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In Consiglio regionale commemorati i due poliziotti uccisi a Trieste

In apertura di seduta l’Aula di Palazzo Lascaris con un minuto di silenzio ha voluto rendere omaggio ai due agenti di polizia uccisi venerdì 4 ottobre nella Questura di Trieste con cinque colpi di pistola. Si tratta di Pierluigi Rotta, agente scelto di 34 anni, originario di Pozzuoli, in provincia di Napoli, che aveva scelto la Polizia seguendo le orme del padre e di Matteo Demenego, trentunenne originario di Velletri, agente semplice.

“Chi li conosceva li descrive come persone premurose che amavano il loro lavoro che facevano con onestà, passione e amore per il prossimo”, ha dichiarato Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. “In questi giorni un profondo senso di sgomento e di dolore ha accomunato l’opinione pubblica in tutta Italia, ed è lo stesso sentimento che ci accompagna oggi nell’espressione della più sincera vicinanza ai loro familiari. Altrettanta partecipazione rivolgo alla Polizia di Stato, convinto di interpretare la sensibilità dell’intera comunità piemontese”.

Trova gatto e chiede  riscatto per restitituirlo

Domenica scorsa, alle 10:00 circa, a Torino, in corso Traiano, i carabinieri della Stazione di Grugliasco hanno arrestato per estorsione una donna albanese di 54 anni, abitante a Torino. La donna è stata arrestata subito dopo aver estorto a una donna romena di 22 anni  abitante a Torino, disoccupata, incensurata, 300 euro quale compenso  necessario alla restituzione di un gatto di razza europea smarrito nei giorni scorsi dalla 22enne e successivamente trovato dalla estortrice. Erano stati affissi diverse locandine con la foto del gatto e un numero di telefono da contattare in tutto il quartiere Mirafiori e su Facebook. La romena ha trovato (o rubato, da verificare) il gatto e ha contattato la proprietaria del felino tramite whatsapp e le ha chiesto 1000 euro per riavere il suo animale. Sono seguiti diversi messaggi e foto tra proprietaria ed estortrice, con foto e video del gatto, sino ad arrivare ad un accordo tra le parti  fissato con la somma di 300 euro. All’appuntamento, la 22enne si é presentata con i carabinieri che hanno arrestato la romena subiuto dopo aver preso il denaro e restituito il gatto alla proprietaria. Il gatto sta bene e la sua “carceriera” è stata collocato ai domiciliari.

La polizia municipale sequestra merce abusiva

Nella mattinata di domenica 6 ottobre gli Agenti del Presidio Porta Palazzo della Polizia Municipale Torino hanno proceduto al sequestro di merci presso l’area del libero scambio di via Carcano, poiché merce nuova (70 collari per cani muniti ancora di sistema antitaccheggio – sono in corso indagini per risalire a chi ha patito il furto) e hanno sanzionato/denunciato il venditore.

Nel pomeriggio Agenti del Comando Centro hanno proceduto all’allontanamento di 15 venditori abusivi in via Roma, via Po e via Garibaldi e a un rinvenimento di merce non deperibile.

Nella serata altra merce abusivamente posta in vendita (un migliaio di lettere in legno per comporre i nomi, peluche, pacchetti di cartine per sigarette e confezioni di filtrini per sigarette), abbandonata da una persona che si è data alla fuga, è stata recuperata dagli Agenti del Reparto Operativo Speciale in servizio alla manifestazione Oktoberfest al Parco del Valentino

Anagrafe, l’assessore Rolando relaziona in Sala Rossa

Dall’ufficio stampa di Palazzo Civico

Così come richiesto dai consiglieri Deborah Montalbano – DemA e Stefano Lo Russo – PD, l’assessore ai servizi demografici e statistici Sergio Rolando è intervenuto oggi in Consiglio Comunale per fornire comunicazioni sulla situazione dell’anagrafe centrale.

Ci sono state due ispezioni dello Spresal all’anagrafe centrale di via della Consolata e altre ce ne saranno – ha spiegato Rolando. Una il 18 settembre, un’altra (il cui verbale è arrivato venerdì scorso) il 1° ottobre.

