CRONACA- Pagina 966

Torino: scappano con refurtiva al seguito

Due  fermi e un arresto della Polizia di Stato

 

Un casuale controllo di un’autovettura marciante su Corso Orbassano angolo Tazzoli con tre persone a bordo, lo scorso giovedì sera, da parte delle pattuglie della Squadra Volante, si è tramutato in un inseguimento che ha condotto al rinvenimento di beni in oro per oltre 10 mila €.  Il conducente dell’auto, un cittadino italiano di 35 anni, notato l’alt della polizia ha infatti proseguito la marcia ad alta velocità, raggiungendo Piazza Pitagora e da qui Corso Siracusa; giunto all’intersezione con Corso Orbassano ha poi decelerato rapidamente, permettendo ad uno dei passeggeri di scendere dall’auto ed a cercare rifugio all’interno del Parco Rignon; solo allora si è fermato. Grazie al convergere di più Volanti sul luogo, il trentasettenne albanese che si era nascosto fra la vegetazione del Parco Rignon è stato raggiunto e fermato; rinvenuto anche uno zainetto del quale lo stesso aveva cercato di disfarsi. Dentro, orologi, monili in oro e una cospicua quantità di monete di vario taglio.  In un marsupio che lo stesso aveva in spalla erano anche presenti preziosi e diversi orologi di sospetta provenienza. Nell’auto, insieme al conducente, era presente un altro cittadino albanese, di 19 anni, che a detta dell’italiano era andato a prendere quel giorno in un luogo nei pressi di Cumiana, per poi portare lui e il connazionale un passaggio fino a Torino. Accertamenti svolti nell’immediatezza dagli agenti delle Volanti insieme a personale dei CC di Pinerolo (TO) facevano emergere come nelle ultime ore fossero stati commessi cinque furti in abitazione nei territorio di Cantalupa e Cumiana.  Per tre delle famiglie che avevano ricevuto la sgradita sorpresa dei ladri in casa è stato possibile recuperare e restituire quanto sottratto.   I due cittadini albanesi, trovati in possesso di beni di accertata provenienza furtiva, sono stati sottoposti  a fermo di indiziato di delitto per ricettazione in concorso. LA misura è stata convalidata e si trovano attualmente in carcere. Il cittadino italiano che li accompagnava in auto, la cui condotta è stata volta ad assicurare la fuga ai rei, è stato arrestato per il medesimo reato.

2 aprile 1944, l’eccidio del Pian del Lot

La fucilazione per rappresaglia di ventisette resistenti

La commemorazione del 77° anniversario dell’eccidio del Pian del Lot si terrà venerdì 2 aprile in forma ridotta e senza pubblico nel rispetto della normativa vigente in materia di prevenzione epidemiologica e delle restrizioni imposte dalla “zona rossa”. Verrà deposta una corona d’alloro alla presenza di una piccola rappresentanza delle istituzioni cittadine con ii gonfaloni e l’omaggio del trombettiere  del Corpo di Polizia Municipale.

