Cosa succede in città- Pagina 432

La “Venere di Torino” del Botticelli è tornata alla Sabauda

La Venere di Botticelli dei Musei Reali di Torino torna all’interno del percorso di visita della Galleria Sabauda, pronta a farsi ammirare dai visitatori per le feste natalizie all’interno della sala del primo piano dedicata ai grandi capolavori.

La “Venere di Torino”, oggi custodita nella Galleria Sabauda dei Musei Reali, proviene dalla collezione Gualino. La prima traccia dell’opera risale al 1844 quanto fu acquistata da un reverendo inglese, che in seguito la cedette a un barone. L’opera si pensava perduta nell’incendio della casa di quest’ultimo ma fu ritrovata dagli eredi da cui la acquistò il grande collezionista biellese Riccardo Gualino. Nel 1930 la Venere, realizzata da Botticelli con la collaborazione dei suoi allievi, divenne patrimonio della Galleria Sabauda. La genesi della “Venere di Torino” è senz’altro da ricercarsi in La nascita di Venere, oggi custodita presso gli Uffizi di Firenze. Quest’ultima ottiene da subito un grandissimo successo, tanto che già all’epoca la committenza chiese che venissero realizzate altre immagini di questa straordinaria bellezza femminile. Botticelli sceglie di ritrarre esclusivamente la figura della Venere, la fa stagliare sullo sfondo nero, quasi una scultura vivente. Qual è la storia che si cela dietro al rapporto tra Sandro Botticelli e Simonetta Vespucci, amata da Giuliano de’ Medici e morta tragicamente all’età di ventitré anni, la cui bellezza è stata resa immortale in quest’opera, amata e riconosciuta in tutto il mondo? Già durante la vita dell’artista, il mercante fiorentino Antonio Billi scriveva che l’artista dipingeva bellissime donne nude e Giorgio Vasari, nelle sue Vite, confermava la testimonianza con queste parole: “Per la città, in diverse case fece tondi di sua mano, e femmine ignude assai”. Solo tre Veneri sopravvivono, attribuibili a Sandro o alla sua bottega: la Venere di Berlino, quella di Torino e una già in collezione privata a Ginevra. Le prime due sono state esposte entrambe ai Musei Reali in occasione della prima edizione di Confronti, nel 2016. Si tratta di nudi monumentali, che possono essere annoverati tra i primi dipinti profani dell’Europa postclassica e che trovano ispirazione in un modello antico che conosciamo come Venere de’ Medici, o Venere pudica, dove la Dea è sorpresa a coprirsi con le mani il seno e il pube.

Anarchia su due ruote. La città invasa dalle bici “ribelli”

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Ci mancavano le bici a noleggio lasciate in ogni dove per aumentare caos e  ingovernabilità della città.  Bici lasciate nei parchi. In piazza vittorio, in piazza San Carlo, in tutte le vie del centro. Nelle isole pedonali, a ridosso dei corsi, appoggiate alla saracinesca di un negozio o che ostruiscono passi carrai. Al fondo di fiumi, come nei sentieri costeggiando i corsi d’acqua. Insomma, bici di qua e bici di là sono un  indecoroso e pericoloso spettacolo. Immediata la domanda : chi é il  genio che ha concepito una simile cosa? O forse oscure forze hanno tramato chiaramente contro la nostra città?  Mi sono informato. Una delle prime città che ha istituito il servizio é stata Firenze, sotto la giunta Nardella. Ed avendo amici che risiedono a Firenze  ho telefonato per conoscete come funziona in quella città. Giudizi articolati sintetizzabili: complessivamente bene dopo una critica partenza. In sostanza la Municipalità si é attivata per “concentrarne il deposito”. Bene…non contento telefono direttamente al capo di gabinetto del sindaco di Torino, Emanuele Braghero. Ciao Brik mi spieghi? “Abbiamo un sistema di controllo su chi non rispetta il codice della strada. Come un sistema di incentivazione economica su chi rispetta il codice. Ne rispondono sia le società sia l’utente. In questa logica le bici sono di fatto parcheggiabili nei loro appositi spazi. Ci siamo confrontati con la Municipalità di Milano, anche se le problematiche erano diverse. E qui a Torino? Qui la preoccupazione diventa paura profonda. Che cosa hanno previsto i nostri amministratori? Da quello che si vede ora poco o nulla. Indagheremo. Per ora gli utenti che lasciano dove capita la bici non sembrano edotti di eventuali sanzioni previste. Poi merita un capitolo a parte chi butta le bici in acqua. Vandali? Non solo, ma puntano a mandare in tilt il sistema di controllo per non consentire di  risalire a chi ha utilizzato la bici, mi ha spiegato chi se ne intende.  Netta l’impressione che ne abbiamo tratto. Nella nostra città poco é stato previsto a proposito delle conseguenze di un arbitrario servizio. Eppure l’iniziativa di per se é particolarmente lodevole.  Anzi, i presupposti sono all’inizio particolarmente positivi, visto che ad esempio sono anche finalizzati a decongestionate il traffico privato. Ma appunto rischiano di vanificare i presupposti iniziali stessi, ricadendo nella ingovernabilità del sistema del traffico pedonale e delle biciclette. Una citta più civile é anche una città organizzata. E almeno per adesso le bici lasciate casualmente non sono indice di organizzazione. Un ricordo personale. 30 anni fa per lavoro sono stato a Copenaghen.  La stazione ferroviaria é al centro della città e mi sono stupito della moltitudine di biciclette parteggiare davanti. E mi hanno fatto notare che sarebbe stato impossibile sostenere il parcheggio di altrettante auto oltre all inquinamento procurato. Ma le bici erano ordinatamente parcheggiate. E si sposava l’ interesse del singolo ciclista con le compatibilità collettive, organizzando il sistema attraverso delle regole ed eventuali sanzioni. A Torino non mi sembra che si inizi per il verso giusto.

