Cosa succede in città- Pagina 9

Con l’inizio di settembre riprendono gli appuntamenti teatrali di Assemblea Teatro al Mausoleo della Bela Rosin

Con l’arrivo di settembre riprendono gli spettacoli di Assemblea Teatro al Mausoleo della Bela Rosin, nel giardino del Mausoleo.
La ripresa avverrà sabato 6 settembre prossimo con un classico intramontabile, “Il Piccolo Principe” di Saint-Exupéry, per poi avventurarsi in  una tre giorni in lingua spagnola offerta ai tanti argentini, peruviani, venezuelani, cileni e non solo che vivono a Torino, ma anche a tutti coloro che studiano la lingua spagnola, la praticano o amano ascoltarla.
Ne sarà occasione il “Concerto Latino, musiche dal Sud del mondo”, in programma l’8 settembre alle 21, di Luna Beltrán e i suoi validi musicisti, che ci accompagneranno nelle musiche afro-latine, per riscoprire le radici della cultura musicale dell’America del Sud, con ritmi e strumenti tradizionali e una voce calda tra soul, gospel, bolero e cumbia.
A seguire un doveroso omaggio al poeta e scrittore Luis Sepúlveda che, nelle sue pagine, ci ha insegnato un concetto fondamentale molto più utile dei vari nazionalismi,  ovvero che “la nostra lingua è la nostra patria”.
Il 9 settembre, alle 21, Assemblea Teatro proporrà la pièce ‘Max, Mix e Mex, Storia di un’amicizia’, in quanto, dopo la lingua, era l’amicizia il più grande valore che Sepúlveda conoscesse e difendesse.
L’amicizia, quella di un gatto e di un topo, che travalica frontiere e generi per farci capire che tutte le relazioni, se sincere, sono possibili e utili.
L’11 settembre, alle ore 21, sarà la volta  di un appuntamento con la storia ne “Le rose di Acatama”, in cui Sepúlveda racconta il giorno più nero del suo Cile, dove tutti gli ideali crollano sotto una dittatura feroce che non risparmia neppure lui e la moglie Carmen.
Altro appuntamento unico, il 25 settembre, alle ore 18, con Silence Teatro che proporrà lo spettacolo dei mimi dal titolo “Come angeli del cielo”, a ingresso libero un evento speciale per ricordare che il Mausoleo della Bela Rosin è stato riaperto esattamente venti anni fa.un paradiso verde nel cuore dei torinesi.

In caso di maltempo gli spettacoli verranno presentati all’interno del Mausoleo.

Mara Martellotta

In viaggio, a Palazzo Chiablese in autunno una mostra dedicata a Orazio Gentileschi

Una nuova mostra sarà allestita nelle Sale Chiablese di Palazzo Reale dall’8 novembre 2025 al 14 aprile 2026 e dedicata al genio di Orazio Gentileschi, padre della famosa pittrice Artemisia.
La mostra è intitolata “Orazio Gentileschi. Un pittore in viaggio” ed è curata da Annamaria Bava dei Musei Reali di Torino e da Gelsomina Spione dell’Università di Torino.
Orazio Gentileschi è stato uno degli artisti più significativi del Seicento italiano, un grande pittore in sospeso tra il manierismo che si riscontra nei primi anni della sua attività e il nascente linguaggio barocco che, invece, compare in alcune delle sue ultime realizzazioni, sebbene l’artista non si possa assolutamente definire un pittore barocco.
Orazio, nato a Pisa nel 1563, cambiò il cognome da Lomi in Gentileschi, assumendo quello dello zio materno cui era stato affidato durante il suo viaggio a Roma. Già a tredici anni Orazio si trovava a Roma e nella capitale dello Stato pontificio studiò sotto il fratello Aurelio, negli anni Ottanta del Cinquecento, ed ebbe modo di conoscere il Caravaggio. Al 1590 risale la sua prima opera nota dal titolo “Madonna con Bambino e i santi Sebastiano e Francesco” , ora conservata a Pisa a Palazzo Blu. La qualità della sua pittura e la sua fortuna lo resero celebre al pari di Caravaggio, Rubens, van Dick.
In vita fu apprezzato da un grande numero di committenti, regnanti e collezionisti, tra i quali si annoverano Carlo Emanuele I di Savoia, Maria de’ Medici, Filippo IV di Spagna e Carlo I d’Inghilterra.
Eleganza raffinata, unita a un naturalismo luminoso e a un uso poetico del colore, seppe conquistare il pubblico dell’epoca, formato da aristocratici e sovrani, oltre che permettergli di frequentare centri artistici di rilievo e corti italiane e straniere.
La chiave interpretativa della mostra è rappresentata dal tema del viaggio, un itinerario non solo geografico, ma anche artistico e culturale. Cuore della mostra sarà la pala dell’Annunciazione, realizzata nel 1623 per il duca di Savoia e considerata dalla critica uno dei vertici nella pittura di Orazio Gentileschi, uno dei capolavori assoluti della Galleria Sabauda.
Il percorso espositivo ruoterà intorno a quest’opera, attraverso un dialogo serrato tra le opere conservate a Torino e la selezione dei prestiti provenienti da musei italiani, internazionali e collezioni private. L’esposizione si inserisce pienamente nella missione dei Musei Reali di Torino, che da tempo sono impegnati in un’attività di collaborazione e scambio culturale con istituzioni nazionali e straniere.

