



Venerdì 8 novembre, ore 21
Teatro Superga, Nichelino (TO)
Alessandro Bergonzoni
La stagione del TSN – Teatro Superga Nichelino 2024/2025 si apre venerdì 8 novembre con il nuovo spettacolo di Alessandro Bergonzoni “Arrivano i dunque (avannotti, sole blu e la storia della giovane saracinesca)”. L’artista, noto per il suo stile unico e surreale, esplora temi profondi e complessi.
Un’asta dei pensieri. Cerco il miglior (s)offerente per mettere all’incanto il verso delle cose: magari d’uccello o di poeta. Parto dallo sproposito, per la rifusa, con la congiuntivite, varco il fraintendere, fino all’unità dismi-sura, tra arte e sorte, fiamminghi e piromani, van Gogh e Bangkok, bene e Mahler, sangue fuori mano e stigmate, stigmate e astigmatici, Dalì fino Allah. C’realta! Lunire all’esistente l’atra nuova san(t)itá, nelle nostre avannotti larvate. Grossomodo, seguendo i miei estinti, preganti di continuare a infinire. Mi sono fatto prendere la mano (sposato o salvato dall’annegar?). Il tempo stringe, non è sempre abbraccio, ma corda o lenzuolo. Basta affacciarsi sul percipizio e sentir lindimostrabiliante sciamanumanesimo tradotto in esasperan-to. La scenografia “èscatologica”, il sole blu, la giovane saracinesca su (ermetica perché io mistero), al-trista in un tealtro ove nulla accade senza tutti. Manca poco? Tanto é inutile? Non per niente tutto chiede!
ALESSANDRO BERGONZONI
Quindici spettacoli teatrali e sei libri. Nel cinema: Pinocchio (2001) di Roberto Benigni e Quijote (2006) di Mimmo Paladino.
Da anni scrive Aprimi Cielo sul Venerdì di Repubblica e su Robinson. Dal 2005 si avvicina al mondo dell’arte. Unisce al suo percorso artistico un interesse profondo per i temi legati al coma, alla malattia e al mondo carcerario. Parallelamente allo spettacolo Trascendi e sali ha presentato l’installazione performativa Tutela dei beni: corpi del (C)reato ad arte (il valore di un’opera, in persona).
Nel 2020 per Garzanti esce Aprimi cielo, dieci anni di raccoglimento, articolato.
Ha vinto il Premio della Critica, il Premio Hystrio, il Premio UBU, la Coppa Volponi, il Premio Nazionale Cultura della Pace-Città di Sansepolcro e il Premio Montale Fuori di Casa.
Info
Venerdì 8 novembre, ore 21
Teatro Superga, via Superga 44, Nichelino (TO)
Arrivano i dunque
(avannotti, sole blu e la storia della giovane saracinesca)
Di e con Alessandro Bergonzoni
Produzione Allibito
Biglietti: Poltronissima 35 euro, Poltrona 30 euro, Galleria 25 euro
011 6279789 biglietteria@teatrosuperga.it
Al “Castello di Rivoli”, le opere di venti artisti, collocate in oltre quarant’anni di storia dell’arte, raccontano la possibile, fattiva collaborazione fra uomo e natura
Fino al 23 marzo 2025
Rivoli (Torino)
L’arte, mediatrice di pace e condivisione fra essere umano e mondo naturale. E’ questo il principio (e la speranza) che sta alla base della grande rassegna “Mutual Aid– Arte in collaborazione con la natura”, ospitata, fino a domenica 23 marzo del prossimo anno, nella “Manica Lunga” del “Castello di Rivoli”. Prima mostra curata dal nuovo direttore, Francesco Manacorda, in collaborazione con Marianna Vecellio, l’esposizione intende esplorare il concetto di “mutuo appoggio” (come da titolo) e la possibile collaborazione creativa fra “esseri umani” e “natura”, attraverso la concreta proposta di suggestive, “improbabili” (eppur reali) esperienze di una ventina di artisti e dei loro “collaboratori non umani” che hanno affrontato il tema dagli anni Sessanta ad oggi. Ad ispirare la mostra sono le tesi contenute nel saggio “Il mutuo appoggio. Un fattore d’evoluzione” del filosofo “libertario” russo Pëtr Kropotkin (1842–1921), che, contrariamente ai discepoli del “darwinismo sociale” (giustificanti l’oppressione del più forte sul più debole), sosteneva la vita umana ed animale “essere prevalentemente basata sulla cooperazione e sulla solidarietà piuttosto che sulla lotta”.

