Cosa succede in città- Pagina 160

SCHEGGE di musica, diritti umani e altre storie

Il 3 dicembre 2022 a partire dalle 15:00, presso El Barrio, Str. Provinciale di Cuorgné 81 (TO), si terrà la prima edizione del festival SCHEGGE di musica, diritti umani e altre storie, curato da RETE ONG, MAIS E Scatti Vorticosi Records.

In occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità, il festival promuove la
convivenza tra musica, arte e gioco in uno spazio comune, dove cittadinanza attiva e partecipazione
diventano comuni denominatori. Una giornata per sensibilizzare, promuovere, diffondere, attraverso
linguaggi diversi, la “cultura della diversità”, in tutte le sue sfaccettature, celebrando i principi generali della
Convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità e all’interno di un più generale paradigma identitario
e di inclusione e integrazione sociale, in un ambiente totalmente child friendly.

Il festival si inserisce nell’ambito del progetto Crea(c)tive Youth -Giovani che cambiano il mondo, proposto
dal gruppo informale Quokkattivi, cofinanziato dalla Compagnia di San Paolo e realizzato con una rete di
partner istituzionali e del terzo settore, tra cui le ONG RETE E MAIS, che ha l’obiettivo generale di favorire
l’empowerment e la partecipazione giovanile insistendo sui valori indicati dagli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile dell’Agenda 2030, attraverso azioni che vanno dal rafforzamento delle reti territoriali ai corsi di
formazione, all’elaborazione di campagne di sensibilizzazione alla realizzazione di eventi culturali.

La giornata prevede un’alternanza armonica di più attività: laboratori ludico didattici per bambini e bambine
dai 3 ai 10 anni, mostra delle campagne di sensibilizzazione create dal gruppo informale Quokkattivi e
esibizioni musicali di una rosa di band attinente all’etichetta Scatti Vorticosi.

Il debutto di Pablo Heras Casado sul podio dell’Orchestra RAI di Torino

Frank Peter Zimmerman solista nel Concerto in Re Maggiore di Stravinskij

 

Giovedì primo dicembre, alle 20:30, presso l’Auditorium RAI “Arturo Toscanini” di Torino, si terrà il debutto del grande direttore spagnolo Pablo Heras Casado con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.

La serata sarà trasmessa in diretta da Radio 3 e sul circuito Euroradio, in replica venerdì 2 dicembre alle 20:00, con una trasmissione in live streaming sul portale di RAI Cultura.

Pablo Heras Casado è ospite regolare di celebri orchestre quali i Berliner e i Wiener Philarmoniker, Munchen Philarmoniker, Orchestre de Paris, Symphonieorchester des BayerischenRundfunks, Orchestra di San Francisco, Orchestra di Philadelphia e di realtà prestigiose quali la Staatsoper Unter den linden di Berlino, il Metropolitan Opera di New York, il Festival di Aix – en – Provence e il Festspiel Baden Baden. Direttore ospite principale del Teatro Real di Madrid, nel 2021 è stato nominato artista dell’anno all’International Classic Music Awards.

Per il primo concerto con l’Orchestra Nazionale della RAI, proporrà il “Prélude á l’après midi d’un faune” di Claude Debussy, capolavoro sinfonico ispirato al poemetto simbolista di Stephane Mallarmé. Terminato nel 1894, eseguito per la prima volta il 22 dicembre del medesimo anno alla Societé Nationale di Parigi, sotto la direzione di Gustave Doret, il “Prélude” ha contribuito non poco a diffondere la fama di Debussy.

Ne rimase impressionato lo stesso Mallarmé che, dopo averlo ascoltato al pianoforte, prima dell’esecuzione orchestrale,commentò: ”Questa musica prolunga l’emozione dei miei versi e ne fissa lo scenario con più passione e efficacia di quanto non riuscirebbe a fare la pittura”. Nel “Prélude á l’après midi d’un faune”, la novità e la libertà della concezione hanno suscitato analisi diverse, sfuggendo ad una schematizzazione convenzionale. La continuità fluida del Prélude maschera l’articolazione della successione delle sezioni in una costruzione di tipo elusivo.