Dalla prima ispezione – ha chiarito – sono emerse criticità relative agli archivi storici: sono quindi stati ordinati 65 nuovi archivi compattabili manuali. Sono anche in corso, come richiesto, interventi manutentivi sugli elettroarchivi dei microfilm, così come è in corso la verifica per l’utilizzo dell’area esterna per un numero limitato di automezzi.

Durante l’ispezione del 1° ottobre – ha detto – sono invece state verificate le scaffalature ed è stata chiesta una disinfestazione. Inoltre, è stato evidenziato il problema della rottura di un vetro di un sportello front office: è stata quindi fatta una perizia su tutti gli sportelli (installati nel 2005 e su cui è stata fatta manutenzione nel corso degli anni) e l’impresa ha deciso di elevare il livello di sicurezza con interventi che saranno effettuati entro l’11 o il 12 ottobre.

Infine – ha concluso Rolando – sono previste misure straordinarie, tra cui l’incremento delle postazioni nell’anagrafe centrale.

Ecco il dibattito in sala Rossa.

Stefano Lo Russo (PD): La ministra Pisano ha lasciato una bella eredità… Da tempo sollecitiamo la Giunta a occuparsi dell’anagrafe centrale: ci sono problemi logistici e di risorse umane. Avete rincorso ipotesi di finta digitalizzazione e intanto non riuscite neanche a dare i numerini per le code. Intervenite prima che scoppino problemi di ordine pubblico!

Deborah Montalbano (DemA): Da un anno ci parlate delle difficoltà degli archivi e dei servizi anagrafici, ma non avete fatto nulla sino alle ispezioni. Ho presentato cinque interpellanze e un esposto in procura sulle prenotazioni per i vip e le questioni di sicurezza, ma ci è voluto l’intervento dello Spresal per agire! E intanto stamattina l’anagrafe centrale non ha aperto in orario e i lavoratori sono stati lasciati soli. La situazione non viene gestita: ve ne state fregando e la situazione è fuori controllo!

Fabrizio Ricca (Lega Nord): In questi tre anni cosa è stato fatto per le anagrafi? La situazione è soltanto peggiorata. Al di là del rinnovo della mobilia, come intendete intervenire per migliorare i servizi ai cittadini? Se l’assessore Rolando è troppo impegnato nel gestire il bilancio, ceda la delega all’anagrafe: è un servizio essenziale che richiede soluzioni urgenti per migliorare la vita dei torinesi!

Antonio Fornari (M5S): Ci sono servizi che funzionano, come Torino Facile e il ritiro dei certificati in edicola. Ci sono problemi nella sede centrale di via della Consolata, dove l’esperimento dell’accesso libero pare non funzionare e va ripensato, mentre le sedi decentrate funzionano bene. Intanto, mi auguro che i cittadini possano usufruire sempre più dei servizi online. Ho fiducia nell’assessore, che saprà intervenire prontamente, anche grazie ai nuovi concorsi per l’immissione di altri dipendenti.

Mimmo Carretta (PD): È allucinante che vengano presi in giro i cittadini torinesi! Esprimo solidarietà ai lavoratori in prima linea, che devono fronteggiare una situazione che sta peggiorando da tre anni, e ai cittadini che devono fare la coda alle tre di notte per avere una carta di identità! Non riuscite a gestire neanche l’ordinario!

Chiara Foglietta (PD): Davvero il problema sono i cittadini anziani che non riescono a fare le pratiche online? La gente fa le code di notte all’anagrafe centrale perché le sedi decentrate sono state chiuse. E alcuni preferiscono andare in altri Comuni!

Eleonora Artesio (Torino in Comune): Il trattamento delle pratiche online dei cambi di residenza e indirizzo ha tempi più lunghi di quello allo sportello! Di che efficacia si sta parlando? Approfondiamo responsabilmente la situazione.

Marina Pollicino (ConCi): Per evitare le code si dice che ci si può spostare a Moncalieri o Nichelino o usare le prenotazione online: ma come possono farlo gli anziani? Si scaricano sui più deboli i problemi finanziari del Comune!

