Cosa succede in città- Pagina 501

Arrestati i ladri seriali: rapinavano appartamenti

I militari dell’Arma hanno arrestato tre ragazzini  rom di 16 e 17 anni, residenti nel campo di strada Aeroporto. Si cercano i complici

 

carabinieriI Carabinieri ritengono che la banda si serva di “vedette”, i tradizionali “pali” che osservano la zona per dare l’allarme ai complici nel caso le cose si mettano male. Nel frattempo, i complici forzano porte e finestre.

 

I militari dell’Arma hanno arrestato tre ragazzini  rom di 16 e 17 anni, residenti nel campo di strada Aeroporto. Sono stati colti  con le mani (quasi) nel sacco, subito dopo un furto in un alloggio di via San Donato.

 

Il sospetto che i minori appartengano a una banda è molto forte: si tratterebbe di un gruppo di sei  giovanissimi, probabili autori  di alcuni colpi messi a segno in centro città. 

 

(Foto: il Torinese)

A Torino è sbocciata la primavera

Si prevede tempo sul bello stabile fino al 18 marzo. Quasi 20 gradi (per la precisione 19,4) oggi, nel centro di Torino. Da ieri è davvero scoppiata la primavera in Piemonte

 

 

PRIMAVERAQuasi 20 gradi (per la precisione 19,4) oggi, nel centro di Torino. Da ieri è davvero scoppiata la primavera in Piemonte.

 

Le stazioni meteo dell’Arpa – agenzia regionale per l’ambiente  hanno registrato addirittura un picco di 21.3 gradi a Mergozzo, il pittoresco centro sul lago, nel Verbano Cusio Ossola.

 

Ancora 19.4 ad Albano Vercellese, 19.3 a Cameri (Novara). Lo zero termico salirà progressivamente dai 2.100 di oggi fino a 3.200, quota prevista domenica.

 

Si prevede tempo sul bello stabile fino al 18 marzo. Maggiori informazioni nella rubrica Meteo sulla homepage del Torinese.

Le banche? Roba da usura

Secondo un’indagine  Ispo Ricerche sulla percezione dei torinesi verso il sistema bancario in generale e la propria banca, il 55% dei torinesi non si fida del proprio istituto bancario. Agli istituti di credito associano parole negative come ladri, usurai e truffatori

 

Foto Stock - BancheLe banche, di questi tempi, non godono di grande popolarità. Gli attivisti No Tav hanno condotto un raid contro una serie di sportelli bancari torinesi: cinque bancomat sono stati sigillati con silicone in alcune vie della città. Nelle stesse strade sono comparse le scritte: “Terrorista chi militarizza e devasta il territorio” e “Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò liberi”.

 

Il riferimento di questo  messaggio è ai quattro No Tav arrestati a dicembre con l’accusa di terrorismo. Come se non bastasse,  secondo un’indagine Ispo Ricerche, presentata da Renato Mannheimer, sulla percezione dei torinesi verso il sistema bancario in generale e la propria banca, il 55% dei torinesi non si fida del proprio istituto bancario. Agli istituti di credito associano parole negative come ladri, usurai e truffatori.

 

La ricerca è stata presentata in una tavola rotonda organizzata da Banca Agci, la banca bolognese che  ha inaugurato a Torino la prima filiale piemontese. E’ il caso di augurarle buona fortuna.

Miseria e nobilta’

Nove rom e otto italiani erano i componenti della banda di ladri. Tra di loro anche due “pensionati”:  un esperto in gas esplosivi sessantunenne e un nobile torinese di 70 anni. Credevano di essersi specializzati in furti di oggetti preziosi, ma sono stati sgominati dai carabinieri. Il nobile subalpino è stato accusato di ricettazione per aver profanato la tomba della moglie

 

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 Che, alla base di tutto,  si tratti di crisi non c’è dubbio. Che poi sia crisi economica o di valori è un’altra cosa. Certo la storia sembra tratta da un film della commedia all’italiana e fa sorridere amaramente. Nove rom e otto italiani erano i componenti della banda di ladri. Tra di loro anche due “pensionati”:  un esperto in gas esplosivi sessantunenne e un nobile torinese di 70 anni.

 

 Credevano di essersi specializzati in furti di oggetti preziosi, ma sono stati sgominati dai carabinieri. Il nobile subalpino è stato accusato di ricettazione. La tomba della consorte, scomparsa qualche anno fa, fu infatti  profanata: gli inquirenti sono convinti che quel furto avvenne su commissione per accaparrarsi i gioielli della defunta, che riposa  al cimitero di Corio.

 

Manca solo il grande Totò ma è una via di mezzo tra “I soliti ignoti” e “La banda egli onesti”. Anzi: “Miseria e nobiltà”.

