Cosa succede in città- Pagina 378

Miretti: dopo l’incendio una raccolta fondi per riaprire la gelateria

È’ un punto di riferimento per tutti i torinesi e e i turisti, dal 1981.
In corso Matteotti nella notte tra il 30 e il 31 maggio un incendio dovuto a un cortocircuito ha danneggiato gravemente la gelateria Miretti.
Leonardo La Porta, titolare del locale da ormai 30 anni promuove oggi una raccolta fondi per ricominciare. “Un pezzo di me è bruciato in quel laboratorio. Un pezzo di Torino”, dice.
La Crema San Giovanni, gusto pluripremiato, è forse il più famoso dei mille creati da Miretti. Adesso servono 10 mila euro per ridipingere il locale e 15 mila per l’impianto elettrico nuovo.
Ma soprattutto per non far morire un simbolo della città.  Donando una somma si acquista un buono gelato da presentare nella gelateria.

Una collaborazione tra Stabile e TPE, un’occasione per ricominciare

Torniamo a teatro, il Carignano per tutta l’estate

Le prime immagini, in questa videoconferenza che cade verso l’ora del pranzo, sono di Lamberto Vallarino Gancia, presidente del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. Ha scaramanticamente alle spalle l’immagine della sala del Carignano, ai tempi d’oro e non contaminati, quando il pubblico riempiva palchi e platea. Sì sì, certo, “il mondo della cultura è sempre stato vivo, ci siamo lasciati alle spalle gli spettacoli pronti ad andare in scena e inevitabilmente bloccati, le compagnie sciolte e ci siamo inventati certi piccoli apporti in streeming dei nostri attori” per dire al pubblico ecco ci siamo, ecco siamo ancora vivi: “ma il rapporto umano all’interno di una sala teatrale è irrinunciabile”.

Ecco che allora lunedì prossimo 15 giugno, sino al 13 settembre, la sala principe torinese rimarrà aperta per l’intera giornata come contenitore di Summer Plays, “per tornare ai nostri spettatori”. Certo, obbligo di mascherine, misurazione delle temperature, continua circolazione dell’aria condizionata con l’esterno, una platea che pare, ormai pronta all’inaugurazione, un ordinato campo di battaglia con l’attenta salvaguardia del distanziamentro tra i posti, una sessantina regolari gli altri accucciati e riverenti al palcoscenico (“è stato sufficiente – sottolinea Filippo Fonsatti, direttore dello Stabile – togliere il perno degli schienali inutilizzati e ripiegarli sulle sedute, una mezza giornata di lavoro a costo zero”), pronti per accogliere le borse delle signore o le giacche. Globalmente i posti sono passati da 650 a 200: ma si riapre, evviva e finalmente, c’è una gran voglia, dopo un troppo lungo intervallo abbiamo l’ansia di riempirci gli occhi del colore rosso della sala, delle voci degli attori, delle luci, degli applausi finali (le notizie che arrivano dai cinema al contrario scivolano di qua e di là, affermano e negano, anch’essi il 15 oppure si va oltre, mascherina o non mascherina, mascherina assolutamente no!, tagliamo sulle persone di servizio ma certo molti di noi non possono privare il pubblico dei bicchieroni di popcorn o di coka…parte di un introito che, pure lui, tarda ad arrivare, intanto si andrebbe inevitabilmente a ripescare tra i titoli lasciati in sospeso quattro mesi fa o in mancanza di quelli nuovi, visti i set fin qui sbarrati e la mancanza  di fiducia del mondo del cinema che attenderebbe la stagione prossima, si proporrebbero quelli passati più o meno in sordina sulle varie piattaforme: a poche ore da una decisione, di deciso non c’è assolutamente nulla).

Tornando a Summer Plays, 16 titoli per 100 serate di spettacolo. Uno sforzo non da poco, per la cui realizzazione s’è allineato il TPE – Teatro Piemonte Europa: “Questa ripresa congiunta – sottolinea la sua presidente, Maddalena Bumma, ad una sola voce con Vallarino Gancia – è un fatto importante per la Città e per la Regione, in quanto manifesta il superamento degli interessi specifici a favore di una progettualità partecipata in un momento tanto delicato, con l’auspicio che la nostra proposta venga recipita come un segnale di speranza per la comunità e rappresenti un progressivo ritorno alla normalità”.