Mara Martellotta

‘Bruno Barbey, gli Italiani’, a Palazzo Falletti di Barolo dal 12 settembre

Dal 12 settembre prossimo Palazzo Falletti di Barolo ospiterà, fino all’11 gennaio 2026, la mostra fotografica dedicata a Bruno Barbey, in collaborazione con Magnum Photos e l’archivio Bruno Barbey.

L’esposizione, che si intitola “Bruno Barbey. Gli Italiani” è  prodotta da Ares e nasce da una selezione eseguita dallo stesso artista,  nato in Marocco nel 1941 e deceduto a Parigi nel 2020, una selezione composta da un centinaio di fotografie in bianco e nero scattate tra il 1962 e il 1966.

Si tratta di una mostra di fotografie che raccontano l’Italia all’epoca del cosiddetto miracolo economico, immagini di un’Italia, quella degli anni Sessanta del secolo scorso, vista attraverso le istantanee di Bruno Barbey, fotografo francese di origini marocchine, uno dei maestri di Magnum Photos che, in oltre cinquanta anni di  carriera, ha documentato conflitti internazionali e mutamenti sociali in tutto il mondo.
Tra il 1962 e il 1966, poco più che ventenne, Bruno Barbey ha esplorato la penisola italiana in tutta la sua estensione, al volante del suo maggiolino  Volkswagen, documentando una società in completo mutamento, da una parte ancora fiaccata dalla guerra, ma dall’altra già rinvigorita da nuove speranze, con il Nord lanciato verso il sogno metropolitano e il Sud che procedeva a fatica nella ricostruzione.
Bruno Barbey costruisce un vero e proprio affresco visivo di un’Italia in via di trasformazione, sospesa tra modernità e tradizione, tra sviluppo economico e tensioni sociali. Il suo approccio, profondamente empatico e mai invadente, riesce a cogliere l’essenza vera degli italiani nel loro senso di comunità, nella loro teatralità, resilienza e gioia di vivere.
Attraverso i suoi ritratti di mendicanti, aristocratici, suore, bambini di strada, ci ha restituito uno dei reportage più vividi dell’Italia degli anni Sessanta.
“Gli Italiani” di Bruno Barbey rappresentano un documento prezioso, capace di far rivivere un passato recente con uno sguardo nuovo e di far riflettere sull’identità culturale del nostro Paese. Il centinaio di fotografie in bianco e nero che compongono la mostra sono state selezionate dall’artista poco prima della sua scomparsa.

Mara Martellotta

Santa Rita, nuova vita per il mercato di corso Sebastopoli

Nuovi impianti elettrici e idrici, una pavimentazione completamente rinnovata, interventi per migliorare l’accessibilità alle persone non vedenti, l’installazione di servizi igienici e un arredo urbano aggiornato con nuova segnaletica. Sono questi i principali lavori di riqualificazione che da  lunedì 25 agosto, interessano il mercato di Santa Rita lungo corso Sebastopoli.

“Negli ultimi anni – sottolinea l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – la Città ha avviato un piano strategico di riqualificazione dei mercati, con l’obiettivo di renderli più moderni, funzionali e accessibili, rafforzando al tempo stesso il loro ruolo di luoghi di incontro e socialità. Investire sui mercati significa investire sulla vita dei quartieri e sulla qualità dei servizi per i cittadini. L’intervento su Santa Rita è un passaggio fondamentale che renderà il mercato più inclusivo e confortevole, a beneficio sia degli operatori sia della comunità”.

I lavori si svilupperanno in due fasi e riguarderanno il tratto compreso tra corso Orbassano e via Tripoli. La prima fase, che si concluderà il 14 settembre, prevede la completa modernizzazione degli impianti e la posa della nuova pavimentazione, con la tracciatura delle postazioni per i commercianti. Per garantire continuità alle attività, i banchi coinvolti dal cantiere verranno temporaneamente spostati in aree adiacenti, così che il mercato resti sempre attivo e accessibile.

La seconda fase, con termine a metà ottobre, sarà dedicata soprattutto all’accessibilità e ai servizi: rifacimento degli attraversamenti pedonali, installazione di percorsi tattili e semafori acustici per i non vedenti, oltre alla realizzazione di nuovi servizi igienici.

