Cosa succede in città- Pagina 97

Il progetto Beica Ben! approda a Torino con la performance Velhaa

Giovedì 2 novembre, il laboratorio LabPerm trasformerà il teatro di via San Pietro in Vincoli in un’esperienza per condividere la tipica veglia occitana
LabPerm
Giovedì 2 novembre 2023 a partire dalle ore 20.00 – presso la sede di Labperm Aps in via San Pietro in Vincoli n.28 a Torino – Beica Ben! presenterà Velhaa_Per aquihi que duermen nin, una performance dedicata alle veglie alpine. Labperm Aps – Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore, composta da Domenico Castaldo, Lucrezia Bodinizzo, Marta Laneri, Rui Alber Padul e Zi Long Ying – aveva partecipato alla residenza promossa dal progetto Beica Ben! lo scorso 2022, trasformando un edificio del BioParco Acquaviva di Caraglio in una stalla per le Velhaa. Queste veglie rappresentavano importanti momenti di condivisione per le comunità montane occitane che, riunendosi intorno a cori e narrazioni, tramandavano e consolidavano tradizione e identità. L’evento torinese è realizzato da LabPerm in collaborazione con le corali La Cevitou e L’Escabot (valle Grana) e con la partecipazione del coro aziendale della società “Fregi e Majuscole” di Torino. Il teatro di San Pietro in Vincoli sarà trasformato per l’occasione in una stalla per le Velhaa, seguiranno momenti di condivisione, di racconti tra i partecipanti ed una degustazione alla scoperta dei prodotti tipici delle valli occitane. Ingresso libero su prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti scrivendo a: info@beicaben.it
LabPerm
Il progetto Beica Ben! valorizza l’identità occitana con residenze artistiche nelle valli Maira, Grana e Stura in provincia di Cuneo e ne promuove la conoscenza attraverso l’arte. Lo scorso 29-30 settembre e 1° ottobre sono state presentate le opere realizzate per la seconda edizione durante le residenze artistiche ospitate in primavera. I lavori di Maura Banfo, Manuela Cirino, Silvia Margaria ed Enrico Tealdi, si aggiungono a quelli di Tommaso Rinalidi, Lavinia Raccanello, Silvia Capiluppi, Saverio Todaro, presentate a settembre 2022 in occasione della prima edizione del progetto. Le opere creano il filo conduttore di un percorso narrativo ed artistico che svela e reinterpreta l’antica tradizione montana delle valli occitane in chiave contemporanea.
Beica Ben! è promosso dal Comune di Caraglio – che ne è l’ente capofila – insieme a: Comune di Celle di Macra, Associazione Espaci Occitan, Associazione La Cevitou, Cooperativa Floema, Unione Montana Valle Stura, Unione Montana Valle Grana, Comune di Monterosso Grana, Unione Montana Valle Maira e Comune di Dronero.
Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando «In luce. Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori» della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili e attrattivi per le persone che li abitano e per i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile sia sociale sia economico.
LabPerm
Beica Ben! è promosso dal Comune di Caraglio – che ne è l’ente capofila – insieme a: Comune di Celle di Macra, Associazione Espaci Occitan, Associazione La Cevitou, Cooperativa Floema, Unione Montana Valle Stura, Unione Montana Valle Grana, Comune di Monterosso Grana, Unione Montana Valle Maira e Comune di Dronero.

Il progetto è realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando «In luce. Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori» della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili e attrattivi per le persone che li abitano e per i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile sia sociale sia economico.

 

LabPerm | Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore di Domenico Castaldo è una compagnia teatrale che nasce nel 1997 e si presenta oggi come un gruppo di cinque attori composto da Domenico Castaldo, Lucrezia Bodinizzo, Marta Laneri, Rui Alber Padul e Zi Long Ying. Il laboratorio teatrale lavora sulle potenzialità creative degli esseri umani al fine di utilizzare l’arte dell’attore come una vera e propria pratica utile a rinnovare la funzione creativa e rivoluzionaria del teatro nel mondo contemporaneo.

Info:
Performance: Velhaa_Per aquihi que duermen nin
Compagnia teatrale: LabPerm | Laboratorio Permanente di Ricerca sull’Arte dell’Attore, composta da Domenico Castaldo, Lucrezia Bodinizzo, Marta Laneri, Rui Alber Padul e Zi Long Ying Data evento: giovedì 2 novembre 2023; ore 20.00
Sede: teatro del laboratorio LabPerm in via San Pietro in Vincoli n.28
Info e prenotazioni: info@beicaben.itProgetto Beica Ben!
Ente capofila: Comune di Caraglio.
Partner: Comune di Celle di Macra, Associazione Espaci Occitan, Associazione La Cevitou, Cooperativa Floema, Unione Montana Valle Stura, Unione Montana Valle Grana, Comune di Monterosso Grana, Unione Montana Valle Maira e Comune di Dronero.
Direttrice artistica: Olga Gambari.

Alla Promotrice di Belle Arti trionfano antiquariato e archeologia con Apart Art and Antiques Fair

Nella settimana che Torino dedica all’arte figurativa si terrà anche Apart, Art and Antiques Fair, alla Promotrice di Belle Arti.

L’associazione Piemontese antiquari promuove, infatti, dal 2 al 5 novembre la settima edizione di APART, Art and Antiques fair, presso la Promotrice di Belle Arti in Torino, in viale Balsamo Crivelli 11. Si tratta di uno degli appuntamenti della settimana dell’arte torinese

L’arte è intesa come viaggio tra i continenti, nei secoli. L’arte antica è fortemente contemporanea, attraversa i continenti, le culture e la fiera dimostra come l’arte classica sia in grado di dialogare con il contemporaneo, perché il tempo della bellezza è il presente. Gli spazi della Promotrice delle Belle Arti ospiteranno le opere dall’Archeologia ai giorni nostri, dall’Europa all’Asia e all’Africa, per mostrare al pubblico come l’arte antica possa intessere un dialogo con il nostro vivere questo tempo e costruire sensi nuovi.