Fa parte della suggestione del Prélude il coesistere, fondersi, intrecciarsi di ricordi per lo più allusivi, e non sempre afferrabili nitidamente, oltre al profilarsi di un pensiero musicale nuovo. Il cambiamento del colore, il succedersi delle intuizioni timbriche assumono un peso formale decisivo. La melodia del flauto risulta senza accompagnamento, sospesa, di incetta definizione tonale. Il respiro nuovo che Boulez sottolinea in questa frase è degno della linea sonora e monotona creata dal fauno di Mallarmé sul suo strumento: un arabesco che si libra nel vuoto in una totale assenza di certezze. Iniziando sempre con la stessa nota, il flauto ripete sempre la sua melodia in situazioni mutevoli, proponendone delle sottili varianti. Le idee che si presentano nel corso del pezzo si rivelano affini alla melodia iniziale, fino al momento in cui viene presentata una idea lirica in Re Bemolle Maggiore.

La sezione centrale è preceduta da un primo sviluppo e rappresenta nel Prélude il momento meno lontano da echi del passato anche wagneriano. È caratterizzata dalla tensione di grandi archi melodici e da procedimenti armonici che sono concatenati secondo una logica famigliare.

Il tutto sfocia in una coda che si spegne e dissolve in un’atmosfera sospesa, come se la musica tornasse misteriosamente al silenzio, come ne era uscita. Nel Prélude Debussy risulta idealmente più vicino a Mallarmé, trovando degli accenti più personali. La serata proseguirà col concerto in Re Maggiore per violino e orchestra di Igor Stravinskij, scritto nel 1931 e eseguito nello stesso anno a Berlino.

Il concerto fa parte del periodo neoclassico dell’autore ed è stato composto con grande libertà da Stravinskij, articolato in quattro movimenti, piuttosto che nei canonici tre, per Samuel Dushkin, giovane violinista americano in grande ascesa. A interpretarlo sarà il grande violinista tedesco Frank Peter Zimmerman, che torna a suonare con la compagine RAI, con la quale ha un rapporto molto consolidato, avendo inciso il Concerto per il violino di Ferruccio Busoni e eseguito, in prima italiana, concerti quali quelli di Matthias Pintsher e Magnus Lindberg.

Heras Casado concluderà la serata con la Sinfonia N.1 in Re Maggiore di Gustav Mahler, nota con il soprannome di “Titano”, con la quale il compositore la denomina riferendosi al titolo di un omonimo romanzo di Jean Paul. La Sinfonia N.1 si accompagna all’infelice esperienza amorosa vissuta dal musicista con la cantante Johanna Richter a Lipsia, dove la composizione fu ultimata nel 1888.

Tenacemente radicata nello spirito del Romanticismo tedesco, è già proiettata oltre la realtà musicale del tempo. La partitura è tutto un riecheggiare di richiami alla natura, che mutano dalla innocente serenità Pastorale fino dell’inquietudine struggente e esasperata della modernità.

MARA MARTELLOTTA

Torino, ottima città per gli expat stranieri

Preply ha condotto uno studio per stilare la classifica 2022 delle migliori città italiane per gli expat stranieri.

Secondo Statista, l’Italia ospita più di 5,3 milioni di expat. Ma qual è la provincia in cui si vive meglio?

Preply, una piattaforma dedicata all’apprendimento delle lingue, ha creato la classifica delle migliori città italiane analizzando 30 province in base a 8 parametri. Tra questi troviamo lo stipendio medio mensile, la pericolosità della città e la velocità della connessione Internet.

Ecco i risultati più importanti della ricerca:

  • Trento è la città migliore per i lavoratori stranieri (e non) che vogliono vivere in Italia, grazie all’indice di sicurezza elevato (69,44 su 100) e ai ristoranti economici (12,37 € a pasto).

  • Monza e Torino seguono al secondo e terzo posto in classifica. I vantaggi? Offrono connessioni Internet veloci (13-14 Mbps) e numerose attrazioni (rispettivamente 242 e 69 attività).

  • Gli expat a Roma devono invece affrontare il costo della vita più alto, con spese mensili che raggiungono in media i 3.119 €.

https://preply.com/it/blog/citta-expat/.

I premiati di “Piemonte sotto le stelle”, iniziativa promossa da Even29 Onlus

Il Premio “Piemonte sotto le stelle” si articola in tre sezioni: Premio Tradizioni 2022, Premio Visioni 2022 e Premio Cultura 2022.

Il Premio Tradizioni 2022 è stato assegnato quest’anno al poeta Sergio Donna, per il suo impegno nel sostenere e tenere vivi gli usi e costumi della lingua piemontese nel mondo.

Il Premio Visioni 2022 è andato ad Alessandro Sciretti, per la visione strategica nella gestione di un ente pubblico, che sostiene un modello moderno di servizi e contributi al diritto allo studio, rendendo il Piemonte una regione universitaria.

