il salone di Torino Esposizioni al Valentino del 1949 ed il Palazzo del Lavoro anche giustamente ricordato come Palazzo Nervi, del 1960, quando fu eretto per la grande manifestazione di Italia 61. Si tratta di uno dei capolavori dell’architettura edile del Novecento, che ora arrugginito e vergognosamente abbandonato sta cadendo a pezzi senza che si stia facendo alcunché per salvarlo.

Dicono di questo indimenticabile genio italiano che racchiuse in sé l’audacia dell’ingegnere, la fantasia dell’architetto con la concretezza dell’imprenditore. E dicono bene. Auguri quindi a questo grande italiano che le sue opere hanno reso immortale alla memoria collettiva nei secoli.

Patrizia Foresto

Le Gallerie d’Italia si animano di concerti e laboratori musicali

In occasione del 21 giugno, giorno del solstizio d’estate

 

In occasione del solstizio d’estate, il 21 giugno prossimo, numerose città europee si animeranno per la Festa della Musica, con una ricca proposta di iniziative e happening musicali, anche allo scopo di rappresentare le varie matrici culturali, storiche e etniche in tutte le performance proposte.

Intesa San Paolo aderisce all’iniziativa, ospitando concerti e laboratori musicali negli spazi museali delle Gallerie d’Italia di Milano, Napoli, Torino e Vicenza, per richiamare l’attenzione non solo sul valore della musica, ma anche sul dialogo che sa intrattenere con le opere e le architetture delle quattro sedi.

A Torino, a partire dalle 16 alle 17.30 di martedì 21 giugno prossimo, si susseguiranno attività per famiglie in laboratorio, volte all’ascolto musicale tra le sale storiche di Palazzo Turinetti, ispirati dalle melodie, che consentiranno di realizzare una rielaborazione fantasiosa degli spartiti ascoltati.

Si tratta di attività consigliate per bambini dai 6 ai 10 anni, con prenotazione obbligatoria al numero verde 800167619, oppure scrivendo a torino@gallerieditalia.com

Mara Martellotta

Il Diario Italiano di Pier Franco Quaglieni

Diario Italiano è l’ultimo libro di Pier Franco Quaglieni, storico e saggista, colto polemista che ha abituato i lettori a riflettere su testi che brillano per lo spiccato anticonformismo che ne accompagna da sempre l’assoluta libertà di pensiero, riluttante nei confronti della piaggeria e dei condizionamenti che abbondano in gran parte delle pubblicazioni più o meno engagé che affrontano i temi della storia e del costume contemporanei. Risulta di grande interesse la raffigurazione della storia contemporanea attraverso le biografie di questi ventinove personaggi che hanno saputo influenzare le vicende della nazione e del territorio piemontese. Un’ impresa italiana per nulla scontata e assai ardua poiché Quaglieni ha inteso puntualizzare che i personaggi descritti sono solo alcune delle più importanti personalità che hanno impresso il loro segno in questa storia. Eppure il quadro d’insieme che scaturisce è quanto mai interessante, testimoniando una profonda conoscenza e quello spirito libero e critico che da sempre contraddistingue il direttore del Centro Pannunzio. Sono ritratti di personaggi a loro volta scomodi, capaci di intuizioni o imprese non scontate, molto diversi tra loro come, per fare qualche esempio, Giovanni Agnelli e Carlo Donat-Cattin, Alberto Asor Rosa e Luigi Firpo, Frida Malan e Gino Strada, Andrea Cordero Lanza di Montezemolo e Carol Rama. Oltre a queste personalità e ai loro profili tratteggiati vanno segnalati i due contributi finali contenuti nel libro ( Il mio 25 aprile tra ricordi e storia e I conti con il fascismo) dove Pier Franco Quaglieni riprende e affronta la riflessione sui grandi temi delle ideologie novecentesche, dal comunismo al fascismo, all’antifascismo post bellico e odierno, ai sovranismi del Terzo Millennio. Lo fa con le sue opinioni destinate a far discutere, scegliendo deliberatamente di rappresentare anche le ragioni dei vinti “perché una storia scritta dai soli vincitori appare non accettabile”. In fondo tutto il libro riprende la riflessione “su destra e sinistra nella storia del Novecento, andando oltre le contrapposizioni manichee”. Il male e il bene assoluto, secondo l’autore, “sono assolutizzazioni incompatibili con la ricerca e la comprensione storica che esige invece il distacco dai fatti di cui fu capace Federico Chabod nella sua Storia dell’Italia contemporanea del 1950”. La sua scrittura è animata da una passione civile che, come in più occasioni ha avuto modo di sottolineare, affonda le sue radici culturali nel Risorgimento e nei suoi valori ideali. E la passione per la libertà, il piacere del confronto delle idee e della discussione viene esternata con chiarezza, senza il timore di apparire scontroso o persino urticante nell’esprimere i suoi giudizi, pur rispettando le varie posizioni.  Non è del resto una novità per chi conosce la sua ampia produzione culturale, improntata saldamente su alcuni principi come la difesa dell’oggettività storica e l’allergia nei confronti di ogni fondamentalismo, in nome e per conto di una idea di moderno umanesimo che non può che far bene in questi tempi pigri e opachi.