Altre immagini che ci arrivano nella mattinata sono quella di Valter Malosti, direttore del TPE – all’ombra del grande abito che occuperà (dal 23 al 28 giugno) la sua Giulietta felliniana, con Roberta Caronia, “un po’ più impolverato ma vivo e presente”, ripartire di là dove tutto è stato interrotto, “per affrontare l’ignoto e andare avanti”, un doveroso omaggio al regista riminese nel centenario della nascita – e quella di Valerio Binasco, direttore artistico dello Stabile – nella grande area delle Fonderie Limone a dare gli ultimi ritocchi all’Intervista di Natalia Ginzburg (di cui è regista e interprete, con Arianna Scommegna e Giordana Faggiano, repliche sino a domenica 21) che inaugurerà lunedì il ciclo di proposte: “un testo che ho già messo in scena tredici anni fa con Maria Paiato ma di cui ho scoperto in questa nuova occasione nuove emozioni, pensieri non già pensati, una seriosità che non avevo sperimentato, la piena consapevolezza che protagonista è il tempo nel suo aspetto malinconico e quasi cecoviano”. Malosti e Binasco hanno marciato di pari passo, e raccogliendo artisticamente economicamente e tecnicamente le proprie risorse hanno creato degli appuntamenti che guardano alla drammaturgia contemporanea come ad autori e ad attori, soprattutto, legati al territorio.

Seguiranno Lucido di Rafael Spregelburd, interpretato e diretto da Jurij Ferrini (dal 30 giugno), Camillo Olivetti di Laura Curino e Gabriele Vacis (dal 7 luglio) e Mistero Buffo di Dario Fo, con Matthias Martelli diretto da Eugenio Allegri (dal 10 luglio); due coproduzioni Stabile/TPE saranno Una specie di Alaska di Harold Pinter con la regia di Binasco e Kollaps (Collasso) di Philipp Löhle messo in scena da Marco Lorenzi. Atteso, dal 21 al 26 luglio, e coprodotto tra Stabile, Teatro Franco Parenti e Teatro Stabile del Friuli Venezia-Giulia, Locke di Steven Knight, diretto da Filippo Dini, mentre Leonardo Lidi porta in scena dal 4 al 9 agosto La segretaria, altra “piccola virtù” teatrale della Ginzburg.

All’interno di Summer Plays, un progetto sperimentale intitolato Claustrophilia, “ideato nel momento più buio del lockdown”, al centro Molly Sweeney di Brian Friel, Blackbird di David Harrower e Dialogo, ancora uno sguardo alla Ginzburg, un progetto che prevede “luogo fisico e spazio digitale, teatro e video, con la partecipazione di tre registi cinematografici e video che sono Irene Dionisio, Michele Di Mauro e Dario Aita, per realizzare produzioni fruibili indifferentemente sul palcoscenico o su piattaforme digitali, sperimentando forme di espressione scenica di sopravvivenza”, dice Binasco, mettendo forse ordine tra quegli spettacoli filmati e visti online e incapaci di dare a chi guarda emozioni autentiche e immediate. Valter Malosti curerà ancora il “Progetto Testori” comprendente Cleopatràs e Le Maddalene, cui si aggiungeranno Testori vs Shakespeare (9 settembre), la presentazione video di Vado a vedere come diventa notte nei boschi…, un omaggio a Giovanni Moretti (il 10) e Conversazione con la morte (l’11), una lettura di Piero Nuti. Tra il 18 giugno e il 30 luglio arriveranno le Lezioni shakespeariane, ovvero sette registi di generazioni diverse racconteranno con l’aiuto di alcuni attori le scene più celebri di altrettanti capolavori del grande autore, svelando anche in questo caso la straordinaria attualità della sua scrittura.

Elio Rabbione

 

Nelle foto:

La “nuova immagine” del teatro Carignano, con i posti distanziati. Foto di Luigi De Palma

Valerio Binasco. Foto di Laila Pozzo

Valter Malosti. Foto di Laila Pozzo

Un momento delle prove di “L’intervista” di Natalia Ginzburg, regia di Valerio Binasco, dal 15 giugno al teatro Carignano. Foto di Luigi De Palma

 

 

Robot guidati da remoto per “telepresenza” nelle strutture ospedaliere

Al via una nuova sperimentazione che impiega robot teleguidati messi a disposizione da TIM agli ospedali Regina Margherita e Sant’Anna e alla sede di CasaOz. L’iniziativa rientra nell’ambito della campagna di solidarietà digitale e di innovazione “Torino City Love” lanciata a marzo dal Comune di Torino

 

Robot guidati da remoto per “telepresenza” in alta definizione che consentono un contatto costante con il mondo esterno da parte delle persone che si trovano in strutture ospedaliere o di accoglienza: pazienti, mamme, minori, medici, infermieri, ostetriche, altro personale ospedaliero, familiari e anche educatori. 

Il progetto è partito a Torino, dove TIM ha attivato all’interno dei reparti di Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Infantile Regina Margherita e di Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria dell’ospedale Sant’Anna, oltre che nella sede di CasaOz in corso Moncalieri, un innovativo servizio di “telepresenza”, cioè di video-comunicazione evoluta.

L’iniziativa fa parte della campagna di solidarietà digitale e innovazione di “Torino City Love”, alla quale ha aderito la Fondazione Medicina a Misura di Donna che ha sede all’ospedale Sant’Anna e ha fatto da ponte per l’operazione.

La piattaforma è stata avviata dal Comune di Torino per rendere disponibili gratuitamente ai cittadini soluzioni digitali innovative a supporto della sanità e delle persone attraverso la piattaforma ‘Torino City Lab’.

