Osteria Rabezzana, via San Francesco d’Assisi 23/c, Torino
Mercoledì 24 maggio, ore 21.30
Paola Lopopolo, soprano, Andrea Antognetti, tenore e Marco Tognozzi, baritono, le voci del Trio Lirico del Teatro Regio di Torino, accompagnati al pianoforte dal M° Andrea Turchetto presentano mercoledì 24 in Osteria Rabezzana “Sempre Verdi! (Opere, non fiori!)” arie, romanze, duetti, terzetti e cori tratti dalle più belle opere di Giuseppe Verdi: La Traviata, Rigoletto, Don Carlo, Otello, Un Ballo in Maschera, Giovanna d’Arco e, per finire, l’immancabile Nabucco.
Mercoledì 24 maggio
Sempre Verdi! (Opere, non fiori!)
Paola Lopopolo, soprano
Andrea Antognetti, tenore
Marco Tognozzi, baritono
Maestro accompagnatore: Andrea Turchetto
Ora di inizio: 21.30
Ingresso:
15 euro (con calice di vino e dolce) – 10 euro (prezzo riservato a chi cena)
Possibilità di cenare prima del concerto con il menù alla carta
Info e prenotazioni
Tel: 011.543070 – E-mail: info@osteriarabezzana.it
Lunedì 22 maggio, alle 16,30, la Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo presenterà al Salone del Libro di Torino (Sala Gialla, Padiglione 2) il progetto REMEMBR-HOUSE, realizzato in collaborazione con il MEIS, il Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, di Ferrara. REMEMBR-HOUSE, sostenuto dall’Unione Europea all’interno del programma CERV – Citizens, Equality, Rights and Value Programme, è un progetto incentrato sulla memoria della Shoah ed è rivolto a docenti, educatori, operatori culturali e studenti e ad un pubblico internazionale. Il tema centrale del progetto è la casa, nella sua dimensione di spazio fisico ed emotivo al tempo stesso. L’obiettivo è quello di incentivare un lavoro creativo a partire dalle carte del Fondo EGELI, custodite dalla Fondazione 1563, che consentono di recuperare dettagliate liste dei beni sequestrati agli ebrei in Piemonte e Liguria dopo l’emanazione delle leggi razziali fasciste nel 1938 e negli anni successivi. La casa si trasforma così in un mezzo straordinario per avvicinare alla storia della Shoah: far rivivere la memoria di stanze e oggetti perduti stabilisce un legame con il passato e con storie individuali che diventano simboli per riflettere sul presente e sui diritti umani fondamentali. Al Salone del Libro di Torino i ragazzi delle scuole potranno sperimentare i laboratori didattici di REMEMBR-HOUSE, lavorare sulle fonti e ricostruire, in scala e con una loro personale rielaborazione, le case degli ebrei perseguitati durante il nazifascismo. L’attività al Salone proseguirà con Sara Gomel, filosofa, educatrice e scrittrice, che introdurrà il tema della casa dal punto di vista della filosofia per ragazzi in un incontro indirizzato ad insegnanti ed operatori culturali. Dopo Torino, la prossima tappa del progetto sarà il 30 maggio online sulla piattaforma Zoom per lanciare il concorso a premi internazionale di REMEMBR-HOUSE, che metterà alla prova studenti, istituzioni e centri di aggregazione giovanile di tutta Europa. |
A cura di Marcella Pralormo
L’esposizione, a cura di Marcella Pralormo, presenta la mostra itinerante Santafrika, attraverso un nuovo taglio curatoriale dove le fotografie di Sabrina Poli raccontano la bellezza, la libertà e l’autenticità del processo creativo, nello spazio di 515 Creative Shop. |
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Dal 3 al 26 maggio 2023 515 Creative Shop, Via Giuseppe Mazzini 40, Torino |
Dopo la tappa in Kenya al Blue Empire Cottage, le fotografie di SantAfrika tornano in Italia a Torino nella settimana dedicata alla fotografia.
Dal 3 al 26 maggio 2023 negli spazi di 515 Creative Shop di Torino sarà ospitata la mostra fotografica SantAfrika ideata da Sant’Era, con le fotografie di Sabrina Poli, e sotto la curatela di Marcella Pralormo, storica dell’arte, già Direttrice della Pinacoteca Agnelli di Torino e ideatrice del progetto curatoriale Arte, Benessere e Colori.
