Cosa succede in città- Pagina 2

Casa Tennis, il programma di domenica 17 novembre

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Ore 11.00 – 12.00

Sogno arancione, Flavia Pennetta intervista i Carota Boys

I Carota Boys sono amici d’infanzia, appassionati di sport e tennis, con un idolo comune: Jannik Sinner! Per sostenerlo in modo originale, decidono di indossare un costume da carota agli Internazionali BNL d’Italia a Roma. La loro scelta stravagante attira subito l’attenzione dei media e, in un batter d’occhio, diventano virali. Grazie a una collaborazione con Lavazza S.p.A., hanno l’opportunità di seguire Jannik in tornei come Roland Garros, Wimbledon e gli Us Open, trasformando la loro avventura in un fenomeno globale. Insieme a loro Flavia Pennetta, ex tennista italiana di grande successo.

Ore 12.00 – 13.30

Sport Doc, il valore della memoria

Il Patrimonio della documentaristica sportiva delle Teche Rai di Torino. Evento in collaborazione con TGR e Teche Rai. Proiezione del docufilm “DEL PIERO PER SEMPRE, la favola di Pinturicchio” di Francesco Marino. Conduce l’incontro Gabriele Russo TGR Piemonte.

Ore 15.00 – 16.00

Presentazione del libro “Oltre” con Alex Bellini

Alex Bellini, esploratore, sportivo ed esperto di ottimizzazione mentale, guida il pubblico nell’affascinante mondo della mente umana, esplorando tutti gli aspetti che rendono possibile andare oltre i propri limiti (nello sport ma non solo) e condividendo i segreti appresi durante le sue incredibili imprese.

Ore 16.00 – 17.00Stelle del Pentathlon: Giorgio Malan

Giorgio Malan, torinese classe 2000, fin da piccolo ha dimostrato una particolare curiosità nel provare il maggior numero di sport possibili e così nasce la sua passione per il pentathlon. Giorgio ha scritto ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 una pagina di storia del Pentathlon Moderno Italiano vincendo una preziosissima medaglia di Bronzo che mancava all’Italia da 36 anni.

 

CASA GUSTO – https://www.ticketmaster.it/artist/nitto-atp-finals-torino-casa-gusto-biglietti/1339503

 

Ore 11.30 – 12.30

Oli extravergini Piemontesi

L’Associazione Piemontese Olivicoltori presenta una degustazione guidata di oli extravergini prodotti in Piemonte. Partecipano Fulvio Castagna (Presidente ASSPO) ed Eva Collini Maestra del Gusto Azienda L’Evo di Eva. A cura di ASSPO – Associazione Piemontese Olivicoltori

 

Ore 13.00 – 14.00

I tesori DOP e IGP del Piemonte: il Riso, il Gorgonzola e la Freisa

La Strada del Riso Piemontese di qualità nasce per promuovere il riso, il suo territorio ed il suo inimitabile territorio di comunità, di cui esso rappresenta la risorsa più preziosa. Il prodotto verrà cucinato insieme ad un altro tesoro piemontese, il Gorgonzola DOP, accompagnato da un calice di Freisa, vitigno dell’anno 2022 per Regione Piemonte. A cura di: Strada del Riso Piemontese di qualità, Consorzio di Tutela Gorgonzola DOP e Regione Piemonte

Ore 14.30 – 15.30 

Aperitivo circolare della filiera del grano di Stupinigi

Un aperitivo di presentazione dei nuovi prodotti di economia circolare promossi dalla Filiera di Stupinigi e realizzati da Panacea Social Farm in collaborazione con il PoliTo Food and Design Lab del Politecnico di Torino. I partecipanti potranno gustare focaccia e cracker alle trebbie, biscotti al pastazzo di male e altri prodotti innovativi dall’alto valore nutritivo. L’evento mira a dimostrare come la riduzione dello spreco non è solo possibile… è anche buono.

A cura di Associazione Stupinigi e Panacea Social Farm

Ore 16.00 – 17.00

I Segreti del miele: Viaggio alla scoperta dei mieli piemontesi

Si parlerà del miele, di come viene prodotto e delle sue caratteristiche fondamentali. Il tutto accompagnato da una degustazione dei mieli piemontesi per comprenderne a pieno attraverso i sensi. A cura di Casartigiani Torino con la collaborazione di AsProMiele

Ore 17.30 – 18.30

Golosi Caffè Storici

Golosi Caffè Storici sarà una degustazione guidata nella quale andremo a ripercorrere storie e curiosità che si celano dietro ai prodotti più emblematici e conosciuti dei Caffè Storici del Piemonte. Parteciperanno i titolari di alcuni Caffè Storici piemontesi che presenteranno i loro prodotti guidando la degustazione attraverso il racconto storico. A cura Associazione dei caffè storici di Torino e del Piemonte

 

