Cosa succede in città- Pagina 95

Il Salone del Libro “Adotta uno scrittore”

40 le autrici e gli autori accolti in 40 scuole di 9 regioni italiane per la XXII edizione del progetto firmato “Salone del Libro di Torino”

Da febbraio a maggio

Scrittrici e scrittori di mestiere. Ma non solo. Con loro anche fumettisti, illustratrici ed illustratori, giornaliste e giornalisti, saggisti e studiosi, personalità del mondo dello spettacolo e divulgatori. Un gruppone non da poco. E particolarmente atteso.

Con 40 autrici e autoriche incontreranno studentesse e studenti di 40 scuole di 9 regioni italiane, dal nord al sud della penisola, è ripartito “Adotta uno scrittore”, il consueto progetto didattico e culturale portato nelle scuole piemontesi e italiane, dalle elementari all’università fino alle scuole di alcune Case Circondariali, ideato e organizzato dal “Salone Internazionale del Libro di Torino” e sostenuto dalla “Consulta delle Fondazioni di origine bancaria” del Piemonte e della Liguria, in collaborazione con la “Fondazione con il Sud”.

La XXII edizione coinvolgerà 848 studentesse e studenti delle scuole di Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia e, anche per il 2024, ognuna delle adozioni prevede tre appuntamenti in classe per ciascun autore e il quarto conclusivo lunedì 13 maggio, giorno di chiusura, al “Lingotto Fiere”, della XXXVI edizione del “Salone del Libro”.

Numerose ed eterogenee, come detto, le personalità che metteranno piede nelle scuole e nelle classi coinvolte: da Cristina Cassar Scalia (solo per citarne alcune) autrice di best seller come “La banda dei carusi” (“Einaudi”) a Benedetta Tobagi con il suo libro dedicato a “La Resistenza delle donne” (“Einaudi”), via via fino a Barbara Stefanelli, vicedirettrice del “Corriere della Sera” ed autrice di “Love Harder” (“Solferino”), ad Annalena Benini, nuova direttrice del “Salone” di Torino, con “Annalena” (“Einaudi”) e al comico-scrittore Dario Vergassola, che racconterà presso la “Casa Circondariale” di Marassi e il “CPIA Centro Levante” di Genova,  del suo “I malefici. Ovvero la casa delle storie strampalate” (“Baldini + Castoldi”).

Per 4 mesi, il progetto girerà le scuole d’Italia. Tutte le “adozioni” e le date si possono consultare sul sito www.salonelibro.it

I primi appuntamenti di febbraio, in Piemonte, vedono coinvolte/i: Lorenzo Gentile(“Feltrinelli”) lunedì 19 febbraio all’Istituto Superiore “Santorre di Santarosa” di Torino; Anna Benotto (“Lupoguido”), martedì 20 febbraio all’“Istituto Comprensivo Statale” di Strambino – Scarmagno Canavese;  Espérance Hakuzwimana (“Mondadori”), martedì 27 febbraio, all’“Istituto Comprensivo” di Costigliole d’Asti; Luigi Ballerini (“Il Castoro”), giovedì 22 febbraio all’“Istituto Comprensivo” di Diano d’Alba; Giuliana Facchini (“Sinnos”), venerdì 23 febbraioall’“Istituto Comprensivo “Manzoni” di Torino; Sofia Gallo (“Saliano”) mercoledì 28 febbraioall’Istituto Comprensivo “Fratelli Casetti” di Crevoladossola e Greta Olivo (“Einaudi”) mercoledì 21 febbraio all’Istituto Superiore “Gae Aulenti” di Biella.

Da record le cifre complessive dell’edizione 2024 che vede coinvolti  40 istituti scolastici italiani: 9 scuole primarie, 9 secondarie di primo grado; 12 secondarie di secondo grado; 1 scuola superiore in Ospedale (ovvero la Sezione Ospedaliera dell’Istituto “Gobetti Marchesini Casale Arduino” presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita). Quest’anno sono 7 le classi attive presso “Case di Reclusione” e “Case circondariali” (nelle città di Torino, Ivrea, Alessandria, Saluzzo, Genova, Bologna, Reggio Calabria) e 1 classe presso l’Istituto Penale Minorile “Ferrante Aporti” di Torino. Per la prima volta partecipa, quest’anno, anche una classe di minori stranieri non accompagnati e studenti recentemente arrivati in Italia che ancora non parlano la lingua italiana o la parlano poco (presso il “Cpia 3”, sede Castello di Mirafiori). E, sempre per la prima volta, sarà attivata un’“adozione residenziale”: l’autrice Giusi Quarenghi sarà ospite per una settimana ad Atena Lucana, in provincia di Salerno, per tenere gli incontri all’Istituto comprensivo “Sala Consilina Viscigliete”.