SantAfrika si presenta al pubblico attraverso questo nuovo e innovativo taglio curatoriale che vede al centro il rapporto tra Arte e Benessere, dove si legge una celebrazione della libertà e una visione di bellezza spontanea e inconsueta. Le fotografie di Sabrina Poli rappresentano donne keniote, che indossano abiti senza tempo di stilisti nordici provenienti dalla collezione di Sant’Era. Scatti che raccontano la libertà di chi ha posato, donne normali, che di solito lavorano in un albergo o in un ristorante, che lo sguardo di Sabrina Poli che, in collaborazione con Sant’Era, le trasforma in donne padrone di sé stesse e del proprio corpo.
L’artista-fotografa ci racconta, attraverso l’arte, la sua esperienza di vita anche dolorosa e conduce lo spettatore in un viaggio intimo e personale dove l’arte rappresenta una vera e propria cura sia per l’artista che la crea che per lo stesso spettatore che la osserva. Nel suo testo la curatrice scrive: “Come una contemporanea Frida Kahlo, Sabrina mostra a noi oggi come da una ferita fisica e psicologica possa nascere l’arte”. Una ferita che si è trasformata in pura bellezza, la stessa bellezza che ritroviamo negli scatti della mostra. Proseguendo, la curatrice osserva che: “Sabrina ha uno sguardo ‘diagonale’, riprende le modelle dal basso verso l’alto attraverso una traiettoria inclinata che esprime la ferita di un lungo percorso di cura che l’ha segnata profondamente e ancora oggi influenza il suo modo di vestirsi e di portarsi nel mondo. Il suo corpo ha bisogno di libertà. E la libertà e la bellezza sono il tema di questa mostra […] Sabrina si rivolge d’istinto alla tecnica del ritratto di profilo perché la visione di una sola parte del volto le permette di sintetizzare la forma senza soffermarsi sull’indagine psicologica che non le interessa. L’artista vuole rappresentare quella solennità ancestrale che percepiamo immediatamente quando guardiamo queste donne dalla bellezza antica. Il genere del ritratto di profilo risale infatti all’antichità classica: gli Egizi e i Greci lo utilizzavano per conferire regalità e solennità alle figure ritratti con la tecnica del bassorilievo e nelle pitture”.
I colori che prevalgono in SantAfrika sono il Bianco della luce e il Nero dei corpi, simbolo del maschile e del femminile, dello Yin e lo Yang, ossia due opposti che si attraggono e si completano. In alcuni scatti compare il Rosso, il colore della terra e del radicamento. Questi sono i colori del continente africano che rappresentano la luce, la terra e le persone. All’interno dell’esposizione sarà inoltre presente un percorso audio dedicato al benessere e ai colori a cura di Marcella Pralormo; la curatrice condurrà inoltre delle meditazioni come momento di benessere per i visitatori.
Questo nuovo modo di vivere e sperimentare l’arte si ricollega anche alla scelta dello spazio, per nulla casuale: 515 Creative Shop non è una galleria tradizionale ma è un luogo dove diverse arti, visive, performative e ludiche, dialogano tra di loro; proprio questa trasversalità si abbina all’idea che sta dietro l’esposizione.
SABRINA POLI Sabrina Poli, art director e visual designer, lavora nella comunicazione crossmediale. Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Ravenna e l’Università del Progetto a Reggio Emilia, si dedica da sempre all’arte, design e alla fotografia. Durante la formazione, master UDP, sviluppa progetti fotografici col maestro Luigi Ghirri, il progetto “Poesie Terapeutiche” con lo scrittore Ermanno Cavazzoni. In seguito collabora a progetti di design con lo studio di architettura Stefano Giovannoni a Milano. Progetta per diversi brand di moda, design e cosmetica tra cui Diego dalla Palma, Fendi Casa e Accademia Bizantina Orchestra.