EVENTI DIFFUSI

via Roma

ore 16.00 – 16.20 – Set 1 Martina Ravetta – Musica

ore 16.40 – 17.00 – Set 2 Martina Ravetta – Musica

ore 17.20 – 18.00 – Set 3 Martina Ravetta – Musica

piazza Castello

ore 15.00 – 18.00 – Musica

Porta Nuova, via Roma, piazza San Carlo, piazza Castello, piazza Carignano

ore 15.00 – 18.00 – Marching Band: Fantomatik Orchestra – Musica

Un viaggio d’arte tra i monti al Museo della Montagna

Nel 150⁰ anniversario della fondazione, 19 artisti si confrontano in “Walking mountains”

 

Al Monte dei Cappuccini la mostra intitolata “Walking mountains”, curata da Andrea Lerda con Hamish Fulton e Michael Höpfner, in qualità di mentori del progetto, che rimarrà aperta fino al 29 giugno 2025.

Una ventina di artisti esplorano il tema del cammino, visto non solo nella prospettiva dell’attività fisica, ma come occasione per immergersi nei contesti e ripensare il nostro modo di stare in contatto con l’universo.

La scelta di questa mostra cade nel 150⁰ anniversario della fondazione del Museo, e si tratta di un’indagine avviata nel novembre 2023 con l’esposizione “Stay with me-la montagna come spazio di risonanza” e sviluppata nel corso dei mesi attraverso un programma diffuso e multidisciplinare dal titolo “Stay with me – a Whole Growing Exhibition”. Non è stata concepita come un’esposizione sulla Walking Art, né con l’intenzione di proporre una panoramica completa di tipo storico, ma indaga l’esperienza sul cammino come modo per immergersi nei contesti montani e relazionarsi ad essi. La narrazione presenta l’esposizione di venti artisti e artiste, le cui ricerche sono mosse dalla consapevolezza che il cammino possa rappresentare un gesto rivitalizzante e soggettivo, in dialogo con quelle di artisti storici come Richard Long e Joseph Bevys.

In occasione della mostra viene presentato un catalogo bilingue che racconta il percorso realizzato dal museo tra il 2023 e il 2024. La mostra “Walking mountains” è affiancata da un programma di performance che prenderà forma da novembre 2024 a giugno 2025. Negli ultimi anni la complessità dei cambiamenti che l’umanità sta affrontando ha prodotto la necessità di ripensare al ruolo delle istituzioni museali all’interno della società. Il rapporto tra arte, cultura e pensiero ecologico daranno luogo a una profonda riflessione artistica e teorica, oltre a una rilettura delle modalità attraverso le quali i musei interagiscono con la collettività. Il programma di performance pubbliche che prenderà forma durante il periodo di mostra ha l’obiettivo di legare il museo alla città e alle persone, amplificando il messaggio dell’esposizione. La selezione di artisti e artiste è stata fatta per mettere in collegamento la creatività locale a quella italiana e internazionale. Il cammino si fa esperienza performativa, in grado di attivare un coinvolgimento diretto della cittadinanza sul piano emotivo, fisico e intellettuale.

MARA MARTELLOTTA

 

Museo Nazionale della Montagna Duca degli Abruzzi, piazzale Monte dei Cappuccini 7

Orari: martedì-venerdi 10.30/18 – sabato e domenica 10/18

Tel: 011 6604104

Di domenica pomeriggio, prima la merenda, poi il teatro!

Allo “Spazio Kairòs” di Torino, “Onda Larsen” propone sette appuntamenti teatrali per famiglie

Dal 17 novembre al 16 marzo 2025

Sette spettacoli teatrali per mamme, papà, nonni e, soprattutto, bimbi, con “Compagnie” in arrivo da tutta Italia e articolati nell’arco di cinque mesi. La splendida proposta e l’organizzazione portano la firma dell’instancabile trio (Riccardo De Leo, Gianluca Guastella e Lia Tomatis) di “Onda Larsen”, Associazione affiliata “Arci Torino” che dal 2008 ha sede in via Mottalciata 7 a Torino, in un’area ex industriale fra Aurora e Barriera e “in una casa – dicono i tre simpaticoni– con un teatro dentro che é il ‘Circolo Arci Spazio Kairòs’” dove mettere in atto tanti progetti riguardanti il teatro e le arti performative, tante idee e “anche qualche sogno nel cassetto”. Sogni che, per fortuna, spesso si avverano. Così da domenica 17 novembre fino a domenica 16 marzo del prossimo anno, un altro “sogno” sbucato dal cassetto s’è fatto realtà. Sogno “per famiglie” e che per cinque mesi, con cadenza domenicale, proporrà allo “Spazio Kairòs” il seguente ripetitivo format:  alle 16 servizio merenda e  alle 16,30 tutti in sala per vivere, sin da piccoli, la magia del teatro. A seguire, lapossibilità di irrompere sulla scena, conoscere i personaggi, stringere la mano agli autori, giocare sul palco.

