Cosa succede in città- Pagina 391

Le “street photos” di Vivian Maier

In Her Own Hands

In mostra alla Palazzina di Caccia di Stupinigi gli scatti dell’inconsapevolmente grande fotografa americana

Fino al 12 gennaio 2020

Bambinaia di mestiere per quasi tutta la vita. E, dentro, una bruciante salvifica   compulsiva passione e un innato talento per la fotografia. “Era eccentrica – si scrisse di lei – forte, determinata, colta ed incredibilmente riservata. Indossava un cappello largo, un vestito lungo, un cappotto di lana, scarpe da uomo e un passo deciso. Una macchina fotografica intorno al collo ogni volta che usciva di casa. Faceva ossessivamente delle foto, ma non le mostrava mai a nessuno…” . Come fossero il suo personale segreto, il suo mondo intimo e privato. Un modo per acchiappare la vita, per vincere la solitudine e la mancanza di affetti e di strette relazioni umane. Si calcola che dagli Anni ’50 agli ’80, Vivian Maier abbia scattato oltre 100mila fotografie, fra le strade di New York, Chicago e Los Angeles (ma non solo e nolo negli States) con la sua inseparabile “Rolleiflex” prima e la più leggera “Leica”, negli ultimi anni.

Molti gli autoritratti, oggi si direbbero selfie, scattati in continuazione, davanti a specchi o vetrine di negozi utilizzate come superfici riflettenti. Foto come reali finestre sulla vita americana negli anni successivi al secondo dopoguerra – vista con gli occhi di una grande fotografa che mai si è considerata tale – e che restarono “nelle sue stesse mani” (come recita il titolo), mai esibite, molte neppure sviluppate. Un centinaio le troviamo oggi esposte nelle sale della Palazzina di Caccia di Stupinigi, fino al 12 gennaio del 2020, in una suggestiva mostra organizzata dall’Associazione Culturale Dreams, con il coordinamento operativo di Next Exhibition e la curatela di Anne Morin. Quella di Vivian non fu affatto la “vita meravigliosa” raccontata al cinema in bianco e nero dal grande Frank Capra, massimo cantore dell’american way of life degli Ani ’30 – ’40. Tutt’altro. Nata nel Bronx di New York nel ’26 da madre francese e padre austriaco che ben presto abbandona la famiglia, trascorre gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, con la madre Marie e l’amica Jeanne Bertrand, fotografa e scultrice affermata, in Francia. Ritorna definitivamente negli States nel ’51 e trova lavoro come bambinaia (mestiere che sarà il suo per circa quarant’anni) a Chicago presso la facoltosa famiglia di Nancy e Avron Gensburgs, di cui alleva i tre figli. Sarà una “tata” – si dice – più dal cipiglio asburgico che non dalle dolci maniere alla Mary Poppins. La fotografia continua intanto a marcare il senso vero della sua solitaria esistenza e quei self-portrait a rappresentare “la prova inconfutabile del suo passaggio in un mondo che sembra non essersi accorto di lei”.

La vecchiaia si porterà dietro una triste povertà, al punto che, non potendo più pagare l’affitto di casa, si vedrà costretta a cedere i propri bagagli di ricordi: si parla di 200 scatole di cartone contenenti un mondo di cianfrusaglie, dai cappelli ai vestiti, a scontrini, ad assegni mai ritirati e quant’altro. Fra cui un patrimonio incredibile di fotografie, negativi e rullini mai sviluppati che, battuti all’asta nel 2007, finirono nelle mani, per soli 380 dollari, di John Maloof, giovane immobiliarista in cerca di immagini di Chicago per scrivere un libro. Capita la grandezza del tesoro che aveva fra le mani, il giovane avviò indagini per accertarne la provenienza e nel frattempo pubblicò un buon numero di foto e organizzò mostre itineranti in tutto il mondo. Così quando il 29 aprile del 2009, Vivian Maier morirà per una banale caduta sul ghiaccio nella downtown di Chicago, il mondo la scopre. Scopre il suo immenso lavoro, il suo talento (su cui lei stessa mai s’era interrogata), l’indiscutibile bravura di una fotografa che ha saputo catturare momenti diventati iconici e ritrarre la strada, le persone, gli oggetti e tutto quanto riusciva a sorprenderla, fissandone l’immagine nell’emozione di un momento. Cinque le sezioni in cui si articola la mostra organizzata a Stupinigi: “Città”, “Dettagli” (dalle scarpe tirate a lucido che sbucano da una vetrina alle mani intrecciate dei due anonimi amanti), “Ritratti” (particolarmente acuti e arguti quello dell’edicolante preda di una profonda inesorabile pennichella, così come quello delle due ragazzine che si scambiano uno sguardo di gustosa complicità), “Frames” (con i filmati super 8 ritrovati dal giovane Maloof negli scatoloni comperati all’asta) e “Self-Portarait / Colori” (sono 22 le foto a colori presenti in mostra e datate intorno agli Anni ’70).

