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Facciamo Arte: l’Università di Torino promuove il benessere attraverso l’arte

 

L’Università di Torino ha recentemente avviato un progetto dedicato all’arte e al benessere di studenti e studentesse, parte del Bilancio Partecipativo di Ateneo 2024, votato dal corpo studentesco.

Facciamo arte è un progetto dell’Università di Torino che ha come obiettivo la promozione della socialità e del benessere delle studentesse e degli studenti attraverso l’arte all’interno degli spazi universitari.

 

Tra novembre 2024 e giugno 2025 vengono attivati laboratori ed eventi artistici che spaziano dal teatro, alla danza e alla musica come danza di comunità, teatro sociale, laboratori di percussione.

 

Attraverso una rielaborazione collettiva e una strumentazione artistica e psico-sociale sono narrati i vissuti dei giovani di fronte a macro-eventi scioccanti come le pandemie o le guerre.

L’ultima parte del progetto è dedicata alle azioni per il mantenimento e il potenziamento delle capacità acquisite durante i laboratori: consapevolezza e gestione delle emozioni, comunicazione, resilienza, problem solving, creatività e flessibilità.

I laboratori si svolgono all’interno degli spazi dell’università, distribuiti tra i vari poli, in modo da ripopolare luoghi familiari associati allo studio con attività extra curriculari pensate per coinvolgere la comunità universitaria in nuove esperienze artistiche.

Il primo laboratorio di Danze Popolari a Palazzo Nuovo e il primo concerto di Sassofoni, hanno avuto un buon esito.

Il prossimo evento del 2025 sarà Marimba in Suono, concerto a cura di Cesare Fornasiero del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, che si svolgerà il 31 gennaio dalle 18 alle 19,45, nell’Auditorium del Complesso Aldo Moro, in Piazzale Aldo Moro.

Oltre al concerto, a febbraio verranno avviati altri laboratori rivolti a studenti e studentesse:

Pause4Student: Laboratorio di Danza, dal 5 febbraio al 12 marzo, ogni mercoledì dalle 13,45 alle 15,15 allo StudiumLab a Palazzo Nuovo (Via Sant’Ottavio 20, Torino).

Hearts: Workshop Artistici per il benessere dell3 student3 universitar3, laboratori di teatro che verranno attivati a Torino, dal 19 febbraio al 9 aprile ogni mercoledì e dalle 13 alle 15 in Aula Magna del Rettorato (Via Po, 17, Torino) e a Grugliasco, dal 19 febbraio al 26 marzo, ogni mercoledì dalle 16,45 alle 18,45, nella Sala Eventi della Biblioteca Diffusa (Largo P. Braccini 2, Grugliasco).

Per iscriversi al concerto e ai prossimi laboratori si prega di compilare il seguente form: https://forms.gle/naoSRox9Lua7V4HS7

 

 

I laboratori sono aperti anche a partecipanti esterni all’Università di Torino, in base alla disponibilità di posti. Il calendario è in continuo aggiornamento e vi invitiamo a tenere d’occhio la pagina web di Facciamo Arte per informazioni aggiuntive sugli orari e sui luoghi di svolgimento: https://www.unito.it/ateneo/gli-speciali/facciamo-arte-laboratori-creativi-psicosociali

A ottant’anni dalla liberazione di Aushwitz, “Giro di posta. Primo Levi – le Germanie, l’Europa”

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Venerdì 24 gennaio, a Torino, nella corte medievale di Palazzo Madama, si apre la mostra “Giro di posta-Primo Levi, Le Germanie, l’Europa”, promossa dal Centro Internazionale di Studi Primo Levi e curata da Domenico Scarpa. “Giro di posta” è realizzata da documenti per gran parte inediti e offre una vasta rete di carteggi privati che soltanto oggi diventano pubblici, e che raccontano l’Europa e la Germania divise in due. A tessere la trama sono gli interlocutori tedeschi e germanofoni di Levi, ma non soltanto loro. Le corrispondenze esposte, messaggi scarabocchiati a matita su fogli di fortuna o impeccabili lettere battute a macchina su carta intestata, attraversano quasi mezzo secolo di storia europea.

