Caro direttore, a giugno 2020 era stato annunciato un nuovo piano per il comando dei vigili urbani di via Morandi che sarebbe stato trasferito per aprire a nuove progettualità l’immobile al civico 10.
Nell’immobile, come confermato anche dal comandante Bezzon, era rimasto soltanto un piantone di un vigile urbano che forniva informazioni e raccoglieva le segnalazioni e la struttura era, di fatto, per buona parte inutilizzata mentre gli stessi servizi sono stati dislocati in strada comunale di Mirafiori.
Le reazioni immediatamente successive all’annuncio di questo intento erano state di preoccupazione da parte di alcuni abitanti della zona che temevano occupazioni abusive o il disuso di una struttura cittadina. A questo l’Amministrazione aveva da subito fornito rassicurazioni: non avremmo permesso occupazioni e avremmo trovato una soluzione per valorizzare lo stabile e, globalmente, l’intera zona.
In questi mesi abbiamo lavorato per ottenere un risultato specifico: ridare vita all’intero complesso e renderlo disponibile alla cittadinanza.
Si inserisce proprio in questo percorso la decisione di ATC, che il 22 luglio 2021 ha deliberato la richiesta alla Città di Torino per l’immobile di Via Morandi n° 10, al fine di attivare nuove progettualità specifiche sulla formazione al lavoro.
Sussidiarietà orizzontale e welfare generativo: queste le linee di indirizzo con cui ATC manifesta il proprio intento, nell’ambito delle linee guida tracciate dalla normativa regionale in materia, per favorire l’individuazione di immobili che non sono utilizzabili per i fini propri dell’edilizia sociale ma che possono essere adibiti per servizi sussidiari alla cittadinanza.
In particolare l’Agenzia, con l’attivazione delle varie progettualità nei quartieri di edilizia sociale, pone in essere tutte le attività sul welfare abitativo a favore dei residenti degli immobili di proprietà e/o in gestione ATC. L’attivazione di tali progettualità nasce inoltre dall’esigenza di operare una trasformazione dell’edilizia sociale in un servizio abitativo, cioè una casa integrata ad un insieme di servizi collegati (politiche sociali, sanitarie e dell’occupazione) che rispondano alle esigenze della persona e della famiglia.
La zona interessata è densa di alloggi di edilizia sociale attorno ai quali sperimentare nuove azioni finalizzate a:
– rafforzare la presenza sul territorio;
– offrire servizi sulla formazione al mondo del lavoro, dando la possibilità a coloro che risiedono negli alloggi ATC di avere una offerta formativa a condizioni favorevoli;
– favorire la nascita di attività sul territorio;
– migliorare lo stato manutentivo degli edifici pubblici e avviare momenti di aggregazione tra gli inquilini degli immobili di edilizia sociale.
È ormai chiaro da tempo come l’edilizia sociale debba considerare molteplici aspetti della vita delle persone, promuovendo un inserimento degli alloggi in contesti attivi, organizzati e partecipati.
La strada dello stabile che prima era comando dei vigili urbani va proprio in questa direzione.
Antonino Iaria
Assessore Urbanistica Città di Torino
Anche Torino conserva le bellezze millenarie di Cipro nei suoi musei. Una prestigiosa istituzione lega in particolare la città alla leggendaria isola. La più importante collezione cipriota in Italia si trova proprio nel capoluogo piemontese, ai Musei Reali, che ospitano fino al 9 gennaio 2022, la mostra “Cipro, crocevia delle civiltà”, interamente dedicata all’isola mediterranea, mitica culla di Afrodite. Centinaia di vasi, ceramiche, anfore, sculture in terracotta, giare, coppe, vetri, metalli, alabastri, gioielli, epigrafi, sigilli, monete e altro ancora sono usciti dal Museo di Antichità, la sede naturale al fianco della Galleria Sabauda, per essere accolti, a pochi metri di distanza, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali insieme a numerosi oggetti e pezzi provenienti da importanti musei esteri. Un migliaio di reperti affollano le sale del Museo di Antichità grazie a numerose donazioni avvenute a partire da metà Ottocento sotto il console del Regno di Sardegna Marcello Cerruti e in seguito con gli scavi di Luigi Palma di Cesnola, di Rivarolo canavese e a quel tempo console americano a Cipro. Una raccolta straordinaria che per importanza scientifica è paragonabile alla collezione del Museo Egizio. Cipro è da sempre l’isola del desiderio di conquistatori, condottieri e invasori, contesa da micenei, egiziani, assiri, persiani, romani, bizantini, arabi e crociati. Divisa in due parti dal 1974 tra greco-ciprioti e turco-ciprioti, l’ex colonia britannica è ancora oggi al centro di interessi geo-politici internazionali dopo la scoperta di vasti giacimenti di gas nelle sue acque che fanno gola ai Paesi della regione e hanno innescato una pericolosa lotta in un Mediterraneo orientale sempre più tempestoso. In vetrina, nelle sale Chiablese, il fascino millenario di Cipro, ponte tra Oriente e Occidente, una delle isole più misteriose del Mediterraneo. Allestita in collaborazione con l’Ateneo di Torino la mostra è curata dal docente Luca Bombardieri e da Elisa Panero, curatrice delle collezioni archeologiche dei Musei Reali. Afrodite è la dea della bellezza e dell’amore che “nasce dalla schiuma del mare cipriota” e fin dall’antichità la sua isola è snodo di scambi commerciali e oggetto di conquiste. Prima con i Fenici, poi con l’egemonia di assiri, egizi, persiani e romani Cipro ha svolto un ruolo da protagonista nei contatti e nel commercio