In rassegna sono anche presenti due postazioni per autoritratto in cui potersi scattare un selfie “alla Maier”, scegliendo a piacere lo scenario preferito e a far bella mostra di sé troviamo anche lo stesso modello di macchina fotografica usata da Vivian e la riproduzione di una camera oscura forse simile a quella ricavata nel piccolo bagno di casa Gensburgs a lei riservato e da lei, purtroppo, così poco utilizzata.

Gianni Milani

“Vivian Maier. In Her Own Hands”

Palazzina di Caccia di Stupinigi, piazza Principe Amedeo 7; per info tel. 011/19214730 o www.mostramaier.it

Fino al 12 gennaio 2020

Orari: dal mart. al ven. 10/17, sab. e dom. 10/18

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Nelle foto

– “Self – Portrait”, Undated
– “New York”, 1954
– “New York”, 1954
– “Undated”
– “Autoritratto”, Undated

 

 

 

Le criticità nelle carceri piemontesi

Cogliere l’occasione dei classici bilanci di fine anno per segnalare le principali criticità dei tredici Istituti penitenziari piemontesi e dell’Istituto penale minorile e lanciare proposte per il nuovo anno, ormai alle porte

È quanto si propone la conferenza stampa di presentazione del Quarto dossier delle criticità strutturali e logistiche, elaborato dal garante regionale delle persone detenute Bruno Mellano in collaborazione con il Coordinamento piemontese dei garanti, che si tiene lunedì 30 dicembre alle 11 nella Sala delle bandiere di Palazzo Lascaris, in via Alfieri 15, a Torino.

In documento verrà poi indirizzato al capodipartimento dell’Amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, al provveditore dell’Amministrazione penitenziaria del Piemonte Pietro Buffa e ai referenti politici del Ministero di Giustizia.

Con Mellano interviene una rappresentanza dei dodici garanti comunali piemontesi: il Piemonte, infatti, è l’unica regione italiana ad averne designato uno per ciascuna città sede di carcere.

La fabbrica dei giocattoli

Spettacolo di animazione teatrale con burattini e attore 

Sabato 28 dicembre 2019 alle ore 17

a L’asola di Govi, Docks Dora via Valprato 68 pad. F, Torino

Pino Potenza e Ombretta Mantoan 

metteranno in scena La fabbrica dei Giocattoli 

spettacolo di animazione teatrale con burattini e attore

Per informazioni e prenotazioni contattare 346 6405263

Nel laboratorio dei giocattoli della Nonna Sabella fremono i preparativi per costruire e consegnare i giocattoli per le festività Natalizie ma Fetentoni hai in animo di venderli alla Super Fabbrica dei giocattoli, e addormenta Nonna Sabella con un potente sonnifero.I giocattoli che hanno compreso che finiranno nel magazzino della Super Fabbrica di giocattoli decidono di scappare per recarsi da soli dai bambini a cui sono destinati.

Inseguimenti, colpi di scena, geni senza cuore che ritroveranno un  cuore, cani di pezza imprigionati in un secchio, burattini che aiuteranno i giocattoli  così che  potranno raggiungere i bambini a cui erano destinati.

Natale al Museo del Cinema

Il Museo Nazionale del Cinema sarà regolarmente aperto durante le festività natalizie, con alcune variazioni di orario

MOLE ANTONELLIANA E CINEMA MASSIMO – MNC

DAL 24 DICEMBRE 2019 AL 6 GENNAIO 2020

Fino al 6 gennaio sarà possibile visitare la mostra#FacceEmozioni. 1500 – 2020 dalla fisiognomica agli Emoji e l’omaggio Gillo Pontecorvo: lo sguardo umano dedicato al grande regista in occasione del centenario dalla sua nascita.

