Cosa succede in città- Pagina 3

Una nuova casa per le scuole tecniche San Carlo

La Città di Torino affiderà i mille metri quadrati dello stabile di via Castelgomberto 75 all’Associazione Scuole Tecniche San Carlo. Obiettivo è far nascere un nuovo polo del lavoro destinato alla formazione e all’inclusione occupazionale.

La decisione è stata deliberata dalla giunta su indicazione della vicesindaca con delega al Patrimonio e al Lavoro Michela Favaro.

I locali di via Castelgomberto, di proprietà del Comune e ampi 850 metri quadrati sui livelli interni e 324 nei cortili esterni, saranno affidati all’ente di formazione per 10 anni. L’edificio verrà inoltre interessato da lavori di ristrutturazione e ammodernamento eseguiti dell’Associazione Scuole Tecniche San Carlo attraverso un investimento pari a 173mila euro.

“Favorire la sinergia tra enti che si occupano di formazione professionale e agenzie per la ricerca attiva del lavoro può essere una formula vincente su cui scommettere – spiega Michela Favaro, vicesindaca con delega al Patrimonio e al Lavoro -. La concessione dei locali di via Castelgomberto 75 all’Associazione Scuole Tecniche San Carlo vuole provare a incidere su un tema centrale come quello dell’inserimento qualificato in un mondo del lavoro sempre più complesso”.

Lo storico ente di formazione, specializzato nella preparazione di donne e uomini da avviare al mondo del lavoro grazie a corsi di falegnameria, restauro ligneo e dei dipinti, abbigliamento e moda e costruzioni scenografiche, collabora già da tempo con la Città svolgendo i suoi corsi in un’altra sede concessa dal Comune, quella di via Pergolesi 119, zona nord della città. L’intenzione, vista anche la presenza dell’Agenzia Piemonte Lavoro ospitata sempre nel complesso di via Castelgomberto, è di agevolare la nascita di un polo che unisca formazione a strumenti utili per una ricerca attiva dell’impiego.

“Siamo profondamente onorati e grati alla Città di Torino per la fiducia che ci ha accordato – dichiara il presidente dell’AssociazioneScuole Tecniche San Carlo Stefano Alotto -. Questo nuovo spazio in via Castelgomberto rappresenta per noi molto più di una semplice sede: è un’opportunità straordinaria per rafforzare il nostro impegno nel campo della formazione professionale. Lavoreremo per creare un polo del lavoro inclusivo, dove ciascuno, indipendentemente dal proprio punto di partenza, possa trovare percorsi di crescita e occupazione. La possibilità di collaborare a stretto contatto con l’Agenzia Piemonte Lavoro, già presente nel complesso, ci permetterà di offrire ai nostri studenti e studentesse un percorso completo, dalla formazione teorica e pratica fino all’incontro diretto con le opportunità lavorative”.

TORINO CLICK

foto archivio

“Bianco al Femminile”. In mostra sei secoli di autentici capolavori tessili

Appartenenti alle Collezioni di “Palazzo Madama”

Fino al 2 febbraio 2026

Occasione contingente, il riallestimento della “Sala Tessuti”. Da questa pratica incombenza, nasce una mostra di notevole valore culturale, storico e didattico che racconta, attraverso sei secoli di altissima arte tessile una storia che passa per ricami minuti e intricati e preziosi merletti, arrivando al più iconico degli abiti femminili di colore bianco, il colore naturale della seta e del lino: l’abito da sposa. Si presenta così la mostra dal titolo (non per nulla) di “Bianco al Femminile” curata da Paola Ruffino e allestita nella “Sala Tessuti” di “Palazzo Madama” fino a lunedì 2 febbraio 2026. In rassegna, trovano adeguato spazio cinquanta manufatti tessili, appartenenti alle Collezioni del Palazzo che fu “Casa dei secoli” per Guido Gozzano, di cui sei restaurati per questa precisa occasione e quattordici esposti per la prima volta: autentici capolavori nati dal sorprendente lavoro (più che artigianale) passato, per tradizioni secolari, attraverso “mani femminili” che hanno operato con minuta diligenza sul “ricamo in lino medievale”, così come sulla lavorazione dei “merletti ad ago” o “a fuselli” o ancora sul “ricamo in bianco su bianco”. Donne artigiane, donne artiste, donne “autrici, creatrici, nonché raffinate fruitrici e committenti di tessuti e accessori di moda”. Comune fil rouge, per tutte, il colore bianco, colore “in stretta connessione, materiale e simbolica, proprio con la donna”. E che trova il suo massimo apice in Francia e in Europa, sul finire del XVIII secolo, complice il fascino esercitato dalla statuaria greca e romana su una moda che guarda, affascinata non poco, all’antico. “Le giovani – si legge in nota – adottano semplici abiti ‘en-chemise’, trattenuti in vita da una fusciacca; il modello del ‘cingulum’ delle donne romane sposate, portato alto sotto al seno, dà avvio ad una moda che durerà per trent’anni. I tessuti preferiti sono mussole di cotone, garze di seta, rasi leggeri, bianchi o a disegni minuti, come le porcellane dei servizi da tè”.

