Un ragazzo di 15 anni è morto ieri a Torino dopo un incidente mentre si trovava bordo di un monopattino. Nello scontro con un’auto, il cui conducente gli ha prestato soccorso, ha sfondato il parabrezza della vettura. E’ accaduto domenica nel quartiere Borgo Vittoria, all’incrocio tra corso Venezia e via Breglio. Il giovane è stato portato al San Giovanni Bosco ma è morto successivamente. La polizia municipale sta ricostruendo la dinamica dell’incidente.
Sabato 21 giugno 2025 ha riaperto al pubblico il Museo regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo di Frossasco (Torino), in piazza Donatori di Sangue 1.
L’a conferenza stampa di presentazione del nuovo allestimento si è svolta al Museo, con la partecipazione dell’assessore all’Emigrazione della Regione Piemonte, Maurizio Marrone, il sottosegretario alla Presidenza della Regione Piemonte, Claudia Porchietto, del presidente del Consiglio regionale Davide Nicco, del responsabile del Progetto Turismo delle Radici e Programma Italea del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Giovanni Maria De Vita, del sindaco di Frossasco, Marco Gaido, del presidente dell’Associazione dei Piemontesi nel Mondo, Michele Colombino, del presidente del Comitato di gestione del Museo, Ugo Bertello, dei componenti del Comitato, Alessandra Maritano, Davide Rosso e Marco Civra, e della vice presidente di Fondazione Crt, Paola Casagrande.
«Il Museo di Frossasco è un “pezzo di cuore” del Piemonte, un luogo in cui le nostre radici vengono curate e mantenute vive – ha affermato l’assessore regionale all’Emigrazione Maurizio Marrone –. In questi nuovi spazi migliaia di discendenti di origine piemontese, provenienti dai quattro angoli del mondo, potranno sentirsi nuovamente a casa, riscoprendo i legami indissolubili con la terra dei loro padri. Ricordo con piacere che, tra i miei primi atti, quando diventai per la prima volta assessore all’Emigrazione, ci fu la consegna del Sigillo d’Onore a Michele Colombino. La Regione Piemonte è disponibile sia a rivedere la normativa per dare maggiore autonomia al Museo, anche nel reperimento delle risorse economiche, e sia a rafforzare il proprio contributo economico».
Il presidente del Consiglio regionale, Davide Nicco: «Questo museo rappresenta la memoria dei tanti discendenti dei piemontesi emigrati all’estero e, a livello locale, anche un’occasione turistica. La delegazione del Consiglio che in ottobre andrà a far visita ai piemontesi in Argentina inviterà i nostri corregionali otre Oceano a venire a visitare il rinnovato Museo di Frossasco».
Chiuso dal settembre 2022, il Museo riapre ufficialmente al pubblico dalle ore 10 alle 18 di sabato 21 giugno, in tutti i sabati successivi e, su prenotazione, negli altri giorni (emigrazionepiemontesemuseo@gmail.com oppure tel. 0121-1976082).
Il Museo potrà così nuovamente accogliere i visitatori, che potranno apprezzare il vasto patrimonio documentale e materiale prevalentemente raccolto dall’Associazione Piemontesi nel Mondo in decenni di rapporti e contatti con istituzioni e piemontesi all’estero. Si tratta di bibliografie, statistiche, documenti, relazioni, inchieste e monografie, saggistica, tesi di laurea e di dottorato, memorialistica e letteratura, atti di convegni e seminari tenutisi negli anni, lavori nelle scuole, materiale fotografico e storico, oggetti appartenuti a migranti piemontesi.
L’ampia zona espositiva si trova sempre al piano terra dell’edificio, mentre al piano superiore rimane aperta la biblioteca.
I lavori di riqualificazione sono stati finanziati con contributi per complessivi 154 mila euro, di cui 100 mila dal Fondo Unico Nazionale per il Turismo (metà dalla Regione Piemonte, che ha aggiunto altri 20 mila euro di fondi propri, per totali 70 mila), 23 mila dal Comune di Frossasco e 10 mila circa da fonti private: Fondazione Crt, Lions e Associazione Piemontesi nel Mondo. Il progetto di riallestimento è stato affidato a Fondazione Torino Musei, con un rinnovamento dell’esposizione permanente. Abbandonata la vecchia cartellonistica, sono stati predisposti degli elementi multimediali, per rendere il percorso museale più interattivo.
