CRONACA- Pagina 827

Tv a rischio nelle valli alpine

Le valli alpine e appenniniche vedono a rischio la TV. Che nelle case resterà senza segnale in quelle zone coperte da ripetitori di proprietà degli Enti locali.

E la colpa non è di certo di Comuni, Unioni, Comunità. Da oggi, 3 gennaio, verso il definitivo cambio delle frequenze, viene adottato un nuovo sistema di collegamento e trasmissione dei segnali TV che rischia di comportare gravi discriminazioni per i residenti nei Comuni di montagna, dove i ripetitori non sono di proprietà delle reti televisive (RAI in primis).

“In diverse aree del Paese il rischio concreto è che le Unioni e i Comuni, o le Comunità montane, debbano far fronte a spese insostenibili per interventi di adattamento dei ripetitori al nuovo sistema – spiegano Marco Bussone, Presidente Uncem nazionale, e Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte – Negli ultimi giorni di dicembre, a fronte delle comunicazioni da parte delle sedi locali MISE di revoca dell’autorizzazione rilasciata agli Enti locali per l’installazione di impianti televisivi DVB-T per garantire il servizio pubblico che RAI peraltro non ha mai assicurato in alta montagna e nelle valli laterali, gli Enti locali montani hanno manifestato l’interesse alla prosecuzione con i medesimi impianti dell’esercizio attualmente svolto con la ripetizione del Mux-RAI contenente anche Rai1, Rai2, Rai3. Questo è il primo passo per non perdere la TV nelle valli. Ma non basta, purtroppo”. Gli Enti hanno richiesto di garantire, in attesa del rilascio della nuova autorizzazione, la copertura del servizio ai cittadini utenti interessati senza interruzioni temporali. Solo successivamente all’eventuale assegnazione di nuove frequenze sarà possibile quantificare i costi per gli interventi di adeguamento agli impianti esistenti. “Il rischio concreto è che vi siano a breve costi ingenti, a carico degli Enti, per il servizio pubblico cittadini a cui non potrà più essere garantita la visione della trasmissioni RAI – sottolineano Bussone e Colombero – Per adeguare un impianto servono almeno 15 mila euro. E vi sono Enti che ne hanno più di dieci di proprietà. Serve un intervento politico del Governo, Mise e Ministero della Digitalizzazione in particolare, per ricercare soluzioni che non impattino sugli enti locali, che non hanno certamente le disponibilità economiche per far fronte ad adempimenti peraltro non dipendenti dalla propria volontà”.

Mentre Mise e Ministero della Digitalizzazione erogano contributi per la sostituzione dei televisori, il problema delle aree montane non è certo l’apparecchio televisivo, più o meno smart. Quanto invece lo sono i ripetitori, che devono essere adeguati. Uncem ha chiesto con urgenza un supporto operativo e finanziario ai due Ministeri, per non lasciare senza TV chi vive nei territori montani.

Migliora il bimbo di un mese malato di Covid

Il quadro polmonare del bimbo di appena un mese malato di Covid ricoverato al Regina Margherita è migliorato e i medici incominciano ad essere ottimisti sulle sue condizioni generali. Anche gli altri bambini colpiti dal virus e ricoverati nell’ospedale torinese sono sottoposti alle nuove terapie  per il Covid, compresi  gli anticorpi monoclonali.

Arrestato dopo essersi introdotto in un poligono di tiro

Tentato furto a San Silvestro

 

Venerdì sera, poco dopo le 21, gli agenti della Squadra Volante e del Commissariato Madonna di Campagna intervengono in via Sansovino dove è stato segnalato un tentativo di furto a un poligono di tiro ubicato nella via.

Una volta all’interno della struttura, mentre ispezionano l’area, i poliziotti odono dei rumori e trovano la persona, in precedenza ripresa dalle immagini del sistema di videosorveglianza, nascosta al buio dietro il tronco di un albero. L’uomo, un cittadino centrafricano di 53 anni con precedenti di polizia viene fermato e arrestato per tentato furto.

