Cosa succede in città- Pagina 193

In Piazza Vittorio Veneto a Torino torna l’appuntamento mensile con Agriflor

Domenica 12 marzo dalle 9 alle 19 in Piazza Vittorio Veneto a Torino torna l’appuntamento mensile con Agriflor. Saranno oltre 25 i vivaisti e produttori agricoli provenienti da tutto il Piemonte che metteranno in mostra le proprie eccellenze.

Tra le proposte florovivaistiche spiccano le piante aromatiche e i peperoncini, le erbacee perenni, gli arbusti australiani, piante da interno e piante tropicali, orchidee, piante carnivore, da interno e rampicanti.

Spazio anche alle piante ornamentali con le curiosità dei Kokedama, le “perle di muschio” provenienti dal Giappone, un’affascinante e creativa soluzione d’arredo per il proprio appartamento.

Non solo piante e fiori ma anche proposte agroalimentari: miele e nocciole, frutta e verdura di stagione ma anche prodotti naturali per il benessere e pane a lievitazione naturale.

Il prossimo appuntamento con Agriflor è per domenica 23 aprile con le prime proposte primaverili. Il 25 e il 26 marzo presso la Certosa Reale di Collegno si terrà l’edizione 2023 di Follia in Fiore, mentre l’1 e 2 aprile è in programma l’attesissima seconda edizione di “Anteprima Floreal” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.

Quarant’anni fa, a Vallette… I “migliori anni” della mia scuola

COSA SUCCEDE(VA) IN CITTÀ 

“Born to run”: da Bruce Springsteen, 1975 / “Facce da scuola” 1

Ricordati che sei a Vallette! Qui siamo in trincea! L’avvertimento, scaraventatomi addosso in sincera amitié, mi giunse forte e chiaro. Senza alternative. Come dire adesso sei in barca insieme a noi e vedi di remare nella giusta direzione. Se mai ci fosse stato bisogno – e ce n’era, eccome! – di darmi un minimo di rassicurante energia, forse (pensai in prima battuta) non ero proprio incappato, al mio primo giorno di scuola, nella persona giusta.

Gianni Milani

Ma quelle parole – lo capii ben presto – erano un mix perfetto di innata ironia e di profonda verità che mi rendeva decisamente complice la risonante parlata romagnola e il dinoccolato gesticolare, fra una tirata di “cicca” e l’altra (in quegli anni in Sala Docenti si poteva ancora fumare) di quello che era allora il vicepreside della “Carlo Levi”, l’indimenticabile Roberto Ghinelli. Ad anno scolastico 1975-’76 già avviato, arrivavo al civico 9 di via delle Magnolie, con il mio carico di perplessità ed emozioni (dicasi pure: paure), dopo avere insegnato per un paio d’anni agli adulti delle serali e perfino- nell’ambito dei cosiddetti corsi Cracis- ai militari, in quella scuola media di corso Matteotti che allora era titolata a “Lorenzo il Magnifico” e che oggi credo essere la succursale della “Meucci”. In precedenza, durante gli ultimi anni universitari, avevo avuto anche la fortuna (purtroppo oggi merce assai rara per i nostri giovani) di fare un po’ di supplenze in alcune scuole medie di Torino e provincia e in due Istituti Superiori della città: uno per Geometri dalle parti di corso Belgio e l’altro in via della Rocca, quel grandioso “Istituto Statale d’Arte per il Disegno di Moda e Costume” (dal ’78 “Aldo Passoni”), fondato nel 1955 dal mitico Italo Cremona, pittore scenografo costumista e arredatore cinematografico, scomparso a Torino nel dicembre del ‘79. Varie e molteplici esperienze. Tutte fortemente pregnanti sotto l’aspetto della crescita professionale. Ma alle Vallette di quegli anni mi attendevano un mondo ed esperienze completamente nuove. Ora il gioco si faceva duro. Volevi fare il professore? – mi dicevo – Accomodati e dimostra adesso di esserne capace. In via Coazze sede allora del Provveditorato e davanti a solerti – pur di esaurire il fastidioso compito di accasare tutti i “questuanti”- funzionari, avevo firmato giorni prima, in un alto scrosciare di liberatori applausi da parte dei tanti “cari” colleghi, il mio “connubio” con la scuola che portava il nome del grande pittore e scrittore torinese del Cristo si è fermato a Eboli. Scuola di cui non conoscevo nulla, se non la collocazione. E la fama, non proprio idilliaca. Così con questo entusiasmante (?) background alle spalle, m’imbattevo una bella mattina d’autunno, in una luminosa Sala Docenti occupata quasi per intero da un lungo tavolo ligneo attorno al quale sedevano alcuni prof. con pile di compiti da correggere e registri da compilare, accolto dal pacioso avvertimento del buon vicepreside riminese Ghinelli, seguito da una di quelle sue caratteristiche e larghe risate che riempivano di fragorose cascate d’allegria “alla Casadei” i corridoi e le aule e la presidenza e la segreteria e ogni più piccolo meandro o anfratto della scuola.
A quel primo incontro con Roberto (braccia rubate alle spiagge riminesi) si accompagnò il bonario sorriso di un altro collega con cui avrei stretto fin da subito una profonda amicizia, quel Franco Molinaro calabrese di Paola che insegnava Educazione Tecnica e che addosso sembrava portarsi in modo assolutamente garbato e discreto una silenziosa e tenera malinconia, legata forse alla memoria della sua terra e dei famigliari che aveva da poco lasciato. Ben arrivato, mi disse Franco mostrandomi i cassetti personali degli insegnanti. Avanti tutta, fratello!Mi rincuorò, porgendomi la mano con un gesto pontificale, il tonante a valanga – jeans, una piccola croce sul maglione a girocollo blu e ciuffo ribelle catapultato in fronte – don Ruggero Marini, vicentino di Thiene e collega di Religione che quattro anni dopo celebrerà le mie nozze con Patrizia. In fondo il Bronx è tutta un’altra cosa, gli fece eco Rodolfo D’Elia, saggio collega di Inglese che, in ricercato look english riattato alle esigenze del luogo, mi spinse sottobraccio in corridoio ( il braccio della morte mi “rassicurò” un’altra avvenente collega di Lettere che sembrava per caso appena piombata lì da Marte) verso l’aula a me destinata. Una Terza: sezione F. Una ventina di facce incuriosite. Neppure un accenno ad alzarsi in piedi. Comodi, comodi!Voce tremula e battutaccia da “splendido” che non arrivò, manco di sghimbescio, com’era prevedibile, ai mittenti. Così tanto per conoscerci, io mi chiamo Gianni Milani…  Embé e a noi?! La muta risposta che mi parve di intuire sulle facce dei più. Alzai lo sguardo e – chissà perché – fu allora che in testa, mi risuonò come pura energia la voce rabbiosa e arrugginita del “Boss”, in quel pezzo memorabile che ogni mattina facevo risuonare, volume a palla, nella raffazzonata autoradio  della mia vecchia Carolina: We gotta get out while we’re young/ Cause tramps like us, baby we were born to run /Dobbiamo fuggire finché siamo giovani … o finché siamo in tempo?mi veniva da correggere e interpretare, se non fosse che subito dopo mi sentivo patentato dallo stesso “Boss” ad essere nato per correre.

