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DELEGAZIONE MILITARE CINESE A TORINO

Una delegazione delle Forze Armate della Repubblica Popolare Cinese è stata ricevuta oggi al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Accolti a Palazzo Arsenale dai vertici dell’Istituto, gli undici ufficiali cinesi hanno assistito ad un briefing sui compiti attuali e le prospettive future di uno degli enti di formazione più antichi d’Europa. L’iter di istruzione degli ufficiali presso la Scuola di Applicazione, basato su una efficace sinergia fra Esercito, Università degli Studi e Politecnico di Torino, ha suscitato grande interesse nei visitatori stranieri favorevoli a consolidare progetti di reciproca collaborazione sul campo addestrativo. Dopo la visita agli storici locali del settecentesco Palazzo Arsenale la giornata si è conclusa con un cordiale incontro fra i militari cinesi e una rappresentanza di tutte le categorie del personale in servizio al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Nel lasciare Torino il vertice della delegazione, Colonnello Superiore Shi Jingzhong, ha espresso il proprio apprezzamento per i proficui risultati conseguiti dalla Scuola di Applicazione nell’assolvimento dei compiti istituzionali ed ha auspicato il rafforzamento della cooperazione fra Italia e Cina in una comune ottica di consolidamento della sicurezza internazionale.

Addestratore morto per malore: non è stato ucciso dal cane

Le ferite sono state inferte sì dal cane, ma dopo la morte del giovane addestratore 26enne. Non è stato quindi il cane Sid ad uccidere Davide Lobue, l’addestratore cinofilo trovato morto sabato scorso in un giardino di Monteu da Po. I  riscontri dell’autopsia eseguita dal medico legale Roberto Testi hanno attribuito il decesso del giovane a un malore fulminante. L’animale, un bull Terrier, era stato affidato da un amico al ragazzo. Le lesioni provocate dal cane sono avvenute dopo la morte dell’addestratore.

 

(foto archivio)

La bolletta da 1 cent è vera. L’azienda si scusa per l’inconveniente

L’ avviso per morosità inviato al marito scomparso da poco di una anziana residente di Prata (Pordenone) è autentico, anche se l’importo da saldare è  di solo un centesimo.  Il Gazzettino ha raccontato la storia della donna che si è vista recapitare una raccomandata con ricevuta di ritorno con cui il fornitore di energia – Audax Energia di Vinovo – ha messo in mora il servizio di cui  lei usufruisce. L’agenzia ANSA ha contattato la società, che ha confermato l’autenticità della bolletta e si è scusata per gli inconvenienti creati: valuterà il da farsi. Il fratello del defunto ha dichiarato che certe cose non dovrebbero capitare, soprattutto per rispetto ad una anziana vedova.

Comital, sospensione dei licenziamenti e cassa integrazione


Cassa integrazione per 12 mesi e sospensione della procedura di licenziamento per tutti i lavoratori: è il risultato dell’incontro di oggi tra azienda e organizzazioni sindacali sulla vertenza Comital, svoltosi negli uffici dell’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, alla presenza dell’assessora Gianna Pentenero e del sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne. Comital chiede 12 mesi di cassa integrazione straordinaria, a partire dal 22 novembre, con la finalità di trovare un acquirente; fino all’accettazione della domanda i licenziamenti vengono sospesi, successivamente all’accoglimento verranno definitivamente revocati. Commenta il sindaco di Volpiano Emanuele De Zuanne: «Ringrazio tutti coloro che hanno creduto nella possibilità di ottenere questo importante risultato e si sono impegnati strenuamente per raggiungerlo. Sono state fondamentali sia la determinazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, sia la disponibilità delle parti a dialogare per trovare una soluzione positiva alla vertenza, insieme alla mediazione della Regione Piemonte; è stato molto positivo il cambio di posizione da parte dell’azienda. Esprimo la soddisfazione dell’amministrazione comunale di Volpiano per il risultato raggiunto. È un primo fondamentale risultato e bisogna continuare a lavorare per una soluzione definitiva».