Linea di pensiero che troviamo pienamente applicata nella mostra di Rivoli. A partire dalle imponenti “tele” di Vivian Suter (Buenos Aires, 1949) volteggianti nel vuoto della “Manica Lunga” a mostrare tutte le ferite e le tracce profonde, diventate cifra pittorica, lasciate dalle battenti piogge tropicali e dai segni fissati dal passaggio “disattento” e ripetuto degli animali. Opere che sfidano il “concetto di autorialità” esclusivamente umana. “L’esposizione – sottolinea Francesco Manacorda – attingendo a diversi linguaggi espositivi come il video, la pittura, il suono, l’installazione e la scultura, esplora infatti visioni che cercano nuove modalità di collaborazione con altre specie, trasformando la ‘Manica Lunga’ del ‘Castello’ in un organismo ‘vivente’ dove opere e processi naturali cooperano alla realizzazione di una vera e propria mostra vivente”. La natura crea e offre stimoli di ricerca all’artista. Il loro è un lavoro realizzato in piena collaborazione. Dove la mano e la mente dell’uomo positivamente accolgono suggerimenti, li accarezzano, li denunciano, li compongono e ricompongono nella fantasiosa attualità di opere su cui è d’obbligo fermarsi a riflettere con partecipata attenzione. Ecco allora Aki Inomata (Giappone, 1983) trarre ispirazione dalle modalità di costruzione delle dighe proprie dei castori euroasiatici, realizzando a mano e con una macchina da taglio automatica sculture in legno ricalcanti forme simili a quelle prodotte dai tenaci roditori semiacquatici.

Fra i grandi “pionieri” della “Land Art”, troviamo poi Giuseppe Penone (Garessio, 1947) che a Rivoli espone le opere della serie “Alpi Marittime”, fra cui la potente scultura “Trattenere 24 anni di crescita”, dove l’intervento artistico su un tronco di albero di noce magnificamente fonde in un sol corpo processi umani e naturali di forte intensità. E mutuo scambio. Che arriva al culmine in quel“Le lâcher d’escargots” installazione ambientale (2009) in cui Michel Blazy (Monaco, 1966) coinvolge delle “lumache” che percorrono un tappeto lasciando scie che ricordano le intersezioni della pittura astratta. Lumache e lucertole, farfalle e fiori e insetti. Tutto collabora nell’artistica ricostruzione di un “Creato” da preservare. E l’elenco degli artisti impegnati in questa sorta di “miracolosa” profetica missione s’infittisce con nomi gravitanti nell’ambito di un’avanguardia artistica, ma anche politico-sociale (“Land” e “Pop Art”) in cui troviamo figure più o meno storiche dall’ungherese Agnes Denes all’argentino Tomàs Saraceno e alla brasiliana Maria Thereza Alves fino all’egiziano Nour Mobarak con opere plastiche dove il micelio di un comune fungo dai mille colori trasforma le sculture in organismi viventi “che mutano, decompongono e si ricompongono”.

E l’iter prosegue, dal torinese Renato Leotta all’americano Robert Smithson (solo per citarne alcuni) fino a concludersi con l’opera (2023) “The sun eats her children” di Precious Okoyomon (Londra, 1993), in cui una serra tropicale accoglie farfalle e piante velenose in un policromo paesaggio decisamente surreale e d’impronta onirica. Sempre in un’ottica di “mutua collaborazione”! Che non solo produce ingegnose pagine d’arte, ma che pure viaggia attenta a non tradire quella “natura”, non leopardianamente “matrigna”, ma sfatta e indispettita (questo sì!) dai continui inaccettabili soprusi umani.
Gianni Milani
“Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura”
Castello di Rivoli, piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino); tel.011/9565222 o www.castellodirivoli.org
Fino al 23 marzo 2025
Orari: dal merc. al ven. 10/17; sab. dom. e festivi 11/18
Nelle foto: Aky Inomata “How to Carve a Sculpture”, 2018 (ph. Eisuke Asaoka); Giuseppe Penone “Trattenere 24 anni di crescita”, bronzo, 2020; Michel Blazy “Le lâcher d’escargots”, lumache e moquette marrone, 2009; Precious Okoyomon “The sun eats her children”, fiori, terra vulcanica, farfalle, scultura di orso in resina, 2023
Ottobre è ormai al termine e, come ogni anno è il premio Nobel a tenere banco nelle discussioni tra i membri del gruppo FB Un Libro Tira L’altro Ovvero Il Passaparola Dei Libri: Han Kang vincitrice quest’anno, domina la nostra particolare classifica con L’Ora Di Greco, il suo romanzo più conosciuto.
Continuando, troviamo un’altra scrittrice raffinata e particolare, la poetessa Sylvia Zanotto con il suo primo romanzo Come Nijinsky (Nardini, 2024) una storia che unisce tematiche femministe e riflessioni, prendendo spunto dalla danza; infine, un romanzo storico di un’autrice molto apprezzata dalla nostra community Pina Rinaldi, con il suo L’Italiana In Bicicletta (Giunti, 2024), che potrete conoscere meglio grazie a una delle notre interviste.