Osvaldo Napoli (Forza Italia): La situazione è emergenziale. La carta di identità è fondamentale per i cittadini e crea un rapporto di fiducia con l’Amministrazione: è necessario agire in fretta.

La polizia sanziona cinque locali per oltre 34mila euro

CONTROLLI A SAN SALVARIO. CHIUSO UN CIRCOLO

Venerdì sera, poliziotti del Commissariato Barriera Nizza, insieme a personale della Polizia Municipale Sezione 8 San Salvario, dell’ASL S.I.A.N. e S.Pre.S.A.L., hanno controllato cinque esercizi pubblici, tutti sanzionati in differente misura.
Un locale di via Principe Tommaso e un bar di via Finalmarina sono stati entrambi sanzionati per mille euro. Nel primo caso per la mancata certificazione di conformità fumi, nel secondo per l’assenza del locale deposito per gli alimenti.
La Polizia Municipale ha sanzionato per 3100 euro un locale di vicinato di via Berthollet, dove, oltre a carenze igienico sanitarie, è stata riscontrata l’assenza dell’indicazione del prezzo e le mancata informazione sulla provenienza e la categoria dei prodotti ortofrutticoli. Sempre la Polizia Municipale ha sanzionato un esercizio di via Madama Cristina, per oltre 2100 euro, dopo aver verificato l’assenza di esposizione di listino prezzi e autorizzazioni e per la presenza di un congelatore a norma.
Diverso, invece, è stato l’esito dei controlli effettuati in un circolo privato di via Galliari dove gli agenti hanno trovato alimenti, destinati alla vendita, in cattivo stato di conservazione, con rischi per la salute. La merce è risultata priva di qualsivoglia etichettatura che ne garantiva la rintracciabilità per la sicurezza alimentare. Alcuni alimenti si presentavano aperti e ricoperti di ghiaccio, altri erano collocati in pellicole di plastica non idonee al congelamento. Per altri ancora, infine, era difficile stabilire la reale specie di carne. Complessivamente, sono stati sequestrati penalmente quasi 22 chili di prodotti di origine animale. La responsabile del locale è stata denunciata in stato di libertà per la cattiva conservazione del cibo.
Contestualmente, la Polizia Municipale ha accertato diverse irregolarità amministrative, tra le quali l’apertura abusiva di esercizio di somministrazione, e ha sanzionato il circolo per oltre 24000 euro. Altre sanzioni per 3000 euro sono state irrogate dall’ASL-S.I.A.N. per la diffusa sporcizia del laboratorio e la mancanza del piano di autocontrollo. Alla luce delle numerose irregolarità igienico-sanitarie non sanabili e vista la diffusa e consolidata sporcizia accumulata nel tempo nel locale ad uso laboratorio di gastronomia, personale dall’ASL-S.I.A.N ha intimato la chiusura immediata dell’attività fino al completo ripristino degli ambienti.

Ciclista muore investito da suv

Aveva  43 anni ed era residente a Genola, nel Cuneese, l’uomo morto ieri sera dopo essere stato investito da un suv. Il malcapitato stava tornando a casa con la propria mountain bike quando,  verso le 20, è stato falciato dal veicolo. Secondo una prima ricostruzione, indossava regolarmente il casco protettivo. L’incidente si è verificato sulla provinciale 20 per Levaldigi.

Traffico di droga, italiano arrestato sul bus in arrivo da Barcellona

Proveniva da Barcellona ed era diretto a Venezia, il trentenne arrestato dalla Guardia di Finanza di Torino al Terminal degli autobus di Corso Vittorio Emanuele.

 

L’uomo è stato notato dalle Squadre Cinofile del Gruppo Pronto Impiego, ma in particolare da Jane, il pastore belga Malinois delle Fiamme Gialle, mentre ritirava il bagaglio dalla stiva da uno dei numerosi autobus che settimanalmente provengono dalla Spagna.

