I neuroni immaturi, riserva preziosa

Cellule giovani utili a mantenere la plasticità cerebrale e prevenire le demenze senili. Ne parliamo con il referente scientifico del progetto, il professor Luca Bonfanti

 

È sul sito di crowdfunding Eppela, per circa un mese, il progetto denominato “Neuroni immaturi contro la demenza”, di cui è referente scientifico il professor Luca Bonfanti, docente di Anatomia Veterinaria nell’ateneo torinese e ricercatore al NICO (Neuroscience  Institute Cavalieri Ottolenghi). Lo scopo di questa condivisione è quello di poter creare una borsa di studio.

“Lo studio in corso nel progetto “Neuroni alternativi” – spiega il professor Luca Bonfanti – è quello di analizzare la corteccia cerebrale di ben quattordici specie di mammiferi, tra cui quella umana, per ricercare i neuroni immaturi ed eventuali variazioni nella loro quantità relativa alla filogenesi. Già a trent’anni fa risaliva la scoperta che in piccole zone del cervello adulto potessero essere generati nuovi neuroni a partire da cellule staminali. Questo ha portato molti scienziati, tra cui noi, a studiare il fenomeno affascinante della cosiddetta “neurogenesi adulta”. È stato, però, anche scoperto che risulta molto difficile far accettare al nostro cervello cellule staminali provenienti dall’esterno e che le stesse cellule esistenti all’interno sono indirizzate maggiormente ai processi di memoria ed apprendimento che a quello della riparazione di eventuali danni. È stato, inoltre, scoperto che questo tipo di plasticità risulta diverso negli animali da laboratorio rispetto all’uomo”.

“Nell’uomo infatti – prosegue il professor Luca Bonfanti  – la genesi dei neuroni scompare molto presto, tra i 2 e i 13 anni; uno studio parallelo, condotto sui delfini, ha inoltre dimostrato la totale scomparsa della neurogenesi adulta in questi animali, mentre nel topo, in cui l’olfatto, a differenza dei delfini, risulta fondamentale, i nuovi neuroni vanno a localizzarsi proprio nelle regioni del cervello preposte a percepire gli odori”.

“I ‘neuroni immaturi’ sono cellule generate prima della nascita – spiega il professor Bonfanti –  ma che esprimono le molecole “giovani” tipiche dei neuroni neoformati, rimanendo in uno stato prolungato di immaturità per il resto della vita. Vengono quindi considerati una riserva di cellule giovani che rimangono “congelate” ad un certo stadio della maturazione, in attesa di poter essere utilizzate in un cervello che risulti non più in grado di generarne di nuove. Un nostro  studio molto recente, risalente al 2018 (Piumatti et al., J Neurosci), ha suggerito che i neuroni immaturi potrebbero essere più abbondanti nel cervello delle specie animali più vicine all’uomo. Il nostro progetto “Neuroni alternativi ” sta verificando la validità dell’ipotesi su diverse specie di mammiferi (uomo compreso) e a questo scopo stiamo analizzando, a livello morfologico, cellulare e molecolare, più di cento cervelli provenienti da banche biologiche di vari Paesi. Scopo della ricerca è quello di poter poi rispondere a domande relative all’esistenza o meno di una relazione tra questo tipo di plasticità e la genesi di nuovi neuroni, alla possibilità o meno di attivare e risvegliare questi neuroni, di accelerarne o rallentarne la maturazione. Scopo finale dello studio è quello di poter utilizzare queste riserve di cellule giovani per prevenire le demenze senili”.

 

Mara Martellotta

Progetto Neuroni Alternativi. Professor Luca Bonfanti

www.nico.ottolenghi.unito.it/ita/content/view/full/1748

 

Fondazione Cavalieri Ottolenghi

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