Restai dunque ancorato a quei giovani occhi – una quarantina – che mi sfidavano, chi più chi meno, con grintosa strafottenza. Ce l’avrei fatta? Dovevo. Dovevo correre. Correre e non fuggire! Ricacciare e spernacchiare quell’ intrigante voglia di vil fuga. Davanti a me, una corsa che più a ostacoli non si poteva. Ma uno per uno, quegli ostacoli me li sarei pappati tutti. A quel punto ne ero fortissimamente e – forse con una buona dose di presuntuosa incoscienza –  più che mai certo e convinto.

Perché i vagabondi come noi, baby, sono nati per correre.

Gianni Milani

Per la prima volta approda a Torino l’opera di Thomas Ades: “Powder her face”

Un nuovo allestimento che rende omaggio ai ritratti erotici di Carlo Mollino, al Piccolo Regio Puccini dal 10 al 18 marzo prossimi

 

Venerdì 10 marzo  alle ore 20, per la prima volta a Torino, approderà al Piccolo Regio Puccini l’opera intitolata “Powder her face”, “Incipriale il viso” del compositore inglese Thomas Ades.

Rappresentata in prima assoluta nel 1995 al Cheltnham Music Festival, si tratta di una delle opere contemporanee più eseguite a teatro, oltre ad aver avuto anche una versione cinematografica.

Il libretto, ironico e spiritoso, di Philip Henscer, è basato sulla vita di Ethler Margaret Whigham e sul burrascoso divorzio dal suo secondo marito, Ian Douglas Campbell, undicesimo duca di Argyll, che destò clamore scandalo nel 1963. Il processo terminò con la condanna della duchessa per adulterio e atti osceni e scatenò i pruriti dei tabloid britannici, a partire dalle prove che Campbell portò al giudice, una lista di ottantotto nomi, presunti amanti della moglie, e delle piccanti Polaroid.

Abbandonata da tutti, visse tra il 1978 e il 1990 in un appartamento al Grosvenor House Hotel, da cui fu sfrattata per debiti.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita in una casa di cura, dove morì nel luglio 1993.

L’opera da camera è suddivisa in otto scene separate da intermezzi musicali. La prima e ultima scena sono ambientate negli anni Novanta, mentre le altre spaziano dagli anni Trenta agli anni Settanta.

I ricordi si rincorrono e si intrecciano in un gioco di travestimenti e doppi sensi in puro stile british grazie a un musica molto avvincente.