Il Premio Cultura 2022 è stato assegnato a Lara Martinetto, padrona di casa di grandi mostre a Torino e in Piemonte, capace di contribuire con la sua azienda al modello di città e regione aperta al turismo di qualità.

MARA MARTELLOTTA

A proposito di Doisneau Incontro con il curatore Gabriel Bauret

1° dicembre | ore 18.30 | Gymnasium di CAMERA

  

Giovedì 1° dicembre alle 18.30, CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ospiterà l’incontro A proposito di Doisneau: un dialogo tra il curatore Gabriel Bauret e il direttore di CAMERA, Walter Guadagnini, per approfondire insieme al pubblico la mostra Robert Doisneau, visitabile negli spazi in Via delle Rosine 18 fino al 14 febbraio 2023.

Lontana dall’essere una semplice retrospettiva sulla produzione del grande fotografo francese, Bauret racconterà come la mostra sia frutto della scelta consapevole di mettere in evidenza quello che si nasconde nelle fotografie di Robert Doisneau.

Quello che mi ha interessato fin dall’inizio è stato tentare di scoprire una parte della personalità del fotografo – commenta Gabriel Bauret. Si mostrano sempre le sue fotografie più iconiche, più famose, che sono certo parte della sua opera ma che finiscono per allontanarsi dal contesto in cui sono state create. La mia indagine personale è stata, quindi, quella di andare a cercare l’uomo dietro tutte queste fotografie e le ragioni per cui ha realizzato le sue opere.

Accompagnati dal curatore della mostra, il pubblico avrà l’occasione di scoprire un uomo, prima ancora che un artista, che ha vissuto una determinata storia, che veniva da un determinato contesto e che ha cercato di ritrovare, proprio nella fotografia, alcuni aspetti che forse gli sono mancati nella sua esistenza. In particolare, Robert Doisneau ha sempre ricercato una certa forma di tenerezza, una certa forma di umanità ed è per questo che appartiene pienamente a quella corrente francese che chiamiamo “fotografia umanista”. É un fotografo che nel suo percorso ha catturato con la macchina fotografica le persone creando immagini iconiche, ma è anche e soprattutto un fotografo che ricercava il proprio piacere personale nell’atto del fotografare, che cercava di trovarsi a proprio agio in quell’universo. Del resto, Doisneau diceva spesso di amare e cercare quelle situazioni nelle quali si sentiva bene. In quelle situazioni che fotografa ritroviamo, infatti, sentimenti, complicità, intesa.

 

Intervengono:

Gabriel Bauret, curatore

Walter Guadagnini, direttore di CAMERA

Ingresso a 3 Euro

Per prenotazioni, www.camera.to.

 

Torino omaggia la Romania

Giovedì primo dicembre, per celebrare la Festa nazionale della Romania, sul monumento simbolo di Torino saranno proiettati il tricolore romeno (blu, giallo e rosso) e il logo che celebra i 160 anni di diplomazia romena moderna.

Si tratta del quarto appuntamento celebrativo di ‘Torino Omaggia il Mondo’, progetto con cui la Città, in collaborazione con il Corpo consolare di Torino, onora le festività nazionali dei Paesi a cui è legata da affinità e da elementi di fratellanza, vicinanza e cooperazione.

“È con grande piacere che la Città continua i suoi omaggi al mondo” dichiara il Sindaco Stefano Lo Russo. “Dopo Cina, Paesi Bassi e Francia, ora omaggiamo un altro grande paese: la Romania. Come amministrazione abbiamo voluto da subito aprirci al mondo, celebrando con i diversi Paesi le loro feste nazionali. Vogliamo costruire legami e abbattere barriere, anche quelle culturali. Un mondo più aperto e plurale è sicuramente un luogo migliore dove vivere”.

“Torino è sempre più internazionale ed è la capitale dell’inclusività. Con questa iniziativa vogliamo rendere omaggio al mondo e ai nuovi cittadini della nostra amata Torino. La comunità romena è la più numerosa e tra le più vivaci del nostro territorio e siamo felici di festeggiare insieme la Festa nazionale della Romania.” Sono le parole dell’Assessora alla Cultura Rosanna Purchia, che ha ideato ‘Torino omaggia il mondo’ e coinvolto nella realizzazione del progetto anche l’Assessora per le Politiche per la multiculturalità Giovanna Pentenero.