(cb)

 

 

(Nella foto Totò in una scena di “Miseria e nobiità” di Mario Mattoli, 1954)

Il mondo femminile nei dipinti e nelle stampe giapponesi in mostra al MAO

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“Onna to onnagata”

Fino al 17 aprile 2022

Facciamo subito chiarezza sul titolo della mostra. In giapponese il termine onna significa “donne” e per onnagata, termine in uso dal Seicento, si intendevano, sempre nel “Paese del Sol Levante”, “attori maschi” travestiti con indumenti e sembianze femminili. Il titolo, dunque, dato alla nuova rotazione di kakemono (dipinti o calligrafie giapponesi su seta, cotone o carta a forma di preziosi e fragili rotoli da appendere in verticale) proposta, fino al 17 aprile del prossimo anno, dal MAO di Torino, chiarisce subito l’obiettivo di un evento espositivo teso ad invitare il visitatore a esplorare la varietà dell’universo femminile giapponese: dalle divinità alle dame di corte, dalle danzatrici alle popolane fino agli onnagata e senza dimenticare la simbologia di fiori e uccelli correlati alla femminilità. Discorso alquanto complesso. Fino al VI secolo circa, la società giapponese era infatti una società che manteneva ancora elementi di tipo tribale e una forte impronta matriarcale: grazie anche allo shintoismo, che attribuiva grande considerazione alle donne per la loro capacità di generare la vita, in Giappone non mancavano sacerdotesse, regine e dee. Con l’arrivo del buddhismo e del confucianesimo le cose cambiarono drasticamente: la donna perse gradualmente il suo ruolo sociale e fu obbligata all’obbedienza all’uomo, padre, fratello o marito. Eppure, nonostante il ruolo di subordinazione a cui le si volle relegare, le donne, in particolare quelle appartenenti all’aristocrazia o alla corte imperiale, continuarono a godere di stima, rispetto e anche di una parziale libertà, soprattutto in ambito amoroso. Ed è proprio, sottolineano al MAO, “grazie all’amore, ai diari e ai carteggi fra amanti, che nacque la letteratura giapponese: se i contratti e i documenti ufficiali erano appannaggio maschile, le opere letterarie presero vita dall’ingegno femminile”. Attorno all’anno Mille, videro la luce opere che hanno attraversato i secoli e dettato le regole della letteratura nipponica, fra cui i celeberrimi “Genji Monogatari” e “Makura no Soshi”, le “Note del guanciale”. Per non dire del teatro. All’epoca della  sua fondazione da parte di Izumo no Okuni, una ballerina itinerante, il teatro tradizionale kabuki era una forma d’arte esclusivamente femminile. Gli spettacoli riscuotevano enorme successo presso tutte le classi sociali e cominciarono ad essere emulati persino nei bordelli, tanto che lo shogun (i dittatori militari che governarono il Giappone fra il 1192 ed il 1868) decise di vietarli. Per questa ragione, attorno al 1630, le onna, termine giapponese – come detto – per “donne”, furono rimpiazzate in scena da ragazzi, gli onnagata (letteralmente “a forma di donna”), uomini travestiti con abiti femminili e, da quel momento, il teatro fu considerato un luogo disdicevole, non adatto alle donne.


Ne è testimonianza in mostra la “Danzatrice Okame con ventaglio” (1741), trasposta teatralmente in “Ame no Uzume”, divinità shintoista dell’alba e dell’allegria collegata al mito della dea del sole Amaterasu no Omikami. Secondo il mito fu proprio Uzume, con la sua danza oscena e comica, a far uscire la dea dalla caverna in cui si era rinchiusa e a far tornare così la luce nel mondo. Sempre sul tema della danza è la rappresentazione dei “Niwaka”, i balli cosiddetti “improvvisati” e a contenuto trasgressivo, mentre tra le dame di corte si ricorda “Ono no Komachi” (834-880?), vissuta durante il periodo Heian (VII-XII secolo), famosa per la sua bellezza e come autrice di versi dedicati al tema dell’amore. Contestualmente alla mostra sono anche stati sostituiti i libri e le stampe della galleria dedicata al Giappone: in particolar modo, la selezione di xilografie include così le opere più antiche del Museo, molte delle quali ritraggono celebri onnagata, fra cui “La danza della volpe” di Utagawa Toyokuni, e una riproduzione novecentesca de “Il Fuji visto da Kanaya” di Katsushika Hokusai, esposta accanto alla sua matrice lignea.

Gianni Milani

“Onna to onnagata”

MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436919 o www.maotorino.it

Fino al 17 aprile 2022

Orari: dal mart. alla dom. 10/18 – giov. 13/21; lun. chiuso

Nelle foto

–         Ogawa Haritsu: “Danzatrice Okame con ventaglio”, inchiostro e colori su seta, 1741

–         Nishiyama Hoen: “Dama di corte del periodo Heian”, inchiostro e colori su seta, metà XIX secolo

–         Utagawa Toyokuni: “ Danza della volpe”, stampa, 1815