Dice Annalena Benini, direttrice editoriale del “Salone Internazionale del Libro”: “Adotta uno scrittore è un progetto talmente importante che servirebbe un Salone apposta per raccontarlo. E’ un filo di seta che per tutto l’anno tiene insieme i ragazzi e gli autori, e fa crescere relazioni umane, illuminazioni, incontri fondamentali o semplicemente la possibilità di fare un tratto di strada insieme. Il senso è proprio questo: insieme … Questo filo di seta negli anni è diventato sempre più colorato e resistente, e ci fa sentire legati senza mai stringere, moltiplica le energie dei ragazzi e anche degli adottati. Rende la vocazione del ‘Salone del Libro’ di Torino ancora più salda e laboriosa”.

g.m.

Nelle foto:

–       Dario Vergassola

–       Anna Benotto

–       Espérance Hakuzwimana

–       Annalena Benini

Il miglior Vermouth Cocktail di Torino? È quello di Insomnia

Tra gli eventi del Salone del Vermouth, alla Centrale Lavazza si è svolto il contest per decretare il miglior cocktail a base di Vermouth della città: vincono Adrian Margineanu e Alessio Ventimiglia dell’Insomnia, Cocktail e Food Bar di Via Belfiore 18.

 

Dal 19 al 25 Febbraio, a Torino, è di scena il Vermouth. Il ricco programma coinvolge il museo del Risorgimento, che ospita il Salone del Vermouth il 24 e 25, e numerose location in città.

Ieri sera, alla Centrale Lavazza si son sfidati, a colpi di shaker, 14 cocktail e food bar di tutta la città. Nessun limite è stato posto alla creatività dei bartender. E allora ecco comparire frutta fresca e secca, liquori esotici o nostrani, accostamenti insoliti come l’olio al basilico o oggetti decisamente fuori luogo come l’ossigenatore che si usa per gli acquari. Unica regola: il protagonista assoluto deve essere il Vermouth, vino aromatizzato creato a Torino nel 1786.

La scelta è stata ardua dato l’alto livello di professionalità e proposte, gli ingredienti scelti e la perizia con cui sono stati mixati.

Pubblico e giuria di esperti hanno assaggiato e decretato il vincitore, ovvero  i due cocktail vincitori. Si tratta delle proposte dell’Insomnia, di Via Belfiore 18 a Torino.

I due cocktail proposti sono stati il “Giro del mondo” a base di Nonis Februaris Vermouth di Torino,

whiskey infuso alla cera d’api, umeshu shiso, lime e latte alle mandorle ed “Electric sip” sempre con Nonis Februaris, bitter infuso al fiore elettrico, oleo saccharum di pompelmo rosa e geranium

tonica.  Le mani sapienti che li hanno preparati sono state quelle di Adrian Margineanu e Alessio Ventimiglia. Una curiosità: il fiore elettrico è un fiore in grado di paralizzare la bocca che ovviamente viene sapientemente dosato da Adrian e Alessio per non rovinare l’esperienza.

Tra le proposte che mi han colpito (attenzione, sono amante dei dolci) c’è il French 12.5 del Puntosette di Via Sant’Agostino 28, con sciroppo di champagne, un’idea di Stefano Lops. Il cocktail è un twist sul French 75. 12.5 è la gradazione a cui han portato il gin Bombay per creare una soda da usare come top nel drink. Per i meno letterati come me, immaginate una coppa da degustare durante un brunch domenicale, magari a bordo piscina, come nelle tele di David Hockney. Troppo sdolcinato? Forse, ma decisamente tutto da gustare.

La Reserve di Via Avogadro 10 invece ha stravolto il classico Paloma proponendo il loro Asian Paloma a base di Sakura Mancino Vermouth, lime, agave e double Dutch cocomero e cetriolo. Il tutto sovrastato da una nuvola al sale creata con un ossigenatore per acquari. Il risultato è un cocktail fresco e leggero, da serate afose quando, costretti in città, assaporate il profumo delle vacanze.

E infine vorrei soffermarmi sulla delizia di Eredi Borgnino, Cocktail Bar, Bistrot e Boutique di via della Rocca 10. E partirei dal Bicerin che a Torino è più di un’istituzione: è certezza, dogma indiscutibile dalla ricetta segreta. Cambiano i politici, cambiano le stagioni, ma il Bicerin resta saldo nel suo locale storico di Piazza della Consolata. Possiamo però convenire sul fatto che a tutti è capitato di dire “avrei voglia di Bicerin ma fa troppo caldo” oppure “preferisco qualcosa di meno impegnativo”. Andrea Dracos di Eredi Borgnino colma un vuoto durato troppi secoli con Vermouth e Cioccolato. Il cocktail è a base di un gelato che non è gelato perché è stato sciolto prima di essere miscelato a vermouth e sciroppo di lamponi. Il tutto è sormontato poi da due piccole meringhe tenute insieme da una crema spalmabile di fagioli azuki, vermouth e cacao.