Per la console generale di Romania a Torino Ioana Gheorghias “è motivo di grande orgoglio che la Città di Torino abbia deciso di celebrare i forti legami e l’amicizia con la Romania, proiettando sul suo monumento simbolo i colori della nostra bandiera, blu, giallo e rosso, che portiamo sempre nel cuore. Sono certa che alle ore 20 del primo dicembre, gli sguardi di tanti miei connazionali saranno rivolti verso la Mole e la nostalgia per il paese natio sarà parzialmente colmata dalla vista di due simboli nazionali così importanti. Inoltre, in occasione della Festa nazionale della Romania il Consolato Generale di Romania a Torino sarà lieto di organizzare il consueto ricevimento ufficiale rivolto ad autorità locali, mondo imprenditoriale, consolare e culturale e al polo accademico torinese.”

La Festa nazionale è una ricorrenza di grande importanza per la Romania, che ricorda quando, alla fine della Prima Guerra Mondiale, le regioni storiche nelle quali i romeni formavano la maggioranza della popolazione – la Bessarabia, la Bucovina e la Transilvania – decisero la loro unione con il piccolo Regno della Romania. È il primo dicembre 1918 e con l’unione della Transilvania si completa il lungo processo dell’unità nazionale dei romeni. Dopo la caduta del regime totalitario di Ceausescu nel 1989, il primo dicembre è tornato a essere il giorno della festa nazionale del popolo romeno.

L’illuminazione della Mole sarà accompagnata da una serie di eventi a partire dagli ultimi giorni di novembre:

·         Lunedì 28 novembre, presso la sede del Consolato Generale di Romania a Torino, l’Associazione Vatra allestirà una mostra di costumi tradizionali romeni, cuciti dai corsisti dell’Associazione sotto la guida di una professionista del settore.

·         Sabato 3 dicembre, a partire dalle ore 18 al Teatro San Giuseppe di Torino, l’Associazione Maria Tanase, in collaborazione con altre quattro associazioni del territorio, organizzerà uno spettacolo folcloristico intitolato ‘La Romania dei romeni di ovunque. Auguri, Romania’.

·         Sempre il 3 dicembre, dalle ore 20 nella sede di Corso Belgio 91, l’Associazione Flacara, insieme ad altre quattro associazioni romene, proporrà uno spettacolo di musica e danza.

·         Domenica 4 dicembre l’Associazione Primo Passo organizzerà, dalle 12 alle 14:30 in Piazza Castello, un flashmob con danze folcloristiche romene e moldave, giunto ormai alla quarta edizione.

·         Domenica 4 dicembre, a Giaveno, le associazioni del territorio ospiteranno gruppi folcloristici e tradizionali in arrivo dalla Romania, con cui allestiranno uno spettacolo con musica, canti corali e balli tradizionali, tra cui i balli della tradizione natalizia romena con maschere zoomorfe e i balli Calusarul.

·         Domenica 11 dicembre, nel Palazzo Ceriana Mayneri di Torino, sarà messo in scena “Țara mea de dor”, un recital di musica e poesie dedicate all’amore e alla patria, molto amato e rappresentato sia in Romania che all’estero. All’evento, organizzato dalla Federazione delle Associazioni Romene e Moldave del Piemonte – parteciperanno l’attrice Daniela Nane e la pianista Ioana Maria Lupascu, due eccellenze del mondo culturale romeno. Tema centrale dello spettacolo è l’importanza del dialogo, messaggio caro alla FARMP e di cui si fa portavoce.

Anche Genova e Roma festeggeranno la ricorrenza del primo dicembre con le loro comunità romene, con l’illuminazione di due monumenti simbolo: la Fontana di Piazza De Ferrari di Genova e la Fontana del Tritone in Piazza Barberini a Roma.

Tutte le informazioni sui diversi appuntamenti sul territorio torinese sono disponibili alle pagine web e social delle associazioni organizzatrici. Sarà possibile seguire l’evento anche tramite l’hashtag #TorinoOmaggiaIlMondo e il tag @torinoclick.

Foto Roberto Barranca

The brain-friendly museum: il museo alleato del cervello per il benessere e l’appagamento cognitivo

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Mercoledì 30 novembre ore 17

MAO Museo d’Arte Orientale, Torino

 

Il MAO è lieto di ospitare la conferenza “The brain-friendly museum: il museo alleato del cervello per il benessere e l’appagamento cognitivo”, che parte dal libro The Brain-Friendly Museum. Using Psychology and Neuroscience to Improve the Visitor Experience di Annalisa Banzi per riflettere sui temi della cura e del benessere in museo grazie alle scoperte della psicologia e delle neuroscienze.