 

L’atteggiamento del ragazzo e le insistenti “attenzioni” di Jane, hanno indotto i Finanzieri ad approfondire il controllo. Sospetti confermati poco dopo quando, all’interno di un artigianale doppio fondo creato ad hoc per l’occasione, sono stati rinvenuti una decina di involucri di cellophane contenenti quasi un chilogrammo di hashish.

 

Arrestato per traffico di sostanze stupefacenti, l’italiano originario della Provincia di Bolzano, è stato condotto presso il carcere Lorusso-Cutugno di Torino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

Mentre i Finanzieri completavano l’arresto del trentenne, Jane, si “occupava” di un altro passeggero dello stesso pullman proveniente dalla città catalana.

 

Anche in questo caso sospetti confermati; all’interno degli slip, infatti, il giovane di origini friulane aveva nascosto alcuni ovuli contenenti sostanze stupefacenti. Per lui è scattata la denuncia a piede libero.

 

I controlli delle Guardia di Finanza di Torino, nelle aree cosiddette sensibili, quali Terminal degli autobus, stazioni ferroviarie e della metropolitana, scaturiti anche a seguito delle numerose segnalazioni giunte al numero di pubblica utilità “117”, si inseriscono nel quadro della costante azione di controllo del territorio, svolta nei principali punti di aggregazione della città, finalizzata a tenere alto il livello di attenzione sulla diffusione e sul consumo di droghe.

 

(foto archivio)

A tre anni dalla scomparsa del carabiniere Luca Catania

Riceviamo e pubblichiamo

Caro direttore,

mi chiamo Danilo Catania e, come già avvenuto negli anni precedenti, in rappresentanza della mia famiglia sono a richiedere la Vostra gentile e preziosa collaborazione per tenere vivo il ricordo del mio caro fratello LUCA CATANIA, il carabiniere misteriosamente scomparso dalla sua abitazione in Magliolo (Sv) il giorno 7 Ottobre 2016; sul caso, trattato a livello nazionale, ancora oggi, a distanza di 3 anni, nonostante le continue indagini da parte degli inquirenti, non sono emerse novitá inerenti il suo ritrovamento e il suo stato di salute, né tantomeno segnalazioni di avvistamenti da parte di gente comune. Alla luce di questo, Vi chiediamo gentilmente di aiutarci con il vostro fondamentale e importante operato per pubblicare Lunedi 7 Ottobre 2019 sulle vostre testate giornalistiche online/cartacee locali, provinciali, regionali (anche al di fuori della Liguria, luogo del fatto) , questo articolo di ricordo in occasione del terzo anniversario della misteriosa scomparsa, per tenere sempre viva la sua presenza e soprattutto con la speranza che la vostra preziosissima attività divulgativa possa, magari con qualche segnalazione, aiutarci a ritrovare il nostro caro Luca.
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“C’è una fiamma che non si spegne mai:il dolore, l’angoscia, l’impotenza, la rabbia, la tristezza la fanno tremare e vacillare, la rendono flebile. Ma il ricordo di te l’alimenta, l’amore per te la rinvigorisce, la pronuncia del tuo nome la fa bruciare calda e luminosa. La fiamma della speranza si chiama LUCA CATANIA, speranza che ci dà vita, vita che per noi,che ti amiamo tanto sei solo tu LUCA CATANIA. In questi tre anni dalla tua scomparsa tuo fratello e i tuoi cari, tutti le persone che ti amano e ti vogliono veramente bene, tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerti e di godere della tua persona, non hanno mai smesso di dedicarti le loro preghiere, i loro numerosi e bei ricordi nei pensieri da svegli e nei sogni da addormentati. In questa totale incertezza, in questo senso assoluto di vuoto che ci pervade, il tuo stato di salute, il sapere dove sei, il tuo ritrovamento, il tuo ritorno sono le uniche cose che ci interessano e che ci fanno continuare a vivere: per questo ci appelliamo a chiunque potesse avere informazioni sulle sorti del mio caro e amato fratello, ma non ha il coraggio di parlare. Speranzosi di poterti sapere vivo e in buone condizioni di salute, ricordati che ti siamo sempre vicini col cuore e con l’anima, uniti a te per darci la forza a vicenda di sopportare un dolore immenso che questo distacco ci ha provocato. Che queste parole ti arrivino e tu in qualche modo possa leggerle, queste sono le uniche parole che contano davvero e che devi conservare nel cuore; noi ti aspettiamo, siamo e saremo sempre con te. Un altro 7 Ottobre è arrivato, nell’impossibilità di poter cancellare tale data da ogni calendario, il ricordo di questa giornata e di quelli a venire di tre anni fa, è legato ai valori espressi da chi era li ad aiutarci a cercare, in ogni ovunque e in ogni dove,il nostro Luca. Mi commuovo ogni volta pensando alla Solidarietà, Amore, Dedizione, Altruismo, Tenacia che ci avete donato e che porteremo sempre con noi. A voi tutti saremo grati tutta la vita per averci aiutato con la vostra vicinanza e le vostre fatiche ad infonderci sicurezza e a farci sentire meno soli. Pregate sempre per LUCA, che la fiamma della speranza possa trasformare un grande dolore in una grande gioia.” Luca Catania, 48 anni, alto 1,75 m e di corporatura snella, é scomparso il 7 Ottobre 2016 da Magliolo (Sv);chi lo avesse avvistato o può fornire notizie utili al suo ritrovamento é pregato do contattare i Carabinieri (112) o il 3932119821.