Il risultato è un dolce fresco e avvolgente, una mousse leggermente alcolica perfetta per quando non abbiamo più fame ma abbiamo ancora un piccolo spazio per il dolce, o un digestivo, o entrambe le cose. Rendiamolo virale come la brioche a forma di cubo. Il Vermouth e Cioccolato è la risposta al Bicerin di cui non sapevamo di avere bisogno.

In attesa del prossimo contest, suggerisco di tenere d’occhio il sito di To Be Events. Un evento simile potrebbe essere riproposto in futuro, anche a ridosso degli ATP Finals.

Lori Barozzino  

Le foto
I Vincitori:  Adrian Margineanu e Alessio Ventimiglia di Insomnia
Foto cocktail bianco schiumato: il French 12.5 di Puntosette
Foto cocktaikl marrone: Vermouth e Cioccolato di Eredi Borgnino

Giuseppe Alletto, l’arte per indagare l’agire umano

Ritratti torinesi

Cresciuto a Bagheria, in provincia di Palermo, l’artista vive tra Milano e Torino.

Dopo aver conseguito la maturità classica con il massimo dei voti e la laurea in storia dell’arte presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, nel 2016, dopo due esami orali e la valutazione dei suoi testi in italiano e in inglese, è stata accettata la sua candidatura al corso di Contemporary Art presso il Central Saint Martins College of Artand Design di Londra.

Tra le varie esperienze all’estero, le più rilevanti sono quella di più di un anno a Monaco di Baviera, quella di sei mesi a Londra nel 2017 e quella di sei mesi a Madrid nel 2022.

Sin da bambino ha creato e dipinto opere e nel 2019 ha intrapreso una serie di viaggi in Nord Italia e in Europa, ma la pandemia da Covid 19 ha stravolto i suoi piani. In pochi mesi, infatti, era riuscito a far scaturire l’interesse da parte di diverse gallerie ed erano in programma ben cinque mostre d’arte, cinque personali a Milano, Firenze, Barcellona, Lisbona e Monaco di Baviera, che non è stato possibile realizzare. Nel 2022 ha dedicato diversi mesi alla realizzazione di nuove opere e allo studio di libri di marketing, di antropologia, di storia dell’arte e esoterismo. Ha ripreso a viaggiare e dopo un itinerario che lo ha portato prima a Madrid poi a Barcellona, in seguito a Londra e Parigi, è adesso nuovamente in Italia.

Dal 2022, come artista, ha iniziato a lavorare con alcune gallerie torinesi, quali la Biasutti e Biasutti di Torino, la CSA FARM gallery di Torino, la galleria Spazio temporaneo di Milano e la Wundergrafik di Forlì.

Nel 2020 ha poi tenuto una mostra personale dal titolo “Buio Bianco” presso la galleria Weber e Weber di Torino. Nel luglio del 2015 ha condiviso con lo scultore Giuseppe Agnello un doppio evento presso la fattoria dell’Arte/teatro Andromeda in provincia di Agrigento, a Santo Stefano Quisquina. In quell’occasione Giuseppe Alletto ha tenuto una mostra personale dal titolo “8 opere e un luogo: Giuseppe Alletto”, con catalogo a cura di Alfonso Letojanni. Le sue prime personali risalgono al dicembre 2008 e al maggio 2010 presso la sede della biblioteca comunale di Bagheria, palazzo Aragona Cutò.

“Nel primo atto del mio Corpus di opere – afferma Alletto -affronto i tre temi fondamentali di quello che Wagner definiva il puramente umano, vale a dire l’aggressività, l’erotismo e il rapporto con il Sacro.

Nel secondo atto Alletto prosegue nella sua narrazione, nelle forme di un’arte che talvolta definisco antropologica, rappresentando le conseguenze dell’azione dell’uomo sulla terra sino al momento della distruzione.

Il terzo e ultimo atto si caratterizza per quelle visioni misteriose non figurative o “aniconiche” di una dimensione post umana dominate dall’assenza cosiccome da una serenità arcana, puntellata da vaghi riferimenti alla musica, all’armonia, a superficie spazi futuristici che sembrano anelare a una rinascita”.

Fin dall’età di diciassette anni, età in cui ha inizio il suo percorso artistico, sperimenta diverse tecniche tra cui l’acquerello, la pittura a olio, il carboncino e il disegno a matita. Si specializza, in particolare, nella pittura ad olio, nella fotografia, nelle installazioni e nei lavori di videoarte.

Temi principali delle sue opere ritornano all’interno del suo percorso e riguardano l’uomo e le conseguenze dell’agire umano sulla realtà, un agire che sta portando a una distruzione ben rappresentata dalla sua opera intitolata “Fungo atomico”, opera che l’artista ritiene rappresentativa e che ebbe successo in mostra già nel 2020.

