Cosa succede in città- Pagina 3

Oggi al cinema. Le trame dei film nelle sale di Torino

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A cura di Elio Rabbione

L’abbaglio – Storico, commedia. Regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Valentino Picone, Salvo Ficarra e Tommaso Ragno, e con Giulia Lazzarini. Nel maggio del 1860, a Quarto, Garibaldi inizia l’avventura dei Mille circondato dall’entusiasmo dei giovani idealisti giunti da tutte le regioni d’Italia, e con il suo fedele gruppo di ufficiali, tra i quali si nota un profilo nuovo, quello del colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini. Tra i tanti militi reclutati ci sono due siciliani, Domenico Tricò, un contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, un illusionista, che altro non cercano che un’occasione per potersene tornare nell’isola. Sbarcati a Marsala, i Mille iniziano a battersi con l’esercito borbonico, di cui è subito evidente la preponderanza numerica. In queste condizioni, per il generale appare pressoché impossibile far breccia nella difesa nemica e penetrare a Palermo. Ma quando è quasi costretto ad arretrare, Garibaldi escogita un piano ingegnoso. Regista e attori della bella prova de “La stranezza”. Durata 131 minuti. (Massaua, Ideal, Reposi sala 3, Romano sala 2, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Amerikatsi – Drammatico. Diretto e interpretato da Michael A. Goorjian. Il piccolo Charlie, di nascita armena, è riuscito a fuggire nel 1915 al genocidio perpetrato nell’impero ottomano, è scappato nascosto in un baule alla volta degli Stati Uniti. Solo nel 1947 riuscirà a tornare nella propria terra, il suo status è di un “amerikatsi” che deve fare i conti con i tanti mutamenti, con la dura realtà del comunismo sovietico e della dittatura stalinista. Accusato di essere una spia americana, viene imprigionato, picchiato periodicamente, rinchiuso in una cella dalla cui finestra può guardare alla vita dell’uomo che lavora nella torre del penitenziario e della sua famiglia, una vita fatta di piccole felicità e di altrettanto dolore: uno sguardo che ridona a Charlie – per tutti ormai Chiarlie Chaplin – una occasione di speranza. Durata 115 minuti. (Fratelli Marx sala Harpo)

Armand – Drammatico. Regia di Halfdan Ullmann Tøndel, con Renate Reinsve. Un incidente accaduto a scuola tra due bambini mette a nudo le vite dei loro genitori. In una scuola elementare norvegese un giorno accade che due bambini di sei anni, Jon e Armand, siano al centro di un caso che mette in crisi gli adulti. Armand, nei bagni della scuola, avrebbe molestato sessualmente il compagno utilizzando anche una terminologia da adulto. Il personale didattico convoca la madre del possibile molestatore e i genitori della presunta vittima per cercare di risolvere la situazione. Non sarà per nulla semplice. Durata 100 minuti. (Greenwich Village sala 3)

Conclave – Drammatico. Regia di Edward Berger, con Ralph Fiennes, Stanley Tucci, Isabella Rossellini e Sergio Castellitto. Il film ci porta nel cuore di uno degli eventi più misteriosi e segreti del mondo: la elezione di un nuovo Papa. Dopo la morte improvvisa dell’amato e compianto pontefice, il cardinale Lawrence è incaricato di dirigere questo delicato processo. Una volta che i leader più potenti della chiesa cattolica si riuniscono nelle segrete sale del Vaticano, il prelato si ritrova intrappolato in una rete di intrighi, tradimenti e giochi di potere. Un oscuro segreto viene alla luce, minacciando di scuotere le fondamenta stesse della Chiesa. Durata 90 minuti. (Lux sala 3, Romano sala 1)