Auschwitz, esperienza di cui Levi non smise mai di indagare segreti e significati, rappresenta il fulcro geometrico della vicenda. “Se questo è un uomo” suonava, fin dal titolo, con una domanda rivolta al lettore, ma i fatti del libro erano avvenuti in tedesco e per mano dei tedeschi, e quindi quella domanda doveva arrivare necessariamente a loro. Nel 1959 fu avviata finalmente la traduzione del libro in tedesco, che uscì nel 1961, lo stesso anno in cui fu costruito il muro di Berlino. Da quel momento in poi una “intricata rete epistolare” mise Primo Levi in contatto con un gran numero di interlocutori di spessore, lettrici e lettori comuni, lettori che erano anche scrittori, ex compagni di lager e qualcuno che in Auschwitz stava dall’altra parte. Conoscendo Levi, non c’è da meravigliarsi che tra i suoi corrispondenti lo attraessero i più lontani per mentalità e geografia. Negli 80 anni della liberazione di Aushwitz (27 gennaio 1945-27 gennaio 2025) il giro di posta del titolo si presenta come una ampia discussione sulla Shoah e sul suo posto in Europa da ricostruire dopo la guerra, ma ben presto divisa in due blocchi contrapposti. Si presenta come una rete per molte ragioni: perché ci sono circuiti di posta dove una stessa lettera viene spedita a più destinatari, per sollecitarli a dire la loro; perché copre come un reticolato aree della Germania Est e Ovest, sconfinando in ulteriori Paesi; perché vi si intrecciano quattro lingue, l’italiano, il francese, l’inglese, il tedesco adoperate da Levi. La mostra, promossa dal Centro Internazionale Studi Primo Levi, medaglia del Presidente della Repubblica, è curata da Domenico Scarpa e sarà aperta fino al 5 maggio 2025. Con ingresso incluso nel biglietto del museo, è stata realizzata con il progetto LeviNeT, coordinato presso l’Università di Ferrara da Martina Mengoni, curatrice del volume “Primo Levi – il carteggio con Heinz Riedt”, edito da Einaudi. Il progetto, finanziato dalla European Research Concil prevede, da qui al 2027, la pubblicazione progressiva in open access delle corrispondenze tedesche di Levi. Il progetto di allestimento è a cura di Gianfranco Cavaglià e Anna Rita Bertorello, Ars Media per il progetto grafico di comunicazione visiva.

La mostra comprende 5 sezioni: 1- Primo Levi. Un precoce pensiero europeo; 2- Hermann Langbein. Un uomo formidabile; 3-Heinz Riedt. Un tedesco anomalo; 4- Giro di posta. Che dà il titolo all’intero allestimento; 5- Le lettrici e i lettori. L’allestimento prevede un percorso di accessibilità per il pubblico con disabilità visiva: saranno presenti mappe e qr code tattili tramite i quali sarà possibile accedere dal proprio dispositivo mobile a contenuti audio per ciascuna sezione.

In occasione dell’inaugurazione della mostra, il Centro Internazionale di Studi Primo Levi, in collaborazione con Poste Italiane, ha realizzato un annullo filatelico dedicato: per il giorno d’inaugurazione e il successivo giorno di apertura al pubblico, presso Palazzo Madama, due ufficiali di Poste Italiane saranno lieti di apporre il timbro sulle cartoline filateliche, anch’esse realizzate per l’occasione con francobollo selezionato a tema.

Info: Palazzo Madama-Museo Civico d’arte antica, Piazza Castello, Torino – 24 gennaio/5 maggio 2025. Telefono 011 4433501. Sito www.palazzomadamatorino.it

Lunedì e da mercoledì a domenica dalle 10 alle 18. Martedì chiuso.

 

Mara Martellotta

 

 

Il Museo Nazionale del Cinema presenta “2025 – visioni e sfide”: numeri record e nuovi obiettivi