Mara Martellotta

THE OTHERS uno spazio espositivo cosmico che esplora l’Universo dell’arte contemporanea

Per la XII edizione  oltre 70 espositori provenienti da tutto il mondo. In programma 4 live performance proposte da artisti italiani e stranieri

 

Padiglione 3 di Torino Esposizioni – TORINO 

2 – 5 novembre 2023

www.theothersartfair.com

 

 

 Tre, due, uno, accensione: è in partenza la missione The Others Art Fair 2023 che quest’anno torna sul pianeta dal 2 al 5 novembre 2023 e sbarca a Torino con l’obiettivo di portare all’ombra della Mole gallerie galattiche pronte a risplendere nell’Universo dell’arte contemporanea. Le realtà coinvolte presenteranno progetti espositivi di artisti under 40 o artisti over 40 in dialogo con artisti più giovani, per privilegiare l’interscambio generazionale e accompagnare il pubblico in un’esplorazione senza tempo né confini dei linguaggi creativi.

 

 

UNO SPAZIO ESPOSITIVO COSMICO

Centro di controllo di The Others 2023 sarà per la terza volta il Padiglione 3 di Torino Esposizioni progettato da Pier Luigi Nervi, che quest’anno verrà eccezionalmente trasformato in una vera e propria galassia all’interno di uno spazio espositivo cosmico dall’approccio innovativo e originale. Come pianeti, le gallerie accoglieranno quindi nei loro spazi il pubblico di esploratori cosmici in viaggio tra le costellazioni dell’arte contemporanea, alla scoperta di nuove espressioni artistiche.

 

L’utilizzo sempre più frequente nell’arte di materiali innovativi, tecnologie avanzate e l’incorporazione di elementi scientifici contribuiscono a creare opere che sfidano le nostre percezioni e stimolano la riflessione sulla nostra posizione non solo nel mondo attuale, ma anche nel cosmo. Questo connubio tra scienza e creatività continua a ispirare artisti e spettatori in tutto il mondo, offrendo una finestra affascinante sulla realtà che ci circonda, sul mondo dell’arte contemporanea e su ciò che potrebbe ancora attendere nell’immensità dell’Universo.

 

 

UNA FACTORY CHE DA TORINO, GUARDA ALL’UNIVERSO DELL’ARTE CONTEMPORANEA

Si riconferma quale caratteristica che più contraddistingue la cifra della Fiera fondata da Roberto Casiraghi con Paola Rampini, la fortissima vocazione internazionale di The Others con oltre 70 espositori presenti in fiera provenienti da Argentina, Austria, Francia, Germania, Lituania, Perù, Repubblica Ceca, Slovacchia, Spagna e Svizzera, oltre che dall’Italia, a partire da Torino (con la presenza di 5 realtà indipendenti) fino a Palermo attraverso gallerie, spazi non profit e artist run space. Particolarmente forte quest’anno anche la presenza di gallerie provenienti dai Paesi dell’Est.

 

Dopo il programma di talk ed esposizioni proposto in “Countdown” grazie alla collaborazione con 7 spazi non profit di Torino che ritroveremo in fiera con progetti speciali – Otto Finestre, Muta Torino, Nisba Studio, ArtPhotò, Associazione Bastione, IDEM Studio e Il Cerchio e le Gocce –  The Others amplifica ancora una volta la sua attitudine creativa ed eclettica – da sempre uno degli elementi distintivi della Fiera dal carattere contemporaneo e indipendente – come cortocircuito di un sistema autoreferenziale dell’arte per ricreare una vera e propria Factory” di realtà emergenti, quale ritrovo privilegiato delle voci più nuove e delle tendenze artistiche più prorompenti. «The Others è una fiera internazionale, che da Torino guarda al mondo e che si spinge quest’anno fino ai confini dell’Universo ma, allo stesso tempo, non dimentica le sue origini, il luogo in cui si trova – sottolinea Roberto Casiraghi – perché è fondamentale mantenere sempre un contatto vivo e diretto anche con le realtà creative più giovani della città». 

 

Ne è un esempio anche la residenza d’artista di un mese a Torino, proposta nella scorsa edizione dal Comitato Piero D’Amore e vinta da Letizia Scarpello. L’artista, giunta a Torino a settembre 2023, ha organizzato la sua ricerca su due livelli differenti, coniugando la produzione in studio, che ha sviluppato sotto forma di disegni e scritture, a quella in dialogo con la città, alternando momenti di documentazione su luoghi di particolare interesse (come edifici abbandonati), a incontri con realtà produttive locali (fra cui laboratori di carpentieri, fabbri, vetrai e tappezzieri). Letizia Scarpello ha così riassunto in un’unica installazione dal titolo “Attraverso” la sua esperienza più recente, che sarà visitabile a The Others 2023 nei giorni di apertura della fiera al pubblico.

 

TEMI DELLA XII EDIZIONE

Tra i fil rouge che riuniscono i diversi progetti e le installazioni presentati a The Others 2023, il tema estremamente attuale dell’inadeguatezza e del disagio, la non corrispondenza delle aspettative imposte dalla società, che si riflette nelle ricerche artistiche più emergenti, come verrà espresso nelle opere presentate da Area/B di Milano con il progetto “Le inquietudini del nostro tempo” attraverso i dipinti onirici di Irene Balia e le atmosfere milanesi di Laura Giardino.

 

Anche lo stretto legame con il territorio di appartenenza e le proprie tradizioni, come verrà espresso dalla galleria siciliana Young Volcano, dalla peruviana Bloc Art o dalle 8 gallerie slovacche presenti in fiera che indagheranno il rapporto degli artisti con le immagini, gli oggetti e la natura legati alla loro terra di provenienza.

 

Spazio inoltre all’incontro tra arte visiva e altri linguaggi creativi, come quello della musica, a partire dal progetto di incisione di un vinile che verrà presentato in anteprima dalla galleria Mancaspazio.