Montezemolo, l’ironia e la fermezza di un cardinale che onorò l’Italia e la Chiesa

di Pier Franco Quaglieni

Papa Francesco, in una delle sue uscite a sorpresa dal Vaticano, era andato a trovarlo in ospedale; è accaduto circa un anno fa quando il cardinale era ricoverato in una casa di cura a Roma

 

Si svolgono stamane a Roma nella basilica di San Pietro le esequie  del cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo. Aveva 92 anni ed era malato. Era stato Nunzio apostolico in diversi Paesi del mondo, tra i quali l’Italia, e Arciprete della basilica papale di San Paolo fuori le mura. Era nato a Torino il 27 agosto del 1925. Papa Francesco, in una delle sue uscite a sorpresa dal Vaticano, era andato a trovarlo in ospedale; è accaduto circa un anno fa quando il cardinale era ricoverato in una casa di cura a Roma. Era figlio del col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo,  fucilato alle Fosse Ardeatine nel marzo 1944, che era stato capo del fronte clandestino romano dopo l’8 settembre 1943. Una figura di spicco della Guerra di Liberazione, un autentico patriota  di cui il Cardinale serbava un grande e forte ricordo e di cui era giustamente orgoglioso. Fu un grande diplomatico vaticano, molto amico del Papa  Benedetto XVI di cui creo’ lo stemma araldico .Montezemolo era uno studioso appassionato di araldica su cui scrisse anche un libro considerato come il più autorevole in materia. Forse la Segreteria di Stato vaticana avrebbe avuto al suo vertice ben altro uomo, se lui fosse stato scelto al posto del discusso cardinal Bertone. Sono stato in rapporti con lui per molti anni e mi fu grato per aver ricordato suo padre in più occasioni. Sarebbe voluto intervenire di persona, ma gli acciacchi dell’età gli consentirono solo di inviare messaggi di altissimo livello morale e storico. Ci fu una Resistenza politica e una Resistenza militare, patriottica, con le stellette di cui il gen. Giuseppe Perotti e il col. Montezemolo, ambedue medaglie d’oro al valor militare, sono i più fulgidi esempi. Furono fucilati ambedue, uno al Martinetto di Torino e l’altro alle Fosse Ardeatine di Roma perché vennero traditi. Ma il Cardinale aveva solo parole di perdono cristiano verso i carnefici del padre, anche  se teneva molto che fosse ricordato il suo sacrificio. Quando mia madre compì cento anni e venne festeggiata al Circolo della Stampa nel luglio 2016,mandò un messaggio di auguri, accompagnando la speciale benedizione di Papa Francesco, scrivendo di mia madre che era “una donna del Risorgimento”. In quell’occasione  tacque a Torino chi invece avrebbe dovuto farsi sentire e ,con un  giorno di ritardo, fece avere un augurio stampato a mia madre. Il Cardinale di Montezemolo è stato un grande torinese che appartenne ad una nobile e importante famiglia piemontese. Il fatto che ci sia anche un discendente di nome Luca è secondario e casuale. A Luca, con cui intrattenni qualche rapporto, inviai un articolo sull’eroico Colonnello, ma capii che forse non conosceva neppure la sua storia. Una volta accennai l’episodio al Cardinale che si limitò a sorridere. Era un uomo mite, ironico, fermissimo nella sua esemplare fede cristiana fatta anche di tolleranza e di compassione per gli errori e le debolezze umane .

 

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 A volte la vita è davvero imprevedibile. Ieri sera  a Roma, al ristorante di piazza del Pantheon dove ero solito vedermi con Marco Pannella, ho visto un gruppo di  turisti americani che mangiava pesce, sorseggiando un barolo Cordero di Montezemolo. La combriccola felice forse non sapeva neppure di bere un grande vino inadatto col pesce e ,meno che mai ,sapeva dei Cordero di Montezemolo, un nome che ha onorato il Piemonte, l’Italia, la Chiesa. Anche tantissimi italiani non sanno nulla di quella famiglia che appartiene alla migliore storia del nostro Paese. L’ignoranza  e l’oblio prevalgono  e la barbarie può facilmente prevalere sull’Italia civile. Il Cardinale di Montezemolo ci ricorda  invece che esiste un’altra Italia a cui guardare per uscire dal pantano.

