Cosa succede in città- Pagina 386

Coronavirus: in Piemonte oltre seimila guariti, in calo le vittime

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di domenica 3 maggio

6.132 PAZIENTI GUARITI E 2.540 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 6.132 (188 in più di ieri): 518 in provincia di Alessandria (+ 0), 261 in provincia di Asti (+12 ), 321 in provincia di Biella (+2), 687 in provincia di Cuneo (+16), 534 in provincia di Novara (+6), 3.122 in provincia di Torino (+119), 288 in provincia di Vercelli (+5), 334 nel Verbano-Cusio-Ossola (+31), 67 provenienti da altre regioni (-3).

Altri 2.540 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.164

Sono 20 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 13 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.164 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 576 ad Alessandria, 187 ad Asti, 165 a Biella, 255 a Cuneo, 265 a Novara, 1.409 a Torino, 162 a Vercelli, 112 nel Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 27.507 (+ 190 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.592 in provincia di Alessandria, 1.620 in provincia di Asti, 980 in provincia di Biella, 2.544 in provincia di Cuneo, 2.374 in provincia di Novara, 13.839 in provincia di Torino, 1.145 in provincia di Vercelli, 1.056 nel Verbano-Cusio-Ossola, 247 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 110 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 169 (- 9 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2484 (- 3 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.018

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 173.385 , di cui 93.939 risultati negativi.

Alle Molinette visiere in 3D prodotte in proprio

Il laboratorio della chirurgia maxillo-facciale  del professor Guglielmo Ramieri alle Molinette è stato riconvertito per la stampa di  visiere protettive in 3d da destinare al dipartimento di scienze chirurgiche

Grazie alle nuove tecnologie,  un ingegnere da remoto è in grado di progettare le visiere e stamparle a distanza direttamente in reparto. Gli stessi file sono già stati “esportati” in altre strutture ospedaliere del mondo.

Il laboratorio è sorto lo scorso anno proprio per sperimentare nuove metodiche chirurgiche con il 3D in supporto, ad esempio per la ricostruzione dei volti, ma oggi si dedicherà alle necessità dovute all’emergenza covid.

Le tecnologie informatiche hanno permesso di trasformare il lavoro normalmente svolto da un ingegnere fisicamente presente in ospedale in una postazione virtuale che consente di realizzare in remoto l’elaborazione dei progetti 3D e la modellazione dei dispositivi, mentre la stampa additiva continua invece ad essere realizzata all’interno del reparto.
In questo modo, grazie alla presenza di due stampanti 3D è stata avviata la produzione di visiere protettive, immediatamente disponibili una volta assemblate, destinate al personale medico ed infermieristico dei reparti chirurgici.
Queste visiere non sostituiscono le indispensabili mascherine, ma rappresentano una prima barriera in grado di proteggere gli occhi e le mucose della bocca, creando una schermatura per tutto il volto contro le infezioni da contatto.
Un piccolo contributo che può essere particolarmente prezioso per supportare il personale del Dipartimento di Scienze Chirurgiche e che rappresenta un segno di solidarietà del laboratorio 3D verso il personale sanitario impegnato in prima linea.

Coronavirus, verso quota seimila guariti. Ma non si fermano ancora vittime e contagi

Il bollettino della Regione delle ore 18

 

5.944 PAZIENTI GUARITI E 2.512 IN VIA DI GUARIGIONE

 

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 5944 (272 in più di ieri): 518 in provincia di Alessandria (+ 32), 249 in provincia di Asti (+23 ), 319 in provincia di Biella (+13), 671 in provincia di Cuneo (+47), 528 (+31) in provincia di Novara, 3003 (+ 105) in provincia di Torino, 283 (+ 10 ) in provincia di Vercelli, 303(+10 ) nel Verbano-Cusio-Ossola, 70 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 2512 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

 

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.144

Sono 33 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 17 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3144 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 574 ad Alessandria, 182 ad Asti, 165 a Biella, 253 a Cuneo, 264 a Novara, 1400 a Torino, 161 a Vercelli, 112 nel Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 27.317 (+ 550 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3579 in provincia di Alessandria, 1617 in provincia di Asti, 979 in provincia di Biella, 2532 in provincia di Cuneo, 2369 in provincia di Novara, 13.202 in provincia di Torino, 1140 in provincia di Vercelli, 1049 nel Verbano-Cusio-Ossola, 245 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 178 (- 1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2487 (-62 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 13.052

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 170.109 , di cui 92.136 risultati negativi.