Posto a 511 metri sulla collina torinese, nei pressi del colle della Maddalena, il Pian del Lot durante la guerra ospitava una postazione antiaerea tedesca della Flak, l’acronimo riferito alla FlugabwehrKanone, l’artiglieria contraerea germanica della seconda guerra mondiale. La sera del 30 marzo 1944 sul ponte Umberto I un partigiano gappista uccise un caporale tedesco appartenente a questo reparto; la mattina del 2 aprile 1944 i nazisti prelevarono dalle carceri Nuove ventisette giovani e li fucilarono a gruppi di quattro nei pressi della batteria dove presumibilmente prestava servizio il graduato tedesco. Un testimone oculare, il partigiano Giovanni Borca, Oscar, così raccontò gli avvenimenti: “Ci fanno scendere a piano terra, qui veniamo legati con corde uno all’altro ai polsi; fatti salire nel cortile veniamo caricati su un camion, il quale si avvia verso la collina torinese. Il camion si ferma su uno spiazzo ove fummo fatti scendere e slegati…si udivano raffiche di armi automatiche; girato lo sguardo verso quel punto una scena orrenda si apre al mio sguardo: partigiani legati con le mani dietro la schiena vengono fatti avanzare verso una grande fossa, entro cui giacciono dei compagni, falciati dalle armi automatiche, corpi solo straziati e gementi, a cui questi mostri in veste umana hanno negato anche il colpo di grazia. Assistiamo così all’eccidio dei restanti. Vengono fatti avanzare quattro alla volta verso la fossa e, colpiti a raffiche di mitra, cadono dentro la loro tomba […] Finito l’eccidio noi fummo costretti a coprire la fossa nella quale molti dei caduti erano solo feriti; gemiti e lamenti provenivano dalla fossa […] Fummo poi ricaricati sul camion e riportati alle Nuove, qui i tedeschi ci imposero di non raccontare i fatti“. La stampa, nell’annunciare qualche giorno più tardi l’avvenuta rappresaglia, parlerà di “delinquenti abituali” appartenenti a una non meglio precisata “vasta organizzazione terroristica” colpevole delle azioni partigiane compiute a Torino in precedenza, ma si trattava in realtà di giovani rastrellati qualche settimana prima in Val di Lanzo e Val Pellice. L’eccidio di Pian del Lot è sicuramente la più sanguinosa rappresaglia compiuta dai nazisti sul territorio di Torino. Sulla lapide sono riportati i nomi di venti delle vittime poiché sette di loro non furono mai identificate.

M.Tr

Torino: apprezzamento a una ragazza si trasforma in rissa

Tre arresti in piazza XVIII Dicembre la scorsa domenica pomeriggio

Gli agenti delle volanti sono intervenuti domenica pomeriggio in piazza XVIII dicembre a seguito di una segnalazione per rissa. Al momento dell’arrivo, gli agenti notavano allontanarsi su via Bertola  un gruppo composto da 7 ragazzi, sia maschi che femmine, i quali venivano immediatamente intercettati: uno di essi, un ventitreenne italiano, presentava una ferita alla testa. Accompagnato in ospedale, è stato dimesso con una prognosi di 3 giorni per trauma contusivo della regione cranica e toracica e per le diverse escoriazioni ed ecchimosi riportate.

In realtà, in base a diverse testimonianze, è emerso che solo due dei ragazzi del gruppo avessero preso parte alla rissa: si tratta del ventitreenne ferito e di un trentunenne nato in Colombia, ma italiano. Contestualmente, altri poliziotti della Squadra Volante hanno soccorso un terzo ragazzo, che aveva avuto la peggio e  risultava riverso a terra in corso Bolzano. Il giovane, nato in Egitto, diciotto anni ancora da compiere, aveva riportato contusioni multiple e una frattura alla costola, riportando una prognosi di 15 giorni. Dalle ricostruzioni effettuate, lo stesso era stato aggredito con calci e pugni anche al volto e con molta probabilità anche con l’utilizzo di una catena, trovata poi sul luogo del pestaggio. A quanto pare un appartenente del gruppo aveva fatto un apprezzamento poco gradito a una ragazza che si accompagnava al cittadino egiziano e le sue rimostranze non sono state accettate. In piazza è nata una prima lite, durante la quale sono volati insulti, spintoni e diversi colpi da entrambe le parti. L’intervento di un passante ha calmato gli animi e ognuno ha preso la sua strada. Una calma solo apparente, perché il gruppo ha poco dopo raggiunto e gettato a terra il giovane egiziano all’incrocio con corso Bolzano mentre provava a fuggire. Qui è avvenuta l’aggressione più violenta. Solo grazie al secondo intervento del medesimo passante il gruppo si è allontanato. Tutti e tre i ragazzi – il trentunenne ed il ventitreenne hanno a  carico  numerosi precedenti di Polizia e diversi alias – sono stati arrestati per rissa aggravata.

