Cosa succede in città- Pagina 282

Ultime settimane al Teatro “Colosseo” con la grande Street Art internazionale

“Street Art in Blu3”. Fino al 26 settembre

Sì, ovviamente c’è anche Lui. Lui con la L maiuscola. Il primo della classe. Il più ribelle, il più aggressivo, il più blasfemo, il più ironico, il più politicamente sovversivo, il più “magico”, capace di distruggere a distanza una copia della sua celebre “Girl with Balloon” prima della fine della battitura all’asta di Sotheby’s nel 2018, sotto lo sguardo incredulo e sbigottito del pubblico presente.

Certo. Non potevano mancare le opere del grande – eternamente “unknown”, come molti altri suoi colleghi celati dietro improbabili e misteriosi pseudonimi – Banksy da Bristol nella ricca carrellata di opere esposte fino al 26 settembre nella mostra “Sreet Art in Blu3” (seconda edizione) voluta da Claudia e Andrea Spoto, in collaborazione con il collettivo di collezionisti “Xora”, negli spazi del Teatro “Colosseo”, il più grande teatro privato, per numero di posti, del Piemonte. Se di grande “Arte di Strada” o “Arte Urbana” si vuol parlare con una visione a carattere internazionale, Banksy non poteva di certo essere dimenticato. Dicono le curatrici, la svizzera di Lugano Serena Maisto (anche lei presente con sue opere in mostra e curatrice dell’immagine guida) e Lacryma Lisnic: “Dopo l’esperienza del 2019 torniamo al Colosseo con una seconda mostra, che però viviamo ‘alla terza’. Il 3 infatti ricorda sia la B di Blu che la lettera con la quale si firma Bansky, ancora una volta protagonista della nostra mostra, in dialogo con i lavori di 3D, ovvero Robert Del Naja. Sono la stessa persona? Sono artisti che collaborano in un progetto collettivo? Non diamo risposte, ma sarà il pubblico a farsi emozionare dalle loro opere”. Quasi 150 sono i lavori di 36 artisti esposti negli spazi del teatro, nei corridoi, sul palcoscenico, nel foyer in un vero e proprio allestimento fra luci e musica, in un percorso di assonanze e rimandi fra esterno e interno, luci e ombre, passato e presente. Originali, print, serigrafie, copertine di LP che hanno fatto la storia della musica e dell’arte, insegne stradali e persino una falsa banconota a firma di Banksy: “opere diverse e diversi materiali per raccontare un mondo fatto di rimandi, influenze, percorsi di senso”. Il titolo della rassegna rimanda all’italiano Blu, fra i nomi più importanti della street art mondiale. Anche di lui non si conosce la vera identità, né il nome né la data di nascita; si ipotizza sia nato agli inizi degli anni ’80 a Senigallia, comincia a farsi conoscere nel ’99 con alcuni graffiti realizzati un po’ ovunque (muri, saracinesche, cartelli stradali e quant’altro) nel centro storico di Bologna e nel 2011 viene segnalato dal “Guardian” come uno dei dieci migliori street artist in circolazione. Al “Colosseo”, presenta 32 opere. Da segnalare “Rennes”, prova d’artista in preparazione del murales realizzato in occasione del “Festival Mettre en Scene” nel 2010 nell’omonima cittadina francese sulla facciata di un teatro e il potentissimo “Il Grigio di Blu”, frammento di una delle opere coperte a Bologna nel marzo del 2016 in polemica con la tanto discussa mostra degli “stacchi”, in corso nel capoluogo emiliano. Atto di rivolta. Che crea, non distrugge. “Se si potesse grattare la patina di vernice da quest’opera, si vedrebbe un frammento di uno dei murales cancellati a Bologna”. Il muro, appunto. Dice Banksy: “Un muro è una grande arma. E’ una delle cose peggiori con cui puoi colpire qualcuno”. E quanto se n’è servito, di quest’arma, l’artista di Bristol! Lui che ha fatto del suo segno uno dei maggiori esempi di “arte politica” del contemporaneo. Quaranta le sue opere esposte al “Colosseo”. Dalla celeberrima “Girl with Balloon”, diventata dopo l’“incidente” (di cui s’è detto) all’asta di Sotheby’s, “Love is in the Bin”, alla “Di-Faced Tenner”, la prima opera di Banksy ad entrare nella collezione privata del “British Museum”: una falsa banconota da 10 sterline raffigurante Lady Diana, con sopra l’iscrizione provocatoria “Banksy of England” e il motto “I promise to pay the bearer on demand the ultimate price”. Fra i tanti nomi importanti presenti in mostra, da segnalare anche lo spagnolo (Gonzalo) Borondo con i suoi volti e corpi deformi e incompleti “che si attorcigliano e straripano con crudeltà”, insieme a 3D, ovvero il britannico Robert Del Naja, produttore, musicista, cantante e rapper, fondatore dei “Massive Attack”. Sempre più insistenti le voci che possa proprio essere lui a tutti gli effetti il vero Banksy. Gira e rigira, sempre a Lui, si ritorna.