Diamanti – Commedia drammatica. Regia di Ferzan Özpetek, con Luisa Ranieri, Jasmine Trinca, Lunetta Savino, Elena Sofia Ricci, Vanessa Scalera, Mara Venier e Stefano Accorsi. Un regista convoca le sue attrici preferite, quelle con cui ha lavorato e quelle che ha amato. Vuole fare un film sulle donne ma non svela molto: le osserva, prende spunto, si fa ispirare finché il suo immaginario non le catapulta in un’altra epoca, in un passato dove il rumore delle macchine da cucire riempie il luogo di lavoro gestito e popolato da donne, dove gli uomini hanno piccoli luoghi marginali e il cinema può essere raccontato da un altro punto di vista: quello del costume. Tra solitudini, passioni, ansie, mancanze strazianti e legami indissolubili, realtà e finzione si compenetrano, così come la vita delle attrici con quella dei personaggi, la competizione con la sorellanza, il visibile con l’invisibile. Durata 135 minuti. (Massaua, Due Giardini sala Nirvana, Eliseo, Fratelli Marx sala Groucho, Ideal, Lux sala 1, Massimo, Nazionale sala 2, Reposi sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Emilia Pérez – Commedia drammatica, musicale. Regia di Jacques Audiard, “fondendo azione, mélo e soprattutto musical in un mix folle quanto commovente che riscrive le regole del cinema e della morale”. Con Karla Sofia Gascòn, Zoe Saldana, Selena Gomez e Adriana Paz. Rita, una giovane praticante in uno studio di Città del Messico, è decisamente insoddisfatta del riconoscimento che ottiene dal suo capo. In modo del tutto inaspettato, ecco che i suoi servizi sono richiesti dal boss dei cartelli della droga, Manitas Del Monte. Dopo lunghe riflessioni, Rita decide di accettare. Del Monte le chiede di inscenare con lui la propria morte e di aiutarlo, tramite l’operazione, a diventare donna, ovvero la stupenda matronale Emilia Pérez. Ma il poi non appare così semplice se Emilia viene colpita dallo smisurato desiderio di continuare a vivere con la propria moglie e i loro figli, un incontro almeno senza che essi cessino di crederlo morto. In un intreccio difficile a chiarirsi, Jessi e il suo spasimante Gustavo stanno decidendo di fuggire insieme, proprio mentre l’uomo ha già messo gli occhi sui quattrini di Emilia. Tratto dal romanzo “Écoute” dello scrittore francese Boris Razon. Le canzoni sono scritte dalla cantante Camille e dal regista, la colonna sonora è di Clément Ducol. Durata 132 minuti. (Massaua, Eliseo Grande, Massimo sala Cabiria V.O., Nazionale sala 1, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Here – Drammatico. Regia di Robert Zemeckis, con Tom Hanks , Robin Wright e Paul Bettany. La storia di un luogo e di tutto ciò che lì è accaduto, dall’epoca dei dinosauri sino a oggi. Con una narrazione non lineare, il regista . che è anche produttore e ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth – mostra al pubblico l’era glaciale, l’epoca del popolo indigeno Lenni-Lenape, il figlio di Benjamin Franklin. È all’inizio del XX secolo che viene costruita, sempre nello stesso luogo, la casa che sarà l’unica ambientazione della gran parte del fil e delle vicende dei suoi inquilini: John Harter e la moglie Pauline, la coppia bohémien Leo e Stella Beekman, la famiglia Young e i loro figli e infine Devon e Helen Harris. “Here” è il racconto dell’evoluzione della società americana attraverso le storie che si susseguono in un soggiorno, uno sguardo che passa dal colonialismo a Peart Harbor, dal boom economico degli anni Cinquanta al Vietnam, dalle videocassette alla pandemia di Covid. Designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Nell’intuizione del graphic novel di Richard McGuire, Zemekis trova una chiave ideale per fare ciò che ha sempre fatto: coniugare il racconto più umano e universale possibile con il massimo della sfida tecnologica. Tra case di bambole e screencast, la prospettiva fissa racconta uno spazio fisico unico popolato di infiniti spazi interiori, capace di attraversare tempo e esistenze. Un caleidoscopio di gesti, sensazioni, sentimenti, stati d’animo che coinvolgono e commuovono.” Durata 104 minuti. (Massaua, Classico, Reposi sala 4, The Space Torino, Uci Lingotto, Uci Moncalieri)

Io e te dobbiamo parlare – Commedia. Regia di Alessandro Siani, con Leonardo Pieraccioni, Francesca Chillemi e Alessandro Siani. Matilde è l’ex moglie di Antonio e l’attuale compagna di Pieraldo, Maria è la figlia di Antonio e vive con la madre e con Pieraldo, i due uomini si dividono lo stesso lavoro in commissariato: un po’ di disordine familiare è inevitabile. Al tutto s’aggiungerà Sara, affascinante poliziotta, che verrà affiancata per risolvere un caso decisamente ingarbugliato. Durata 100 minuti. (The Space Beinasco)

Maria – Drammatico. Regia di Pablo Larraìn, con Angelina Jolie, Pierfrancesco Fsavino e Alba Rohrwacher. Il 16 settembre 1977 muore a 53 anni nel suo appartamento di Parigi, dove viveva sola con l’unica compagnia dei fidatissimi Ferruccio, autista e maggiordomo, e Bruna, la domestica. Nella settimana precedente alla morte, e a più di quattro anni dall’ultima performance, la straordinaria soprano greco-statunitense fa i conti con il peso della sua fama, con il ricordo ancora forte del compagno Aristotele Onassis e, forse, con un ultimo tentativo di tornare a calcare i palcoscenici dell’opera, pur indebolita e con una voce in cui lei per prima non riconosce più il timbro de “la Callas” e delle sue indimenticabili interpretazioni. Durata 123 minuti. (Eliseo, Ideal, Nazionale sala 3, Reposi sala 2)

Mufasa – Avventura, animazione. Regia di Barry Jenkins. Rafiki narra la leggenda di Mufasa alla giovane leoncina Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso fleshback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone compassionevole di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale. Durata 90 minuti. (Massaua, Fratelli Marx sala Harpo, Ideal, Lux sala 3, Reposi, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

Napoli New York – Drammatico. Regia di Gabriele Salvatores, con Pierfrancesco Favino, Dea Lazzaro e Antonio Guerra. Nell’immediato dopoguerra, tra le materie di una Napoli piegata dalle macerie e dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata anni prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie impareranno a chiamare casa. Durata 90 minuti. (Romano sala 3)

No Other Land – Documentario. Un premio agli European Film Awards e altre candidature, una regia collettiva di quattro cineasti, per raccontare le immagini di Bazsel Adra, attivista palestinese, che inizia i propri ricordi con l’arresto di suo padre mentre manifestava contro gli espropri voluti dallo Stato di Israele, testimonianze vive, e di Yuval Abraham, giornalista israeliano, prima di una tregua, nei territori invasi dal sangue e dalle morti, tra gli orrori che ogni giorno invadono Israele e Palestina, l’insieme di 19 villaggi della Cisgiordania che è Masafer Yatta, le abitazioni in antiche grotte e un’economia a carattere rurale, esplosioni, bombe su scuole e ospedali, carneficine. Durata 96 minuti. (Centrale V.O., Fratelli Marx sala V.O.)