Il via, dunque, domenica 17 novembre con “Il lupo e la capra”una produzione del “Teatro del Cerchio” di Parma. Lo spettacolo, progettato e diretto da Mario Mascitelli, che è anche attore insieme a Mario Aroldi, è tratto dal racconto dello scrittore giapponese per ragazzi Yuiki Kimura e narra la storia di un’amicizia nata in maniera spontanea, pur se generata da un equivoco. Durante un temporale due personaggi diversissimi tra loro (come un lupo e una capra) si troveranno a condividere storie al buio di una capanna, pensando, sia l’uno sia l’altro, di appartenere alla stessa specie. Alla fine i due diventeranno amici e si daranno appuntamento il giorno dopo per potersi conoscere alla luce del sole. Pur non potendo immaginare che cosa accadrà, il giovane pubblico si troverà a riflettere sull’importanza dell’uguaglianza e dell’amicizia, oltre i pregiudizi e i preconcetti. 

“Quest’anno – spiega Riccardo De Leo, vicepresidente di Onda Larsen – abbiamo deciso di far crescere la rassegna per bambini, proponendo più spettacoli: arriviamo a sette e abbiamo scelto compagnie fuori regione, da tutta Italia. Il valore aggiunto? Finiti gli spettacoli, si può parlare con gli artisti, conoscerli e giocare sul palco senza rovinare le scenografie: così si socializza con il teatro. Attenzione: la parola del 2024 è anche “accessibilità”: quindi “abbiamo anche scelto di creare un biglietto per famiglie, cumulativo. Un nucleo di quattro persone può venire a teatro e pagare 8 euro a biglietto, anziché 9 a ticket”.

E gli altri spettacoli? Dopo l’apertura, si continua la settimana successiva (il 24 novembre) con “Oltre l’arcobaleno” di Tita Giunta e Fabio Rossini, tratto da “Il meraviglioso Mago di Oz” di L. Frank Baum, il giorno dell’Immacolata con “A Christmas Recipe” della Compagnia cagliaritana“Effimero Meraviglioso”, il 26 gennaio con “Sgambe sghembe” della “Compagnia Enrico Lombardi / Quinta Parete di Modena”, il 9 febbraio con “I 3 minuti dell’uomo”di “Compagni di Viaggio”, il 23 febbraio con “Yoyo Piederuota” di “Santibriganti Teatro”, mentre il 16 marzo è in programma l’anteprima nazionale di “Animal perfezione?” dei Liberipensatori “Paul Valery”, un testo di Camilla Bassetti con Stefania Rosso e Cristina Argirò per la regia di Emily Tartamelli: “il testo – sempre i tre simpaticoni di ‘Onda Larsen’ – esplora le vite complesse degli animali, rivolgendosi a bambini dai 6 ai 106 anni”.

La rassegna è realizzata da “Onda Larsen”con il contributo di “Eppela + risorse’’ di “Fondazione CRT”, “Compagnia di Sanpaolo” e “Regione Piemonte”.

Per info: “Spazio Kairòs/Onda Larsen”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

g.m.

Nelle foto: Mario Mascitelli e Mario Aroldi in“Il lupo e la capra”

“Il lago” di Čajkovskij, grandi étoile e scenografie mozzafiato

In scena all’Alfieri, sino a domenica

Per le suggestioni che genera, per la tecnica e l’alta professionalità e la raffinatezza degli interpreti e di tutti i compagni di lavoro, per essere una ulteriore occasione di “fare cultura grazie a un balletto che continua a dimostrarsi uno dei maggiori capolavori di tutti i tempi”, “Il lago dei cigni” (fino a domenica sul palcoscenico dell’Alfieri), rappresentato per la prima volta al Bol’šoi di Mosca nel febbraio 1877 su musiche di Pëtr Čajkovskij e con le coreografie – da Marius Petipa – riprese qui insieme alla regia da Luciano Cannito, “rischia” di essere uno degli appuntamenti maggiormente appassionanti dell’intera stagione allestita non soltanto dal direttore artistico ma altresì dagli sforzi economici del Fabrizio Di Fiore Entertainment con il suo Roma City Ballet Company. Non soltanto per quel pubblico di habitué che al termine dichiarano quei doverosi e tanti “bravo” ma anche per quanti, raramente e con un certo timore, magari con stupide incertezze, s’avvicinano a una forma di spettacolo che – t’accorgi – di certo non denuncia – a fervida ragione – i decenni che ormai si ritrova alle spalle. Non nascondendoci il piacere di riascoltare ancora una volta le composizioni eterne del grande musicista (per le quali qualcuno, riportano le cronache, alla prima esecuzione azzardò “qualche momento riuscito” ma “in generale la musica è piuttosto monotona, noiosa, interessante solo per i musicisti”).