Marco Travaglini

Il tesoro della Città. Tra storia e tecnologia, i simboli di Torino

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica segnala mercoledì 21 giugno 2023 alle ore 18l’incontro di approfondimento, che si terrà all’Accademia Albertina di Belle Arti, Salone d’onore, via Accademia Albertina 6, Torino.

 

L’evento, in collaborazione con Rai CRITS e Palazzo Madama, propone un excursus sulla storia dei simboli dell’identità cittadina, a pochi giorni dalla festa patronale di San Giovanni Battista: dal timpano della chiesa della Gran Madre di Dio alla mazza d’argento di Torino, oggi conservata a Palazzo Madama.

A guidare il pubblico saranno gli interventi diFabio Amerio ed Enrico Zanellati per l’Accademia Albertina e la sua Pinacoteca, diClelia Arnaldi di Balme, conservatrice di Palazzo Madama, e degli ingegneri Davide Zappia e Alberto Ciprian del Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione della RAI, che descriveranno le tecnologie messe a disposizione dell’indagine storico artistica e della sua valorizzazione.

Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili

Prenotazione consigliata: 0110897370 –comunicazione@albertina.academy

I 40 anni di Acqui in palcoscenico

40 anni e non sentirli, questo viene da dire scorgendo il cartellone del Festival Acqui in Palcoscenico 2023, ricco di appuntamenti nei luoghi simbolo della città termale, che nuovamente nelle mani del sindaco Rapetti, rinasce dopo cinque anni di stallo. Riprendono le terme, il turismo e anche la voglia di spettacoli di livello . Si inizia domenica 2 luglio al teatro Giuseppe Verdi con l Orchestra Camerata Strumentale Acquese, diretta da Eleonora Perolini che eseguirà “Le quattro stagioni “di Vivaldi a seguire il premio Acqui Danza quest’ anno assegnato a Jacopo Tissi giovane talento di fama internazionale.La seconda parte sarà dedicata alla danza con la compagnia Nuovo Balletto Classico, sotto la guida di Liliana Così e musiche di Vivaldi.
Il festival prosegue poi fino al 18 luglio mettendo in scena il meglio della danza contemporanea.
L organizzazione del festival è a cura dell’ Associazione Grecale, con il contributo del Mic ,la Regione Piemonte Fondazione CRAL e il Comune di Acqui Terme.
La direzione artistica è come sempre di Loredana Furno che proprio 40 anni fa ebbe l’illuminante idea di abbinare Terme e Danza.
Info@ ballettoteatroditorino.org

Gabriella Daghero

“Evoluzioni sonore #2” Al “MAO Museo d’Arte Orientale” di Torino, suggestive performance musicali