Ecco il rapporto del Poli: “Scuole aperte, Società protetta”

Il gruppo di lavoro coordinato dal Politecnico di Torino che sta aggiornando i primi risultati del progetto “Imprese aperte, lavoratori protetti” con nuovi approfondimenti tematici per aree di applicazione delle modalità proposte per le riaperture delle attività nella Fase 2, ha pubblicato il Rapporto “Scuole aperte, Società protetta”.

La scuola e i servizi educativi per la prima infanzia sono infatti altrettanto cruciali delle attività produttive per la ripresa del Paese. Il sistema educativo risponde a problemi di conciliazione famiglia-lavoro per i genitori, ma soprattutto ai diritti costituzionali dei bambini e ragazzi a ricevere un’istruzione e ad avere accesso alle risorse per il pieno sviluppo delle proprie capacità. Esigenze e diritti che sono stati, forse inevitabilmente, compressi in queste settimane con conseguenze negative che hanno allargato le disuguaglianze sociali tra bambini. La letteratura internazionale è unanime nel sottolineare l’importanza per tutti i bambini, ma soprattutto per i più svantaggiati economicamente e socialmente, o con qualche disabilità, di esperienze educative extra familiari precoci.

Il rapporto prende dunque in considerazione queste dimensioni, oltre ad affrontare sotto il profilo tecnico-scientifico la prevenzione e mitigazione del rischio di trasmissione del contagio da SARS-CoV-2 nell’ambito del sistema scolastico dall’obbligo ma anche nel sistema educativo per la fascia 0-6 anni, che ormai fa parte a pieno titolo del sistema istruzione anche a livello normativo.

Potete leggere il rapporto al link: http://www.impreseaperte.polito.it/i_rapporti/scuole_aperte_societa_protetta

Un “Mondo nuovo” (online) per il Primo Maggio torinese

L’idea arriva via Web da Arci Torino e Comunet / Venerdì primo maggio come giornata dedicata per tradizione ai temi del “ lavoro” (oggi più che mai nella morsa di incertezze e aspettative sempre più oscure e preoccupanti), ma anche come giornata per riflettere on line sugli scenari futuri prospettati dalle nuove emergenze sanitarie e, di riflesso, economiche e sociali per le quali il mondo che ci attende dovrà essere gioco forza un “mondo nuovo”.

Questo il contenuto e l’idea di base che stanno dietro all’iniziativa lanciata da Arci Torino e da Comunet – Officine Corsare (associazione mutualistica non profit, con sede in via Pallavicino a Torino) di una manifestazione di piazza digitale lunga un giorno, che parte con i comizi dei lavoratori per proseguire con dibattiti vari fino a giungere all’immancabile concertone. Il tutto,ovviamente, in chiave virtuale e alla vigilia dell’incombente “Fase 2” (tappa di mezzo per l’uscita graduale – si spera – dall’attuale drammatica crisi pandemica) e con il Paese più o meno pronto alla ripartenza: ma, si chiedono gli organizzatori, “per andare dove?”. La pandemia, che da più di due mesi ha sconvolto il Paese, ha messo a nudo contraddizioni dell’attuale modello di sviluppo, giudicato insostenibile da un punto di vista sociale, ecologico, economico, culturale e politico.
“Per questo motivo, Arci e Comunet organizzano un primo maggio di convergenze e riflessioni per far emergere le urgenze dell’oggi e tracciare i sentieri da percorrere domani – spiega Andrea Polacchi, presidente del Comitato Arci Torino. In attesa di poterci rincontrare, abbiamo raccolto l’adesione di gran parte della comunità culturale e ricreativa del nostro territorio e non solo. Faremo un corteo virtuale, con alla fine gli interventi liberi dal palco. Daremo la parola ad un mondo che dovrà essere protagonista della ripartenza”.
“Protesta e celebrazione si fondono nello spirito del primo maggio. Siamo partiti da qui e dalla necessità di una costruzione condivisa, alla base anche del nostro progetto mutualistico, per elaborare collettivamente nuove visioni e programmi di collaborazione, in una cornice di festa – afferma Anita Marafioti di Comunet. Al centro il mondo del lavoro perché un mondo nuovo è possibile soltanto se poggia sul rafforzamento delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori e del contesto socioeconomico e ambientale che li circonda”.

