Il progetto vede coinvolti BTREES, agenzia di comunicazione con sede a Torino, Biella e Reggio Emilia, e Turismo Torino e Provincia, l’ente preposto alla promozione della provincia di Torino. Una collaborazione di valore che oggi si traduce in una delle sole tre storie di successo sul sito ufficiale di TikTok per la categoria “Retail/Travel” in Italia.
La nuova serie Netflix “Il Gattopardo”, tratta dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ha debuttato il 5 marzo 2025 sulla piattaforma streaming
Questa reinterpretazione moderna vede protagonisti Kim Rossi Stuart, Benedetta Porcaroli, Deva Cassel e Saul Nanni.
La serie, diretta da Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti, è stata girata in diverse location tra cui Roma, Palermo, Siracusa, Catania e Torino.
La serie “Il Gattopardo” racconta la storia della famiglia Salina durante il periodo dell’unificazione italiana, esplorando temi di potere, decadenza e cambiamento sociale. La nuova interpretazione di Netflix promette di offrire una visione fresca e coinvolgente di questo classico della letteratura italiana.
Torino parte della serie
Torino, con il suo fascino storico e architettonico, ha ospitato le riprese del quinto episodio della serie, diretto da Laura Luchetti.
Le scene sono state girate in luoghi iconici come Palazzo Civico, il Parlamento Subalpino e il Parco del Valentino. La città sabauda, con la sua bellezza senza tempo, ha offerto un’ambientazione perfetta per le vicende della famiglia Salina, capeggiata dal principe Don Fabrizio.
Le riprese a Torino si sono svolte a settembre 2023 e hanno coinvolto numerosi professionisti locali. Tra le location torinesi spiccano Piazza Carignano, Via Carlo Alberto, Piazza Palazzo di Città e il Museo Nazionale del Risorgimento.
La regista Laura Luchetti ha espresso grande emozione nel tornare a girare a Torino, città che aveva già ospitato le riprese del suo film “La Bella Estate”.
Questo episodio rappresenta un momento chiave della serie, incentrato sulle tematiche dell’amore, della passione e della rivelazione delle verità nascoste di alcuni personaggi.
Uno degli elementi più affascinanti dell’episodio è la scena del “Nabucco”, che ha richiesto la gestione di un intero coro e di centinaia di comparse all’interno del teatro.
Questa sequenza ha aggiunto una dimensione teatrale e corale alla narrazione, rendendo l’episodio particolarmente suggestivo.
Dal punto di vista tematico, il quinto episodio si distingue per il focus sui personaggi femminili, con Concetta, interpretata da Benedetta Porcaroli, che assume un ruolo centrale. Concetta, che fino a quel momento aveva vissuto all’ombra del padre Principe Fabrizio, interpretato da Kim Rossi Stuart, trova finalmente la forza di ribellarsi e reclamare il proprio spazio.
La sua evoluzione nella serie rappresenta un riscatto rispetto alla versione cinematografica di Visconti, rendendola una figura più autonoma e incisiva.
Parallelamente, il personaggio di Angelica, interpretato da Deva Cassel, viene mostrato in una luce più malinconica.
Pur essendo riuscita a conquistare la sua posizione attraverso la bellezza e lo charme, Angelica si ritrova intrappolata in un matrimonio che si rivela essere solo una facciata di felicità. La scena in cui Fabrizio e Concetta visitano Angelica e Tancredi nella loro casa da sposi svela le crepe di un’unione apparentemente perfetta.
Il quinto episodio assume dunque un valore simbolico, mostrando il contrasto tra il vecchio e il nuovo, tra il potere che si sgretola e le nuove generazioni che cercano il proprio posto nel mondo.
La frase pronunciata dal protagonista, “siamo una generazione disgraziata a cavallo fra i vecchi tempi e i nuovi”, sottolinea il senso di transizione e di perdita che permea l’intera serie.
Attraverso la scelta di Torino come sfondo per questi momenti cruciali, la serie conferisce ulteriore profondità e autenticità alla narrazione, rendendo la città non solo un semplice set, ma un elemento narrativo capace di arricchire il racconto di “Il Gattopardo” con il suo fascino senza tempo.