Le occasioni dell’amore – Drammatico. Regia di Stéphane Brizé, con Guillaume Canet e Alba Rohrwacher. In concorso a Venezia lo scorso anno, con il titolo “Hors saison”, arriva oggi sugli schermi una storia d’amore che ricorda da vicino il mondo e le atmosfere sentimentali di Lelouch. Narra di Mathieu, attore in piena crisi personale e professionale, ha appena abbandonato le prove di un testo che dovrebbe debuttare di lì a poco, è fuggito per rifugiarsi in una località di mare nell’ovest della Francia. Mentre tutti lo cercano e lo invitano a tornare, Mathieu incontra Alice, una donna più giovane di lui con cui aveva avuto una relazione: giornate belle fatte di ricordi ma anche di tempo presente, l’occasione per riscoprire vecchi sentimenti, comprendere se si tratti soltanto un fuoco passeggero o se quell’incontro voglia significare qualcosa di più duraturo. Durata 115 minuti. (Centrale, Fratelli Marx sala Chico)

Oh, Canada – Drammatico. Regia di Paul Schrader, con Richard Gere, Jacob Elordi e Uma Thurman. Al tempo della guerra del Vietnam, Leonard Fife – conosciuto quanto stimato documentarista – scelse la via della diserzione e fuggi oltre il confine del Canada. Oggi, in punto di morte, preferisce mettersi davanti ad una macchina da presa, dentro la sua casa di Montréal, e confessare tutte le sue colpe, le bugie e i tradimenti, confessioni che non vanno soltanto diritti alla moglie. Tutto per coprire un grande segreto che da anni lo perseguita. Con il ritrovarsi della coppia regista/attore che conoscemmo circa 45 anni fa in “American Gigolò”. Ha scritto tra l’altro nelle colonne del Corriere della Sera il critico Maurizio Porro: “Il film passa, ormai succede, dal bianco e nero ai colori, e cambia formato, in un tragitto che, causa l’uso dei due attori non sempre in sintonia temporale (Gere ed Elordi, il vecchio e il giovane Leonard, ndr), provoca qualche difficoltà nell’attraversare gli anni di questa coscienza infelice di cui osserviamo la dinamica tra fantasmi hippie e protestatari e l’aridità di oggi.” Durata 91 minuti. (Massimo anche V.O., Reposi sala 5, The Space Torino, Uci Lingotto, The Space Beinasco, Uci Moncalieri)

L’orchestra stonata – Commedia. Regia di Emmanuel Courcol, con Benjamin Lavernhe e Pierre Lottin. La vita di Thibaut, un famoso direttore d’orchestra, cambia radicalmente quando scopre di avere una grave forma di leucemia. L’unico modo per salvarsi è il trapianto del midollo osseo ma trovare un donatore compatibile non è facile. Proprio a causa della scoperta della malattia, Thibaut viene a scoprire di essere adottato. Un donatore perfettamente compatibile sembra essere suo fratello biologico che non ha mai conosciuto. Si tratta di un modesto impiegato che vive in una piccola cittadina della Francia del Nord e suona il trombone nella fanfara comunale. La banda rischia di sciogliersi e la fabbrica della città sta per essere chiusa. Thibaut parte per andare a cercare suo fratello e il loro incontro si rivela un’incredibile avventura che cambia la vita di entrambi per sempre. Durata 103 minuti. (Greenwich Village sala 1)

Una notte a New York – Drammatico. Regia di Christy Hall, con Dakota Johnson e Sean Penn. Una donna prende un taxi all’aeroporto JFK di New York e si ritrova coinvolta in una profonda conversazione insieme all’autista, raccontandosi a vicenda le storie delle relazioni più importanti che hanno avuto nelle loro vite. Durata 100 minuti. (Nazionale sala 4 anche V.O.)

L’uomo nel bosco – Drammatico. Regia di Alain Guiraudie, con Félix Kysyl, Catherine Frot, Jacques Develay e David Ayala. In un piccolo paese a sud della Francia, il giovane Jérémie torna per assistere ai funerali del titolare della panetteria, dove ha lavorato in passato e al quale era molto legato.Quando decide di fermarsi qualche giorno in più per stare vicino a Martin, la vedova del defunto, non immagina che ben presto si troverà al centro di una serie di eventi del tutto inaspettati. Una misteriosa scomparsa, un vicino minaccioso, un figlio geloso e un abate dalle bizzarre intenzioni animeranno un po’ troppo il suo breve soggiorno nel piccolo paese di campagna, portando in superficie un passato che avrà conseguenze del tutto inaspettate nel presente. I Cahiers du cinema ha definito “L’uomo nel bosco” il miglior film del 2024, in Italia è stato designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani: “Posizionandosi con elevato sarcasmo tea noir e commedia sociale, Guiraudie si conferma narratore stratificato descrivendo una realtà di provincia paradossale con uno sguardo irriverente verso una normalità placida, identificando il suo vero protagonista come la variante destabilizzante di ogni azione”. Durata 102 minuti. (Greenwich Village sala 2)