Gianni Milani

“Street Art in Blu3”
Teatro “Colosseo”, via Madama Cristina 71, Torino; tel. 011/6698034 o www.teatrocolosseo.it
Fino al 26 settembre
Orari: dal mart. al ven. 15/19 – sab. e dom. 10/19

Nelle foto
– Banksy: “Di-Faced Tenner”
– Serena Maisto: “The art of protection”
– Borondo: “Testa”

All’infopoint di Emergency per ricordare Gino Strada

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TORINO RICORDA GINO STRADA “CIAO GINO. ORA CONTINUIAMO NOI”

MARTEDI’ 14 SETTEMBRE RIAPRE L’INFOPOINT DI TORINO CON UNA GIORNATA SPECIALE IN RICORDO DI GINO STRADA, FONDATORE DI EMERGENCY

 

LETTURE, MUSICA E VIDEO DALLE 15 ALLE 22 IN CORSO VALDOCCO 3

“I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY.

Ora spetta a tutti noi rimboccarci le maniche, portare avanti l’eredità di Gino e imparare a guardare lontano, come faceva lui.

Per questo il 14 settembre vi invitano all’Infopoint di Torino, in corso Valdocco 3, per un ricordo corale tra video, scritti e testimonianze, ma anche per accogliere e incontrare tutte le persone che vogliono unirsi a noi in questo cammino.

Per maggiori informazioni emergencypoint.torino@emergency.it

EMERGENCY INFOPOINT è uno spazio informativo aperto a tutti, un punto di riferimento per i sostenitori di EMERGENCY e per chiunque voglia conoscere le attività dell’associazione che dal 1994 offre cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.

EMERGENCY è un’associazione indipendente e neutrale, nata nel 1994 per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà. Da allora EMERGENCY ha curato oltre 10 milioni di persone, una ogni minuto. EMERGENCY promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.

Ezio Bosso, “La musica magica” di Oscar Giammarinaro per festeggiare il compleanno

Lunedì 13 settembre Ezio Bosso avrebbe compiuto 50 anni, così Oscar Giammarinaro, meglio conosciuto come oSKAr già leader della storica band mod torinese Statuto, pubblica un inedito per festeggiare il suo compleanno.

La musica magica” è il nuovo singolo e videoclip di Oscar Giammarinaro, da lunedì 13

settembre in tutte le piattaforme digitali distribuito da Universal, proprio dedicato all’amico fraterno ed ex bassista degli Statuto Ezio Bosso prematuramente scomparso lo scorso anno.

La canzone composta nel 2019 e presentata all’ultimo Festival di Sanremo, era stata apprezzata dallo stesso Bosso prima della sua morte: “Avevo scritto una canzone per “Xico” commenta Oscar-, (questo il soprannome affettuoso con il quale i mod di piazza Statuto hanno sempre chiamato Bosso), come regalo per il suo compleanno, a lui era piaciuta molto, al punto che avevo pensato di proporla al Festival di Sanremo. Ezio mi disse che se il brano fosse stato scelto, l’avrebbe arrangiato lui stesso per l’orchestra. A maggio però, Xico ci ha lasciati e la canzone è rimasta lì, come una nostra foto, bella e struggente nello stesso tempo”. Da qui la decisione di provare il Festival e ora di pubblicarla per rendere omaggio alla memoria del musicista, ma, anche all’amico con il quale ha condiviso l’amore per la cultura mod.

Nel videoclip realizzato da Erika Grosso, le note e le parole di Oscar scorrono sullo sfondo di una Torino autunnale tra sonorità cool jazz e pop soul. I protagonisti della storia sono interpretati dai fratelli Julian e Zak Loggia (figli di Alex, storico chitarrista degli Statuto e componenti della band “Omini” che stanno per pubblicare il loro nuovo singolo), rispettivamente nei panni di giovanissimi Ezio e Oscar. Avanti e indietro per la città, che per un attimo ritorna a quegli Anni ’80 che fecero da sfondo al loro sodalizio, i due ragazzi si divertono a suonare e cantare condividendo quella passione per la musica che è stata alla base della loro amicizia e delle loro rispettive carriere. Tra pianoforti, spartiti e contrabbassi le scene si concludono al giardino di piazza Statuto, che da pochi mesi, porta proprio il nome di Ezio Bosso.

Tutti i diritti d’autore del testo saranno devoluti in beneficenza a Radio Parkies – Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani, realtà internazionale già supportata da Bosso negli ultimi mesi di vita.

Il nuovo singolo sarà presentato dal vivo nei prossimi giorni in tre incontri dedicati:

martedì 14 settembre ore 21, presso Il Circolo dei Lettori Torino

mercoledì 15 settembre ore 19.30, presso Gallery16 Bologna

domenica 3 ottobre ore 21, presso Arci Bellezza Milano

SOCIAL

https://www.facebook.com/oscarilmod

https://www.instagram.com/oscar_giammarinaro/

MULTILINK PIATTAFORME

https://udsc.lnk.to/MusicaMagica

VIDEOCLIP UFFICIALE

https://www.youtube.com/watch?v=dsi1HfvnOO0

“Oh donna chi sei”, mostra-evento contro la violenza sulle donne 

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Nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, a Torino a cura di Niccolò Lucarelli

L’inaugurazione mercoledì 15 settembre, alle ore 17.30

Visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 17.30, fino all’8 ottobre