Dal XIV – XV secolo fino al Novecento (dietro l’angolo) l’iter espositivo prende avvio dai primi “ricami dei monasteri femminili”, in particolare di area tedesca e della regione del lago di Costanza (lavorati su tela di lino naturale e poi diffusisi, per la povertà dei materiali e per la facilità di esecuzione, anche in ambito domestico – laico, per la decorazione di tovaglie e cuscini) per poi passare a documentare la lavorazione del “merletto” nell’Europa del XVI e XVII secolo che vide protagonisti i lini bianchissimi e la straordinaria abilità delle “merlettaie veneziane e fiamminghe”. In rassegna una scelta di bordi e accessori in pizzo italiani e belgi illustra gli eccezionali risultati decorativi di quest’arte “esclusivamente femminile”, che nel Settecento superò gli stretti confini della casa o del convento e si organizzò in “manifatture”. E proprio l’inizio della “produzione meccanizzata” causò, nel XIX secolo, la perdita di quell’insostituibile virtuosismo nell’arte manuale del “merletto”, che riemerse invece nel ricamo in filo bianco sulle sottili “tele batista” (in trama fatta con filati di titolo sottile) e sulle “mussole” dei “fazzoletti femminili”. Quattro splendidi esemplari illustrano l’alta raffinatezza raggiunta da questi accessori, decorati con un lavoro a ricamo che restò sempre un’attività soltanto al femminile, anche quando esercitata a livello professionale.

L’esposizione si conclude nel XX secolo con uno dei temi che più vedono uniti la donna e il colore bianco nella nostra tradizione, l’ “abito da sposa”, con un abito del 1970, corto, accompagnato non dal velo ma da una avveniristica cagoule (cappuccio), scelta non scontata “che ribadisce la forza e la persistenza del rapporto tra l’immagine della donna e il candore del bianco”.

La selezione di tessuti è accostata nell’allestimento a diverse “opere di arte applicata”, fra cui miniature, incisioni, porcellane e legature provenienti dalle Collezioni del “Museo”. 

In occasione del nuovo allestimento delle Collezioni Tessili, “Palazzo Madama” propone, inoltre, un laboratorio di cucitura in forma meditativa” a cura di Rita Hokai Piana nelle giornate di sabato 15 e 22 marzo, 5 12 aprile,  dalle ore 10 alle ore 13. Tutte le info su: www.palazzomadamatorino.it

Gianni Milani

“Bianco al Femminile”

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, piazza Castello, Torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino al 2 febbraio 2026

Orari: lun. e da merc. a dom. 10/18; mart. chiuso

 

Nelle foto: “Sala Tessuti” (Ph. Studio Gonella); Caracò, Italia 1750-60; Corpetto, Germania sud-occidentale, 1750-75

CAMERA meets ICP. Un archivio vivente

Una selezione fra 10mila fotografie, realizzate in 10 anni di storie per immagini, raccolte nella “Project Room” di “CAMERA” a Torino

Dal 4 luglio al 14 settembre

Un Oceano di “scatti fotografici”. Impressionante per quantità e contenuti. Per gli organizzatori “un archivio vivente di immagini e storie su Torino e oltre”.

Parliamo della mostra “CAMERA meets (incontra) ICP. Un archivio vivente”, ospitata da venerdì 4 luglio a domenica 14 settembre, all’alba della decima edizione dell’“Intensive Program in Visual Storytelling”, nella “Project Room” di “CAMERA – Centro Italiana per la Fotografia” di via delle Rosine, a Torino. In rassegna, una ricca selezione del materiale fotografico realizzato nelle scorse edizioni del programma di “alta formazione professionale” nato nel 2016 dalla collaborazione di “CAMERA” con l’“International Center of Photography (ICP)” – scuola fondata da Cornell Capa (fratello del leggendario Robert) nel 1974 e sede degli “Infinity Awards” dal 1985 – che ad oggi conta oltre 10mila fotografie realizzate da 221 studenti arrivati a Torino, ogni anno a luglio, da 34 Paesi del mondo.