Grazie all’impiego dei robot, prodotti da Double Robotics (DOUBLE3) e connessi alla rete TIM, i bambini, le mamme e tutti gli altri operatori delle strutture interessate, impossibilitati a ricevere visite a causa delle disposizioni sul distanziamento sociale per il Covid-19, possono mantenere quotidianamente un contatto “umano” con i propri affetti che si trovano a casa o con alcuni specialisti operanti in altre strutture.

Più in dettaglio: per contrastare l’emergenza sanitaria, l’obiettivo del progetto di telepresenza robotizzata all’interno del reparto dell’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita è mirato a supportare i pazienti, i familiari e i professionisti sanitari e non sanitari nella comunicazione della diagnosi durante i colloqui clinici. Questo permette, ad esempio, ai genitori dei piccoli malati di essere entrambi “presenti”, seppur in videoconferenza, durante questi delicati e importanti momenti di definizione delle terapie, mantenendo in tal modo “l’umanizzazione” dell’assistenza al bambino, all’adolescente oncologico e alla sua famiglia e alleviandone così il senso di smarrimento e isolamento.

 

Sempre grazie ai robot, i piccoli pazienti, che aderiscono ad attività formative o ludiche proposte da CasaOz, possono anche continuare ad “avere vicino” i loro educatori e compagni di gioco, con i quali tramite gli applicativi di video chiamata ad alta definizione possono interagire, nonostante il protrarsi della loro permanenza in ospedale.

Per quanto riguarda invece il reparto di Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria dell’ospedale Sant’Anna,  attraverso il robot,  il personale ospedaliero potrà porre in  contatto le donne gravide o le neomamme, che vengono mantenute in isolamento a causa dell’emergenza Covid -19, con i loro cari che sono risorsa preziosa in momenti delicati.

Inoltre in Terapia Intensiva Neonatale i robot potranno consentire alla mamma ricoverata in ospedale o ai genitori che si trovano a casa di mantenersi in contatto con il loro bambino.

I robot DOUBLE 3 entrano anche a CasaOz, dove grazie alla soluzione di telepresenza ad alta definizione i piccoli ospiti delle ResidenzeOz possono videochiamare, con il supporto degli educatori, gli amici conosciuti durante le attività diurne di CasaOz, quindi bambini e ragazzi di Torino o comuni limitrofi che oggi sono costretti a stare a casa propria, non potendo frequentare la sede dell’Associazione, oppure video dialogare con i parenti lontani che, per le restrizioni dovute al Covid-19, non possono per il momento raggiungerli a Torino per fare loro visita.

TIM, oltre ad aver messo a disposizione questi innovativi apparati robotizzati connessi, ha provveduto anche a formare alcuni operatori delle strutture ospedaliere e di CasaOz nella gestione dei singoli dispositivi e garantirà, per tutta la durata della sperimentazione, che si concluderà in autunno, un’assistenza tecnica da remoto.

“Quando a marzo abbiamo iniziato a sviluppare il progetto Torino City Love una delle priorità era generare azioni e opportunità usando digitale e innovazione per aiutare le famiglie a rimanere unite e affrontare il momento di difficoltà – dichiara Marco Pironti, Assessore all’Innovazione della Città di Torino –. Sono molto felice di poter annunciare l’avvio di questa iniziativa che diventa una preziosa risorsa disponibile proprio in questa direzione, confermando ancora una volta il ruolo fondamentale dei partner tecnologici della Città nell’accompagnamento all’utilizzo dell’innovazione in modo sempre più consapevole”.

“L’innovativa soluzione di videocomunicazione robotizzata di DOUBLE3, che oggi abbiamo reso disponibile presso alcuni reparti della Città della Salute e di CasaOz a supporto del progetto Torino City Love afferma Elisabetta Romano, Chief Innovation & Partnership Office di TIM – è il risultato dell’intensa attività di open innovation che da anni vede impegnata TIM a fianco di start up, sviluppatori e qualificati partner tecnologici, con l’obiettivo di dare impulso alla trasformazione digitale del Paese. Dalla risposta alla crisi può venire una innovazione duratura nel tempo”.

“A fronte dell’emergenza Covid-19 l’Oncologia pediatrica ha dovuto immediatamente cambiare le proprie policies, limitando l’assistenza al paziente malato a un solo genitore e sospendendo la proposta di qualsiasi attività ludico-ricreativa, costringendo i pazienti a un isolamento sociale ancora più severo. Il progetto di Telepresenza Robotica di TIM si inserisce a pieno titolo tra le attività in grado di supportare i pazienti e i familiari ospedalizzati – spiega la professoressa Franca Fagioli, Direttore della Struttura Complessa di Oncoematologia pediatrica – e supporterà i professionisti nelle comunicazioni di diagnosi e nei colloqui clinici in corso di terapia. Si tratta quindi di un progetto dall’alto carattere innovativo che offrirà ai pazienti e alle loro famiglie percorsi di umanizzazione dedicati e altamente personalizzati”.