TORINO – Loriano Aiazzi e Sergio Monari, entrambi scultori di lungo corso e dal curriculum internazionale, con partecipazioni anche alla Biennale di Venezia, saranno i protagonisti della mostra-evento “Oh donna chi sei”, contro la violenza sulle donne, che verrà inaugurata mercoledì 15 settembre, alle ore 17,30, nella Sala Trasparenza del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino. Il titolo è ispirato ad un verso del poeta siriano Nizār Tawfīq Qabbānī. «Dalla mitologia della Grecia classica alla società contemporanea, la figura della donna è sempre stata centrale per il progresso civile dell’umanità – spiega il curatore della mostra, Niccolò Lucarelli -. Nonostante il suo indubbio contributo, la donna ancora oggi non gode del dovuto rispetto, così come non esiste la democrazia di genere e, nei fatti, le pari opportunità sono soltanto un concetto retorico, mentre la vergognosa piaga della violenza sulle donne occupa le pagine dei quotidiani. Con violenza non s’intende soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale». Per questo progetto, che sin dal titolo vuole indagare la personalità femminile, il curatore della mostra ha voluto due scultori, anziché due scultrici, per sottintendere che è l’uomo a dover cambiare atteggiamento e mentalità, a mettersi in gioco e ad ammettere le proprie responsabilità. Loriano Aiazzi e Sergio Monari interpretano Euriclea e Medea, due differenti, ma fondamentali, espressioni della personalità femminile, grazie ai quali l’umanità ha potuto progredire nei secoli. “Oh donna chi sei” ha dunque l’obiettivo di stimolare riflessione di carattere sociale attraverso l’arte. Come nota ancora il curatore Lucarelli, «dalle sculture di Aiazzi e Monari scaturisce l’immagine di una donna fiera e libera, dolce e appassionata, un’amazzone e una vestale, che alberga in sé molteplici potenzialità, intuizioni, entusiasmi, sentimenti, sempre pronta a donarli agli altri in nome di un istinto materno esteso alla sua massima portata. Eppure, nella mancata alleanza fra uomo e donna risiedono problematiche che l’umanità si trascina da almeno due millenni, e la violenza sulle donne – non soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale – è purtroppo una tematica di vergognosa attualità». La mostra è accompagnata da una brochure a cui ha collaborato il critico d’arte Luca Sposato, che sottolinea come «effigiare la Donna sia un rituale, un atto spirituale che affonda le radici all’origine della Coscienza, alla nascita dell’arte: perpetuarlo significa intimamente evocare il principio dell’umanità stessa, concetto troppo spesso diluito nell’attuale società individualista e misogina, macchiata spesso di inadempienza. Proprio per sopperire questa mancanza, la rilettura del mondo classico è la chiave di volta indispensabile a predisporre un futuro compiuto e stabile, caricando l’eredità di un passato che non vuole essere oggetto nostalgico ma supporto di consapevole responsabilità, sia artistica, sia sociale». La mostra, ad ingresso gratuito, si potrà visitare dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle 17,30, fino all’8 ottobre.

Mostra del Cinema di Venezia, premio al film “torinese” Pilgrims

Tra 19 lunghi del concorso ‘Orizzonti’ il Premio Orizzonti per il Miglior Film è andato a Pilgrims del regista lituano Laurynas Bareišasviluppato nel 2019 nel programma del TorinoFilmLab, FeatureLab, grazie al lavoro fatto dal regista con la giovane produttrice Klementina Remeikaite della casa Afterschool (Lituania).

Pilgrims, lungometraggio d’esordio di Bareiša che con i precedenti cortometraggi si è già distinto a Venezia, Berlino e Locarno, si sviluppa intorno alle vicende di Indre e Paulius che si recano presso una piccola città dove è stato commesso un crimine raccapricciante per scoprire quanto non sia facile come previsto rivisitare il passato.

Earthink, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità

Da Sabato 11 a Domenica 19 Settembre si tiene a Torino la X edizione di Earthink Festival, il primo festival delle arti performative in Italia dedicato alla sostenibilità.

Un programma ricco e accessibile quello di #VISIONARI, che offre spettacoli per qualsiasi fascia d’età. Tutti gli spettacoli sono ad ingresso gratuito, ma con prenotazione obbligatoria.

E’ possibile sostenere le attività del festival facendo una donazione libera all’Associazione Tékhné tramite Satispay, con la donazione ci permetterai di mantenere l’evento gratuito e accessibile a tutti, grazie!

 

I promotori dicono: “Per festeggiare i nostri primi 10 anni abbiamo deciso di invadere la città:
il centro, le periferie, le aree verdi, i teatri, i luoghi della cultura, gli spazi convenzionali e quelli capaci di stupirci!”