 

Al centro dei filoni narrativi che guidano questa edizione anche il rapporto con il linguaggio della fotografia contemporanea attraverso i lavori proposti ad esempio dai tre artisti presentati da Saraceno Art Gallery – Paolo Ceribelli, Carlo Rocchi Bilancini e Max Serradifalco – e la loro personale ricerca sulla libertà e le sue limitazioni, sulla condizione umana e la sua ripetitività e sulle molteplici forme della natura.

 

All’ambiente e ai suoi elementi sono inoltre dedicate le fotografie degli artisti proposti da Raw Messina come tre letture diverse del concetto di mappa, così come le opere che verranno presentate dalla galleria Lab1930, un dialogo sulla “fragilità” dell’uomo e della natura e la loro stretta interdipendenza attraverso le serie di quattro artisti: Alessandra Baldoni, Alessandro Vicario, Caroline Gavazzi e Alessandra Calò.

 

Non mancherà anche quest’anno la forte presenza di uno sguardo tutto al femminile attraverso la partecipazione di due gallerie internazionali composte da sole donne che promuovono esclusivamente artiste, ovvero la già citata Bloc Art Perù e The Woman Art Gallery, oltre alla fiorentina Crumb Gallery.

 

 

FRA LE NOVITÀ DI QUEST’ANNO, IL PUBLIC PROGRAM TRA PERFORMANCE LIVE E TALK 

Tra le novità di quest’anno al Padiglione 3 di Torino Esposizioni, 3 performance artistiche proposte da altrettante gallerie, italiane e internazionali, che durante gli orari di apertura della Fiera coinvolgeranno il pubblico in un’esperienza dell’arte sempre più sensoriale e partecipata: dalla body art performance di Sara Lisanti per The Woman Art Gallery di Berna, alla “Figurazione animistica” di Viktor Fuček per Flat Gallery, fino alla riflessione sulla condizione dell’essere iperconnessi proposta dal duo artistico Lu.Pa presentato da Giordano Boetti Editions.

 

A queste tre performance si aggiungerà anche la partecipazione speciale degli studenti dell’Academy of Fine Arts and Design di Bratislava che proporranno, ogni giorno, una performance diversa all’interno del Padiglione 3 di Torino Esposizioni.

 

Ma non solo, perché grazie al programma di talk curato dall’art sharer Elisabetta Roncati, The Others aprirà una vera e propria Arena per discutere e confrontarsi sull’arte contemporanea attraverso i punti di vista di art influencer, giornalisti, esperti e appassionati, trattando argomenti legati al sistema dell’arte e al rapporto con i nuovi mezzi di comunicazione fino alla relazione tra arte e sostenibilità ambientale, tematiche gender e queerness.

 

 

IL BOARD CURATORIALE 

Il board curatoriale dell’edizione 2023 di The Others Art Fair è guidato da Lorenzo Bruni nel ruolo di Coordinatore. Critico e curatore d’arte, nato a Firenze che attualmente vive a Roma, dove insegna Arti visive contemporanee presso AANT e Teoria del Mercato Multimediale dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Roma, mentre dal 2022 insegna Museologia all’Accademia Albertina di Torino. Fra le curatrici, che motivano anche la grande presenza di gallerie provenienti dai Paesi dell’Est c’è Lýdia Pribišová curatrice e storica dell’arte che vive a Bratislava, in Slovacchia, e che dal 2020 è curatrice presso la Kunsthalle di Bratislava e nello stesso anno è stata eletta presidente della sezione slovacca dell’AICA. Daniela Grabosch è inoltre presente nel board curatoriale quale artista viennese la cui pratica performativa migra tra mezzi digitali e fisici. Ha conseguito un MFA in Arte Performativa presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna e un BFA in Belle Arti e Media Digitali presso la Hochschule di Düsseldorf.

 

Sul filone dedicato al digital e content creator, quale coordinatrice del Public Program fra le novita di questa XII edizione anche la consulente artistica, scrittrice per diverse testate e autrice per Rizzoli illustrati, Elisabetta Roncati che nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan, con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media (Instagram e Tik Tok @artnomademilan).

 

 

TUTTI I PREMI DI THE OTHERS ART FAIR

Sono sette i Premi, nazionali e internazionali, che verranno assegnati nel corso della dodicesima edizione della Fiera, tra cui quattro Premi di acquisizione e tre di residenza, a partire dal Premio del Comitato Piero d’Amore che offrirà, per il secondo anno consecutivo, una residenza d’artista a Torino per la durata di un mese. Il Premio “Prospettiva Insulare” proporrà invece una residenza a Tenerife per un artista under 35 residente in Italia che sarà ospitato per due settimane nello spazio che l’artista Giovanni Ozzola ha realizzato a Santa Cruz de Tenerife. Il “Nice (He)art Prize” creato da Francisca Viudes, darà al vincitore la possibilità di partecipare al “The (He)art for (He)art Program” con base nella città di Nizza.

 

Riguardo ai premi di acquisizione, riconfermano la loro partecipazione la Behnoode Foundation fondata da Benhoode Javaherpour con l’obiettivo di supportare artisti attraverso diverse iniziative; Operæ, il più diffuso sistema di archiviazione e gestione su smartphone e tablet per collezionisti, che sceglierà un’opera da inserire nella “Collezione Operæ”; Zenato Academy con il premio Zenato per la fotografia contemporanea nato con l’intento di sostenere i giovani artisti che si esprimono con il linguaggio fotografico; e, per la prima volta a The Others, Spazio 88, società di servizi, che prevede un premio di acquisizione rivolto a opere in grado di ispirare la fiducia nelle possibilità umane e di promuovere un sentimento di sicurezza e tranquillità.

 

 

L’INTERSTELLART CUP

Infine, l’accezione più creativa e ludica della Fiera, altro suo elemento distintivo, si esprimerà quest’anno con il lancio di “InterstellArt Cup: un campionato di biliardino a cui parteciperanno galleristi, artisti, curatori, collezionisti e giornalisti per incoraggiare occasioni di incontro rompendo ancora una volta tutti gli schemi.