“Il parto rappresenta di per sé non soltanto un importante evento “personale” per la donna, ma anche un evento ”sociale” che coinvolge la rete dei rapporti affettivi più stretti e fa sì che la comunicazione diretta con i propri cari, che ha dimostrati benefici psicologici e biologici, dia sicurezza e diventi una importante risorsa nel percorso di cura. Purtroppo, nel corso di questi mesi, l’emergenza Covid-19 ci ha costretti ad interrompere la possibilità di comunicazione personale diretta con il nucleo famigliare, soprattutto nel caso delle donne positive o sospette tali. I robot di TIM rappresentano una grande opportunità per superare tali barriere. Inoltre, l’inserimento di questa interessante innovazione tecnologica nei nostri reparti potrebbe aprire importanti prospettive per allargare le possibilità di comunicazione tra strutture, personale sanitario, pazienti e mondo esterno” commenta la professoressa Chiara Benedetto, Direttore della Struttura Complessa Universitaria di Ginecologia e Ostetrica 1 dell’ospedale Sant’Anna e Presidente della Fondazione Medicina a Misura di Donna, Ente che si occupa di umanizzazione della cura e dei suoi luoghi.

 “Abbiamo ritenuto davvero utile collaborare con TIM – dichiara Enrica Baricco, Presidente di CasaOz per garantire affiancamento e sostegno alle famiglie di CasaOz durante e dopo il periodo di cura di cui necessitano. Pensiamo che sia davvero importante essere di supporto alle famiglie che subiscono un maggiore isolamento, soprattutto in questo momento, e che quindi mostrano ancora più vulnerabilità. Ecco perché la sperimentazione di TIM si inserisce in un programma di digitalizzazione del servizio di CasaOz per permettere di raggiungere, sia oggi sia in futuro, un maggior numero di destinatari”.

 

 

 

 

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Lo sconcio di Parco Michelotti

Dire che il degrado avanza a falcate è usare un eufemismo. Parco Michelotti, lungo il Po: che disastro. Uno dei più incantevoli posti della nostra città allo stato brado. Strutture senza tetto ovunque, sporcizia ovunque.

Siamo stati inutili profeti nel sostenere quattro anni fa che la situazione sarebbe peggiorata. Saranno contenti quelli che, appunto anni  fa, manifestava contro l’uso privato del Parco pubblico. Ci si sono fiondati i pentastellati ed il nulla impastato con il niente si è palesato. Che ricordi con lo Zoo, poi con Experimenta e le feste della sinistra sbrindellata, ma pur sempre
Feste.

Oggi degrado, degrado, degrado. Mi viene da singhiozzare. Quando arrivo in piazza Crispi piango a dirotto. Accampamento Rom. Sono stato politicamente corretto, ma la sostanza non cambia. Io ho pianto una sola volta,  residenti e ristoratori o commercianti piangono tutti i giorni. Arrivano da Napoli trovando maggior lavoro in Barriera. Piccoli furti e piccoli ricatti, e ragazzi Rom che circondano altri ragazzini per minacciarli. Insomma tutto nella norma. Carabinieri? Forze dell’ordine? Vigili Urbani? Fanno quel che possono, cioè poco o niente. Sicuramente non per volontà, ma per possibilità. Chi proprio non ci sta e non si dà per vinto è il padrone della Pizzeria Don Gennaro, tutti i giorni fa una telefonata di denuncia agli organi competenti. Esiste un numero e un nucleo dei Carabinieri che si occupa dei Rom. Ormai non gli rispondono neanche più. Le prime volte, gentilmente gli facevano presente che nulla potevano. Piazza Crispi  era uno dei cuori pulsanti di Barriera. Oggi, quando va bene, due banchetti di frutta e verdura. Che tristezza. Era talmente commerciale che la Banca SanPaolo fece una vantaggiosissima offerta economica al PCI di Barriera. Prima c’era un basso fabbricato di legno. Al suo posto un palazzone di 6 piani e la sede della Banca di zona. Intorno, mille attività artigianali. Non si vive di ricordi. Ma almeno ci fa un po’ respirare, visto che in questo presente proprio non ci riconosciamo. Tra le altre cose da Don Gennaro si mangia proprio bene, ed il servizio è buono. Se ricordo bene è una costola di Gennaro Esposito che con Cristina sono tra le prime pizzerie storiche di Torino. Mangiare bene rende felici, non bisogna esagerare, un po’ come tutte le cose, in medio stat virtus, con  senso del limite. In Barriera come al Parco Michelotti non c’era felicità tra le persone, e si è abbondantemente superato il limite. Non puoi e non devi convivere e sopportare simili comportamenti. Ne va anche della loro dignità, come della nostra. Basterebbe applicare quattro regole di elementare convivenza per ritornare ad essere, se non felici, almeno sereni. Ma sembra proprio che vogliamo l’impossibile.