Al termine dei lavori, l’area avrà un volto più moderno, funzionale e inclusivo, confermando il mercato di Santa Rita come uno dei principali poli commerciali e sociali della città.

L’intervento si inserisce in un più ampio programma di riqualificazione delle aree mercatali, che negli ultimi anni ha già interessato Porta Palazzo, Racconigi, Brunelleschi, Porpora e Madama Cristina, e che nei prossimi mesi vedrà l’avvio dei cantieri anche in piazza Benefica e al mercato coperto di via delle Verbene, nel quartiere Vallette.

Torino, Giardini Reali: il Giardino dei poeti

 

Sabato 6 settembre 2025, per il Read a Book Day, l’evento internazionale che celebra e incoraggia la lettura, torna “il Giardino dei Poeti” nell’ambito della rassegna Estate Reale 2025 – Una sera al museo, organizzato dai Musei Reali di Torino con l’associazione Liberipensatori Paul Valery, la direzione artistica di Stefania Rosso e l’ensemble musicale AmbosMundos, guidato da Matteo Castellan insieme a Veronica Perego e Cécile Delzant, nel quale attori e attrici animano i Giardini Reali con performance di poesia, reading poetici e musica dal vivo.

 

Dalle 19.45 alle 22.45 nello spazio del Giardino Ducale i performer accompagneranno il pubblico con un “menù poetico” dedicato a ciascun partecipante: più di 20 interpreti saranno a disposizione del pubblico che sceglierà direttamente, secondo il proprio gusto e ispirazione, poesie e monologhi, dedicandosi un momento unico, bello e speciale in una cornice altrettanto unica e magica. Il tutto accompagnato dalle note dell’ensemble AmbosMundos.

 

Il Giardino dei Poeti è parte integrante di Estate Reale 2025, la rassegna culturale dei Musei Reali di Torino che trasforma il patrimonio storico del centro cittadino in un palcoscenico d’eccezione. Musica, teatro, poesia e arti performative si intrecciano in oltre venti appuntamenti serali e diurni, all’interno di alcuni dei luoghi più affascinanti del complesso museale, dal Teatro Romano ai Giardini Reali. Natura, stagioni e musica sono i temi chiave dell’edizione 2025, che esplora il dialogo tra le arti e il tempo, tra passato e presente e che festeggia la riapertura al pubblico del Giardino di Levante.

 

La musica di AmbosMundos, in una scaletta di brani originali e di grandi autori, è una peculiare sintesi tra world music e linguaggio jazz. Un suggestivo viaggio tra i suoni del mondo che è l’accompagnamento perfetto per un dialogo segreto, intimo e unico tra note, versi e pubblico.

 

Durante l’iniziativa “Il Giardino dei Poeti”, uno speciale percorso museale comprenderà la visita alla Biblioteca Reale e alla Galleria Sabauda, aperte dalle 19.45 alle 23.30 (con ultimo ingresso alle ore 22.45); si potrà accedere all’evento nei Giardini Reali e partecipare alla visita libera con un biglietto speciale dal costo di 5 euro. La Caffetteria Reale resterà aperta per tutta la serata con una speciale selezione di cocktail dedicata all’Estate Reale 2025 (per prenotare  un “Aperitivo Reale” da € 15.00, scrivere a eventi@caffetteriareale.it).

Info: mr-to.eventi@cultura.gov.it

Biglietteria in sede la sera stessa oppure online al seguente link: https://www.ticketone.it/event/musei-reali-estate-reale-musei-reali-di-torino-20186471/

 

 

Gli appuntamenti della Fondazione Torino Musei

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AGENDA APPUNTAMENTI FONDAZIONE TORINO MUSEI
5-11 settembre 2025

 

VENERDI 5 SETTEMBRE

 

Venerdì 5 settembre dalle ore 18

MOSTRE D’ARTE TRA ITALIA E GIAPPONE NEGLI ANNI VENTI. IL CASO DI ETTORE VIOLA

MAO – Conferenza a cura di Motoaki Ishii, Università delle Arti di Osaka

Introduce Stefano Turina, Università degli Studi di Torino

In collaborazione con CeSAO  – Centro Studi sull’Asia Orientale

Nel 1923 l’ambasciatore del Regno d’Italia a Tokyo, Giacomo De Martino, ebbe l’idea di organizzare una mostra d’arte italiana nella capitale del Giappone che però venne sopressa due volte: la prima a causa del Grande Terremoto del Kanto avvenuto lo stesso anno e la seconda per l’opposizione dell’importante critico d’arte Ugo Ojetti. Bisognerà aspettare il 1928 per vedere sbarcare la prima mostra d’arte italiana contemporanea a Tokyo grazie al deputato e militare Ettore Viola. Lo stesso Viola collaborò in seguito alla realizzazione della celebre mostra d’arte giapponese a Roma nel 1930. La conferenza indagherà le travagliate vicende dell’organizzazione della prima mostra d’arte italiana in Giappone grazie a Ettore Viola, e dell’importante mostra d’arte giapponese giunta poi in Italia.