 

The Others si riconferma quindi nel 2023 come una piattaforma di incontro e scambio dal mondo in cambiamento continuo e creativo, sempre in ascolto verso quelle che sono ogni anno le priorità del sistema dell’arte, in grado di creare una rete basata sulla community di artisti che frequentano ogni anno The Others per la sua vocazione provocatoria, eclettica e internazionale, capace di catalizzare e sprigionare ogni anno nuova  energia creativa.

 

Espositori The Others 2023

 

A.MORE gallery Milano (IT) | AD Gallery, Sesto Fiorentino,

FI (IT) | Area\B, Milano (IT) | ARTÁGORA, Siviglia (ES)

| BI-BOx Art Space, Biella (IT) | BIANCHIZARDIN, Milano (IT)

| BLOC ART PERÙ, Lima (PE) | Associazione Culturale Blocco 13, Roma (IT)

| blu : gallery, Modra (SK) |  Giordano Boetti Editions, Roma (IT)

| Bonobolabo, Ravenna (IT) | Candy Snake Gallery, Milano (IT)

| Casa Bramante SSC, Palazzolo Acreide, SR (IT)

| Contemporary Cluster, Roma (IT) | Contour Art Gallery, Vilnius (LT)

| Crag Gallery, Torino (IT) | Crumb Gallery, Firenze (IT)

| Associazione Artistica Docks Torino Dora, Torino (IT)

| Die Mauer, Prato (IT) | Dom Jána Hálu, Važec (SK)

| DOSE Gallery, Shanghai (CHN) DOT. Contemporary, Mesto (SK)

| EQO, Spišský Hrhov (SK) | ESH Gallery, Milano (IT)

| FABBRICA EOS, Milano (IT) | Galleria d’Arte Faber, Roma (IT)

| Febo e Dafne, Torino (IT) | FLATGALLERY, Bratislava (SK)

| Frontviews, Berlino (DE) | GALFER 20 Associazione Culturale, Torino (IT)

| JK’s Gallery, Torino (IT) | KA32, Berlino (DE)

 Kou Gallery, Roma (IT) | Kunsthalle Graz – Association for Contemporary Art, Graz (AT) | Lab 1930. Fotografia Contemporanea, Milano (IT)

| LABORATORIO 31 Art Gallery, Bergamo (IT) | Labrys, Torino (IT)

| LAMB, Mestre, VE (IT) | MANCASPAZIO, Nuoro (IT)

| META.PROJECT, Lugano (CH) | MONOCROMO Contemporary Art, Roma (IT)

| Mouches Volantes, Colonia (DE) | Nástupište, Topolkany (SK)

Collettivo artistico NOT4, Torino (IT) | STUDIO NOVECENTO, Latina (IT)

| Oksasenkatu 11, Helsinki (FIN) | Pavart Gallery, Roma (IT)

| Galerie Polysémie, Marsiglia (FR) | Pragovka GalleryPraga (CZ)

| Raw Messina, Roma (IT) | Saraceno Art Gallery, Roma (IT)

| Silica, Cannes (FR) | SoloContemporaneo, Olivos – Buenos Aires (AR)

| Šopa Gallery, Košice (SK) | Paola Sosio Contemporary ArtMilano (IT)

| Spazio Unimedia, Genova (IT) | StayOnBoard Art Gallery, Milano (IT)

| THEGAME GALLERY, Livorno (IT) | The Woman Art Gallery, Berna (CH)

| TxT Space, Moncalieri, TO (IT) | Unique Contemporary, Torino (IT)

| Alessandro Vitiello Home Gallery, Roma (IT) | VUNU GalleryKošice (SK) 

| WizardMilano (IT) | YoungVolcano, Palermo (IT)

 

Special Project

Il Cerchio e le Gocce, Torino (IT) | Otto Finestre, Torino (IT)

| IDEM Studio, Torino (IT) | MUTA Torino, Torino (IT) | Nisba Studio, Torino (IT)

 

Aspettando Botero… tante suggestioni culturali a Torino

In attesa della grande esposizione dell’autore cileno che ci ha lasciato recentemente in programma al Mastio della Cittadella dal prossimo 20 aprile, Torino ospita arte per tutti i gusti.

Botero a Palermo
ElbesodeJudas

Non si può dire che la severa capitale sabauda sia grigia in questo autunno, i colori vivaci di Picasso a Palazzo Paesana, i romantici baci di  Hayez alla GAM, da non perdere il romanticissimo inglese di  Turner alla Reggia di Venaria e il confronto tra Futuristi  alla Fondazione Accorsi, e poi ancora il Liberty a Palazzo Madama,  i colori di Mirò al Mastio della Cittadella in attesa di Marc Chagall a Palazzo Barolo e ancora il Mondo di Tim Burton, al Museo del Cinema.

Storie, suggestioni, sentimenti ,visioni in quadri ,acquerelli  dipinti, sculture e ceramiche di ogni formato per vivere attraverso i secoli con l’ arte.

Ce n’è per tutti i gusti ed esigenze, ed anche passeggiare al Valentino, lungo il Po è come attraversare una tavolozza di colori è  come vivere in un dipinto tra  sfumature di fogliame e luccichii sull’acqua del Po.

Gabriella Daghero

Share Festival con Paratissima: Elaborator, the Heart of the Artificial Intelligence

 

31 Ottobre – 5 Novembre 2023 Cavallerizza Reale, Torino

Lo Share Festival, prodotto da The Sharing, nella sua XVII edizione presenta Elaborator, The heart of the Artificial Intelligence, che esplora le AI e i loro confini nel mondo dell’arte.

