Nell’immaginario collettivo non sarà così, ma ben nove treni regionali su dieci sono puntuali sui binari delle stazioni torinesi e del Piemonte nel suo complesso. Solo lo 0.3% delle corse è stato cancellato per cause dovute a Trenitalia e migliorano pure gli indici di gradimento del servizio: l’89,8% dei clienti, infatti, si dichiara soddisfatto del viaggio nel suo complesso, registrando una crescita di 6,6 punti percentuali negli ultimi due anni. Questi i dati di Trenitalia a proposito della corse ferroviarie
regionali gestite nel 2017, più di 250 mila con 44 milioni di viaggiatori a bordo. La puntualità reale dei treni regionali piemontesi – entro i 5 minuti dall’orario previsto – è pari all’89,3%: più 4,8% rispetto al 2014. A confronto con novembre 2016 i trend di maggiore crescita riguardano la pulizia a bordo (+5,8%), la pulizia del treno (+5,6%) e security (+5,3%).
(foto: il Torinese)
Martedì riprende il blocco dei mezzi diesel Euro 4. Il divieto dalle 8 alle 19, è stato deciso dopo che per oltre quattro giorni le polveri sottili hanno oltrepassato il limite consentito dei 50 mcg/mc
di Pier Franco Quaglieni

d’arte torinesi e i critici che ne valorizzavano la creatività. Questo portò il padre Amedeo ad una scelta che comporterà un grande cambiamento per la famiglia: decise infatti di fondare una galleria d’arte. Venne tenuta a battesimo da un artista come Felice Casorati e da un critico d’arte come Luigi Carluccio: era il 30 aprile 1960 e nacque la “Galleria d’Arte Narciso” al primo piano del n. 18 di Piazza Carlo Felice. Diventerà un sicuro punto di riferimento nel panorama culturale torinese, forte di un binomio unico: il piglio imprenditoriale del padre e la preparazione culturale del figlio Marzio che rivelerà una notevole acuta capacità intuitiva delle valenze artistiche di nomi emergenti o storici da riscoprire e riproporre all’attenzione di critica e pubblico.La grande insegna della galleria d’arte, al neon di colore verde che campeggiava sui balconi prospicienti la piazza, è stata citata e ricordata, come elemento di rilievo nel panorama urbano, dai protagonisti del romanzo di Giovanni Arpino Una nuvola d’ira, pubblicato da Mondadori nel 1962.La mostra d’esordio fu dedicata agli “Aspetti dell’arte torinese” con 56 opere di artisti quali Fontanesi, Calandra, Follini, Galvano, Delleani, Bistolfi, Guarlotti, Casorati, Fillìa, Spazzapan, Carol Rama, Pistoletto, Saroni, Mondino, Scroppo, Lattes, Menzio, Canonica, Grosso, Rubino, Pellizza da Volpedo, Reycend, Mino Rosso, Tabusso e altri. Si aprì così la nota e apprezzatissima serie di cataloghi, i “cataloghini” della “Narciso”, che accompagneranno ciascuna esposizione. Per questa prima mostra la presentazione critica fu di Luigi Carluccio, preceduta da una breve prefazione a firma ” Galleria Narciso”, vale a dire un “redazionale”, ma che era già sapientemente stilata da un giovanissimo Marzio. È Marzio che condivide e appoggia con entusiasmo la scelta del padre, perché la sente in linea con i suoi studi classici. Studi che proseguono nei corsi di filosofia all’Università degli studi di Torino, conclusi con il 110 e lode per la tesi: “La civiltà e i suoi valori in Whitehead” con Augusto Guzzo, che conferirà a
questa tesi il premio “Luisa Guzzo” quale miglior tesi dell’anno accademico. All’università segue gli insegnamenti di Carlo Mazzantini, Augusto Guzzo, Luigi Pareyson e Vittorio Mathieu di cui divenne assistente. Collaborò con Augusto Guzzo alla rivista “Filosofia”, da quest’ultimo pubblicata sin dal 1949 con spirito di grande mecenate, poi, alla scomparsa di Guzzo, ne diventò Direttore responsabile e la sostenne ottenendo finanziamenti ministeriali in quanto “rivista di alto livello culturale” e ne curò la pubblicazione per i tipi di Mursia e poi di Mimesis. Professore associato di Estetica e di Fenomenologia degli Stili, svolse corsi di grande approfondimento