Anche perché l’antico si sposa perfettamente con il moderno, con le nuove risorse, con quella componente moderna davvero eccellente, con quei tecnicismi decisamente innovatori che trovano uno spazio luminoso sulla scena. “Il lago”, romanticamente perfetto – con la storia d’amore tra il principe Siegfried e la dolce Odette che il perfido mago Rothbart ha tramutato in cigno per aver rifiutato la sua proposta d’amore e con un nuovo sortilegio che muta la dolcezza di Odette nella perfidia di Odile -, è uno scampolo di fiaba, se vogliamo il campo più adatto per aderire con maggior realismo a quelle allegorie (personali e non soltanto) che il cinema di Ken Russell e Darren Aronofsky ha sviscerato, un mondo fatato con cui fare i conti ad ogni occasione. Non solo i costumi firmati da Silvia Califano, la scenografia virtuale soprattutto approntata da Maurizio Gaibisso, pronta a restituire in maniera smagliante la distesa d’acqua e le piante che la circondano, le ricche sale del palazzo e i giardini sontuosi e le grandi vetrate e i tanti angoli ottimamente sfruttati. L’intelligenza artificiale – per la prima volta nella storia del balletto classico – impiega nel migliore dei modi ogni mezzo di cui ha necessità un moderno allestimento, non solo registicamente svelto e accattivante ma altresì visivamente coinvolgente: qui omaggiato dalle presenze di Aya Okumura, ballerina di origine giapponese e stella del Balletto del Teatro Nazionale di Praga e di Dinu Tamazlacaru, di origini moldave e principal dello Staatsbellett berlinese, capaci entrambi di rendere perfettamente, con doti d’eccezione sottolineate dai ripetuti applausi finali, la leggerezza incantata e ogni suo contrario l’una e i differenti stati d’animo, ad ogni istante culminante della vicenda l’altro. Eccezionalità che si dimostra nei valzer e nel tempo di polacca, negli allegri e nei pas de deux, nelle diverse danze – spagnola napoletana e russa -, che coinvolgono appieno l’intero corpo di ballo del Roma City, entro il quale sono da ricordare i primi ballerini Cristiano Zaccaria e il nerissimo mago di Manuel Paruccini. A seguire, nel ripetere il successo meritatissimo della prima nazionale torinese, tournée per l’Italia.

Elio Rabbione

Nelle foto, immagini dello spettacolo “Il lago dei cigni” all’Alfieri sino a domenica.

125 volte FIAT: la modernità attraverso l’immaginario FIAT

 

In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della FIAT, il MAUTO- Museo Nazionale dell’Automobile presenta la mostra “125 volte FIAT-la modernità attraverso l’immaginario FIAT”, titolo della rassegna visitabile da oggi fino al 4 maggio prossimo nel museo di Corso Unità d’Italia, a Torino. L’esposizione ripercorre la lunga e avvincente storia, unica nel contesto industriale novecentesco, della fabbrica automobilistica torinese, offrendone una rilettura che ne evidenzia l’impatto sociale e la produzione artistica. Il progetto espositivo è curato da Giuliano Sergio, realizzato in collaborazione con il Centro Storico FIAT e Heritage Hub, esposta negli spazi a piano terra del museo. Nata nel 1899, la FIAT ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale e dell’Unità nazionale italiana, per imporsi quale principale interprete privato della modernizzazione del Paese nel secolo scorso, attingendo al vasto patrimonio visivo prodotto o ispirato da FIAT. L’esposizione ripercorre il legame che ha legato l’azienda torinese allo sviluppo economico italiano, un racconto disseminato tra arte, design, comunicazione, pubblicità, musica e letteratura che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, narra oltre un secolo di storia e sperimentazioni non solo in campo automobilistico, offrendo uno sguardo approfondito su un modello imprenditoriale unico di un’azienda che ha rappresentato la via italiana verso la modernità, esplorando linguaggi, settori produttivi e ambiti geografici.

Il percorso espositivo si sviluppa a partire da un approccio polidisciplinare ben rappresentato da un team di cocuratori che hanno affiancato Giuliano Sergio: Davide Lorenzone e Ilaria Pani, rispettivamente Conservatore e Responsabili del centro di documentazione del MAUTO; Maurizio Torchio, Responsabile del Centro Storico FIAT; Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis Italy. Insieme a loro, in qualità di esperti nel campo nei rispettivi campi d’indagine e autori di saggi in catalogo, si possono citare Clino Trini Castelli, designer; l’architetto e artista Maurizio Cilli; il giornalista Mauro Coppini; l’architetto Manuel Orazi e il pubblicitario Roberto Vaccà.