Come scrive il direttore artistico Bruce Sterling «Allo Share Festival abbiamo molti anni di esperienza nel campo dell’arte cosiddetta “generativa”, cioè creata a partire da programmi e processi. Quest’esperienza ci è venuta notevolmente in aiuto nel mezzo dell’attuale hype – quasi una mania –  che circonda l’intelligenza artificiale. I lavori che abbiamo selezionato rappresentano in modo distintivo lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale, ne adottano le tecniche all’avanguardia, affrontano i temi e le questioni ad essa legate – eppure sono estremamente belle e maestose ».

A fare da cornice a questa edizione d’eccezione, di ritorno durante la Torino Contemporary Art Week, sarà la Cavallerizza Reale di Torino in partnership con Paratissima, nel suo ultimo anno di di apertura prima degli imminenti lavori di restauro.

LA MOSTRA
SHARE PRIZE XV

La prestigiosa mostra d’arte dedicata al premio internazionale Share Prize rappresenta il cuore pulsante dell’evento, in cui una giuria di esperti seleziona le opere che meglio riflettono sull’uso dell’intelligenza artificiale come principale strumento di ricerca ed espressione. La giuria di quest’anno, composta da Bruce SterlingJasmina TešanovićPaolo CirioValentina TanniFrancesca Canfora e Laura Tota ha selezionato, tra oltre 200 artisti da tutto il mondo, le sei opere finaliste che concorrono alla quindicesima edizione del Premio:

Encounters at the Other Side di Jurgis Peters

Expanded Memory di Lorenzo Papanti

Face of Universe di Tatsuru Arai

Flower study in the style of Audubon after nuclear meltdown di Lucy Newman

Instinkt di Tonoptik

Spambots di Neil Mendoza

L’opera vincitrice verrà annunciata durante uno dei talk speciali dedicati al tema dell’intelligenza artificiale.


Face of Universe, Tatsuru Arai

PROGETTO SPECIALE: Il Versificatore
Nell’ambito di Share Festival XVII – Elaborator, the Heart of the Artificial Intelligence –  nasce un progetto unico e stimolante che intende unire l’arte, la tecnologia e la letteratura in un unico dialogo: la creazione di un Versificatore del XXI secolo, ispirato al racconto di Primo Levi incluso nella raccolta Storie Naturali del 1966, che pone interessanti domande sul ruolo della tecnologia, sull’autenticità della creazione artistica e sulla distinzione tra il pensiero umano e quello meccanico.
Nel contesto dell’opera, è interessante notare come Levi, che era chimico di formazione, abbia anticipato certi sviluppi e discussioni riguardanti l’intelligenza artificiale e la creatività, come fa notare Bruce Sterling: “Il Versificatore è anche una prova vivente (come accade nell’ambito di molte altre questioni tecniche) del fatto che la creatività torinese esisteva già, una generazione prima di chiunque altro: nel racconto di Levi un poeta, la sua segretaria e un commerciante internazionale di macchine per ufficio si scontrano con le implicazioni etiche e pratiche dell’automatizzazione della letteratura. Erano le stesse difficoltà, ed enormi controversie, che le compagnie multimiliardarie devono affrontare al giorno d’oggi, ma portate alla ribalta nelle riviste italiane e sui set televisivi degli anni ‘60 e ‘70. Questo è il lungimirante contributo offerto da Torino al dibattito mondiale che riguarda il mondo dell’Intelligenza artificiale”.
Il progetto, che verrà presentato durante un incontro con Bruce Sterling, con una proiezione del film del 1971 basato sul racconto di Levi, coinvolge il Centro Internazionale Studi Primo Levi e la RAI, ma anche il Politecnico di Torino e aziende tech del territorio, al fine di realizzare una costruzione di un dispositivo che incorpora l’intelligenza artificiale ChatGPT per trasformare la prosa in poesia.

CRISTALLO DI LUCE
Prodotta da The Sharing la grande opera Cristallo di Luce, a seguito delle ultime due tappe espositive valdostane, approda a Torino in occasione della Contemporary Art Week negli spazi della Cavallerizza Reale con Paratissima. Nata da un’idea dell’artista Diego Scroppo, la scultura realizzata in vetro e acciaio si sviluppa fino a raggiungere un’altezza di sette metri, ergendosi su un solido basamento dalle forme geometriche irregolari rivestito di pannelli fotovoltaici, che le permette di autoalimentarsi e di emanare un magico bagliore, ma anche di fornire energia per alimentare dispositivi elettronici. Un monumento contemporaneo che innesca azioni performative volte a raccontare modelli possibili di sviluppo sostenibile, come Suono nella Luce, lo spettacolo artistico tecnologico interattivo –  ideato da Diego Scroppo e realizzato dal collettivo Sintetica – fruibile in anteprima assoluta durante questa edizione del festival. Cristallo di Luce si presenta come un punto di partenza per stimolare la riflessione e l’educazione circa le sfide della produzione sostenibile e sulla difficoltà nel bilanciare l’aspirazione alla sostenibilità con la realtà della produzione. Dal punto di vista politico, infatti, il greenwashing rappresenta un grave ostacolo alla realizzazione della transizione ecologica. È essenziale che ci sia maggiore consapevolezza di questo fenomeno per promuovere la trasparenza, la responsabilità e la vera innovazione nel campo della sostenibilità.

PROGRAMMA TALK
mercoledì 1 novembre, 17.00-18.00, Sala Talk 
Share Prize XV | Elaborator: The Heart of the Artificial Intelligence

venerdì 3 novembre, 17.00-18.00, Spazio Arena (sala Grande)
La sostenibilità nell’arte contemporanea: la rivoluzione luminosa di Cristallo di Luce

sabato 4 novembre, 11.30-12.30, Spazio Arena (sala Grande)
VERSIFICATORE 2.0 →Primo Levi e l’Orizzonte dell’Intelligenza Artificiale: La Profezia del Versificatore

domenica 5 novembre, 11.30-12.30, Sala Talk
Intelligenza ed emotività: decostruire la polarizzazione nell’era dell’Intelligenza Artificiale

info
www.toshareproject.it – info@toshareproject.it

Al teatro Gobetti debutta con la pièce ‘Buonasera Signor G’ l’Accademia dei Folli

Uno spettacolo dedicato alla coppia Gaber Luporini e al loro teatro canzone

 

Al teatro Gobetti di Torino, per la Stagione del Teatro Stabile torinese, andrà in scena, dal 31 ottobre al 5 novembre prossimo, la pièce teatrale “Buonasera Signor G” con l’Accademia dei Folli. Si tratta di uno spettacolo dedicato al teatro canzone di Giorgio Gaber, con testi e musiche di Sandro Luporini.