Cercansi registi piemontesi per film e documentari “regionali”

L’Associazione Piemonte Movie, che dal 2000 promuove la cultura cinematografica piemontese attraverso diverse iniziative e progetti (gLocal Film Festival, Movie Tellers, OffMel, gLocal Doc…) in sinergia con le più importanti realtà cinematografiche della regione (Film Commission Torino Piemonte, FIP Film Investimenti Piemonte, Museo Nazionale del Cinema, Torino Film Festival) sta organizzando la 17^ edizione del Piemonte Movie gLocal Film Festival che si svolgerà dal 7 all’11 marzo 2018 a Torino. Tutti i registi, i videomaker o gli appassionati della settima arte piemontesi (nati o viventi in regione) o che hanno girato un corto o un documentario sul territorio regionale, sono invitati a iscriversi gratuitamente ENTRO IL 31 DICEMBRE al Piemonte Movie gLocal Film Festival! 

In palio i premi Miglior Documentario (2.500 €) e Miglior Cortometraggio (1.500 €).

Info, bando e iscrizioni www.piemontemovie.comconcorso@piemontemovie.com, 328.8458281, www.facebook.com/PiemonteMoviegLocal

Natale, si illumina anche la scultura “Sintesi 59” di Armando Testa

A Torino Torino si illumina SINTESI 59, scultura di Armando Testa che fa mostra di sé in piazza XVIII Dicembre, adiacente alla storica stazione di Porta Nuova, uno dei nodi stradali a più alta viabilità -e quindi visibilità- della rete stradale torinese.

 

Quella di Armando Testa, si unisce ad altre 25 opere d’arte contemporanea di artisti di fama internazionale, della manifestazione Luci d’Artista, che celebra i suoi 20 anni, progetto della Città di Torino, realizzato da IREN Energia e dalla Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno oltre che di IREN anche della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo.

 

“Un grande onore che la città di Torino fa a mio padre e al suo lavoro, – commenta Marco Testa – e un modo per ricambiare l’amore che Armando ha avuto per la sua città alla quale è sempre stato profondamente legato.”

L’opera di Armando Testa, una sfera e una mezza sfera di acciaio nero di circa 5 metri di altezza, sarà illuminata con luci colorate, come a colori è il linguaggio della comunicazione attuale. Saranno luci sempre in movimento, curiose, si faranno vedere da tutti, proprio come insegna da sempre il meccanismo pubblicitario, del quale Armando era profondo conoscitore.

Fino al 14 gennaio la città di Torino si trasforma in una mostra a cielo aperto, che porta l’arte fuori dai luoghi istituzionali. Un po’ quello che ha sempre fatto Armando Testa in tutta la sua vita: portare le contaminazioni dell’arte nella comunicazione mainstream, in tv, sui grandi cartelloni pubblicitari.