MARCELLA PRALORMO Marcella Pralormo ha diretto per vent’anni la Pinacoteca Agnelli di Torino. Si occupa di Progetti su Arte, benessere e salute. È una storica dell’arte, curatrice, esperta di tecniche artistiche e di storia dei colori e creativa. Lavora con l’arte e con la creatività come fonte di benessere per le persone attraverso progetti e percorsi privati nelle opere d’arte e negli studi degli artisti e attraverso workshop di acquerello e di creatività in natura. Marcella è autrice, insieme a Monica Tomiato, del libro “L’acquerello in Piemonte dall’800 a oggi”, edito da Daniela Piazza Editore.
SANT’ERA Sant’Era muove i primi passi nel mondo della moda e del beauty negli anni Ottanta, collaborando con aziende leader nel settore cosmetico per capelli. Si trasferisce a Roma, dove lavora con grandi maestri tra cui John Santilli art director di Vidal Sasson: esperienza fondamentale per apprendere le basi e le geometrie del taglio, l’anatomia, il trucco, lo styling. È punto di riferimento per il mondo cinematografico e quello dello spettacolo. Negli anni Novanta apre il suo primo spazio nasce così Sant’ECARTEra, a Cesenatico: un ambiente pieno di energia che ospita mostre d’arte, presentazioni di prodotti, eventi per clienti, ospita inoltre amici e chiunque voglia avvicinarsi al suo mondo.
515 CREATIVE SHOP 515 Creative Shop è uno studio creativo che sviluppa idee in maniera trasversale in diversi ambiti e settori. Da sempre un laboratorio di ricerca con una grande attenzione per il mondo dell’arte.
INFO UTILI TITOLO: SANTAFRIKA – Sabrina Poli, lo Sguardo Diagonale DI: SABRINA POLI E SANT’ERA A CURA DI: MARCELLA PRALORMO DOVE: 515 CREATIVE SHOP, VIA GIUSEPPE MAZZINI 40, TORINO QUANDO: DAL 3 AL 26 MAGGIO 2023
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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA
Martedì. Al Blah Blah suona il quartetto Les Lullies. Al Le Roi serata “Mondo Beat” con Paki dei Nuovi Angeli ,Mike Shepstone e Bobby Posner dei Rokes, Enrico Maria Papes dei Giganti, Livio Macchia e Valerio Veronese dei Camaleonti.
Mercoledì. Al Maffei si esibisce il trio Vòrti.
Giovedì. Allo Ziggy è di scena il duo Animaux Formidables. All’Hiroshima Mon Amour Vasco Brondi con Le Luci della Centrale Elettrica. Al Folk Club si esibisce il trio della cantautrice Liane Carroll. Al Blah Blah suonano i Toasters.
Venerdì. Al Cap 10100 è di scena Iosonocobalto. Al Bunker per “Jazz is Dead!” con la cinese Pan Daijing, Sarah Davachi e Upsammy e il duo Leya. Al Blah Blah suonano i Conspiracy of Madness. All’Imbarchino sono di scena i Riviera.
Sabato. A Moncalvo all’Orsolina28 Art Foundation recital di Paolo Conte. Allo Ziggy si esibiscono i Necrodeath. Per “Jazz is Dead” sono di scena i Lalar, C’Mon Tigre, Marlene Ribeiro e Shackleton. Al Blah Blah suonano i Doormen. A El Paso sono di scena i Contrasto e I Chiodi.
Domenica. Per “Jazz is Dead!” si esibiscono i Moin, i Boris, il trio del chitarrista di Brandon Seabrook, e il trio del sassofonista Gabriele Mitelli.
Pier Luigi Fuggetta
Domenica 21 maggio
Per Life, istantanee di vita di corte, uno spaccato sulla moda attraverso i secoli e il laboratorio per famiglie “Royal Paper Dools”
L’uso di crinoline, gorgiere, busti, parrucche caratterizzava la moda a corte. La storia del costume attraverso i secoli è il tema di Life, istantanee di vita di corte che domenica 21 maggio farà rivivere uno spaccato di vita quotidiana ricostruito il più fedelmente possibile. Dalle 10 alle 18.30 con “La Mode Illustrèe” si scoprirà la vita a palazzo di una corte dedita al loisir, alla moda e allo stile, tra grandi battute di caccia e nozze regali.