Poliziotti uccisi, Siulpe Sap: “Rabbia e dolore. Più sicurezza per le forze dell’ordine”

Riceviamo e pubblichiamo integralmente

COMUNICATO STAMPA SIULP E SAP

ASSASSINATI A SANGUE FREDDO DUE POLIZIOTTI DI TRIESTE. LA RABBIA DEL SIULP E DEL SAP DI TORINO E DI TUTTI I POLIZIOTTI. 

 

ASCOLTATECI!!!!!!!!!!

 

AFFETTO, CORDOGLIO, SOLIDARIETA’, RABBIA, AMAREZZA, SENSO DI ABBANDONO un crogiuolo di  sentimenti si confondono tra i poliziotti affranti dal dolore per la morte dei due colleghi. Resta  il denominatore comune della volontà che le cose cambino perché non è più pensabile continuare in questo modo.

 

La Voglia di essere ascoltati seriamente è tanta.

La Voglia di far sentire pubblicamente e visibilmente la nostra rabbia, il nostro dolore, il nostro affetto alle famiglie dei colleghi assassinati è grande.

La Voglia di protestare e sensibilizzare il Governo del Paese sulla sicurezza dei poliziotti e sul rispetto per gli uomini e le donne in divisa è indispensabile.

La Voglia di difendere l’onore e la memoria dei poliziotti è fondamentale.

 

Dichiarazione dei Segretari Generali Provinciali SIULP e SAP.

La rabbia e il dolore prevalgono in questo drammatico momento. Due colleghi Pierluigi Rotta e Matteo Demengo uccisi per mano di un criminale che doveva essere assicurato alla giustizia.

Non sono i primi poliziotti che sacrificano la loro vita per lo Stato, le Istituzioni, i cittadini. Il loro sangue viene versato in nome di una giustizia e di un sistema legale che non tiene conto della loro sicurezza, men che meno si preoccupa del rispetto e dell’onore di chi rappresenta lo Stato.

Un sistema che consente nell’indifferenza pressoché totale  che i tutori dell’ordine vengano derisi, sbeffeggiati, insultati, aggrediti, feriti e uccisi, salvo, poi, proclamare onori e glorie per i caduti.

Un sistema che ritiene che i morti delle forze dell’ordine possano essere paragonati ad un incidente sul lavoro quand’anche le leggi a protezione dei lavoratori di polizia sono assolutamente insufficienti.

Un sistema distorto e fuorviante a cui,  a volte, si aggiungono i luoghi comuni che insinuano nelle coscienze delle persone il pregiudizio verso i  poliziotti quali soggetti spietati, insensibili ed incapaci.