Le auto in esposizione sono 9, tra cui si annoverano la Eldridge Mefistofele del 1923, con una silhouette slanciata per massimizzare la velocità, che ha segnato uno dei primi esempi di vetture da record, la 508 Balilla del 1932, compatta ed economica, che presenta il passaggio dalla produzione di automobili per élite a un’idea di mobilità per le masse, la iconica 500 A Topolino del 1936, entrata nell’immaginario collettivo, rivoluzionaria nel design e pensata per offrire una soluzione di mobilità agile e scattante che avrebbe ispirato generazioni di city car, la Coupè sportiva 8V prodotta tra il 1952 e il 1954, ideata per un pubblico esclusivo, la 600 del 1955, caratterizzata da una architettura semplice ma innovativa e progettata per rendere la vita dell’utente più facile e piacevole.  Seguono la 124 Abarth Rally del 1973, auto da competizione, la XI1/23 prototipo del 1974, avanzata concept car elettrica a due posti, che anticipa il futuro della mobilità sostenibile, la Panda 30, considerata l’utilitaria italiana per eccellenza insieme alla 500, la 500 Riva del 2016, un gioiello esclusivo per amanti del lusso dal design ricercato, e la nuova 500 “La Prima”, cabrio, rilettura in chiave sostenibile e altamente tecnologica di un’icona senza tempo del design italiano.

Le vetture esposte sono corredate da una vasta selezione di opere d’arte, documenti d’archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione, che contribuiscono a definire l’immaginario visivo dell’azienda: dai manifesti e bozzetti pubblicitari di inizio secolo realizzati da Leopoldo Metlicovitz e Plino Codognato, nei quali si compie il transito dalla cultura estetica Liberty all’abbagliante potenza delle possibilità tecniche e meccaniche che ispireranno il Futurismo, alle opere pittoriche di Mario Sironi, Carlo Carrà e Felice Casorati, che offrono una straordinaria rappresentazione della modernità immaginata da Fiat tra le due guerre, dai disegni di Marcello Dudovic e Giuseppe Romano, che portano alla ribalta la figura femminile, protagonista della modernità degli anni Venti, a una serie di fotografie scattate da Luigi Ghirri a Palazzo Grassi negli anni Novanta. Poi documenti cartacei e audiovisivi e memorabilia arricchiscono di dettagli questo racconto, distribuito in otto macrosezioni espositive: la prima si intitola “Manifesti e bozzetti”, la seconda “Terra, mare e cielo”, la terza “Design e stile”, la quarta “Visioni al futuro. Architettura, urbanistica e energia”, la quinta “Oltre l’auto”, le ultime due riguardano “Cinefiat e pubblicità” e “Sport e corse”.

“125 anni di FIAT è una data importante per tutti, per l’azienda come per il MAUTO da essa partecipato – spiega il Presidente del MAUTO Benedetto Camerana- ma lo è soprattutto per Torino, che si conferma una delle grandi città dell’auto globali. La mostra è una rilettura della storia FIAT, dalla fondazione al futuro, non una ma 6 FIAT, una miniera rivelata di sorprese e produzioni non solo meccaniche e industriali in senso lato, ma anche artistiche, grafiche, architettoniche, sociali, musicali, letterarie e pubblicitarie. La linea critica del MAUTO, quella di ripensare l’automobile come punto d’incontro di un sistema di valori, discipline e linguaggi differenti. Il carico culturale dell’auto sta nella sua straordinaria capacità di comunicazione, di riprodurre e comunicare memorie, sogni, viaggi, luoghi, emozioni individuali e collettive. La mostra va oltre il fenomeno auto e indaga sulla struttura organizzata della sua produzione: è il racconto dell’espressione della modernità culturale di una grande industria del Novecento che si avvia verso il domani e alle battaglie dei prossimi decenni”.

“La mostra racconta la storia della Fiat – spiega Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte – che è la storia industriale e produttiva del nostro territorio. Una panoramica di 125 anni di ingegno, tecnologia e capacità di fare, che ancora oggi caratterizzano Torino e Piemonte, oggi a disposizione del pubblico e dei turisti, che hanno l’opportunità di scoprire un patrimonio unico e prezioso della storia del nostro Paese”.

“Nel corso dei suoi 125 anni di storia – afferma il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo – FIAT ha rappresentato una pietra miliare della storia industriale italiana, portando il nome di Torino nel mondo. Una storia nella quale ha sempre saputo guardare al futuro, anticipando stili, tendenze e tecnologie, un patrimonio che questa mostra valorizza al meglio, offrendo uno sguardo su un percorso unico nel panorama dell’industria automobilistica”.

Mara Martellotta 

Le fotografie di denuncia di Mitch Epstein nella retrospettiva di Gallerie d’Italia

Aperta al pubblico dal 17 ottobre 2024 fino al 2 marzo 2025 alle Gallerie d’Italia di Torino la mostra intitolata ‘Mitch Epstein. American Nature’, la più  importante retrospettiva dedicata al fotografo americano.

