
Proposte per l’Europa, si incomincia dai Comuni
“Un assessore per i fondi comunitari in ogni Comune d’Italia”. È questa la proposta lanciata oggi a Torino da Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento Europeo; Alberto Cirio, europarlamentare azzurro e Gilberto Pichetto coordinatore regionale di Forza Italia in Piemonte per l’apertura della campagna elettorale dei candidati a sindaco del centrodestra a Moncalieri, Beppe Furino, e a Venaria, Gigi Tinozzi. Deve finire la stagione dell’Italia che riceve dall’Europa meno di quanto versa ogni anno per restare nel club Ue – ha sottolineato il vicepresidente Tajani –. I sindaci quindi devono comprendere che Bruxelles è sempre più punto di riferimento se si vogliono avere risorse fresche per gli investimenti e quindi è indispensabile dotarsi di persone che siano in grado di intercettare i tanti bandi che ogni anno l’Italia perde per scarsa attenzione, a favore degli altri Stati dell’Unione. Ci deve essere insomma una persona che intrattenga costantemente rapporti con gli uffici della Comunità Europea per non farsi sfuggire occasioni uniche per migliorare la qualità di vita dei propri concittadini. I nostri candidati sindaco Furino e Tinozzi hanno inserito nel loro programma questa proposta perché ci credono e perché avranno come punto di riferimento nell’Ue il sottoscritto”.
“La nostra è una rivoluzione copernicana – ha spiegato l’europarlamentare Cirio –. Il centro sinistra mediamente nomina dieci assessori alla spesa e uno alle tasse. Noi invece sostituiamo a quest’ultimo uno che i soldi invece di prenderli dal portafoglio dei cittadini, li trovi attraverso la risposta ai bandi europei. Siamo già pronti a comunicare ai prefetti l’istituzione di questa delega che oggi non esiste formalmente ma che invece reputiamo centrale per la buona gestione delle amministrazioni decentrate. Il mondo è cambiato e i trasferimenti agli enti locali andranno sempre a diminuire. Diventa quindi indispensabile confrontarsi su come reperire le risorse per mantenere e migliorare i servizi attualmente offerti ai nostri concittadini”.Ogni anno non vengono spesi dall’Italia circa la metà dei fondi ottenuti attraverso la partecipazione ai bandi comunitari – ha concluso Pichetto –.Vi è poi la partita di tutte quelle linee di finanziamento che o non vengono attivate, perché i Comuni sono occupati a gestire l’ordinaria amministrazione, o vengono persi per l’incapacità di fare rete tra i vari enti locali, una situazione che rende più deboli i nostri progetti in base ai criteri Ue. Ecco perché reputo vincente la creazione di un soggetto che si occupi solo di intercettare e aderire alle azioni promosse dalla programmazione Ue”.
(Foto: il Torinese)


Un modo diverso di vivere il mercato e di fare la spesa: questa la proposta di Porta Palazzo per la prossima domenica 10 maggio. Una giornata ricca di appuntamenti e di cose da scoprire e da assaggiare. Dalle 11 si potrˆ fare la spesa ai banchi di frutta, verdura, abbigliamento, casalinghi di un centinaio di commercianti. Nel quarto di Piazza della Repubblica vicino alla Galleria Umberto I, ci saranno i banchi di street food, quasi a invitare a scoprire la nuova vocazione della Galleria, che si sta trasformando in un nuovo tempio del fast food cittadino. Saranno presenti anche banchi d’artigianato e a completare l’offerta uno spazio costituito da tre librerie indipendenti torinesi – Il ponte sulla Dora, Linea 451, La farfalla di Snipe – per dare spazio ai libri, alla lettura e alla cultura e non solo all’enogastronomica. Sul lato settentrionale di corso Regina Margherita sono previsti anche spazi per l’intrattenimento dei bambini e per la musica, con piccoli concerti jazz, blues e folk. Il mercato il luogo di aggregazione per eccellenza, spazio multietnico e multiculturale quello di Porta Palazzo e proprio da qui parte un’iniziativa dedicata a raccogliere fondi per le popolazioni terremotate del Nepal.
Il 10 maggio festa della mamma Cocina Clandestina – format Radio di Grp – a partire dalle 16.30 insieme all’Associazione per la Rinascita di Porta Palazzo e Associazioni della zona (Associazione Cooperativa Internazionale per lo Sviluppo entità del Sermig per i progetti di sviluppo e di sostegno nelle emergenze nel mondo, l’Associazione Fuori di Palazzo, Associazioni e comitati Riuniti di Porta Palazzo, Apertamente Cittadine, Luoghi Comuni di Porta Palazzo, Food Clinic) e altre che si aggiungeranno per strada, pensa alle mamme e ai bambini che hanno perso tutto durante la grande scossa che ha fatto tremare la terra organizzando un inedito evento benefico. La “Merenda in cassetta” l’evento che si inserisce nella “Domenica a Porta Palazzo” e sarà una grande merenda “sinoira” allestita con le cassette della frutta del mercato: un grande tavolo conviviale nel mercato più Grande d’Europa. Chiunque potrà partecipare allestendo il proprio tavolo con le cassette della frutta del mercato e portarsi da casa la propria merenda che potrà poi condividere e scambiare con gli altri partecipanti.
Sensibilizzare al tema dello spreco alimentare divertendosi: questo l’obiettivo di Slow Food Italia e Nova Coop, che il 9 maggio organizzano l’Ortomusic alla Fabbrica delle “e” di Torino. Grazie al recupero dei prodotti invenduti da Nova Coop, si prepareranno alcuni piatti a base di verdura e di frutta fresche, poi donati gratuitamente e a suon di musica a tutti i partecipanti. Il tutto preceduto da un convegno che vede coinvolti rappresentanti delle istituzioni, l’Università di Torino e i giovani studenti del Liceo Gioberti, in cui mettere l’accento su spreco alimentare nei campi e sugli scaffali dei supermercati. Secondo il Ministero dell’Ambiente nel 2013 sono rimaste nei campi 1,4 milioni di tonnellate di prodotto agricolo, per vari motivi non raccolto o andato sprecato, che corrispondono al 3% circa della produzione agricola nazionale. «Le cause di questo fenomeno che caratterizza il nostro sistema agroalimentare sono le più svariate. Una su tutte, però, dovrebbe farci riflettere a poche ore dall’inaugurazione di Expo2015: le cifre risibili pagate ai contadini per i prodotti ortofrutticoli», commenta Francesco Mele, responsabile programma di lotta agli sprechi alimentari.