Al primo allestimento del Museo regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel mondo, nel 2006, avevano concorso l’Università di Torino, Facoltà di Economia Dipartimento di Statistica e Matematica Applicata, ricercatori e collezionisti, associazioni ed enti; l’ideazione e gli allestimenti furono affidate all’Azienda Turistica Montagnedoc e curate dal compianto architetto Ezio Giaj, mancato due anni fa. Il nuovo allestimento ha visto il coinvolgimento del Comitato scientifico del Museo (Paola Corti, dell’Università di Torino, Chiara Vangelista, dell’Università di Genova, e Maddalena Tirabassi, del Centro Altreitalie) e Davide Rosso, curatore del progetto museale. La sezione sulle nuove mobilità è stata curata dal Centro Altreitalie, con Alvise Del Pra’ e Maddalena Tirabassi. L’intero allestimento è stato curato da Fondazione Torino Musei e dall’architetto Mario Daudo, dello studio Chorus.
La riapertura del Museo rappresenta un momento significativo per la comunità di Frossasco e per tutti coloro che sono interessati alla storia e alle dinamiche dell’emigrazione piemontese, offrendo nuovi spunti di riflessione sul passato e sul presente. Il Museo vuole essere un luogo di documentazione, memoria, analisi del fenomeno migratorio di ieri e di oggi in tutta la sua complessità. Punto di partenza e ragion d’essere del Museo è la storia della migrazione delle centinaia e centinaia di migliaia di cittadini che lasciarono la terra piemontese per cercare altrove il proprio futuro. Dallo studio di questo primo, fondativo elemento, il campo di azione si è nel tempo allargato allo studio ed all’analisi dei flussi migratori verso il Piemonte oltre che all’attuale, nuovo esodo di migliaia di giovani Piemontesi che cercano fortuna all’estero.
Torna il “farò” di San Giovanni
Tutto pronto in piazza Castello per il tradizionale “farò” di San Giovanni. Questa sera si rinnova il rito del rogo : a seconda del lato dove cadrà il toro posto in cima al cumulo di legna infiammata saà un anno fortunato o sfortunato per la città di Torino.
(Foto Igino Macagno)
Nicco a Carmagnola: “Volontari piccoli eroi”
Ieri il presidente del consiglio regionale del Piemonte Davide Nicco ha portato il saluto alla Festa del volontario dell’OAMI, presso Casa Roberta a Carmagnola.
“Un giusto riconoscimento dedicato a tutte quelle persone fondamentali, dei piccoli eroi della nostra società, che si prendono cura delle persone più svantaggiate. Uomini donne, giovani e adulti, che hanno bisogno di cure e attenzioni. Fragili, malati e molto spesso anche sole.
Ogni persona ha diritto alla propria fetta di felicità.
E buona parte della fetta di felicità che si vede negli occhi degli ospiti di Casa Roberta è merito dei volontari che ogni giorno donano qualcosa di immenso: il loro tempo.
E questo vale per tutti i volontari, ovunque operino: grazie, perché con il vostro tempo regalate felicità a chi ne ha più bisogno”, ha affermato il presidente Nicco.
L’evento è promosso dall’Ufficio del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza in collaborazione con il Forum del Terzo settore in Piemonte e l’Associazione Tutrici e tutori volontari di minori stranieri non accompagnati.
“Nel 2024 – osserva il Garante regionale Giovanni Ravalli – solo il 46,9 % dei minori accolti in Piemonte e Valle d’Aosta è stato affiancato da un tutore volontario. Nel territorio della Città metropolitana di Torino e nel suo capoluogo il numero di tutrici e di tutori volontari è molto superiore a quello di altre zone della regione, ma rimane insufficiente a fronte delle centinaia di ragazzi che ogni anno arrivano a Torino e nei Comuni della sua area metropolitana”.
Con il Garante regionale Ravalli intervengono il coordinatore del Forum del Terzo settore Alessandro Brescia, delegato ai temi inerenti l’infanzia e l’adolescenza, la dirigente della divisione Politiche sociali e socio sanitarie della Città di Torino Barbara Solari, la responsabile dell’Ufficio minori stranieri della Città di Torino Paola Giordano, il responsabile dell’area Educazione del Centro internazionale per l’infanzia e la famiglia (Cifa Ets) Emanuele Russo. Saranno inoltre proposti esperienze e racconti di tutori volontari e indicazioni su come diventarlo.
“Per non abbassare la guardia sul tema – conclude Ravalli – oltre a quello già organizzato a Novara nelle scorse settimane, è previsto un nuovo incontro ad Alba il 30 giugno”.