I Costumi
I costumi della serie sono stati curati da Carlo Poggioli ed Edoardo Russo, che hanno affrontato la sfida di reinterpretare gli abiti del film di Visconti per una nuova generazione. Poggioli, allievo del celebre costumista Piero Tosi, ha creato abiti che riflettono l’opulenza e la complessità dei personaggi.
Deva Cassel, che interpreta Angelica, indossa abiti dai toni caldi e passionali, mentre Benedetta Porcaroli, nei panni di Concetta, sfoggia abiti dai toni freddi come il verde e l’azzurro.
Poggioli ha spiegato che la realizzazione dei costumi ha richiesto un’attenzione particolare ai dettagli storici e alla qualità dei tessuti.
La serie presenta una varietà di abiti nuovi, poiché molti dei costumi originali del film di Visconti non erano più disponibili o erano troppo piccoli per gli attori di oggi.
La produzione ha coinvolto circa 8.000 comparse, tutte vestite con abiti accuratamente realizzati per riflettere l’epoca storica.
Dimenticare Il Gattopardo di Visconti
Per apprezzare appieno la nuova serie “Il Gattopardo” su Netflix, è necessario dimenticare la versione cinematografica di Luchino Visconti del 1963.
La serie, infatti, si distacca dall’approccio viscontiano per offrire una reinterpretazione più moderna e accessibile al pubblico contemporaneo. La regia di Tom Shankland, Giuseppe Capotondi e Laura Luchetti si concentra su una narrazione più dinamica e visivamente accattivante, pur mantenendo l’essenza del romanzo di Tomasi di Lampedusa.
La serie esplora in profondità i personaggi e le loro relazioni, mettendo in luce le sfumature psicologiche e i conflitti interiori che caratterizzano la famiglia Salina.
La scelta di girare in location autentiche e storicamente rilevanti, come Torino, contribuisce a creare un’atmosfera immersiva e realistica, che permette agli spettatori di immergersi completamente nel mondo de “Il Gattopardo”.
Conclusione
La nuova versione di “Il Gattopardo” su Netflix merita? Non resta che fare play così da scoprirlo ognuno in maniera personale.
CRISTINA TAVERNITI
Fotoquiz Torino: indovina dov’è
📸 ⁉️ FOTOQUIZ⁉️ Chi sa dirci dove si trova questo scorcio di #Torino? Leggi tutte le news:
▶️ www.iltorinese.it 🗞
GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Lunedì. Al teatro Colosseo si esibisce Cristiano De Andrè. Alle OGR è di scena Nicole Zuraitis feat. Elio Coppola Trio.
Martedì. All’Osteria Rabezzana suona Martin Craig & The Black City. Al Blah Blah si esibiscono gli Zu.
Mercoledì. Alle OGR arriva Anastacia. Al Peocio di Trofarello suona Scott Henderson. Allo Spazio 211 si esibisce Gnuti. All’Osteria Rabezzana è di scena Valerio Liboni.
Giovedì. Al Circolino è di scena JoHnny Laplo & Arcote Project. Al Cafè Neruda suona il The Origin Trio. All’Off Topic si esibisce La Municipal. Al Blah Blah si esibisce Sarram.
Venerdì. Al Folk Club suona Daniele di Bonaventura. Allo Ziggy si esibisce Suzi Sabotage + The Spoliled. Allo Spazio 211 è di scena Sylvie Kreusch. Al Capolinea 8 suona Emanuele Cisi Trio. Alla Divina Commedia si esibiscono Frankie & Friends. All’Hiroshima Mon Amour sono di scena i Queen of Saba. Alla Suoneria di Settimo suonano i La Crus. Al Magazzino di Gilgamesh si esibisce la Artur Menezes Band.
Sabato. All’Inalpi Arena si esibisce Brunori Sas. Alla Divina Commedia sono di scena i Britannia Row. Al Magazzino di Gilgamesh suona Omar Coleman & Henry Carpaneto Organ Trio. Al Capolinea 8 si esibisce il Vinicius Surian Quartet. Allo Spazio 211 suonano i Go Dugong. Al Blah Blah sono di scena i Flatmates 205. Allo Ziggy suonano Rockish + Domani Martina + Eranera. Al Folk Club si esibisce Luigi Tessarollo New Sextex.