e guida e discusse numerose tesi di laurea. Fu tra i fondatori del DAMS all’Università di Torino. Instancabile promotore di alta cultura estetica e filosofica, fece pubblicare a Padova nel 1999 per le Edizioni di Ar, col contributo dell’Università di Torino, la prima traduzione in Italia di Modelli e capi di Max Scheler e dell’Estetica di Alfred Baeumler, pilastri ineludibili del pensiero, ma all’epoca leggibili solo in lingua originale. Le sue pubblicazioni sono numerose. Presentò la quasi totalità delle mostre allestite nella galleria di famiglia, redigendone i cataloghi, ricchi di biografia, bibliografia, analisi e commento critico sui vari artisti, cataloghi che diventeranno così un vero strumento di studio per allievi, collezionisti ed amatori e che ora sono molto ricercati presso le librerie antiquarie. Collaborò inoltre con articoli, saggi e recensioni a “Tuttolibri”, inserto culturale de “La Stampa”; alla “Pagina dell’arte” curata da Luigi Carluccio su “La Gazzetta del Popolo”; alla rivista “Il Platano” con Angelo Mistrangelo, a “Dimensione Democratica” di Silvano Alessio.Grande interesse suscitarono le molte conferenze in convegni, sedi culturali e istituzionali come l’Università di Macerata, il Centro Pannunzio, l’Università della Terza Età, il Centro Rizzoli di Milano, il Circolo degli Artisti, altre gallerie italiane che lo chiamano a collaborare.Le sue
pubblicazioni sono numerose e scientificamente molto importanti.Marzio Pinottini riposa nella tomba di famiglia a San Mauro, che fu progettata dall’amico architetto futurista Nicolay Diulgheroff. Pinottini fu un maestro che fece della libertà e dell’anticonformismo la sua bandiera.Nell’’arcipelago conformista del DAMS torinese fu un’isola di indipendenza intellettuale. Non esitò a prendere posizioni scomode, denunciando il marcio che ruotava attorno al mondo dell’arte subalpina.I suoi articoli sapevano mordere, lasciando il segno.Lo invitai una volta a parlare di Giuseppe Prezzolini ,l’intellettuale che seppe costantemente steccare nel coro.
C’è chi propone che il 4 novembre 2018 che cade già in giorno festivo, venga proclamato festività nazionale in occasione del centenario della fine della Grande Guerra 15-18. 


Io non do valutazioni elettorali, ho scritto una riflessione su Emma Bonino rispettosa della sua storia. Mi sembra che tempo che Emma abbia smarrito per strada la storia radicale pannelliana.
Per la manutenzione degli alvei e delle sponde dei rii collinari di Torino servono 350mila euro. Tali fondi, secondo i funzionari regionali presenti in quinta Commissione, sono in fase di reperimento.
Il 15 gennaio a ritorna l’evento itinerante
maggioritario nella babele italiana ha consentito di governare, malgrado i Casini, i Fini, i Bertinotti. Abbiamo avuto coalizioni che hanno espresso governi relativamente stabili, soprattutto nel centro-destra. Il sistema elettorale adottato e il tripartitismo rappresentano delle incognite. Riuscirà l’elettore a fare una scelta meditata che semplifichi il quadro e renda governabile il Paese ? Molto dipenderà dai partiti e dai candidati che si presenteranno. L’incapacità dei 5 Stelle risulterà chiara se i partiti sapranno contrapporre candidati validi, competenti, specchiati. In ogni caso la vera minaccia, l’unico pericolo e’ il movimento 5 Stelle a cui sarebbe una vera sciagura affidare il destino del Paese. Essi incarnano una protesta esasperata che ha sicuramente anche qualche ragion di essere, ma non saranno mai in grado di governare da soli o in coalizione con altri l’Italia .
inopportuna, specie se collegata al Natale. Partorire , prontamente assistiti, in un supermercato mi sembra un’idea peregrina, povera di fantasia. Il creatore della pubblicità è Pupi Avati. Ma la scelta mi sembra sbagliata. La maternità è cosa troppo importante per poter essere usata come pretesto pubblicitario di un supermercato.