La regia è di Sandro Roncaglia, insieme ai musicisti Andrea Claudio alla chitarra, Enrico Delitto al basso, Matteo Pagliardi alla batteria. Le scene sono di Matteo Capobianco i costumi di Carola Fenocchio, le luci di Mattia Tuariello.

Più che un omaggio al fondatore del teatro canzone, lo spettacolo rappresenta un viaggio che segue un impulso e un istinto. Di fronte all’immersa opera di Giorgio Gaber e Luporini ci si sente un poco persi e disorientati e soprattutto folgorati dalla straziante e al tempo stesso straordinaria attualità dei loro monologhi e canzoni.

“Gaber si affacciava sul ciglio di un baratro – afferma il regista Carlo Roncaglia – oggi ci troviamo in quel baratro e siamo in caduta libera, con tutta l’incoscienza a disposizione, senza aver paura di sbagliare, di mostrare il fianco, di risultare inadeguati e inadatti. E lo siamo senz’altro, in tutti i sensi. In fondo è tutta una questione di fragilità, di saper accettare il disequilibrio, di non aver troppo timore di guardarsi dentro. Il fatto è che il Signor G. Non è un personaggio. Siamo tutti noi. Da un marciapiede di una città semideserta e buia, alla penombra di una camera da letto, allo spazio soffocante di un ascensore allo specchio del proprio bagno, facciamo i conti con la nostra meschinità, con le nostre profonde contraddizioni, con le nevrosi e le frustrazioni quotidiane.

Buonasera Signor G comunica anche un messaggio di speranza, di un sogno tenuto in vita artificialmente e con un accanimento terapeutico disperato. Abbiamo scelto accuratamente i testi ascoltando prima di tutto la pancia (come avrebbe detto Gaber stesso) e poi ricercando il senso e i disegno finale; ad ogni replica questa ricerca continua, ogni volta troviamo un senso differente e il disegno ci appare diverso.

Cinico, scanzonato, ironico, Gaber è ancora lì sul palco che oscilla dinoccolato cantando le paure e le speranze, le frustrazioni e l’incertezza del vivere, aspettando il momento giusto per spiegare le ali e spiccare il volo”

Giorgio Gaber e Sandro Luporini hanno dato vita ad un genere del tutto nuovo, il Teatro canzone e già dal titolo è intuibile la natura ibrida di questo modo di fare intrattenimento. Una semplice sedia, Giorgio Gaber il pubblico e la parola; la canzone protagonista di uno spettacolo teatrale contenente anche dei monologhi. Le tematiche sono le più disparate e spaziano dalla satira alla critica alla società. Il cantautore fa ciò comportandosi come un maestro che si erge dall’alto dell’uomo piedistallo, ma descrivendo lui stesso come un inetto, come un umile. Questo personaggio si chiama il Signor G. “Il Signor G nasce” è il brano del 1970 con cui nasce il personaggio. Attraverso diversi modi (prosa, canzone, monologo, dialogo), Gaber mostra l’uomo in tutta la sua fragilità. A volte è confuso, a volte è impegnato, a volte non sa. Le contraddizioni di una società e di una politica che spesso non sa cosa fare si vanno a districare con una grande capacità da parte del Signor G.

“Il Signor G – spiegava Giorgio Gaber – rappresentava e rappresenta ancora […] la sincerità. Io venivo da un mondo tutto diverso basato sulla logica dell’intrattenimento. Scegliendo il teatro ridussi ulteriormente il mio nome e creai una sintesi tra me e il personaggio. Il Signor G- dove G voleva dire ‘gente’ – era un signore un po’ anonimo, un signore come tutti che però mi assomigliava, in bilico tra un desiderio di reale cambiamento e un inserimento nella società. Il suo atteggiamento, sempre molto interrogativo, si trova di fronte a una generazione che ha una grande voglia di cambiamento”.

MARA MARTELLOTTA

Teatro Gobetti

Via Rossini 8

Martedì giovedì e sabato ore 19.30

Mercoledì e venerdì ore 20.45

Domenica ore 16.

Alla Pinacoteca Agnelli a partire da novembre la personale di Thomas Bayrle

 “Form Form Superform “ e la mostra “Vulcanizzato”, un confronto tra le opere di Canova e i manichini in serie di Lucy McKenzie

 

La Pinacoteca Gianni e Marella Agnelli presenta la sua programmazione autunnale a partire dal mese di novembre, nei giorni in cui a Torino ci sarà il fermento per Artissima e prenderà il via l’art week torinese.

Nell’ambito della programmazione voluta dalla nuova direzione di Sarah Cosulich che guida l’istituzione dal maggio 2022, verrà ospitata la personale di Thomas Bayrle, da venerdì 3 novembre a domenica 31 marzo 2024. Il titolo della mostra è “Form Form Superform” a cura di Sarah Cosulich e Saim Demircan.

Bayrle rappresenta uno degli artisti tedeschi più prolifici della generazione del dopoguerra, molto noto per I suoi complessi pattern o sovrastrutture, realizzate a partire da persone, macchine e prodotti.

Affrontando temi chiave quali l’economia, il lavoro, il potere, la religione, la mostra “Form Form Superform propone al visitatore una narrazione retrospettiva dell’opera di Bayrle nella sua attrazione per il rapporto tra l’individuo e le dinamiche collettive della società.

Il percorso espositivo pone molta attenzione ai principali temi e iconografie dell’artista, tra cui figura l’automobile quale forma iconica e aspirazione individuale, come mezzo di spostamento, meccanismo, energia e consumo.