Per info e iscrizioni: garante.infanzia@cr.piemonte.it, tel. 011/5757303.
Una scuola dell’infanzia torinese, simbolo per molte famiglie di un progetto educativo accogliente e innovativo, aveva visto il proprio futuro oscurarsi all’improvviso. Un provvedimento amministrativo, un atto tanto formale quanto implacabile, aveva decretato la cancellazione dell’istituto dall’elenco regionale delle scuole non paritarie, privandolo del diritto di proseguire la propria attività a partire dal prossimo anno scolastico. Ma il destino dell’istituto ha trovato una prima difesa nella giustizia amministrativa: con l’ordinanza n. 1111/2025, il TAR Piemonte – Sezione Seconda – ha sospeso l’efficacia del provvedimento, accogliendo il ricorso presentato dagli Avvocati Davide Gallenca e Stefano Callà, che hanno assunto la difesa della scuola.
La decisione del Tribunale arriva al termine di una vicenda intricata. L’amministrazione aveva contestato alla scuola presunte “gravi irregolarità di funzionamento”, in particolare l’assenza, tra il personale impiegato, di figure con titolo o abilitazione validi per l’insegnamento. Una violazione che, secondo il Ministero, non sarebbe stata sanabile, giustificando così la misura più drastica: la cancellazione dall’elenco delle scuole non paritarie. Una scelta destinata a compromettere irrimediabilmente l’attività della scuola, a discapito delle famiglie e dei bambini che da anni vi trovavano un luogo sicuro e formativo.
Ma i giudici amministrativi hanno letto la normativa con un occhio diverso. Il TAR ha richiamato le stesse norme citate nel provvedimento ministeriale – il D.M. 82/2008 – evidenziando come queste prevedano la possibilità di sanare le carenze entro un termine di 30 giorni dall’invito formale dell’Ufficio scolastico regionale. Una possibilità che, secondo quanto sostenuto nel ricorso, non sarebbe stata adeguatamente garantita alla scuola.
Nel dispositivo dell’ordinanza n. 1111/2025, il TAR sottolinea come la cancellazione immediata avrebbe arrecato un pregiudizio grave e irreparabile all’istituto, impedendogli di operare nel prossimo anno scolastico e mettendo a rischio la continuità educativa per i bambini iscritti. Un danno che la giustizia amministrativa ha ritenuto non proporzionato, ordinando la sospensione dei provvedimenti impugnati e fissando al 17 giugno 2026 l’udienza pubblica per la trattazione del merito della causa.
La vicenda non è solo una questione tecnica o burocratica. È il racconto di una scuola che si è vista travolta da una macchina amministrativa che, almeno in questa fase, non ha riconosciuto margini di dialogo o correzione. È la storia di un diritto alla difesa che, grazie alla determinazione dell’avvocato Stefano Callà, ha trovato spazio tra le pieghe del diritto, riaffermando che anche le decisioni più drastiche devono sempre lasciare spazio alla possibilità di rimediare, di essere ascoltati, di correggere il corso degli eventi.
Ora la scuola può continuare a operare, in attesa del giudizio definitivo. Un sospiro di sollievo per chi vi lavora e per le famiglie che, all’inizio di questa estate, avevano visto messo in discussione un progetto educativo costruito con anni di passione e impegno.
Questa decisione, più che un punto di arrivo, è un segnale: il diritto al contraddittorio, alla proporzionalità e alla tutela della continuità educativa non può mai essere sacrificato sull’altare della burocrazia. E, a volte, la giustizia riesce a ricordarlo.
‘Vicini per scelta’, un progetto di housing sociale
Costruito negli anni ’50 tra le vie Sansovino, Pirano, Parenzo, viale dei Mughetti e corso Cincinnato, in gestione all’allora Iacp, poi Agenzia Territoriale per la Casa (Atc) del Piemonte Centrale, il “Villaggio Santa Caterina”, era destinato ad ospitare i profughi istriani. Immobili con una finalità specifica per i quali, nel corso del tempo, gli assegnatari sono venuti progressivamente meno, lasciandone molti sfitti. La Città di Torino, con una delibera approvata nel novembre scorso, ha così deciso di destinarne alcuni ad un progetto di housing sociale diffuso, con l’obiettivo di contribuire alla domanda di emergenza abitativa sul territorio cittadino.
