Una vittima e 1526 feriti impongono, sempre, prudenza e misura nei toni usati per intervenire in una vicenda che, senza dubbio, costituirà per sempre una ferita di indelebile rilevanza

Quella prudenza violata dai toni trionfalistici di chi, forse in preda a delirio di onnipotenza, si affretta a rivendicare il merito degli avvisi di garanzia indicando espressamente per chi li avrebbe richiesti.
Siamo abituati a lavorare a stretto contatto con la Magistratura torinese ed i cittadini possono essere certi che gli avvisi di garanzia, strumento a tutela della persona destinataria, giungono a seguito di serio lavoro investigativo e non su richiesta di personaggi in cerca di continua visibilità e promozione degli interessi di bottega.
Confidiamo dunque nell’operato della Magistratura, certi che saranno chiarite nel dettaglio tutte le eventuali reali responsabilità individuali indipendentemente dai tentativi di veicolarle verso altri o dalle strumentalizzazioni politiche che disturbano il clima in cui si sviluppa la necessità di fare piena luce sui riflessi nefasti causati dall’onda di panico ad oggi ancora inspiegabile.
Al Questore ed ai Funzionari interessati esprimiamo la nostra vicinanza che non è corporativa ma frutto della conoscenza diretta delle qualità professionali ed umane sempre dimostrate negli anni e nei difficili impegni di ordine pubblico, anche di rilevanza internazionale, affrontati dalla Questura di Torino e risolti con esito positivo ogni qual volta ne ha avuto l’esclusiva competenza.
Sappiamo bene quanto sia difficile avere la responsabilità di assicurare il migliore risultato, sempre auspicato, disponendo di risorse umane e mezzi non più adeguati a seguito delle scellerate scelte economiche che hanno falcidiato l’intero sistema sicurezza di questo Paese.
Quanto sta avvenendo, dunque, non mina il rapporto fiduciario che abbiamo e non lasceremo alcuno spazio a chi tenta di utilizzare biecamente questa tragedia e le doverose indagini della magistratura per isolare e processare politicamente figure di spicco della Polizia di Stato.
SIULP SAP SIAP
Bravo Perna Di Lorenzo
(foto: il Torinese)
Con una lectio magistralis
delle Forze Armate e della Polizia di Stato, dell’Ente Nazionale Aviazione Civile, dei Ministeri dell’Interno, dello Sviluppo Economico, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Fra loro anche un ufficiale superiore dell’Esercito bosniaco e due funzionari omaniti. Nelle cinque giornate di studio a Torino saranno analizzati temi sociali, politici, etnici, religiosi e culturali connessi con gli scenari “post-conflict” e sarà illustrata l’esperienza maturata dal nostro Paese. Il corso prevede l’uso esclusivo della lingua inglese in ossequio alla “consolidata internazionalizzazione degli studi e alla crescente osmosi culturale con i diversi interlocutori dei cinque continenti
affermato il Comandante della Scuola di Applicazione il Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto. Fulcro dell’iniziativa è il Centro Studi Post Conflict Operations (CSPCO), realtà di eccellenza del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’ Esercito. La presenza del Professore Francesco Profumo, già Rettore del Politecnico di Torino, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e nel biennio 2011-2013 Ministro dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca conferma la consolidata sinergia fra il mondo militare, accademico e istituzionale nel campo della formazione.
Domani, martedì 7 novembre, le auto con motore diesel di classe euro3 ed euro4 potranno tornare a circolare in città.
Gianluca Cammarata, di 41 anni, è il rapinatore seriale arrestato dai carabinieri della Compagnia Oltre Dora
Per la prima volta all’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino arriva una rivoluzionaria apparecchiatura per aiutare le pazienti sottoposte a chemioterapia a non perdere i capelli, grazie all’Associazione “Insenoallavita” Onlus. 

Sono finite in Tribunale le ripetute liti tra due vicine di casa. I fatti a Chieri, dove una 45enne è imputata di stalking contro la dirimpettaia
Erano a bordo di un convoglio Tgv Parigi-Milano, i due giovani corrieri della droga: un maliano di 33 anni e un nigeriano di 22 anni.
Appena prima che la polizia facesse irruzione nel suo “studio”, aveva effettuato un intervento di implantologia dentale con somministrazione antibiotica a un paziente
“L’impegno delle Forze armate italiane, a favore della pace e della stabilità globale, si inserisce nel comune sforzo della Comunità Internazionale per assicurare e sostenere le più diffuse condizioni di crescita e sviluppo socio-economico a livello mondiale”
mezzi a disposizione della Comunità Internazionale. Il modo di operare, il ruolo delle nostre Forze Armate deve essere infatti inquadrato in un approccio integrato, inter-agenzia, multinazionale e
multilivello, che trae legittimazione nel quadro giuridico del diritto internazionale e che rappresenta la migliore risposta per affrontare le moderne minacce e sfide alla sicurezza ed alla stabilità internazionale” “L’obiettivo della Difesa – ha aggiunto – è quello di mettere al servizio del Paese e della collettività nazionale uno strumento militare moderno, sempre più efficace ed efficiente, attraverso il quale l’Italia possa contribuire alla tutela del diritto internazionale”. Analizzando quanto sta accadendo sul Mediterraneo dove è evidente una relazione triangolare tra terrorismo, migrazione e instabilità di taluni Paesi, si comprendere che gli effetti della crisi si possono mitigare con un approccio sinergico da parte delle diverse realtà istituzionali, integrando iniziative militari e civili. In tale contesto la Difesa rappresenta un essenziale ingranaggio di questo complesso meccanismo istituzionale e il suo contributo non consiste solo nell’attuazione di operazioni militari di sicurezza, ma anche nella stabilizzazione dei Paesi in crisi “fornendo – ha spiegato il Capo di Stato Maggiore della Difesa – unità di addestratori nazionali che operano dotando di adeguate professionalità i comparti della Difesa dei Paesi destabilizzati per guidarli verso una più decisa,
futura, autonomia”. L’evento, nato da un’idea del prof. Pierpaolo Rivello, Procuratore Generale militare presso la Corte di Cassazione, ha visto la partecipazione di illustri relatori tra i quali il prof. Giuseppe Porro e il prof. Giuseppe Nesi, ordinari di diritto internazionale rispettivamente presso l’università di Torino e di Trento, la prof.ssa Silvia Cantoni, associato di diritto internazionale presso l’università di Torino, il Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, Comandante per la Formazione Scuola di Applicazione dell’Esercito, l’Ammiraglio Ispettore Capo (CP) Vincenzo Melone, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera e il Generale di Brigata Gino Micale, Capo del II Reparto del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.