 

quaglieni@gmail.com

Da martedì torna il blocco del traffico

IL COMUNE INFORMA

A seguito del superamento per più di 4 giorni consecutivi dei limiti previsti di PM10, martedì 21 novembre, blocco della circolazione dei veicoli privati Diesel Euro 0,1,2,3,4 e Benzina, gpl e metano Euro 0.
• 8:00-19:00 per i veicoli adibiti al trasporto persone;
• 8:30-14:00 e 16:00-19:00 per i veicoli adibiti al trasporto merci (gpl/metano possono circolare)
Informazioni e dettagli su: www.comune.torino.it

Legambiente, nuovi alberi a dimora nelle zone colpite dagli incendi.

“Il futuro non si brucia” è lo slogan che accompagna la Festa dell’Albero 2017 

Il futuro non si brucia. È lo slogan che accompagna quest’anno la Festa dell’Albero, l’iniziativa organizzata da Legambiente che vedrà martedì 21 novembre circa 500 appuntamenti organizzati in tutta la Penisola, per portare un messaggio di impegno collettivo per la rinascita del verde, con la piantumazione simbolica di nuovi alberi soprattutto nelle aree protette danneggiate dalle fiamme. Al centro delle iniziative, infatti, quest’anno c’è il tema degli incendi boschiviche hanno dilaniato anche il Piemonte non risparmiando zone di alto valore naturalistico.

All’invito di Legambiente per celebrare la Festa dell’Albero hanno risposto in tutta Italia mille classi con il coinvolgimento di oltre 25 mila studenti e la piantumazione di migliaia di piante. Un gesto di gratitudine e di rispetto verso questi polmoni verdi che svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione del dissesto idrogeologico, nel mantenimento degli equilibri del pianeta e contribuiscono al benessere e alla qualità della vita.

 

Il 2017 verrà ricordato come un anno orribile per la devastazione prodotta dal fuoco che ha divorato anche gran parte del patrimonio naturalistico italiano. Nel 2017, secondo i dati elaborati da Legambiente (aggiornati al 30 ottobre scorso), sono andati in fumo nel nostro Paese ben 140.430 ettari di superfici boschive, pari al 293,0% del totale della superficie bruciata in tutto il 2016 (47.926 ettari). In Piemonte sono stati distrutti dal fuoco ben 4.212 ettari di bosco.

Proprio per questo Legambiente -che quest’anno si avvale del supporto dei partner tecnici Federlegno Arredo, ConLegno, Assocarta e lAssociazione Forestale Italiana– martedì 21 novembre procederà alla piantumazione simbolica di un albero nelle aree colpite dagli incendi. L’iniziativa di punta pimontese si svolgerà in Valsusa proprio per portare un messaggio di impegno collettivo per la rinascita del verde nelle aree colpite dai roghi: l’appuntamento è per martedì 21 novembre a partire dalle ore 10 a Mompantero (To) nella nuova sede della Protezione Civile dove verrà piantumata una quercia farnia con il coinvolgimento dei bambini della scuola materna Eredi Vottero e la protezione civile comunale.

 

Ma le iniziative della Festa dell’Albero toccheranno tutta la regione per sensibilizzare l’intera cittadinanza sull’importante ruolo svolto dagli alberi per il territorio. Tra le iniziative previste in Piemonte martedì 21 novembre si segnalano: la messa a dimora di alberi nell’orto botanico dell’istituto professionale Andriano di Castelnuovo Don Bosco (At); la piantumazione in tre plessi scolastici della città di Carmagnola (To); la passeggiata nel Parco della Pace di Pinerolo (To) che darà il benvenuto a nove nuovi alberelli in sostituzione a quelli morti per la siccità estiva; la piantumazione su due viali della città di Rivoli (To), nonché in alcuni cortili scolastici; l’evento “Alberi per il futuro” che prevede la messa a dimora ad Arona (No) di un albero da frutto nel giardino dell’istituto comprensivo Giovanni XXIII; il doppio appuntamento di Barge (Cn) che al mattino prevede una passeggiata nel verde urbano con le guardie forestali e le scuole cittadine e in serata un convegno sul patrimonio boschivo. Altre piantumazioni sono previste a Lagnasco (Cn)Alba (Cn)Villanova d’Asti (At) e Luserna San Giovanni (To).

 

“Il nostro Paese ha un patrimonio boschivo unico che è in continua espansione, nonostante il consumo di suolo vada avanti a ritmi sostenuti e, soprattutto, malgrado le migliaia di incendi che colpiscono ogni anno le foreste italiane –dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. L’albero è un prezioso alleato nella lotta ai cambiamenti climatici, proteggerlo significa anche difendere il territorio e le specie che lo abitano. Le iniziative per la Festa dell’Albero di quest’anno, seppur simboliche, hanno proprio l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini, a partire dalle giovani generazioni, sul valore ecosistemico degli alberi e di prevenire, attraverso una maggiore consapevolezza, azioni dolose ai danni del patrimonio boschivo”.

 

Sempre nell’ambito della Festa dell’Albero 2017, sarà celebrata la Giornata nazionale dell’Albero, promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, attraverso la realizzazione di un percorso di educazione ambientale che coinvolgerà le classi in un percorso didattico che durerà fino ad aprile 2018. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione degli studenti sull’insostituibile valore degli alberi e dei boschi per il nostro pianeta. Attraverso materiale didattico, incontri e attività, Legambiente stimolerà la riflessione sui cambiamenti climatici, l’uso del suolo, il risparmio delle risorse e a conclusione del percorso verrà promosso il concorso fotografico “Il futuro non si brucia”.

 

La Festa dell’albero, infine, viaggia anche sui social. “Per fare un albero ci vuole un hashtag” è, infatti, la campagna social promossa da Conlegno e Legambiente per invitare gli utenti a pubblicare foto, video, contributi scritti e disegni su Facebook, Twitter e Instagram utilizzando l’hashtag #unalberoè: un modo per porre l’attenzione sull’importanza che il verde riveste nella vita quotidiana. Inoltre ogni 50 post pubblicati utilizzando l’hashtag #unalberoè, Conlegno si impegna a donare un albero per dare vita a spazi verdi nelle aree che maggiormente necessitano di interventi.

 

Corso Dante – via Grossi: lavori Iren fino al 2 dicembre

Proseguiranno fino al prossimo 2 dicembre, in corso Dante all’altezza di via Tommaso Grossi, i lavori per consentire l’allacciamento di alcuni condomìni alla rete del teleriscaldamento e garantire così il funzionamento degli impianti termici per il riscaldamento domestico. Il cantiere ha determinato un restringimento della carreggiata che, ancora per i giorni a venire e fino al ripristino definitivo del manto stradale a cura di IREN, potrà determinare rallentamenti della circolazione veicolare. In alternativa al cavalcavia di corso Dante che rimane comunque percorribile, gli automobilisti possono utilizzare quelli dei corsi Sommeiller e Bramante.

Elisabetta Chicco, la sensualità dell’intelligenza

di Pier Franco Quaglieni

Sabato 18 novembre e’ mancata Elisabetta Chicco Vitzizzai, scrittrice e saggista torinese conosciuta ed apprezzata in tutta Italia. L’emozione per la sua morte crudele ed improvvisa mi impedisce quasi di scrivere perché il sentimento prende il sopravvento. Eravamo amici dal 1984,anche se la nostra conoscenza risale a tempi precedenti. Qualche mese fa recensii il suo penetrante saggio su Nietzsche che ebbe la prefazione di Remo Bodei, uno dei filosofi più seri e selettivi che io conosca (leggi: http://www.iltorinese.it/linea-di-confine-spigolature-di-vita-e-storie-torinesi-11/). La vidi molto sofferente all’esordio torinese al Centro Pannunzio del suo libro che venne poi presentato a fine ottobre anche a Cagliari. Malgrado il dolore che la attanagliava, volle parlare del suo libro e ne parlò con un lucidità incompatibile con la sofferenza che manifestava, dimostrando una forza stoica eccezionale. Quella sera ci impartì , senza volerlo , una grande lezione di vita: stringere i denti e andare avanti comunque. Un medico quella sera le consigliò di andare al pronto soccorso, ma lei non volle sentire ragioni. Era una donna forte e coraggiosa, ferma nelle sue idee, anche se possedeva una grande ironia che rivolgeva in primis a sé stessa. Sarebbe lungo anche solo citare le sue opere che crocianamente parlano e continueranno a parlare per lei. Era figlia del notissimo pittore Riccardo Chicco, una delle figure più straordinarie della cultura torinese del Novecento, ed era orgogliosa di un padre straordinario e in certo modo difficile come lui. Come Riccardo seppe usare il pennello e la matita ,così Elisabetta seppe servirsi della penna e del computer.