L’indomani sera, il trentunenne, che si trovava sottoposto agli arresti domiciliari per quanto commesso, è però uscito di casa rendendosi protagonista di un’ulteriore aggressione ai danni di un uomo intervenuto in difesa di due ragazze che lo stesso aveva approcciato in Strada del Lionetto. Anche in questa occasione, l’uomo si è dimostrato particolarmente violento, tanto da danneggiare, nella sua foga, anche un’autovettura parcheggiata in strada. Pertanto, è stato nuovamente arrestato per evasione e danneggiamento.

Barelle in corsia, blitz di Cirio in ospedale

Il governatore Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha fatto ieri un sopralluogo all’ospedale Maria Vittoria di Torino, per verificare di persona la situazione nel Pronto Soccorso.

Alcune foto infatti  erano state diffuse dal sindacato degli infermieri Nursind Piemonte, vi si vedevano barelle sul pianerottolo delle scale.

Ora nel reparto la situazione è normalizzata, come ha verificato lo stesso Presidente.

Aumentano le richieste di cibo alla mensa dei poveri

L’appello di Don Adriano Gennari: “Aiutateci ad aiutare gli indigenti della città”, toccati quota 300 pasti caldi giornalieri distribuiti.

La stretta dettata da zona rossa e dalle restrizioni del Coronavirus torna a gravare sulla ‘Mensa dei Poveri’ del ‘Cenacolo Eucaristico della Trasfigurazione’, l’opera caritatevole fondata dal sacerdote cottolenghino Don Adriano Gennari in Via Belfiore 12 a Torino, raccogliendo nel 2008 l’invito dell’Arcivescovo Cesare Nosiglia.

Aiutateci ad aiutare gli indigenti della città. Ogni giorno tocchiamo quota circa 300 pasti caldi distribuiti, il cui approvvigionamento quotidiano si fa sempre più difficile per via delle mense aziendali, bar e ristoranti chiusi che solitamente ci donano l’esubero del giorno”, spiega il religioso.

In questo momento di povertà dilagante, aumentano le richieste di cittadini italiani che hanno perso il lavoro e si ritrovano senza casa e senza niente. Ringrazio di cuore anche il ‘Banco Alimentare’ per il sostegno indispensabile che ci sta assicurando, senza il quale avremmo ulteriori difficoltà. Pertanto, fiducioso nella Divina Provvidenza, mi rivolgo al buon cuore dei torinesi perché possano darci una mano preziosa per continuare il nostro servizio giornaliero ai più poveri fra i poveri”.

Per chi volesse offrire il proprio contributo, è attiva la mail info@cenacoloeucaristico.it o il numero di telefono 375 6188246, anche via WhatsApp, 7 giorni su 7.

Nuove dosi di vaccino consegnate nel Torinese

Sabato 1° maggio il corriere di Poste Italiane, SDA, consegnerà presso  le Farmacia Ospedaliera di Rivoli le prime 1500 dosi del vaccino Johnson&Johnson, 17.400 dosi di AstraZeneca e 2400 dosi di vaccino Moderna.

A Cambiano saranno consegnate 800 dosi Johnson&Johnson, 9400 dosi di Astrazeneca  e 1300 dosi di vaccino Moderna. Ad  Ivrea saranno consegnate 1400 dosi Johnson&Johnson, 15.300 dosi di Astrazeneca e 2000 dosi del vaccino Moderna.

Sabato alcuni mezzi speciali, attrezzati con celle frigorifere, prenderanno in carico i vaccini a Chiavari e proseguiranno il loro viaggio, per raggiungere la loro destinazione finale presso le strutture della provincia.

In totale il Corriere SDA in collaborazione con l’Esercito Italiano consegnerà in Italia 2.440.400 dosi di vaccini Johnson&Johnson, AstraZeneca e Moderna.

Anffas, in via Fiesole sei utenti e due operatori positivi al Covid

NELLA  RESIDENZA PER PERSONE CON DISABILITA’ .  D’ERRICO: “COSA STIAMO ASPETTANDO A VACCINARLI?”