Animeranno l’estate dei torinesi

Dal 20 giugno al 7 settembre

Fra tradizione, sperimentazione, globalizzazione ed echi di futuro, la musica invaderà per quattro mesi gli spazi del “MAO”di Torino, in occasione del riallestimento – concepito attraverso la pratica della “compassione” e del “dono” – della mostra “Buddha10Reloaded”. Sotto l’attenta organizzazione di Chiara Lee e Freddy Murphy (fondatori del progetto musicale “Father Murphy”, con cui i due hanno realizzato una serie di “concept album”, esibendosi in festival ed eventi prestigiosi, tra cui, solo per restare in Italia, la “Biennale di Venezia” e il “Santarcangelo Festival”), i suoni delle artiste invitate contribuiranno a tracciare il ritratto di un continente – quello asiatico – dalle molteplici e mutevoli identità.

Il programma prende avvio, negli spazi museali di via San Domenico 11, martedì 20 giugno, alle ore 19, con Miya Masaoka, per un approccio virtuosistico ed innovativo al “koto”giapponese, strumento musicale cordofono appartenente alla famiglia delle “cetre”, derivato dal “Guzheng” cinese. Miya Masaoka è compositrice, musicista e sound artist. Le sue opere spaziano tra il New Noh, performance ibride tra acustica ed elettronica, sound art, cori, mappatura del movimento degli insetti, installazioni sonore, performance art e molto altro. Il suo lavoro esplora la percezione corporea della vibrazione, del movimento e del tempo, mettendo in primo piano complesse relazioni timbriche. La Masaoka è docente associata e direttrice del “MFA Sound Art Program” presso la “Columbia University” di New York.

“Elettronica contemporanea e classici ‘raga’ indostani amalgamati in un’armonia perfetta”, saranno invece, i temi su cui andrà a cimentarsi mercoledì 26 luglio, alle 19, Arushi Jain, cantante e produttrice, nonché ingegnere, con una visione non ortodossa e risolutamente “DIY” (anticonsumistica) di una tradizione secolare. Trasferitasi dall’India in California, studia  Informatica alla “Stanford University”, dove è introdotta ai suoni e alla sintesi generati dal computer presso il “Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA)”. La sua musica è una reinterpretazione unica di due mondi contrastanti. Gli antichi “raga” dell’India settentrionale vengono da lei re-immaginati e suonati con strumenti e tecnologie che ha appreso nella sua “San Francisco Bay Area”. Il suo ultimo album “Under the Lilac Sky” è stato pubblicato su “Leaving Records” nel luglio 2021 e recentemente è stata inclusa nella prestigiosa lista musicale di “Forbes 30 under 30”.

Terzo appuntamento, martedì 22 agosto, ore 19, con Evicshen e “una passeggiata funambolica tra controllo e caso che confonde i confini tra performer e pubblico”. Evicshen è il nome di battaglia della sound artist Victoria Shen.
La sua musica si basa sulla fisicità del suono e sulla sua relazione con il corpo umano tramite l’uso di “sintetizzatori modulari analogici”, “dischi in vinile/resina” e “strumenti elettronici autocostruiti”, come le “Needle Nails”, delle “unghie in acrilico” con puntine per giradischi incorporate che le consentono di riprodurre fino a cinque tracce di un disco contemporaneamente. Il suo LP di debutto “Hair Birth” ha una copertina in rame che si trasforma in un altoparlante attraverso il quale è possibile riprodurre il disco. Ogni pezzo non é solo supporto musicale riproducibile, ma anche oggetto d’arte unico.

Serata conclusiva, giovedì 7 settembre, ore 19, con “Crossing Borders”, performancecomposta del produttore giapponese Scotch Rolex insieme alla percussionista coreana Shin Hyo Jin. I due  mescolano musica elettronica sperimentale con tradizionali percussioni coreane cerimoniali, andando oltre i confini, in una sorta di rituale mistico e spirituale.

Per info: “MAO-Museo Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Costo biglietti (acquistabili presso la biglietteria del Museo o su Ticketone): 15 euro intero / 10 euro ridotto studenti.

g.m.