Alle 15 è in programma un laboratorio per famiglie dal titolo “Royal Paper Dools” di costruzione di bambole di carta.
L’evento è realizzato in collaborazione con l’associazione Le Vie del Tempo.
INFO
Palazzina di Caccia di Stupinigi
Piazza Principe Amedeo 7, Stupinigi – Nichelino (TO)
Domenica 21 maggio
La Mode Illustrèe
Dalle 10 alle 18.30:
Life, istantanee di vita di corte, compreso nel biglietto di ingresso
Ore 15.45:
Laboratorio per famiglie “Royal Paper Dools”
Prezzo del laboratorio: 8 euro, oltre al costo del biglietto di ingresso
Biglietto: 12 euro intero; 8 euro ridotto; gratuito minori di 6 anni e possessori di Abbonamento Musei Torino Piemonte, Royal Pass e Torino+Piemonte Card
Prenotazione per il laboratorio entro il venerdì precedente
Info e prenotazioni: 011.6200634 stupinigi@info.ordinemauriziano.it
Giorni e orario di apertura: da martedì a venerdì 10-17,30 (ultimo ingresso ore 17); sabato, domenica e festivi 10-18,30 (ultimo ingresso ore 18).
Mercoledì 24 maggio, ore 18.00
Mostra d’arte di beneficenza
Da mercoledì 24 maggio a venerdì 26 maggio: esposizione delle opere
OGR Torino – spazio Foyer 2
Corso Castelfidardo, 22
20 importanti artisti, tra i più rappresentativi del panorama artistico italiano ed internazionale saranno protagonisti, da mercoledì 24 maggio a venerdì 26 maggio, di SolidArte, evento di solidarietà organizzato da OAF-I Onlus e dal Sermig-Arsenale della Pace di Torino in collaborazione con la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e con OGR Torino e finalizzato a sostenere i progetti del Sermig rivolti ai bambini
. L’evento è curato da Michela Frittola.
La mostra d’arte di beneficenza SolidArte inaugureràmercoledì 24 maggio, alle ore 18.00 presso le OGR Torino (spazio Foyer2) in via Castelfidardo, 22.
Questi gli artisti che hanno aderito all’evento:
Mario Airò, Giorgio Andreotta Calò, Giovanni Anselmo,
Francesco Arena, Elisabetta Benassi, Gregorio Botta, Monica Carocci,
Manuele Cerutti, Roberto Cuoghi, Giorgio Griffa, Paolo Icaro, Mimmo Jodice, Ugo La Pietra, Luigi Mainolfi, Giuseppe Maraniello, Paolo Mussat Sartor, Nunzio, Giulio Paolini, Alfredo Pirri, Patrick Tuttofuoco.
Le opere dei 20 artisti saranno esposte presso OGR da mercoledì 24 maggio a venerdì 26 maggio. Sarà possibile formulare offerte per le opere esposte dalle ore 18.00 di mercoledì 24 maggio dopo la presentazione del critico d’arte Francesco Poli, e proseguirà nei due giorni successivi.
Partendo da Torino e da una recente mostra tenuta a Palazzo Madama, la rassegna toccherà in questo mese di maggio i cinque Continenti
Insieme, in occasione della “Giornata dell’Europa” (che si celebra ogni anno il 9 maggio) il “Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale” e la “Fondazione Torino Musei” hanno presentato la mostra “Europa. L’illustrazione italiana racconta l’Europa dei popoli” in 42 sedi della “Rete diplomatica-consolare” e degli “Istituti Italiani di Cultura nel mondo”, per illustrare attraverso il linguaggio universale delle immagini i valori fondanti dell’ “Unione Europea” e del “Consiglio d’Europa”.
Prendendo avvio dal progetto espositivo realizzato dalla “Fondazione Torino Musei” a “Palazzo Madama” in occasione della 132ma Sessione del “Comitato dei Ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa”, svoltasi a Torino a maggio 2022, il “Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale” ha fatto propria questa iniziativa commissionando due nuove illustrazioni: la prima (realizzata dall’illustratrice romana, Rita Petruccioli) dedicata al “concetto di comunità”, ispirata ai “Trattati di Roma” del 1957, e la seconda (opera dell’illustratore e fumettista napoletano Gio Quasirosso, al secolo Giovanni Esposito) al “Manifesto di Ventotene”.