L’agire umano è indagato da Alletto attraverso tre azioni che l’uomo impone alla sua realtà: il rapporto con il sacro, quello con l’erotismo e il rapporto con l’aggressività. L’opera dell’artista ha una valenza mitica, simbolica e sacra, il tema della distruzione viene superato e lenito attraverso le frequenze musicali. Tra le installazioni è doveroso ricordare quella intitolata “Europa”, realizzata con materiali organici e oro alimentare, simboleggiante, attraverso un intreccio di politica e di mito, la vicenda del toro bianco ( Zeus) e la fanciulla Europa, mito da cui traggono origine gli altri miti le nostre storie.

Mara Martellotta

 

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Auditorium Rai, sul podio il maestro Valčhua e al pianoforte il pianista ucraino Dmytro Choni

Nel concerto di giovedì 22 febbraio prossimo

 

Giovedì 22 febbraio prossimo, alle 20.30, il pianista ucraino Dmytro Choni è stato chiamato a sostituire Yefim Bronfman, indisposto, nel primo Concerto per pianoforte di Brahms.

Nell’agosto del 1853, il ventenne Johannes Brahms arrivava nella valle del Reno, incontrando per la prima volta i luoghi e le città di cui aveva tanto sentito parlare. Metà del suo viaggio era però l’incontro a Düsseldorf, a fine settembre, con i coniugi Schumann. Fu proprio l’entusiasmo di Schumann a spingere Brahms a scrivere il suo primo concerto, realizzato per pianoforte e orchestra. Proprio con Schumann il genere, dopo anni di composizioni virtuosistiche, era tornato a stabilire un giusto equilibrio tra solista e orchestra. Brahms pensava a qualcosa di più avanzato, riscoprendo nella forma concerto un contenitore in grado di sfruttare le conquiste nate in ambito sinfonico. La stesura di questo concerto fu particolarmente travagliata, e solo nel 1858, dopo quattro anni di ripensamenti, il concerto in Re minore arrivò a presentarsi al mondo musicale nella sua veste definitiva. La prima esecuzione pubblica avvenne ad Hannover, con Brahms al pianoforte, il 22 gennaio 1859, suscitando una reazione scomposta e infastidita da parte del pubblico. A sconcertare la sala furono le proporzioni monumentali del lavoro, il suo respiro sinfonico e la sua densità di materiale tematico. Schumann era scomparso ormai da tre anni, ma nelle scritture di Brahms rimasero molte influenze del maestro.

Sul podio ritorna Juraj Valčhua, già direttore principale dell’Orchestra Rai di Torino dal 2009 al 2016, la cui carriera lo ha proiettato, dopo la direzione stabile dell’OSN della Rai e del San Carlo di Napoli, verso una dimensione internazionale, come ospite nelle compagini più prestigiose e che attualmente lo vede alla testa della Houston Symphony Orchestra.

Nella seconda parte del programma, Valčuha proporrà la Sinfonia n. 2 in do maggiore op. 61 di Robert Schumann scritta tra il 1845 e il 1846 a Dresda, in uno dei periodi più difficili della vita del compositore, quando la sua instabilità psichica iniziò a manifestarsi in modo sempre più serio. La sinfonia fu portata a termine nell’ottobre del 1846. La malattia mentale contraddistinse il periodo di stesura della sinfonia e lo avrebbe condotto prematuramente alla morte.

La sinfonia fu eseguita per la prima volta al Gewandhaus di Lipsia, il 5 novembre 1846, per la direzione di Felix Mendelssohn.

Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino

Piazza Rossaro

Tel 0118104996

 

 

 

Un trittico di mostre apre l’anno 2024 a Camera – Centro Italiano per la Fotografia

Un trittico di mostre inaugura l’anno 2024 di Camera – Centro Italiano per la Fotografia, esposizioni dedicate a grandi maestri della fotografia internazionale. Dalle immagini della guerra civile spagnola a un grande progetto artistico nella Milano del boom economico, passando attraverso i paesaggi del Piemonte rurale.

La prima mostra intitolata “Robert Capa e Gerda Taro: la fotografia, l’amore, la guerra” ha il suo fulcro nella guerra civile spagnola, momento cruciale della storia del XX secolo, e nel rapporto professionale e sentimentale tra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrottosi con la morte della fotografa avvenuta nel 1937. Fuggita lei dalla Germania nazista, lui emigrato dall’Ungheria, Gerta Pohorille e Endré (poi francesizzato André) Friedmann (questi i loro veri nomi), si incontrano a Parigi nel 1934. L’anno successivo nasce il loro sodalizio artistico-sentimentale, che li porta a frequentare i “caffè” del quartiere latino e a impegnarsi nella fotografia e nella lotta politica. In una Parigi in gran fermento, invasa di intellettuali e artisti da tutta Europa, Gerta si inventa il personaggio di Robert Capa, ricco e famoso fotografo americano approdato da poco nel continente, alter ego con il quale André si identificherà con il resto della sua vita. Anche Gerta cambia il suo nome e assume quello di Gerda. L’anno decisivo per entrambi è il 1936, quando raggiungono Barcellona per documentare la resistenza repubblicana.