Scatta l’allarme in una delle tre strutture gestite da Anffas Torino. Il presidente: “Rispettare subito le priorità dettate dall’agenda vaccinale”

Sei utenti e due operatori del centro residenziale per persone con disabilità di via Fiesole, gestito da Anffas Torino, sono risultati positivi al Covid-19 in base ai tamponi molecolari effettuati con urgenza tra ieri sera e questa mattina, in seguito alla febbre e al malessere manifestati da una ospite. I protocolli di sicurezza si sono attivati immediatamente, ma l’esito dei tamponi ha fatto scattare l’allarme anche per gli altri utenti (in tutto sono 12) e gli operatori che li assistono.

Allarme e rabbia, perché questo ennesimo dramma si poteva, anzi si doveva evitare. “Ma vi immaginate – tuona Giancarlo D’Errico, presidente Anffas Torino – l’angoscia che stanno vivendo queste persone, le loro famiglie, tutti gli altri ospiti e anche noi operatori? Vi immaginate cosa vorrebbe dire per un ragazzo autistico o per una ragazza Down essere intubati in ospedale? E non voglio neanche pensare a esiti ancora più drammatici. Chiedo senza giri di parole a chi ha la responsabilità di rispondere, il presidente Cirio e l’assessore Icardi: vogliamo aspettare che la situazione peggiori ulteriormente per capire che vaccinare le persone con disabilità è una priorità assoluta? Anche più, con tutto il rispetto, degli studenti attesi dalla maturità?”

Il riferimento è all’ipotesi di vaccinare i 35mila studenti all’ultimo anno delle superiori avanzata dal presidente Alberto Cirio al governo, ieri a Roma durante l’incontro con il generale Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid. “Sarei felicissimo se gli studenti potessero vaccinarsi – continua D’Errico – per sostenere la maturità in presenza, anche nelle nostre famiglie ci sono ragazzi e ragazze attesi da questo importante passaggio. Ma, ancora una volta, il problema è stabilire le priorità, perché c’è chi rischia di morire, senza vaccino. Genitori e figli che non si vedono da più di un anno, senza vaccino”.

“Anzi, dirò di più: si tratta di rispettare le priorità già dettate dall’agenda vaccinale – conclude Giancarlo D’Errico – dando la precedenza agli anziani e alle persone fragili. La Regione Piemonte, in ritardo e solo dopo le nostre pressanti sollecitazioni, aveva annunciato in pompa magna che da metà marzo sarebbero partite le vaccinazioni dei 6000 ospiti dei centri residenziali e diurni: ad oggi nelle tre strutture che noi gestiamo a Torino siamo fermi a zero. Neanche gli operatori sono vaccinati, perché non sono considerati sanitari. E già allora avevamo segnalato che sono da vaccinare con urgenza anche le migliaia di persone con disabilità che non vivono in struttura e i loro caregiver familiari: su questo aspetto continua un silenzio assordante. Chiedo ancora una volta: cosa stiamo aspettando?”

Con un chilo di droga all’interno di un sacchetto di patatine

49enne incensurato arrestato dalla Polizia di Stato

Il nascondiglio era perfetto ma il suo atteggiamento ha fatto insospettire gli agenti. L’uomo è stato fermato in modo casuale dagli agenti che lo hanno notato a bordo della sua auto percorrere via Oxilia direzione corso Vercelli dove è stato fermato per un controllo di Polizia. Qui con voce tremolante ha riferito agli agenti di avere la patente di guida all’interno del giubbotto posto sul sedile anteriore passeggero, ma per recuperarla è sceso dal veicolo. Ha preso la giacca e nel mentre ha fatto scivolare a terra un sacchetto di patatine che ha spinto con il piede sotto l’autovettura nel vano tentativo di nasconderlo. I poliziotti, convinti che stesse nascondendo qualcosa, hanno controllato il contenuto del sacchetto e in effetti quella bustina di patatine conteneva oltre 1 kg di sostanza stupefacente. Nello specifico c’erano 10 panetti di hashish e 3 sacchetti di marijuana. Gli agenti delle volanti con l’ausilio Unità Cinofila hanno perquisito anche il suo appartamento, dove hanno trovato altri 6 frammenti di hashish, 1 involucro di marijuana e 100 euro in contanti che hanno sequestrato insieme ai 70 euro rinvenuti sulla sua persona. L’uomo, un italiano di 49 anni incensurato, è stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

Per mesi la spia. Dopo l’ennesimo pedinamento, l’arresto

Giovedì scorso gli agenti del commissariato Dora Vanchiglia hanno arrestato un cittadino italiano di 66 anni, incensurato, per atti persecutori.