“Powder her face” è la prima opera scritta da Thomas Ades, compositore e pianista, oltre che direttore d’orchestra. Dopo gli studi al King’s College di Cambridge, ha rivestito la carica di Direttore artistico di Birmingham Contemporary Music Group ed è diventato professore di composizione alla Royal Academy.

Tra le sue composizioni operistiche figurano “Powder Her face” e The tempesta, andata in scena al teatro alla Scala di Milano e The Exterinating Angel del 2016, adattamento dell’omonimo film surrealista di Luis Buñuel.

Il nuovo allestimento al teatro Regio in scena per cinque recite dal 10 al 18 marzo prossimi è firmato dal regista Paolo Vettori. Dirige l’orchestra del Teatro Regio di Torino il ventitreenne Riccardo Bisatti.

Protagonisti della scena sono Irina Bogdanova nel ruolo della duchessa, Amelie Hois, interprete di sei personaggi e Thojas Cilluffo, impegnato in cinque ruoli.

Le scene sono di Claudia Boasso, i costumi di Laura Viglione e le luci di Gianni Bertoli.

“È un’opera di una straordinaria modernità – afferma il regista Paolo Vettori. Lo spettatore non tarda a rendersi conto che, in fondo, sta assistendo alla rappresentazione della nostra società, dell’irresistibile voglia di spiare dal buco della serratura per giudicare l’altro, della macchina di fango pronta a azionare alla prima occasione. Erotismo e ricordo si mischiano lasciando sempre, al centro della scena, una donna straordinaria, una libertina punita dalla società, con una determinazione e ferocia ben diverse da quella affidata a don Giovanni, contraltare maschile del libertinismo.

“La scena si svolge in una stanza dalle pareti consunte, quasi manicomiale, in contrasto con ricordi e oggetti di una vita vissuta nel lusso.

Le celebri polaroid scandalose che la fecero condannare diventano un omaggio alle erotiche Polaroid scattate da Carlo Mollino.

Grazie alla collaborazione di Casa Mollino è stato possibile riprodurre in grandi dimensioni sul fondo dell’impianto scenico, in modo da evocare il mondo in cui “tutto è permesso”, catturato dal geniale occhio dell’architetto torinese.

Mara Martellotta

 

Biglietteria e informazioni

Biglietteria Teatro Regio, piazza Castello 215

Torino, tel 011/8815242

Da lunedì al sabato dalle 11 alle 19, domenica ore 14-18.

www.teatroregio.torino.it

 

 

Anteprima regionale sabato 11 e domenica 12 marzo al Maffei per “Al suo posto”

Un modo nuovo di raccontare la violenza sulle donne: invece di parlare di vittime e mettere in scena donne straziate, abusate, uccise, far parlare gli uomini. Non uomini che parlano di donne o che fanno le donne, ma uomini che si calano, letteralmente, nei loro panni.

 

Sabato 11 e domenica 12 marzo alle 21 al Teatro Maffei, via Principe Tommaso 5, arriva a Torino

“Al suo posto”, messo in scena dalla Compagnia TeatRing di Milano. Una doppia data per l’anteprima regionale del testo scritto e diretto da Marianna Esposito, che vede salire sul palco Alberto Corba, Alessandro Cassutti, Diego Paul Galtieri, Giulio Federico Janni.

Come vivrebbero gli uomini, se il mondo fosse sempre stato matriarcale?

Lo spettacolo ha scelto di non far parlare le donne, ma gli uomini che narrano di tutti i piccoli e grandi abusi che vivono nel corso della loro vita, delle continue attenzioni per salvaguardarsi.

Ecco scene che le donne conoscono bene come il cambiare marciapiede se, in una via deserta, si scorge un gruppetto di uomini, come il tenere le chiavi di casa già in mano quando si scende dalla macchina di notte, come il non andare a passeggio in città da sole di notte, come l’essere state, tutte, senza esclusione apostrofate, chiamate con fischi o epiteti volgari; toccate, strusciate, sbavate, abusate nel corpo e nell’anima in modi piccoli e grandi, sottili o evidenti.

Qui la prospettiva è ribaltata.
Un mondo non patriarcale, ma matriarcale.

Il testo

In questo mondo all’inverso, protagonisti sono quattro amici al bar. Ognuno di loro è alle prese con i problemi di tutti i maschi del mondo: mantenersi giovani e belli, conciliare carriera e paternità, contrastare le discriminazioni di un mondo al femminile, vivere in un mondo dove un uomo deve fare il doppio della fatica per potersi realizzare ed essere preso sul serio…

In un’atmosfera da commedia americana si comincia ridendo molto, per poi scivolare nel buio di vicende mai raccontate, che appartengono a “tutti gli uomini” di questo mondo. “Al suo posto”, che è stato semifinalista al Premio Teatrale Dante Cappelletti,  pone lo spettatore di fronte a uno specchio magico per lasciar scorgere, attraverso un mondo appositamente distorto, quanti “no” gli uomini devono ancora imparare ad accettare e le donne a dire.