Per la prima volta a Torino il “metro book club”

La libreria indipendente  La Ciurma di Torino, in via Caprera zona Santa Rita promuove un evento in collaborazione con la casa editrice Voland (quella di Amelie Nothomb). L’iniziativa  si terrà il 26 gennaio per la prima volta a Torino: si tratta del il metro book club. Ci si ritrova quella domenica mattina al capolinea Bengasi della metro, alle ore 10. A  quel punto, spiega Dniele della libreria  si “invadono” i posti, le carrozze, tutte e tutti con un libro della Voland in mano, e per tutto il tragitto da capolinea a capolinea non si guarda il cellulare, ci si riprende il proprio tempo con la lettura appunto di un libro di quella casa editrice. Non è una gara, non c’è nessuna quota, solo la passione per la lettura e la voglia di stare insieme e di creare comunità in un luogo che invece sarebbe “solo” un mezzo per chi si sposta e basta. Lo scopo è riappropriarsi di quello spazio attraverso la lettura e la letteratura, lontano dai soliti luoghi in cui normalmente vengono svolte attività come quelle2. Vi terremo aggiornati sugli sviluppi dell’iniziativa.

San Salvario: la rinascita del Metropol, ex sala a luci rosse

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Chiuso dal 2015 e rilevato dal nuovo gestore Jacono, stesso proprietario del Classico e del Greenwich

Rinasce come cinema l’ex Metropol, ex sala porno di via Principe Tommaso 6, nato nel 1908 e ora pronto a vestire nuovi panni. La sua chiusura risale al 2015, quando iniziò la crisi in città del cinema a luci rosse. Intanto i lavori procedono nel tratto si San Salvario all’angolo con corso Vittorio Emanuele, e la curiosità degli abitanti è in continuo aumento. La scommessa per questo cinema porta la firma di Stefano Jacono, esercente e distributore di qualità con il marchio Movies Inspired. È la terza sala cittadina che salva dall’estinzione dopo il Classico di piazza Vittorio e il Greenwich. Anche il Metropol sembrava condannato a cambiare destinazione e a diventare un parcheggio, ma questa volta il piano è stato sventato. Si presenterà come una sala con 98 poltrone circa e film rigorosamente di prima visione. San Salvario avrà una sala con film appena usciti in grado di attirare il pubblico, e il gestore si occuperà di distribuzione, dato che i titoli non gli mancano. Il giorno dell’inaugurazione sarà sicuramente un giorno di festa per il quartiere, tanto che sarà garantito l’ingresso gratuito per tutti. Si tratta di una bella notizia perché il cinema Baretti non ospita prime visioni e il quartiere è ormai privo di sale cinematografiche. L’ultima sala ad aver chiuso i battenti è stata, nell’agosto 2023, quella del cinema Maffei di via Principe Tommaso 5. Si attende la riapertura, non a breve, del cinema Ambrosio in corso Vittorio Emanuele in forma ridimensionata, visto che metà del locale è stato acquisito dal gigante del fast food americano KFC. Il cinema Metropole vede la sua nascita come teatro Chiarella il 17 ottobre 1908, e rappresentava uno dei locali più ricchi, in quanto ad arredi, a Torino, diventando ben presto un palcoscenico per concerti, balletti, opera lirica ed esibizioni circensi, prima di trasformarsi in un cinema porno. Durante la seconda guerra mondiale, nel 1942, l’edificio fi distrutto nei bombardamenti in città, insieme al vicino cinema Maffei. Fu ricostruito come Metropol e nell’anno 2000 avrebbe chiuso a causa della crisi del porno.

Mara Martellotta

Il road show della Quadriennale d’Arte alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Al via il road show della XVIII Quadriennale d’Arte. Il tour di presentazione che attraversa l’Italia debutta alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, in via Modane 16, alle ore 18 di giovedì 16 gennaio. La Fondazione La Quadriennale di Roma, partecipata dal Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma, presenta il road show della diciottesima Quadriennale d’Arte, in programma da ottobre 2025 a gennaio 2026 al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il tour, pensato come un viaggio attraverso le principali istituzioni culturali italiane, costituisce un’opportunità unica per approfondire i temi di questa edizione, la principale esposizione periodica dedicata all’arte contemporanea italiana. Ogni tappa del road show esplora un aspetto della manifestazione attraverso le parole di Luca Beatrice, Presidente della Fondazione La Quadriennale di Roma, e di altri curatori della diciottesima Quadriennale d’Arte: Luca Massimo Barbero, Francesco Bonami, Emanuela Mazzonis di Pralafera, Francesco Stocchi, Alessandra Troncone, i cinque curatori di “Fantastica”, e Walter Guadagnini, curatore del progetto espositivo di taglio storico intitolato “I giovani e i maestri”. La Quadriennale del ’35, che fa da contraltare alla mostra sull’arte italiana”, si alternano nel racconto dell’esposizione, affiancati da un rappresentante dell’istituzione, sempre con la moderazione del giornalista e divulgatore d’arte Nicolas Ballario. Il road show prenderà il via negli spazi della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino giovedì 16 gennaio 2025 alle ore 18. Per questa prima tappa il dialogo sarà tra Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente dell’omonima Fondazione, e Luca Beatrice. Al loro fianco saranno presenti Fabio De Chirico, Direttore del servizio di Arte Contemporanea e Fotografia della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e i curatori Luca Massimo Barbero e Walter Guadagnini. Il tour prosegue toccando altre prestigiose sedi culturali italiane, approdando a Venezia il 28 gennaio, alle ore 18, negli spazi di Ca’ Giustinian, raggiungendo Milano e la Pinacoteca di Brera il 3 Marzo alle 18.30.