Dall’analisi delle immagini emerge come l’uomo aveva rovistato nei cassetti, messo a soqquadro gli ambienti e tentato di forzare un armadio contenente materiale vario e munizioni per armi soft-air.

Si sente male e muore mentre lavora nei campi

DAL PIEMONTE – Un passante lo ha trovato morto ieri in un fosso nelle campagne di Borgo Ticino, nel Novarese. Ormai il 64enne era privo di vita e  il personale del 118  non ha potuto che constatarne la morte. Sono intervenuti i carabinieri di Arona per ricostruire l’accaduto. L’uomo stava lavorando in un terreno di sua proprietà e ha avuto un malore.

I funerali di Francesco Forte, ministro ed economista

Aveva 92 anni Francesco Forte, economista, docente universitario ed ex ministro delle Finanze e degli affari europei nei governi Fanfani e Craxi, morto l’altro ieri. Entrato nel Psli nel ’50, ha aderito al Psi, dopo la svolta riformista. Fu responsabile economico del Partito socialista e nel 1982, quando divenne ministro. “Ci lascia un grande intellettuale, un maestro. Un amico da oltre 40 anni. Il più bravo di tutti”, ha detto Renato Brunetta. I funerali martedì 4 gennaio nella chiesa di piazza Benefica a Torino alle 11,45.

Da Fondazione CRT 20 nuove ambulanze

Venti nuove ambulanze per il servizio sanitario di emergenza in Piemonte e Valle d’Aosta sono state acquistate con i contributi della Fondazione CRT, che ha messo a disposizione 1 milione di euro per le organizzazioni di volontariato vincitrici del bando “Missione Soccorso”. 

 

Il sistema sanitario, sottoposto a una pressione enorme in questo periodo, può contare su venti nuovi mezzi di soccorso: una sicurezza in più per le persone in difficoltà, e un supporto per tutti i medici, gli operatori e i volontari, che stanno facendo uno sforzo straordinario per superare l’emergenza”, affermano il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia e il Segretario Generale Massimo Lapucci.

 

Salgono così a 563 le ambulanze entrate in servizio dal 2002 a oggi con i contributi della Fondazione CRT per oltre 28 milioni di euro complessivi.

 

Questi i 20 enti che hanno ricevuto 50.000 euro ciascuno per l’acquisto di nuove ambulanze: 1 nell’Alessandrino (il Comitato di Cassine della CRI); 1 nell’Astigiano (la Pubblica Assistenza Croce Verde Asti); 2 nel Biellese (Croce Blu Italia e Pubblica Assistenza Croce Bianca Biellese); 4 nel Cuneese (la Confraternita di Misericordia di Cuneo e i 3 Comitati della CRI di Borgo San Dalmazzo, Peveragno e Racconigi per la sede di Paesana); 2 nel Novarese (la Pubblica Assistenza Gruppo Volontari Ambulanza del Vergante e la Pubblica Assistenza Novara Soccorso); 8 nel Torinese (i 5 Comitati della CRI di Beinasco, Carmagnola, Mappano, Moncalieri e Piossasco; la Pubblica Assistenza Croce Bianca di Orbassano; l’Associazione Croce Verde Torino sezione di Venaria Reale; la Pubblica Assistenza Croce Verde Villastellone sezione di Santena); 1 nel Vercellese (Associazione Pubblica Assistenza Croce di Santa Lucia); 1 in Valle d’Aosta (Volontari del Soccorso della Valpelline).

Vaccini, riapre il maxi hub del Valentino

lunedì 3 gennaio, ripartono le vaccinazioni al maxi-hub del Valentino. Alle ore 10 è previsto un punto stampa con il Presidente della Regione, Alberto Cirio, e con l’assessore alla Sanità, Luigi Icardi.

FOCUS SULLE DOSI DISPONIBILI NEL MESE DI GENNAIO

In Piemonte per il mese di gennaio è prevista una disponibilità complessiva di circa 1.400.000 vaccini, sommando la disponibilità attuale di circa 700.000 dosi agli arrivi previsti entro fine mese.