Adesso comincerà il balletto delle possibili ragioni che hanno acconsentito al criminale di sottrarre la pistola al poliziotto e sparare contro altri. Adesso molti si concentreranno di sottolineare le puntuali dinamiche dell’ omicidio e pochi diranno che l’assassino non dovrebbe avere nessuna attenuante e men che meno leggi premiali. Adesso la questione si sposterà sull’infermità mentale dell’assassino dichiarando che quanto accaduto era inevitabile.

Pochi diranno che l’equipaggiamento dei poliziotti non è sempre adeguato e che i giubbotti “antiproiettile sotto camicia” che costano 600€, chi può, li compra con i propri soldi, così come il resto dell’equipaggiamento che l’Amministrazione non fornisce.

Pochi diranno che  le regole d’ingaggio relativo al trattamento dei sospettati di reato è troppo blando, troppo comprensivo verso il delinquente e poco o niente verso la sicurezza dell’operatore di polizia.

Pochi diranno che i poliziotti servono lo Stato con l’incubo di essere tacciati di usare le “maniere forti” anche se il malvivente e violento e colto in flagranza di reato.

Il sistema legale vuole che i tutori dell’ordine esercitino la loro grande professionalità facendo rispettare le leggi, arrestare i cattivi, difendere le vittime ma sempre con la spada di “Damocle” delle denunce ritorsive, dell’atto dovuto, dei risarcimenti discutibili che pendono quotidianamente sulla loro testa.

E come se non bastasse, continuano Bravo e Perna, ciò che è triste, squallido, vergognoso ed inquietante e che già in queste ore qualcuno cominci ad esprimere il proprio compiacimento sul web sulla morte dei due poveri colleghi.

 Il SIULP ed il SAP chiedono ai rappresentanti dei cittadini di varare al più presto una legge che punisca chi oltraggi la memoria dei caduti in servizio delle forze dell’ordine. Sarebbe un minimo di riconoscimento e di sensibilità verso le vittime del dovere in alcuni casi uccisi due volte da soggetti senza scrupoli e umanità.

La sicurezza e la giustizia che garantiscono la libertà di uno Stato democratico, trionfano laddove chi ha il dovere di garantirle viene a sua volta garantito dalle leggi che devono tutelare innanzi tutto i tutori dell’ordine.

 

 

Inseguimento all’alba, arrestato un uomo

Alcuni giorni fa, mentre transitavano in via Pietro Cossa, all’incrocio con Piazza Cirene, gli agenti della Squadra Volante hanno visto una Fiat Panda bianca attraversare l’incrocio ad alta velocità nonostante la luce rossa del semaforo. Ne è nato un inseguimento, nel corso del qualel’auto in fuga ha proseguito la sua folle corsa a velocità sostenuta, spesso impegnando vie contromano e attraversando più volte incroci con luce semaforica rossa. In corso Regina Margherita, la Fiat Panda ha raggiunto la velocità di circa 170 km/h., nonostante il primo traffico del mattino, essendo da poco trascorse le 5. L’inseguimento, che ha interessato numerose vie del quartiere, è durato più di 15 minuti nel corso del quale il conducente dell’auto ha proseguito con manovre spericolate e pericolose.

Dopo che l’auto ha svoltato in corso Tassoni, gli agenti hanno momentaneamente perso di vista il veicolo prima di ritrovarla parcheggiata in via Levanna angolo via Locana.Due donne che erano in strada nei pressi,  hanno riferito agli agenti che l’uomo in fuga aveva tentato con loro un approccio, ma al loro rifiuto di era allontanato in direzione di via Cibrario.

Gli agenti della Squadra Volante hanno poi rintracciato l’uomo in piazza Moncenisio. Quando questi è stato fermato è caduto più volte in contraddizione alle domande dei poliziotti. Con sé, inoltre, aveva le chiavi della Panda bianca.

Gli agenti hanno anche appurato che, il conducente dell’auto, un italiano di 35 anni, con precedenti di polizia era alla guida dell’auto con la patente revocata. Il trentacinquenne è stato arrestato per resistenza a P.U. e denunciato per il rifiuto di sottoporsi ad accertamenti così come previsto dal Codice della Strada.