Partecipazione gratuita fino a esaurimento posti disponibili.

Nato a Maebashi, Gumma, Giappone, il Prof. ISHII Motoaki si è laureato in Legge presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università statale di Tokyo, poi in Lingua e Letteratura Italiana presso la Facoltà di Lettere della medesima università. Cambiando l’indirizzo a Storia dell’Arte, ha conseguito il titolo di Master e il Ph. D. nel 1997 alla Graduate School dell’Università di Tokyo. Nel frattempo si è recato in Italia grazie a una borsa di studio del Governo Italiano ottenendo nel 2001 il Ph. D. alla Scuola Normale Superiore di Pisa con la tesi dal titolo “Venezia e il Giappone – studi sugli scambi culturali nella seconda metà dell’Ottocento”. Attualmente il professore ordinario all’Università delle Arti di Osaka, il prof. Ishii ha tenuto un corso sulla storia degli scambi culturali tra l’Italia e il Giappone al Corso di Storia dell’Arte dell’Asia Orientale e Arti visive, spettacolo e design dell’Asia Orientale dell’Università degli Studi di Milano nel 2019.

 

Venerdì 5 settembre dalle ore 18.30

S.O.N.O.G.E.O.M.E.T.R.I.A. Un’azione condivisa tra scultura e suono, sguardo e corpo.

FINISSAGE MOSTRA ALICE CATTANEO. DOVE LO SPAZIO CHIAMA IL SEGNO

GAM – Performance musicale

Intervento sonoro di Alice Cattaneo, Chiara Lee e freddie Murphy

Performer: Camilla Soave

All’interno della mostra dedicata al lavoro di Alice Cattaneo, Dove lo spazio chiama il segno, S.O.N.O.G.E.O.M.E.T.R.I.A. è un intervento site-specific a sei mani (e molti speaker) che mette in dialogo le sculture dell’artista con una tessitura sonora, composta da gesti, materiali e frammenti d’ambiente.

Nessuna messa in scena, nessuna interpretazione: piuttosto un attraversamento diretto e spaziale, materico e organico.

Una performer, corpo consapevole, interagisce con le opere tramite una serie di azioni minime: attivazioni sonore che si espandono nello spazio attraverso dieci casse Bluetooth, ognuna depositaria di un suono-ombra. Sono i suoni delle opere stesse, raccolti e registrati — lo spostamento, la caduta, il trascinamento, la frizione con il suolo — e poi lavorati per essere reimmessi nello spazio come eco materiche. Una forma di campionamento ambientale che si fa geografia, archivio, presenza.

Durante l’intervento, il suono si dispone nello spazio, si sedimenta, si sovrascrive negli interstizi dell’ambiente. L’interfono — come gesto finale e intrusivo — interrompe e ridefinisce il paesaggio acustico, mentre la performer raccoglie e riposiziona le casse in un nuovo assetto.

Il giardino che ne emerge, o foresta sonora, diventa un’ulteriore opera, effimera ma concreta, in cui tutto si stratifica e si tiene: corpo, gesto, materia, voce degli oggetti.

L’installazione rimarrà visitabile fino al 7 settembre.

Info: gamtorino.it

 

 

SABATO 6 SETTEMBRE

 

Sabato 6 settembre ore 12-16

FINISSAGE MOSTRA HAORI

MAO – presentazione catalogo, rinfresco e proiezione

La giornata di sabato si apre con la presentazione del catalogo della mostra, edito da Silvana Editoriale. Il catalogo si sviluppa seguendo passo dopo passo il percorso espositivo e le sue sezioni tematiche, proponendo approfondimenti critici che offrono chiavi di lettura storiche, artistiche e culturali, con particolare attenzione alla complessità iconografica degli abiti esposti e al contesto in cui furono creati e indossati. Ampio spazio è dedicato alle opere degli artisti contemporanei invitati: Kimsooja Royce Ng, Yasujirō Ozu, Tobias Rehberger e Wang Tuo.

Il volume include inoltre saggi inediti a cura di Lydia Manavello, Silvia Vesco e Anna Musini, che approfondiscono temi quali l’estetica maschile nell’abbigliamento giapponese, le dinamiche storiche del periodo Taishō e Shōwa, e il ruolo della moda come veicolo di propaganda, identità e trasformazione culturale.

Il catalogo intende essere anche un dispositivo di lettura trasversale, che consente di cogliere le interconnessioni tra passato e presente, tra patrimonio materiale e riflessione artistica contemporanea. Un invito a proseguire idealmente il viaggio iniziato in mostra, alla scoperta di un Giappone più complesso e stratificato di quanto spesso le narrazioni canoniche lascino immaginare.

Al termine della presentazione, sarà offerto un light lunch a tutti i partecipanti, un momento di convivialità per favorire il dialogo tra esperti, appassionati e visitatori.

