Torino, “Quartiere San Donato”. Hanno prima scardinato la saracinesca di un negozio di telefonia, danneggiato gli arredi e gran parte del materiale presente all’interno, per poi dirigersi verso il retro del locale con l’obiettivo di aprire la cassaforte con dentro merce e documentazione sensibile, il tutto con l’utilizzo di un piede di porco.
Tre pattuglie dei Carabinieri si sono precipitate sul luogo del furto dopo che era scattato l’allarme collegato al 112 e hanno fatto ingresso nel negozio, che in un primo momento sembrava ormai vuoto. I militari hanno però agito d’astuzia, attendendo al buio qualche minuto all’interno del locale e facendo credere ai presunti ladri che si fossero allontanati per andare alla loro ricerca nelle vie limitrofe. I tre ragazzi nordafricani quindi, dopo aver aperto la porta del retro del negozio nel tentativo di darsela a gambe, sono stati sorpresi dalle pattuglie e, portati in caserma, sono stati poi dichiarati in stato di arresto.
Addosso ai giovani sono stati inoltre trovati: due coltelli a serramanico, con lama di 7,5cm e 10cm e una bottiglietta spray al peperoncino, con le linguette di sicurezza rotte e
verosimilmente pronta all’uso.
Il 20enne, 21enne e 22enne sono stati tutti arrestati in flagranza di reato per “tentato furto
aggravato”.
Sono 403 gli immobili confiscati alla mafia
Sono 403 gli immobili confiscati alla mafia e assegnati in Piemonte, altri 902 sono ancora in gestione dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati e in attesa di destinazione.
Questi i numeri illustrati in commissione Legalità del Consiglio regionale (presidente Domenico Rossi) dai rappresentanti della sede di Milano, che ha competenza per tutto il nord Italia, la dirigente Simona Ronchi e il funzionario di polizia Roberto Bellasio.
A livello nazionale c’è stata una crescita degli immobili gestiti: si è passati dai 975 del 2020 ai 3.900 del 2023.
In regione il comune che ha il maggior numero di beni assegnati è Cassano Spinola (Al) a cui è stata destinata un’intera tenuta con vitigno dove esiste un progetto per riprendere la produzione, seguito da Torino con 49 unità.
L’agenzia ha ripercorso le fasi storiche e le normative che hanno portato al modello di funzionamento attuale e ha annunciato l’implementazione della “piattaforma unica di destinazione”, una vetrina digitale dove i comuni e i soggetti interessati possono manifestare interesse.
Ciò che preoccupa molto i comuni – hanno proseguito – sono le questione urbanistiche, perché tantissimi immobili sono parzialmente o totalmente abusivi, in Piemonte ci sono parecchi casi.
A una domanda posta da Rossi sulla capacità degli enti del terzo settore di gestire beni di particolare pregio, come il castello di Miasino, hanno illustrato l’esperienza positiva della Lombardia che ha creato un “modello di coinvolgimento dei vari attori del territorio” che accompagna i comuni nelle diverse fasi. Questo ha portato, ad esempio, all’attuale ristrutturazione della masseria di Cisliano (Mi), grazie all’accesso a diverse linee di finanziamento.
Alla consigliera Elena Rocchi (Lista Cirio), che ha chiesto maggiori informazioni sulle risorse a disposizione dell’agenzia per la gestione di un così grande numero di beni, hanno chiarito che i fondi sono pochi e il bene viene gestito il tempo necessario per arrivare alla destinazione, mentre è migliorato il funzionamento della struttura grazie a un aumento del personale da 4 a 18.
Sono intervenute per approfondimenti anche le consigliere Nadia Conticelli (Pd) e Giulia Marro (Avs).
In corso Giulio Cesare di Torino, i carabinieri del nucleo radiomobile hanno denunciato una quarantatreenne di Orbassano, già nota alle forze di polizia, che dopo essere entrata in un negozio di abbigliamento, aveva rimosso i dispositivi di antitaccheggio da alcuni capi e stava tentando di rubarli nascondendoli dentro uno zaino; la proprietaria, insospettita dall’atteggiamento della donna, ha chiamato i Carabinieri che l’hanno arrestata e accompagnata in camera di sicurezza in attesa del rito direttissimo con imputazione di tentato furto aggravato.
Sestriere, cittadinanza onoraria all’Arma
Venerdì 25 ottobre 2024 resterà per sempre una data speciale per Sestriere. In questa giornata il Comune di Sestriere ha insignito della Cittadinanza Onoraria l’Arma dei Carabinieri per l’encomiabile servizio svolto al servizio della comunità e di tutti i fruitori della stazione turistica internazionale della Vialattea.