L’esposizione, curata da Brian Wallis del Center for Photographyat Woodstock, presenta per la prima volta riunite le serie fotografiche più significative degli ultimi vent’anni, in cui l’artistaesplora i conflitti tra la società americana e la natura selvaggia nel contesto del cambiamento climatico globale ( le sezioni sono American Power, Property Rights e Old Growth).

In ‘American Power’ l’artista si concentra sul modo in cui le nazioni e gli interessi privati sfruttino la natura, documentando l’impatto della produzione e del consumo di energia sul paesaggio e sulla popolazione degli Stati Uniti. Dal 2003 al 2008 il fotografo ha viaggiato per il Paese per fotografare i siti di produzione di combustibili fossili e di energia nucleare, nonché le comunità che vivono nei territori annessi.

La seconda sezione della rassegna si intitola ‘Property Rights’ e Mitch Epstein si domanda a  chi appartenga la terra e chi abbia il diritto di sfruttarne o saccheggiarne le risorse. Queste fotografie indagano le complesse dinamiche della proprietà terriera in un Paese basato sull’espansione coloniale e sullo sviluppo coloniale. Epstein ha iniziato la serie ‘Property Rights’ nella riserva Sioux di Standing Rock nel 2017. Le sue conversazioni e sessioni di ritratti con i nativi anziani lo hanno ispirato a cercare altri conflitti fondiari, in cui la gente comune ha creato movimenti straordinari per difendere la terra dalle acquisizioni da parte del governo e delle imprese.

L’ultima opera di Epstein ‘Old Growth’, di cui si presenta in anteprima una parte commissionata da Intesa Sanpaolo, celebra le antiche foreste sopravvissute in regioni remote degli Stati Uniti. La quasi totalità delle antiche foreste americane, circa il 95%, è stato infatti distrutto nel secolo scorso. Epstein ha deciso di fotografare singoli alberi e biosistemi interdipendenti  che sono sopravvissuti per secoli e millenni. Le sue fotografie, di grande formato, immergono i visitatori in una natura selvaggia primordiale non alterata dagli esseri umani, celebrando la resilienza e la maestosità di questi antichi regni viventi ed evidenziando il rischio di una loro probabile perdita a causa della crisi climatica indotta dall’uomo.

Accanto a queste tre serie fotografiche, alla produzione fotografica di Epstein, nella Sala immersiva delle gallerie d’Italia di Torino sarà presentato in anteprima il progetto originale dell’artista “Forest Waves”, un’installazione video sonora delle quattro stagioni nelle foreste del Berkshire. Il video dei boschi che circondano gli spettatori è accompagnato da una colonna sonora ipnotica dei musicisti Max Tamburo e Samer Ghadry, registrata in quelle stesse foreste.

L’Arena delle Gallerie d’Italia ospita il cortometraggio di Epstein “Darius Kinsey. Creare Cut”, una raccolta visivamente avvincente di fotogrammi del fotografo di inizio Novecento Darius Kinsey, che mostra eroici taglialegna in posa accanto a enormi alberi abbattuti nel Nord Ovest americano. La proiezione è impostata sulla musica scritta da David Lang ed eseguita dalla cantante e violoncellista Maya Beiser. Insieme due installazioni sono un omaggio alla natura selvaggia americana, un inno a ciò che resta e un’elegia per ciò che è stato distrutto.

“Le fotografie di Mitch Epstein – afferma l’executive directorArte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo Michele Coppola –raccontano la bellezza e la fragilità  della natura americana e in quelle opere spettacolari leggiamo indiscutibilmente l’obbligo di prenderci cura del pianeta. Lavorare con i più grandi fotografi del mondo significa ragionare sull’attualità grazie a un punto di vista privilegiato. Alcune immagini rimarranno per sempre nella nostra memoria per la loro eleganza e forza”.

La mostra sarà accompagnata da una serie di eventi e incontri gratuiti, che si terranno ogni mercoledì in museo.

Il 17 ottobre, alle ore 18, si tiene nel museo, presso la sala immersiva, una conversazione tra l’artista Mitch Epstein e il curatore Brian Wallis, moderata da Giulia Zorzi.

 

Mara Martellotta

Le immagini più belle delle Nitto ATP Finals in mostra in piazza San Carlo e piazza Palazzo di Città

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A Torino cresce l’attesa per le Nitto ATP Finals 2024, con gli otto migliori tennisti al mondo e le otto migliori coppie di doppio che, a partire da domenica 10 novembre, si sfidano sul campo dell’Inalpi Arena per il trofeo più importante della stagione.

A pochi giorni dall’inizio del torneo, in piazza San Carlo è possibile visitare “Best of Torino”, la mostra fotografica a cielo aperto che ripercorre i momenti più iconici delle prime tre edizioni torinesi del torneo. Immagini coinvolgenti che celebrano i trionfi, i colpi più spettacolari e le emozioni che hanno caratterizzato il “Torneo dei Campioni” dal suo arrivo a Torino, scatti intensi e unici che anticipano ciò che sarà nell’edizione 2024.