La mostra, che è stata prodotta specificatamente per la Pinacoteca, comprende anche un’opera nuova realizzata sulla Pista 500. Il progetto espositivo è accompagnato da un catalogo in italiano e in inglese, progettato come una lettura completa dell’opera di Bayrle, attraverso una selezione di interviste fatte all’artista. La Pinacoteca Agnelli proponendo sempre dal 3 novembre prossimo la terza edizione di “Beyond the Collection” progetto volto a riattivare la collezione permanente del museo. Protagonista sarà la mostra dal titolo “Lucy McKenzie e Antonio Canova. Vulcanizzato”, curata da Lucrezia Calabrò Visconti, in cui l’artista scozzese Lucy Mc Kenzie, nata a Glasgow nel 1977 e ora residente a Bruxelles, dialogherà con le opere di Antonio Canova ( 1757-1822), presenti nella collezione della Pinacoteca.

L’esposizione prende l’avvio da due opere, due gessi di Antonio Canova “Danzatrice con dito al mento “ e “Danzatrice con mani sui fianchi “, proponendo una riflessione sulla costruzione di simboli e modelli, in un confronto tra la statuaria classica, la scultura decorativa e i manichini utilizzati di solito nei display commerciali.

La mostra evidenzia il passaggio dall’ideale di bellezza diffuso dalla scultura canoviana fino all’ipercapitalismo del corpo tipico dei manichini in serie realizzati da Lucy McKenzie.

Il titolo dato all’esposizione “Vulcanizzato” ricorda l’immaginario infernale della cultura greca classica e si riferisce alla vulcanizzazione della gomma comune nell’industria manifatturiera come quella calzaturiera e in quella automobilistica. Vi è un’allusione alla trasfigurazione di simboli e significati tra ambiti diversi e al ruolo dei processi produttivi nella costruzione di mitologie collettive.

In occasione della settimana dell’arte la Pista 500 si arricchirà di quattro installazioni site specific. Queste installazioni accompagneranno il visitatore in una poetica esplorazione lungo la circolarità della pista, che da circuito chiuso si trasformerà in giardino aperto. Gli interventi all’aperto coinvolgeranno diversi linguaggi, da opere luminose o sonore a progetti di cinema espanso.

MARA MARTELLOTTA

Il CASO KAUFMANN al teatro Carignano con protagonista di eccezione Franco Branciaroli

In scena da martedì 31 ottobre prossimo debutterà nel teatro torinese

 

Martedì 31 ottobre, alle ore 19.30, importante debutto al teatro Carignano de IL CASO KAUFMANN di Giovanni Grasso, protagonista Franco Branciaroli per la regia di Piero Maccarinelli.

Il CASO KAUFMANN vede protagonisti, oltre a Franco Branciaroli, Graziano Piazza, Viola Graziosi insieme a Franca Penone, Piergiorgio Fasolo, Alessandro Albertin, Andrea Bonella. Le scene sono di Domenico Franchi, le luci di Cesare Agoni, le musiche di Antonio Di Pofi e i costumi di Gianluca Sbicca.

Il CASO KAUFMANN è prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale con il Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Atlantide, teatro Stabile di Roma e i Parioli. Verrà replicato fino al 5 novembre prossimo.

Un condannato a morte ebreo chiede di poter vedere il cappellano del carcere perché pronto a convertirsi. Leo Kaufmann, interpretato da Franco Branciaroli, ha un altro scopo. Il sacerdote, incuriosito dalla sua tragica vicenda, accetta di restare con lui in cella per le sue ultime ore. IL CASO KAUFMANN è ispirato a una storia vera ed è la trasposizione teatrale dell’omonimo romanzo di Giovanni Grasso, vincitore nel 2019 di numerosi riconoscimenti teatrali, tra cui il Premio Capalbio per il romanzo storico. Racconta la sovversiva storia d’amore di un anziano commerciante ebreo e una giovane ariana nella Germania nazista degli anni Trenta.

“Molti sono I testi – spiega il regista Piero Maccarinelli nelle sue note di regia – che ci hanno parlato di quello che è successo al popolo ebraico dopo il 1933 in Germania e dopo il ’38 in Italia e in tutta Europa. Non sono mai abbastanza per ricordare e non dimenticare l’orrore di quella persecuzione razziale. Ancora oggi in molti Paesi lo spettro dell’antisemitismo si presenta in molte forme variegate. La scelta di Giovanni Grasso è quella della banalità del male nella delazione quotidiana, nella fabbricazione di prove inesistenti, nel sadismo di fatti mai accaduti, dove una semplice carezza da padre a figlia viene trasformata in una seduzione orrenda contro natura. Irene, ariana, viene mandata da Kaufmann, che è il migliore amico del padre, perché lui la possa aiutare con il lavoro. Da questo semplice scambio di favori tra un ebreo e un ariano si genera una macchina terribile di delazioni e sospetti che porteranno l’innocente Kaufmann a una condanna a morte. Credo che queste storie vadano raccontate senza sosta per non dimenticare e per capire quanto banale possa essere il male”.

A sconvolgere infatti l’esistenza cupa e afflitta di Lehamann Kaufmann è una lettera scritta nel dicembre del 1933, in cui il suo migliore amico gli chiedeva di prendersi cura della figlia Irene e di aiutarla a stabilirsi a Norimberga. Ha vent’anni, è bella, determinata e tra i due si instaura un rapporto speciale fatto di stima e di affetto, ma anche di desiderio. Però la ragazza è ariana e le leggi razziali stabiliscono che il popolo ebreo è nemico della Germania. Di qui nascono diffidenza e ostilità, che prendono il posto a sorrisi e rispetto. La giustizia, nelle mani dello spietato giudice Rothenberg, si trasforma in un mostro nazista e per la verità non c’è più scampo.