Curata da Cristina Araimo (responsabile delle attività educative), Barbara Bergaglio (responsabile archivi) e Giangavino Pazzola (curatore e responsabile dei progetti di ricerca), la mostra, che per tutta l’estate farà da forte richiamo a un pubblico sempre più curioso e attento, presenterà un’accurata selezione tra le migliaia di fotografie prodotte fino ad ora, un vero e proprio archivio visivo della città di Torino, protagonista dei progetti fotografici degli studenti e delle studentesse provenienti, oltre che da diverse zone d’Italia, da Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Canada, Ucraina, Filippine e Argentina.

“I partecipanti al programma intensivo – spiegano gli organizzatori – hanno lavorato sulla città osservandola da diverse angolature e attraverso la lente di numerose tematiche, alcune delle quali ricorrenti, come la crisi abitativa connessa alla fragilità sociale, affrontata in diversi progetti tra cui quello dedicato ai servizi di ‘social housing’ e ai ‘bagni pubblici’ di via Agliè; le comunità straniere, come quella somala e cinese, la vita dei giovani di seconda generazione e le esperienze di integrazione nei quartieri di Barriera di Milano, Borgo Dora e Aurora; il tema dell’identità di genere e dei diritti, esplorato in progetti che hanno messo in luce la vita di persone ‘queer’ nell’ambito dell’associazionismo e dello spettacolo dal vivo per arrivare infine al tema centrale delle donne e del lavoro”.

Immagini che raccontano i sostanziali, spesso infelici cambiamenti, realizzati e subiti nell’ultimo decennio dal tessuto urbano e umano cittadino e che, in esposizione vengono presentate, in vario modo: attraverso la “visualizzazione grafica” delle dieci edizioni del programma di formazione rappresentata da “dieci cassetti” di un “archivio ideale”, dove i visitatori, attraverso il materiale informativo, possono approfondire i dati relativi alle provenienze degli studenti, ai temi trattati nei loro progetti, ai risultati e alle forme del processo creativo o (è il caso di una selezione di 300 immagini) “come proiezione” o “formato cartolina” a disposizione del pubblico all’interno di un “archivio reale”.

Infine sono esposti 42 scatti firmati da sette giovani fotografi internazionali – Lucia Buricelli (Italia), Nastassia Kantorowicz Torres (Colombia), Gianluca Lanciai (Italia), Ashima Yadava (USA), Deka Mohamed (Italia), Andrés Altamirano (Ecuador), Iva Sidash (Ucraina) – che hanno frequentato sia il programma intensivo di “CAMERA” a Torino sia il “One Year Certificate Program” a New York. Particolarmente toccante lo scatto (2024) di Iva Sidash che ritrae “Stepan”, soldato ucraino di 28 anni seduto nella sua camera da letto in un centro di riabilitazione a Staten Island (New York), mentre ripensa con occhi stanchi al caro prezzo pagato a una guerra scellerata e disumana di cui porterà a vita le gravi, criminali ingiurie. Suggestiva anche la foto scattata nel 2019 dall’americana Ashima Yadava e inserita nel progetto “Bright Star” realizzata a Torino e che narra la bellezza e l’intensità delle relazioni sentimentali tra persone di diverse età, genere e provenienza; così come la fresca briosa immagine realizzata a Torino, al mercato di Porta Palazzo, nel 2016 da Nastassia Kantorowicz Torres, durante la prima edizione del “CAMERA/ICP Intensive Program in Visual Storytelling”.

In rassegna, anche video e contenuti multimediali dedicati alle proposte educative delle due istituzioni.

Gianni Milani

“CAMERA meets ICP”; “CAMERA”, via delle Rosine 18, Torino; tel. 011/0881150 o www.camera.to

Dal 4 luglio al 14 settembre

Orari: lun. mart. merc. ven. sab. dom. 11/19; giov. 11/21

Nelle foto: Allestimento, part. (Ph. Enrico Turinetto); Iva Sidash “Stepan”; Ashima Yadawa “Bright Star”; Nastassia Katorowicz Torres: “Porta Palazzo”

“Adapted Sceneries” al MAO per non dimenticare la “Tienanmen coreana”

La tradizionale pittura di paesaggio coreana si confronta con la “modernità” e la memoria ancora viva dei fatti del “18 maggio ‘80”