Nel pomeriggio, alle ore 14, il programma prosegue con la proiezione del film Inizio d’estate (1951), capolavoro di Yasujirō Ozu che, attraverso la sua poetica delicata e profonda, offre uno sguardo intimo sulla società giapponese dell’epoca.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione al link.

DOMENICA 7 SETTEMBRE

 

Domenica 7 settembre

CHIUDONO LE MOSTRE ALLA GAM

FAUSTO MELOTTI. LASCIATEMI DIVERTIRE!

ALICE CATTANEO. DOVE LO SPAZIO CHIAMA IL SEGNO

GIOSETTA FIORONI

Info: gamtorino.it

 

Domenica 7 settembre

AL MAO CHIUDONO LA MOSTRE

HAORI. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

ADAPTED SCENERIES

PAESAGGI DA SOGNO. Le 53 stazioni della Tokaido

Info: maotorino.it

 

Domenica 7 settembre ore 15

PROIEZIONE VIAGGIO A TOKYO (1953) DI YASUJIRŌ OZU

MAO – proiezione film in occasione del finissage della mostra Haori

Domenica 7 settembre alle ore 15 il MAO propone la proiezione del maggiore capolavoro di Ozu, Viaggio a Tokyo (1953). Il film, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi film della storia del cinema di tutti i tempi, esplora con straordinaria sensibilità i mutamenti della società giapponese nel secondo dopoguerra, dialogando idealmente con i temi di trasformazione culturale e sociale evocati dalla collezione di abiti in mostra ma, al contempo, evocando emozioni universali.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione al link.

 

 

LUNEDI 8 SETTEMBRE

 

Da lunedì 8 a giovedì 11 settembre

FUTURES LITERACY / CAPTURING THE INTANGIBLE

GAM – Workshop

Negli spazi della GAM si svolge il workshop condotto da Caterina Tiazzoldi, architetta e artista di fama internazionale. L’iniziativa è rivolta in particolare agli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti, al Politecnico di Torino ed altri cittadini. Rappresenta un’opportunità formativa di alto livello per riflettere, creare e dialogare intorno al tema dei futuri urbani. Il laboratorio esplorerà, attraverso il quadro concettuale dell’UNESCO Futures Architecture Literacy e il Progetto Europeo Dialog City (https://dialogcity.eu/), come lo spazio pubblico possa diventare luogo di socializzazione e visione condivisa, utilizzando strumenti digitali, materiali riciclati e pratiche collaborative.

Info e prenotazioni: infogamdidattica@fondazionetorinomusei.it e sul sito

 

 

MERCOLEDI 10 SETTEMBRE

 

Mercoledì 10 settembre

PROIEZIONE A THOUSAND DREAMING PLATEAUS DI DABAL KIM

MAO – dal 10 al 20 settembre – proiezione in loop

Il MAO, in collaborazione con il Consolato Generale della Repubblica di Corea, propone la proiezione del film A Thousand Dreaming Plateaus, cinepoema di 14 minuti senza dialoghi che attraversa tre luoghi simbolici della Corea del Sud: dall’antico altare imperiale di Hwangudan a un’isola immaginaria dove acqua e terra si fondono. Privo di una narrazione lineare, il film si configura come uno scavo poetico del tempo, sulle tracce di riti dimenticati e paesaggi in continua trasformazione.

Attraverso performance scultoree e gesti rituali, l’opera esplora le intersezioni fluide tra memoria, corpo e territorio, trasportando lo spettatore in un regno ipnotico e sensoriale. Il titolo evoca una molteplicità di significati stratificati: “mille” indica infinite variazioni, “sognare” è un viaggio tra memoria e realtà, mentre “altopiani” allude a paesaggi contemplativi in cui storia e natura si riscrivono costantemente.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

 

GIOVEDI 11 SETTEMBRE

 

Giovedì 11 settembre ore 18:00

RICCARDO VENTURI

Giardini di carta. L’erbario dalla botanica alle arti visive

GAM – conferenza del ciclo RISONANZE – Primo ciclo di Conferenze tra Arte e Filosofia

Tra giugno 2025 e marzo 2026 la GAM di Torino organizza un ciclo di incontri, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università degli Studi di Torino, curato da Chiara Bertola e Federico Vercellone. Gli incontri, articolati in singole conferenze, ripercorrono i temi delle Risonanze che attraversano la programmazione espositiva della GAM dall’ottobre il 2023 alla primavera del 2026: luce, colore e tempo; ritmo, struttura e segno; incanto, sogno e inquietudine, e vedono la partecipazione di studiosi e studiose di rilievo internazionale nel campo della filosofia, della storia dell’arte e delle scienze umane, offrendo un’occasione unica di riflessione interdisciplinare, in cui pensiero e visione si intrecciano per generare nuovi livelli di lettura delle opere e dell’esperienza estetica.