L’unicità di questo spettacolo

In tema di ingiustizie, disparità sociali, violenza, siamo abituati alla narrazione delle vittime. La produzione culturale è piena di spettacoli che narrano la storia di donne vittime di violenze, stupri, abusi.  Queste narrazioni, sebbene sicuramente utili per restare all’erta, non sollevano alcun contraddittorio, poiché davanti alle vittime non esiste nessuno che non denunci.

«Quello che ci interessa con questo spettacolo è mostrare la radice della violenza, non i suoi frutti. Perché solo osservando la radice si può estirpare una cultura impari» dice Marianna Esposito, autrice e regista dello spettacolo.

«Al suo posto», nel suo «plot» drammaturgico, inverte l’ordine dei fattori: cambia il mondo attorno e, rendendolo da sempre matriarcale, mostra uomini che hanno gli stessi problemi delle donne del nostro mondo. «Il focus dello spettacolo è affermare che la violenza parte da lontano, spesso da piccoli gesti, abitudini, o linguaggio, che instillano nelle menti la disparità – continua Esposito –  Anziché santificare le vittime e crocifiggere i carnefici, che è operazione alquanto semplicistica, si può lavorare tutti perché cambi l’humus nel quale la violenza nasce, si nutre e cresce».

La Compagnia TeatRing è già nota al pubblico italiano per progetti che coniugano teatro e attualità sociale, come “Dr Jeckyll e Mr. Aspie” – primo spettacolo sulla Sindrome di Asperger in età adulta – o “Come se non fosse un fulmine“, presentato nella stagione 19-20 del Teatro Elfo Puccini e dedicato ai grandi Giusti della Storia.

 

 

Il biglietto costa 10 euro.

Biglietti per l’11 marzo: https://www.cinemaffei.it/eventi/al-suo-posto/

Biglietti per il 12 marzo: https://www.cinemaffei.it/eventi/al-suo-posto-2/

Informazioni: info@cinemaffei.it

LO SPETTACOLO IN BREVE

“Al suo posto”
Progetto realizzato con il contributo della Fondazione Caritro e della Provincia Autonoma di Trento

Testo e regia: Marianna Esposito.

Con: Alberto Corba, Alessandro Cassutti, Diego Paul Galtieri, Giulio Federico Janni.

Assistente alla regia: Francesca Ricci.

Scenografie: Stefano Zullo.

 

BIOGRAFIE

Compagnia TeatRing Fondata nel 2004 da Marianna Esposito, è composta da un gruppo eterogeneo di attori, danzatori, musicisti. Le attività della compagnia sono la produzione, l’organizzazione di eventi culturali e la formazione e la sua ricerca si focalizza sul teatro poetico di metafora e d’immagine, alla ricerca di una fusione organica e indissolubile tra tutti gli elementi scenici.

Tra gli spettacoli sino ad ora realizzati ricordiamo SottoSopra – perché ho più diritto di te a suicidarmi, Vincitore dei concorsi “OFFerta Creativa – Teatrinrete” e “La Fabbrika Teatro”, Finalista al Festival Inventaria; Tu, mio tratto dal romanzo di Erri De Luca, vincitore di “Premio AEnaria 2015 – miglior spettacolo” e finalista ai festival “VDA – Voci Dell’Anima 2016” e “Ad Arte, Calcata cineteatro festival”; MattaTtori, la vita di Magnani e Gassman, omaggio ai due grandi artisti italiani; Creaturamia… presentato al Fringe Festival di Edinburgo, finalista a UNO Concorso Nazionale di Monologhi Teatrali, Festival Status Quo, Rassegna EmargiNati, Festa del Teatro di Milano; Baccanti, la paura delle donne, finalista al concorso internazionale di regia Fantasio Piccoli. www.teatring.it

Marianna Esposito Regista, dramaturg e attrice. Inizia la formazione teatrale giovanissima, studiando a Milano presso CTA, Quelli di Grock, Studio laboratorio dell’attore di Raul Manso. Si diploma al Corso di Formazione Superiore per Attori di Emilia Romagna Teatro. Studia inoltre con Cesar Brie, Michele Abbondanza, Paolo Nani, Cristina Pezzoli, Living Theatre, Marco Baliani, Maria Grazia Mandruzzato.

Inizia a lavorare come attrice a 18 anni, alternando lavori su scrittura a collaborazioni con collettivi teatrali. Nel 2004 fonda la Compagnia TeatRing.

Da oltre vent’anni lavora anche come insegnante di recitazione in accademie, scuole di teatro e in progetti legati alla disabilità. Studia e approfondisce la sindrome di Asperger e collabora con strutture sociali che si occupano di autismo ad alto funzionamento e di Asperger, per le quali ha messo a punto una pedagogia teatrale volta all’apprendimento e affinamento delle abilità sociali quali empatia, linguaggio del corpo, comunicazione.