La cerimonia si è svolta in mattinata nella conferenze dell’ufficio del turismo alla presenza dei bimbi delle scuole, dei nonni del Colle e delle frazioni e di tante persone e famiglie che vivono e lavorano ai 2035 metri di Sestriere, il Comune più alto d’Italia.
Il Sindaco di Sestriere, Gianni Poncet, assieme al vicesindaco Maurizio Cantele e all’Assessore Emanuela Tedeschi Ruspa, ha accolto il Generale di Divisione Andrea Paterna, Comandante della Legione Carabinieri Piemonte e Valle d’Aosta, il Comandante Provinciale Carabinieri Torino, Generale di Brigata Roberto De Cinti, e il Comandante Compagnia Carabinieri Susa, Capitano Francesco Ricchiuto.
Il Sindaco Poncet e tutta la sua Giunta hanno consegnato al Generale Andrea Paterna una targa con la seguente dicitura – “All’Arma dei Carabinieri di Sestriere, presente sul territorio dal 1946, esprimiamo la nostra riconoscenza per il costante supporto dimostrato nei confronti di questa comunità. Questo senso di gratitudine deriva dalla vicinanza costante espressa dall’Arma nei confronti dei nostri cittadini durante i decenni di presenza sul territorio, garantendo sicurezza, rispetto della legalità e delle norme di civile convivenza, nonché il prezioso aiuto offerto a tutti i cittadini con particolare attenzione alle persone più fragili anche durante i periodi più critici. Desideriamo inoltre sottolineare il preziosissimo supporto garantito dal vostro personale durante lo svolgimento degli eventi sportivi internazionali che hanno costantemente interessato la località con particolare riferimento ai Mondiali di Sci Alpino del 1997, i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006, le varie tappe di Coppa del Mondo di Sci, del Giro d’Italia e del Tour de France”.
Di Stefano Calla’ *
L’Istituto Volta di Torino ha recentemente imposto il divieto di utilizzo di dispositivi elettronici, come gli smartphone, in classe, con l’obiettivo di ridurre le distrazioni durante le lezioni.
Sorvolando sullo scetticismo delle istituzioni riguardo all’uso della tecnologia come supporto concreto per una didattica più performante, proficua e inclusiva – soprattutto per gli studenti con disturbi cognitivi e dell’apprendimento –, è lecito chiedersi se la pratica del sequestro del dispositivo, da parte dell’insegnante o del dirigente scolastico, sia legittima dal punto di vista giuridico.
Secondo il Ministero dell’Istruzione, nella circolare del 19 dicembre 2022, “l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo utilizza sia per i compagni, oltre a costituire una grave mancanza di rispetto nei confronti del docente, configurando un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti volti non solo a prevenire tali comportamenti, ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore di tali atteggiamenti”. La circolare fornisce inoltre “linee di indirizzo e indicazioni sull’utilizzo di telefoni cellulari e altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, l’irrogazione di sanzioni disciplinari e il dovere di vigilanza e corresponsabilità da parte di genitori e docenti”.
Tuttavia, non esiste alcun riferimento esplicito a un “sequestro coatto” del dispositivo elettronico. Tale condotta, semplicemente, non rientra tra i poteri dell’insegnante, nonostante il suo ruolo di pubblico ufficiale.
L’articolo 646 del Codice Penale sancisce che “Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria del denaro o di una cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 1.000 a 3.000 euro. Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata”. Sebbene l’insegnante sia qualificato come pubblico ufficiale, non dispone dei poteri coercitivi propri dell’autorità giudiziaria. Ne consegue che il docente non può deliberatamente perquisire o sequestrare un effetto personale dell’alunno, nemmeno nell’ambito della sua funzione di vigilanza durante le ore di lezione. Una simile condotta potrebbe infatti configurare i reati di appropriazione indebita e eccesso di potere, escludendo invece la casistica del furto.
È importante sottolineare, però, che il rischio di una denuncia non comporta automaticamente un processo e una successiva condanna.
Da questa vicenda possiamo quindi trarre una conclusione: a volte, i tabù nei confronti del progresso o la mancata capacità di osservare certi fenomeni da una prospettiva più innovativa e moderna possono portare, seguendo i precetti dell’art. 646, a una condotta illecita.
La scuola italiana, oltre che a errare nel metodo, continua a tramandare pratiche troppo antiquate, somigliando sempre di più a musei piuttosto che a luoghi di innovazione.