Arena esterna Imbarchino del Valentino – Viale Umberto Cagni, 37 Torino
General Store Scuola Holden – Paizza Borgo Dora, 49 Torino
Padiglione dell’Acqua SMAT – Corso XI Febbraio, 14 Torino
Housing Filanda – Via Beato G. Cafasso, 45 Torino
Parco del Meisino
Parco del Valentino

Teatro Regio, Palazzo Arsenale: tutto esaurito per Il barbiere di Siviglia Dolceamaro, Musica in crescendo, Puro divertimento

Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura
Programma da venerdì 10 a giovedì 16 settembre

Torino, Cortile di Palazzo Arsenale, via dell’Arsenale 22

Nella foto: L’immagine di Sara Rambaldi per il Regio Opera Festival
Il Regio Opera Festival. A Difesa della Cultura ci ha permesso di scoprire una meraviglia in centro città, il Cortile di Palazzo Arsenale e di riassaporare, finalmente, la musica dal vivo, in una platea all’aperto di 1000 posti in totale sicurezza.

Venerdì 10 settembre ore 18.30 Musica in crescendo: un nuovo appuntamento con il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino e con il maestro Claudio Fenoglio direttore e pianoforte. Dal Flauto magico Carmen, grandi opere e grandi compositori di ieri e di oggi hanno dedicato bellissime pagine alle voci bianche; sarà dunque un’occasione per ascoltare musiche di Georges Bizet, Wolfgang Amadeus Mozart, Jacques Offenbach, Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi, Gabriel Fauré, Ralph Vaughan Williams, John Rutter, Bob Chilcott.
Cantare è bello, e crescere cantando aggiunge qualcosa di speciale alla vita di un bambino. Il Teatro Regio offre l’opportunità di iniziare un percorso che, attraverso uno studio approfondito del solfeggio e della tecnica vocale, condurrà i piccoli futuri artisti sul palcoscenico di un grande teatro d’opera! Sono ancora aperte le iscrizioni alla Scuola di canto corale per ragazzi da 7 a 12 anni: occorre presentare domanda entro giovedì 30 settembre; sul nostro sito a questo link https://www.teatroregio.torino.it/selezione-personale#vocibianche tutte le informazioni utili.

Nella foto: il Coro di voci bianche Teatro Regio Torino – © Teatro Regio Torino
Sabato 11 settembre ore 21 Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. I biglietti per la prima e per le recite di mercoledì 15 e di sabato 18 settembre sono esauriti. Il Barbiere è l’opera buffa per antonomasia, animata da uno slancio vitale frenetico e turbinoso: un «caos organizzato» disse Stendhal. Una storia d’amore funestata da un vecchio in cui si inserisce, scaltro deus-ex-machina, la figura inimitabile di Figaro, il factotum più famoso nella storia della musica. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio sale il Maestro Giuseppe Finzi (anche maestro al fortepiano), Andrea Secchi istruisce, come di consueto, il Coro del Regio. La regia è firmata da Vittorio Borrelli, le scene da Claudia Boasso, i costumi sono di Luisa Spinatelli, le luci di Andrea Anfossi. Il conte d’Almaviva è il tenore Jack Swanson, Don Bartolo è interpretato con la solita verve comica dal basso-baritono José Fardilha, il giovane mezzosoprano Miriam Albano interpreta, con quel tocco di ingenuità misto a malizia, Rosina. Il celeberrimo Figaro è, in questa produzione, il baritono Andrej Žilikhovskij. Il basso Marko Mimica veste i panni dell’esilarante Basilio, il maestro di musica di Rosina. Completano il cast: il baritono Lorenzo Battagion, Fiorello; il soprano Laura Cherici nel ruolo di Berta; il basso Riccardo Mattiotto in quello dell’Ufficiale e il mimo Alberto Deichmann come Ambrogio.
Nella foto: una scena de Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini – © Teatro Regio Torino
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Melodramma buffo in due atti
Libretto di Cesare Sterbini
dalla commedia La Précaution inutile, ou Le Barbier de Séville
di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais
Personaggi e interpreti
Il conte d’Almaviva tenoreJack Swanson
Don Bartolo basso-baritonoJosé Fardilha
Rosina mezzosopranoMiriam Albano
Figaro baritonoAndrej Žilikhovskij
Don Basilio bassoMarko Mimica
Fiorello baritonoLorenzo Battagion
Berta sopranoLaura Cherici
Un ufficiale baritonoRiccardo Mattiotto
Ambrogio mimoAlberto Deichmann

Direttore d’orchestra e maestro al fortepiano: Giuseppe Finzi
Regia di Vittorio Borrelli
Scene di Claudia Boasso
Costumi di Luisa Spinatelli
Luci di Andrea Anfossi
Maestro del coro: Andrea Secchi

Orchestra e Coro Teatro Regio Torino
Allestimento Teatro Regio Torino

Prova generale: Giovedì 9 Settembre ore 21


Recite – TUTTO ESAURITO
Sabato 11 Settembre ore 21
Mercoledì 15 Settembre ore 21
Sabato 18 Settembre ore 21

Domenica 12 settembre ore 18.30 Dolceamaro e la pozione magica. L’elisir d’amore raccontato ai bambini. Inizialmente previsto a giugno e annullato per maltempo, lo spettacolo è stato riprogrammato e, dunque, i biglietti già acquistati sono validi per la nuova data. Gli ingredienti per coinvolgere i bambini ci sono tutti, esattamente come in una pozione magica: un ragazzo buono e sincero ma terribilmente imbranato, un bellimbusto sbruffone rivale in amore e una ragazza bellissima ma un po’ presuntuosa. Chi dei due riuscirà a conquistare il suo cuore? La produzione è made in Regio dal melodramma giocoso L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, con i testi adattati da Vittorio Sabadin. Quarantacinque minuti di divertimento e risate in formato pocket, grazie alla partecipazione dell’attrice Giorgia Goldini nel ruolo di Belcore e di un cast giovane e frizzante: Mariasole Mainini (Adina), Alejandro Escobar (Nemorino) e Lorenzo Battagion (Dulcamara), con il maestro Giulio Laguzzi al pianoforte. La regia è di Anna Maria Bruzzese, le scene di Saverio Santoliquido, i costumi di Laura Viglione, le luci di Andrea Anfossi e le ombre di Cora Demaria – Controluce Teatro d’Ombre.