Oggetto delle sue attenzioni una giovane donna, inquilina di un appartamento il cui balcone affaccia sullo stesso cortile condominiale dell’uomo. Attraverso le imposte, il sessantaseienne, per mesi, spia la giovane ogni qual volta questa si trovi sul terrazzo o in camera da letto. Ben presto la vittima prende consapevolezza delle attenzioni a lei riservate e decide di intervenire, “disturbando” la visuale con l’installazione di tende nelle stanze interessate. Lo stratagemma messo in atto non muta l’atteggiamento dell’uomo, bensì lo ossessiona ulteriormente. In alcune occasioni questi, dopo averla vista prepararsi, era poi sceso rapidamente in strada e l’aveva seguita, cercando di approcciarla. Episodi che generano nella giovane uno stato d’ansia e paura, sentendosi costretta a lasciare la propria casa per qualche giorno, a cambiare tragitto per andare a lavoro e a farsi accompagnare nelle proprie commissioni.

Dopo l’ennesimo episodio, la denuncia al personale del commissariato Dora Vanchiglia. Gli agenti effettuano una serie di servizi di osservazione, volti ad appurare il comportamento dell’uomo.

Giovedì, l’arresto. La vittima, poco prima di uscire di casa, si reca sul balcone ma, a differenza delle altre volte, non trova nessuno affacciato. Pochi attimi ed un movimento involontario lo tradisce: il sessantaseienne è lì, dietro la porta finestra, che la sta spiando. La donna esce, dopo poco l’uomo si fa trovare in strada; l’ha anticipata nella speranza di farle credere che l’incontro sia casuale. Immediata la telefonata al 112 NUE. Alla vista dei poliziotti, il reo tenta di dileguarsi, senza successo.

Nel perquisire l’abitazione, gli agenti rinvengono diverso materiale informatico contenente anche fotografie della vittima sul proprio balcone.

I carabinieri sequestrano fucili e munizioni illegali

Torino. Controlli dei carabinieri, arrestate 6 persone e sequestrate 6 armi da fuoco e  munizioni

Torino, 31 marzo. Nell’ambito di un servizio straordinario di controllo del territorio disposto dal Comando Provinciale nell’area nord dell’hinterland torinese, i carabinieri hanno arrestato 6 persone per detenzione di armi e rissa.
In particolare a Caselle Torinese i militari della compagnia di Venaria Reale hanno rinvenuto all’interno di un casolare quattro fucili, una carabina e 40 cartucce illegalmente detenuti. Fermati i proprietari dell’immobile, padre e figlio di 60 e 32 anni, che sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.
A Leinì stessa sorte è toccata a un uomo di 80 anni, con precedenti penali, nella cui abitazione i carabinieri hanno trovato un fucile con matricola abrasa, 32 cartucce compatibili con l’arma e una daga piemontese.
Infine a Venaria Reale, le gazzelle dell’Arma sono intervenute nel piazzale di un condominio dove era stata segnalata una violenta rissa che ha visto coinvolti due uomini di Moncalieri (TO) e un geometra del luogo. La discussione, nata per un debito di diverse migliaia di euro che il professionista non avrebbe saldato, è ben presto degenerata tanto che è stata utilizzata una mazza da baseball ed anche un machete che fortunatamente non ha colpito alcuno dei partecipanti. Il pronto intervento dei carabinieri ha consentito di bloccare i tre uomini evitando che riportassero gravi conseguenze fisiche.
Tutte le armi sono state sequestrate e quelle da fuoco sono state inviate al Ris di Parma per verificarne l’utilizzo in episodi delittuosi.