Il Museo Nazionale del Cinema si presenta con titoli iconici per amanti del cinema e non, presentati martedì 21 gennaio scorso insieme alle novità che contraddistingueranno i prossimi mesi, tra queste la mostra di Art of James Cameron, in programma dal 26 febbraio al 16 giugno, con inaugurazione il 25 febbraio alla presenza del regista di Titanic, Terminator e Avatar, il videomapping sulla cupola della Mole e il restauro del film “Esterina” di Carlo Lizzani, insieme alla valorizzazione del raro manifesto inerente alla Corazzata Potemkin, acquistato per 37 mila euro a un’asta Bolaffi, film che festeggia quest’anno 100 anni di vita e che verrà omaggiato con una proiezione speciale. Il manifesto è di assoluta importanza anche per l’artista che lo ha realizzato, Alexandr Rodcenko, pittore, grafico e fotografo fra i principali artisti dell’avanguardia russa. Il Museo Nazionale del Cinema sta anche progettando una mostra sul geniale Donato Sansone, animatore torinese, e una in preparazione su manifesti artistici e storici del cinema internazionale. Il Museo ha anche creato un evento intitolato “2025 – visioni e sfide”, in cui pensa di lanciare alcune delle principali novità, tra queste l’intenzione di aumentare i flussi d’entrata e uscita e levisite guidate del direttore del Museo, rafforzandone la posizione come eccellenza internazionale, valorizzandone il patrimonio unico e sviluppando nuove modalità di fruizione che riguarderebbero un miglioramento nell’utilizzo dei giardini della Mole Antonelliana. Il Presidente Enzo Ghigo si è dichiarato soddisfatto di aver creato un organigramma strutturato e di avere affidato obiettivi al personale, e di porsi finalità sempre più ambiziose nel futuro. Il Direttore del Museo, Carlo Chatrian, ha dichiarato che una realtà come il Museo del Cinema di Torino non esiste in nessun’altra parte al mondo, sottolineando l’unicità di questo luogo. Tra le novità figureranno delle viste al Museo guidate dallo stesso Direttore. Il Responsabile dell’area Patrimonio, Stefano Boni, ha spiegato che sono stati superati i 3 milioni di opere, che sono state catalogate grazie a un nuovo software di ricerca realizzato da un’azienda torinese e che consentirà di avere un unico strumento di ricerca. Gli obiettivi che si pone per il nuovo anno il Museo del Cinema sono quelli di preservare i lavori di restauro e la digitalizzazione di “Esterina” di Carlo Lizzani, in collaborazione con la Cineteca Nazionale. È sicuramente un trend in crescita, quello del numero degli spettatori, che nell’anno 2024 hanno contato più di 79 mila presenze, rispetto alle 54 mila del periodo 2023. I grandi successi sono derivati dal settore della didattica di carattere scolastico, accogliendo lo scorso anno ben oltre 72 mila studenti. Il 2025 sarà un anno ricco di grandi eventi, tra i quali la 40esima edizione del “Lovers Film Festival” che si svolgerà dal 10 al 17 aprile 2025, tornerà la 28esima edizione di “Cinema Ambiente”, dal 5 al 10 giugno 2025, e la 43esima edizione tanto attesa del “Torino Film Festival”, in scena dal 21 al 29 novembre 2025. Ricordiamo che il Museo Nazionale del Cinema ha una connotazione votata fortemente al femminile, composta dal 74% di personale donna.

 

Mara Martellotta

Liliana: il documentario al Cinema Romano di Torino

“Liliana” è il nuovo documentario, in visione nelle sole giornate del 20, 21 e 22 gennaio presso il Cinema Romano di Torino, che racconta la storia di vita di una delle testimoni chiave del nostro secolo: Liliana Segre. Presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2024 (Special Screening), “Liliana”, con la regia di Ruggero Gabbai, è un ritratto completo e ampiamente autorizzato, in cui si alternano il racconto intimo e personale evocato dalla stessa Segre alle vicende più note della sua vita. Come racconta il regista, Liliana si muove in luoghi di azione ben definiti: la sua Pesaro, la casa di Milano, il Senato a Roma ci mostreranno un aspetto interiore della senatrice sconosciuto al grande pubblico.

Liliana Segre vive una scissione identitaria: non è abbastanza ebrea per gli ebrei, ed è unicamente ebrea per i cattolici. È una donna ancora tormentata dal suo passato ma che, al contempo, si sente libera di dire ed essere ciò che è oggi. È consapevole che le sue parole hanno una forte risonanza e, quindi, percepisce la propria responsabilità.

Si alternano poi una serie di voci autorevoli nell’ambito della cultura, della politica e della società civile, che si uniscono in un mosaico che vuole rendere non solo l’immagine, ma una narrazione empatica e personale. Attraverso queste interviste, si mette in evidenza quanto Liliana Segre abbia contribuito alla storia del pensiero civile e culturale del nostro Paese. Il film si propone anche e soprattutto di essere un affresco vero e intenso di un’Italia che, grazie alla figura di Liliana Segre, mostra il suo riscatto, interrogandosi tuttavia sulla complessità della tragedia della guerra e del tradimento di un Paese verso una parte dei suoi cittadini, mostrando il dolore e la sofferenza di una ferita che non si è mai completamente rimarginata.

VALERIA ROMBOLA’

Eataly Torino Lingotto compie 18 anni e organizza la seconda edizione del Mercato Solidale

Nel programma di festeggiamenti per i 18 anni di Eataly, ritorna lo spazio dedicato a realtà del terzo settore

che favoriscono l’inclusione sociale e la crescita personale.

Dopo il successo della prima edizione a Eataly Milano Smeraldo a novembre, ritorna il Mercato Solidale. Questa volta fa tappa a Torino Lingotto, in occasione dei festeggiamenti per i 18 anni di Eataly, che il 27 gennaio 2007 apriva le porte al pubblico negli spazi dell’ex opificio Carpano di Torino.

Eataly ha pensato al Mercato Solidale come un format ricorrente per creare un dialogo costante con alcune delle più interessanti realtà del terzo settore che operano da nord a sud con l’obiettivo di offrire ai più fragili opportunità e percorsi di inserimento sociale e professionale.