Mara Martellotta

L’omaggio all’artista catalano, dal titolo Mirò a Torino, in mostra al Mastio della Cittadella

Dal 28 ottobre a 14 gennaio

Achille Bonito Oliva, Maïthé Vallès-Bled e Vincenzo Sanfo curano l’esposizione 

organizzata da Navigare srl che raccoglie quasi 200 opere, tra collezioni private e prestiti dei Musei francesi. 

 

           Torino, 2023 – Presentata  al Museo Storico Nazionale d’Artiglieria al Mastio della Cittadella a Torino, la mostra antologica dedicata all’artista catalano Mirò. A quarant’anni dalla sua scomparsa l’esposizione, che comprende quasi 200 opere, celebra la sua prolifica arte improntata alla joie de vivre con una raccolta di opere datate 1924 – 1981, la maggior parte delle quali mai esposte al pubblico poiché appartenenti a privati e prestate grazie alla collaborazione delle gallerie francesi Lelong, Tamenaga, de la Présidence, e della svizzera Bailly.

La mostra, in programma dal 28 ottobre al 14 gennaio 2024, è prodotta da Navigare srl con la curatela affidata ad Achille Bonito Oliva con la collaborazione di Maïthé Vallès-Bled e di Vincenzo Sanfo, e patrocinata da Città di Torino, Regione Piemonte e dal Consolato di Spagna a Torino. Per numero della opere e per la completezza delle esposizioni, che rappresentano l’intero periodo artistico ed evolutivo dell’artista, si pone come la mostra più importante mai presentata in Italia sul pittore spagnolo.

           Parte preponderante dell’esposizione è composta da Litografie e altre opere grafiche, presenti anche nell’area dedicata alla Poesia, ai Manifesti per le mostre dell’artista e alla rivista Derriére le Miroir, mentre le aree Pittura e Musica presentano opere a tecnica mista, ceramiche dipinte e disegni. Un focus specifico ripercorre, poi, la trasformazione dei linguaggi pittorici sviluppata dall’artista catalano negli anni ’20.

       Esplosioni di colore, segni in libertà e una spiccata attitudine alla sperimentazione mantengono Mirò sempre in bilico tra figurazione e astrattismo, in un mondo fantastico che caratterizza ogni sua opera, come le 23 litografie (1950-1980), stampate da Fernand Mourlot al quale si devono anche le prestigiose stampe litografiche dei manifesti per le mostre di Mirò, oggetto di culto per i collezionisti. La mostra torinese ne presenta 11 (1968-1980), insieme a 7 litografie realizzate per la rinomata rivista d’arte francese Derrière le Miroir attiva dal 1946 al 1982. Le opere di Mirò per la rivista rappresentano un unicum, di grande lirismo, in cui l’artista di Barcellona, misurandosi con la dimensione del foglio litografico, deve contenere la sua esuberanza creativa in uno spazio predefinito.

        Mirò è stato un importante illustratore per libri di poesia e di racconti, traducendo la parola in colore e forma in una perfetta fusione. Dalla sua passione per le poesie di Tristan Tzara, tra i fondatori del movimento Dadaista, nascono le 16 bellissime illustrazioni in stampa litografica per la raccolta di versi Parler Seul (1950).

Di Mirò pittore, la mostra propone 27 opere a tecnica mista su carta, con acquerello, guazzo, carboncino, matita, olio, ma anche quella a inchiostro cinese e pastello a cera per il disegno Ubu Roi, il personaggio dell’opera teatrale di Alfred Jarry. Nella stessa sezione, anche 12 ceramiche, tra vasi e piatti, dipinti da Mirò.

 

Anche la musica è stata una intensa passione dell’artista. In esposizione ci saranno 18 bozzetti, disegni in facsimile, realizzati per la Biennale di Venezia 1980, dove Mirò fu invitato a realizzare scene e costumi per l’opera L’uccello Luce con musica di Silvano Bussotti. Completa il percorso una serie di fotografie, alcune delle quali realizzate da Man Ray, che ritraggono Joan Mirò in momenti di vita privata.

 

Mirò a Torino è co-prodotta da AICS – Comitato Provinciale Torino, e Diffusione Cultura Srl in collaborazione con Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria – Mastio della Cittadella, Difesa Servizi, Art Book Web. Da un accordo di partnership tra Navigare srl e Abbonamento Musei Piemonte e Valle d’Aosta, tutti i possessori della card accederanno alla mostra in forma gratuita. Vettore ufficiale: Trenitalia. Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 19:30; sabato, domenica e festivi dalle ore 9:30 alle ore 20:30. Biglietti online: ticketone.it. Sito internet: navigaresrl.com

Contemporary Cello Week. EstOvest Festival 2023 al Museo Ettore Fico

Gesti. in collaborazione con Compagnia Simona Bertozzi-Nexus

sabato 28 ottobre 2023, ore 19.00
Museo Ettore Fico, Torino

Arianna Brugiolo, Rafael Candela, Valentina Foschi, creazione e danza

Simona Bertozzi, sguardo e cura coreografica

Annie Jacobs-Perkins, violoncello

Iannis Xenakis, Kottos per violoncello solo
Benjamin Britten, Suite n 1 per violoncello solo
Maurizio Azzan, where the here and now of nowhere is* per violoncello ed elettronica

*prima esecuzione assoluta (nuova versione)

Negli spazi del Museo Ettore Fico nascerà un nuovo episodio di confluenza tra musica e danza. Il progetto, posto nel cuore della Contemporary Cello Week e denominato Gesti, coinvolgerà la strumentista in residence EstOvest Festival 2023, lâ americana Annie Jacobs-Perkins, e tre giovani danzatori italiani in altrettanti quadri coreografici. In collaborazione con Nexus-Compagnia Simona Bertozzi, lâ appuntamento vuole rappresentare un approdo per significative creazioni musicali e nuove visioni coreutiche. Attraverso lâ utilizzo di brani musicali per strumento a solo mai accostati in precedenza alla danza, emergeranno nuove prospettive, nuovi Gesti.

Ingresso 9,00€
Gratuito con abbonamento musei.

MEF – Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino