I militari della Compagnia di Alba hanno tratto in arresto un cittadino nigeriano per la rapina avvenuta il 7 maggio in via Garelli ad Alba nei confronti di una donna. In quella circostanza il cittadino del centro Africa era riuscito ad asportare con violenza e minaccia, denaro contante ed una piccola spesa che la pensionata aveva acquistato poco prima al supermercato. Nella ricostruzione fatta dalla donna l’uomo l’aveva seguita fino all’interno del cortile di casa per rapinarla, non curandosi delle urla di aiuto della vittima e delle persone che passavano in quel frangente. Questa mattina, lunedì 10 giugno i Carabinieri della Stazione di Alba l’hanno tratto in arresto, notificandogli presso il carcere di Alessandria l’ordine di custodia cautelare emesso dal Tribunale di Asti.
Poste Italiane informa che da lunedì 17 giugno nella provincia di Torino saranno operativi i nuovi Codici di Avviamento Postale (CAP) attribuiti ai Comuni di Val di Chy e Valchiusa. I CAP attualmente in uso resteranno comunque in vigore per i prossimi sei mesi. In particolare al nuovo Comune di Val di Chy, che comprende gli ex Comuni di Alice Superiore, Lugnacco e Pecco, è stato attribuito il CAP 10039, e al nuovo Comune di Valchiusa, che comprende gli ex Comuni di Vico Canavese, Trausella e Meugliano, il CAP 10089. Il Codice di Avviamento Postale, da scrivere in modo corretto su ogni tipo di invio, è fondamentale per la lavorazione della corrispondenza, perché ne consente il trattamento automatizzato sia nella fase di smistamento che nella consegna finale da parte del portalettere. Tale modalità di invio della corrispondenza è stato introdotto in Italia nel 1967, e i CAP sono stati progressivamente modificati ed aggiornati a seconda delle nuove provincie o comuni che venivano istituiti nel corso degli anni. In ogni caso, per conoscere i nuovi CAP della propria zona ci si può rivolgere all’Ufficio Postale, contattare il Call Center di Poste Italiane al numero gratuito 803.160 o consultare il sito www.poste.it .
Sequestro del veterinario: trovati i colpevoli
Si è reso responsabile, circa due anni fa, in concorso con altre due persone rimaste ignote, di rapina aggravata ai danni di un medico all’interno di una clinica veterinaria a Piossasco. Si tratta di un cittadino italiano di 51 anni con precedenti di Polizia che, in quella circostanza, ha anche sequestrato per circa un’ora il medico della struttura
Erano circa le 2 di notte di una calda serata d’estate, lo specialista -che chiameremo Giulio– stava effettuando il suo turno di lavoro, quando si è presentato in clinica un uomo che ha finto di avere tra le mani un animale da curare, mentre un complice impugnava un oggetto, probabilmente una pistola. Giulio è stato spinto contro la vetrata dello sportello ed è stato immediatamente immobilizzato: gli sono stati legati i polsi e le caviglie con del nastro adesivo, gli è stata coperta la testa con un panno ed è stato fatto sdraiare sul pavimento sotto un tavolo. Solo successivamente ha fatto ingresso, all’interno del locale, una terza persona, e mentre uno dei tre lo ha vigilato per tutto il tempo gli altri due hanno proceduto a sradicare dal muro una delle due casseforti, che è poi stata portata via, svuotando il contenuto dell’altra, la più grande, che conteneva 150 euro. Altri 90 euro sono stati invece prelevati da un portafogli posto all’interno della sala visite. I tre hanno poi abbandonato il locale, e solo quando Giulio non ha più sentito rumori, è riuscito a liberarsi ed ha chiamare i soccorsi. Sono stati per lui 60 minuti interminabili. L’intensa attività investigativa del personale del Commissariato “San Paolo” hanno consentito di individuare uno dei responsabili, M.R.. L’uomo è stato arrestato in esecuzione all’applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Gli accertamenti tecnici finalizzati all’estrazione del profilo genetico presente sui reperti – tracce ematiche rinvenute su un foglio trovato a terra e su alcuni punti di una finestra – ha permesso ai laboratori di genetica forense del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica di Torino di estrarre un profilo genetico appartenente ad un uomo. Gli esiti degli accertamenti sono risultati positivi in termini di piena compatibilità con il campione biologico prelevato a M.R. mediante tampone buccale.
Aprono porta del Pam con machete e rubano
Con un machete ed un coltello da macellaio hanno creato un varco nella porta d’accesso di un supermercato, poi hanno rubato merce varia ed elettrodomestici per 1000 euro, a Rivarolo Canavese. E’ accaduto qualche notte fa. Ma sul posto sono intervenuti i carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Ivrea su richiesta dell’Istituto di vigilanza che aveva ricevuto l’allarme per il furto in corso al Pam di Rivarolo. L’intervento immediato ha consentito di arrestare i due ladri, di 26 e 27 anni, senza fissa dimora, in flagranza di reato. I due sono stati sorpresi con il carrello del supermercato riempito con la refurtiva. Il gip del Tribunale di Ivrea ha convalidato successivamente gli arresti.
M.Iar.
Nella serata di venerdì 7 giugno 2019 gli equipaggi della Polizia di Stato di Novara sono intervenuti in via San Francesco d’Assisi per una lite tra due stranieri
Giunti sul posto gli agenti delle “volanti” notavano la presenza di un giovane in stato di agitazione con il cranio lesionato ed un’evidente fuoriuscita di sangue. Nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi si riusciva ad identificare la vittima, un cittadino italo marocchino di 23 anni che forniva una dettagliata descrizione dell’aggressore che poco prima l’aveva aggredito colpendolo più volte con una catena in acciaio. Una volta acquisita la descrizione del soggetto le pattuglie, dopo una breve ricerca lo rintracciavano: alla vista degli agenti iniziava ad agitarsi ma veniva prontamente bloccato. Si recuperava anche la catena usata per colpire la vittima, che era stata occultata vicino alle rastrelliere delle biciclette. Lo straniero, un cittadino irregolare egiziano di 23 anni, pertanto, era portato in Questura mentre gli agenti continuavano l’attività d’indagine volta a capire i motivi dell’aggressione, recandosi presso il Pronto Soccorso, dove il personale medico riferiva il malcapitato aveva riportato serie conseguenze, tanto che alla fine degli accertamenti riportava 30 giorni di prognosi. Al termine degli accertamenti lo straniero, accusato di tentato omicidio, veniva arrestato e condotto presso la casa circondariale di Novara, comunicando il tutto all’Ufficio immigrazione per le pratiche relative all’espulsione dal territorio nazionale.
M.Iar.
Atti osceni vicino a minori: arrestato 26enne
E’ stato sorpreso nei pressi di scuole e società sportive
Ieri pomeriggio, agenti del Commissariato di P.S. “San Secondo” hanno arrestato un ventiseienne marocchino responsabile di atti osceni in prossimità di minori. Il giovane era stato segnalato al 112 NUE poiché intento a masturbarsi per strada. All’arrivo della pattuglia di polizia veniva appurato, attraverso la testimonianza di più passanti, che il giovane in questione si era appena reso responsabile di atti di autoerotismo, per strada, sulla via Massena, noncurante del via vai di ragazze di giovane età e di bambini, attesa la presenza, nelle immediate vicinanze, di tre scuole materne e di una società ginnico/sportiva. Il giovane, già denunciato per lo stesso titolo di reato il 23 maggio u.s., allorquando era stato segnalato a commettere gesti simili in prossimità di luoghi abitualmente frequentati da minori, è stato tratto in arresto per atti osceni in prossimità di minori.
Trapiantato con successo un fegato rivitalizzato
In una macchina di perfusione normotermica
trapianti di fegato, aprendo nuove strade, tra cui la possibilità di rivitalizzare il fegato prelevato e valutarne in sicurezza la funzionalità al di fuori del corpo del donatore, prima dell’impianto nel ricevente. Per fare questo è stata utilizzata la nuovissima tecnica detta NMP (Normothermic Machine Perfusion), ovvero la perfusione ‘a caldo’ (37 gradi, la temperatura del corpo) del fegato donato. Con lo sforzo comune ed il lavoro notturno di tutto un ospedale, ed in particolare dei centri di Coordinamento Regionale (professor Antonio Amoroso e dottoressa Anna Guermani), della Banca del Sangue delle Molinette (dottoresse Anna Maria Bordiga e Paola Manzini), del Laboratorio Analisi (dottor Giulio Mengozzi), nonché del Coordinamento Infermieristico e di Sala Operatoria del Centro Trapianto Fegato, è stato eseguito con successo il trapianto epatico sul paziente. Dopo il prelievo dal donatore, il fegato è stato trasportato nella sala operatoria del Centro Trapianti, dove è stato sottoposto alla procedura di NMP (vedere foto allegata). Questa consiste nella perfusione continua dell’organo, attraverso le cannule ed il circuito ossigenato della macchina, utilizzando sangue umano da donatori e sostanze nutrienti in soluzione. Già dopo 2 ore di vita ‘artificiale’ in macchina si è capito che la funzione dell’organo si stava riprendendo in modo ottimale, quasi insperato. Ciò ha consentito di procedere con l’anestesia del paziente e con l’intervento chirurgico di rimozione del fegato malato. Dopo un totale di poco più di 5 ore di perfusione NMP, il fegato è stato quindi impiantato sul ricevente. La funzione immediata post-trapianto è stata da subito molto buona ed ora, dopo alcuni giorni dal trapianto, il paziente è in via di dimissione. Oggi le tecniche di perfusione d’organo ‘ex vivo’ stanno entrando nella pratica clinica, nelle loro varie forme di utilizzo (in genere ‘a freddo’ e con solo ossigeno), coinvolgendo ormai più di un terzo dei trapianti di fegato e permettendo di migliorane gli esiti precoci. Tuttavia questa nuova tecnica ‘a caldo’ utilizzata permette di fare un passo oltre, ovvero rigenerare ed utilizzare in sicurezza organi che altrimenti sarebbero scartati per un rischio troppo elevato per il ricevente. Si calcola che saranno una decina all’anno i fegati che verranno valutati con questa nuova tecnica normotermica. Ora si aprono nuove prospettive future per i trapianti di fegato.