“Negli anni ’50 questi appartamenti costituirono il punto di partenza per ricominciare per tante persone in fuga dalla loro terra, accolte dalla nostra città – ha detto il sindaco Stefano Lo Russo -. Da oggi, allo stesso modo, il Villaggio Santa Caterina potrà rappresentare un nuovo inizio per persone e famiglie che stanno attraversando una situazione di difficoltà. Siamo certi che in questo luogo, dove è ancora vivo e forte il senso di comunità e solidarietà reciproca, saprà dare loro una casa e, insieme, il necessario sostegno verso un nuovo percorso di vita”.
Dopo la deliberazione della giunta è stata costituita una cabina di regia, che ha coinvolto l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (ANVGD), l’Assessorato Regionale alle Politiche della Casa e Atc Piemonte Centrale, al fine di condividere le iniziative da assumere e gli oneri da sostenere per l’utilizzo degli alloggi sfitti e l’amministrazione ha deciso di trasformarli in un social housing diffuso che potesse offrire sia accoglienza temporanea che percorsi di supporto e accompagnamento all’autonomia abitativa. Il passo successivo è stato l’avviso pubblico dalla Città per selezionare l’Ente del Terzo Settore a cui affidare temporaneamente 32 unità abitative, tramite un processo di co-progettazione. La procedura si è conclusa alla fine dello scorso anno con l’assegnazione a favore della cooperativa sociale Liberitutti, risultata prima nella graduatoria per l’assegnazione con il progetto ‘Vicini per scelta’.
“Il progetto ‘Vicini per scelta’ rappresenta un importante passo avanti nel nostro impegno per rispondere all’emergenza abitativa con soluzioni inclusive e innovative – ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Jacopo Rosatelli -. Restituire questi spazi alla comunità significa non solo offrire una casa a chi si trova in difficoltà, ma anche valorizzare la memoria storica di un territorio, creando nuovi legami di solidarietà e mutuo aiuto nel quartiere. Siamo orgogliosi di lavorare insieme a partner come Liberitutti e le associazioni locali per costruire una città più accogliente e coesa, in cui nessuno venga lasciato indietro e dove la casa diventi davvero il primo passo verso una vita dignitosa”.
In questi mesi Liberitutti ha realizzato i lavori di manutenzione necessari a rendere nuovamente abitabili i 32 alloggi, curandone anche il completo arredamento. Uno di questi, come previsto dalla delibera di avvio del percorso di co-progettazione, resterà a disposizione della cooperativa, diventando all’interno del complesso il punto di riferimento utile a facilitare il raccordo tra gli appartamenti del social housing, oltre che snodo attraverso il quale promuovere interazioni di reciprocità e solidarietà tra gli ospiti e il quartiere stesso, attraverso i rapporti con l’Associazione Culturale Istriani, Fiumani e Dalmati di Torino e l’omonimo circolo.
“È un progetto che unisce dignità abitativa e inclusione sociale – ha affermato Andrea Porcellana, amministratore delegato della Cooperativa Sociale Liberitutti –. Abbiamo curato i lavori e l’allestimento degli appartamenti per offrire spazi accoglienti e funzionali a chi affronta situazioni di fragilità. Un sentito ringraziamento all’ANVGD presente al tavolo di regia con la Città, i rappresentanti del quartiere e il comitato inquilini, contributi prezioso per una progettazione realmente partecipata. Il rapporto con il Comune di Torino rappresenta per noi un terreno solido di collaborazione per trasformare luoghi carichi di memoria in opportunità concrete di futuro. Perché ogni casa è più bella quando torna ad avere dei nuovi vicini”.
Persone e nuclei familiari accolti nel complesso vengono individuati dal Distretto sociale Nord-Ovest e dall’Ufficio Abitare Sociale del Dipartimento Servizi Sociali, Socio Sanitari e Abitativi, sulla base della valutazione dei bisogni individuali delle persone in condizioni di emergenza abitativa e dei piani individualizzati. Sono otto le famiglie che hanno trovato ospitalità in queste prime settimane di avvio del progetto.
TORINO CLICK
Nella serata di sabato 21 giugno si è rinnovato uno dei momenti più sentiti dalla comunità ozegnese: la tradizionale processione verso il Santuario della Madonna del Bosco, in occasione dell’anniversario dell’apparizione della Beata Vergine Maria, avvenuta – secondo la tradizione – nel 1623.