I protagonisti del Mercato Solidale di Eataly Torino Lingotto saranno Cooperativa Sociale Alice (CN), Fattoria Sociale Paideia (TO), Frolla Microbiscottificio (AN), Ex Eat (TO), Insuperabili (con sedi in tutta Italia), Luna Blu (SP), Piazza dei Mestieri (TO) Tortellante (MO). L’appuntamento sarà da venerdì 24 a lunedì 27 gennaio, per tutto il giorno, con la possibilità di acquistare direttamente ai banchi delle diverse realtà e di conoscere le loro attività dalla voce dei protagonisti.

 

La formula è molto semplice: Eataly mette a disposizione gli spazi del mercato a titolo non oneroso, all’interno dei quali le realtà del terzo settore vendono i propri prodotti. La vendita viene gestita direttamente dai volontari delle Onlus e tutto il ricavato resta completamente alle associazioni. Il Mercato Solidale di Eataly offre così l’occasione di acquistare prodotti eccellenti come:

  • i tortellini di Tortellante realizzati secondo la più autentica tradizione emiliana;
  • la birra artigianale del birrificio La Piazza di Piazza dei Mestieri;
  • le specialità liguri di Luna Blu, che propongono pasta, pesto DOP e focaccia secca e biscottata;
  • i golosissimi gnocchi di Insuperabili;
  • una selezione di proposte (farina, zafferano, muesli e amaro) di realtà agricole del territorio piemontese che aderiscono a progetti di inclusione sociale promossi dalla cooperativa Ex Eat;
  • i cookies di Frolla Microbiscottificio fatti a mano con materie prime di alta qualità, nella versione dolce e anche salata;
  • il miele da filiera a ciclo chiuso, cioè dalla nascita dell’ape regina e fino all’invasettamento, e gli altri prodotti (sugo di pomodoro, vellutata di verdure, sciroppo di fiori di sambuco e nettare di more) della Fattoria Sociale Paideia;
  • le confetture e le composte di frutta e verdura coltivate direttamente dalla Cooperativa Sociale Alice, oltre a grissini e biscotti.

A promuovere i prodotti del Mercato Solidale sono i protagonisti delle Onlus coinvolte: ragazze e ragazzi nello spettro dell’autismo, giovani in situazioni di fragilità inseriti in percorsi di formazione e orientamento al lavoro, persone con disabilità cognitive e fisiche indirizzate a percorsi sportivi.

Il Mercato Solidale prevede anche momenti didattici gratuiti: per informazioni e prenotazioni www.eataly.it

I protagonisti del Mercato Solidale

 

Cooperativa Sociale Alice: realtà di Alba che propone servizi di cura e assistenza e progetti di formazione e inclusione lavorativa per persone in situazioni di fragilità. Per questo nascono il laboratorio gastronomico “la Cucina di Pina”, che propone servizio mensa e catering e produce composte e confetture, la pasticceria “Svolte. Dolci indipendenti” e il progetto di agricoltura sociale Biologica “Cascina Valore”. Lo scopo delle attività è quello di favorire una concreta e diffusa inclusione sociale, attivando percorsi personalizzati di inserimento lavorativo, attraverso tirocini e altre opportunità formative. Il lavoro pensato su misura per ogni persona risulta altamente terapeutico e contribuisce al rafforzamento di capacità, motivazione, dignità e gratificazione. I prodotti artigianali di “La Cucina di Pina” e di “Svolte” saranno al Mercato Solidale di Eataly e assieme a loro ci saranno anche i volontari e i ragazzi di Alice, che animano tutti i giorni il progetto.

Fattoria Sociale Paideia: progetto della Fondazione Paideia, che dal 1993 offre un aiuto concreto a bambini e famiglie in difficoltà. La Fattoria Sociale nasce con l’intento di offrire un luogo di incontro e apprendimento per grandi e piccoli, con particolare attenzione alle famiglie con bambini con disabilità. È uno spazio dove imparare, facendo esperienze nella natura e aperto a tutti, dove nessun bambino possa sentirsi escluso. La vita della Fattoria è sostenuta dalla sua produzione, nel rispetto della natura intorno a sé e degli animali che la abitano. Viene posta particolare attenzione non solo alla produzione, ma anche a preservare il territorio, seguendo i princìpi dell’agricoltura biologica. Paideia porta a Eataly Lingotto, in occasione del Mercato Solidale, una selezione di prodotti della Fattoria.

Frolla Microbiscottificio: cooperativa sociale di Osimo (AN) in cui lavorano 25 ragazzi con disabilità. Ogni giorno producono biscotti di ottima qualità, risultato di una rigorosa selezione di materie prime per gran parte provenienti dal territorio marchigiano. Frolla Microbiscottificio porta al Mercato Solidale di Eataly tre nuove tipologie di biscotti dolci – Cookies, Cookies sbagliati e Cookies al mirtillo – e anche in versione salata – Rosmarino e timo, Formaggio e pere, Cracker -.