Invidio chi ha sempre delle certezze, ma rischia di essere un ottuso. Capisco chi ha organizzato la manifestazione di solidarietà verso il tabaccaio di Pavone. Per ora una sola certezza Ion Stavila, anni 24, moldavo, è stato ucciso da Franco Iachi Bonvin tabaccaio esasperato dalle continue rapine nella sua tabaccheria di Pavone. E già ci sono i novelli locali e un po’ ciarlatani giustizieri della notte che si chiedono e chiedono: se si introducono a casa tua non gli puoi sparare? No, non gli puoi sparare. Lo vieta espressamente il Codice Rocco promulgato durante il ventennio fascista. Almeno qui i comunisti non c’ entrano niente. Carlo Nordio, ex magistrato che ai tempi di mani pulite tentò (inviano) di indagare sui vertici del PCI per finanziamento illecito, consulente giuridico dell’ allora ministro Calderoli proprio sulla la legittima difesa .Precisamente essendo lo Stato garante della difesa della proprietà privata è vietato per l’ individuo usare la forza e le armi per difenderla. A meno che non sia in pericolo la propria incolumità fisica. Tant’ è che il tabaccaio è stato indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Il magistrato dovrà appurare questo. Ma per gli irriducibili queste considerazioni valgono zero, convinti che ora l’ attuale legge risolverà qualcosa. E si sbagliano di brutto. Questa legge non assolve chi spara, il magistrato deve appurare le dinamiche e poi decidere. Ma anche tutto ciò per gli irriducibili è solo fuffa, e portano a prova delle loro convinzioni la partecipata manifestazione di solidarietà al tabaccaio. Persino il Ministro degli Interni il Matteo Salvini in arte Rambo gli ha portato la sua. Benissimo, benissimo ed ha lenito le sofferenze dell’esercente. Benissimo ma ininfluente sull’ operato della magistratura eporediese diretta da un ottimo magistrato come Giuseppe Ferrando. Traffico di droga via Whatsapp e Facebook
I Carabinieri eseguono 8 provvedimenti cautelari per spaccio in un quartiere della movida. Sequestrato un revolver privo di matricola
I carabinieri della Compagnia San Paolo stanno eseguendo un provvedimento cautelare a Torino con otto destinatari delle misure disposte dal Gip del Tribunale di Torino su richiesta della Procura della Repubblica per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Vanchiglia, in particolare in piazza Santa Giulia, noto per la movida. Li operava un gruppo criminale, composto da 3 italiani, 1 tunisino e 4 albanesi, specializzato nello smercio di eroina. Per sviare le indagini la vendita e gli appuntamenti venivano concordati con i clienti tramite whatsapp e facebook. Durante le perquisizioni è stato sequestrato un revolver privo di matricola. Sono stati impiegati 50 carabinieri supportati da un’unità cinofila. L’indagine, condotta tra il mese di dicembre 2017 e luglio 2018 parte dalla denuncia di un italiano trovato in possesso di 8 ovuli di cocaina destinati alla vendita al dettaglio nel quartiere Vanchiglia. Le indagini hanno consentito di documentare un’intensa e costante attività di spaccio che aveva come principale base logistica un circolo privato, risultato totalmente estraneo ai fatti. Nel corso delle indagini sono state già arrestate in flagranza due italiani ed un albanese, denunciato un italiano ed un albanese, sequestrate centinaia di dosi di hashish, marijuana e cocaina ed identificati 40 acquirenti di differente età ed estrazione sociale.
Il Questore di Torino ha sospeso la licenza per la somministrazione di cibi e bevande ad un esercente commerciale, disponendo l’immediata chiusura per 15 giorni. Il bar, situato in corso Filippo Turati, resterà chiuso fino al prossimo 26 giugno. Nel mese di marzo, durante un controllo straordinario del territorio, gli agenti del Commissariato San Secondo, coadiuvati da personale del Reparto Prevenzione Crimine e da operatori della Polizia Municipale, hanno constatato che il locale commerciale era abituale ritrovo di persone pregiudicate e pericolose per l’ordine e la sicurezza pubblica. Inoltre il proprietario, un cittadino di origini cinesi, era stato sanzionato amministrativamente per aveva collocato all’interno del locale 3 apparecchi da gioco, a breve distanza da obiettivi sensibili, ma anche per violazioni legate a norme igienico-sanitarie e ad insegne pubblicitarie. Ancora nel mese di maggio, il personale del Commissariato di zona aveva contestato medesime violazioni: incurante delle precedenti sanzioni, aveva reinstallato 2 apparecchiature per il gioco. L’ultimo controllo risale a qualche giorno fa.