Domenica. Al teatro Colosseo recital di Roberto Vecchioni. Allo Ziggy suonano Dead Blow Hammer ( feat. Rob Kabula Agnostic Front)+ Guest TBA. All’Inalpi Arena è di scena Geolier. Alla Divina Commedia suonano i Sudaka.
Pier Luigi Fuggetta
SURREALE
La FLIC Scuola di Circo di Torino, prima scuola professionale di circo contemporaneo in Italia curata dalla Reale Società Ginnastica, sta rinnovando il suo impegno verso la scena circense internazionale con la stagione CALEIDOSDOPIO 2024-2025. Nel corso di 22 anni, il centro di formazione e promozione circense ha costruito un vasto network di relazioni che l’hanno resa un punto di riferimento per il settore a livello internazionale.
Il secondo tempo della stagione prosegue domenica 23 marzo 2025 con la presentazione del workshop in progress dei progetti vincitori di SURREALE – residenze di circo contemporaneo, call internazionale per artisti di circo contemporaneo under 35. Si tratta di un progetto finalizzato alla produzione e alla diffusione del circo contemporaneo a cura della Reale Società Ginnastica di Torino e della sua FLIC Scuola di Circo, centro di valenza internazionale abitato da artisti e docenti provenienti da tutto il mondo, in cui arte, sana follia, sensibilità e un’esperienza di 22 anni sono presupposti importanti per dare inizio a nuovi lavori di creazione e sperimentazione. Il progetto è sostenuto dal Ministero della Cultura e dalla Regione Piemonte, nel quadro delle azioni trasversali atte a consentire lo sviluppo di progetti di residenza “Artisti nei territori”, e gli artisti vincitori vengono accolti in residenza allo Spazio FLIC, Centro Internazionale per le Arti Circensi di Torino.
Quattro nuovi progetti creativi dal forte impatto emotivo e innovativo, consigliati a un pubblico a partire dagli 8 anni in su, vengono presentati ad ingresso gratuito cominciando dalle ore 16 presso la Casa del Quartiere Bagni Pubblici di via Agliè 9, con “FAILLES – un invito a cadere” del Collectif Des Foules. Le due artiste Elie Chateignier e Pia Bautista mettono in scena due persone che giocano con le norme, oscillando ai confini tra finzione e realtà, in una performance che invita a riflettere sull’equilibrio e sulla caduta attraverso un intreccio di corpi e pensieri. Alle ore 18 l’appuntamento allo Spazio FLIC di via Paganini con la presentazione di altri tre progetti e biglietti gratuiti che verranno distribuiti a partire dalle ore 17. Viene presentato “Abel” della compagnia Cie del Caravaggio, composta da Alessandro Travelli, Rita Carmo Martins e Marylou Aupic, come il “making of di un’opera teatrale dove quel che viene mostrato nasconde la storia vera. Uno spettacolo troppo ambizioso che non riesce a trovare soluzione, un racconto fittamente intessuto di sensazioni che tutto a un tratto si presenta squarciato da una voragine senza fondo, come se la pretesa di manifestare la pienezza vitale rivelasse il vuoto sottostante”.
La compagnia Phonofobia porta in scena “Fast Food Emotion”, un circo viscerale che attraversa stereotipi, dualismi e convenzioni estetiche. Un’opera che mescola danza, musica, teatro, riciclo e moda per interrogarsi su come i nostri corpi abitino lo spazio e secondo quali regole, codici e limiti scegliamo di muoverci. Due artiste Karita Tikka e Maristella Tesio esplorano il confine tra il bello e il mostruoso, lasciando che il pubblico si interroghi su dove tracciare la linea di demarcazione tra i due, e su come il circo possa diventare un linguaggio di trasformazione sociale e ambientale. L’ultimo progetto si intitola “Ça-Bug-Unicycle Duo”, di Cata e Jay, un’esplorazione poetica e provocatoria che sfida le convenzioni dell’equilibrio in coppia su un monociclo. Con uno stile unico e in continua evoluzione, i due artisti Catarina Vilas Boas e Lorenzo Jay sfidano le convenzioni della stabilità dando vita a un continuum di curve, salite, cadute e nuovi tentativi. Attraverso il loro viaggio in equilibrio precario si perdono e si ritrovano, aprendo nuove possibilità e inaspettate porte che li conducono verso scoperte sempre nuove. La performance, che a gennaio è stata presentata al prestigioso festival Mondial du Cirque de Demain di Parigi, è un invito a lasciarsi trasportare dalla imprevedibilità della scena.