ExEat scs: cooperativa sociale di tipo B del chierese che ha come obiettivo l’inserimento lavorativo di “soggetti svantaggiati”, ovvero persone che si trovano in situazione di particolare difficoltà nella ricerca di lavoro. Nel 2021 nasce Hubbuffate, l’hub del cibo che genera valore, piattaforma online che si propone di valorizzare la rete di 23 piccole aziende agricole che praticano l’agricoltura sociale, attraverso l’inserimento lavorativo di persone fragili, e progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare. Al Mercato Solidale, ExEat proporrà una selezione di prodotti di queste realtà, per raccontare come si riesce a generare valore per la comunità anche attraverso il cibo.

Insuperabili: società nata a Torino nel 2012, si pone l’obiettivo di colmare il divario tra sport e disabilità, promuovendo il gioco del calcio per persone con disabilità all’interno di un contesto inclusivo. Le 20 sedi Insuperabili costituiscono una rete su tutto il territorio nazionale e sono aperte a persone con disabilità cognitiva, relazionale, comportamentale, motoria e sensoriale, senza limiti di funzionalità e di età, a partire dai 5 anni. Insuperabili si spende quotidianamente nella promozione di un cambiamento culturale rispetto alla percezione della disabilità classicamente pensata come debolezza, con conseguente scarsa inclusione e qualità di vita. In occasione del Mercato Solidale di Eataly, Insuperabili è lieta di annunciare la presenza di alcuni prodotti esclusivi: gli gnocchi di patate e le chicche di patate a marchio Lo Gnocco, frutto di una collaborazione speciale con l’azienda toscana. Questo progetto nasce da un legame autentico, poiché uno dei fratelli Li Vecchi, alla guida di Lo Gnocco, è anche un atleta della squadra Insuperabili.

Luna Blu: Cooperativa Sociale che nasce nel 2015 a La Spezia con lo scopo di coordinare e rendere operativi i progetti attivati nel tempo a favore di persone con autismo da parte di Associazioni e Enti presenti sul territorio (Associazione Angsa La Spezia e Fondazione Il Domani dell’Autismo). La missione è quella di assicurare a persone con autismo adeguati percorsi occupazionali che garantiscano una vita più autonoma possibile. Una delle attività di maggior successo che viene portata avanti è proprio quella della produzione artigianale di pasta, fresca e secca, e di panificazione. I ragazzi, affiancati da personale specializzato, seguono tutto il ciclo produttivo: dalla selezione degli ingredienti, alla preparazione dell’impasto, alla cottura e fino al confezionamento. Il Mercato Solidale di Eataly Lingotto sarà così arricchito da alcune specialità liguri, come pasta, pesto e focaccia.

Piazza dei Mestieri: luogo di educazione e di aggregazione per i giovani, nato nel 2004 a Torino e ora presente anche a Catania e Milano. L’obiettivo è dare alle nuove generazioni l’opportunità di imparare un mestiere in un ambiente accogliente e inclusivo, in cui poter partecipare anche a degli eventi culturali e, secondo il modello educativo interno di riferimento, fare un’esperienza reale di lavoro. In questo contesto nasce nel 2007 il birrificio La Piazza, un progetto che punta a fare della produzione di birra una vera e propria arte, utilizzando solo materie prime di qualità.  Dal 2014 il Mastro Birraio è Riccardo Miscioscia, che porterà al Mercato Solidale di Eataly Lingotto le sue birre, premiate con numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, come quelli dei contest più recenti -“Best Italian Beer 2024” e “Brussels Beer Challenge 2024” – e la famosa “chiocciola” di Slow Food che viene assegnata ai migliori birrifici (La Piazza è stata menzionata nella “Guida alle birre d’Italia 2025”!). Riccardo è anche un Docente dell’ITS Agroalimentare per il Piemonte e insegna le sue tecniche agli studenti del “Corso Mixology & Brewing – Mastro Birraio 4.0”, che vengono coinvolti attivamente in varie attività formative e anche durante la “Bierfest Platz”, l’evento annuale dedicato alla birra artigianale che si svolge alla Piazza dei Mestieri.