Piazza Palazzo di Città ospita invece la mostra fotografica “Court of Champions”, dedicata ai grandi protagonisti degli oltre 50 anni di storia del torneo. Un omaggio alle leggende del tennis, arricchito da aneddoti, curiosità e dettagli per celebrare i tennisti che hanno segnato un’epoca.

Il percorso di mostre a tema sulle Nitto ATP Finals si completa in via Po con “Where Champions become Champion”, un racconto per immagini che presenta i giocatori qualificati al torneo 2024, i momenti più iconici delle loro carriere e i tornei che li hanno consacrati “campioni”.

TORINO CLICK

Ultimi giorni: “Welcome to Electric Ladyland”, Monique Rollins

In mostra alla “metroquadro” di Torino

Fino al 16 novembre

Quando l’amico gallerista Marco Sassone ebbe ad invitarmi all’inaugurazione, negli spazi della sua “metroquadro” di corso San Maurizio a Torino, della mostra dell’americana di Wilmington – Delaware (oggi residente fra States e Italia, in Toscana) Monique Rollins, subito mi colpì il titolo  dato dall’artista alla rassegna: “Welcome to Electric Ladyland”. Opperbacco! Quel titolo non mi è nuovo! E subito ecco a tempestarmi le meningi (è ormai un frequente cadeau frutto degli anni che scorrono) per tentare di far luce su quelle quattro “benedette” parole in inglese che eppure … si dài … io le ho già sentite, ma dove? … Dove caspita le ho sentite? Stavo per cedere e chiedere aiuto al mio terrifico amico-nemico google, quando in prezioso soccorso – un attimo prima di varcare la soglia dei consueti improperi o, per essere più eleganti, “francesismi”  – mi arrivò agli occhi la prima riga della bellissima presentazione alla mostra di Roberto Mastroianni, in catalogo monografico edito da “Prinp Edizioni d’arte”. ‘Electric Land’ – scrive Mastroianni – può essere considerato il capolavoro di Jimi Hendrix”. Eccallà! E io, “rimba” che sono, proprio io che stavo incollato (ai tempi che furono) ai vinili del mitico Johnny Allen Hendrix, in arte “Jimi” – il più grande chitarrista nella storia della musica rock – sono caduto bel bello “dal pero”. Come non ricordarmene al volo! 1968: “Electric Ladyland”, doppio vinile fra i più grandi della storia rockettara, un grandioso intreccio di rock, psichedelico, blues e melodia. Have you ever been, to Eletric Ladyland? Sei mai stato all’Electric Ladyland? Cantava Hendrix. E aggiungeva The magic carpet waits for you /So don’t you be late/ Il tappeto magico ti aspetta/ Quindi non fare tardi. Musica e parole che sono pura magia. Che t’incantano, ti portano in altri mondi e universi, dov’è atto di strabiliante follia dar di forza alle ali, per scoprirne segni e immagini. Ebbene “incontrare le opere di Monique Rollins – ancora il salvifico Mastroianni – fa lo stesso effetto che sentire una canzone di Hendrix: ci si trova davanti a immagini che sono un’alchimia di colori e forme, di suggestioni ed emozioni e che hanno una profonda musicalità”.

Parole sante! Sia per Hendrix, sia per Monique, che quando Butch(soprannome dato a Hendrix da molti suoi colleghi) fu trovato morto soffocato, da un mix di alcool e tranquillanti, la mattina del 18 settembre 1970, nell’appartamento affittato al “Samarkand Hotel” di Londra, non era neppur nata. Eppure anche su di lei e sulla sua arte Jimi deve aver esercitato un certo misterioso fascino. Sia pure come eco lontana, per un’artista comunque attratta dalle magiche visionarietà dell’espressionismo astratto americano (quello di De Kooning, in paricolare, nelle “linee caotiche e violente tese a smarrire ogni definizione della struttura”), senza mai dimenticare, però, la delicata magia del colore, ispirata dai toni del Rinascimento italiano,veneziano in particolare (sua specializzazione nel percorso di studi di storia dell’arte compiuti in Italia), e da quel “rosa Tiepolo” – come ancora si sottolinea in catalogo – utile a smorzare in toni più soft e più aggraziati gli indefiniti labirinti cromatici delle sue tele. Quelle forme e colori che ti imprigionano in scompigliati itinerari della mente, simili a “mappe” ingannevoli che quando sembrano aver esaurito la loro preziosa scorta verso improbabili e, a prima vista, irraggiungibili storie, d’improvviso ti rifanno cambiare rotta verso nuove, altrettanto improbabili, storie. E il gioco é senza fine. Ma fascinoso e irrinunciabile. E’ il magico “gioco” delle opere di Monique. Quelle soprattutto della sua più recente produzione artistica (il ciclo “Mixed Media” del 2024), affiancata alla “metroquadro”, oltre che da oli, acrilici, disegni a carboncino e collage di carta su tela, da lavori che, accanto ai più differenti  medium, introducono l’uso materico del “tessile”. E proprio sull’utilizzo del “materiale tessile”, Monique Rollins, insieme all’artista visiva potoghese Joana Vasconcelos e all’“EstateVivienne Westwood” (stilista e attivista britannica, “Madrina del Punk”, scomparsa due anni fa a Londra) sta preparando per il 2026 un progetto che vede impegnate otto artiste donne di fama internazionale accomunate appunto dall’utilizzo del “tessile” e che le porterà ad esporre negli States ed in Europa, per smuovere le menti “sulla condizione delle artiste che, oltre alla vita professionale, svolgono anche il ruolo totalizzante delle madri”. Situazione comune a tante donne, certo.