È nata così una mostra che rende omaggio all’Europa e ai suoi valori con esposizioni ed eventi, nel mese di maggio in corso, nei cinque continenti, dall’Arabia Saudita allo Zimbabwe. Per elenco sedi espositive: https://bit.Iy/GIORNATA_EUROPA
Gli illustratori coinvolti e i temi affrontati sono: Matteo Berton, “Palazzo Madama”; Rita Petruccioli, “I Trattati di Roma”; Gio Quasirosso, “Ventotene”; Camilla Falsini, “Libertà”; Elisa Seitzinger, “Rispetto della dignità umana”; Andrea Serio, “Uguaglianza”;Anna Parini, “Democrazia”; Francesco Poroli, “Stato di diritto”; Irene Rinaldi, “Rispetto dei diritti umani”; Lucio Schiavon, “Fratellanza”;Ale Giorgini, “Lavoro”; Emiliano Ponzi, “Cultura”; Bianca Bagnarelli, “Pace”; Marina Marcolin, “Ambiente”; Gianluca Foli, “Scienza”; Giulia Conoscenti, “Inclusione”.
Obiettivo: fare luce, rischiarare, spiegare. Ripartendo proprio dal significato latino del verbo “illustrare”, ogni artista si è impegnato a raffigurare e a divulgare a qualsiasi pubblico (di ogni età e formazione), a modo suo ma in maniera sempre semplice e chiara, il concetto e il messaggio più vero e profondo dell’“essere Europa” e del “sentirsi Europei”. Con pochi segni e colori “si sono riassunti fiumi di parole o di azioni nella semplicità iconica di immagini che possano restare impresse nella memoria di ciascuno di noi”.
Una memoria che risale a quel lontano 9 maggio 1950, quando l’allora Ministro degli Esteri francese Robert Schuman proponeva la creazione di una “Comunità europea del carbone e dell’acciaio”, con quella sua storica dichiarazione considerata l’atto di nascita di quella che oggi è, per l’appunto, l’“Unione Europea”: “La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano”. E undici anni dopo, il 18 ottobre 1961, proprio in “Palazzo Madama” a Torino “viene firmata quella ‘Carta Sociale Europea’ che apre alla piena integrazione dei diritti nel continente. Diritti che con il linguaggio universale delle immagini – afferma Giovanni Carlo Federico Villa, curatore della mostra – grandi illustratori italiani hanno saputo narrare in modo del tutto originale, dimostrandosi pieni eredi della tradizione dell’Umanesimo e veri interpreti di un nuovo Rinascimento visivo”.
g.m.
Nelle foto:
– Rita Petruccioli: “I Trattati di Roma” (Proprietà “Fondazione Torino Musei”)
– Gio Quasirosso: “Ventotene” (Proprietà “Fondazione Torino Musei”)
Fino al 23 giugno
Inaugurata il 5 maggio scorso, nella settimana tradizionalmente dedicata dalle Gallerie torinesi alla fotografia ( in bell’evidenza soprattutto la quarta edizione di “The Phair” a “Torino Esposizioni” e l’“Art Night” di “TAG – Turin Art Galleries”), proseguirà fino a venerdì 23 giugno prossimo la “Collettiva a tre” ospitata da Marco Sassone nella Galleria “ metroquadro” di corso San Maurizio, a Torino. In parete gli scatti di tre artisti di caratura internazionale, per i quali la fotografia non è mai “racconto” di immediata e superficiale espressione visiva, ma continua sperimentazione e ricerca di tecniche e cifre stilistiche assolutamente personali, cui affidare “viaggi di anima e corpo” come pagine urlate e scavo profondo nell’intimità di pensieri e idee su cui dare forma al “castello” delle proprie vite. Steve Sabella, Erwin Olaf e Christophe Von Hohenberg, i “magnifici” tre in mostra.