 

Mara Martellotta

L’Accademia dei Folli tributa un omaggio a Giorgio Gaber con “Buonasera Sig. G”

Dal 16 al 26 gennaio presso il teatro Studio Bunker di Torino

 

Si inaugura la nuova stagione del teatro Studio Bunker di Torino, lo spazio teatrale di via Nicolò Paganini 0/200, situato all’interno del Bunker e gestito dall’Accademia dei Folli, con “Buonasera Sig. G”. Nel corso di 8 repliche tra giovedì 16 e domenica 26 gennaio l’Accademia dei Folli porterà in scena il teatro canzone di Giorgio Gaber. Più che un omaggio all’artista milanese scomparso nel 2003, “Buonasera Sig. G” rappresenta un viaggio profondo e istintivo attraverso l’immensa opera di Gaber e Luporini. Gli spettatori sono trasportati in un mondo che esplora le nevrosi, le contraddizioni e le bellezze fragili dell’uomo contemporaneo. Rimangono così sorpresi, folgorato dalla straziante attualità di monologhi e canzoni accuratamente scelti dall’Accademia dei Folli, ascoltando, come avrebbe detto Gaber, prima di tutto la pancia e successivamente cercando il senso e il disegno finale. Ad ogni replica questa ricerca a continua, ogni volta trova un senso differente e il disegno appare diverso. Dalle prime canzoni con Jannacci, Mina e Celentano, ai monologhi teatrali, la storia artistica di Gaber indaga le nevrosi, le contraddizioni, le brutture e tutta la fragile bellezza dell’uomo a confronto con la propria società. Il 1970 è l’anno della svolta per Giorgio Gaber: rinuncia all’enorme successo televisivo e porta la canzone a teatro, creando il genere che prenderà il nome di “teatro canzone”, i cui pezzi musicali sono inframezzati da monologhi e racconti. Gaber si sentiva ingabbiato nella parte di cantante e presentatore costretto a recitare un ruolo. Lascia questo ambiente e si spogli del ruolo di affabulatore, il Gaber che tutti hanno conosciuto non c’è più e appartiene al passato, riparte da capo e si presenta al pubblico così com’è, per questo crea il Signor G., un personaggio che non recita più alcun ruolo, ma una persona piena di contraddizioni e dolori, un uomo come tutti.

La compagnia di musica teatro Accademia dei Folli da anni lavora al teatro canzone, producendo spettacoli in equilibrio tra musica e teatro. Nel 2017 è nato il progetto Portraits, una galleria di ritratti di grandi personaggi della musica moderna, un viaggio alla scoperta delle loro storie, della loro poesia e dei loro mondi. Un progetto che coinvolge artisti e linguaggi differenti, da Bob Dylan a Fabrizio De André, passando per Bruce Springsteen, Francesco Guccini, Tommaso Waits, Leonard Cohen, BB King, Paolo Conte e Fred Buscaglione.

La produzione vede la regia di Carlo Roncaglia, che interpreta Giorgio Gaber sul palco. Ad accompagnarlo alla chitarra Max Altieri, Enrico Delotto al contrabbasso e Matteo Pagliardi alla batteria. I testi e le musiche di Gaber e Luporini sono arricchiti dagli arrangiamenti originali dell’Accademia dei Folli e conferiscono allo spettacolo una nuova forza espressiva, unica e coinvolgente.

“Buonasera Sig. G” ha conquistato il pubblico di diverse regioni italiane con 6 repliche, tutte soldout, al Teatro Stabile di Torino, poi in tutto il Piemonte, in Sicilia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Lombardia.

Prenotazione: Accademia dei Folli

Mail: prenotazioni@accademiadeifolli.com

Telefono: 345 6778879

Mara Martellotta

“Accademia della Luce”. Riflettori su lo “Scia’Mano” di Luigi Ontani

Al via, alla “GAM” di Torino, il “Public Program” dedicato alla 27^ edizione di “Luci d’Artista”. 