Il volume propone un approccio innovativo per vivere e godersi il museo in modi nuovi, applicando le scoperte della psicologia e delle neuroscienze alla progettazione degli spazi espositivi. La psicologia, in particolare quella cognitiva, spiega i modi e i limiti degli esseri umani nell’acquisizione, analisi, archiviazione, recupero e utilizzo delle informazioni nell’ambiente museale. Le neuroscienze consentono di studiare e valutare ciò che accade nel cervello in tempo reale e forniscono strumenti eccellenti e affidabili per monitorare le reazioni dei visitatori mentre sono coinvolti in attività, tour, ecc. ideati con l’aiuto della psicologia.

Al termine della presentazione, guidati dalla teacher Lorenza Guidotti, i partecipanti saranno coinvolti in una prova pratica di tecnica mindfulness con uso della campana tibetana.

Interverranno la dott.ssa Annalisa Banzi, autrice del libro The Brain-Friendly Museum Using Psychology and Neuroscience to Improve the Visitor Experience, e la teacher di mindfulness Lorenza Guidotti.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

Al “Palavela” l’arte di Gustave Klimt diventa magica scenografia per le stelle del pattinaggio mondiale

“Klimt on Ice”

 

Giovedì 1° dicembre, ore 21

“Nessun settore della vita è tanto esiguo e insignificante da non offrire spazio alle aspirazioni artistiche…”: parole di Gustav Klimt (Baumgarten, 1862 – Vienna, 1918), il grande pittore austriaco, padre della “secessione viennese”, le cui opere più celebri – prima fra tutte l’iconico “Bacio” del 1907 – trovano perfetta e geniale collocazione (e Klimt approverebbe!) nelle immagini in video mapping disegnate sulla pista olimpionica da ghiaccio del “Palavela” (via Ventimiglia, 145), in occasione di “Klimt on Ice”, lo spettacolo in anteprima mondiale che (a distanza di un anno dal successo di “Van Gogh on Ice”) torna a riproporre a Torino alcune fra le più celebri stelle del pattinaggio artistico internazionale.

L’appuntamento è per giovedì prossimo, 1° dicembre (ore 21). Una sola notte per entusiasmare il pubblico, con uno spettacolo che sapientemente e “alla grande” unisce sport, arte e musica dal vivo. Le stars del ghiaccio, nelle loro suggestive danze, giravolte e acrobazie, saranno infatti accompagnate da un’orchestra live, condotta da Edvin Marton con il suo magico “Stradivari”. L’organizzazione – come sempre carica di effetti spettacolari e mirabolanti – è di “Dimensioni Eventi”, in collaborazione con “Next Exhibition”, “Associazione Culturale Dreams” ed il patrocinio dell’“Assessorato allo Sport” del Comune di Torino. Per l’atteso evento, è in arrivo in città un ben articolato roster di campioni capitanati dallo spagnolo Javier Fernandez Lopez, rappresentante della Spagna per tre volte alle Olimpiadi invernali ( nel suo palmarés sette titoli nazionali, sette europei, un bronzo olimpico e due titoli mondiali); con lui la tedesca Annette Dytrt e il francese Yannick Bonheur che tornano a Torino dopo aver infiammato il pubblico del “Palavela” nello spettacolo “Van Gogh on Ice” dello scorso anno.

A presenziare l’Italia saranno Carolina Moscheni e Francesco Fioretti (coppia storica del pattinaggio italiano, medaglia di bronzo, plurititolati in Europa e vincitori di competizioni internazionali) che, abbandonato l’agonismo, si dedicano da circa un anno ai grandi show sul ghiaccio. Dalla Lettonia arriveranno la grazia e la tenacia di Angelina Kucvalska, cinque volte campionessa assoluta del suo Paese, nonché quarta ai campionati europei del 2016, mentre dalla Francia Clement Pinel darà pratica dimostrazione del suo super “flip”, il salto mortale, da brividi, all’indietro sui pattini da ghiaccio. Fra i nomi eccellenti, attesi al “Palavela”, anche Makysym Nikitin e Oleksandra Nazarova, fra le prime dieci coppie a livello internazionale, sei volte  campioni di Ucraina e tre campioni del mondo junior; con loro la campionessa nazionale svizzera (2017) Yasmine Kimiko Yamada e lo statunitense Philip Warren, con la sua cascata di riccioli scuri, uno spericolato sui pattini e nella vita quotidiana, dove pratica skateboarding e parkour.