“Armando Testa sapeva emozionare rielaborando vari linguaggi, dalla pubblicità, alla moda, al cinema, al design. In questo, anche e soprattutto oggi, – conclude Marco Testa -, il suo pensiero è sempre più contemporaneo e attuale.”

La Fondazione Torino Musei vuole licenziare 28 dipendenti

L’assessora alla Cultura Francesca Leon riferirà  in Consiglio comunale

Nell’incontro con le organizzazioni sindacali la Fondazione Torino Musei ha annunciato l’intenzione di licenziare 28 dipendenti. Sono 13 lavoratori del Borgo Medioevale che tornerà al Comune, sei della biblioteca Gam prossimamente accorpata con altre biblioteche, sei della fototeca della stessa Gam e tre del Museo diffuso della Resistenza. Secondo l’amministrazione comunale la scelta della Fondazione di dichiarare l’esubero prima di avviare la discussione con i sindacati  crea “effetti di spiazzamento rispetto al percorso fino ad oggi tracciato di concerto per evitare soluzioni a danno dei lavoratori”. La Città di Torino assicura di  voler individuare soluzioni per tutelare i dipendenti e il loro patrimonio professionale. L’assessora alla Cultura Francesca Leon riferirà  in Consiglio comunale.

 

 APERTURA SPECIALE DELLA MOSTRA “TORINO E I SUOI FIUMI”

La mostra (aperta fino al 30 marzo 2018) espone oltre 200 pezzi tra documenti, rare incisioni, disegni d’epoca e fotografie, che raccontano il rapporto tra Torino e i suoi corsi d’acqua (fiumi, torrenti e canali) dal Medioevo ai giorni nostri. I temi sono le origini della città, la pesca, gli antichi mestieri (le lavandaie, i sabbiatori, il mercato del ghiaccio), dighe, canali e forza motrice, i mulini, gli opifici e le industrie, quando la natura si ribella (le inondazioni, le secche, l’inquinamento), fiumi e loisir (le Esposizioni, sport e divertimenti, gli scrittori raccontano…) un secolo di curiosità.

 

Per il progetto Racconta il tuo fiume anche i visitatori possono partecipare all’allestimento della mostra ricercando immagini e parole in cui il fiume è il soggetto o lo scenario di una storia, di un ricordo o di un ritratto.

Il progetto si articola in due sezioni:

1.   Le foto raccontano: raccolta di fotografie del fiume (antecedenti all’era del digitale). Le fotografie saranno scansionate e subito restituite.

2.   Gli scrittori raccontano: segnalazione di passi e citazioni di autori, oltre a quelli già indicate in mostra, che descrivano Torino e i suoi fiumi.

 

Le riproduzioni delle foto e i testi degli scrittori saranno esposti in mostra con il nome e cognome dei possessori che le hanno segnalate.

Per ulteriori informazioni e per le modalità di partecipazione, contattare Salvatore Venezia (tel. 011.011.31975, salvatore.venezia@comune.torino.it) oppure la reception dell’Archivio (tel. 011.011.31811).

Successivamente la mostra sarà visitabile dalle 8.30 alle 16.30 dal lunedì al venerdì.www.comune.torino.it/archiviostorico.