AVVISTAMENTI

Senza voler drammatizzare, ché in Italia la rivoluzione è sempre flaianamente rinviata a data da destinarsi causa cattivo tempo, colpisce anche la retorica dei buoni sentimenti e del “lasciate fare a me, che è per il vostro bene”, a livelli che neppure Berlusconi – il quale, da imprenditore, ha pur fatto qualcosina per conto suo più di Matteo – si sarebbe mai permesso. Certo, non possiamo pretendere che la nuova classe dirigente renziana si preoccupi di studiare quel tanto di storia che serve a maneggiare con attenzione i buoni sentimenti e il paternalismo da stato etico: leggersi l’illuminante “Liberal Fascism” di Jonah Goldberg, per verificare quanto Hitler, Stalin e persino Pol Pot e Idi Amin si interessassero di salutismo, difesa dell’ambiente, sviluppo sostenibile, alimentazione a Km0, equità sociale e persino di pace nel mondo.
maledizione italiana. In fin dei conti, i progressisti e multiculturali Francesi continuano a cantare un inno vecchio di 220 anni, che reclama il “sangue impuro” dei nemici per irrigare i campi; gli Inglesi si tengono stretto un inno risalente al 1740, che canta le glorie di un impero defunto da tempo e di un generale massacratore di Scozzesi. L’allegro e maestoso inno americano celebra il sangue dei nemici “che lava la sozzura delle loro stesse impronte” sul sacro suolo patrio. Non parliamo degli Spagnoli, che ancora suonano la Marcia reale reintrodotta dai Generalissimo Franco, non potendolo cantare perchè ancora invita i figli del Popolo Spagnolo ad “alzare il braccio” sotto il nuovo regime che assicura pace e lavoro. Insomma, non c’è niente di cui vergognarsi nell’Inno di Mameli: molti erano pronti alla morte per l’Italia unita e molti si sono sacrificati. Che non lo sappiano gli studenti, è triste. E’ drammatico che non lo insegnino più i loro maestri – maestri elementari, s’intende.
Sta passando inosservato ma è un passaggio culturale interessante quello di via Baretti, una strada di 300 metri nel cuore di San Salvario, che per risolvere le ormai annose tensioni tra locali e residenti ha deciso di costituirsi in associazione e mettere a confronto gestori, fruitori, cittadini. Il progetto è iniziato tre mesi fa e fino ad oggi è consistito nell’organizzazione di domeniche dedicate a tutti, in cui i locali hanno promosso attività diurne a braccetto coi commercianti, coinvolgendo tutte le fasce d’età. Ma è oggi che in conferenza stampa è stato lanciato dal presidente, Davide Pinto, un ricchissimo palinsesto di eventi collegati ad uno degli appuntamenti più interessanti offerti da Torino: il Salone internazionale del Libro.
Erano circa le tre del mattino, quando i soliti ignoti hanno tentato la “spaccata” contro una parafarmacia

“Ci siamo attivati per garantire un sistema adeguato e calibrato all’Ostensione, che ha funzionato in modo eccellente”