Incontri con gli autori
Questo mese abbiamo intervistato:
Pina Maria Rinaldi, autrice de L’Italiana In Bicicletta (Giunti, 2024) un’avvincente storia di coraggio ed emancipazione ambientata in un contesto di immigrazione.
Giorgia Turnone, autrice del saggio O Si Vince O Si Muore. Lineamenti interpretativi del Trono di Spade dedicato all’adattamento televisivo della celebre saga fantasy di George R.R. Martin.
Paolo Filonzi, autore di Dei Contro (Aurora Boreale, 2024) un saggio che analizza dal punto di vista storico e mitologico le principali divinità e il loro rapporto con la nascita della società umana, apportando ipotesi nuove sull’origine di molti miti e leggende

Il torinese Giorgio Nieloud ha vinto la seconda edizione del Premio “Ugolino”, domenica pomeriggio, in pieno centro, in via dei Mercanti, al Teatro urbano “Concertino dal Balconcino” con il brano “Ladri di pollo”.

Cantautore e polistrumentista, componente della band ” I tre Luppoli” è stato scelto tra i finalisti del Premio ideato ed organizzato da Daria Spada è Maksim Cristan, dal mitico Guido Lamberti, in arte Ugolino, giudice unico e d’eccezione della manifestazione a lui dedicata. 

Cantante dissacrante e autore ironico della scena musicale italiana degli anni ’60 e ’70, lanciato allora dal guru della discografia Detto Mariano con il brano “Ma che bella giornata”.
Igino Macagno
Ideata da Raimondo Cesa e realizzata per la Fondazione Medicina a Misura di Donna presieduta dalla Prof.ssa Chiara Benedetto, la rassegna prevede una serie di concerti jazz nei reparti dell’Ospedale Sant’Anna di Torino.
Le vitamine risuonanonel Day Hospital oncologico, al pronto soccorso, nelle sale d’aspetto e in maternità. L’ultimo dei 4 pianoforti donati è arrivato nel reparto maternità.
Il Jazz che Cura
Ottava Stagione Vitamina Jazz N° 467
Ore 10.30: Ospedale Sant’Anna sala 3°Paradiso “Il Jazz che Cura”
In collaborazione con la Fondazione Medicina a Misura di Donna nell’ambito del progetto di Vitamine Jazz.
Via Ventimiglia, 3 Torino – tel. 011/6408492
“B.I.T. Duo”
Danielle Di Majo sax – Manuela Pasqui pianoforte
Danielle e Manuela si esibiscono in duo dal 2019. Fin dall’inizio è nato un legame speciale grazie alla condivisione di obiettivi artistici che hanno ispirato la loro “ricerca musicale”.
Con questa formazione hanno già registrato due album del duo Back-in-Time (B.I.T.) era basato su una nuova interpretazione di repertori classici e canzoni originali. La loro intenzione era quella di costruire un suono e un lirismo personali, oltre a sviluppare un linguaggio musicale comune.
Il loro secondo album è una raccolta di brani originali. Fornisce un terreno fertile alle due strumentiste per approfondire l’espressività melodica e l’arte dell’interazione dialettica tra due strumenti musicali. E’ risultato di una ricerca continua e profonda, sia compositiva che improvvisata.

Nella cornice di Diagon Hall, nella giornata di domenica 3 novembre, si sono svolte la presentazione del volume “Il primitivo del sogno” e la mostra intitolata “Rock Art – il primitivo del sogno” della quotata artista Teresa Maresca. L’incontro è stato moderato da Gian Giacomo Della Porta, alla presenza del poeta, traduttore, scrittore e critico teatrale Roberto Mussapi.