Fino al 7 settembre

“Scenari adattati”. Ovvero il passaggio dalla delicata, sacrale bellezza artistica del paesaggio alla rivendicazione del farsi, la pittura, atto di ricerca e memoria legata alla storica tragicità di spietate, mai del tutto sopite, dittature. “Adapted Sceneries”: di qui il titolo dato alla mostra programmata fino a domenica 7 settembre prossimo, al secondo piano delle “Collezioni permanenti” e nell’area espositiva “t-space” al piano terra del “MAO” di Torino. Organizzata dal “Museo” di via San Domenico in collaborazione  con il coreano “Gwangju Museum of Art”, la rassegna é dedicata alla più storica “pittura di paesaggio coreana” (sansuhwa) affiancata ad opere di più stretta “attualità” (storica ed artistica), insieme ad altre ispirate al “Movimento di Democratizzazione del 18 maggio” ovvero alla rivolta popolare scoppiata il 18 maggio 1980 nel centro di Gwangju (la “Tienanmen coreana”) in Corea del Sud contro la dittatura di Chun Doo-hwan con scontri, davanti alla “Chonnam National University” che portarono a migliaia di vittime fra studenti, professori e comuni cittadini. Nel 1997 i presidenti Chun Doo-hwan e Roh Tae-woo vennero processati e condannati per il “massacro” di Gwangju, insieme ad altri 17 imputati e, in seguito, graziati. Nel 2002 venne creato un cimitero nazionale per le vittime e il 18 maggio fu dichiarato “Giornata Nazionale di Commemorazione”.

Mostra, dunque, su cui riflettere, non solo come suggestivo, poetico “spaccato” artistico di un’arte le cui origini risalgono al periodo cosiddetto “Goguryeo” (37 a. C. – 668 d. C.) e tipicamente caratterizzata nel corso dei secoli, fino ai primi del Novecento – con il declino del “buddismo” e la diffusione del “confucianesimo” – dai “colori brillanti” e dalle “linee fluide”, riattate in epoca moderna in minuti contrasti di bianco e nero, da cui emergono astratte visioni di figure umane e animali captate in un certosino gioco di realtà e pura fantasia, ma anche in pagine narrative che ancora vogliono essere documento storico di denuncia e vitale espressione e domanda di quotidiana libertà sociale per cui combattere e resistere fino alle estreme conseguenze.

L’evento espositivo rientra nell’ambito del progetto “Cultural City Gwangju 2025” e dell’accordo di collaborazione tra la “Città di Gwangju” e la “Città di Torino” sottoscritto nel 2024.“Adapted Sceneries” offre dunque un’opportunità significativa “per far conoscere – sottolineano i curatori Ik YunHyeokjin Lee e per il ‘Museo’ torinese Davide Quadrio (direttore) e Anna Musini – la tradizione artistica e la storia di Gwangju e della regione di Jeollanam-do al pubblico italiano attraverso la collaborazione con il ‘MAO’ di Torino, città che si distingue per la sua vivacità culturale e che, come Gwangju, soprannominata la ‘Città dell’Arte’, valorizza la cultura come elemento chiave della sua identità”.

L’itinerario espositivo offre dunque inizialmente  uno sguardo approfondito sulla “pittura Namjonghwa” (“Scuola di pittura del Sud”), un genere fondamentale nella storia dell’arte coreana, insieme però a “reinterpretazioni contemporanee” della pittura più tradizionale. Tra le opere esposte, quelle di Heo Ryeon (soprannominato “Peonia” per il frequente reiterarsi della profumatissima “pianta” nei suoi dipinti), Heo Baekryeon e Heo Hangmyeon sottolineano la “sensibilità estetica della pittura coreana classica”, mentre i lavori di Lee SunbokHeo DalyongHong Sungmin e Kim Hoseok (con quel minuto lavoro grafico di “The History of the Gwangju Democratic Uprising 2” dove il caos segnico di una sorta di “nuvola antropomorfa” racconta, a ben guardare, la durezza della rivolta e della sofferenza popolare) mostrano l’evoluzione del linguaggio pittorico, attraverso un riavvicinato dialogo fra tradizione e modernità. Uno spazio particolare viene dato proprio alle opere ispirate al “Movimento di Democratizzazione del 18 maggio”, movimento quasi del tutto sconosciuto in Europa. Attraverso queste opere e alcuni importanti materiali d’archivio forniti grazie al supporto di “5.18 Democracy Moviment Archives” e “The May 18 Foundation”, il pubblico potrà approfondire le testimonianza drammatiche di questo momento storico cruciale per la Corea, “non solo ammirandone la bellezza del panorama artistico, ma anche comprendendone il valore e il significato sia in relazione alla storia moderna, sia allo scenario culturale globale”.