Nella foto: una scena di Dolceamaro e la pozione magica – Foto Edoardo Piva – © Teatro Regio Torino
Martedì 14 settembre ore 21 Puro divertimento con l’Ensemble di Ottoni e Percussioni Teatro Regio Torino diretto dal maestro Giulio Laguzzi. Squilli di tromba e danze scatenate a cavallo dei secoli e dei generi: un varietà musicale che mette insieme corali bachiani e ritmi brasiliani, marce militari e can-can, il tango e il jazz. In programma: Preludio in sol minore di Sergej Rachmaninov; Polonaise op. 40 n. 1 (Militare) di Fryderyk Chopin; Wachet auf, Cantata BWV 140 di Johann Sebastian Bach; Tico-Tico no Fubá di Zequinha de Abreu; Can-can dall’operetta Orfeo all’inferno di Jacques Offenbach; la Marcia trionfale da Aida di Giuseppe Verdi; la Suite da Carmen di Georges Bizet; Oblivion di Astor Piazzolla; Un ameriano a Parigi di George Gershwin. Il concerto è in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo.

I prossimi appuntamenti con il Regio Opera Festival

  • Venerdì 17 settembre alle ore 21 Inni alla notte Concerto con il Coro Teatro Regio Torino diretto dal Maestro Andrea SecchiPaolo Grosa e Jeong Un Kim al pianoforte. In programma musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Gabriel Fauré e Johannes Brahms. Il fascino dell’imbrunire in un trascolorare continuo alla scoperta dei colori della notte.
  • Lunedì 20 settembre alle ore 18.30 Riccioli di Barbiere. Il barbiere di Siviglia raccontato ai bambini, opera pocket per bambini dai 3 ai 10 anni tratta dal melodramma buffo Il barbiere di Siviglia. In questa versione, adattata per i piccoli spettatori, tutti potranno imparare ad amare il teatro e Rossini, ascoltando alcune pagine della sua opera più famosa e divertente.

Un Festival che nasce dal desiderio e con l’auspicio di ritrovarsi finalmente insieme uniti nella musica. Proprio con questo intento il Regio propone le Festival Card a 6 e 10 spettacoli, che danno la possibilità di scegliere altrettanti titoli tra opere, concerti e spettacoli per bambini, oppure di essere utilizzate per assistere da più persone per la stessa manifestazione. Inoltre, per gli under 30 è prevista la riduzione del 20% su tutti i biglietti, e con la Festival Card Giovani 10 il biglietto costa solamente € 10.

Il Regio Opera Festival. A Difesa della Culturache si svolge presso la sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è realizzato dal Teatro Regio Torino con il patrocinio del Ministero della Difesa e del Ministero della Cultura, grazie al Main Partner Camera di commercio di Torino, in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo, con il contributo di Reply, di Federfarma Torino con l’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Torino Farma Cares, e di Sipal.

CERTIFICAZIONI COVID PER L’INGRESSO AGLI SPETTACOLI
L’accesso agli spettacoli del Regio Opera Festival è consentito esclusivamente alle persone munite del documento d’identità e di una delle seguenti Certificazioni Verdi COVID-19:

  • Green Pass (anche una sola dose di vaccino, validità 9 mesi)
  • Certificato di guarigione da Covid-19 (validità 6 mesi)
  • Esito negativo al test molecolare o antigenico rapido per il Covid-19 (validità 48 ore)

BIGLIETTERIA
La Biglietteria è aperta dal lunedì al sabato ore 10-14 presso l’Info-Point di piazza Castello 215 (Teatro Regio, Ingresso Uffici) e un’ora prima degli spettacoli al Cortile di Palazzo Arsenale (via dell’Arsenale 22). Acquisti esclusivamente con carta di credito, bancomat e Satispay. Chiusura estiva da sabato 14 a domenica 29 agosto. Riapertura lunedì 30 agosto ore 10-14.
Biglietti e Festival Card in vendita anche online su www.teatroregio.torino.it e www.vivaticket.it e direttamente presso i Punti Vivaticket.

BIGLIETTI
Biglietti per Musica in crescendoDolceamaro e Riccioli di Barbiere: posto unico € 5
Biglietti per i concerti Puro divertimento e Inni alla notte€ 10 – 15 a seconda del settore (under 30€ 8 – 12 a seconda del settore)

FESTIVAL CARD
Festival Card 10 biglietti: € 200
Festival Card 6 biglietti: € 120
Festival Card Giovani (under 30) 10 biglietti: € 100

INFORMAZIONI
Info-Point: ore 10-14 dal lunedì al sabato presso l’Ingresso Uffici del Teatro Regio (piazza Castello 215) info@teatroregio.torino.it
Info-Tel. 011.8815.241: ore 10-18 dal lunedì al venerdì; sabato 10-14; biglietteria@teatroregio.torino.it.