Il primo, Steve Sabella (classe ’75, dal 2010 residente a Berlino) è un palestinese della Città Vecchia di Gerusalemme ed è stato (come inviato del “Programma di Sviluppo” delle Nazioni Unite) uno dei pochi fotografi provvisti di libertà d’accesso completo alla Cisgiordania, alla Striscia di Gaza e a Gerusalemme, durante la “Seconda Intifada” (2000-2005), che aveva drasticamente limitato la mobilità dei Palestinesi. Oggi l’artista “sebbene abbia ancora il privilegio– è stato scritto – di poter tornare in Palestina, ha scelto l’esilio, che l’arte gli insegna a cogliere nelle sue conseguenze distruttive”, ma anche incitandolo a “mantenere il sentiero e a formare un ponte”. L’arte, la fotografia sono per lui il“ponte”. Su cui è pur lecito sperimentare e giocare, fino ad approdare all’installazione o ai collage, composti da sottili trame compositive meditate in camera oscura o attraverso l’avventura senza rete del mezzo digitale e, in parte, segnate dalla continua stratificazione di immagini fotografiche, come in “Metamorphosis” (2012) o in “On Earth”(2018), fortemente improntate al mezzo pittorico “usando la macchina come un pittore usa il suo pennello”.
Residente ad Amsterdam dagli inizi degli anni ’80, con studio fotografico ricavato all’interno di una vecchia chiesa sconsacrata, Erwin Olaf(classe ’59) è invece olandese di Hilversum. “Vero genio della moderna fotografia di ritratto”, i suoi scatti suscitano da sempre “grandi consensi o forti rifiuti”, in quanto scatti che raccontano, in piena e nitida libertà, la volontà di superare qualsivoglia disinibizione e di frantumare senza vincolo alcuno tutti i tabù e gli insopportabili schemi dettati dalla doppiezza morale. I lavori esposti in mostra – “Hope”, “Grief”, “Rain” e “Hotel” – affrontano direttamente ed esplicitamente questioni come il sesso, il desiderio, la bellezza, la libertà e la frivolezza del tempo. Olaf ama in modo particolare la dimensione privata, gli interni silenti in cui mettere in posa i protagonisti di creazioni sospese, attori d’anima e di forte tratto poetico. E ciò gli permette qualsiasi trasgressione. Anche perché, afferma lui stesso, “la trasgressione di un artista sta nel conoscere le regole del gioco e rifiutarle”.
Le fotografie dello statunitense Christophe Von Hohenberg (classe ’52, oggi residente fra New York e Caraibi) ci riportano invece al 1° aprile 1987, giorno della commemorazione funebre di Andy Warhol a New York e giorno in cui Christophe ricevette il suo primo incarico da “Vanity Fair” per fotografare “minigonne a lutto nella Cattedrale di St. Patrick”. Più di 200 furono le fotografie in bianco e nero da lui scattate quel pomeriggio alle più celebri personalità che avevano frequentato la “Factory” di Warhol e lo “Studio 54”, ma nessuna di loro aveva indossato minigonne e le foto vennero dimenticate. Fino al 2007, anno del ventesimo anniversario della scomparsa di Warhol, quando gli scatti furono ripescati e raccolti in una pubblicazione curata dallo scrittore Charlie Scheips, dal titolo “Andy Warhol: The Day the Factory Died”, attraverso la quale Von Hohenberg si aggiudicò diversi Premi, consolidando così la sua carriera e la sua celebrità.
E proprio una selezione di quelle fotografie troviamo oggi esposte alla “metroquadro”. Scatti che “ci permettono di assistere all’estremo saluto a una star del mondo dell’arte e di riconoscere le più eccentriche personalità dell’underground newyorkese (Debbie Harry, Yoko Ono, Raquel Welch, Bianca Jagger e altre ancora) presenti per esprimere il loro cordoglio ma inconsapevolmente anche al funerale di un’epoca, la loro”.
Gianni Milani
“FOTOcamere”
Galleria “metroquadro”, corso San Maurizio 73/F, Torino
Fino al 23 giugno
Orari: giov. sab. 16/19
Nelle foto:
– Steve Sabella: “Metamorphosis”, 2012
– Erwin Olaf: “Hotel –Feline Prtraits”
– Christophe Von Hohenberg: “Andy Warhol: The Day the Factory Died – Bianca Jagger”, 2010