La maratona va in onda sulla pagina Facebook del Comitato Arci Torino e di Comunet – Officine Corsare e verrà rilanciata dai partner dell’iniziativa.

Questo il programma

Il via alle 10, la chiusura a mezzanotte. Si parte dalla Costituzione, con la costituzionalista Alessandra Algostino e il responsabile scientifico di “Biennale Democrazia” Massimo Cuono che dialogano sul bilanciamento delle libertà costituzionali.  A seguire, un comizio digitale con rappresentanti sindacali, portavoce dei lavoratori, del terzo settore, del mondo della cultura, del mondo della scuola e con una prospettiva di genere. Al termine, un inno al lavoro, con la musica del direttore del “Jazz Festival” Li Calzi e il duo Righeira e Carlone.
La seconda parte della manifestazione è dedicata alle visioni per un mondo nuovo.  Ad aprire, la lettura inedita della poetessa Mariangela Gualtieri, cui segue il dibattito su arte e cultura come strumenti di democrazia: partecipano Michela Murgia, Tomaso Montanari e Nicola Lagioia.
Nel pomeriggio Cecilia Strada, Enrica Valfrè e Walter Massa rifletteranno sulla tutela dei lavoratori e sul terzo settore con l’architetto e presidente di “Triennale” Stefano Boeri, i Friday for Future e il filosofo Leonardo Caffo. Infine, un focus sulle idee globali in movimento, elaborate dalle redazioni di Che fare?, Jacobin, e Il Tascabile moderato da Irene Dionisio.
Dopo l’interpretazione di Michele Di Mauro tratto da “Le ceneri di Gramsci”, si chiude con un dialogo con il direttore di “Club to Club”, Sergio Ricciardone sul futuro dei concerti ai tempi del Covid 19 e con la musica del tradizionale concertone del primo maggio, a cura di Maurizio Pisani con nomi quali Sud Sound System, Africa Unite, Eugenio in Via di Gioia,  Bluebeaters, The Sweet Life Society, Bandakadabra e moltissimi altri.

g. m.

 

(Nella foto in alto un Primo Maggio degli anni precedenti in piazza San Carlo)

Discoteche e sale da ballo, i gestori chiedono l’aiuto della Regione

Contributi a fondo perduto, abbattimento delle accise e un tavolo di lavoro per valutare le modalità di riapertura per un comparto che sarà tra gli ultimi a riprendere le attività, a causa dell’emergenza Covid19: sono alcune delle richieste che i rappresentanti sindacali di Silb-Fipe – l’associazione delle imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo – e Confcommercio Piemonte hanno portato all’attenzione della commissione Cultura del Consiglio regionale, presieduta da Paolo Bongioanni e alla quale ha preso parte anche l’assessore Vittoria Poggio.

In audizione i sindacati hanno lamentato di non aver avuto al momento risposte adeguate da parte del Governo e hanno ribadito di ritenere inadatti i provvedimenti del Cura Italia: il settore degli intrattenimenti serali e notturni è stato uno dei primi a chiudere per l’emergenza sanitaria e sarà appunto uno degli ultimi a riaprire, per la sua natura aggregativa, che richiede uno studio attento delle misure di distanziamento sociale da attuare.  Per questo chiedono nuove forme di aiuti a fondo perduto, che garantiscano liquidità. Ma anche la possibilità per gli esercenti con la doppia licenza di poter riaprire i locali con la sola somministrazione di alimenti e bevande.

Sono intervenuti Gianluca Sala per Confcommercio Piemonte, Alessandro Mautino, presidente provinciale Torino Epat , i presidenti provinciali di Fipe Silb di Alessandria, Cuneo, Asti, Alto Piemonte, Enzo PatitucciFederica ToselliMatteo BosiaMaurizio Lo Vecchio e Rocco Pulitanò dell’Atl Cuneo.Hanno posto alcune domande per chiarimenti il presidente della commissione Bongioanni e i consiglieri Francesca Frediani e Sarah Disabato (M5s), Gianluca Gavazza (Lega), Diego Sarno (Pd).