Sono inoltre previsti per tutto il periodo visite guidate e laboratori.

I film che accompagneranno le festività del Cinema Massimo saranno: La Dea Fortuna di Ferzan Özpetek, Il terzo omicidio di Hirokazu Kore-eda, Dio è donna e si chiama Petrunya di Teona Strugar Mitevska e Frozen II – Il segreto di Arendelle di Jennifer Lee e Chris Buck.

Per il programma completo delle iniziative e per consultare gli orari di apertura clicca qui.

I neuroni immaturi, riserva preziosa

Cellule giovani utili a mantenere la plasticità cerebrale e prevenire le demenze senili. Ne parliamo con il referente scientifico del progetto, il professor Luca Bonfanti

 

È sul sito di crowdfunding Eppela, per circa un mese, il progetto denominato “Neuroni immaturi contro la demenza”, di cui è referente scientifico il professor Luca Bonfanti, docente di Anatomia Veterinaria nell’ateneo torinese e ricercatore al NICO (Neuroscience  Institute Cavalieri Ottolenghi). Lo scopo di questa condivisione è quello di poter creare una borsa di studio.

“Lo studio in corso nel progetto “Neuroni alternativi” – spiega il professor Luca Bonfanti – è quello di analizzare la corteccia cerebrale di ben quattordici specie di mammiferi, tra cui quella umana, per ricercare i neuroni immaturi ed eventuali variazioni nella loro quantità relativa alla filogenesi. Già a trent’anni fa risaliva la scoperta che in piccole zone del cervello adulto potessero essere generati nuovi neuroni a partire da cellule staminali. Questo ha portato molti scienziati, tra cui noi, a studiare il fenomeno affascinante della cosiddetta “neurogenesi adulta”. È stato, però, anche scoperto che risulta molto difficile far accettare al nostro cervello cellule staminali provenienti dall’esterno e che le stesse cellule esistenti all’interno sono indirizzate maggiormente ai processi di memoria ed apprendimento che a quello della riparazione di eventuali danni. È stato, inoltre, scoperto che questo tipo di plasticità risulta diverso negli animali da laboratorio rispetto all’uomo”.

“Nell’uomo infatti – prosegue il professor Luca Bonfanti  – la genesi dei neuroni scompare molto presto, tra i 2 e i 13 anni; uno studio parallelo, condotto sui delfini, ha inoltre dimostrato la totale scomparsa della neurogenesi adulta in questi animali, mentre nel topo, in cui l’olfatto, a differenza dei delfini, risulta fondamentale, i nuovi neuroni vanno a localizzarsi proprio nelle regioni del cervello preposte a percepire gli odori”.

“I ‘neuroni immaturi’ sono cellule generate prima della nascita – spiega il professor Bonfanti –  ma che esprimono le molecole “giovani” tipiche dei neuroni neoformati, rimanendo in uno stato prolungato di immaturità per il resto della vita. Vengono quindi considerati una riserva di cellule giovani che rimangono “congelate” ad un certo stadio della maturazione, in attesa di poter essere utilizzate in un cervello che risulti non più in grado di generarne di nuove. Un nostro  studio molto recente, risalente al 2018 (Piumatti et al., J Neurosci), ha suggerito che i neuroni immaturi potrebbero essere più abbondanti nel cervello delle specie animali più vicine all’uomo. Il nostro progetto “Neuroni alternativi ” sta verificando la validità dell’ipotesi su diverse specie di mammiferi (uomo compreso) e a questo scopo stiamo analizzando, a livello morfologico, cellulare e molecolare, più di cento cervelli provenienti da banche biologiche di vari Paesi. Scopo della ricerca è quello di poter poi rispondere a domande relative all’esistenza o meno di una relazione tra questo tipo di plasticità e la genesi di nuovi neuroni, alla possibilità o meno di attivare e risvegliare questi neuroni, di accelerarne o rallentarne la maturazione. Scopo finale dello studio è quello di poter utilizzare queste riserve di cellule giovani per prevenire le demenze senili”.

 

Mara Martellotta

Progetto Neuroni Alternativi. Professor Luca Bonfanti

www.nico.ottolenghi.unito.it/ita/content/view/full/1748

 

Fondazione Cavalieri Ottolenghi

A Caselle le nuove rotte invernali del target ski

Entra nel vivo la stagione invernale 2019/2020 dell’Aeroporto di Torino, grazie all’avvio di nuovi voli dedicati agli sciatori dal Nord ed Est Europa e al nuovo collegamento annuale per Kishinev di Wizz Air

Quest’anno la programmazione invernale di Torino Airport si arricchisce di nuovi collegamenti di linea dedicati al target degli sciatori provenienti da Gran Bretagna, Danimarca, Svezia e Romania.