Giovedì 16 gennaio, ore 18

Figura iconica, fra i più influenti e noti artisti italiani a livello internazionale, al bolognese di Vergato (1943) Luigi Ontani, pittore e scultore, padre dei singolari “tableaux vivants” – performances filmate e fotografate in cui lo stesso artista si presenta mascherato di volta in volta da Pinocchio, piuttosto che da Dante da San Sebastiano o da Bacco – degli “oggetti pleonastici” in scagliola e della “stanza delle similitudini”– costituita da elementi ritagliati in cartone ondulato – è dedicato il primo appuntamento pubblico “apripista” alle attività di “Accademia della Luce”, il Public Program curato da Antonio Grulli di “Luci d’Artista”, 27^ edizione. L’incontro (in collaborazione con “Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea”, “Fondazione Merz” e “Fondazione Sandretto Re Rebaudengo”, insieme al “MAO – Museo d’Arte Orientale”, “PAV – Parco Arte Vivente”, “MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile” e “OGR Torino) si terrà giovedì prossimo 16 gennaioalle 18, presso la “GAM – Galleria civica d’Arte Moderna e Contemporanea” di via Magenta 31, a Torino. Al centro della “tavola rotonda”, il Maestro bolognese e il suo “Scia’Mano”, una delle due nuove installazioni luminose (insieme a “VR Man” del greco Andreas Angelidakis) di “Luci d’Artista 27”.

Legata alla figura universale e “mistica” dello “Sciamano”, l’installazione di Ontani  è composta da un lightbox bifacciale tondo e di grandi dimensioni, in cui le fotografie (utilizzate da sempre e spesso, come in questo caso, “espandendole” in gigantografie) sui due lati sono stampate su un supporto lenticolare. Nelle immagini, sempre in movimento e pronte a mutare in base al punto di vista dell’osservatore, vediamo l’artista impersonare uno “sciamano”, a cui allude con un gioco di parole anche la forma della maschera – realizzata in Indonesia, a Bali, dove Ontani risiede per alcuni mesi all’anno – che richiama una mano. Il soggetto evoca la “tradizione magica” di Torino e la posizione dell’opera, sul bordo nord dei “Giardini Sambuy”, dialoga con il punto in cui aveva sede la libreria e casa editrice “Fogola” frequentata dall’artista in passato e di cui è sopravvissuta un’insegna. Nell’opera di Ontani sono frequenti i riferimenti letterari e, non a caso, la piazza antistante la stazione “Porta Nuova” ha un posto nella storia della nostra letteratura dovuto alla tragica fine (1950) di Cesare Pavese.

In occasione dell’appuntamento con Luigi Ontani, sono stati invitati alla “GAM” un gruppo di critici e intellettuali di altissimo livello e prestigio, dalla storica dell’arte Giulia Giambrone (autrice, nel 2019, del primo saggio interamente dedicato artista, “Luigi Ontani in teoria. Filosofia, estetica, psicoanalisi nell’opera e nell’artista) allo scrittore Emanuele Trevi (vincitore del “Premio Strega 2021”, collaboratore del “Corriere della Sera” che con Ontani ha realizzato libri come quello che racconta il loro viaggio a Bali, “Ontani a Bali”, “Humboldt Books”, 2016, Milano), fino alla curatrice “di casa” Elena Volpato, cui si deve l’inserimento dei primi seminali video (fine anni sessanta) del Maestro di Vergato nella collezione della “Videoteca” della “GAM”, da lei ideata, e la curatela della mostra “Alam Jiwa & Vanitas” nel 2021 nello spazio “Wunderkammer”.

L’ingresso è gratuito. E attenzione … “Luci d’Artista” allunga il passo!

In concomitanza con l’incontro su e con Luigi Ontani e per accogliere gli atleti e gli sportivi che saranno a Torino in occasione del “Torino 2025 FISU World University Games Winter”, l’accensione di tutte le “Luci d’Artista” sarà prorogata fino al 2 febbraio 2025. 

Si tratta – dicono gli organizzatori – di una notizia importantissima che testimonia l’evoluzione di ‘Luci d’Artista’ in una vera e propria istituzione per l’arte contemporanea attiva tutto l’anno e l’ulteriore allargamento dei confini temporali della manifestazione. La proroga straordinaria ribadisce il suo ruolo fondamentale nell’accompagnare, ‘illuminandoli’, i grandi momenti della città e della comunità”.

Per info: www.lucidartistatorino.org

Gianni Milani

Nelle foto:

–       Luigi Ontani: “Scia’Mano” (ph. Andrea Rossetti)

–       Immagine guida “Accademia della Luce”

Afànisi, nuove forme di teatro in scena al Baretti

Stagione teatrale 24_25

Mercoledì 15 e giovedì 16 gennaio 2025 ore 20

AFÀNISI

con Raimonda Maraviglia,
Alessandro Paschitto e Francesco Roccasecca
feat. Manuel Severino
testo e regia Alessandro Paschitto
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Campania Teatro Festival

       
Il 2025 inizia con una produzione davvero unica, uno spettacolo che vi trasporterà in un mondo nuovo, una scena unica per scoprire nuove forme di teatro.

Afànisi, in scena mercoledì 15 e giovedi 16 gennaio, è una performance che rovescia i rapporti tra spettatore e spettacolo, tra realtà e sguardo che la osserva.

Lo spettatore non è più fruitore passivo ma creatore attivo dell’opera che ha di fronte. Gli viene proprio chiesto: ma tu cosa vuoi vedere? E poi lo si invita a rispondere privatamente, tra sé e sé, ma in modo fulmineo, non meditato. Libera associazione, la più classica delle regole della psicoanalisi: pensare la prima cosa che passa per la testa, quale che sia. Ciascuno spettatore risponderà dentro di sé a una sequenza di domande, con cui andrà materialmente a disegnare – con l’aiuto dei performer – il proprio spettacolo nello spazio vuoto. Le sue scelte improvvise, apparentemente immotivate, si riveleranno presto personali, lo riguarderanno in modo inatteso. Ciascuno vedrà uno spettacolo diverso da chi gli siede accanto. Ecco il rovesciamento: teatro non è più la cosa che si guarda, ma ciò da cui si è guardati.

