CRONACA- Pagina 940

Tenta di passare per minorenne per evitare l’arresto

Lo scorso martedì notte, una pattuglia del Comm.to Barriera Nizza in servizio di Volante ha notato tre soggetti sospetti in zona Millefonti. Uno di essi, di nazionalità senegalese, alla vista degli agenti si è nascosto con un balzo repentino dietro un’autovettura, mentre i due ragazzi che stavano parlando con lui si dileguavano. Gli agenti perquisivano il giovane, trovandolo in possesso di 5 ovuli termosaldati di cocaina e 730 € in contanti.  Il pusher ha dichiarato di essere minorenne, ma accertamenti svolti  a suo carico in struttura ospedaliera ne  confermavano la maggiore età. Pertanto, è stato tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e denunciato per false attestazioni sull’identità personale.

Il Sindacato di Polizia LeS chiede la chiusura del C.P.R. di Torino

Il sindacato di polizia LeS (Libertà e Sicurezza Polizia di Stato) chiede la chiusura del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino (già C.I.E).

Ma cosa sta accadendo nel Centro di Permanenza torinese perché un sindacato di polizia ne chieda addirittura la chiusura? Ne parliamo con Daniele Bucci, Segretario Generale Provinciale di Torino del sindacato LeS.
D.: Bucci ci faccia capire:  perché chiedete la chiusura del CPR?
R.: Sinceramente allo stato attuale non riusciamo a capire l’utilità di questa struttura! I centri nascono per il rimpatrio degli extracomunitari irregolari ed in particolar modo per chi si è già macchiato di gravi delitti. Nella struttura di Torino tutto questo sembra una utopia!
D.: Ma perché? I rimpatri non vengono eseguiti?
R.: Vede, secondo i dati forniti dal Dipartimento della pubblica sicurezza ed elaborati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, il Cpr di Torino risulta ultimo in classifica con una percentuale di rimpatri effettuati stimata al 18,1%, molto distante dall’88% di rimpatri effettuati dal centro di Caltanissetta Pian del Lago o dal 77,7% di quello di Trapani. Vi è anche un altro aspetto da tenere in considerazione, cioè il mancato rimpatrio di queste persone sta creando seri interrogativi, non ultimo dei quali quello che se il confinamento è finalizzato a un obiettivo che nella gran parte dei casi non viene raggiunto, ciò potrebbe comportare è una privazione della libertà “ingiustificata e fine a se stessa”.
D.: Da quello che mi accennava prima potrebbe esserci anche un problema di vita di queste persone trattenute nel centro e un annesso problema di ordine pubblico per la città di Torino?
R.: Si. Infatti sono due aspetti concatenati. Da un po’ di tempo gli ospiti del centro mettono in essere tentativi di suicidio, se ne registrano anche punte di circa 6 al giorno. Questi tentativi costringono a distogliere una importante aliquota di personale deputato al controllo del territorio per garantire la sorveglianza dei soggetti che hanno tentato il suicidio all’interno delle strutture sanitarie. Pare, anche, che la maggior parte di questi ospiti, dopo le dimissioni ospedaliere, venga dichiarata incompatibile con la struttura C.P.R. e quindi invitata solo formalmente a lasciare il Territorio.
D.: Quindi questo potrebbe celare un pretesto grazie al quale i soggetti interessati riuscirebbero ad evitare il procedimento coattivo di espulsione dall’Italia?
R.: Noi non abbiamo elementi certi per affermarlo. Tuttavia, i dati porterebbero a questa conclusione perché, nell’arco di un mese, circa un centinaio di soggetti sono stati liberati e per loro si sono aperte le porte del CPR, così da essere tornati liberi di circolare per Torino, con la sola intimazione di lasciare il paese entro sette giorni. Ovviamente il sistema attuale diventa ingiusto sia per chi è trattenuto presso il C.P.R. che, se vuole ottenere la libertà, si trova costretto ad emulare il gesto degli altri ma anche per i cittadini che si ritrovano con meno forze di Polizia a garantire la sicurezza del territorio! Ovvero una beffa per il sistema.
Chiudendolo risparmieremmo soldi dei contribuenti e daremmo più sicurezza al territorio!