Patrizio Tosetto

Pista ciclabile: ecco come cambierà via Nizza

La spesa di 300 mila euro a carico di Eataly. La Giunta Comunale, su proposta dell’assessora alla Mobilità Maria Lapietra, ha approvato il progetto esecutivo del nuovo tratto di pista ciclabile bidirezionale che lungo via Nizza da piazza Carducci raggiungerà via Biglieri, nella zona del Lingotto.

L’intervento consentirà di completare il tracciato di uno dei principali percorsi di ingresso in città e a servizio di aree universitarie, ospedali, centro espositivo del Lingotto, grattacielo della Regione e futura Città della Salute, identificato nel Biciplan come la direttrice 4.

Il nuovo tratto, della lunghezza di circa 1 chilometro, avrà una traiettoria pressoché parallela alla via Nizza che si svilupperà inizialmente, tra piazza Carducci e via Tepice, sotto gli alberi per poi spostarsi , proseguendo verso l’esterno della città, sul lato sinistro della via, a ridosso del marciapiede.

Lungo il percorso interessato dall’opera è previsto l’adeguamento degli impianti semaforici e l’inserimento di percorsi tattili per disabili visivi in prossimità degli attraversamenti pedonali con conseguente modifica parziale degli scivoli, ove necessario.

Elementi di arredo urbano e portabiciclette troveranno posto in alcuni spazi liberi e non idonei a ospitare la sosta degli autoveicoli. Altri stalli saranno ricollocati, allontanandoli dal tracciato della pista ciclabile, per garantire la discesa in sicurezza dai veicoli.

“Con l’approvazione del progetto per il nuovo tratto di pista ciclabile facciamo un altro passo avanti verso la trasformazione dell’asse di via Nizza in un viale moderno e funzionale, gradevole da percorrere e più sicuro per tutti gli utenti della strada”, commenta l’assessora alla Mobilità, Maria Lapietra.

La spesa prevista per l’intervento, che dovrebbe concludersi entro la fine del mese di settembre, è di quasi 300mila euro e sarà a carico della società Eataly Real Estate Srl.

Movida, coronavirus e mal vivere

La movida o, meglio, la mala-movida ringrazia il coronavirus; non così i cittadini residenti nella zona di Piazza Vittorio e in San Salvario nelle zone, cioè, destinate all’ampliamento dei dehors ed alla “pedonalizzazione temporanea”.

In via di superamento gli effetti sanitari del coronavirus siamo tutti protesi a riprendere la vita personale e collettiva, a riprendere, finalmente, le attività. Nel corso della quarantena molti sono stati gli appelli a ripensare la qualità della vita, i propositi su una migliore e civile convivenza. Passata la festa, gabbato lo santo … paradossalmente dove non c’è stata festa e nessun santo.

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La quarantena vissuta non viene utilizzata per migliorare la vita collettiva, ma strumentalizzata per ampliare i momenti di disagio per la fascia di torinesi residenti nelle zone della movida. Nei musei si entra col contagocce, limitato il numero dei visitatori nelle sale, i Tribunali praticamente chiusi come le scuole ….non così i locali in zona movida che godono di un trattamento speciale. I locali movida (che pur devono riaprire) potranno ampliare lo spazio finora occupato, saranno chiuse al traffico e pedonalizzate alcune vie per consentire una maggiore occupazione di suolo pubblico ed il libero sciamare degli avventori; naturalmente le ore previste sono quelle del riposo serale e notturno. Insomma, sarà peggiorata la situazione preesistente al coronavirus.

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Per meglio gabbare viene usata la solita tecnica “in via sperimentale e temporanea” ; forse si intende sperimentare gli effetti che tali provvedimenti avranno sulla salute dei residenti . Sulla “temporaneità” il sarcasmo è d’obbligo. C’è di più e di meglio: saranno i titolari dei locali che dovranno occuparsi di contingentare l’arrivo dei frequentatori , non nei loro locali, ma nella zona pedonalizzata (sic!). Questo modo di procedere da parte di chi , per competenza istituzionale, si occupa del problema denota disprezzo nei confronti dei residenti ed incapacità a gestire la vita comunitaria. Si dovrà invocare “Arrridateccci il coronavirus!”.

Elle

Museo del Risparmio: 30 minuti di caccia all’errore con Barbara Alemanni

Secondo appuntamento online mercoledì 10 giugno alle ore 18 con il format  “Un libro in 30 minuti” dedicato ai più tipici “passi falsi” degli investitori e le strategie per minimizzarli

 

Mercoledì 10 giugno alle 18:00 è in programma l’appuntamento online con la seconda puntata del nuovo format “Un libro in 30 minuti“. L’ospite è Barbara Alemanni, Professoressa presso l’Università Bocconi e autrice del saggio “Finanza comportamentale. Scoprire gli errori che ci fanno perdere tempo“.