Il secondo tempo di CALEIDOSCOPIO sta andando in scena dal 18 gennaio e durerà fino al 29 giugno, con in programma 11 spettacoli e 16 appuntamenti presso lo Spazio FLIC, e un gran finale con la terza edizione di OSCILLANTE.
Gian Giacomo Della Porta
sabato 15 e domenica 16 marzo 2025
In diverse piazze piemontesi volontarie e volontari offriranno la tradizionale piantina di violetta per sostenere i progetti educativi rivolti a bambini, ragazzi e giovani in difficoltà. È possibile aderire all’iniziativa a Torino (Parrocchia Sacro Cuore di Maria, Parrocchia Santi Pietro e Paolo, Parrocchia San Giovanni Evangelista, Oratorio Salesiano Michele Rua), Chieri (Chiesa San Filippo Neri, Istituto Salesiano Cristo Re San Luigi, Supermercato Mercatò), Rivoli (Chiesa San Giovanni Bosco, Chiesa Maria Ausiliatrice), Cuneo (Oratorio Salesiano Don Bosco) e Alessandria (Centro Don Bosco).
Sabato 15 e domenica 16 marzo, le volontarie e i volontari della rete di Salesiani per il sociale saranno presenti in 38 piazze, oratori e parrocchie in tutta Italia per sostenere i giovani più fragili.
Torino, 6 marzo 2025 – Un piccolo fiore per un grande gesto di solidarietà. Sabato 15 e domenica 16 marzo 2025 torna, per il terzo anno consecutivo, l’evento La Violetta di Don Bosco, promosso dalla rete Salesiani per il sociale. In 38 piazze, oratori e parrocchie di 11 Regioni volontarie e volontari offriranno la tradizionale piantina di violetta per sostenere i progetti educativi rivolti a bambini, ragazzi e giovani in difficoltà.
Con l’acquisto di una Violetta di Don Bosco, sarà possibile contribuire alle attività delle oltre 80 strutture salesiane presenti in tutta Italia, che ogni giorno accolgono più di 1.300 minori. Un aiuto concreto per chi vive in condizioni di disagio, per chi rischia di abbandonare la scuola, per chi ha bisogno di un punto di riferimento sicuro nel proprio percorso di crescita.
«La nostra rete è in prima linea per offrire opportunità educative e di crescita ai giovani più fragili. Con questa iniziativa, vogliamo coinvolgere le comunità locali in un gesto semplice ma dal grande valore: sostenere chi ha più bisogno – dichiara don Francesco Preite, Presidente di Salesiani per il sociale – Ogni violetta donata è un segno tangibile di speranza e di vicinanza alle nuove generazioni, perché nessun ragazzo si senta solo o abbandonato».