Tortellante: laboratorio terapeutico-abilitativo dove giovani adulti nello spettro autistico imparano a produrre pasta fresca fatta a mano grazie all’esperienza dei nonni volontari. Il Tortellante è anche una “palestra di autonomia” che allena alla vita indipendente e al futuro. Una realtà che investe sul valore dell’inclusione e risponde a quel vuoto sociale che vivono i ragazzi con autismo una volta usciti da scuola. Nasce nel 2016 a Modena sotto la regia dello chef Massimo Bottura e di sua moglie Lara Gilmore, che partecipano spesso alle attività in prima persona, e di anno in anno diventa sempre più solido, tanto che a settembre 2023 di fronte al Laboratorio viene aperta anche la Bottega, per la vendita diretta e gli eventi di degustazione. Sull’altro lato della strada si inaugura lo Sportello Autismo, punto di ascolto e supporto aperto a tutta la cittadinanza. Il Tortellante porterà al Mercato Solidale di Eataly la sua linea di tortellini tipici modenesi.

Per maggiori informazioni www.eataly.it

Quella “C” ch’è sempre lì! Ovvero via (C)Rosta seconda puntata

Diario minimo urbano … vedere e ascoltare per credere

Gianni Milani

Le foto che vedete a corredo di quanto scrivo, forse qualcuno se le ricorderà. In tutti i casi, se proprio volete essere dei “San Tommaso” (con tutto il rispetto per il grande Apostolo di Galilea, sulle spalle da millenni una fama non proprio delle migliori  e mirabilmente raffigurato dal Caravaggio proprio nell’atto di mettere un dito – toccare per credere! – nel costato ferito di Gesù risorto) potete recarvi sul posto e constatare de visu. Prego. Via Rosta angolo via Vincenzo Nazzaro. Quartiere Campidoglio. Circoscrizione 4, a cavallo fra Parella e San Donato. Ebbene, perché dico che forse qualcuno si ricorderà di quelle foto? Semplicemente perché le stesse erano state pubblicate in un pezzullo del mio “Diario minimo urbano” a testimoniare la “stupidità” (per non usare “francesismi” che forse potrebbero infastidire le orecchie più gentili) di qualche funambolico gruppetto notturno di “compagni di merenda” che, tanto per fare i “fenomeni” (!?), si era divertito a trasformare l’odonimo (leggesi, “targa viaria”) della bella e ben tenuta “via Rosta” in “via Crosta”. Che fantasia! E che bel divertimento. E che imbecilli! Sì, ci sono gesti vandalici ben più gravi! Lo so e lo riconosco. Piccola cosa, di fronte a muri, serrande e opere pubbliche, anche di grande valore e significato, imbrattate in modo indecente e davvero vergognoso. Però … però. E che ci voleva a ripulire (di chi il compito?) quella targa, restituendo il suo vero nome alla via dedicata a uno dei più bei paesini del Torinese, a due passi dalla Precettoria di “Sant’Antonio di Ranverso” e ai piedi del Musiné? Un panno, un po’ di solvente, una mezz’oretta di lavoro. Trenta minuto al massimo. E invece? E invece sono passati, da quando avvistai, incredulo, per la prima volta il “malfatto” e ne scrissi in allora sul “Torinese” (7 settembre 2022) ben 2 anni e 3 mesi. Come dire (non sono forte in matematica, se sbaglio fate voi i conti) 760 giorni, In minuti? Lasciamo stare. Ma tanti. Decisamente troppi. Mi viene perfino da pensare che, come spesso capita, anche in questo caso la fantasia superi la realtà, tanto da meravigliarci se, un bel giorno (campa cavallo …) si provvedesse a far ritornare l’attuale “via Crosta” (forse la riporta ormai con siffatto nome anche la toponomastica cittadina) nell’originaria “via Rosta”.  “Via Rosta”? E dove sarà mai, potremmo forse fra qualche anno sentirci chiedere.

 

E attenzione! La cosa non è poi tanto così fantascientifica. Sentite a quale esilarante scena (ma più che ridere, ci sarebbe da incazzarsi non poco … e quando ci vuole, ci vuole … mi scusino le più gentili orecchie!) mi è capitato di imbattermi ieri mattina. Attraverso i “Giardini Lo Monaco” in piazza Risorgimento, per andare al solito bar della colazione mattutina, e imbocco , per l’appunto, la “via Crosta” … pardon, via Rosta, cribbio! (francesismo evitato), e chi ti vedo? L’Evaristo. Il vecchio Evaristo. Lì fermo sull’angolo, testa in su, cellulare all’orecchio. Spaesato.