La processione è partita dalla chiesa parrocchiale e si è snodata lungo le vie del centro cittadino, con una folta partecipazione di fedeli. Insieme al Sindaco Federico Pozzo, all’Amministrazione Comunale e al parroco don Luca, numerosi cittadini hanno accompagnato il simulacro della Madonna fino al Santuario, luogo simbolo della spiritualità locale.
«Un momento intenso e suggestivo, che ogni anno rafforza il legame profondo tra la nostra comunità, la fede e le sue radici storiche – ha dichiarato il Consigliere Regionale Sergio Bartoli –. Portare sulle spalle la statua della Madonna, come ho fatto anche quest’anno, è per me un gesto di profondo rispetto e devozione che condivido con chi ogni giorno lavora per mantenere viva questa tradizione.»
A seguire, la celebrazione della Santa Messa Solenne presso il Santuario, guidata da don Luca, ha raccolto un clima di raccoglimento e spiritualità, testimoniando ancora una volta il valore collettivo di questo appuntamento annuale.
Il Santuario della Madonna del Bosco, costruito nel XVII secolo in seguito all’evento miracoloso che vide protagonista il giovane Giovanni Guglielmo Petro, resta ancora oggi un punto di riferimento per tanti pellegrini e fedeli, non solo del Canavese ma dell’intero territorio piemontese.
Sono in corso le operazioni di pulizia, ripristino e messa in sicurezza della carreggiata della Strada Provinciale 173, interamente sterrata da Pian dell’Alpe a Sestriere, che vedono impegnati i cantonieri del Circolo di Perosa Argentina della Direzione Viabilità 2 e gli operatori del Centro mezzi meccanici della Città metropolitana.
Si prevede che la strada possa essere interamente riaperta da martedì 1° luglio, ma la conferma ufficiale arriverà solo la prossima settimana. Nel frattempo, una deroga temporanea alla chiusura invernale è prevista per domenica 29 giugno, in occasione della gara di mountain bike La Via dei Saraceni, che interesserà il tratto della Provinciale 173 tra il km 6+900 e il km 16+560, ovvero tra il Colle Blegier e il Colle Basset.
Attraversando versanti scoscesi a quote superiori ai 2.000 metri, la strada necessita di interventi per la rimozione di slavine, massi e pietrisco, la risistemazione della segnaletica verticale danneggiata dalle nevicate e dalle slavine e, quando necessario, il rifacimento di muri di sostegno a valle e di contenimento a monte della carreggiata. La prima fase delle operazioni consente di disporre di un quadro complessivo della percorribilità dei 36 chilometri interamente sterrati della Provinciale 173, di cui circa 7 di competenza del Comune di Sestriere e 29 della Città Metropolitana. Prima della riapertura estiva dell’intera Provinciale 173, vengono eseguiti tutti gli interventi eventualmente necessari sui muri di sostegno e su quelli a monte della carreggiata sterrata, che viene come sempre lavorata e livellata ove necessario.
La Strada Provinciale 173 dell’Assietta nel tratto sterrato di alta quota viene riaperta in linea di massima ad inizio luglio, ma la data esatta dipende dalla situazione che viene riscontrata dalla Direzione Viabilità 2 della Città metropolitana di Torino dopo lo scioglimento della neve e dipende dai lavori di ripristino eventualmente necessari. La condizione necessaria per la riapertura estiva è la percorribilità in sicurezza dei 36 chilometri interamente sterrati della Provinciale 173, di cui circa 7 di competenza del Comune di Sestriere e 29 della Città Metropolitana di Torino.
La S.P. 173 resterà aperta sino al 31 ottobre, salvo emergenze causate dal maltempo o nevicate precoci che dovessero rendere insicura la circolazione. Trattandosi di una carreggiata sterrata, saranno in vigore il limite di velocità di 30 km orari, il divieto di sorpasso e di sosta al di fuori dei parcheggi segnalati. Il transito è vietato ai veicoli di massa a pieno carico superiore a 3,5 tonnellate e di larghezza superiore a 2 metri. Anche quest’anno verrà emanata un’Ordinanza specifica per la regolamentazione del transito estivo. È prevista la totale chiusura al traffico motorizzato dalle 9 alle 17 nelle giornate del mercoledì e del sabato nei mesi di luglio e agosto, salvo una deroga in occasione della Festa del Piemonte, in programma sabato 19 e domenica 20 luglio. La chiusura invernale è prevista dal 1° novembre 2025 al 30 giugno 2026, salvo proroghe dovute alle condizioni della strada e ai lavori necessari per ripristinare la circolazione in sicurezza.