Sottofondo delle performance dei pattinatori, le note degli archi della “ Montecarlo Orchestra”, quattro affascinanti musiciste dell’“Opera Ungherese”, dirette da Edvin Marton, compositore e violinista ungherese di fama mondiale, noto come “il violinista dei pattinatori sul ghiaccio”, cui si devono anche musiche e arrangiamenti dello spettacolo e che si esibirà con uno “Stradivari” originale, costruito nel 1697, utilizzato duecento anni fa da Paganini e vinto in giovane età da Marton, in una competizione mondiale dove ha sbaragliato oltre trecentocinquanta violinisti. Ciliegina sulla torta, tre performance mozzafiato di “arts du cirque” degli artisti del gruppo internazionale “Cirko Vertigo”, diretto magistralmente da Paolo Stratta. Il tutto sotto la regia di Davide Allena, più volte aiuto regia, consulente artistico e direttore di scena di Arturo Brachetti, nonché director delle produzioni internazionali targate “Dimensione Eventi”.

Per ulteriori info: “Dimensioni Eventi”, corso Regina Margherita 371/10, Torino; tel. 011/19214730 o www.klimtonice.com

g.m.

Nelle foto:

–       “Video Mapping”

–       Carolina Moscheni e Francesco Fioretti

–       Clement Pinel

–       Edvin Marton

Primo incontro con il prof Barbero

Al via il ciclo di incontri dal titolo

“Come abbiamo imparato a convivere? Dalla sopraffazione alla democrazia”

 

Tre appuntamenti: martedì 29 novembre, martedì 6 dicembre e martedì 13 dicembre sempre alle ore 18

 

Torino, Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo, corso Inghilterra 3

Ingresso gratuito,

prenotazioni sul sito https://group.intesasanpaolo.com dal 25 novembre

 

 

 Tornano le lezioni-conferenze di storia di Alessandro Barbero, organizzate da Intesa Sanpaolo nell’ambito delle attività culturali svolte al grattacielo di Torino. Il ciclo, curato da Giulia Cogoli e giunto alla settima edizione, prevede tre nuovi appuntamenti dal titolo “Come abbiamo imparato a convivere? Dalla sopraffazione alla democrazia”.

Gli incontri in programma martedì 29 novembre, martedì 6 dicembre e martedì 13 dicembre, alle ore 18 sono dedicati alle forme di convivenza sociale che hanno caratterizzato la storia dell’uomo e la sua evoluzione. Lo storico e scrittore, professore di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale, noto al pubblico per la sua straordinaria capacità divulgativa, racconterà in modo avvincente e ricco di curiosità gli aspetti più o meno noti dei modelli di convivenza. Dalla schiavitù, su cui si reggevano l’Impero Romano o il Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, al totalitarismo, tratto distintivo delle due più feroci dittature del Novecento, il nazismo e lo stalinismo, fino alla democrazia, di cui i Greci sono stati i primi a sperimentare il regime, ma della quale molti pensatori hanno affermato con la massima convinzione che era un male da evitare a tutti i costi. Cosa si intende dunque oggi per democrazia?

Gli appuntamenti saranno anche trasmessi in streaming sul sito https://group.intesasanpaolo.com

Le lezioni-conferenze sono inserite all’interno del palinsesto culturale del grattacielo della Banca, che si caratterizza per la qualità dei contenuti e la notorietà dei protagonisti (artisti, attori, scrittori, conferenzieri). Dal 2015, anno di apertura, quasi 125 mila persone hanno seguito le attività culturali del grattacielo, diventato in pochi anni un centro di cultura, arte e svago.

Le lezioni verranno pubblicate come nuovi episodi del podcast “Alessandro Barbero. La storia, le storie” di Intesa Sanpaolo On Air, che già raccoglie tutte le lezioni del prof. Barbero dei cicli precedenti al grattacielo. Intesa Sanpaolo On Air ha raggiunto 8,5 milioni di ascolti, con un pubblico di cui oltre la metà è under 35 e molto fidelizzato (oltre il 45% ritorna su On Air). I podcast della piattaforma anche nel 2022, sono stati ai vertici delle classifiche Top Podcast delle principali piattaforme audio in Italia.