Prima di approdare in Spagna, Robert fotografa le elezioni a Parigi, la vittoria del Fronte Popolare, gli scioperi e le manifestazioni, pubblicando alcuni servizi sulla stampa francese. A inizio agosto del 1936 raggiungono Barcellona per documentare la resistenza repubblicana, e nei mesi successivi ritornano in Spagna più volte, insieme o singolarmente.

La mostra si conclude con la morte di Gerda, avvenuta sul fronte spagnolo, a Brunete. Negli anni successivi, Robert Capa viene riconosciuto come il più grande fotoreporter della storia, ma è accanto a lei che la sua leggenda inizia. È proprio del 1936 lo scatto leggendario di Capa rappresentante “Il miliziano colpito a morte”, mentre Gerda Taro scatterà la sua immagine più iconica ne “una miliziana in addestramento” con la pistola puntata e scarpe con i tacchi, da un punto di vista inedito della guerra fatta e rappresentata da donne.

L’intensa stagione fotografica, guerra e amore di questi due straordinari personaggi è narrata nella mostra di Camera, curata da Walter Guadagnini e Monica Poggi, attraverso le fotografie di Gerda Taro e Robert Capa, nonché grazie alla riproduzione di alcuni provini della celebre “valigia messicana”, contenente 4.500 negativi scattati in Spagna dai due protagonisti della mostra e dal loro amico e sodale Davide Seymour, detto Chim. La valigia, di cui si persero le tracce nel 1939, quando Capa la affidò a un amico per evitare che i materiali venissero distrutti o sequestrati dalle truppe tedesche, è stata ritrovata alla fine degli anni Novanta a Mexico City, permettendo l’attribuzione corretta di una serie di immagini di incerta provenienza.

La seconda mostra è una personale dedicata a Michele Pellegrino, intitolata “Michele Pellegrino. Fotografie 1967 – 2023”, curata da Barbara Bergaglio, si compone di 50 immagini del fotografo nativo di Chiusa di Pesio nel 1934. Un’essenziale antologica del suo percorso creativo, tra montagne, ritualità, volti e momenti del mondo contadino che narrano la passione per la sua terra e per la fotografia. La mostra si compone di cinque sezioni che costituiscono una sintesi del lavoro dell’autore nel corso della sua lunga attività professionale e artistica: Esodo, Storie di uomini e di montagne, Visages de la contemplation, Scene di matrimonio, Le nitide vette e Langa.

La prima sezione contiene reportage realizzati negli anni Settanta dal fotografo tra le valli cuneesi, ritratti di abitanti, mezzadri, margari, uomini, donne, bambini e anziani vissuti in condizioni durissime che hanno portato all’abbandono della montagna e alla ricerca di una vita migliore a valle. Con “Visages de la contemplation” si entra nel progetto artistico dedicato al tema della clausura. Pellegrino indaga questa realtà nascosta in cui viene ammesso gradualmente, conquistando fiducia e riuscendo a entrare attraverso il passaparola, all’interno di abbazie e conventi italiani e francesi. “Scene di matrimonio” nasce dai servizi fotografici di nozze durante i quali, oltre alle fotografie ufficiali, il fotografo fissa sulla pellicola momenti dei preparativi e della festa, colti con simpatia e un pizzico di ironia. Siamo negli anni Cinquanta, ed egli ritrae la bella sposa fiera del suo abito, i camerieri sull’attenti, le damigelle in attesa, le coppie felici e i gruppi di famiglia dalla significativa prossenica. Le fotografie dedicate alla montagna sono proposte nella sezione “Le nitide vette”, frutto di pazienti attese e lunghi appostamenti per cogliere la luce migliore nel momento giusto, mentre altri scatti sono stati realizzati “al volo”. Langa è la sezione dedicata a un territorio molto noto, attraversi poche e intense immagini lontane dagli stereotipi attuali.

La terza mostra è quella dedicata a Ugo Mulas, che ha fotografato l’opera realizzata nel 1961 da Saul Steinberg, una straordinaria decorazione a graffito dell’atrio della palazzina Mayer, a Milano. Si trattava di un lavoro importante che seguiva altre analoghe imprese compiute dal grande illustratore nel decennio precedente. Per aiutare Mulas nel suo lavoro, Steinberg redige un breve testo che spiega l’iconografia e il senso dell’opera, e decide per la prima e unica volta di lavorare sull’intonaco fresco, popolando i muri di personaggi e allegorie che affondano le proprie radici nella vita personale dell’artista. I graffiti andarono distrutti e le fotografie di Mulas rimangono l’unica testimonianza del lavoro di Steinberg.

 

Camera – Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino

www.camera.to

 

Gian Giacomo Della Porta

Premiata una torinese a Miss mamma Italiana

Varese. Proseguono in tutta Italia le selezioni per “Miss Mamma Italiana 2024”, concorso nazionale di bellezza e simpatia giunto quest’anno alla sua 31° edizione, curato dalla Te.Ma Spettacoli di Paolo Teti (ideatore e Patron del Concorso) e riservato a tutte le mamme aventi un’età tra i 25 ed i 45 anni, con fascia “Gold” per le mamme dai 46 ai 55 anni e fascia “Evergreen” per le mamme con più di 56 anni.