Riconoscimenti: Finalista al Concorso Internazionale di Regia Fantasio Piccoli, Finalista Premio per attrici Bianca Maria Pirazzoli, Premio della stampa a VDA Voci dell’anima 2019.

“Arte a 33 Giri all’ombra della Mole”

 

Vanchiglia 3 Spazi di Connessioni Creative
Via Vanchiglia 3 (II piano) a Torino. Ingresso libero.

Giovedì 9 marzo 2023 ore 18:30

Dal giornale alla musica – incontro in due atti senza intervallo
Con Ennio Bruno, Stefano Quario, Gigi Giancursi
https://www.aicstorino.it/giovedi-9-marzo-dal-giornale-alla-musica-incontro-in-due-atti-senza-intervallo-incontro-di-arte-a-33-giri/ 

La rivista Il Giornale della Musica è nata a Torino nel 1985 e fino al 2014 è uscita in formato tabloid, per diventare nel 2015 gdm – giornaledellamusica.it, il primo sito web italiano dedicato a tutte le musiche. Nel 2017 il sito si è trasformato in un portale tutto nuovo, ottimizzato e completamente mobile friendly, e rimane uno dei punti di riferimento del mondo musicale italiano, letto ogni giorno da migliaia di professionisti, musicisti e semplici appassionati.

 

Durante l’incontro Ennio Bruno, collaboratore della webzine, racconterà la storia e gli obiettivi della rivista, mentre un secondo collaboratore, Stefano Quario – meglio conosciuto come Bizarre, chiacchiererà amabilmente col musicista Gigi Giancursi, ex chitarrista dei Perturbazione, del suo ultimo disco solista Rovesciate.

In presenza alle ore 18:30 a Vanchiglia 3 Spazi di Connessioni Creative
In diretta alle ore 18;45 su Radio Contatto https://www.radio-contatto.com
Riprese video a cura di AICS Web TV www.aicstvtorino.com

Puntate precedenti:
articoli: https://www.aicstorino.it/category/arte-a-33-giri/
podcast: https://open.spotify.com/show/3CVGUIRdVNCJcoYYLvUtWI?si=30252c5f616b4a7a
video: https://www.youtube.com/@aicstorino5104/videos

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Arte a 33 Giri all’ombra della Mole.

Ciclo di incontri legati al mondo della musica e al suo intreccio multidisciplinare.
Appuntamenti in presenza a ingresso libero, anche in diretta su Radio Contatto e con riprese video di AICS Web TV, organizzazione a cura di Roberto Tos. Realizzato nell’ambito del progetto Vanchiglia 3 Spazi di Connessioni Creative grazie al sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo.
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Vanchiglia 3 Spazi di Connessioni Creative
Via Vanchiglia 3, II piano, 10124, Torino
Un presidio culturale di prossimità nel quartiere Centro della Circoscrizione 1, centro per l’associazionismo e spazio per la cittadinanza pensato per promuovere connessioni e relazioni.
E’ anche sede del Comitato provinciale AICS Torino APS. Uno spazio di socializzazione per confrontarsi e immaginare insieme proposte di produzione culturale, di progettazione partecipata, di realizzazione di attività e eventi sportivi, di condivisione di saperi in un’ottica di inclusione sociale mettendo in comune la creatività collettiva.
Con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, bando Space- SPazi di PArtecipazione al CEntro.
https://www.aicstorino.it/sociale/vanchiglia3-spazi-connessione-creative/


Vanchiglia 3 Spazi di Connessioni Creative
Via Vanchiglia 3, II piano, 10124, Torino
email: vanchiglia3@aicstorino.it
sito web: www.aicstorino.it/vanchiglia3
tel: 011 238 6372

“Monogatari”. Al “MAO” l’“intima” videoinstallazione dell’artista Massimo Grimaldi

Dal 9 marzo al 7 maggio

“Monogatari”: dal giapponese ( 物語 ) all’italiano “Racconto”. E’ questo il titolo della videoinstallazione realizzata da Massimo Grimaldi (classe 1974, tarantino d’origine ma residente e operante a Milano) e prodotta dall’Associazione “Snaporazverein” in collaborazione con “Zero…, Milano”, che inaugura, giovedì 9 marzo e fino a domenica 7 maggio, il quarto appuntamento del ciclo di performance che “abitano” il “t-space X MAO”. Su due schermi appaiati, l’opera proietta un reportage fotografico realizzato in Giappone tra il 2017 e il 2018, dove l’artista ha vissuto per alcuni mesi grazie al premio “On Demand by Snaporazverein”.