Cambiano gli orari del numero verde Amiat

A causa di motivi tecnici il Numero Verde AMIAT 800 017277 sarà operativo nei seguenti orari:

lunedì martedì giovedì venerdì dalle 8.00 alle 14.00

mercoledì festivo

sabato chiuso

Rimangono operativi i canali mail e  i servizi su prenotazione  via web.

Torna in carcere dopo aver forzato un’auto

Lo hanno visto armeggiare in via Gressoney, nella notte fra martedì  e mercoledì, innanzi allo sportello di un’auto parcheggiata, guardandosi  intorno con circospezione; l’uomo,  un 34enne di nazionalità rumena, aveva appena estroflesso il montante dell’auto: all’arrivo dei poliziotti, si è accovacciato per terra per non essere visto; ai suoi piedi, gli agenti rinvenivano, sottoponendolo a sequestro, un cacciavite.  Inoltre, all’interno di uno zaino che l’uomo aveva con sé, venivano rinvenuti numerosi arnesi atti allo scasso, in merito al possesso dei quali per il trentaquattrenne è scattata la denuncia. Numerosissimi i precedenti di polizia del soggetto, la maggioranza dei quali specifici. Per l’uomo è scattato l’arresto per tentato furto aggravato.

 Arrestati in centro  un latitante e un soggetto già noto per diversi reati

Nelle scorse ore, personale del Commissariato Centro ha rintracciato un latitante italiano di 55 anni, ricercato a seguito della emissione nei suoi confronti, da parte dalla Procura Generale della Repubblica di Torino,  di un ordine di carcerazione. Il provvedimento riguarda un cumulo di pene per reati diversi, quali estorsione, furto, violenza privata, e lo condanna alla pena della reclusione per un periodo di 4 anni, 2 mesi e 20 giorni, oltre al pagamento della pena pecuniaria di 1580 €. L’uomo si era reso irreperibile; all’atto dell’arresto è stato trovato in possesso di 2 flaconcini di metadone, la cui etichetta era completamente abrasa e in merito ai quali non è stato in grado di fornire alcuna giustificazione.

Pertanto, è stato anche denunciato per ricettazione.

Inoltre, nella notte fra mercoledì e giovedì, medesimo personale è intervenuto presso un locale di piazza Savoia per un soggetto molesto nei confronti degli avventori. L’uomo, identificato grazie ad alcuni documenti che aveva al seguito, è risultato essere un cittadino marocchino di 25 anni con precedenti di polizia: poco prima, aveva minacciato senza alcun motivo i clienti del locale, tirando fuori dalle tasche anche un sampietrino e mimando il gesto del lanciarlo al loro indirizzo. All’arrivo della Polizia, era apparso collaborativo ma una volta entrato a bordo dell’autovettura per il trasporto negli uffici del Comm.to ha messo in atto una strenue resistenza nei confronti dei poliziotti, con calci, sputi e gomitate al loro indirizzo, tentando anche di danneggiare il mezzo. Pertanto, è stato arrestato per violenza, minacce e resistenza a P.U., nonchè denunciato per minacce aggravate e tentato danneggiamento aggravato.

Esercito: corso di guida sicura con l’Automobile Club d’Italia

Corso di guida sicura per i militari della Brigata Alpina “Taurinense” dell’Esercito

E’ terminato il corso di “Guida Sicura” realizzato dal Reggimento Logistico “Taurinense” e dall’Automobile Club di Torino, con il patrocinio del Comune di Alpignano, a favore di 250 alpini dell’Esercito e dei vigili urbani del comune di Alpignano.

 

Il corso, della durata complessiva di 4 giorni, è consistito in una prima parte teorica relativa ai concetti fondamentali della guida sicura – l’incidentalità stradale, la velocità, la concentrazione alla guida – seguita dallo svolgimento di esercizi pratici sulla corretta posizione di guida, lo slalom tra coni, l’utilizzo del dispositivo ABS ed esercizi di scarto di ostacoli su fondo a bassa aderenza.