Quarto appuntamento:

RICCARDO VENTURI

Giardini di carta. L’erbario dalla botanica alle arti visive

Curioso è il destino dell’erbario: nato come strumento scientifico nelle mani della botanica per raccogliere, classificare e illustrare specimen vegetali, come farmacopea o elenco di farmaci, non ha cessato di affascinare filosofi, scrittori e artisti. Senza ricusare la sua origine scientifica, l’erbario è così diventato un giardino di carta, un dispositivo verbo-visivo o un iconotesto poetico da cui si sprigiona la potenza delle immagini, la capacità di cogliere il dettaglio, di salvare l’effimero dall’oblio. Malgrado il carattere mortifero delle piante seccate e spillate sulla pagina, l’erbario è stato percepito come un eden in miniatura se non come un vero e proprio oggetto magico, una rêverie capace di riconnetterci e non alienarci al mondo vivente. Radicato nella tradizione naturalista, non mancano infine tentativi di realizzare erbari della vita quotidiana e urbana, a partire dal flâneur – quel “botanico del marciapiede” impegnato a erborare sull’asfalto, secondo la visione di Baudelaire e Walter Benjamin – e fino all’ecologia ferroviaria. Con questo intervento mi propongo di rivenire sulla parabola e sul destino degli erbari, dalla botanica alle arti visive.

Costo per ogni conferenza: 6€

Abbonamento per le 6 conferenze: 27,96 € comprensivo del diritto di prevendita

Acquisto solo online a questo link: https://www.gamtorino.it/it/evento/riccardo-venturi-giardini-di-carta-lerbario-dalla-botanica-alle-arti-visive/

 

 

 


Visite guidate in museo alle collezioni e alle mostre
 di Palazzo Madama, GAM e MAO
a cura di Cooperativa Sociale Mirafiori.
Per informazioni e prenotazioni: 011.52.11.788 – prenotazioniftm@arteintorino.com

https://www.arteintorino.com/visite-guidate/gam.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/mao.html
https://www.arteintorino.com/visite-guidate/palazzo-madama.html

Borgo Campidoglio, arrivano gli acrobati!

Insieme ai cittadini, una perfomance site specific per riflettere sulla bellezza

Acrobati che catturano lo sguardo dei torinesi, li costringono a  fermarsi, li coinvolgono, stimolando un dialogo collettivo sulla bellezza e sullo spazio che abitiamo. Accade in via Rocciamelone, Borgo Campidoglio a Torino, che mercoledì 27 agosto diventa palcoscenico del progetto “Attraversamenti e contatti“, promosso da Cordata For con il contributo del Ministero della Cultura e della Città di Torino tramite il bando “Circoscrizioni che spettacolo…dal vivo! Avviso pubblico 2025“.

Nell’area pedonale attigua al MAU – Museo di Arte Urbana, performer interagiranno con lo spazio circostante e i murales, trasformando l’ambiente in una scena vivente, dialogando direttamente con il tessuto urbano.

 L’appuntamento con la perfomance site specific è mercoledì 27, con  repliche alle  16,  18 e  20,30.
Lunedì 25 e martedì 26 agosto gli stessi artisti insieme ad alcuni cittadini – selezionati tramite call – lavoreranno in strada per prepararlo con il regista Francesco Sgrò.

 «I torinesi che abitano in quella strada, i negozianti, ma anche chi, per caso, farà capolino in via Rocciamelone in quei momenti, potrà esplorare il rapporto tra città e bellezza, partecipando a una narrazione collettiva che nasce dallo spazio urbano e interroga i nostri immaginari estetici» spiega Giuseppina Francia, responsabile della produzione per Cordata FOR.

 Il progetto

 “Attraversamenti e contatti” prevede un percorso di creazione sperimentale e un laboratorio interdisciplinare che fonde circo, danza e teatro e incoraggia l’incontro con le opere del Mau.

I performer – tutti acrobati professionisti under 35: si tratta di Antonio Panaro, Camille Guichard, DavideVisintini, Francesco Germini – utilizzeranno i loro corpi in costante interazione con lo spazio scenico, valorizzando gli elementi architettonici e pittorici di particolare bellezza, trasformando questo angolo di Torino in una scenografia vivente da attraversare e riscoprire

 Il tema

 «La natura all’aperto dell’intervento consente di essere attratti dalle acrobazie in scena e di avvicinarsi progressivamente, lasciandosi coinvolgere e stimolare da un dialogo collettivo sulla bellezza e sullo spazio che abitiamo» spiega Giuseppina Francia.

Un’opportunità di incontro e prossimità, di dialogo, condivisione e creazione interculturale e multidisciplinare che parte da una domanda centrale: “Che cos’è la bellezza per te?”. Una riflessione particolarmente urgente e complessa per le nuove generazioni, spesso soggette a pressioni verso ideali estetici irraggiungibili e distorti, amplificati dai social media.