Nella mezz’ora dedicata all’incontro, si parlerà del comportamento degli investitori nelle scelte di allocazione dei risparmi. Più nello specifico, si cercherà di identificare gli errori che gli investitori individuali e professionali commettono, ma anche di suggerire strategie per minimizzare le conseguenze di questi errori, fino a trasformali in alleati e a sfruttarli per ingenerare comportamenti più virtuosi. Una lettura che offre spunti utili sia per chi svolge l’attività di consulenza finanziaria, sia per gli investitori privati che vogliano migliorare la propria disciplina decisionale e comportamentale.

L’incontro si svolgerà attraverso la piattaforma Webex. Le informazioni per partecipare e collegarsi all’evento sono disponibili sul sito del Museo del Risparmio o all’indirizzo: info@museodelrisparmio.it

“Bonus Piemonte: per chi e per cosa?”

Un lettore ci scrive / Caro Direttore, con enfasi mediatica l’amministrazione regionale, la stessa che doveva consegnare da  diverse settimane la “mascherina” a tutti i Piemontesi (alla mia famiglia non sono mai arrivate ma siamo fiduciosi che il Governatore Cirio ce le farà avere in tempo per il Carnevale 2021) ha lanciato una iniziativa di supporto alle categorie professionali provate dal Covid-19: il bonus Piemonte.

Devo dire che, nella scarsa propensione a elaborare progetti ben studiati e inclusivi delle varie problematiche connesse al sostegno della cittadinanza, il Piemonte è in buona compagnia.

Le iniziative di supporto nazionali sono state elargite senza tenere conto delle sfaccettate e complesse realtà esistenti. Io, e la mia famiglia di 3 persone, ad esempio sopravviviamo con una pensione INPS (664,00 Euro) ma a causa di questa “misera” pensione d’anzianità, quella che mi spetta per avere pagato i contributi INPS per 35 anni, non ho potuto richiedere il bonus di 600 Euro ( e che forse ora diventeranno 800 o 1.000 ) come invece, da quello che leggo, hanno potuto fare camorristi, mafiosi e altre categorie “protette”. In precedenza era stato considerato ostativo all’ottenimento del bonus anche percepire le pensioni di invalidità ma, a fronte della levata di scudi da parte delle associazioni delle persone con disabilità, almeno per questo punto questa la norma è stata emendata. Il percepire una pensione bassa non solo mi impedisce di richiedere il bonus ma, mentre lo stesso non concorre a costituire il reddito tassabile, la mia pensione viene tassata, contribuendo così a finanziare i vari bonus, redditi di cittadinanza e altre brillanti soluzioni con cui alcuni mesi fa è stata “sconfitta la povertà”. E’ una disparità di trattamento ingiusta, in un momento in cui si fa appello, a ogni piè sospinto, alla unità e solidarietà nazionale.
Ma in effetti l’argomento della presente è: il bonus Piemonte. Personalmente ho dato al Covid 19 più di quello che avrei voluto. Mia madre è morta sola a metà Aprile, in una RSA dove era in riabilitazione da fine Gennaio. Il mio lavoro è evaporato e la vita non è certo facile.
Quindi gli 800 Euro del bonus per l’ “attività delle guide e degli accompagnatori turistici” (Codice Ateco 79.90.20) li avrei spesi principalmente per spesa e bollette. Ma il Piemonte non vuole che il bonus venga sprecato per scopi “voluttuari” come nutrirsi! Nel modulo da firmare per ricevere il bonus al punto 4 è precisato:
“…4. che il Bonus Piemonte deve essere utilizzato per l’adeguamento dei locali, l’acquisto di materiali, attrezzature e delle spese accessorie imposte anche dalle nuove esigenze e misure igienico-sanitarie derivanti dall’emergenza COVID-19, secondo quanto previsto dalla specifica normativa regionale che ha istituito il Bonus stesso;…”Ora mi sembra almeno strano che una persona che svolge la sua attività professionale principalmente all’aperto e nel mio caso, in gran parte via da Torino, debba usare il bonus per adeguare dei locali che non utilizza per il proprio lavoro, acquisire dei materiali che non so quali possano essere vista la sua attività (una valigia nuova? un paio di scarpe confortevoli? ), ecc. invece di poterli spendere per tappare i buchi del suo asfittico bilancio visto che da Febbraio, come già segnalato, non incassa un centesimo. Pur nella sua banalità il problema “alimentare” in cui penso, come noi, si dibattono migliaia di famiglie Piemontesi, non ritengo debba essere risolto demandandolo alla carità delle varie onlus e associazioni caritatevoli. Oppure il Governatore vuole riesumare le “Brigate Cirio”? Sono consapevole che si tratta di una battuta di non eccelsa qualità ma sto esaurendo il mio senso dell’umorismo.
Forse molti dei miei colleghi e quanti altri esercitano professioni simili alla mia, non si sono resi conto che l’invio del modulo e il ricevimento degli Euro del Bonus Piemonte, potrebbe dare, per anni, lavoro all’Agenzia delle Entrate e ai Tribunali per recuperare quanto indebitamente speso.
Per chiedere un chiarimento in merito ho chiamato l’URP regionale. Mi è stato detto di rivolgermi alla email: help.bonuspiemonte@regione.piemonte.it  i cui addetti saranno però molto impegnati se dal 05/06 pomeriggio non hanno ancora trovato il tempo di rispondere. Sempre meglio del CSI che ha preso in carico un’altra richiesta il 04/06 e non ha ancora risposto al momento di inviare questa email.
Comunque per chiudere: se lo scopo del Bonus Piemonte era dare sostegno alle imprese e ai lavoratori autonomi sarebbe stato necessario valutare a priori quali categorie e codici Ateco potevano utilizzare i fondi ricevuti nei modi previsti dall’articolato del bando. Come ho precedentemente spiegato le persone che svolgono attività come la mia ben difficilmente potrebbero utilizzare i fondi come richiesto. Quindi i loro codici Ateco non avrebbero dovuto essere inclusi. Oppure dovrebbe esserci, e sarebbe più ragionevole se si vuole aiutare i lavoratori autonomi Piemontesi, una esplicita deroga per quelle professioni che, per la loro natura stessa, non potrebbero utilizzare i fondi come richiesto ma li userebbero per sopravvivere per un po’ sperando che il lavoro riparta.
Magari il Governatore, quando si renderà conto che i suoi canali di comunicazione difettano, vorrà rispondere nel merito chiarendo se posso richiedere il bonus per fare la spesa senza poi finire nel tritacarne amministrativo/fiscale rendendo, magari tra numerosi anni quando il Covid sarà un ricordo sfumato, quanto ricevuto più spese e sanzioni.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
MM