REGIO OPERA CAFÉ
All’interno del Cortile di Palazzo Arsenale, il Regio Opera Café vi aspetta a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.

Per tutte le informazioni: www.teatroregio.torino.it

Massimo Popolizio: “Con “Furore” di Steinbeck un epico affresco della Grande Depressione, tra povertà, crisi sociale e migrazione”

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Per la nuova stagione TPE, dal 13 al 15 settembre sul palcoscenico dell’Astra

 

Per recuperare il tempo perduto e favorire nuovamente l’incontro con il pubblico, la nuova Stagione TPE riparte con ampio anticipo rispetto alle precedenti e già lunedi 13 settembre affida l’apertura del proprio cartellone settembre-dicembre al talento di Massimo Popolizio con “Furore” tratto dall’omonimo romanzo di John Steinbeck. Lo spettacolo, una produzione Compagnia Umberto Orsini e Teatro di Roma – Teatro Nazionale, è un one man show lirico ed epico, realista e visionario, in cui l’attore, partendo dalla rielaborazione drammaturgica di Emanuele Trevi – recente vincitore del Premio Strega 2021 con il romanzo “Due vite” – dà corpo e voce all’esodo dei braccianti sospinti in California dalle regioni centrali degli Stati Uniti negli anni della Grande Depressione in cui crisi agricola, economica e sociale attanagliavano il paese. Popolizio, narratore d’eccezione, dispiega, solo in scena, un vitale e più che mai attuale racconto del fenomeno migratorio, amplificato dalle musiche e suggestioni sonore di Giovanni Lo Cascio.

La genesi di quello che diventerà un capolavoro della narrativa americana risale all’estate del 1936 quando il San Francisco News commissiona all’autore una serie di articoli sulla condizione del proletariato rurale immigrato in California. Sono americani del Midwest, provenienti soprattutto dall’Oklaoma e dall’Arkansas, colpiti dalla crisi e costretti a fuggire dalle tempeste di sabbia della Dust Bowl e dalla conseguente siccità che aveva reso sterili quelle terre coltivate a cotone. Steinbeck sale su un furgone da panettiere e inizia il suo viaggio fra le vallate della California. Osserva le strade riempirsi di camioncini sgangherati, carichi di fantasmi vestiti di stracci e diretti alle piantagioni di uva, mele e cotone. Si imbatte in un’umanità prostrata, sfinita dal lavoro, umiliata. Riporta sui suoi taccuini gli scenari di una vita fragile e penosa trascorsa in baraccopoli di latta abitate da famiglie un tempo orgogliose ma scivolate nella povertà più amara e progressivamente pervase da un’apatia senza ritorno.

Lo scrittore traccia così un negativo fotografico del mito della frontiera, dove all’epopea del pioniere si sostituisce il destino tragico di un popolo, senza terra e in continuo viaggio verso la speranza, verso l’ambita e sognata California. Uno spaccato umano eternamente immortalato anche dalle fotografie di Dorothea Lange e Walker Evans. Il risultato di quell’indagine sfocerà nel romanzo Furore. L’opera conoscerà un immediato successo di pubblico tanto che, a un anno dalla pubblicazione, nel 1939, varrà a Steinbeck il Premio Pulitzer e concorrerà, insieme alla successiva produzione letteraria dell’autore, alla conquista del Premio Nobel nel 1962.

Osserva Emanuele Trevi: «Forse non c’è un attore, nel panorama teatrale italiano, più in grado di Massimo Popolizio di prestare a questo potentissimo, indimenticabile “story-teller” un corpo e una voce adeguati alla grandezza letteraria del modello. Leggendo Furore, impariamo ben presto a conoscerlo, questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche ineluttabili dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli al paesaggio naturale, agli sconvolgimenti tecnologici, alle incertezze del clima. Tutto, nel suo lungo racconto, sembra prendere vita con i contorni più esatti e la forza d’urto di una verità pronunciata con esattezza e compassione. Più che a una “riduzione”, riteniamo che un progetto drammaturgico su “Furore” debba tendere a esaltare le infinite risorse poetiche del metodo narrativo di Steinbeck, rendendole ancora più evidenti ed efficaci che durante la lettura. Raccontando la più devastante migrazione di contadini della storia moderna, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità”.

Aggiunge Popolizio, aggiudicatosi due anni fa il Premio Ubu per lo spettacolo dell’anno con “Un nemico del popolo”: «Non è un monologo né teatro narrazione. È un racconto commovente di gente disperata che scappa dalla polvere e finisce per morire nelle alluvioni, esattamente come oggi migliaia di persone arrivano dal deserto e muoiono in un mare che non hanno mai visto prima. Non è per fare per forza l’attualità, ma è davvero la stessa storia di schiavi accolti nelle baracche finché devono raccogliere pesche, pere, o pomodori, poi allontanati, o ributtati in mare. “Furore”, col linguaggio di Steinbeck, epico, forte, omerico, ci mette di fronte a queste contraddizioni».