mediterraneo con il Levante così come fu un scalo essenziale per navi egizie, fenicie e greche tra Mediterraneo, Mar Rosso e Mar Nero. Sono sette le sezioni in cui si divide l’esposizione e un’attenzione particolare è dedicata alla donna come madre, sacerdotessa e dea raffigurata con statue, monili e dipinti della Galleria Sabauda. In rassegna oltre 600 reperti e tra i pezzi più significativi troviamo una testa di divinità o sacerdotessa di piccole dimensioni in terracotta risalente al 600 a.C., un unguentario a forma di dattero in vetro contenente una sostanza oleosa e una statua di Afrodite in trono del periodo cipro-arcaico in prestito dal Kunsthistorisches Museum di Vienna mentre dal Metropolitan Musem of Art di New York arriva una statua votiva in abito assiro, in calcare, datata 535 a.Cristo, per la prima volta esposta al pubblico. Altri oggetti di pregevole fattura provengono dal British Museum di Londra e dal Museo di Cipro a Nicosia. Un viaggio nella terra di Afrodite che va oltre la sua Dea e che si conclude con le scoperte di recenti missioni italiane sull’isola. Gli orari per visitare la mostra: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00. Il biglietto costa 15 euro. Filippo Re

Solo alcune delle grandi opere monumentali, obelischi soprattutto, realizzate per numerose piazze d’Europa. Oggi Ivan Theimer vive fra Francia e Italia, fra Parigi e Pietrasanta, coltivando ancora una forte passione per i viaggi in luoghi remoti alla ricerca di paesaggi che ama fissare in deliziosi acquerelli, ben studiati nei giochi di luce e trasparenze di colore. A lui il Museo “Accorsi-Ometto” di Torino dedica oggi, e fino al 19 settembre, una personale, di quelle da non perdere. Una mostra, curata da Marco Meneguzzo, articolata in un’ottantina di opere (fra sculture, dipinti, grafica e disegni) che partono dal Cortile del Museo di via Po per accedere al secondo piano negli spazi espositivi interni della Galleria. Già ben esemplificativo, oltreché suggestivo, il titolo: “Selva simbolica”. E il perché ce l’abbiamo subito al primo impatto, davanti agli occhi, varcando la soglia del Cortile, in cui svettano (sempre in verticale, direzione-cielo) opere scultoree che rappresentano l’esatto emblema della sua vita e del suo lavoro come incontro continuo di due elementi: “uno minoritario, di rappresentazione della realtà e uno preponderante, di allegoria, metafora, mito, simbolo”. Ecco allora quell’antico Cortile diventare altro. Ci si aggira fra immagini di perfetta assoluta realtà, grandiose e monumentali, un “urlo” d’arte pura, trasformate in simboli strettamente legati al mito. Una selva, riflessa nello sviluppo plastico in verticale, con le sue tipologie ripetute. Ma “selva simbolica”. Dove una serie di obelischi in bronzo dipinto fa da cornice a un gruppo di bambini con copricapi orientaleggianti, con frutti e pesci tenuti fra le mani e poi tartarughe e stele su cui svetta l’imponente “Arione”, Arione di Metimna o di Lesbo, il citarista dell’antica Grecia prediletto da Periandro, tiranno di Corinto, tratto in salvo dalle acque del mare da un delfino che lo portò fino al santuario di Poseidone a Capo Tenaro. Mito e ancora mito. Allegorie che sfidano il reale. In un percorso stilistico di grande preziosità e raffinate cesellature che richiamano ad un manierismo toscano alla Benvenuto Cellini, ma anche al simbolismo e agli antichi classicismi, dalla civiltà egizia a quella greco-romana. Dal Cortile alla Galleria interna. Qui troviamo dipinti legati agli esordi dell’artista (allievo all’“Ecole des Beaux-Arts” di Parigi, dove riprende gli studi d’arte già conclusi in patria),
minuziosi disegni su carta e i suoi “trous” o “buchi” dipinti dalla fine degli anni Sessanta e “scavati in un terreno metafisico – ricorda Marco Meneguzzo – in un luogo assolutamente non realistico, più vicino a un paesaggio surreale di Yves Tanguy che a un qualsiasi luogo reale”. Dopo la “Sala Tartaruga” dedicata a Ercole e al suo mito (bellissimo e anche forse un po’ ironico l’“Ercole con obelisco” colto in una posa sbilanciata di grande difficoltà con quel peso non indifferente da reggere anche per una montagna di muscoli come quelli attribuiti all’unico mortale riuscito a diventare dio, figlio di Giove e della regina Alcmena), il “Salone Cinese” vede la rappresentazione scenografica della “selva simbolica” con le opere concentrate al centro e svettanti sin quasi a toccare il soffitto, creando una sorta di foresta di obelischi. La sala attigua è infine occupata da altre opere dell’artista come i “d’après” di grandi pittori del passato e dal bozzetto del monumento per il bicentenario della “Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo”, eretto in Champ de Mars a Parigi. A concludere il percorso espositivo, troviamo i pilastri/lampade (mirabili opere di moderno design) e gli acquerelli di viaggio dedicati ai luoghi visitati dall’artista nell’arco della sua vita. Attenti. Poetici.Capaci di rendere appieno la volontà di fissare un’emozione nello spazio morbido di una pennellata e nel gioco, atteso anche per ore, del cambio di luci, atmosfere e colori.