Forse stanno venendo fuori i limiti dell’operazione di portare in Italia le salme dei sovrani d’Italia a Vicoforte. All’improvviso,alla chetichella, in periodo quasi elettorale. Il ritorno andava preparato e non imposto con un bliz ,oltretutto da personaggini di spessore quasi nullo. E’ evidente che esso sia diventato motivo di facile polemica. In ogni caso io sono contrario da sempre a cancellare la storia dalla toponomastica .La storia è storia e quindi va rispettata. In un paese in cui ci sono corsi dedicati a Stalingrado,all’Unione Sovietica e a Togliatti, può starci benissimo una biblioteca nazionale di Napoli intitolata a Vittorio Emanuele III.
Fratelli d’Italia attacca la sindaca di Torino per i botti di Capodanno. “Appendino vuol battere Napoli. Torino è medaglia d’ argento dei disastri di Capodanno. Chiediamo le dimissioni dell’assessore Finardi. 
Patrizia Alessi, capogruppo FDI Circoscrizione 7: “Ero in centro con amici ieri sera. Piazza San Carlo presidiata da due macchine di vigili era abbastanza accettabile a parte qualche abusivo, ma da via Roma fino a piazza Castello e Piazzetta Reale un vero disastro: abusivi con carretti pieni di bottiglie di vetro, postazioni di vendita botti e altre merci varie, botti fortissimi x almeno un’ora, un cestino di quelli grandi scoppiato, e per finire un ragazzo ferito con una bottigliata in testa portato via in ambulanza. E i botti anche in
circoscrizione 7 sono stati fortissimi, i miei gatti hanno passato un brutto momento! Ieri mattina a Porta Palazzo e in altri mercati vendevano un sacco di botti più o meno grandi. E i controlli?”
vanno oltre quella che fu la propria cinta daziaria.Un cattivo segno anche per il nuovo anno 2018 che dovrà ancora probabilmente vedere amministratori di tal fatta.
L’eleganza tipografica a Torino
Gualtiero Marchesi senza miti
averlo frequentato e conosciuto.Bastino per tutti i “monelli”di Albenga,come vengono chiamati,quelli che, a 70 anni suonati, giocano ancora con le fionde. Vanno ,in ogni caso, distinti Gualtiero Marchesi e i marchesiani,gli allievi o i sedicenti allievi che dopo la morte del maestro si contenderanno il primato nel proseguire il suo lavoro. Marchesi era comunque un uomo pieno di creatività , i marchesiani sono spesso solo presuntuosi,banali,scontati. Loro cercano le stelle Michelin e la visibilità televisiva. Basta leggere un’intervista di Bosonetto,ad esempio,per rendersene conto, senza necessariamente andare a cena nei loro locali. Anzi, molti di loro mettono la loro immagine a servizio della pubblicità delle cucine e persino delle patatine fritte. Troppi sono gli imitatori di Marchesi. Ricordo nel 1986 che un buon ristorante sul lago di Avigliana improvvisò un menu di “nouvelle cousine” dopo aver raggiunto il successo con una cucina tradizionale .Fu un disastro e locale dovette chiudere. Un vero fuoriclasse sarebbe inimitabile. E’ un’osservazione sulla quale riflettere. Parlando d’altro, un po’ la differenza tra Norberto Bobbio e i bobbiani. Il filosofo torinese ebbe il merito di non voler creare una scuola dopo di lui e chi si richiama a lui si rivela inadeguato a seguirne la strada,vuole solo inseguirne la notorietà.
La massoneria e il Risorgimento
Luraghi, un maestro
motivo per cui c’è stato l’ammanco. Basterebbe un buon ragioniere per capire dove sono finiti quei soldi. Lo stesso Chiamparino è diplomato ragioniere.
Cibrario e la Fondazione Musei