Cui forse potrà dare migliore asilo l’hendrixiana “Electric Ladyland”. Là dove, Electric women waits for you and me /Le donne elettriche aspettano te e me e là dove The angels will spread their wings/Gli angeli spiegheranno le ali …  while electric love penetrates the sky/ mentre l’amore elettrico penetra il cielo. E allora, forza “Welcome to Electric Ladyland”! Fino a sabato 16 novembre.

Gianni Milani

Monique Rollins. “Welcome to Eletric Ladyland”

Corso San Maurizio 73/F, Torino;328/4820897 o www.metroquadroarte.com

Fino al 16 novembre

Orari: dal giov. al  sab. 16/19

Nelle foto: Monique Rollins “Donna Fenomenalmente”, olio e tessuto su tela, 2024; Monique Rollins con Roberto Mastroianni (curatore mostra) e Marco Sassone (gallerista); Monique Rollins

“Bosco”, 2017, acrilico e collage su tela.

Bianco e Nero sotto la Mole in ricordo di Daniele Segre

Qualcuno di voi si potrebbe riconoscere, infatti  gli scatti in bianco e nero sono il risultato di una ricerca sociale curata da Daniele Segre negli anni 70.
Alla Mole Antonelliana è stato presentato un libro e una mostra di cancellata per ricordare Daniele Segre ad un anno dalla sua scomparsa.

Dalla collaborazione di Emanuele Segre, il figlio con il già direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano nasce il desiderio di esporre alla città le immagini più significative del primo libro, la cancellata della Mole è la location espositiva di  14 grandi foto in bianco e nero che rappresentano volti, sguardi, momenti di uno spaccato della società dell’ epoca.
Dopo 45 anni viene rieditato e integrato il libro, la nuova edizione raccoglie oltre cento foto, alcune inedite, ritrovate negli archivi , e un QR code per vedere in streaming la trilogia dei film “Il potere dev’essere bianconero” del 1978, Ragazzi di stadio del 1980 e Ragazzi di stadio 40 anni dopo del 2018.
Il 42 festival del Cinema di Torino ospiterà  la proiezione del film “I ragazzi di stadio” nella sezione Zimbaldone  il 24 novembre alle ore 21.45 al cinema Romano.

GABRIELLA DAGHERO

La Cerimonia del Premio Odisseo 2024

Martedì 19 novembre presso il teatro Rete7. Tra le opere in premio alle aziende vincitrici anche un’opera di Pier Tancredi de Coll’ (nella foto)

 

Il Premio Odisseo è un format del CDVM – Club Dirigenti Vendita e Marketing dell’Unione Industriali di Torino che, dal lontano 2005, promuove l’attività economica di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, motivando le aziende a essere esempio di eccellenza e innovazione nell’ambito delle proprie competenze. Il premio riconosce la creatività, lo spirito innovativo abbinati alla interdisciplinarietà, alla sostenibilità ambientale delle realtà di business sul territorio in cui operano. Il Premio Odisseo è stato istituito per motivare le imprese e i propri manager ad essere esempio di eccellenza e innovazione nell’ambito delle proprie competenze. Vengono premiate quelle aziende ed enti che hanno ottenuto risultati di successo con creatività e spirito innovativo. D’altronde Odisseo è il nome greco di Ulisse, a cui si ispira il premio. A ciascuna delle aziende premiate verrà assegnato come premio un’opera realizzata appositamente da un noto artista. La cerimonia di premiazione avrà luogo martedì 19 novembre prossimo, alle ore 18, presso il teatro Rete7 di corso Regio Parco 146, a Torino. La registrazione avverrà a partire dalle ore 17.30.

Il Premio Odisseo 2024 consegnerà ai vincitori opere di Adriano Parisot, Mario Saini, Neri Ceccarelli, Pier Tancredi de Coll’, Sara De Siena e Simona Bosio.

 

Mara Martellotta