Esercito, cinema e sport: oltre 800 studenti alla rassegna

Si è conclusa “Il cinema incontra lo sport” iniziativa promossa da Agiscuola con il contributo dalla Regione Piemonte – Assessorato allo Sport in collaborazione con l’Esercito e alla quale hanno partecipato oltre 800 studenti delle scuole medie e superiori del territorio. Dopo la proiezione di due classici della cinematografia “Eddie the eagle – il coraggio della follia” di Dexter Fletcher e “Race – il colore della vittoria” di Stephen Hopkins, i protagonisti di diverse discipline sportive fra i quali tre militari del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito hanno raccontato ai giovani spettatori le loro esperienze umane e professionali. La prima a salire sul palco del cinema Ambrosio è stata Daniela Graglia, Caporale Maggiore Scelto che nel 2000 ha partecipato alle Olimpiadi di Sydney, classificandosi undicesima nella staffetta 4×400. Semifinalista ai Mondiali indoor di Lisbona agli Europei outdoor di Monaco 2002, venti volte campionessa italiana assoluta nelle varie discipline di velocità è tuttora Record Woman italiana sulla distanza degli 80 metri piani outdoor. Altrettanto interessante l’intervento di un veterano dello sport militare, il 1° Maresciallo Giuseppe De Venuto, insegnante aggiunto di educazione fisica, tecnico della Federazione Italiana Nuoto, allenatore di nuoto, tecnico di pallanuoto e maestro di salvamento. Intensa la testimonianza del Colonnello Alessandro Albamonte rimasto ferito il 31 marzo 2012 a seguito dell’apertura di un plico esplosivo. Nonostante le gravi conseguenze sulla vista il Colonnello Albamonte è entrato a far parte del Gruppo Sportivo Paralimpico e nel 2014 ha rappresentato l’Italia agli Invictus Games di Londra nella disciplina dell’indoor rowing.  A concludere l’evento Ivan Gallino, oggi lavoratore autonomo con un passato da atleta. Dal 2006 è entrato a far parte della squadra di serie “A” diversamente abili di Sledge Hockey, successivamente convocato e selezionato per la Nazionale Italiana. Impegnato anche con l’handbike e prossimo a decisioni importanti dopo recenti proposte di convocazione nella Nazionale Italiana di Sci Nordico. L’Assessore regionale allo sport Giovanni Maria Ferraris, coordinatore del progetto, nel suo intervento ha ringraziato l’Esercito e Agiscuola ed ha sottolineato: “Il progetto parte dal presupposto che la visione cinematografica è un’esperienza coinvolgente, che consente agli spettatori di identificarsi con i protagonisti del film proposto sul grande schermo e li stimola ad apprendere nuovi approcci e schemi di comportamento. Proiettare film che veicolino i messaggi educativi dello sport contribuisce a diffondere tra gli studenti temi importanti quali l’amicizia, la lealtà, il lavoro di squadra, l’impegno, il rispetto per sé e per gli altri, il riscatto sociale, il mettersi in gioco, rappresentando un efficace strumento di crescita di un sano protagonismo e di contrasto ai fenomeni del disagio e della devianza giovanile”.

CONTRO IL CANCRO: CHE LA FORZA DELL’ ADROTERAPIA SIA CON NOI

Nuove tecnologie per combattere i tumori  limitando i danni collaterali. Con Simona Giordanengo ed Elisa Fiorina, INFN sezione di Torino

Giocano un ruolo essenziale in medicina, in campo sia diagnostico che terapeutico. Sono le particelle, protagoniste dal 1895 – quando Roentgen scoprì i raggi X – a oggi di scoperte eccezionali, fino ad arrivare alle nuove tecnologie per combattere il cancro limitando i danni collaterali. In particolare negli ultimi anni, alla radioterapia si è affiancata l’adroterapia, che sfrutta le caratteristiche delle particelle cariche a interazione forte per ridurre il danno collaterale ai tessuti sani durante il trattamento di alcuni tipi di tumori. Nel mondo, e anche in Italia, il numero di centri che utilizzano protoni e ioni è in rapido aumento, e l’efficacia dei piani terapeutici migliora costantemente. Tutto ciò grazie a tecnologie inizialmente sviluppate per l’accelerazione e la rivelazione di particelle in esperimenti di fisica nucleare, opportunamente migliorate e adattate al contesto medico. Tra queste, la tomografia ad emissione di positroni (PET), nata per la diagnostica, consente di valutare in tempo reale la precisione nell’esecuzione delle sessioni di trattamento in adroterapia.  GiovedìScienza ha invitato a parlarne Elisa Fiorina e Simona Giordanengo, ricercatrici della sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica, che con il loro lavoro rendono possibile lo sviluppo dei rivelatori di particelle e dei complessi algoritmi che gli permettono di funzionare. Giovedì 14 dicembre ultimo appuntamento del 2017 con “Che la forza dell’adroterapia sia con noi” , al Teatro Colosseo (alle 17:45 in Via Madama Cristina 71, Torino).

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Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it

TORINO CARDIO – PROTETTA ANPAS FORMERÀ IL PERSONALE DEI QUARTIERI

L’obiettivo è quello di promuovere i principi della tutela della salute e diffondere la pratica dei “gesti salva vita”

 