Durante il soggiorno a Tokyo, Kyoto e Osaka l’artista ha potuto approfondire la conoscenza di una cultura che, nel suo rigore formale e nelle sue strutture simboliche, sente come elettivamente affine. Scopo dell’opera non è tanto il “narrare una storia”, quanto piuttosto rendere visibile “quell’intimo legame che si produce con un luogo – e con le persone che lo abitano – quando è finalmente superata la presunzione di averlo già compreso e di saperlo descrivere”. Secondo Grimaldi “non può mai davvero essere raccontato il fascino di un paesaggio che appare nuovo ed esotico: è sempre quest’ultimo a raccontare la fascinazione di chi lo guarda”. Il lavoro compiuto dall’artista è dunque da considerarsi come una sorta di “costruzione affettiva”, al pari di quanto realizzato in passato con i reportage fotografici sugli ospedali della “ONG EMERGENCY”, che prima ancora di descrivere la loro attività erano soprattutto degli “autoritratti” del modo con cui l’artista si relazionava ad essi, alle loro persone, ai loro paesaggi.

La videoinstallazione di Grimaldi si arricchisce inoltre, nello spazio espositivo del “MAO”, della contestuale presenza dell’artista di “ikebana” o “kadō”  (“via dei fiori”) Nami Kodama che, sovrapponendo la propria silhouette alle immagini proiettate, “ne rifrange e ne stratifica ulteriormente la percezione”. Di tutto rispetto è il curriculum espositivo di Massimo Grimaldi che nel 2009 ha esposto anche al “Castello di Rivoli”. A seguire ricordiamo anche la sua presenza al Museo di “Villa Croce” a Genova (2012), alla “Team Gallery” di New York (2011/2013), al “West The Hague” a L’Aia (2014) e, più volte, a “ZERO…,” Milano. Le sue opere sono state presentate anche in numerose mostre collettive, fra cui “Italics” a Palazzo Grassi, Venezia, “MCA”, Chicago (2008-2009), e la “50ma Biennale di Venezia” (2003). Nel 2009 Grimaldi ha vinto anche il concorso internazionale “MAXXI 2per100”, utilizzando il premio per la costruzione del “Centro Pediatrico” di EMERGENCY a Porto Sudan.

Come di consueto, nello spazio del “t-space” al “MAO” i visitatori potranno anche gustarsi una tazza di tè selezionato da Claudia Carità (“The Tea Torino”) che, per l’occasione ha scelto “tè verde Genmaicha” o “tè di riso integrale”, ottenuto con il tè verde e il riso tostato,  conosciuto anche come “tè del popolo”, poiché il riso serviva da riempitivo e riduceva il prezzo del tè, rendendolo storicamente più disponibile per i giapponesi più poveri. Scelto come bevanda durante i periodi di digiuno anche religioso, tè e riso erano combinati nella proporzione di 1:1. Oggi il “Genmaicha” è apprezzato da tutti i segmenti della società non solo giapponese e il successo di questo tè è anche la risposta all’estro dei produttori che riescono a modulare la complessità aromatica dell’infuso finale scegliendo tra le migliori qualità di tè verde e di riso, oppure addizionando “matcha” o “mocha” (“tè sfregolato”) – varietà di tè verde originaria della Cina imperiale usata durante la dinastia “Sui” – per ottenere l’espressione in tazza del ricercato “umami” o “quinto senso”, gusto delizioso al sapore del glutammato, capace di diffondersi in tutta la bocca, persistente e lievemente acido.

Gianni Milani

“Monogatari”

MAO-Museo d’Arte Orientale, via San Domenico 11, Torino; tel. 011/443693 o www.maotorino.it

Fino al 7 maggio

Orari: mart. – dom. 10/18

Nelle foto:

–       Massimo Grimaldi: alcune immagini della videoinstallazione “Monogatari”

“Feste ebraiche” al Centro Pannunzio. Conferenza con il rabbino capo Finzi

GIOVEDÌ 9 MARZO ALLE ORE 17,30 presso la sede di Via Maria Vittoria 35h a Torino

Ariel FINZI, Rabbino capo della comunità ebraica di Torino, terrà una conferenza sul tema “LE FESTE EBRAICHE”. Introdurrà Pier Franco QUAGLIENI. L’ebraismo prescrive numerose festività, intese come giorni in cui si ricorda un avvenimento particolare o un particolare momento dell’anno. Il termine festività non deve far pensare che tutte queste ricorrenze siano felici: alcuni infatti sono giorni di lutto e digiuno a ricordo di momenti tragici nella vita del popolo ebraico. Sono riferite al calendario ebraico, di tipo calendario lunisolare e non anno solare come il comune calendario. Manifestazione con il patrocinio della Comunità Ebraica di Torino.

Spazio44 inaugura la mostra “Woman. Nothing compares to you”: solo per l’8 marzo

Oggi, per la sola serata dell’8 marzo, alle ore 19:00,  Spazio44 inaugura la mostra “Woman. Nothing compares to you”, interamente dedicata alle donne.