Il messaggio di Don Bosco continua a vivere attraverso l’impegno quotidiano degli educatori salesiani, dei volontari e di tutti coloro che si prendono cura dei giovani più vulnerabili: “Fare del bene è come il fiore della violetta: un fiore che non si vede, ma di cui tutti sentono il profumo”. Ed è proprio con questo spirito che chiunque può fare la propria parte: con un piccolo gesto, come l’acquisto di una violetta, è possibile contribuire a un futuro migliore per tanti ragazzi. Tutte le piazze della Violetta, in cui sarà possibile sostenere l’iniziativa, sono disponibili sul sito www.salesianiperilsociale.it. Ecco dove è possibile aderire all’iniziativa in Piemonte:
– Torino – Parrocchia Sacro Cuore di Maria – Via Oddino Morgari, 11
– Torino – Parrocchia Santi Pietro e Paolo – Via Saluzzo, 25bis
– Torino – Parrocchia San Giovanni Evangelista – Via Madama Cristina, 1
– Torino – Oratorio Salesiano Michele Rua – Via Giovanni Paisiello, 37
– Chieri – Chiesa San Filippo Neri – Via Vittorio Veneto II
– Chieri – Istituto Salesiano Cristo Re San Luigi – Via Vittorio Veneto II, 80 (solo 16 marzo)
– Chieri – Supermercato Mercatò – Via Riva, 2 (solo 15 marzo)
– Chieri – Supermercato Mercatò – Via Buschetti, 4
– Rivoli (TO) – Chiesa San Giovanni Bosco – Viale Carrù, 9
– Rivoli (TO) – Chiesa Maria Ausiliatrice – Via Stupinigi, 1
– Cuneo – Oratorio Salesiano Don Bosco – Via San Giovanni Bosco, 21
– Alessandria – Centro Don Bosco – Corso Acqui, 398
Per la stagione del Teatro Stabile di Torino 2024/2025
Martedì 18 marzo prossimo alle ore 19.30, al teatro Gobetti, Laura Curino debutterà in prima nazionale nella pièce teatrale intitolata “Rachel Carson. La Signora degli oceani”, su testo di Massimiano Bucchi, per la regia di Marco Rampoldi. Le scene sono di Lucio Dana, i costumi di Agostino Porchietto, il disegno luci di Alessandro Bigatti. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino, Teatro Nazionale, Tangram Teatro, Associazione culturale Muse, in collaborazione con il Festival Internazionale dell’Agricoltura Coltivato, resterà in scena fino a domenica 23 marzo.
“Avrei potuto dire con Emily Dickinson: Non ho mai visto una brughiera, non ho mai visto il mare. Eppure so come è fatta l’erica e come è fatta un’onda”.
Rachele Carson, nata nel 1907 in una fattoria della Pennsylvania, non aveva mai visto il mare fino a vent’anni, quando decise di specializzarsi in biologia marina. Fu l’inizio di una conoscenza profonda e di una grande passione, passione per il mare e per una scrittura nitida e poetica.
“ Chi può dire di conoscere l’oceano? Né io né voi, con i nostri sensi comuni e terreni, conosciamo la schiuma e l’onda che si abbatte sul granchio nascosto sotto le alghe, nello specchio d’acqua creato dai flussi di marea, tra le rocce dove ha la sua dimora, o il ritmo del lungo, lento ingrossare dell’oceano, dove banchi di pesci erranti cercano le prede e a loro volta diventano preda e il delfino infrange le onde per respirare in superficie.
Non possiamo conoscere le vicissitudini della vita sul fondo dell’oceano, dove la luce del sole, che filtra attraverso una massa di acqua profonda un centinaio di metri, non è che un debole chiarore bluastro e dove si adagiano la spugna e il mollusco, la stella marina e il corallo, dove sciami di pesci minuscoli brillano nell’oscurità, come una pioggia argentea di meteore, e le anguille stanno in attesa tra le rocce”.
“Il mare attorno a noi”, scritto come una biografia del mare, divenne un bestseller in tutto il mondo. Ma Rachel Carson è nota soprattutto per il suo ultimo libro del 1962 intitolato “Primavera silenziosa”. Al centro non più la meraviglia, ma la preoccupazione per il degrado dell’ambiente, delle specie vegetali e animali e del paesaggio. Un grido di allarme sullo stato dell’ambiente che scosse le coscienze in America e poi in tutto il mondo.
‘Primavera silenziosa’ è stata una delle scintille che hanno acceso la nostra coscienza ecologica, oltre ad essere un esempio di quale impatto possa avere la parola scritta, se arriva al posto giusto e nel momento giusto.
Attraverso le voci della protagonista, della sua grande amica e forse amante Dorothy, dei suoi feroci critici, Laura Curino riesce con estrema bravura a ricostruire una delle figure più drammatiche e influenti del secolo scorso, a sessant’anni dalla sua scomparsa.
Teatro Gobetti, via Rossini 8
Orario degli spettacoli martedì giovedì e sabato ore 19.30, mercoledì e venerdì ore 20.45. Domenica ore 16.