* Avvocato
Sabato 26 ottobre alle 14,30. Manifestazione da piazza Arbarello a piazza Castello
Torino sarà una delle sette piazze italiane della giornata di mobilitazione nazionale “Fermiamo tutte le guerre, il tempo della pace è ora” per chiedere l’immediato cessate il fuoco a Gaza, in Medio Oriente, in Ucraina e in tutti i conflitti armati nel mondo.
La mobilitazione pacifista – a cui aderiscono sindacati, partiti, associazioni – è promossa dalle reti Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, AssisiPaceGiusta, Sbilanciamoci con l’obiettivo di portare nelle piazze italiane le proposte della società civile che chiede percorsi di pace, disarmo, giustizia sociale e climatica.
In un contesto internazionale sempre più militarizzato e segnato da guerre, a Torino si ritroveranno cittadine e cittadini del Piemonte, della Valle d’Aosta e di parte del territorio ligure, per dire insieme: “Basta con l’impunità. Basta con la complicità. Basta con l’inazione”.
L’appuntamento è per sabato 26 ottobre, alle 14,30, in piazza Arbarello.
Il corteo sfilerà per via Bertola, via Pietro Micca per giungere in piazza Castellodove verrà rilanciato l’appello per la pace.
Il 7 novembre parlerà alla Facoltà Teologica di Torino Elie Fayad , il direttore de L’Orient-Le jour di Beirut, uno dei più autorevoli organi di informazione del Medio Oriente, in un momento drammatico per il Libano , per la Regione, ma anche per tutti noi.
Con lui intervengono due personalità del giornalismo italiano come Lorenzo Cremonesi e Monica Maggioni.
L’incontro è organizzato dal Centro studi Peirone di Torino in collaborazione con la Fondazione Oasis diMilano
L’appuntamento è il 7 novembre , alle ore 17,30, nell’aula magna della facoltà teologica di via xx Settembre 83, Torino.
L’occasione sono i 100 anni del quotidiano di Beirut,fondato nel 1924. Da un secolo L’Orient-Le Jour difende gli stessi valori democratici , il pluralismo, l’apertura verso l’altro e il dialogo fra culture e religioni. Ha aperto le sue rubriche ai più prestigiosi pensatori, editorialisti, scrittori e giornalisti del Libano moderno.
L’incontro ha il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte.
Chi vuole può prenotare inviando mail a info@centro-peirone.it, entro martedì 5 novembre. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.
Proseguono i corsi di difesa personale, già alla quarta edizione dopo tre eventi precedenti, organizzati per offrire un’opportunità concreta di apprendere tecniche di autodifesa.
All’iniziativa tenutasi oggi a Leini’ era presente il presidente della Commissione Ambiente della Regione Sergio Bartoli: “Oggi, presso l’Istituto Comprensivo di Leinì, – ha commentato Bartoli – ho partecipato in qualità di consigliere regionale, ribadendo l’impegno della regione nel sostenere queste iniziative fondamentali per la sicurezza, che rimane una priorità assoluta”.
L’evento è stato promosso dall’USIC, rappresentata dal Segretario Generale Regionale Leonardo Silvestri, dai Segretari Regionali Stefano Arrotti e Roda Elettra, dal Segretario Provinciale Giovanni Mirabella. Sono intervenuti il Sindaco Luca Torello, il Vicesindaco Bruna Panero, l’Assessore Luca Conforti e altri rappresentanti comunali.
Patrocinato dal Comune di Leinì e da enti sportivi come CSEN e AICS, il corso ha visto la partecipazione di esperti come il Maestro Massimiliano Marsala (4° Livello FDKM-AICS) e le atlete Alessia Regis e Ludovica Lentini, ex gruppo sportivo Carabinieri. Durante l’evento, la psicologa Dr.ssa Patrizia Multari è intervenuta per offrire un supporto specialistico, trasmettendo un messaggio forte e chiaro: Stop alla violenza sulle donne.
Addio al giornalista Paolo Griseri
Paolo Griseri, giornalista della Stampa, di cui era stato vicedirettore prima di andare in pensione, già cronista di Repubblica e del Manifesto, è morto improvvisamente a 67 anni a Torino per un malore. Esperto di Fiat e di sindacato, è stato autore di libri e saggi su temi politici e sociali. Negli ultimi tempi sulla Stampa curava la rubrica di interviste “il bosco dei saggi”. Lascia la moglie Stefania Aloia, vicedirettore di Repubblica.