“Miss Mamma Italiana” sostiene “Arianne” Associazione Onlus per la lotta all’Endometriosi, una malattia cronica, progressiva ed invalidante, ancora poco conosciuta, che in Italia colpisce quasi 4 milioni di donne fin dall’adolescenza e che, per questo motivo, deve essere ben conosciuta per permettere un’attivazione spontanea in caso di sintomi sospetti. Domenica 18 febbraio, a Varese, si è svolta una selezione valevole per l’elezione di “Miss Mamma Italiana 2024”. 24 le mamme partecipanti che, oltre a sfilare in passerella con abiti eleganti, hanno sostenuto una prova di abilità (come cantare, ballare, illustrare ricette gastronomiche, cimentarsi in esercizi ginnici ed in prove creative ed artistiche), che rappresentasse la loro personalità.

La giuria ha proclamato vincitrice della selezione FEDERICA DE FINO, 41 anni, insegnante di scuola d’infanzia, di Sumirago (VA), mamma di Emanuele ed Elisa, di 14 ed 11 anni; la fascia “Miss Mamma Italiana GOLD” (riservata alle mamme dai 46 ai 55 anni), è andata a FEDERICA MARANGONI, 47 anni, operaia, di Porto Ceresio (VA), mamma di Diego e Matteo, di 13 e 6 anni; mentre la fascia “Miss Mamma Italiana EVERGREEN” (riservata alle mamme con più di 56 anni), è andata a LUCIA VITRANI, 57 anni, commessa, di Brenta (VA), mamma di Susanna e Simone, di 34 e 30 anni. Queste le altre mamme premiate: ◦ “Miss Mamma Italiana Damigella d’Onore” CHIARA DE GIORGIO, 31 anni, psicopedagogista, di Varese, mamma di Gabriele di 2 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Solare” CHIRIHANE FATAT, 35 anni, parrucchiera, di Lavena Ponte Tresa (VA), mamma di Asia di 12 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Fashion” NADEJDA TOMAC, 41 anni, casalinga, di Gallarate (VA), mamma di Riccardo e Mattias, di 14 e 12 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Glamour” ROSAMARIA CORBISIERO, 39 anni, impiegata, di Cassano Magnago (VA), mamma di Daniele di 8 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Sportiva” MONICA DE BONIS, 34 anni, cuoca, di Casale Litta (VA), mamma di Leonardo, Bianca, Ginevra e Federico, di 12, 6, 4 e 2 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Dolcezza” CHIARA BIANCHI, 40 anni, insegnante, di Buguggiate (VA), mamma di Mirko, Gioele ed Aurora, di 7, 6 e 4 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Sorriso” DAINA GIULIANINI, 47 anni, modellista, di Busto Arsizio (VA), mamma di Giorgia ed Alice, di 14 e 13 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Eleganza” IVANA COSENTINO, 49 anni, imprenditrice, di Torino, mamma di Oscar di 15 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Sprint” MONICA TONETTI, 54 anni, sarta, di Lonate Pozzolo (VA), mamma di Melissa di 28 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Gold Solare” EMANUELA LOCATELLI, 48 anni, agente di viaggio, di Corbetta (MI), mamma di Riccardo di 7 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen Radiosa” ALBERTINA GALLIVERTI, 76 anni, casalinga, di Busto Arsizio (VA), mamma di Francesco e Valentina, di 53 e 50 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen in Gambe” SIMONA UBOLDI, 59 anni, impiegata, di Novate Milanese (MI), mamma di Matteo e Samuele, gemelli di 34 anni e di Gabriele di 29 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen Arianne” ANGELA GEMELLI, 62 anni, dirigente di comunità, di Crodo (VB), mamma di Simone e Rita, di 41 e 34 anni; ◦ “Miss Mamma Italiana Evergreen Simpatia” SEBASTIANA PILOTA, 64 anni, casalinga, di Besozzo (VA), mamma di Pamela e Laura, di 42 e 36 anni. L’evento è stato presentato da PAOLO TETI Patron del concorso e da MARIA RAIMONDO, vincitrice del titolo nazionale “Miss Mamma Italiana Solare 2023”. Ospiti d’Onore, le Madrine di Miss Mamma Italiana, vale a dire le vincitrici di fascia nazionale del concorso. Le mamme interessate a partecipare al Concorso a loro dedicato (le iscrizioni sono gratuite), possono contattare la Te.Ma Spettacoli al numero 0541 344300 oppure consultare il sito www.missmammaitaliana.it

All’Archivio di Stato la mostra dedicata a Edoardo Sanguineti e al suo rapporto con Torino

Alle sezioni riunite dell’Archivio di Stato, in via Piave 21,

La mostra, a ingresso gratuito,  sarà aperta fino al 30 aprile 2024 e attingerà ai fondi del Centro Studi interuniversitario Edoardo Sanguineti, con i quali interagiscono alcune schede lessicografiche selezionate provenienti dal fondo esempi letterari (scarti e giunte) del grande dizionario della lingua italiana, al quale Sanguineti partecipò grazie alla fondamentale mediazione dell’amico Tullio de Mauro in veste di direttore di Supplementi.