Save the Food e Banco Alimentare Piemonte Insieme contro lo spreco alimentare

Nella Regione, nel 2019, il progetto ha contribuito a ridistribuire ai bisognosi 124.252 porzioni di cibo. Circa 2.265 tonnellate di alimenti recuperati. A Maggio 2020 tagliato il traguardo di 16 milioni  porzioni salvate dallo spreco su tutto il territorio nazionale

L’emergenza sanitaria che ha funestato l’inizio del 2020 ha messo in ginocchio l’economia di interi Paesi; in Italia, prima nazione occidentale ad essere pesantemente colpita dalla pandemia, a causa del blocco di tutte le attività commerciali e lavorative molte famiglie in più hanno dovuto chiedere aiuto agli enti caritativi per poter sfamare i propri cari e se stessi.

Nel nostro Paese Banco Alimentare  si occupa di combattere lo spreco alimentare, dando al cibo una seconda vita donandolo ai più bisognosi. In collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare, nel 2011, nasce il progetto Cuki Save the Food realizzato da Cuki  per sostenere il programma Siticibo della Onlus, che opera su tutto il territorio nazionale contro lo spreco alimentare e recupera il cibo non servito nelle mense collettive e invenduto nei supermercati della distribuzione organizzata.

In Piemonte Cuki Save the Food, nel 2019, ha contribuito  a recuperare 124.252 porzioni  di cibo (questo è il dato relativo ai piatti pronti che abbiamo pubblicato sul Bilancio Sociale 2019, eventualmente insieme a quello di GDO che è di 2.265 tonnellate), fornendo le vaschette di alluminio per il recupero delle porzioni operato da Banco Alimentare attraverso le Strutture Caritative convenzionate.

ha recuperato 124.252 porzioni di cibo, raccolte dal Banco Alimentare Piemonte che ha potuto contare sulle mense collettive che hanno aderito al progetto nella regione sabauda. In Italia Cuki Save the Food nel solo 2019 ha contribuito a  “salvare” dallo spreco 1.418.000 porzioni di cibo. A maggio di quest’anno, sono oltre 16 milioni le porzioni ridistribuite dal 2011, anno dell’inizio della del progetto.

Un meccanismo trasparente e virtuoso che si basa sulla solidarietà, e sull’impegno di oltre 206 volontari di Banco Alimentare su tutto il territorio regionale e delle centinaia di volontari delle Strutture Caritative convenzionate , che consentono di recuperare il cibo preparato e in eccedenza donandolo, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie alle  persone in difficoltà  sul territorio.

Attraverso il progetto Cuki Save the Food, Cuki, azienda leader per la conservazione dei cibi, ha messo a disposizione degli operatori di Banco Alimentare la sua esperienza  per consentire il perfetto mantenimento del cibo  e farlo  arrivare a chi ne ha bisogno.

Nel corso dei dieci anni di attività di Responsabilità Sociale di Cuki, sono state donate circa 2 milioni di vaschette in alluminio migliaia di Thermobox per conservare, trasportare e ridistribuire le oltre 16 milioni di porzioni che rappresentano un risultato unico nella storia della lotta allo spreco alimentare.