Il laboratorio, guidato dal regista Francesco Sgrò,  offre così uno spazio libero e sicuro per esplorare anche la bellezza dell’intangibile: delle emozioni, dei gesti, della fragilità e delle relazioni.

Durante le giornate del 25 e 26 agosto, anche gli abitanti di Campidoglio, i negozianti e i cittadini di passaggio verranno coinvolti nel processo, creando occasioni di partecipazione spontanea e inclusiva, con uno sguardo aperto ai “non pubblici”, ovvero coloro che hanno meno familiarità con eventi culturali dal vivo. «Il progetto è una scintilla artistica e sociale» conclude Francia.

Flibco: da Porta Nuova all’Aeroporto di Torino in soli 25 minuti senza fermate

Inaugurato oggi il collegamento bus diretto che permette di raggiungere l’aeroporto dalla stazione di Porta Nuova senza tappe intermedie.

Le corse sono in programma tutti i giorni nelle due direzioni,
dalle 3:45 alle 23:40, ogni mezz’ora.

Flibco, il servizio di shuttle aeroportuali scelto da migliaia di passeggeri torinesi, annuncia l’attivazione di una nuova fermata strategica nel cuore di Torino, in piazza Carlo Felice, angolo via Roma, a pochi passi dalla stazione di Porta Nuova. Grazie a questa novità, il collegamento diretto tra il centro cittadino e l’Aeroporto di Torino diventa ancora più comodo, veloce e accessibile.

I bus Flibco, conosciuti e apprezzati proprio perché non effettuano fermate intermedie, garantiscono un tragitto diretto per l’Aeroporto di Torino in soli 25 minuti. Le corse sono disponibili ogni 30 minuti, tutti i giorni dalle 3:45 alle 23:40.

L’arrivo a Porta Nuova rappresenta un passo importante per essere ancora più vicini ai nostri passeggeri. Con questa nuova tratta, rendiamo il nostro servizio accessibile direttamente dal cuore di Torino, rispondendo alle esigenze di chi cerca un’alternativa semplice, comoda ed economica per raggiungere l’aeroporto” – ha dichiarato Giuseppe Martino, Country Manager di Flibco.

Un supporto concreto per i viaggiatori, anche in occasione dei lavori ferroviari

Fino al 7 settembre il servizio ferroviario tra Torino e Caselle è sospeso per lavori: ecco quindi che Flibco rappresenta l’alternativa più comoda, diretta e affidabile per tutti i viaggiatori che necessitano di un collegamento con l’aeroporto senza stress. Infatti, grazie alla nuova fermata di Porta Nuova, il servizio diventa ancora più accessibile per chi parte dal cuore della città.

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Torino d’antan, quando il biglietto del tram costava 30 lire

Ogni età ha i suoi problemi. Torino negli anni 50/60 dello scorso secolo era più vivibile. Quella che definiamo Provincia Granda, almeno in Piemonte, era però grande solo per la povertà. Il Veneto era un serbatoio di voti democristiani e mercato di braccia da lavoro, esattamente come il meridione.

C’era la Fiat che impiegava 150.000 persone su 3/4 turni (e tutto il suo indotto) che richiedeva una moltitudine di ‘omini blu’.

La popolazione di Torino arrivò a contare nel 1971 ben 1.168.000 di abitanti.

In corso Tazzoli, via Settembrini, corso Agnelli, negli orari di cambio turno, per la calca era meglio non passare. Davanti agli ingressi si sentivano le articolazioni dialettali delle varie province piemontesi, gli infiniti dialetti del sud, il veneto dei “terroni del nord”.

La città, dopo l’ingresso dell’ultimo turno degli operai, era morta, le facciate degli stabili erano spesso scrostate e agli ingressi degli stabili c’erano cartelli con scritto “Non si affitta ai meridionali”. Successivamente, quando tutti i piemontesi avevano soddisfatto le loro esigenze abitative e non fu più possibile non affittare ai “terroni”, si passò a un meno regionalizzabile: “Non si affitta a famiglie con figli”.

I più fortunati potevano permettersi un film: l’ultimo spettacolo era alle 22.30 e se non abitavi in centro ci si doveva affrettare perché l’ultimo autobus era prima dell’inizio del nuovo giorno. Alle 04.30 iniziava il servizio dell’ATM e i mezzi a quell’ora erano già pieni dei tanti operai del primo turno che dovevano attraversare la città.

I locali da ballo aprivano solo il fine settimana e chiudevano inderogabilmente alle 02.00 … se si era senza auto o amici disponibili, si arrivava a piedi fino a casa.

La domenica i torinesi (al tempo, detti “Polentoni”) dopo la messa passavano in pasticceria per il cabaret di pastarelle, i “terroni” si svegliavano al “pippiare” del sugo che bolliva da ore, i “terroni del nord” colmavano invece la nostalgia di casa con il Tocaj o con il vino Zignago.