Gianni Milani

“Adapted Sceneries”

“MAO-Museo d’Arte Orientale”, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/4436932 o www.maotorino.it

Fino al 7 settembre

Orari: mart.- dom. 10/18; lunedì chiuso

Nelle foto: Parte allestimento (Ph.Studio Gonella); Heo Baekryeon “Painting of Bronze Vessels and Flowering Plants”, 1950 circa; Heo Hangmyeon “View of Baekyangsa Temple”, 1942; Kim Hoseok “The History of the Gwangju Demomocratic Uprising 2”, 2000

Un Ferragosto di Cultura a Torino: Musei, ingressi speciali e visite guidate per chi resta in città

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Ferragosto 2025 a Torino si presenta ricco di occasioni culturali accessibili, tra ingressi simbolici, visite gratuite e programmi speciali. È un’occasione perfetta per una giornata culturale intensa e variegata, ideale per torinesi e turisti che vogliono vivere la città in una chiave autentica e stimolante.

Si consiglia di verificare gli orari nei siti web dei musei

 Fondazione Torino Musei – GAM, MAO e Palazzo Madama

  • Orari: apertura straordinaria dalle 10:00 alle 18:00, ultimo ingresso alle 17:00

  • Tariffe: collezioni permanenti a 1 €, mostra temporanea con supplemento di 1 €, cioè 2 € totali

  • Mostre temporanee:

    • GAM: FAUSTO MELOTTI. Lasciatemi divertire!, ALICE CATTANEO. Dove lo spazio chiama il segno, e Giosetta Fioroni (nella Videoteca)

    • MAO: Adapted Sceneries, Paesaggi da sogno. Le 53 stazioni della Tōkaidō, Haori (in supplemento)

    • Palazzo Madama: Jan Van Eyck e le miniature rivelate, Bianco al femminile, Visitate l’Italia! (in supplemento)

  • Visite guidate (GAM e MAO):

    • GAM: 15:00Seconda risonanza. Ritmo, struttura e segno; 16:30Mostra Fausto Melotti. Lasciatemi divertire!

    • MAO: visita 10:30 per Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

Museo Nazionale del Cinema (Mole Antonelliana)

  • Apertura prolungata: dalle 9:00 alle 20:00, ultimo ingresso alle 19:00

  • Visite guidate gratuite: dalle 11:00 alle 15:00, al costo di 6 €, con guida esperta

  • Visita “Alla scoperta del Museo”: alle 11:00 (durata 1h30′), costo di 6 € oltre biglietto

Museo del Risorgimento

  • Orario: aperto dalle 10:00 alle 18:00, ultimo ingresso alle 17:00

  • Visite teatralizzate: alle 11:00 e alle 16:00, costo 5 € (più biglietto), prenotazione obbligatoria al 011 5621147

  • Inoltre, in mostra Torino al futuro. La cultura d’impresa, la cultura dell’innovazione e Passioni allo specchio: la Contessa di Castiglione e l’Album Nigra

Museo Egizio

  • Orario prolungato: dalle 9:00 alle 20:00

  • Visite straordinarie: la giornata include visite speciali insieme a Palazzo Reale e Palazzo Madama

 Museo Regionale di Scienze Naturali

  • Ingresso gratuito per tutto agosto, compreso Ferragosto

  • Orario: 10:00–18:00, chiuso il martedì; ultimo ingresso alle 17:00 circa

Altri musei e luoghi di cultura aperti

  • Museo di Antropologia Criminale “Cesare Lombroso”: ingresso gratuito; orario 10:00–18:00, ultimo ingresso alle 17:30

  • Orto Botanico: ingresso simbolico 1 €; visita tra giardini e serre; 10:00–19:00

  • Museo di Anatomia Umana: ingresso gratuito; 10:00–18:00, ultimo ingresso alle 17:30

  • Museo della Radio e della Televisione (RAI): gratuito; 9:30–18:30, ultimo ingresso alle 18:00

  • Musei Reali: aperti regolarmente venerdì 15 agosto, con aperture anche nei giorni circostanti (lunedì 11, martedì 12, giovedì 14, sabato 16 e domenica 17); apertura straordinaria mercoledì 13 10:00–18:00 (ultimo ingresso un’ora prima)