“COME ABBIAMO IMPARATO A CONVIVERE? DALLA SOPRAFFAZIONE ALLA DEMOCRAZIA”:

Martedì 29 novembre, ore 18

La schiavitù

Nella storia si incontrano società interamente basate sulla schiavitù, come l’Impero Romano o il Sud degli Stati Uniti prima della Guerra di Secessione, e altre in cui gli schiavi sono presenti pur senza avere un ruolo centrale, come nell’Italia del Rinascimento. In tutte queste società quasi nessuno metteva in discussione la legittimità della schiavitù, accettata come un fatto naturale, nonostante le storture e gli orrori che produceva. Che la nostra civiltà, negli ultimi secoli, sia arrivata a delegittimare la schiavitù e a vietarla è uno dei rari casi in cui nella storia si può davvero parlare di progresso.

Martedì 6 dicembre, ore 18

Il totalitarismo

Nella cultura politica odierna il totalitarismo è identificato con le due più feroci dittature del Novecento, il nazismo e lo stalinismo. Pochi ricordano che il termine è stato inventato in Italia per definire la dittatura fascista: coniato dagli avversari e inteso in senso critico, il totalitarismo venne rivendicato e assunto a programma da Mussolini. Analizzare i motivi per cui in realtà il fascismo in Italia non riuscì mai a costruire un regime veramente totalitario è un modo per esplorare l’intrinseca diversità della società italiana e la sua irriducibilità a un paradigma omogeneo.

Martedì 13 dicembre, ore 18

La democrazia

Tutti sanno che il termine democrazia è di origine greca e che furono i Greci i primi a sperimentare il regime democratico. Oggi la democrazia per noi è un valore così ovvio, che ci stupisce scoprire come lungo tutta la nostra storia, dall’Antichità fino all’epoca delle rivoluzioni, molti pensatori abbiano affermato con la massima convinzione che era un male da evitare a tutti i costi. Ma quella che oggi continuiamo a chiamare democrazia, perché non abbiamo un’altra parola, è ancora davvero la stessa cosa che intendevano i Greci?

Alla Galleria Gliacrobati di Torino un’epopea pittorica

Dedicata da Brigitte Aubignac alla vita della Santa e curata da Dominique Stella

 