Sarà anche possibile ammirare per la prima volta due recentissimi ritrovamenti, che risalgono agli albori della carriera di Sanguineti poeta, il manoscritto di Composizione, la raccolta sottoposta nel febbraio 1950 a Cesare Pavese, che la rifiutò, due redazioni di Laszo Varga e il manoscritto finale di labirinto, la fondamentale opera di esordio di Sanguineti, nella redazione il cui titolo era ancora Laberintus

La mostra fa parte della rassegna intitolata “Edoardo Sanguineti nella città “cruciverba””, ideata dal centro studi interuniversitario Edoardo Sanguineti in collaborazione con UniVerso, l’osservatorio permanente sulla contemporaneità dell’Universitàdi Torino, Archivio di Stato di Torino, Accademia delle Scienze di Torino,  infini.to- planetario di Torino e Museo dell’astronomia e dello spazio Attilio Ferrari, Dipartimento di scienze della vita e biologia dei sistemi, Dipartimento di studi umanistici  e StudiumLab, che vanta il prestigioso patrocinio di istituzioni culturali nazionali  quali l’Accademia della Crusca e l’Accademia Toscana di Scienze e Lettere la Colombaria, della Gam, Galleria d’arte moderna di Torino e di Rai Teche.

Il programma è stato inaugurato il 27 novembre scorso e include una mostra e cinque momenti di convegno, articolati in un percorso significativo per i luoghi e gli enti coinvolti, che guarda ai diversi interessi di Sanguineti in un itinerario alla scoperta delle spinte creative dell’autore e delle molteplici relazioni interdisciplinari che conducono ad un’incessante rideterminazione semantica di materiali ed oggetti.

Sanguineti definì la parola “fabbrica del mondo” e proprio la parola rappresenta il fil rouge della rassegna, che esplora gli interessi lessicografici del poeta, strettamente connessi alla città di Torino, da lui definita “città cruciverba” con tutte le caselle bene a posto, secondo uno schema assolutamente geometrico e con tutte le definizioni  a posto”. Una definizione che guardava anche al suo ruolo di ‘lessicomane’. Nel capoluogo piemontese, infatti, Sanguineti collaborò ai progetti di due dizionari, il grande dizionario della lingua italiana (GDLI Battaglia) e il Grande Dizionario italiano dell’uso (GDU, De Mauro).

 

Mara Martellotta

Rock Jazz e dintorni a Torino. Seeyousound e Mike Dawes

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA

Lunedì. Al Cafè Des Arts suona il quartetto israeliano Sandia.

Martedì. Allo Spazio 211 si esibisce il chitarrista Mike Dawes.

Mercoledì. Al Blah Blah sono di scena i Raining Nails. All’Osteria Rabezzana suona il Creative Jazz Quartet.

Giovedì. Al Peocio di Trofarello è di scena David Ellefson. All’Hiroshima Mon Amour suonano i C’mon Tigre. Al Blah Blah si esibisce James Ionathan Clancy.

Venerdì. Inizia Seeyousound al cinema Massimo. L’inaugurazione è affidata al lungometraggio su Cindy Lauper “Let The Canary Sing” preambolo dell’esibizione della cantante Lamante. All’Hiroshima si esibisce il rapper Kaos  accompagnato dal Dj Craim. Allo Ziggy suonano i 99th Floor mentre al Cafè Muller si esibiscono i Desidia. Al Kontiki suonano i Follia Nuda e gli Invernice. Al Blah Blah sono di scena i Bluedaze. Al Magazzino sul Po suonano i Bengala Fire. Al Folk Club suona il bluesman Francesco Piu. Allo Spazio 211 è di scena Edda.

Sabato. Al Bunker serata intitolata “La grande notte del jazz torinese”. Tanti i musicisti da segnalare: Luigi Tessarollo, Alessandro Chiappetta, Claudio Bonadè, Max Gallo e Alfredo Ponissi. Per Seeyousound il documentario sul pioniere del suono elettronico Morton Subotnick preceduto dal trio Solar Pulsers. Al Blah Blah suonano i Burn The ocean. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce la cantante Sheol Dilù Miller. Allo Ziggy sono di scena i Putan Club.

Domenica. Per Seeyousound il documentario “Rèveiller Les Vivents” su Brigitte Fontaine e “Even Hell Has Its  Heroes” sui metallari Earth. All’Imbarchino suona la violinista Catherine Graindorge mentre al Magazzino sul Po si esibisce il percussionista Manu Delago.

