CRONACA- Pagina 703

In un bar punta coltello alla gola di un cliente

A Perosa Argentina un uomo  è  entrato in un bar e, per motivi da chiarire, ha preso un coltello e l’ha puntato alla gola di un cliente  che, con alcuni amici, stava consumando una bevanda al tavolo. La situazione fortunatamente non è degenerata e tutto si è risolto senza problemi. Ma il fatto è   stato reso noto  ai carabinieri.

Vandali danneggiano babbo Natale gigante

Nella notte di capodanno a Nichelino, in piazza Barile, è stato danneggiato da ignoti vandali il babbo natale  gigante in vetroresina  davanti al municipio. Sono stati danneggiati  anche il calendario dell’avvento e un cassonetto dei rifiuti. I carabinieri stanno indagando.

Morti sul lavoro, una strage senza fine. Il Piemonte in zona arancione

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DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022: SONO 1.006 LE VITTIME. OLTRE 91 DECESSI AL MESE.

 

SUL PODIO DELL’INSICUREZZA IN ZONA ROSSA CI SONO VALLE D’AOSTA, TRENTINO-ALTO ADIGE, BASILICATA, CAMPANIA E CALABRIA.

 

E ANCORA UNA VOLTA LA MAPPATURA DELL’EMERGENZA DELL’OSSERVATORIO VEGA ENGINEERING AIUTA A CAPIRE DOVE I LAVORATORI HANNO RISCHIATO MAGGIORMENTE LA PROPRIA VITA DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022.

“Superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working). Nel periodo gennaio-novembre 2021 invece i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022). Lo scorso anno, invece, costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017). Ciò significa che gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni. Questo a conferma del fatto che passata l’emergenza Covid, rimane quindi ancora tragicamente purtroppo quella dell’insicurezza sul lavoro. E l’unica arma per contrastarla è la prevenzione attraverso la formazione e l’aggiornamento di tutte le figure coinvolte nell’organizzazione aziendale: dal datore di lavoro ai dirigenti, fino ai preposti e ovviamente ai lavoratori”.

Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, non ha dubbi: la più recente e dettagliata indagine realizzata dagli esperti del proprio team continua a descrivere una situazione più che allarmante.

“Auspichiamo che i nostri studi e approfondimenti possano rappresentare uno strumento efficace sul fronte della prevenzione degli infortuni sul lavoro – prosegue Mauro Rossato – L’obiettivo della diffusione di questi dati, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage”.

I numeri degli incidenti sul lavoro, del resto, non possono far altro che portare ad una triste riflessione. Le denunce totali di infortuni sono cresciute del 29,8% rispetto al 2021, arrivando a quota 652.002; con il settore della Sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (80.256 denunce); seguono: Attività Manifatturiere (70.483) e Trasporti (51.583). Importante in questi dati anche la lettura sull’evoluzione delle denunce totali di infortunio per Covid: a fine ottobre 2021 erano 36.821, mentre a fine ottobre 2022 sono diventate 107.602. Praticamente sono triplicate, dimostrando che il virus è divenuto molto meno mortale ma è ancora largamente presente nei luoghi di lavoro.

Oltre i numeri però ciò che conta per l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre è il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. Si tratta dell’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi undici mesi dell’anno è di 32 decessi ogni milione di occupati. Questo indice, un vero e proprio “indicatore di rischio di morte sul lavoro”, consente di confrontare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con un numero di lavoratori diverso.

Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio Vega definisce mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese che viene così descritto – alla stregua della pandemia – dividendo l’Italia a colori.

A finire in zona rossa alla fine dei primi undici mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 32 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Campania e Calabria. In zona arancione: Puglia, Umbria, Marche, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Friuli-Venezia Giulia.

(sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio sono disponibili i grafici e i dati).

INFORTUNI MORTALI E STRANIERI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, cioè oltre il 18,3% del totale. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 58,5 morti ogni milione di occupati, contro 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A NOVEMBRE 2022

Sempre in cima alla graduatoria con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è -inevitabilmente a livello statistico – la regione con la più alta popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (115) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale, collocandosi così in “zona gialla”.

Seguono: Veneto (68), Campania (65), Lazio (62), Piemonte (59), Emilia Romagna (53), Toscana (51), Puglia (48), Sicilia (47), Trentino-Alto Adige (29), Marche (23), Calabria (21), Liguria (16), Sardegna e Abruzzo (15), Umbria (14), Basilicata (10), Valle D’Aosta (6), Molise (3) e Friuli-Venezia Giulia (2).

Nel report allegato il numero delle morti in occasione di lavoro provincia per provincia.

Nei primi undici mesi del 2022 il settore Costruzioni fa registrare nuovamente il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 124. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio (104) e Attività manifatturiere (91).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (273 su un totale di 722). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 92,2 infortuni mortali ogni milione di occupati.

L’incidenza di mortalità minima rimane, invece, ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 16,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza risale a 23,7 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a novembre del 2022 sono 54 su 722. In 59, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, 57 quelli che sono deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Anche alla fine dei primi undici mesi del 2022 sono il lunedì e martedì i giorni della settimana in cui si è verificato il maggior numero di infortuni mortali (più precisamente il 17,9% del totale degli infortuni mortali in occasione di lavoro), seguito dal venerdì (17,6%).

Le denunce di infortunio sono in aumento (+ 29,8% rispetto a novembre 2021). A fine novembre 2021 erano infatti 502.458 mentre a fine novembre del 2022 sono 652.002. E ad essere triplicate (ultimi dati ottobre 2022) sono le denunce di infortunio per Covid: passate dalle 36.821 di fine ottobre 2021 alle 107.602 di fine ottobre 2022. Anche decurtando gli infortuni per Covid dai dati appena visti risulta un aumento delle denunce di infortuni del +19% nel 2022 rispetto al 2021.