Si può fare uno spettacolo in cui non c’è niente da vedere?
Si può chiedere a te che leggi – sì esatto proprio tu, tu che ora te ne stai qui con queste parole davanti: cosa vuoi vedere? Qual è la prima cosa che ti viene in mente?
Ecco, quella. Questo spettacolo parla di quella.
E di molte altre che ancora non hai pensato.

Uno spettacolo che ha ricevuto molti riconscimenti e che il Teatro Baretti è onorato di ospitare nella sua sala. Fra i premi citiamo per completezza:
In-Box Generation 2024
Giuria Critica a Direction Under30 2023
L’Italia dei Visionari 2023 (Kilowatt Festival)
UP TO YOU 2023
Odiolestate 2022 (Carrozzerie n.o.t.)
Intercettazioni 2022

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Ctrl+Alt+Canc è un gruppo teatrale nato nel 2020 che fa della ricerca sul linguaggio – praticata nello specifico della scrittura e della proposta scenica – una forma di conoscenza, spaziando dal teatro alla performance. La messa in discussione del linguaggio teatrale e delle sue modalità di fruizione, lo spostamento dell’attenzione sulle facoltà percettive e immaginative degli spettatori, la ricerca di un dialogo vero e di una nuova concretezza dell’azione scenica sono i punti cardinali. Se non hai capito nulla tranquillo anche noi ci stiamo capendo poco
Vincono per due volte il Premio Leo de Berardinis e sono prodotti dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale con i progetti Omissis (2022) e Opera Didascalica (2021), con quest’ultimo entrano nella Selezione In-Box 2022. Con il progetto Afànisi vincono il Premio In-Box Generation 2024, il Premio della Giuria Critica a Direction Under 30 2023, sono selezionati all’interno del Dossier Risonanze 2024, vincitori del bando L’Italia dei Visionari – Kilowatt Festival 2023, vincitori Up to You 2023, vincitori Odiolestate 2022 (Carrozzerie n.o.t.), vincitori del bando Intercettazioni – Circuito Claps, finalisti Intransito 2023, semifinalisti al Premio Dante Cappelletti 2022 e al Premio Scenario 2021 e finalisti al bando Verso Sud. Entrano della Shortlist di Forever Young 2024 – La Corte Ospitale e sono semifinalisti al Premio Cantiere Risonanze 2024 e al Premio Scenario 2023 con il progetto Vita di San Genesio, con cui vincono poi Toscana Terra accogliente 2024 e il Bando Migramenti 2023.
Il gruppo è composto da Alessandro Paschitto (regista diplomato Paolo Grassi 2021, autore due volte segnalazione al Premio Hystrio e selezionato da Lucia Calamaro per Scritture 2022), Raimonda Maraviglia (attrice e formatrice / Programa de Técnica Meisner de JGC Barcelona, finalista Hystrio alla Vocazione 2019) e Francesco Roccasecca (attore diplomato al Teatro Stabile di Napoli, finalista Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2019)

Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con
PIEMONTE DAL VIVO – CORTO CIRCUITO

Spettacoli da non perdere, da Shakespeare al “Franciscus” di Cristicchi

Nella settimana, sul palcoscenico del Gioiello

Un’occasione per accostarci ancora una volta alla scrittura teatrale di Gian Mesturino, di recente scomparso, alla sua cultura, all’amore per i classici, alla sua voglia di nuove invenzioni. Per la stagione del Gioiello va in scena mercoledì 15 gennaio “Shakespeare x 2”, scritto in compagnia di Girolamo Angione e giunto al suo settimo anno di applauditissime repliche. Una baruffa che sa appieno di teatro nata all’ombra di un antico Globe, tutta da ridere, di squisito divertimento, protagonisti due giovani attori: Elia Tedesco – un gran momento per lui, nel cast del “Paradiso delle signore” su Rai 1 e protagonista della commedia “Il fidanzato di tutte” senza scordare l’ultima affermazione nel recente “Verso l’ora zero” di Agatha Christie – e Simone Marietta (anche lui nel cast della Christie). Un’epidemia di peste, che ricorda quella che visse il buon vecchio William negli anni 1592 – 1594, causa la chiusura dei teatri. In un teatro, però, sono rimasti due attori e il pubblico. E se le autorità vietano di lasciare la struttura non resta che proporre una carrellata sulle opere del Bardo, in attesa di tempi migliori. È da questi spunti che parte l’attento lavoro drammaturgico, in un godibilissimo viaggio in compagnia di Prospero e Puck, Amleto e Shylock, Giulietta e Marcantonio. Inizio ore 21.