Pier Luigi Fuggetta

“IAAD. Design Workshop” A Torino, 150 studenti si confrontano

Sei workshop, sei “sfide” per progettare il futuro: “IAAD. Un linguaggio senza confini”

Dal 19 al 24 febbraio

“Gli ‘IAAD. Design Workshop’ sono riflessioni che si trasformano in progetti. Idee che diventano soluzioni”.

Con questa suggestiva presentazione si apre la XIV edizione degli “IAAD. Design Workshop” progettata da “IAAD.Torino”, in collaborazione con “Itinerari Paralleli”“impresa sociale che accompagna nell’ideazione, progettazione e realizzazione di contenuti culturali e azioni di innovazione sociale, aggregando competenze complementari con una forte visione etica in comune”.

Titolo “Design. A dialogue without boundaries”, la nuova edizione si aprirà lunedì 19 febbraio alle 11,30, presso l’Impresa Sociale – Teatro “Q77” (corso Brescia 77, Torino) e vedrà il contributo di “World Design Organization” (“WDO” di Montreal – Canada)) con gli interventi di Thomas Garvey, WDO President, Lilian González, Industrial Designer e Board advisor WDO e del designer Matteo Ragni.

Da lunedì 19 a sabato 24 febbraio, 150 studenti “IAAD.” e delegazioni provenienti da college europei “AD Education” e dai partner italiani “Accademia Italiana” (Firenze e Roma), “Scuola Holden” (Torino), “SAE Institute” (Milano), si confronteranno per immaginare “nuove opportunità e soluzioni” per risolvere le attuali “divisioni fisiche, culturali, tecnologiche, sociali”.

Ogni team sarà composto da un “project leader” (un professionista vicino alla tematica affrontata dal workshop), uno o più assistenti e studenti dei diversi dipartimenti “IAAD.” e delle delegazioni ospiti. Caratteristica del team di lavoro è la trasversalità di competenze rappresentate”, per promuovere il confronto con background culturali, sociologici e accademici diversi sul tema del confine “Design. A dialogue without boundaries”.

Ospiti della conferenza inaugurale: Lilián González  (designer industriale, coordinatrice accademica all’“Università Anahuac” del Messico, nonché membro del comitato editoriale della rivista “Worldesign” di “Domus” e consigliere del “Don Norman Design Award”) insieme al milanese Matteo Ragni , che dal 1994 progetta e si occupa di design negli ambiti più diversi dell’industria e dell’artigianato, con un interesse che si focalizza sempre di più sulla progettazione volta ad unire “funzione” e “innovazione tipologica”. Ragni é stato, inoltre, uno dei più giovani vincitori del “Compasso d’Oro” a 29 anni, nel 2001, con la posata usa e getta “Moscardino”, disegnata insieme a Giulio Iacchetti. Nel 2014 ha ricevuto il secondo “Compasso d’Oro”, sempre con Giulio Iacchetti, per il design di una serie di tombini per “Montini Spa”, azienda specializzata in chiusini e griglie stradali, con sede a Roncadelle (Brescia). Lavori, che di volta in volta “sottolineano un approccio eclettico e discreto, sempre alla ricerca dell’ironia e del gesto progettuale riflessivo e pulito”.

Alla guida dei sei workshop“MinD Mad in Design”, l’associazione che dal 2014 opera in risposta a situazioni di disagio ed emarginazione nell’ambito della fragilità mentale; Elia Pellegrino, musicista, ha suonato nel “Pugile” (band torinese) per diversi anni e portato avanti il progetto solista “AKE”; Jacopo Gottlieb , esperto nella creazione di esperienze di “realtà virtuale” nel campo della divulgazione scientifica; Dario Oliverodesigner multidisciplinare appassionato di “car design”, vincitore del “Red Dot Design Award”Alessandro Argenio, direttore nel Master in “Transportation Design” all’“Umeå Institute of Design” (Svezia); Alberto Piazzalunga, “designer multidisciplinare” che lavora su progetti di impatto sociale; Enrico Tarò , designer, operatore culturale e ricercatore indipendente interessato in particolare “allo sviluppo di nuove forme di collettività e di partecipazione attraverso linguaggi artistici e culturali”.

Per infowww.iaad.it

g.m.

Scatenato dj set di SKIN alle Gru

In occasione dell’inaugurazione della nuova piazza sud delle Gru ieri sera si è esibita Skin in uno scatenato dj set infiammando il numeroso pubblico accorso al centro commerciale di Grugliasco.

L’artista londinese, dopo il grande successo riscosso a Sanremo duettando con i canavesani Santi Francesi, è stata la punta di diamante di una settimana ricca di festeggiamenti.

 

La sua performance alla consolle nel format WOW Night 2 è stata preceduta dall’opening Act di Mauro Furdone e chiusa da Tapeout. Al termine dell’esibizione Skin ha concesso qualche autografo ai fans adoranti.

GIULIANA PRESTIPINO