La serata, che ha visto la partecipazione di un pubblico attento e appassionato, si è svolta attraverso un dialogo tra Teresa Maresca e Gian Giacomo Della Porta sulle origini dell’uomo e le prime rappresentazioni su roccia, magiche e intrise di una pura religiosità non confessionale poiché prive di fonti o ispirazioni artistiche alla base. Il libro di Teresa Maresca si esprime attraverso un contenuto paradossale: ripercorre le origini per parlare intensamente del presente e del prossimo futuro. Vi è in queste pagine la necessità da parte dell’artista di recuperare un patrimonio di interazione e dialogo tra uomo e natura che nel tempo è andato perdendosi. Il pubblico è stato inviato a riflettere sul momento in cui un albero, un sasso oppure l’acqua hanno smesso di possedere in noi quell’energia che chiamiamo anima, e che ora ci espone all’illusione considerarci padroni della natura e onnipotenti di fronte ad essa. Hanno fatto da cornice alla serata due splendi poesie inerenti al tema scritte e interpretate da Roberto Mussapi, una incentrata sulla figura dell’australopiteco Lucy e l’altra intitolata “Lettera dall’età della pietra”.
Mara Martellotta
Nel 1994 morì Luciano Perelli, storico preside del liceo “Gioberti” ma il suo anniversario è stato ignorato. È stata invece intitolata la biblioteca del liceo, enclave della sinistra torinese, a Lidia de Federicis docente di Lettere italiane e soprattutto coautrice del “Materiale e l’immaginario”. Una rivoluzionaria antologia, concepita con Remo Ceserani, che avrebbe dovuto cambiare il modo di insegnare e studiare la letteratura in una dimensione interdisciplinare e internazionale. Tanti sono ancora oggi gli ammiratori della professoressa dal carattere impossibile e dal modo di scrivere spesso riservato a pochi addetti. La de Federicis proveniva dal PSI lombardiano, ma il suo punto di arrivo non fu certo il partito socialista. Era una professoressa molto politicizzata e divisiva, sempre pronta a stizzirsi e a polemizzare. Su altri versanti disciplinari simile a lei fu Carlo Ottino del liceo “Alfieri”, uomo polemico all’eccesso, un dottrinario laicista che non voleva la laicità della scuola, ma l’ateismo di Stato, anzi la libertà per tutti salvo che per i cattolici.Tre modi per non morire” attraverso gli scritti di Baudelaire, Dante e i Greci, scritto da Giuseppe Montesano e interpretato da Toni Servillo
Debutterà martedì 5 novembre, alle ore 19.30, al teatro Carignano “Tre modi per non morire”, scritto da Giuseppe Montesano e interpretato da Toni Servillo.
Lo spettacolo individua in Charles Baudelaire, Dante e nei classici greci gli autori che hanno messo in pratica, e tuttora ci insegnano, l’arte di non morire.
“Tre modi di non morire” è prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, teatro d’Europa e rimarrà in scena al Carignano fino a domenica 10 novembre 2024. La replica di giovedì 7 novembre si terrà alle ore 21, anziché alle 18.30.
Lo spettacolo si apre con “Monsieur Baudelaire quando finirà la notte?” , che racconta come la bellezza combatta la depressione e l’ingiustizia; prosegue con le “Voci di Dante”, dove i celebri personaggi della Commedia ci appaiono legati tra di loro da un racconto che li illumina a partire dal presente, approdando, infine, al “Fuoco sapiente”, in cui poesia e filosofia degli antichi Greci accendono una visione capace di immaginare il futuro.
Il teatro di “Tre modi per non morire” rappresenta una via per ritrovare quelle parole che un attore dice con tutto il suo corpo, la sua mente, per nutrire la sua e la nostra interiorità.
Siamo inquieti, impoveriti, spaventati e tutti sentiamo che ci manca qualcosa di cui avremmo un disperato bisogno; ci manca l’amore, ci manca la vita e non ci resta nient’altro da fare che cercare di diventare vivi.
Giuseppe Montesano e Toni Servillo coniugano teatro e letteratura in un viaggio in tre tappe, un rimedio alla paralisi del pensiero che nutre la nostra interiorità. Forti di un’amicizia ventennale e di numerose collaborazioni, lo scrittore e l’interprete propongono un antidoto al pessimismo e all’analfabetismo emotivo e mentale, offrendo parole di senso e bellezza, alimentando la fiamma che un verso di Dante o di Baudelaire, un frammento di Eraclito o l’eros secondo Platone fanno divampare, un cambiamento a portata di mano perché già dentro di noi. Attraverso la voce di Servillo, alcuni tra i più grandi autori di ogni tempo ci insegnano a ritrovare l’Incanto vitale, allontanando la depressione, l’ingiustizia, la violenza e accendendo una visione capace di immaginare il futuro.
Teatro Carignano.
Tre modi per non morire.
Baudelaire, Dante, i Greci di Giuseppe Montesano con Toni Servillo
Luci Claudio De PPacem
Mara Martellotta