Biglietteria Teatro Carignano piazza Carignano 6. Tel 0115169555
Mara Martellotta
All’interno della stagione de I Concerti 2024-2025 del Teatro Regio, si segnala il debutto di Aziz Shokhakimov, giovane direttore che nella giornata di venerdì 14 marzo, alle ore 20, dirigerà l’Orchestra e il Coro del Regio, istruito da Ulisse Trabacchin. Verrà eseguita la Sinfonia n.2 in do minore di Mahler, intitolata “Resurrezione”. Sul palco saliranno il soprano australiano Eleanor Lyons e il mezzosoprano tedesco Okka von der Damerau.
“Resurrezione” fu scritta da Mahler nello stesso periodo della prima Sinfonia, fra il 1888 e il 1894. La prima esecuzione mondiale avvenne a Berlino il 13 dicembre 1895. Insieme alla Ottava, la Seconda è stata la sinfonia che ottenne più successo e popolarità durante la vita del compositore.
Mahler diresse la Sinfonia n.2 nel 1899 a Vienna, mentre a New York la prima è datata 8 dicembre 1908, insieme alla New York Symphony Orchestra.
Aziz Shokhakimov ha cominciato a farsi conoscere nel 2010, a soli 21 anni, quando vinse il Concorso Internazionale Direzione d’Orchestra Gustave Mahler a Bamberga.
Mara Martellotta
A celebrare il centenario della nascita di Luciano Berio sarà l’Orchestra Nazionale della Rai, e il suo direttore principale Robert Treviño, che nel concerto di giovedì 13 marzo, alle 20.30, proporranno Folk Songs per voce e orchestra del grande compositore italiano nato a Imperia nel 1925 e morto a Roma nel 2003. La serata, in programma all’Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino, è trasmessa in diretta su Radio 3 e in live streaming sul portale di Rai Cultura. Replica venerdì 14 marzo alle ore 20.
Il Folk Songs di Luciano Berio nacquero nel 1964 per voce e sette strumenti, come omaggio all’intelligenza vocale di Cathy Berberian, all’epoca moglie del compositore e ispiratrice della musica del Novecento. Successivamente furono trascritti per varie orchestre. Si tratta di 11 canti popolari provenienti da diverse parti del mondo che Berio disse di aver trovato su vecchi dischi, su antologie o di aver raccolto dalla viva voce di amici.
“Li ho reinterpretati ritmicamente, metricamente e armonicamente – ha scritto il compositore – il discorso strumentale ha la funzione di suggerire e commentare quelle che mi sono parse le radici espressive, cioè culturali, di ogni canzone”.
A interpretarli chiamata il mezzosoprano Justina Gringyté, premiata come giovane cantante dell’anno agli International Opera Awards nel 2015 e ospite regolare di teatri come l’Opéra de Paris, la Royal Opera House di Londra , il Teatro Real di Madrid e il teatro Bol’šoj di Mosca.
Nella seconda parte del concerto, Treviño proporrà la Sinfonia n.4 in Do minore op.43 di Dmitrij Šostakovič, una delle composizioni più emblematiche del compositore russo. L’autore, fortemente sotto pressione a causa del regime staliniano, che aveva già colpito la sua opera una “Lady Macbeth del distretto di Mcensk”, la dovette ritirare per timore delle pesanti ritorsioni destinate agli artisti che si opponevano al realismo socialista. La Sinfonia potè vedere la luce soltanto alcuni anni dopo la morte di Stalin.