La Galleria gliAcrobati ospita da giovedì 20 ottobre scorso, con presentazione del catalogo venerdì 25 novembre, dalle 18 alle 20, l’esposizione dell’artista francese Brigitte Aubignac, dedicata alla Maddalena, e curata da Dominique Stella, che ha dialogato con l’artista e con Guido Brivio dell’Università di Torino. Si è trattato di un dialogo su una pittura che rappresenta un viaggio nella profondità dell’essere umano, in questo caso di una figura femminile che suggerisce una riflessione in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza alle donne.
Si tratta di tre cicli pittorici realizzati in più di dieci anni, tra il 1990 e il 1996, rappresentati da “L’abri tranquille” (il Rifugio tranquillo 1990-1996),” Au sanctuaire” (Al santuario 1997-2000) e “Après les larmes” ( Dopo le lacrime, 1999-2002), realizzati in più di dieci anni tra il 1990 e il 2002, ognuno rivolto a un diverso capitolo della vita di Maria Maddalena, che la pittrice frammenta in tre atti.
Si tratta di un racconto visivo composto di immagini in stretta successione, una sorta di via Crucis lungo la quale la pittrice accompagna lo spettatore a osservare un’esistenza straordinaria, che possiede diversi punti di contatto con la vita delle donne e degli uomini di tutti i tempi.
La storia della Mistica rappresenta un’epica di rivelazione di pentimento, di forza e coraggio e, soprattutto, amore.
“La Maddalena rappresenta l’amore con la A maiuscola – sostiene Brigitte Aubignac – si tratta di una figura moderna si è data all’Amore prima di ogni altra cosa. E’ stata capace di infiammare l’immaginario di numerosi artisti e scrittori presenti e passati, da Rubens a van Dyck fino a Margherite Yourcenar. Simbolo di devozione e sapienza, in quanto prescelta da Gesù, è anche un esempio di peccato e spudoratezza per i suoi trascorsi di cortigiana e la sua attitudine reazionaria. Si tratta della seconda donna di spicco nella Bibbia, in assoluto la più contemporanea”.
Quella di Aubignac per la Maddalena rappresenta una folgorazione che si è scatenata nel 1990 in seguito alla visita alla Chiesa della Santa Trinità di Firenze, sede della scultura lignea di Desiderio da Settignano e Benedetto da Maiano, che ritrae la Santa in un corpo anziano, straziato dal tempo, un incontro che la scrittrice ha definito scioccante, capace di stravolgere il suo sguardo artistico negli anni a venire.
La caratteristica principale del ciclo tematico su Maria Maddalena è l’atmosfera enigmatica e inquietante, quasi in penombra, valorizzata dalla tecnica pittorica dell’artista, attraverso semi-tinte e chiaroscuri, in cui prevale una tonalità verde e in cui i personaggi sono tratteggiati come schizzi.
A partire dal 1990 Brigitte Aubignac si dedica alla produzione de “L’abri tranquille”, una collezione di dodici olii su tela sui quali imprime il racconto secondo cui Maria Maddalena, testimone privilegiata della Passione e Resurrezione di Cristo, sfugge alle persecuzioni di Erode grazie a una zattera di fortuna, approdando in Provenza. Qui sarebbe vissuta per oltre trent’anni nella grotta di Sainte Baume.
L’artista si dedica poi alle sedici tele che compongono il ciclo “Au Sanctuaire”, frutto della lettura di un testo di Gregoire de Tours, in cui è citata la presenza di un sepolcro di Maria Maddalena nella città di Efeso, in Turchia. Questa suggestione scatena in Brigitte Aubignac l’urgenza di costruirle un nido e un santuario in cui poterle rendere grazie. Verrà presentato nel 2005 presso la galleria XI Dong Cheng, Tempio dell’Intelligenza di Pechino, che le vale la censura da parte del governo cinese.
A concludere la trilogia una serie di quindici dittici, che ritraggono uomini e donne comuni, impegnati nell’intimità del quotidiano. Ciascuna scena si sviluppa in due tempi, per esempio un personaggio sogna e l’oggetto del suo sogno si proietta sul secondo pannello del dittico, in cui si materializza il suo pensiero. Egli nasconde un codice, una frase, che si rivela dall’accostamento dei titoli delle singole tavole, offrendone una precisa chiave di lettura.
Si tratta di un tributo alla lezione di umiltà impartita a Maria Maddalena, che esorta ad abbandonare il superfluo per riscoprire la semplicità delle piccole cose.
L’esposizione è sostenuta dal portale Psicoanalisi e Sociale e ha visto venerdì 21 ottobre scorso Brigitte Aubrignac, Dominique Stella e lo psicanalista Tito Baldini, Presidente del Portale, dialogare sulla piattaforma Zoom.
Questo contributo è finalizzato a riscoprire la donna prima dell’asceta, esplorando l’ambiguità con cui questa figura è raccontata nel corso dei secoli, attraverso uno sguardo maschile.
E’ privata del diritto al desiderio e a un corpo capace di sentire, ma è stata elevata ad apostola, dopo la santificazione della sua sessualità.
La Galleriagliacrobati è nata nel 2017 da un’idea di Raffaella Bortino quale spazio espositivo dei linguaggi dell’Art Brut, dell’Arte irregolare e dell’outsider Art. La galleria è diretta da un artista e arteterapista, Francesco Cena, e da Marzia Capannolo, art advisor e storica dell’arte.
Gli artisti da noi rappresentati privilegiano linguaggi fortemente orientati verso l’estetica espressionista che si rifà alla matrice storica dell’Art Brut, evidenziando la necessità di ampliare la ricerca verso il trasversale mondo outsider, accogliendo esperienze autodidatte e frequentando territori che generalmente non sono indagati dai sistemi ufficiali dell’arte, quali la marginalità sociale e il disturbo psichiatrico. L’obiettivo è quello di tessere trame di riconnessione tra l’arte e la sua funzione di cura e di strumento di indagine della psiche, funzione che, pur non costituendo il fine della vocazione creativa, ne rappresenta una delle conseguenze dirette. IL concetto di arte viene investigato in relazione alla sua capacità di sublimare lacerazioni, intercettare fragilità, scavare dentro le emozioni, porre interrogativi e attivare quei processi di visione che l’immaginario collettivo tende a dissimulare sotto l’ordinarietà del quotidiano. Viene, così, recuperata la dimensione sociale dell’arte, restituendo all’artista il ruolo di inventore di nuovi mondi e creatore di ponti tra il vissuto e la profondità dell’esistenza. La galleria Gliacrobati sostiene anche un atelier laboratorio aperto agli artisti e ai pazienti psichiatrici con doppia diagnosi. A coordinarlo sono Carola Lorio e Francesco Sena, è realizzato in collaborazione con due comunità terepeutiche, Fermata d’Autobus e Fragole Celesti.
Brigitte Aubignac lavora a Parugi e nel Sud Ovest della Francia. Laureata presso l’Ecole des Beaux-Arts de Rouen, ha insegnato disegno e pittura nei laboratori del Musée des Art Decoratifs di Parigi.

Mara Martellotta