“L’attenzione verso i temi sociali sono sempre stati centrali per il nostro brand, spiega Carlo Bertolino, Direttore Marketing e Comunicazione Cuki La collaborazione con Banco Alimentare ha un valore enorme perché ci consente di realizzare un atto di restituzione: sostenendo la Onlus abbiamo la possibilità di dare una seconda vita al cibo che altrimenti andrebbe sprecato e che va a favore delle fasce più deboli”.

La collaborazione tra Cuki e Banco Alimentare si consolida ulteriormente anche grazie ad un altro progetto nato per contrastare un importante settore che incide sullo spreco alimentare: il cibo sprecato nei ristoranti. Nel 2016 nasce Cuki Save Bag, la “doggy bag” di Cuki, sviluppata in sinergia con 200 studenti del Politecnico di Torino, per portare a casa il cibo non consumato al ristorante, contribuendo in questo modo a combattere lo spreco del cibofuori casa. Hanno aderito al progetto Save Bag i ristoranti Eataly, le osterie Slow Food, il Gruppo CIGIERRE e Just Eat.

Per non perdere Evelina

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Non entro nel merito della conduzione del Museo Egizio che l’allora neo Presidente Evelina Christillin non volle chiamare di Torino, con scelta che ha offeso la città e la sua storia perché quel museo e’ sabaudo e torinese  al cento per cento

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Certamente  il Museo che è sempre stato un’eccellenza italiana e che fu anche presieduto da Alain Elkann, ha rappresentato un successo che è aumentato negli anni forse più per merito del suo direttore Christian  Greco  che della sua presidente. Greco ha saputo valorizzare, direi plasmare il museo con criteri innovativi. La  presidente ha più curato l’immagine “politica” del Museo con dichiarazioni che, a volte, si sono rivelate un po’ demagogiche o con operazioni assai discutibili come il prestito permanente di pezzi del Museo a Catania.
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La dottoressa Christillin è da tanti anni sulla scena pubblica non solo torinese, da quando venne scelta dall’avvocato Agnelli a capo del comitato per le Olimpiadi invernali, per poi passare alla presidenza del Teatro Stabile che durante il suo mandato è  diventato teatro nazionale. Fu lei che volle eliminare lo storico ingresso del teatro Carignano  che venne sostituito da una  orribile struttura in acciaio che dopo alcune proteste venne modificato. Una donna come lei ha tutte le strade e le porte aperte e può disporre come vuole con facilita’. Ha anche la disponibilità economica per agire, mentre altre istituzioni devono lesinare le spese perché i finanziamenti pubblici sono esigui e spesso in ritardo. Stando ai risultati non si può negare che ha ben lavorato, anche se può infastidire il ruolo politico che ha voluto esercitare sempre in sintonia con il Pd. La ricordiamo tutti al Lingotto con Veltroni e poi con Renzi, per non citare il suo speciale rapporto con il sindaco Chiamparino. Qualche volta viene invitata in televisione dalla Gruber come opinionista politica, anche se l’invito è giustificato dalla presidenza del Museo Egizio. La Signora e’ un pezzo di pregio di quello che si chiamava e ancora si chiama “sistema Torino” e che i grillini si ripromettevano di abbattere, mentre si sono lasciati risucchiare dal medesimo. Dopo due mandati la Christillin non poteva, a termini di statuto, essere riconfermata alla presidenza del Museo. Ma sinistra e destra, piuttosto di perderla, hanno deciso di cambiare lo statuto. Si tratta di una decisione clamorosa del tutto “ad personam”, si potrebbe dire con un linguaggio del recente passato. Di norma gli statuti si rispettano o si cambiano perché si rivelano inadeguati al di là delle persone. Può essere discutibile che uno statuto preveda dei limiti di mandato, ma chi lo scrisse e lo approvò avrà avuto qualche valido motivo per stabilire i due mandati. Chi ha fatto bene, di norma, va confermato, anche se lo statuto del Museo si rivelava oggi  inconsapevolmente del tutto in linea con i due mandati tanto cari ai grillini. Ma a ribadirlo e’ rimasta solo la capo gruppo dei 5 Stelle  in Comune. Si pone una domanda d’obbligo: se invece della Christillin  ci fosse stato un altro  presidente, cosa sarebbe accaduto? Una mia cara amica che ricopre ruoli di vertice nell’ambito della cultura italiana mi ha scritto di dubitare che se non ci fosse stato “uno di famiglia”, il trattamento di favore sarebbe stato concesso così facilmente.  Sembra che circoli anche la notizia che la signora Christillin possa essere una candidata sindaco di Torino per il 2021. Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà, ma sicuramente è un’ipotesi che non si può escludere. Lei dichiarò  una volta ai giornali che avrebbe aiutato ad attaccare i francobolli per la campagna elettorale del Sindaco Chiamparino. Di strada da allora ne ha fatta tanta e potrebbe adesso ambire a sedersi lei stessa  sulla poltrona più alta di Palazzo civico e,  magari, tra dieci anni ottenere la deroga al limite di mandato per ricandidarsi una terza volta a furor di popolo come sindaca.
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