Installato, martedì 12 dicembre, al Parco della Tesoriera (presso la sede del Cai Uget) il primo degli otto defibrillatori, donati dalla Live Onlus alla Città di Torino nell’ambito del progetto “Torino Città Cardioprotetta”, che saranno collocati nei prossimi mesi in tutte le Circoscrizioni cittadine. L’obiettivo è quello di promuovere i principi della tutela della salute e diffondere la pratica dei “gesti salva vita”. “Torino Città Cardioprotetta” è supportata direttamente anche da Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze Comitato regionale del Piemonte. L’associazione di soccorso formerà gratuitamente all’utilizzo del defibrillatore gli operatori delle otto Circoscrizioni. Gianni Mancuso, responsabile della Formazione Anpas Piemonte: «Siamo da sempre impegnati nel campo della prevenzione e abbiamo aderito subito all’iniziativa “Torino città cardioprotetta” rendendoci disponibili alla formazione del personale delle Circoscrizioni. La diffusione sul territorio dei defibrillatori insieme a persone capaci di mettere in atto, in maniera corretta, le manovre di rianimazione cardiopolmonare con l’utilizzo del defibrillatore sono strumenti efficaci per contrastare le morti per arresto cardiaco». Sono intervenuti Enzo Lavolta, vicepresidente vicario del Consiglio comunale, Marco Chessa, consigliere comunale di Torino, Claudio Cerrato, presidente della Circoscrizione 4 e Ivan Mangone direttore generale di Progetti Medical.

Daniele D’Amati della Croce Verde Rivoli e istruttore Anpas ha svolto una dimostrazione pratica sull’utilizzo del defibrillatore. Testimonial dell’evento è stato l’atleta Marco Giuliano della Società di pallanuoto Torino ’81.

THYSSENKRUPP: ALLA “FONDAZIONE AMENDOLA” UN GRANDE QUADRO RICORDA LE VITTIME

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Il dipinto è un “grande” olio su tavola. “Grande” non solo per dimensioni (2metri e venti per uno e ottanta) o per la suggestiva impronta artistica dell’opera, ma soprattutto per il valore di memoria e per l’intento di affondare mani testa e cuore in una delle pagine più tragiche che, negli ultimi anni, abbiano segnato in profondità il mondo del lavoro. Titolo del quadro, “La colata”. L’autore è Ermanno Barovero, torinese, classe ’56, docente di “Tecniche dell’Incisione” all’Accademia Albertina di Torino e numerose presenze in ambito espositivo in Italia e all’estero. Da giovedì 7 dicembre scorso, il dipinto è entrato a far parte della collezione permanente della torinese “Fondazione Amendola”, cui Barovero l’ha donato nell’ambito delle commemorazioni messe in atto in occasione del decennale del tragico rogo della Thyssen che nello stabilimento di corso Regina Margherita a Torino, nella notte fra il 5 e il 6 dicembre 2007, provocò la morte di sette operai: Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola. E allora “La colata” è titolo che deve inquietarci non poco. Terrifico. Nei suoi effetti e nella sua rappresentazione di segno e colore. Perché quella “colata” (espressa dall’artista con un’impressionante esplosiva cascata di rossi accesi e mortali in uno scenario di drammatica irruenza narrativa) è “colata” di olio bollente diventata lava. Impietoso mostro di fuoco, “fiamme che arrivavano come onde”– ebbe a raccontare Antonio Boccuzzi, l’unico operaio sopravvissuto a quell’inferno, presente all’inaugurazione dell’opera insieme ai familiari delle vittime- capaci d’inghiottire e annullare in un attimo sette vite umane. Il quadro vuole essere dunque un forte monito a non dimenticare, anche se in 48 ore, proprio nei giorni del decennale del rogo, si sono registrati in Torino e provincia ben tre incidenti sul lavoro con un morto e tre feriti; vuole essere un omaggio agli operai della Thyssen, anche se “gli uomini non compaiono, ma si intuisce – scrive Loris Dadamche sono fusi nella luce accecante come gli angeli caduti della giovinezza”. Dadam accosta anche Barovero al grande “pittore della luce”, romantico precursore dell’impressionismo, l’inglese William Turner. Del 1817, di quest’ultimo, é “L’eruzione del Vesuvio”: un vorticante diluvio di fuoco fiamme e lava, in cui possono riconoscersi in effetti i tratti stilistici e la visione d’insieme de “La colata” di Barovero. In Turner è sempre però la “natura” la forza brutale e devastante del creato. In Barovero, l’insipienza e il freddo calcolo utilitaristico e amorale dell’uomo.

Gianni Milani

Fondazione Giorgio Amendola, via Tollegno 52, Torino; tel. 011/2482970 – www.fondazioneamendola.it

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Foto:
– Ermanno Barovero: “La colata”, olio su tavola, 2008
– Ermanno Barovero con i familiari delle vittime