L’idea di un corso di guida sicura, rivolto principalmente agli istruttori militari di scuola guida e al personale maggiormente impiegato nei servizi di trasporto sia in territorio nazionale che all’estero, nasce da un’iniziativa del Reggimento Logistico “Taurinense” dell’Esercito per aumentare ulteriormente la cultura della sicurezza stradale tra i militari e ridurre i comportamenti di guida non consapevoli e pericolosi.

Partner privilegiato per la realizzazione del corso è stata la Sezione di Torino dell’Automobile Club d’Italia che, grazie agli ottimi rapporti esistenti con il Reggimento e condividendo le finalità dell’iniziativa, ha reso disponibili gli istruttori di scuola guida ed i materiali tecnici per le simulazioni, a cui si è aggiunto il Comune di Alpignano che ha garantito la disponibilità delle aree di propria competenza individuate per lo svolgimento del corso.

Nell’ottica di ulteriori attività didattiche in collaborazione con l’ACI, è allo studio la fattibilità di ottenere – in comodato d’uso gratuito – il nuovo simulatore in realtà virtuale “ACI ready2go”, con relativa formazione tecnica a favore di personale che a sua volta sarà abilitato quale formatore nell’ambito della Forza Armata.

Come sempre, la collaborazione, l’integrazione e la sinergia tra Esercito, Istituzioni ed Enti Locali hanno portato al raggiungimento di brillanti risultati coniugati ad un incremento dell’efficienza dei servizi a favore dei cittadini.

Lupo ucciso: i forestali scoprono bracconiere

Ci sono voluti mesi d’indagini dei Carabinieri Forestali e l’ausilio delle analisi balistiche del RIS di Parma, per risalire al bracconiere responsabile dell’uccisione, durante lo scorso inverno, di un giovane lupo in provincia di Cuneo.


In particolare l’attività è stata condotta dalla Stazione Carabinieri Forestale di Mondovì congiuntamente al Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale di Cuneo.

L’imputato, cacciatore residente a Peveragno (CN), grazie all’attività investigativa da poco conclusa, è stato rinviato a giudizio per il delitto di uccisione di animale (art. 544 bis C.P.), per il quale rischia la reclusione da quattro mesi a due anni. Il medesimo è stato chiamato in giudizio per ulteriori reati in materia di detenzione armi e abbattimento specie particolarmente protetta (artt. 2 e 30 L. 157/’92),

L’episodio in questione risale allo scorso gennaio, quando la carcassa del lupo veniva ritrovata nelle vicinanze della strada provinciale che collega Peveragno a Chiusa Pesio. Sul momento la causa del decesso apparve collegata ad un fortuito investimento stradale, tuttavia per migliori accertamenti la carcassa venne inviata all’Istituto Zooprofilattico di Torino che, in collaborazione con la facoltà universitaria di Medicina Veterinaria, effettuò accurata necroscopia. Ne risultò che l’animale era effettivamente morto per una emorragia interna, ma dovuta ad un colpo di arma da fuoco. L’animale era ancora riuscito ad allontanarsi di qualche centinaio di metri dal luogo ove era stato sparato per accasciarsi poi definitivamente sul ciglio della strada provinciale (particolare importante per il prosieguo delle indagini).

Sequestrati i resti della munizione rinvenuti durante la necroscopia, i Carabinieri Forestali avviavano immediatamente le indagini fino a restringere i sospetti su soggetti abitanti nella zona. Nei mesi successivi i militari, in esecuzione dei provvedimenti emanati dall’Autorità Giudiziaria, effettuavano una serie diperquisizioni presso private dimore e veicoli ed accertamenti nei confronti di alcuni cacciatori.

Tali controlli facevano inoltre emergere situazioni di marcataillegalità in materia di porto e detenzione di armi per uso caccia e portavano al sequestro penale di oltre 1500 munizioni e 15 armi (tra carabine, doppiette e fucili); si procedeva anche al ritiro cautelare di ulteriori 10 armi e munizioni, nonché del porto d’armidei soggetti coinvolti. Si rinvenivano di seguito due cartelli magnetici per auto di vigilanza venatoria in azienda faunistica, illegalmente posseduti.