Tabella Riepilogativa

Museo / Luogo Orario Ferragosto Modulo Tariffa Note principali
GAM, MAO, Palazzo Madama 10:00–18:00 (ultimo ingresso 17:00) 1 € + 1 € mostra Visite guidate, mostre temporanee con supplemento
Museo Nazionale del Cinema 9:00–20:00 biglietto + 6 € visita Guida gratuita dalle 11 alle 15
Museo del Risorgimento 10:00–18:00 biglietto + 5 € visita Visite teatralizzate a 11:00 e 16:00 (prenotare)
Museo Egizio 9:00–20:00 regolare Visite straordinarie, abbinabile a Palazzo Reale e Madama
Museo di Scienze Naturali 10:00–18:00 (chiuso martedì) ingresso gratuito Gratuito tutto agosto
Gallerie d’Italia 10:00–18:00 gratuito Mostre fotografiche contemporanee
Museo Lombroso – Antropologia Criminale 10:00–18:00 gratuito Esposizioni scientifiche e storiche
Orto Botanico 10:00–19:00 1 € simbolico Passeggiata verde e varietà botanica
Museo Anatomia Umana 10:00–18:00 gratuito Allestimento ottocentesco
Museo della Radio e Televisione (RAI) 9:30–18:30 gratuito Collezioni RAI iconiche
Musei Reali regolari (anche 15 ago) Regolare Aperti anche nei giorni vicini, con orario standard/settimana

Consigli per godersi al meglio il Ferragosto culturale a Torino

  • Prenota in anticipo le visite teatralizzate al Museo del Risorgimento e le visite guidate al Cinema o alla GAM.

  • Distribuisci la giornata: il Museo del Cinema e il Risorgimento al mattino, GAM o MAO nel primo pomeriggio, e altri musei come Lombroso e Scienze Naturali nel tardo pomeriggio.

  • Apprezza la varietà: arte contemporanea, scienze naturali, cinema, anatomia, natura e collezioni istituzionali: ce n’è per tutti i gusti.

  • Segna gli orari chiave: molti musei hanno orario ridotto (ultimi ingressi tra le 17:00 e le 18:00), quindi pianifica per tempo.

Tre locali celebrano la partenza da Torino della Vuelta

Per la prima volta in novant’anni la Salida Oficial della Vuelta a España 2025 sarà in Italia. Il 23 agosto  a Torino i migliori ciclisti di tutto il mondo si ritroveranno alla Reggia di Venaria per la partenza di una delle corse ciclistiche più importanti al mondo.

Un momento di vicinanza tra Spagna e Italia che, in alcuni locali torinesi, si sentirà particolarmente e stiamo parlando del ristorante Guarini di Serranos e della Pizzeria Flegrea, che non perderanno certo questa occasione di festa sportiva per celebrare la loro anima naturalmente filo iberica, nata dall’incontro tra la gastronomia spagnola e quella piemontese, di cui si fanno portavoci i due imprenditori a capo delle insegne.


Gianluca Poggio ed Enrique Jiménez, spagnolo da oltre trent’anni in Italia, sono soci in attività di ristorazione e gestiscono con passione il ristorante Guarini Serranos e la pizzeria Flegrea, realtà torinesi che incarnano pienamente lo spirito dell’iniziativa, valorizzando l’incontro tra Italia e Spagna. Da sempre i loro ristoranti contribuiscono  a raccontare il legame tra due culture gastronomiche straordinarie, in modo diverso, ma sempre con un’attenzione a questo fil rouge che unisce popoli, cucine e culture. Lo fa certamente il ristorante Serranos, primo progetto aperto nel 2014, capace di trasmettere un’autentica cucina spagnola fatta di tapas, prodotti locali e ricette della tradizione provenienti da diverse regioni iberiche.

Lo fa, anche più inaspettatamente, il ristorante Guarini, dove lo chef Luca Varone trae da sempre ispirazione dalla tradizione culinaria spagnola, mescolandola con quella piemontese  e proponendo, attualmente in linea con questo principio, piatti come le acciughe del Cantábrico Sanfilippo con burro all’aglio e bagnetto verde, o I particolarissimi plin della tradizione in brodo di jamon. O ancora il piemontesissimo risotto, che lo chef ha scelto di mantecare con robiola, lardo di Patanegra e ibisco, o con il secreto di Patanegra, che viene servito con burro affumicato e confettura di pesche, oppure con un tagliere di jamon o lomo iberico, da mangiare sorseggiando un buon vermouth.