Calcolando però l’uso di Moderna doppio, dal momento che per la terza dose di questo vaccino si utilizza la mezza fiala, la disponibilità reale è di circa 1.600.000 vaccini: un quantitativo più che sufficiente per coprire il target medio quotidiano fissato dal Commissario straordinario generale Figliuolo sia quello che la Regione si è posta autonomamente, di circa 50.000 somministrazioni al giorno.

In ogni caso, la struttura commissariale si è già resa disponibile, qualora necessario, a venire in supporto integrando le dosi.

A questi quantitativi si sommano poi anche 84.500 dosi di Pfizer pediatrico: nelle prossime settimane ne sono attese altre 216.000.

Il target complessivo potenziale in Piemonte dei 5-11enni è di 246 mila bambini. Al momento hanno aderito in 47 mila e ne sono stati già vaccinati quasi 15 mila.

L’obiettivo è completare tutti quelli che hanno aderito prima che ricominci la scuola dopo le feste

Covid e quarantene dei poliziotti: Siap chiede Ffp2

Covid-19 aumento esponenziale quarantene tra i poliziotti. Indispensabile rispetto norme di prevenzione e dotazione mascherine Ffp2

“Dobbiamo purtroppo assistere ad una nuova recrudescenza del
contagio ed in questi giorni sono molte decine i poliziotti della
provincia risultati positivi o in isolamento fiduciario – dichiara
Pietro Di Lorenzo, Segretario Generale Provinciale del
SIAP, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di
Stato – .
“Basti pensare  – prosegue – che tutti i posti riservati presso le strutture
della Polizia e presso i covid hotel sono occupati dai colleghi che
non dispongono di propria abitazione, a loro si devono aggiungere
quelli che dispongono di proprio alloggio”.
“E’ necessario dunque richiamare tutti, a cominciare
dall’Amministrazione, al rispetto delle misure di prevenzione ma
anche richiedere con forza che il personale, a cominciare da quello
che opera in strada o a contatto con utenze importanti quali
l’Ufficio Immigrazione, sia dotato urgentemente delle mascherine
Ffp2.
Ciò non solo per l’alta contagiosità della variante Omicron, che
espone maggiormente a rischio di contagio gli operatori e tutti i
soggetti con i quali vengono a contatto, ma anche per le nuove
misure per il contenimento della pandemia da Covid-19 che
prevedono tra l’altro l’obbligo di indossare i dispositivi di
protezione delle vie respiratorie di tipo Ffp2.
E’ evidentemente paradossale ed imbarazzante per gli operatori
essere chiamati a intervenire in tutte le circostanze nelle quali il
cittadino ha l’obbligo di adempiere alla norma indossando
dispositivi non previsti.
Ci auguriamo dunque, a quasi due anni dall’inizio dell’emergenza,
che per l’ennesima volta non siano i poliziotti a doversi comprare i
dispositivi per proteggersi e far rispettare le norme rispettandole a
loro volta”

Vaccini in via Schio, prova di efficienza e buona volontà

Caro direttore,

eravamo  in 600 ieri al centro vaccinale di via Schio. Non era previsto l’accesso diretto ma solo per forze dell ordine e dipendenti dell’amministrazione pubblica. Preso d’assalto, il personale sanitario si è  organizzato al meglio per poter vaccinare. La maggior parte si sono presentati per la prima e seconda dose. Il tam tam mediatico ha fatto effetto e l’affluenza è stata alta: sino a tre ore in attesa per poter essere vaccinati.Tutti pazienti in coda sperando di passare in quanto non era certo. Si era accettati 30 alla volta e i rimanenti attendevano sperando di poter entrare. Un grande esempio di volonta’ sociale nel rispondere agli appelli delle istituzioni.

P. Petromilli

Frontale tra auto: un morto e due feriti

Tragico incidente venerdì scorso a Mappano, nel Torinese. Un morto e due feriti nel sinistro avvenuto in via Margherita Hack

Nel violento scontro tra una Fiat Punto e una Fiat Sedici è rimasto vittima l’uomo alla guida della prima vettura. Sull’altra auto viaggiavano  marito e moglie e l’uomo è stato trasportato in eliambulanza al Cto in gravi condizioni. La donna è finita al Pronto soccorso.