Robert Treviño è direttore musicale dell’Orchestra Nazionale Basca e consulente artistico dell’Orchestra Sinfonica di Malmö. Quarantunenne, di origini messicane, è cresciuto a Fort Worth, in Texas, e si è imposto all’attenzione internazionale al Bol’šoj di Mosca sostituendo Vassily Sinaisky sul podio del “Don Carlo” di Verdi. Con l’Orchestra della Rai, della quale è direttore ospite principale, nell’autunno 2021 è stato protagonista di una brillante tournée in Germania, che ha toccato Francoforte, Colonia e Amburgo
Biglietti in vendita presso la biglietteria dell’Auditorium e online sul sito OSN Rai
Info: 011 8104653
Per “A/R Andata e racconto”, concorso organizzato dal Salone del Libro e Gruppo FS Italiane
Sabato 15 marzo, ore 18
Il titolo è decisamente allettante. “Odissee incompiute”, come dire “raccontare di viaggi” o “di idee di viaggi” risolti o irrisolti. Compiuti o destinati ad acrobazie inconcludenti e senza fine. Viaggi di terra o di mare (“Odissee”) … o, meglio, della mente e dell’anima. Viaggi come visionaria sconfinata e sconfinante risposta all’abitudinarietà del quotidiano. A questo ci invita a pensare il titolo della “lectio magistralis” che la scrittrice Lorenza Pieri, romagnola d’origine ma cresciuta all’isola del Giglio, terrà il prossimo sabato 15 marzo, alle ore 18, presso la nuova Libreria “Luxemburg”, in via Cesare Battisti “Galleria Subalpina 11/D”, a Torino. L’incontro rientra negli appuntamenti pensati, sotto il claim di “Viaggiare con leggerezza”, per la terza edizione di “A/R Andata e racconto. Appunti di viaggio”, concorso letterario organizzato dal “Salone Internazionale del Libro” di Torino e “Gruppo FS Italiane”, di cui la Pieri è fra gli otto (scrittori e scrittrici) membri di Giuria.
Ideato per stimolare la scrittura intorno al tema del “viaggio” che, sin dall’antichità e dal mito intramontabile di Ulisse, affascina l’essere umano, al concorso sono ammessi racconti inediti (con lunghezza compresa fra le 15mila e le 20mila battute , spazi inclusi) sottoposti al giudizio di una competente Giuria che selezionerà i tre “migliori” da premiare nell’ambito del “Salone del Libro” che si terrà dal 15 al 19 maggio al “Lingotto Fiere” e che verranno pubblicati in un’antologia cartacea (o ebook), insieme ai testi originali di scrittori e scrittrici facenti parte della Giuria finale. La partecipazione al concorso è gratuita e la consegna del racconto deve avvenire seguendo le indicazioni presenti nel regolamento entro e non oltre le ore 12 del 21 marzo 2025. Per info: www.salonelibro.it e www.fsnews.it – concorsi@salonelibro.it
Orbene, ritornando all’appuntamento (che al concorso farà giocoforza riferimento) con la scrittrice Lorenza Pieri, diciamo subito che la scelta dell’autrice (che dal 2014 al 2022 ha vissuto e lavorato a Washington D.C. negli Stati Uniti) non poteva ricadere su persona migliore, proprio partendo dalla sua esperienza personale di viaggiatrice e “nomade” (più o meno convinta, chissà?), come certificano i suoi più di venti traslochi e i dieci posti in cui ha vissuto, in tre Paesi e due continenti diversi. Esperienze da cui, di certo, la Pieri (naturalizzata americana e attualmente residente a Milano, dove insegna “scrittura creativa” e svolge l’attività di “editor” per il “Gruppo Mondadori”) partirà per raccontare le “Odissee incompiute”, ovvero “lunghi viaggi che non prevedono ritorno o in cui il ritorno a casa è impossibile, perché la casa è diventata un’altra e chi torna non è più lo stesso”. Si parlerà di molti libri che sono “‘Odissee’ al contrario”, come il suo primo romanzo “Isole minori”, pubblicato da “E/O” nel 2016 (in cui sono le donne a partire da un’isola mentre gli uomini restano ad aspettare) e di capolavori americani che raccontano andate senza ritorno, come “Furore” di John Steinbeck e “Cartoline” di Annie Proulx. “Si parlerà del partire per emigrare, per fuggire, per cercare nuove identità, per rivalutare il punto di partenza. Il tutto con un bagaglio leggero”. Di certo non inzuppato nella melma defaticante di esistenze tutt’altro che facili, come quella della poliedrica artista franco – americana (ma cittadina del mondo) Niki de Saint Phalle (1930 – 2002), nota soprattutto per le sue “Nanas” (grandi e colorate sculture femminili), cui Lorenza Pieri dedica il suo ultimo libro, una biografia dal titolo “Volevo un regno più grande” (“Electa”, 2024), di cui, inevitabilmente, non si mancherà di parlare nell’incontro di sabato prossimo organizzato alla “Luxemburg”, in “Galleria Subalpina”.
Gianni Milani
Nelle foto: Lorenza Pieri; cover “Volevo un regno più grande” (“Electa”, 2024)