Anche la storica pizzeria di Torino, la Flegrea, tiene alta la bandiera dell’amicizia tra Italia e Spagna contaminando il prodotto forse più italiano di tutti, la pizza, con prodotti diversi dal solito, provenienti dalla penisola iberica.
La dimostrazione più lampante, oltre al tagliere al prosciutto iberico, sempre disponibile in carta, è proprio la pizza Italia-Spagna, con mozzarella di bufala campana DOP, prosciutto iberico, basilico fresco e olio extravergine di oliva.

Infine anche il Velò, il bistrot del Motovelodromo, altro locale del gruppo, approfitta della partenza della Vuelta per celebrare tutta la sua anima ciclistica, espressione naturale del luogo in cui si trova. Sabato 23 agosto la tappa sarà  trasmessa in diretta per il pubblico e a seguire ci sarà una speciale “cena in rosso” sulla pista storica, con Paella & Sangria a 25 euro a persona, e un concerto live di Cane Vecchio Sa-Und, a ingresso gratuito.
Così,  proprio per la partenza della Vuelta a España 2025 da Torino, queste insegne torinesi di successo  avranno l’occasione di celebrare la Spagna con i loro piatti, proponendoli a tutto il pubblico della Vuelta.

Mara Martellotta

Emergenza solitudine anziani: il Centro AIEF a Mirafiori

 Nel quartiere più anziano della Città, aperto anche ad agosto come presidio socio-aggregativo. Attivo anche lo sportello di ascolto.

Caldo torrido, città che si svuota, famiglie in vacanza: per molti anziani, l’estate rappresenta il periodo più critico dell’anno. A Torino, dove circa il 20% dei cittadini ha più di 70 anni, e in particolare nel quartiere di Mirafiori, che ne conta oltre 30.000 residenti, l’isolamento sociale si trasforma in emergenza.

I Centri Diurni rappresentano una risposta preziosa, ma in città sono ancora troppo pochi e molti di essi risultano al completo o chiusi nel mese di agosto. A offrire una risposta concreta è il nuovo Centro Diurno Aggregativo AIEF per Anziani, aperto poche settimane fa dalla Fondazione AIEF in via Farinelli 36/9, presso il Punto 13 di Mirafiori Sud.

Il Centro, operativo per tutto agosto, è uno spazio condiviso dove gli anziani possono trascorrere le giornate partecipando a una varietà di attività stimolanti, sia individuali che di gruppo, coordinate da professionisti qualificati. Dal mattino al pomeriggio, con pranzo incluso, gli over 70 trascorrono la loro giornata in un ambiente accogliente e stimolante. Le attività proposte mirano non solo a favorire la socializzazione, ma anche a mantenere e potenziare le capacità cognitive, fisiche e creative. In questo modo, il Centro diventa un luogo di incontro e crescita, dove è possibile stringere nuove relazioni e condividere momenti di svago e apprendimento.

La Fondazione AIEF, inoltre, ha deciso di mantenere attivo per il mese di agosto anche lo sportello di ascolto e primo aiuto, grazie a una linea telefonica dedicata (327 370 3877). Nelle ultime settimane, il servizio ha registrato un aumento significativo delle richieste, soprattutto da parte di anziani soli in cerca di ascolto, orientamento e supporto concreto sul territorio. Le richieste principali riguardano il contrasto alla solitudine, oltre a necessità di aiuto per la spesa e le commissioni quotidiane. La Fondazione AIEF interviene, quando possibile, direttamente o fornendo l’orientamento necessario per accedere ai servizi di supporto, a cominciare da quelli previsti dal Piano Estate 2025 della Città di Torino.

“In un periodo come l’estate, che per molti anziani può essere segnato dalla solitudine e dal disagio, l’impegno è quello di creare spazi di ascolto e di relazione – dichiara Tommaso Varaldo, presidente della Fondazione AIEF – Il Centro Diurno Aggregativo di Mirafiori contribuisce concretamente a migliorare la qualità della vita degli anziani con fragilità che scelgono di frequentarlo”.

Il Centro AIEF di Mirafiori, che si affianca alle altre iniziative presenti in città per il sostegno agli anziani fragili, si conferma un presidio sociale capace di promuovere un invecchiamento attivo contrastando isolamento, apatia e malnutrizione.

CONTATTI
Centro AIEF – Via Farinelli 36/9, Torino
centroaiefmirafiori@gmail.com
www.centroaief.it

FONDAZIONE AIEF

La Fondazione AIEF è un ente no profit nato nel 2021 per volontà di Tommaso Varaldo, grazie alla donazione delle opere d’arte di Eugenio Bolley che ne costituiscono il patrimonio. L’AIEF è attiva in prevalenza nelle periferie torinesi, dove realizza le sue due principali mission: promuovere progetti socio educativi a favore di bambini, adolescenti e persone con fragilità; riqualificare spazi urbani abbandonati per renderli sede di iniziative sociali.