Sono più di 80 mila gli infortuni occorsi in occasione di lavoro nel settore Sanità e Assistenza Sociale. Oltre 70 mila quelli nelle Attività manifatturiere e superano i 51 mila nei Trasporti.

Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane nei primi undici mesi del 2022 sono state 268.565, quelle dei colleghi uomini 383.437.

LA ZONIZZAZIONE A COLORI È LA NUOVA RAPPRESENTAZIONE GRAFICA ELABORATA DALL’OSSERVATORIO SICUREZZA SUL LAVORO VEGA ENGINEERING DI MESTRE, PER FOTOGRAFARE, IL LIVELLO DI SICUREZZA DEI LAVORATORI.

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza Vega dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale

Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale ed il valore medio nazionale

Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale ed il 125% dell’incidenza media nazionale

Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

Danno renale, a gennaio conferenza dell’Accademia di medicina

Venerdì 13 gennaio alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una riunione scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Le vescicole extracellulari da cellule staminali nella rigenerazione del danno renale”. L’incontro verrà introdotto da Giuseppe Segoloni, professore di Nefrologia, Università di Torino. Il relatore sarà Giovanni Camussi, Professore Emerito nel Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino. Entrambi sono soci dell’Accademia di Medicina.

Il potenziale rigenerativo delle cellule staminali dipende dal rilascio di mediatori che agiscono in modo paracrino. Le vescicole extracellulari liberate dalle cellule staminali possono trasferire a cellule danneggiate delle informazioni molecolari che sono in grado di coordinare la riparazione endogena del tessuto. Questo meccanismo fisiologico di comunicazione tra cellule può essere sfruttato a livello terapeutico prospettando una potenzialità di terapia staminale senza cellule. In questa presentazione si discutono gli studi preclinici che mostrano il potenziale rigenerativo e anti-fibrotico delle vescicole extracellulari in modelli sperimentali di danno renale acuto e cronico.

Giuseppe Piccoli, professore di Nefrologia, Università di Torino e Piero Stratta, Professore di Nefrologia, Università Piemonte Orientale, Novara, ricorderanno, il 100° anniversario della nascita del prof. Antonio Vercellone.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

Rapinatore fermato danneggia termosifone dei carabinieri

Due giovani di 18 e 22 anni sono stati arrestati nella notte a San Salvario dai carabinieri di Torino per rapina aggravata e danneggiamento. L’accusa è di aver strappato una collanina d’oro dal collo di una persona in largo Saluzzo. Poi  sono stati bloccati dai carabinieri in corso Marconi e in via Nizza. Portati in caserma, uno dei due ha dato in escandescenze e ha spaccato un termoconvettore.

Alessi (Fdi): “Inutili i divieti sui botti a Torino se poi non si controlla”

Patrizia Alessi, Capogruppo FdI in Circoscrizione 7 denuncia che nella notte di Capodanno, nonostante i divieti “sono stati esplosi botti a gogo’”. Commenta: “Chiederò con  una Interpellanza quante multe sono state fatte nella notte di Capodanno e quanto è costata la inutile campagna di sensibilizzazione per ricordare che l’attivazione di petardi, fuochi d’artificio e simili può configurarsi come comportamento lesivo per la salute degli animali sia in casa che in spazi aperti naturali.”

Un alloggio e trenta cassonetti in fiamme a Torino

Nella notte del primo dell’anno un appartamento in centro a Torino è stato evacuato per l’incendio di  un dehors privato al quarto piano di un palazzo in via Roma, vicino a piazza  San Carlo. Il rogo forse è scaturito dalle luminarie natalizie. I vigili del fuoco sono dovuti anche intervenire in varie zone della città per una trentina di cassonetti andati in fiamme per l’uso di petardi e botti.

Grande show in piazza per dare il benvenuto al nuovo anno

Piazza Castello ha dato il benvenuto al 2023 con la musica dal vivo nella notte di Capodanno.

Sul palco Subsonica, Willie Peyote, Eugenio in Via Di Gioia, Beba, Ginevra, Canta Fino a Dieci. Gli artisti hanno reso la serata “davvero unica, un’occasione che, finalmente, ci ha dato di nuovo la possibilità di ritrovarci insieme per concludere il 2022 e dare il benvenuto al 2023”, ha detto il sindaco Stefano Lo Russo, che ha ringraziato “tutti coloro che hanno reso possibile questa serata, a chi è salito sul palco e, in particolare, a chi ha riempito la piazza: un segnale davvero positivo, che ci proietta nel migliore dei modi nel nuovo anno”. Gli artisti hanno anche voluto rendere omaggio al dj torinese Gigi D’Agostino, malato da tempo ma che ha dimostrato ottimistici segnali di ripresa scrivendo sui social.

Limiti di velocità ridotti in tangenziale dopo mille incidenti

Dal primo gennaio scendono i limiti di velocità sulla tangenziale.  Sulla tratta tra Torino e Quincinetto il limite massimo sarà di 110 chilometri all’ora, ma potrà scendere  a 90 su alcuni tratti. Tra Ivrea e Santhià il limite sarà di 90 chilometri presso lo svincolo di Albiano e le aree di servizio di Viverone, sul resto del percorso si potrà circolare fino a 110. Sulla tangenziale Nord,  tra Bruere e lo svincolo Statale 24 il limite è a 90 e sale a 110 sul resto del percorso. A 90 all’ora sulla tangenziale Sud tra corso Alamanno e l’Interscambio di Bruere. Sul rimanente percorso, limite a 110, così anche sulla A55 diramazione Moncalieri sull’intera tratta dell’A5. La decisione è legata agli oltre mille incidenti verificatisi nel 2022, una decina mortali.