Franciscus il rivoluzionario, l’estremista, l’innamorato della vita, pronto a vivere per un sogno, il folle che parlava agli uccelli, Franciscus che vedeva la sacralità e la bellezza in ogni volto di persona ma anche di animale e di un lebbroso, e non soltanto in essi ma anche nel sole, nella morte, nella terra su cui camminava insieme agli altri. Che vedeva l’abbandono di ogni bene, di ogni ricchezza, di una famigli e di una casa. In cosa risiede l’attualità del suo messaggio? Cosa può dirci la filosofia del “ricchissimo” di Assisi, nella confusione della modernità affamata di senso, nelle promesse tradite del progresso? Questo è altro si è chiesto Simo Cristicchi scrivendo (con Simona Orlando) e mettendo in scena questo suo “Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli” che continua a girare per i palcoscenici italiani con immutato successo. Franco Cordelli, recensendo nelle colonne del Corriere della Sera, ha parlato di “rivelazione” e di “una scoperta” di un attore e di un autore, ha aggiunto: “Avrà più volte partecipato al festival di Sanremo e lo avrà pur vinto, ma siamo oltre, di gran lunga.” Un percorso lungo prima di arrivare a questa figura di santo insuperato, non soltanto dell’artista ma soprattutto dell’uomo, fatto di un inizio a soli 17 anni nel mondo della musica (oggi ne ha quarantasette: profetici tratti con quella barba che inizia a imbiancare e quella gran matassa di capelli arruffati), di obiezione di coscienza e di volontariato in un centro di igiene mentale, di tappe significative che si intitolano “Maria che cammina sull’autostrada” e “Studentessa universitaria” e quei capolavori del mondo della canzone che sono “Ti regalerò una rosa” e “Non mi avete fatto niente”, attraversando i versi di Alda Merini e le “Lettere dal manicomio”, i “Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia” e “Magazzino 18”, cruda narrazione del dramma delle foibe e dell’esodo delle popolazioni giuliano-dalmate.

Prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dall’Accademia Perduta Romagna Teatri, con il suo “Franciscus” l’artista romano continua a stupire il pubblico, tra riflessioni che percorrono la nostra quotidianità, domande e canzoni inedite – che portano la sua firma e quella della cantautrice Amara -, indaga e racconta il Santo di tutti, che è stato prima di tutto “un uomo in crisi, consumato dai dubbi, un laico che imparava facendo, si perfezionava incontrando e il cui esempio riuscì ad attrarre una comunità, ma non senza destare sospetti tra alcuni del popolo: uno in particolare, Cencio, stracciarolo girovago, inventore di una lingua solo sua, osservatore critico del viaggio di Francesco, interpretato dallo stesso Cristicchi.”

Aggiungono ancora le note di presentazione: “Al centro dello spettacolo, il labile confine tra follia e santità, tema cardine della vita personale e spirituale di Francesco. Ma anche la povertà, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l’utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere con il creato. Temi che nel frastuono della società in cui viviamo diventano ancora più urgenti e vividi”. Forse lo spettacolo di cui davvero c’è bisogno oggi, tra sentimenti e momenti di tranquilla riflessione. Repliche venerdì 17 gennaio (ore 21), sabato 18 (ore 19,30) e domenica 19 (ore 16). Un successo tutto da scoprire.

(e.rb.)

Nelle immagini, Elia Tedesco e Simone Marietta in “Shakespeare x 2” e Simone Cristicchi in “Franciscus”.

Antonio Albanese con i suoi personaggi più amati al teatro Colosseo per 12 giorni di tutto esaurito

 

Dal 15 gennaio all’1 febbraio a dominare il palcoscenico del teatro Colosseo sarà il genio comico di Antonio Albanese, con il suo nuovo spettacolo dal titolo “Personaggi”, per un totale di 12 recite tutte soldout. Diretto da Giampiero Solari, l’attore e regista lombardo riparte dallo spettacolo scritto insieme con Solari, Michele Serra e Piero Guerrera. Si tratta di un affresco della società contemporanea, inserito in un “one man show” dove sono previsti rapidi cambi di costume, dialetti e situazioni. Antonio Albanese porta al Colosseo monologhi e situazioni surreali che capitano ai suoi personaggi, tanto amati dal pubblico: Epifanio, l’Ottimista, Alex Drastico, il Sommelier, Cetto La Qualunque e Perego. Lo spettacolo incarna magistralmente le maschere dei nostri vicini di casa e di noi stessi, tutti affetti da nevrosi, alienazione e solitudine, elementi che caratterizzano i rapporti umani odierni: la disgregazione della famiglia e il vuoto ideologico. Che cosa hanno in comune i mille volti con i quali Albanese racconta il presente? L’umanità. In scena uomini del sud e del nord, alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, ottimisti e qualunquisti. Maschere irriverenti e grottesche che rappresentano lo specchio di una realtà guardata con occhio irriverente, attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic. Antonio Albanese invita lo spettatore a guardare il mondo che lo circonda, così ricco di umanità.

Mara Martellotta

Un viaggio nella storia delle Universiadi all’archivio di Stato di Torino

Un viaggio nella storia delle Universiadi, all’archivio di Stato di Torino, in piazzetta Mollino, sino al 23 gennaio 2025, dalle ore 10 alle 18.30, con ingresso libero.

Fiaccole, bracieri, tante storie e le medaglie, quelle d’epoca e quelle nuove nate da un concorso organizzato tra gli studenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti, vinto dalla giovane Matilda Elia.

Igino Macagno