Concitato, urla (scusate il mio piemontese scritto) Gipo ma anté t’sés boja fauss?a m’ha dime la prima via apress piasa Risurgiment, mi som ambelessì da n’ora … ma ambelessì a i’ è nen via Rosta, a i’é mac via Crosta! Presumibile risposta di Gipo, così chiamato per il suo infinito amore per l’indimenticato poeta di “via Coni 6” e del “Sangon Blues”… Boja fauss, Varistu, a parlè cun ti a l’è istes cume versé d’aqua ant ‘l Po! Gadan, spéta ambelelì ca ‘rivu! Evaristo si zittisce, guarda ancora in su Ma sun nèn ciuc … ambelessì a i’è propi scrit via Crosta. Oh mi mi, povr’ om! Quasi barcolla. Io sorrido, saluto Varistu. Prima o poi doveva capitare dico fra me e me. E procedo ridacchiando, sotto i baffi. Quasi, quasi – mi viene da pensare – andrei io, di notte, a cancellare quella invadente ‘C’. Ma poi penso Se mi vedessero, mi prenderebbero per fuori di testa, più di quanto già sono, e magari darebbero a me tutte colpe. Vedo già i titoli dei giornali Anziano beccato a imbrattare nottetempo i muri della città. Meglio lasciar perdere. Lasciamo tutto così. A imperitura memoria dell’imbecillità (e perché no?) della becera negligenza umana.

Gianni Milani

La prima mostra dell’anno al Museo MIIT,  “L’infinito nell’arte” con le opere del siciliano Giuseppe Oliva

Il Museo MIIT di Torino presenta la mostra personale “Giuseppe Oliva. L’infinito nell’arte” dal 18 al 30 Gennaio, con inaugurazione sabato 18 Gennaio dalle ore 17.30.

La mostra del maestro Giuseppe Oliva sancisce una collaborazione ormai pluriennale con il Museo MIIT di Torino e con la rivista internazionale Italia Arte che ha visto le opere del maestro presentate in prestigiosi spazi istituzionali in Italia e all’estero tra musei, fondazioni, Istituti italiani di cultura. Per questo evento è stato quindi selezionato il meglio della produzione del maestro degli ultimi anni, tracciando un percorso intimo e suggestivo che declina perfettamente il sentire più profondo dell’artista sviluppato attraverso uno stile e una tecnica inconfondibili.

Siciliano di origine, Oliva nasce a Vittoria, in provincia di Ragusa, il 13 ottobre del 1949, trasferendosi a Trapani all’età di 11 anni, dove trascorrere gli anni dell’adolescenza e della gioventù e dove effettua i primi esperimenti artistici . L’ambiente trapanese lascerà una traccia profonda nella sua futura opera, in particolare nei paesaggi marini e nei blu increspature delle sue acque, che saranno il leitmotiv della sua produzione artistica. A 26 anni approda a Varese, dove esercita diverse professioni, prima funzionario dell’Intendenza di Finanza, poi consulente in materia di manifestazioni e infine responsabile della divisione promozioni dell’agenzia Slang di Milano. Nelle opere di Oliva il profondo sud del Mar Mediterraneo e l’alto nord delle colline varesine convivono in un’infinita gamma di azzurri e verdi, anche se nelle sue tele prevalentemente il sapore salmastro delle sue terre d’origine. La sua è una pittura scultorea, con spatolate nervose e generose stende colori corposi, corpulenti, capaci di resuscitare pezzi di mare e dar voce alle brezze marine, di restituire profumi di erbe e boschi silenziosi e di muovere danze di nuvole. Lo sguardo si tuffa sulla superficie del quadro e lì si muove attratto dal magnetismo e dalla moltiplicazione dei riflessi di un l’assaggio vivo, cangiante, dalle infinite sfumature non solo cromatiche ma anche energetiche. Nei suoi ultimi lavori i giochi di luce e i riverberi cangianti del paesaggio dialogano con un brulicare di emozioni, richiamando il perpetuo divenire del mare, della natura della vita di cui le tele di Oliva sono cenni chiaroscurali. Nei riflessi che illuminano una porzione di paesaggio, è sempre presente il pennello dell’artista, invitando i nostri occhi a trarre profondità dalla visione.

Giuseppe Oliva ha dichiarato che trae ispirazione dagli Impressionisti, e la sua è una pittura che respira en plain air le acque di mari e laghi, le nubi del cielo e le erbe della terra.

L’emozione più bella quando si dipinge è la gioia di rappresentare le proprie sensazioni più profonde, sentimenti della tua vita a cui ti senti maggiormente affezionato e da cui difficilmente ci si può separare, poiché faranno sempre parte della tua vita – ha raccontato Giuseppe Oliva – il mare, gli azzurri, il celeste, il blu fanno l’arte del mio DNA, come informazioni cromatiche e se sezioni di momenti emozioni vissuti da siciliano, davanti allo specchio di un mare sempre cangiante minuto per minuto, fantastico esempio di u divenire che ti proietta sempre verso un futuro, o la visione di un infinito che dona il senso di libertà e l’assoluta mancanza di ogni vincolo, costrizione o il veleggiare delle nuvole che simboleggiano il significato della vita che procede, pur nella consapevolezza di andare incontro a qualche temporale”.