Nelle foto:

–       Miya Masaoka

–       Arushi Jain

–       Evicshen

–       Crossing Borders

Anniversario di Gustavo Rol: 120 anni dalla nascita del famoso sensitivo

Torino è legata a doppio filo ad una fama di esoterismo e occulto. È infatti stata teatro di leggende oscure e di eventi singolari e ha chiamato a sé i più grandi esperti di spiritismo e magia. Fra questi figura un sensitivo, di cui ancora molti oggi ricordano i prodigi e che vogliamo ricordare con una breve biografia.

Ricorre infatti oggi l’anniversario di Gustavo Rol, nato il 20 giugno del 1903. Ripercorriamo insieme le tappe della sua vita.

L’anniversario di Gustavo Rol: 120 anni dalla nascita

Gustavo Rol nasce a Torino in una famiglia appartenente all’alta borghesia. Fin da giovane mostra una particolare inclinazione nei confronti della musica e dell’arte. Studia infatti piano e violino e nel contempo si cimenta nella pittura, passione che conserverà tutta la vita rendendola anche in parte un lavoro. Lungo tutta la sua esistenza inoltre si dimostrerà anche amante della storia, particolarmente del periodo napoleonico: molti testimoniano il suo interesse per questo genere di cimeli.

 

gustavo rol foto I Il Torinese

Il suo avvicinamento alla spiritualità si verifica in circostanze misteriose: pare infatti abbia incontrato un uomo polacco nella città di Marsiglia, e grazie a lui abbia iniziato ad interessarsi alle carte. Lo spiccato talento e il costante studio lo portano a diventare sempre più celebre all’interno delle élite italiane ed estere. Sono infatti numerosissimi a chiedere consigli o anticipazioni del proprio futuro. Federico Fellini, Franco Zeffirelli e Giovanni Agnelli sono solo alcuni esempi di suoi estimatori. Fra le richieste più famose però ci sono quelle della regina Elisabetta II e di Hailé Selassié. Nel primo caso la sovrana aveva espresso il desiderio di mettersi in contatto con lo spettro del padre Giorgio VI; l’imperatore etiope invece voleva sapere le proprie sorti nel governo del paese. All’uomo predisse la sua morte, avvenuta per un colpo di stato dell’esercito.

La sua celebrità presso il grande pubblico giunge verso la fine degli anni Ottanta, momento in cui gli vengono dedicati svariati articoli sui giornali nazionali.

Gli scettici e le controversie legate alla sua figura

Altrettanti però sono stati i suoi detrattori. Infatti molti prestigiatori e uomini di scienza hanno insinuato che si trattasse semplicemente di un fenomeno illusionistico, legato anche a delle sviluppate doti di mentalismo. In particolare i membri del CICAP (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sul paranormale) hanno ad esaminare -senza successo- alcune delle sue sedute.

Rol infatti ha sempre affermato di non voler sottoporsi ad alcun test, in quanto le sue doti non potevano essere eseguite a comando. Di fronte a questo rifiuto gli studi si sono basati solamente sulle testimonianze di coloro che avevano vissuto l’esperienza in prima persona. Dai racconti si può giungere alla parziale conclusione che l’uomo si avvalesse di alcuni trucchi di prestidigitazione. Permane però un’aura di santità sul suo dono della chiaroveggenza. Coloro che l’hanno conosciuto infatti lo ricordano come un puro di cuore, sempre pronto ad aiutare il prossimo senza pretendere nulla in cambio.

anniversario gustavo rol targa I Il Torinese

Fra le tante dicerie che lo circondano ne spicca una in particolare. Sembra che durante la seconda guerra mondiale abbia dimostrato le proprie doti a degli ufficiali delle SS, ottenendo in cambio la liberazione di alcuni prigionieri.

La morte e il suo ricordo

Anche per questo morì circondato da ammirazione e affetto il 22 settembre del 1994: al suo funerale si sono presentate più di trecento persone. Come ultimo commiato a questo mondo ha lasciato dietro di sé una nebbiolina luccicante: almeno riportano così le leggende metropolitane. Quale modo migliore poteva esserci per lasciare la dimensione terrena?

Leggi anche – Addio a Giuditta Dembech, biografa di Gustavo Rol

Francesca Pozzo