In particolare, inviata l’arma sospette al RIS di Parma per approfondito raffronto balistico, emergeva che era proprio quellache aveva esploso il colpo responsabile della morte del lupo. È la prima volta, almeno in Piemonte, che un’analisi di questo tipo viene con successo applicata nell’ambito del contrasto al bracconaggio.

In itinere una richiesta di patteggiamento da parte del bracconiere.

Incendio devasta 13 mila metri di area industriale

Un vasto incendio è divampato nella notte in un capannone a Leini, diverse squadre dei vigili del fuoco sono al lavoro. L’allarme è scattato poco dopo mezzanotte. Le fiamme hanno colpito un’area di 13mila metri quadrati, dove sono presenti una ditta per il rimessaggio dei caravan e un’altra di lavorazione plastica, dello stesso proprietario. Notevoli quantità di materiale plastico sono bruciate all’esterno del fabbricato che in parte è crollato. L’intervento dei vigili del fuoco con autobotti e autoscale, ha evitato che l’incendio  potesse estendersi ad un’altra parte della struttura adibita a deposito di camper.

(Foto archivio)

Anagrafi decentrate: resta aperta la sede di Piazza Montale

L’assessore con delega ai Servizi civici, Francesco Tresso, rassicura i residenti del quartiere Vallette sull’intenzione dell’Amministrazione comunale di non chiudere l’Anagrafe decentrata di Piazza Montale “che, nonostante i problemi legati alla mancanza di personale costringano a ridurre il numero degli sportelli attivi, resterà aperta continuando a fornire ai cittadini i servizi anagrafici e di stato civile. Non sarà chiusa – aggiunge Tresso – anche perché, oltre a rappresentare un importante punto di accesso ai servizi comunali, svolge per la Città una utile funzione di presidio del territorio e per i cittadini è un importante punto di riferimento nel rapporto con l’amministrazione pubblica”.

 

L’assessore evidenzia inoltre che “allo stesso tempo, nella Circoscrizione 5, è stata rafforzata l’operatività della sede di via Stradella, che è la più vicina a Piazza Montale, dotandola di due ulteriori sportelli per l’emissione delle carte di identità elettroniche”.

Più in generale, Tresso sottolinea che si sta “proseguendo nella definizione del piano di risanamento della anagrafi cittadine, agendo sia sull’investimento di nuove risorse umane, sia sull’efficientamento del sistema organizzativo. Gli obiettivi dichiarati – conclude – sono quelli di smaltire le pratiche pregresse e abbattere i tempi di attesa, offrendo un servizio territoriale che da un lato accompagni l’accesso ai servizi digitali per l’autoproduzione di certificati, dall’altro recuperi funzionalmente le sedi decentrate”.

Tra i non vaccinati l’incidenza del virus in Piemonte è 4 volte più alta

LA SITUAZIONE IN PIEMONTE
Nella settimana 22-28 novembre in Piemonte tra le persone in età vaccinabile sono stati registrati in tutto 3.914 casi di positività al Covid.

Tenendo conto che tra loro 2.223 sono vaccinati (sugli oltre 3,3 milioni di over 12 vaccinati) mentre i non vaccinati sono 1.691 (sul totale di 660 mila over 12 che non hanno aderito o non hanno ancora il ciclo completo) risulta che l’incidenza del contagio tra i non vaccinati è 4 volte più alta (256.2 tra i non vaccinati contro 67.6 tra i vaccinati).

TERAPIA INTENSIVA PER COVID: 2 PAZIENTI SU 3 IN PIEMONTE NON SONO VACCINATI

Dai dati aggiornati ad oggi in Piemonte 2 su 3 dei pazienti ricoverati per Covid in terapia intensiva non sono vaccinati. In particolare, dei 34 ricoveri attuali 25 riguardano pazienti non vaccinati (16 uomini e 9 donne), altri 9 sono invece pazienti vaccinati (5 uomini e 4 donne), ma con un quadro clinico serio per patologie pregresse.