 

Foto di Federico Massimiliano Mozzano

Nuovi sapori per il pop senza tempo di Enrico Vanzina

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La mostra sino al 9 ottobre nella Galleria Biasutti & Biasutti

 

“Il Pop non è mai morto. È ancora vivissimo nel mondo che ci circonda. Come un vino corposo, decantato in una botte di rovere, acquista nuovi sapori e sparge nuove fragranze”. Magari un Pop rivisitato, che con benefici scossoni ha attraversato le stagioni e le generazioni, che quasi obbligatoriamente porta con sé delle “variazioni”, un guardare indietro alle radici e ai primi sconvolgimenti, “il ritorno al figurativo che si porta addosso le scorie del concettuale”. E allora vai con il Pop nelle trentadue stampe, tutte rigorosamente in bianco e nero (la presentazione in catalogo la si deve a Francesco Poli), “con particolari valenze sperimentali e metalinguistiche”, ospitate da sabato 11 – inaugurazione alle ore 18 – nelle sale della Galleria Biasutti & Biasutti di via Bonafous 7/L  sino al 9 ottobre.

L’autore è Enrico Vanzina, pupillo d’oro del cinema italiano, classe 1949, primogenito del regista Steno, cresciuto tra quei profumi di pellicola e di immagini che gli invadevano casa, un baccalauréat al romano liceo Chateaubriand e una laurea nel ’70 in Scienze politiche alla Sapienza, un apprendistato all’ombra del padre, poi la sensazione sempre più concreta che la regia non fa per lui e che il mestiere di sceneggiatore è quello che gli occuperà la vita. A partire dal 1976 nascono progetti e soggetti che prendono forma nella pagina scritta, un lavoro continuo che arriva a superare il centinaio di titoli, affidati ancora al padre e al fratello Carlo – scomparso tre anni fa, al quale Enrico ha dedicato un affettuoso romanzo di ricordi, “Mio fratello Carlo” – come a tanti altri volti del nostro cinema da Lattuada a Flavio Mogherini, da Dino e Marco Risi a Cesare Ferrario, da Neri Parenti a Christian De Sica. Sarebbero sufficienti pochi titoli, a cominciare da “Febbre da cavallo” (1976), a “La patata bollente”, da “Sapore di mare” alle varie “Vacanze di Natale”, dal “Commissario Lo Gatto” a “Tre colonne in cronaca” a “Mai Stati Uniti”. Ha descritto i tanti decenni di vivere italiano, ha analizzato storia dopo storia il cambiamento di una società, le sue risate e i suoi turbamenti, le meschinità e le piccole grandezze, ha inventato facce e storie, ha dato corpo a filoni e a personaggi, magari all’epoca guardati con sufficienza dalla critica ma applauditi dal pubblico e oggi anche rivalutati,  ha divertito e nel divertimento ha rimescolato la nota profonda, il cenno di costume mai banale. L’anno scorso, sembra aver buttato all’aria la convinzione di una vita e s’è fatto regista, con “Lockdown all’italiana” è andato a mettere le mani – con qualche critica – nel periodo buio della pandemia e della necessità di forzate unione all’interno delle case con le tante “debolezze e miserie”.

All’attività di sceneggiatore, ha unito quella di scrittore con una dozzina di titoli, dalla metà degli anni Ottanta, e oggi lo scopriamo fotografo innamorato immancabilmente del pop e della cultura americani degli anni Sessanta e Settanta, che con l’occhio preciso del cineasta continua ad indagare sull’area di quel mondo artistico, sul cinema e sulla musica, sulla letteratura dei grandi nomi. Incastona nelle immagini i rimandi a Hopper e a Warhol, il sorriso di Marilyn e i Blues Brothers, i “Quarantanove racconti” di Hemingway e le pagine di Nabokov, gli eterni graffi di Truman Capote e i ricordi autobiografici di Woody Allen, senza dimenticare i tratti sulfurei del nostro Flaiano. Uomo abituato da sempre a catturare immagini, collega in un gioco raffinato differenti materiali iconici, in qualche modo legati “alla tradizione dei foto-collage d’avanguardia (dadaisti e pop) ma sostituendo la forbice e la colla con interventi digitali”.

 

Elio Rabbione

 

Nelle immagini:

Enrico Vanzina, “Variazione America”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 60 x 85

Enrico Vanzina, “Variazione Letteratura”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 55 x 75

Enrico Vanzina, “Variazione Phone”, 2020, foto in bianco e nero, cm. 40 x 60

 

 

Galleria Biasutti & Biasutti, via Bonafous 7/L – Torino

Enrico Vanzina – Variazioni Pop

dall’11 settembre al 9 ottobre 2021

orario: 10 – 12,30 / 15,30 – 19,30. Chiuso domenica e lunedì

Alla Reggia di Venaria la prima rassegna italiana dedicata all’arte floreale e al giardino

Dal 10 al 19 settembre 2021

Dieci giorni dedicati all’arte floreale e al giardino, oltre 40 tra florovivaisti, fioristi, flower designer che metteranno in mostra le innumerevoli forme di bellezza che possono assumere i fiori, tra installazioni artistiche e decorative, in una profusione di colori, profumi, piante, foglie ed emozioni.