Per quanto riguarda i Paesi scandinavi, prende il via oggi, 21 dicembre 2019, il collegamento di linea di SAS Scandinavian Airlines da Copenhagen, in Danimarca, che verrà operato ogni sabato sino al 21 marzo 2020. Oltre che con la Danimarca, dal prossimo 28 dicembre e fino al 14 marzo 2020, Torino sarà collegata alla Svezia con il nuovo volo di linea settimanale di Norwegian da Gothenburg. La compagnia norvegese è una new entry per le operazioni di linea di Torino Airport.

Due le novità per quanto riguarda l’Est Europa. Wizz Air inaugura oggi 21 dicembre il collegamento annuale verso Kishinev, in Moldova, che sarà operato con due frequenze settimanali, il martedì e il sabato. Dalla Romania, invece, torna a volare su Torino la compagnia aerea Tarom, con il servizio su Bucarest: il volo prende il via oggi 21 dicembre e per tre sabati porterà gli sciatori rumeni sulle Alpi piemontesi e non solo. Dallo scorso 12 dicembre è poi operativo il volo con doppia frequenza settimanale per Kyiv, in Ucraina, di SkyUp Airlines, nuova compagnia aerea sbarcata a Torino.

Dal Regno Unito, principale mercato di provenienza del traffico ski, la novità dell’inverno 2019/2020 è rappresentata dal volo Ryanair da Bristol, partito lo scorso 14 dicembre e operativo ogni sabato sino al 28 marzo 2020.

Per quanto riguarda gli altri vettori, EasyJet e Jet2com continuano i propri investimenti su Torino. EasyJet ha aumentato le frequenze per l’inverno su Londra Gatwick, oltre a riconfermare i voli neve da Londra Luton, Bristol e Manchester. Jet2.com, invece, proprio da oggi riprende le operazioni da Londra Stansted, Manchester e Birmingham, mentre dal prossimo 28 dicembre ripartirà anche il collegamento da Edimburgo.

Torino Airport rafforza così la sua vocazione di aeroporto della neve e accoglierà gli sciatori che da tutta Europa raggiungeranno le stazioni sciistiche di tutto l’arco alpino.

Conoscere il vino, degustazioni di base con Go Wine

A partire da fine gennaio, Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza 1

A TORINO UN NUOVO CORSO DI DEGUSTAZIONE

Go Wine promuove in Torino, presso il Ristorante Sol Levante Fusion di Via Nizza 1 (sollevantetorino.it), a partire da fine gennaio, un nuovo corso di degustazione base dedicato alla conoscenza e alla degustazione del vino.

Il corso si sviluppa in cinque serate e avrà inizio martedì 28 gennaio: si propone di sviluppare il rapporto tra vitigno-vite-territorio, con un messaggio di carattere divulgativo che possa fornire nozioni utili anche per riconoscere e valutare le diverse tipologie di vino. Nel corso di ogni appuntamento si potranno degustare 5 tipologie di vini a seconda del tema trattato: protagonisti delle serate vini bianchi, vini rossi, grandi rossi italiani (alla presenza di un produttore) e vini da meditazione.

Il costo di partecipazione è di euro 150,00 e comprende, oltre al corso con tutte le lezioni e le degustazioni, l’iscrizione all’Associazione Go Wine valevole fino al 31 dicembre 2020, 6 bicchieri da degustazione mod. Carrè ed il volume “Cantine d’Italia”.

Inoltre coloro che si iscriveranno entro il 23 dicembre avranno in omaggio la degustazione “Vino d’autore”, in programma giovedì 13 febbraio
presso lo Starhotel Majestic di Torino.