Museo MIIT – Corso Cairoli 4, Torino

Dal 18 al 30 gennaio 2025 – orario da martedì a sabato 15.30/19.30

Tel: 011 8129776

Mara Martellotta

 

 

Il Farò – Eiva dove acqua e fuoco si alternano. Il braciere delle Universiadi di Torino 2025

Ecco a voi il Farò – Eiva dove acqua e fuoco si alternano! Il braciere delle Universiadi di Torino 2025 si ispira alla tradizione dei falò ed alle cascate di acqua e di ghiaccio. Non solo a Torino con la notte di San Giovanni ma anche in molte altre località in Italia e nel mondo ci si raccoglie tutti attorno ai falò per significare gli eventi più importanti della vita collettiva e celebrare i vari riti del passaggio del tempo e delle stagioni.

Fuoco ma anche acqua: il braciere dedica attenzione a questo elemento, prezioso, indispensabile e simbolo universale di vita. Un braciere che si fa portatore del concetto di sostenibilità ambientale, e per questo è stato adottato un sistema di illuminazione a Led, capace di ridurre consumi ed emissioni.

Igino Macagno

Alpini, uomini di pietra, mostra all’Ufficio Relazioni con il Pubblico del Consiglio regionale

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In occasione della Giornata regionale del Valore Alpino – che si celebra ogni anno il 16 gennaio

in memoria del sacrificio degli alpini caduti nella campagna di Russia – all’Ufficio Relazioni

con il Pubblico del Consiglio regionale del Piemonte (via Arsenale 14/G a Torino) è allestita

la mostra “Alpini, uomini di pietra“. Organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale

Alpini sezione di Torino e curata nell’allestimento dal Gruppo Storico Militaria 1848-1945.

L’esposizione, che rimarrà nelle vetrine dell’Urp fino al 24 gennaio 2025, comprende alcune

uniformi storiche degli Alpini e materiale relativo al periodo compreso tra il 1872 e il 1945.

Nelle vetrine si può osservare l’evoluzione storica delle diverse uniformi militari degli Alpini,

completate dalle scarpe delle sentinelle, le ciaspole per camminare sulla neve, il mantello

usato dagli Alpini nella Grande Guerra, le uniformi usate nella campagna d’Africa del 1890,

la prima uniforme degli Alpini del 1883 con le mostrine verdi, le gavette per mangiare

sul campo e naturalmente diversi modelli dei tipici cappelli alpini con la penna nera,

compreso quello di un prigioniero di guerra a cui sono state tolte le insegne e la penna

e invece aggiunto il numero di matricola da internato.

 

Nella mostra sono ricordate anche le donne alpino: in particolare è presentata

la fotografia di Maria Predari, medico donna che prestò servizio a Ovaro (Udine)

nel 1916 – insieme a altre 45 dottoresse – e che fu autorizzata dal comandante

per i suoi meriti professionali ad indossare il cappello alpino.

Il Gruppo Storico “La patria è donna” si occupa da vent’anni di valorizzare

le figure femminili all’interno degli Alpini.

La mostra “Alpini, uomini di pietra”, è stata inaugurata il 16 gennaio all’Urp

alla presenza del presidente del Consiglio regionale Davide Nicco,

di Sebastiano Favero, presidente nazionale Ana e di Carlo Martinelli,

presidente del Gruppo Storico Militaria 1848-1945 e consigliere nazionale Ana Torino.

“Con orgoglio desidero esprimere il più profondo e sentito ringraziamento a tutti gli Alpini

e a ogni singola ‘penna nera’ che ha servito e continua a servire il nostro Paese – ha dichiarato

il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Davide Nicco -. Gli Alpini rappresentano

un patrimonio di valori radicati nella storia d’Italia e del Piemonte: solidarietà, sacrificio,

senso del dovere e amore per la patria. Questi ideali hanno ispirato e guidato le loro azioni

tanto sui campi di battaglia quanto nelle missioni di pace e nelle innumerevoli emergenze civili

che hanno colpito il nostro territorio”.

“La giornata del valore alpino, nata su mia proposta attraverso la legge regionale 8/22

che prevede anche uno stanziamento annuale per sostenere le loro attività sociali,

è tutta per loro e permette a noi di dirgli un immenso grazie per il loro coraggio

e la loro determinazione, ma anche per la loro capacità di unire persone

e generazioni sotto l’insegna della fratellanza e del bene comune.

Quest’anno – conclude Nicco – la 96^ Adunata Nazionale degli Alpini tornerà in Piemonte,

a Biella dal 9 all’11 maggio e sarà una grandissima festa!”.

NELLE FOTO IMMAGINI DEL GRUPPO STORICO MILITARIA