Palcoscenico di questo grande spettacolo naturale sarà la magnifica Reggia di Venaria, grandioso complesso monumentale barocco alle porte di Torino con i suoi incantevoli giardini e i suoi maestosi saloni.

Questa è Corollaria, in programma dal 10 al 19 settembre 2021, la prima rassegna italiana dedicata all’arte floreale e al giardino. Un grande evento ideato per sostenere un comparto, quello florovivaistico, particolarmente colpito dalla crisi dovuta alla pandemia, e allo stesso tempo, per far scoprire e riscoprire a professionisti, flower designer, fioristi, scuole, appassionati, turisti e semplici curiosi le ultime tendenze del settore e tutto l’incanto e la bellezza del mondo floreale, con un focus particolare sul “fiore reciso”.

Durante i dieci giorni della manifestazione, Corollaria animerà la Reggia di Venaria con mostre, installazioni originali e creative, momenti di incontro tra esperti del settore, convegni, laboratori, workshop per adulti e con eventi diurni e serali dove la bellezza prenderà forme e declinazioni sempre nuove e fantasiose.

Corollaria si svilupperà in due diversi momenti, arricchendo giorno dopo giorno i saloni e i giardini dell’incantevole Reggia

Da venerdì 10 a giovedì 16 settembre la Reggia inizierà ad animarsi con le prime spettacolari installazioni firmate dalla flower designer Cecilia Serafino e realizzate dai fioristi del “M.I.F. Mercato Ingrosso Fiori” in collaborazione con Federfiori Confcommercio, la Federazione Nazionale dei Fioristi italiani, donando un ulteriore tocco di colore ed emozione a luoghi da sempre simbolo di eleganza e bellezza. Presso la Cappella di Sant’Uberto sarà possibile ammirare una nuvola floreale di oltre 30 metri quadrati sospesa sotto la cupola. Una scenografica composizione floreale composta da migliaia di rametti di Gypsophila, conosciuta anche come “fiore della nebbia”, legati a fili cascanti, che andranno a ricreare il volume, la forma e la leggerezza ottica di una nuvola in perfetta armonia con l’architettura della Chiesa. Nel Rondò Alfierano, invece, a prendersi la scena sarà una vera e propria cascata colorata, composta da innumerevoli frutti di lunaria e foglie di liquidambar che, appoggiandosi al suolo, darà vita a intriganti giochi cromatici con i disegni e le grafiche dei sontuosi pavimenti della sala.

A partire da martedì 14 settembre, Il Gran Parterre esterno accoglierà l’eccellenza del florovivaismo, in collaborazione con Asproflor, l’Associazione di Produttori Florovivaisti italiani: oltre 30 tra i migliori produttori di piante in vaso e per giardini provenienti da tutta Italia esporranno le proprie creazioni in un contesto d’eccezione, dove da secoli la natura si incontra e si abbraccia con l’arte umana.

Questa prima settimana sarà una vera e propria anteprima per avvicinarsi al secondo, ancora più ricco, week-end di manifestazione. Un primo assaggio di meraviglia che offrirà ai visitatori l’opportunità di scoprire le diverse forme d’arte floreale e di assistere in tempo reale alla nascita delle nuove installazioni.

Da venerdì 17 a domenica 19 settembre Corollaria vivrà, infatti, il suo clou. Altri eleganti saloni della Reggia entreranno nello spettacolo, andando a completare uno scenario sempre più scenografico: l’Anticamera dei valletti a piedi ospiterà un gigantesco anello di fiori lavorato e decorato a Grottesche. I disegni e le volute di questa installazione saranno realizzati con fiori e rami freschi che si avvilupperanno, intrecciandosi e rincorrendosi in un gioco cromatico di straordinario effetto; la Sala di Diana, invece, sarà la dimora dei quattro giganti del bosco che proteggono idealmente la natura: quattro strutture floreali di oltre 3 metri composte da rami, bacche e fiori, simboli della caccia e della stagione autunnale.

In questo secondo week-end spazio anche ad un ampio programma culturale che animerà gli spazi esterni e interni della Reggia con un palinsesto di incontri, laboratori, proiezioni cinematografiche, aperitivi e dimostrazioni artistiche, tutti gratuiti e tutti a tema green.

Questa prima edizione di Corollaria è organizzata da Associazione Società Orticola del Piemonte, che dal 2009 organizza a Torino la mostra florovivaistica Flor, Consorzio “M.I.F. Mercato Ingrosso Fiori”Asproflor, l’associazione di produttori florovivaisti italiani, e Federfiori Confcommercio, la Federazione Nazionale dei fioristi italiani.

Si avvale della collaborazione del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude che gestisce la Reggia di Venaria, residenza sabauda e sito UNESCO, cornice d’eccellenza per raccontare il fiore e tutte le sue declinazioni.

Per maggiori informazioni sull’evento, sulle prenotazioni e sulle modalità di partecipazione consultare il sito www.corollaria.it

L’accesso alla manifestazione è subordinato al possesso del green pass e al rispetto delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus SARS-Cov-2/ COVID 19.