Protagonisti della serata, oltre alle opere esposte, saranno l’attrice Rita Pensa, che si esibirà in un recital di poesie intitolato “La verità, vi prego, sull’amore” di W.H. Auden, e i ballerini di tango Ruggero Meirone e Barbara Giacobbe del Laboratorio Tango Baires, che la accompagneranno.

La serata, voluta fortemente da Angela Calcagni e Claudia Converso, direttrici e artiste appassionate dello Spazio44, e poi dall’attrice Rita Pensa, conferma la galleria come un luogo dell’arte finalizzato alla crescita, alla sperimentazione e alla contaminazione.

Una serata, quella di oggi, che non rappresenta solo un omaggio a tutte le donne, ma anche un momento di condivisione e riflessione a cui tutti noi siamo chiamati.

Spazio44, Via Maria Vittoria 44, Torino

“Marilyn oltre Marylin” Un incontro a “CAMERA” sulla donna e sulla diva, nelle fotografie di Eve Arnold

Giovedì 9 marzo, ore 18,30

Lavoratrici, madri, bambine, dive, suore, modelle e studentesse: la fotografia di Eve Arnold (Philadelphia, 1912 – Londra, 2012), vera e propria leggenda dell’arte fotografica del XX secolo  – e prima donna dal 1951 a far parte, insieme all’austriaca Inge Morath, della prestigiosa “Magnum Photos”- è a tutti gli effetti un inno all’emancipazione femminile. A lei, “CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia” di Torino dedica, fino al prossimo 4 giugno, una grande retrospettiva curata da Monica Poggi ed articolata in ben 170 immagini realizzate fra il 1950 e il 1980, in cui occupano un posto di primissimo piano i numerosi servizi che la portarono sui set di film indimenticabili per ritrarre le grandi star del periodo, da Marlene Dietrich a Joan Crawford, fino a Orson Welles e a Marilyn Monroe. Scatti incredibili in cui Eve riesce totalmente a mettere in pratica, nella cristallizzazione di volti più o meno celebri (come in quelli assolutamente sconosciuti), ciò che voleva fortemente ottenere con un semplice clic: conoscere, capire e raccontare.

L’immagine reale e l’anima. Un intento che la porta a stringere incontri di forte empatia con i soggetti da immortalare e che diventano occasione di legame e amicizia davvero profonde con la grande Marilyn, Norma Jeane Mortenson Baker da Los Angeles. Parte di qui l’idea da parte dei responsabili del “Centro” di via delle Rosine 18, a Torino, di dedicare il primo incontro del ciclo de “I Giovedì in CAMERA 2023” (appuntamenti che si sviluppano nell’arco dei mesi di mostra per raccontare la figura di Eve Arnold) proprio alle immagini scattate dalla fotografa americana alla Monroe, diva e icona sempre assolutamente capace di ispirare artisti e fotografi, ma che negli scatti esposti si mostra in uno “spaccato inedito”, quello dell’attrice e della donna che va oltre la diva. “Marilyn oltre Marilyn”. Del resto, fu proprio lei ad  avvicinare la fotografa ad un party nel 1954, dicendole “Se sei riuscita a fare così bene con Marlene (Dietrich), riesci a immaginare cosa potresti fare con me?”. Nel corso dei dieci anni successivi, lavorano insieme in sei diverse occasioni. Gli scatti più noti sono quelli realizzati sul set del film “Gli spostati” (1961), dove Arnold rimane più di due mesi su richiesta della stessa Monroe. Al momento del suo arrivo, l’attrice è appena uscita dall’ospedale per un’overdose, il suo matrimonio con Arthur Miller sta naufragando e il caldo torrido del Nevada rende le riprese ancora più difficili. Uno degli scatti più toccanti la raffigura assorta nel ripetere le sue battute davanti al brullo deserto del Nevada. “Il contrasto morbido dell’immagine crea un velo di silenzio e malinconia. Arnold ha colto l’attrice spogliata di ogni finzione, mostrandone l’umanità e la vulnerabilità”.

 

Protagonista dell’incontro a “CAMERA” sarà Giulia Carluccio, prorettrice dell’Ateneo torinese (dove insegna “Cinema, Fototografia, Televisione e Media Audiovisivi”) fra le maggiori studiose della figura di Marilyn Monroe, che, insieme a Monica Poggi, curatrice della mostra, rifletterà sugli intrecci che la vita e le opere di queste due donne formano con la letteratura, il cinema e la fotografia.

L’incontro è organizzato in collaborazione con “Aiace Torino”. Ingresso al costo di 3 Euro, consigliata la prenotazione: tel. 011/0881150 o www.camera.to o camera@camera.to

g. m.