In chiusura l’assessore Poggio ha ricordato che a breve la Giunta approverà il disegno di legge “Riparti Piemonte” per favorire la ripresa economica del territorio e che si sta attivando per rispondere alle esigenze di liquidità del mondo della cultura dei servizi rivolti al turismo, sia attraverso misure a fondo perduto, sia con la rimodulazione del piano competitività a sostegno proprio di quelle attività che sono rimaste chiuse più a lungo. Domani in Conferenza Stato-Regioni si farà portavoce delle istanze pervenute dal comparto

Coronavirus: i pazienti guariti sono quasi 5000, ma le vittime superano ormai quota 3000

Il bollettino della Regione Piemonte delle ore 19 di mercoledì 29 aprile

 

4.911 PAZIENTI GUARITI E 2.538 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi pomeriggio l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono  4.911 (287  in più di ieri): 446  in provincia di Alessandria, 195 in provincia di Asti (+10), 255 (+24) in provincia di Biella, 549 (+45) in provincia di Cuneo, 401 (+30) in provincia di Novara, 2.479 (+135) in provincia di Torino, 256 (+28) in provincia di Vercelli, 268 (+11) nel Verbano-Cusio-Ossola, 62 (+4)  provenienti da altre regioni.

Altri 2.538 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SALGONO COMPLESSIVAMENTE A 3.032

Sono 66 i decessi di persone positive al test del “Coronavirus Covid-19” comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 14 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.032 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 564 ad Alessandria, 168 ad Asti, 162 a Biella, 236 a Cuneo, 257 a Novara, 1.346 a Torino, 158 a Vercelli, 110 nel Verbano-Cusio-Ossola, 31 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 25.995 (+457 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.354 in provincia di Alessandria, 1.557 in provincia di Asti, 964 in provincia di Biella, 2.471 in provincia di Cuneo, 2.266 in provincia di Novara, 12.938 in provincia di Torino, 1.102 in provincia di Vercelli, 1.005 nel Verbano-Cusio-Ossola, 233 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 105 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 199 (-3 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 2.621 (- 16 rispetto a ieri)

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.694

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 152.447, di cui 81.195 risultati negativi.

Palazzo in centro città venduto a 60 milioni di euro

Importante operazione immobiliare nel centro di Torino: Kryalos SGR ha venduto  per 60 milioni di euro il palazzo di via Gramsci 7, che aveva acquistato nel 2018 attraverso Perseus, Fondo di investimento Alternativo (FIA)

Nell’immobile ha attualmente sede anche la Bim (Banca Intermobiliare di Investimenti e Gestione). L’acquirente – secondo quanto scrive l’ansa –  sarebbe Invesco limited, la società di gestione degli investimenti quotata alla borsa di New York. Si prevede la riconversione degli spazi ad uso uffici in residenziale e la riqualificazione degli appartamenti esistenti posizionandoli tra i più alti standard di mercato.

Cerimonie religiose vietate. Ma nei momenti bui la fede è conforto e coesione

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IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / La decisione del governo di continuare a vietare le cerimonie religiose cattoliche e, penso, tutte le cerimonie religiose in generale, ha sollevato la protesta della Conferenza episcopale italiana, sconfessata dallo stesso Papa  Francesco  che ha sostenuto che si deve obbedire alla restrizioni del governo per la pandemia