Proprio altri tempi ….

Il pomeriggio alle 14.00 iniziavano le partite e tutti, proprio tutti gli esponenti del genere maschile senza il biglietto dello stadio “Comunale” si attaccavano all’orecchio la radiolina a transistor per seguire “Tutto il calcio minuto per minuto” con le loro Signore sottobraccio a passeggio per il Valentino. Più tardi, tornando a casa – sempre con le Signore sottobraccio e qualche pargolo tra i piedi – iniziava “90mo minuto”. La cena era al massimo alle 18.30 perché il giorno dopo iniziava prima del sorgere del sole.

Il biglietto del tram costava 30 lire come il cono gelato e l’abbonamento a corse multiple veniva perforato di volta in volta da un severo bigliettaio al fondo di ogni mezzo. Quando il biglietto aumentò a 50 lire quasi in contemporanea con il gelato, per la cosiddetta Classe Operaia del periodo fu una mezza tragedia.

La Fiat 500 costava 360.000 lire, alternativa economica della più solida 600; per chi era più facoltoso c’erano la 1100 e un potente 1300.

L’inflazione, dal 2% del 1960 è andata via via aumentando fino all’8% del 1963, superando nel 1980 il 20%. I tassi d’interesse (il costo del denaro) furono stabili al 3,5% fino al 1967 (!!!) ma poi sempre in salita fino a quasi il 22% del 1982.

Tra gli anni ‘60 e 70 prendevano spazio tra i giovani gli allucinogeni e in particolare l’LSD, che nella seconda metà degli anni ‘70 furono purtroppo soppiantati dalla letale eroina.

Pressoché in contemporanea aprivano le prime birrerie, locali per tiratardi, categoria a cui tanti di noi hanno fatto parte. In quel periodo i giovani avevano tante opportunità lavorative, sia definitive che stagionali o comunque complementari alle attività scolastiche. Tanti dei lavori che oggi sono prerogativa di persone che con quell’attività vivono – e magari ci mantengono la famiglia – a quei tempi erano semplicemente un’opportunità per tanti studenti in vacanza.

Nato nella provincia di Napoli nel 1958, non so se mi piacerebbe tornare indietro nel tempo; in quegli anni le nostre responsabilità erano limitate ma non era lo stesso per i nostri genitori che cominciavano ad avere a che fare con stipendi che, malgrado un calmierato paniere dei prezzi, perdevano sempre più potere d’acquisto e con tempi alla catena di montaggio sempre più corti. Erano anni di scioperi, scontri con la polizia, manganellate, difficoltà a mandare i figli a scuola, arrivare a fine mese con tutte le bollette pagate.

Una non era però da tutti: quella del telefono.

Anche chi aveva un telefono di bachelite sul tavolino dell’ingresso o appeso al muro (chi si ricorda del Duplex?), in caso di chiamate interurbane – o peggio, internazionali – a causa del caro bolletta SIP preferiva raggiungere una cabina telefonica con una certa quantità di gettoni telefonici in lega di rame, più pesante in caso di lunghe telefonate.

A proposito! Vi ricordate il servizio militare di leva?

In libera uscita era obbligatorio portare un gettone telefonico, un fazzoletto e non ricordo più quanti strappi di carta igienica.

Mah, penso che anche se la nostra contemporaneità sembra oscurata e senza più la forza di volersi migliorare, se ci volgiamo indietro ci rendiamo conto che da quando la storia ha avuto inizio, la società umana si è poi sempre evoluta.

Felicio De Martino

Al Planetario di Torino cinema sotto le stelle con proiezioni all’aperto in questa estate 2025

Il fascino di una proiezione cinematografica sotto un cielo di stelle nel verde della collina torinese.
Ogni venerdì dal 22 agosto al 12 settembre prossimo torna la rassegna “Cinema sotto le stelle” all’Infini.to Planetario di Torino, un’iniziativa che abbina la magia del grande schermo alla suggestione di un ambiente immerso nel verde della collina torinese, affacciata su di un cielo che diventa parte integrante del film proiettato.
Nel corso degli appuntamenti sarà possibile visitare dalle 19.15, a ingresso libero, il Museo Interattivo e, all’interno del Planetario, vedere uno spettacolo digitale e assistere gratuitamente ad una proiezione cinematografica all’aperto. In caso di  maltempo il film, che inizierà  alle 21.15, verrà proiettato all’interno della Sala Planetario.
I titoli in programma per Cinema sotto le stelle 2025, dopo “Alien pianeta Terra” del 22 agosto, saranno venerdì 29 agosto il film di animazione “Lightyear. La vera storia di Buzz”, venerdì 5 settembre “I guardiani della Galassia” di James Gunn e il 12 settembre ”Asteroid City” di Wes Anderson.

Mara Martellotta