 

Ecco il programma generale del corso

-Prima serata: martedì 28 gennaio 2020 ore 20.30
INTRODUZIONE ALLA DEGUSTAZIONE

-Seconda serata: martedì 4 febbraio 2020 ore 20.30
IL RAPPORTO VITIGNO–VINO–TERRITORIO; VINI BIANCHI

-Terza serata: martedì 11 febbraio 2020 ore 20.30
IL LAVORO IN VIGNA; VINI ROSSI

-Quarta serata: martedì 18 febbraio 2020 ore 20.30
IL LAVORO IN CANTINA; GRANDI ROSSI ITALIANI; INCONTRO CON UN PRODUTTORE

-Quinta serata: martedì 25 febbraio 2020 ore 20.30
IL TURISMO DEL VINO; VINI DA MEDITAZIONE

CLICCA QUI PER SCARICARE IL DEPLIANT CON IL PROGRAMMA E IL MODULO DI ADESIONE

Per informazioni e iscrizioni:

Associazione Go Wine – Ufficio Corsi – tel. 0173 364631 – fax 0173 361147
ufficio.corsi@gowinet.it – www.gowinet.it

Rock Jazz e dintorni. The Niro e i Bluebeaters

Gli appuntamenti musicali della settimana

 

Lunedì. All’Arteficio suonano i chitarristi Pino Russo e Davide Mastrangelo. All’Askatasuna  L’Orchestra Alta Felicità si esibisce con Perturbazione, Casino Royale , Luca Morino. All’OffTopic sono di scena i Sweet Life Society.

Mercoledì. Al Blah Blah suonano gli Small Jackets. Al Cap 10100 si esibiscono i Bluebeaters e I Camillas.

Giovedì. Tributo a Jeff Buckley al Blah Blah con il duo The Niro e Gary Lucas.

Sabato. Al Jazz Club suona il trio del chitarrista Luigi Tessarollo. Allo Spazio 211  Hip Hop con Dj Vale, Mastafive e Igor Fk affiancati dal trio The Black City e la rapper  Ale Regale. Alla cascina di Bellaria di Sezzado si esibiscono i Sunday Morning. Al Blah Blah sono di scena i Cactus.

Domenica.  Al Jazz Club è di scena il Gospel Book Revisited.

Nella settimana di Capodanno alcuni suggerimenti. Sabato 4 gennaio al Blah Blah lo spettacolo  “Sonata a Kreuzberg” con Angela Baraldi, Massimo Zamboni e Cristiano Roversi. Domenica 5 all’Hiroshima Mon Amour  omaggio a Fabrizio De Andrè con “La notte di Faber” progettato da Federico Sirianni e Alberto Napolitano. Venerdì 3 all’Arteficio un trio jazz formato da Federico Malaman, Dario Chiazzolino e Maxx Furian.

 

Pier Luigi Fuggetta

Radiologia telecomandata, novità al Mauriziano

Nuova apparecchiatura di ultimissima generazione con tecnologia digitale diretta

 

E’ stata presentata una nuova apparecchiatura radiologica telecomandata di ultimissima generazione con tecnologia digitale diretta (Siemens – Luminos Drf MAX) del costo di 159000 euro, finanziati dalla Fondazione La Stampa Specchio dei Tempi, presso l’ospedale Mauriziano di Torino.

Attualmente nella Radiodiagnostica del Mauriziano, diretta dal dottor Stefano Cirillo, vengono effettuate circa 64.000 prestazioni annue di radiologia tradizionale. Le tipologie delle indagini effettuate sono principalmente esami contrastografici (transiti, clismi, cistografie, digerenti, videofluorografie, ecc), segmenti scheletrici e radiografie del torace e dell’addome.

Due delle apparecchiature utilizzate precedentemente per questa attività erano state installate nel 1997 e nel 2001 ed a causa della loro obsolescenza erano considerate di vecchia generazione.

Questa apparecchiatura permetterà di sostituire le precedenti apparecchiature radiologiche (ancora con tecnologia analogica) e di portare il servizio di radiologia tradizionale all’altezza degli standard qualitativi che solo un sistema digitale diretto permette: migliore qualità dell’immagine, maggiore accuratezza diagnostica e rapide elaborazioni in post-processing sono alcune delle peculiarità del nuovo sistema.

Consentirà di eseguire esami con tempi più rapidi e con maggiore confort per il paziente.  L’apparecchiatura è inoltre dotata di un tavolo porta-paziente regolabile (da 48 cm a 98 cm), che permetterà un facile accesso e posizionamento del  paziente.

Elemento di estrema importanza risulta essere la capacità di acquisire immagini con dose di radiazione ridotta e di quantificare il dato dosimetrico come previsto dalla normativa europea che entrerà in vigore dal 2020.