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Si tratta di scelte che meritano una riflessione. La prima riguarda più in generale il modo in cui  oggi il fatto religioso è stato relegato ad elemento marginale, a cosa considerata a priori come opzionale, dimenticando  totalmente le ragioni dei credenti. La scelta del governo sancisce questa percezione del fatto religioso  in  cui la Chiesa è messa  sullo stesso piano di un museo o di un teatro. Le chiese nella storia dei popoli e dell’italiano in modo particolare, non sono solo dei locali magari artisticamente belli e storicamente importanti. Le chiese sono luoghi  di culto di cui la Messa e l’Eucarestia sono il momento più alto e come tali vanno considerati. Quando si vedono d’estate turisti che vogliono entrare a visitare una chiesa in abbigliamento non idoneo abbiamo un’idea di come non si abbia più rispetto del luogo religioso, visto esclusivamente come uno scrigno d’arte. E’  certo indispensabile usare la mascherina e i guanti e mantenere le distanze di sicurezza  anzi ,doveva essere fatto molto prima), ma privare i fedeli del conforto dei sacramenti viola lo stesso principio costituzionale della libertà di culto in modo ingiustificato.
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Significa manifestare  un implicito e rozzo materialismo che nega ogni valore al sacro. Posso liberamente accedere in tabaccheria a rifornirsi di sigarette, ma non in chiesa,appare qualcosa che stride anche di fronte alla logica. E ciò vale per tutte le confessioni religiose, ovviamente. Il virus ha fatto venire a galla una concezione  della vita che si limita a vedere la salvezza della propria pelle come unico vero valore, magari consentendo, sul versante opposto, l’eutanasia  proprio perché la vita biologica resta l’unico metro di giudizio. Anche Machiavelli e persino Gramsci vedevano nella religione un elemento “aggregativo” per un popolo. Sarebbe importante riprendere alcune loro riflessioni in merito. In particolare nei momenti bui, ogni religione è stata motivo di conforto e di coesione sociale. E’ la storia a dimostrarlo in modo inconfutabile. Un amico sacerdote di Alassio già molti anni fa mi metteva in evidenza come la tenuta sociale dell’ Italia sia in larga misura  dovuta al mondo cattolico  e ai suoi valori che si oppongono al nichilismo cinico pervadente.
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Mi sembra naturale che la CEI non potesse tacere ulteriormente, anche se il tono usato è apparso un po’ troppo forte e risentito. Va detto che una libera Chiesa in un libero Stato debba poter esercitare, pur con tutte le cautele necessarie, la sua attività pastorale. In questo caso va detto che sorge qualche dubbio sul fatto che viviamo in un libero Stato. I troppi e pasticciati decreti del presidente del Consiglio hanno leso principi costituzionali e hanno svuotato il ruolo del Parlamento.Illustri giuristi hanno lanciato l’allarme.  La smentita del documento della CEI da parte del Papa appare abbastanza singolare. Questo Papa, fin dall’inizio, ha dimostrato di non voler essere clericale e questo è un suo merito storico. Ha voluto vedere la religione come qualcosa di molto vicino ai problemi concreti dell’ uomo e anche in questa occasione ha voluto ribadirlo. Ma sorge legittimo il dubbio se anche il Papa non dia la dovuta rilevanza al fatto religioso. Appare un paradosso incredibile, ma qualche sospetto diventa legittimo. Certo la pandemia si sta rivelando un accadimento sconvolgente non solo per la morte e le sofferenze che semina, i drammi economici e sociali che provoca, ma anche i dubbi che determina.
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Scrivere a quaglieni@gmail.com

La Solidarity a Torino è interreligiosa

Solidarity è un programma di aiuto che si sviluppa a Torino nel contesto della pandemia in corso. Si propone di portare cibo e generi di prima necessità alle persone senza fissa dimora che si trovano nei dormitori e per strada, e inoltre presidi sanitari ai medici e agli infermieri delle strutture ospedaliere in difficoltà.

La sua caratteristica è di essere espressione di un contesto interreligioso.

Sorge nell’ambito del movimento Noi siamo con voi – di cui è coordinatore l’ex assessore regionale Giampiero Leo -, a sua volta formatosi a Torino cinque anni fa per testimoniare la solidarietà verso le vittime innocenti delle persecuzioni che si ammantano di giustificazioni pseudo religiose, e vuole rappresentare un passo ulteriore dell’esperienza interreligiosa, questa volta sul terreno della solidarietà sociale all’interno della crisi in atto. La lotta contro la pandemia richiama tutte le migliori energie della società civile, con in prima fila le organizzazioni religiose, e può senz’altro dare luogo a un impegno di tipo nuovo, basato sulla collaborazione fraterna tra le diverse tradizioni spirituali.

La responsabilità della conduzione del programma è dell’associazione Interdependence (www.interdependence.eu), fondata tra gli altri da Don Ermis Segatti e da Claudio Torrero (diventato monaco buddhista col nome di Bhante Dharmapala), espressione di un percorso interreligioso ormai quasi ventennale; ma fa appello alla collaborazione di tutte le comunità religiose di Torino e del Piemonte. La raccolta fondi e l’organizzazione dei volontari è a cura di Progetto Leonardo Onlus, che da anni, sotto la guida di Tina Iezza, opera a Torino portando aiuto alle persone che vivono per strada.

Il conto su cui si raccolgono le offerte, di Progetto Leonardo Onlus, è contrassegnato dal seguente codice IBAN: IT98R0200801152000100191725. Nella causale va scritto: “SOLIDARITY: emergenza coronavirus”. Quel che verrà dato sarà deducibile e interamente impiegato per l’emergenza. Di ciò sarà fornito puntuale riscontro.

Verrà anche rapidamente posto in atto, in analogia col sostegno psicologico già oggi offerto dalle associazioni del settore, un servizio di sostegno spirituale a distanza, curato da figure religiose di diversa tradizione.