Nelle foto:

–       “Marilyn Monroe reading ‘Ulisses’ by James Joyce, Long Island, New York, USA, 1955; Credit Eve Arnold / Magnum Photos

–       “Marilyn Monroe in the Nevada desert during the filming of ‘The Misfits’, USA, 1960; Credit Eve Arnold/Magnum Photos

–       “Eve Arnold on the set of ‘Becket’, England, 1963, Ph. By Robert Penn

 

Con Agis, Torino e il Piemonte ripuntano sul cinema

Lunedi 6 Marzo, presso la sede dell’Agis di Torino, è stata presentata l’iniziativa Cinema al Cinema per un nuovo modello di sala cinematografica. Si tratta di una serie di eventi rivolti a bambini, famiglie, scuole e operatori del settore per riportare le persone al cinema.  

 

 

La pandemia ha profondamente cambiato le nostre abitudini e l’intrattenimento ha subito un vero e proprio scossone. Per quanto riguarda il cinema, da un lato ci sono colossi come Amazon e Netflix che con i loro cataloghi online che ci permettono di guardare film, serie tv, documentari comodamente sul divano di casa. Dall’altro ci sono le sale cinematografiche che, complice il lockdown, si sono prima svuotate e oggi fanno ancora fatica a ritrovare i numeri di affluenza pre-pandemia.

Agis Piemonte e Valle d’Aosta, vincitore di un bando regionale, ha ideato un cartellone di eventi dedicati a bambini, famiglie, scuole per l’infanzia e operatori del settore. Si tratta di Cinema al Cinema.

 

Luigi Boggio, presidente di Agis Piemonte e Valle d’Aosta, ha spiegato come questo sia un periodo ancora estremamente complicato per le sale cinematografiche. Ecco dunque l’esigenza ma anche la voglia di ideare un evento che riporti lo spettatore al cinema, che gli faccia riprovare il piacere di un film in sala.

 

Alla conferenza stampa ha preso parte anche Vittoria Poggio, Assessore alla Cultura, al Turismo e al Commercio della Regione Piemonte. “Da anni Torino e il Piemonte hanno puntato sul sistema cinema a partire dalla costituzione di Film Commission che, portando qui le produzioni, ha permesso di valorizzare il territorio. La Regione ha stanziato negli anni 20 milioni di euro che ha supportato progetti di vario tipo. Puntare sul cinema si è rivelato una scelta vincente. Tra il 2018 e il 2022 i contributi a sostegno della produzione di lungometraggi, film tv e fiction (tra contributo bando e spesa complessiva) hanno generato un moltiplicatore di 4,57. Significa che per ogni euro investito ne sono tornati quasi 5 come ricaduta su indotto e territorio. Insieme al Presidente Cirio vogliamo riconoscere un percorso per il sistema cinema. Questo è un progetto ben studiato, che coinvolge Agis, Anec e Acec e che punta su bambini e famiglie ma che cerca di sostenere anche le sale di proiezione. Lo facciamo per ritrovare quel pubblico che si è allontanato dalle sale a causa della pandemia.”

 

Ed ecco quindi un cartellone di proiezioni durante i fine settimana, rivolto a bambini dai 5 ai 12 anni, a cui si potrà assistere con un biglietto scontato di 3,5 euro. Ma anche eventi rivolti alle scuole d’infanzia. Il programma al momento comprende 27 titoli e coinvolge 35 sale dislocate in 31 comuni di tutto il Piemonte. Potete trovare il calendario completo, e in continuo aggiornamento, a questo indirizzo.

Ad arricchire i fine settimana di Cinema al Cinema, la proiezione di cortometraggi d’animazione realizzati in Piemonte che precederanno i film in cartellone al fine di valorizzare il prodotto piemontese. Si tratta complessivamente di 14 corti d’animazione, ideati e realizzati con metodo e tecniche professionali dagli allievi della Scuola Nazionale di Cinema – Centro Sperimentale di Cinematografia (sede Piemonte) – dipartimento Animazione. Ad accogliere i fruitori più piccoli ci saranno attori che “permetteranno dunque di mescolare cinema e teatro” a spiegato Fabio Naggi, di Unoteatro.

 

Il progetto Cinema al Cinema si rivolge anche agli operatori delle sale cinematografiche con una serie di incontri a numero chiuso per comprendere come valorizzare le sale. “Le sale devono essere concepite come luoghi di aggregazione e cultura. Il cinema e l’audiovisivo devono diventare strumento didattico per parlare di ambiente, società, letteratura” spiega Marta Valsania, Segretario Generale di Agis Piemonte e Valle d’Aosta. Da qui nasce un gruppo di Networking: 5 esercenti, tre industriali (Movie Planet, Multisala Vittoria di Bra, Cinema delle Valli di Villar Perosa) e due della comunità (Baretti di Torino e Elios di Carmagnola), lavoreranno insieme per poi formare altri esercenti attraverso iniziative congiunte, autoformazione e focus group con soggetti esterni al mondo dell’esercizio cinematografico.

 

Torniamo al cinema, da spettatori. Riappropriamoci dei luoghi che hanno rappresentato svago, riflessione, commozione e risate.

 

Lori Barozzino