A Mirafiori la Fondazione ha promosso la riqualificazione del Punto 13 di Via Farinelli, galleria commerciale a cielo aperto che era abbandonata al degrado. Grazie ad un significativo intervento di riqualificazione, oggi il punto 13 è uno spazio di comunità che accoglie: il Centro AIEF con il Centro Diurno Aggregativo per anziani, il Circolo Culturale, lo sportello di ascolto e lo sportello Cartoleria Sospesa; attività commerciali di prima necessità; iniziative ed eventi culturali e aggregativi. Nel 2023, per rafforzare l’azione di rigenerazione sociale, la Fondazione AIEF ha inaugurato qui la prima edizione di AmMira Festival.

A Lucento la Fondazione ha promosso la riqualificazione del Castello, le cui origini risalgono intorno al 1300 ed è noto quale ex residenza di caccia del Duca Emanuele Filiberto di Savoia e punto strategico durante l’assedio di Torino del 1706. I lavori di restauro e riqualificazione hanno permesso al Castello di Lucento di riaprire alla comunità con una nuova destinazione sociale e culturale. Oggi il Castello ospita: Mangianuvole, la Caffetteria Sociale dove lavorano giovani adulti con disabilità; un Centro Diurno Socio Riabilitativo per adolescenti con psicopatologie, a supporto delle neuropsichiatrie infantili del territorio; un orto didattico per bambini e ragazzi; sale espositive con mostre permanenti e temporanee; spazi per eventi privati, conferenze e iniziative culturali. Dal 2024 AmMira Festival prevede un programma di appuntamenti anche al Castello di Lucento.

I ghiacciai, testimoni della crisi climatica. Una mostra a Torino

“2025: I Ghiacciai: testimoni della crisi climatica” è un’installazione interattiva multimediale per comprendere attraverso immagini, suoni e dati scientifici come il mondo dei ghiacci stia oramai svanendo sotto la minaccia del riscaldamento globale.

Allestita in occasione dell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai è curata dal Comitato Glaciologico Italiano, la storica istituzione scientifica con sede a Torino che dal 1895 custodisce un patrimonio documentale e iconografico di assoluto valore storico – scientifico svolgendo inoltre indagini di campo, ricerche ed attività informative e divulgative.

L’esposizione realizzata nell’ambito del progetto “UniVerso”, grazie anche al contributo del Club Alpino Italiano e del Dipartimento di Scienze della Terra, è aperta a tutti ed è visitabile gratuitamente presso il Rettorato dell’Università di Torino in via

Po con entrata anche da via Verdi, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 19, sino all’8 settembre, chiusa da lunedi 11 a venerdì 15 agosto. Una bella occasione per informarsi, confrontarsi e capire quanto è urgente agire.

Igino Macagno

Clima rovente: oggi il picco dell’ondata di calore, a Torino percepiti 40 gradi

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Il Ministero della Salute ha inserito Torino tra le 16 città a “bollino rosso” oggi, un’indicazione di massimo rischio per la salute dovuta al caldo estremo.

In termini di temperatura, Torino registra punte reali tra i 37 e i 38 °C, con una percezione termica che può sfiorare i 40 °C. Le minime notturne, tra 22 °C e 25 °C, stannocausando notti torride.

Secondo le previsioni di Meteo.it, anche nei prossimi giorni il caldo non darà tregua:

  • Giovedì 14 agosto (vigilia di Ferragosto): tempo ancora molto caldo, con massime tra i 34 °C e 36 °C

  • Venerdì 15 agosto (Ferragosto): l’anticiclone africano “Caronte” manterrà condizioni di sole intenso, con temperature attese attorno ai 37-38 °C anche a Torino

  • Nel weekend successivo, la situazione rimane stabile con caldo accentuato nelle ore diurne e rischio di temporali pomeridiani isolati, soprattutto in zone montane

Previsioni a livello regionale: Piemonte e aree alpine

Le previsioni per la regione Piemonte e le aree circostanti confermano un quadro caldo e asciutto:

  • L’alta pressione garantirà cieli prevalentemente sereni, temperature costantemente al di sopra delle medie, e zero precipitazioni significative fino alla settimana prossima

  • Le massime nella zona di Torino si manterranno ben oltre i 35 °C, mentre le minime notturne resteranno elevate, riducendo il ristoro notturno.