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Ha rappresentato con maestria un mondo torinese fatto di impegno civile,  genialità,  trasgressione, amore per la vita. Mario Soldati, quando la vide nel 1987,si innamorò a prima vista di lei, della sua elegante figura , che gli faceva pensare alle donne di Modigliani, e del suo stile. Accadde alla mostra delle caricature che suo padre pubblicò per anni su “La Stampa” . Dovetti ricondurlo alla ragione e fu molto difficile. Ancora anni dopo Soldati si ricordava di quel volto che vide per caso in una fotografia. Era una donna affascinante nella sua intrigante intelligenza femminile, mai sterilmente femminista, che seduceva senza volerlo innanzi tutto per le cose che diceva, prima ancora che per la sua bellezza. Pensarla morta mi appare una cosa impossibile perché la sua vitalità era infinita. Organizzammo insieme il Centenario della nascita di suo Padre al Comune di Torino. Fu una cerimonia austera e severa, ma anche gioiosa perché Chicco non poteva essere commemorato. Tanti allievi dell’artista che aveva insegnato al Liceo “d’Azeglio”, accorsero a sentirla parlare di suo padre che fece rivivere con brio straordinario. Sapeva parlare in modo eccezionalmente coinvolgente e non so se i suoi allievi si resero pienamente conto della docente che avevano avuto la fortuna di incontrare. Ad Albenga dove la invitai a parlare una volta, molti si ricordano della sua lectio magistralis anche se il tema trattato era lieve. Aveva innato il dono della parola parlata e scritta. Fummo anche colleghi nell’insegnamento dove era nota per la sua straordinaria preparazione e per il suo rigore. Finimmo insultati ,in tempi diversi, sul muro davanti all’ingresso dell’edificio dove insegnavamo . Lei venne volgarmente insultata per la sua severità ,io venni definito un “maiale nazista”, forse dagli stessi studenti. Eravamo ad almeno quindici anni dal‘68 e sopravviveva un manipolo di contestatori che pensavano di intimidirci per poter fruire di una promozione facile. Sono episodi che invece ci inorgoglirono perché avevamo fatto la stessa fine di Franco Venturi, sistematicamente insultato per la sua fermezza nel pretendere dagli allievi lo stesso impegno che come professore aveva profuso. Era stata allieva alle scuole medie della figlia di Augusto Monti Luisa Sturani . Una volta che io scrissi negativamente del comunismo sterile e bigotto della professoressa, mi critico’ con asprezza. Era una donna di sinistra, ma il suo essere di sinistra non significava essere prigionieri di un’ideologia, ma essere capaci di pensare senza pregiudizi.

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Viveva in modo borghese nella bella casa di via Cavour dove aveva abitato suo padre, vestiva con raffinata eleganza e persino con ricercatezza, ma detestava il modo di vivere stereotipato e conformista di tanti torinesi sui quali già Gozzano aveva ironizzato. E odiava anche l’eskimo dei contestatori in jeans. Io ,a volte ,temevo il suo giudizio che era sempre libero da ovattamenti amichevoli. Quando venne alla presentazione del mio ultimo libro all’Università ,le chiesi timidamente come fosse andata e il suo consenso mi allietò molto, ma forse la sua benevolenza di quella sera già celava qualcosa. Un’Elisabetta troppo buona era un segno non positivo del suo stato di salute. Una come lei era di natura graffiante perché esprimeva naturaliter una sensualità dell’intelligenza ,come diceva di Soldati Geno Pampaloni ,che non può essere rattenuta dalle regole banali della quotidianità . Io non so come il marito Pietro e la figlia Tristana potranno vivere senza di lei che occupava uno spazio proporzionale alla sua vitalità intellettuale e umana. Il mondo culturale torinese, nella sua incommensurabile inconsistenza e nel suo narcisismo intellettualistico, non ha dato a lei ciò che lei ha dato a questa città. Ma forse proprio questo fatto sta a dimostrare la sua importanza . Come qualche giorno fa a festeggiare i 90 anni di Guido Ceronetti non si è visto nessun esponente delle Istituzioni, così appare incomprensibile il disinteresse finora dimostrato per la sua morte da parte di chi non dovrebbe ignorare cosa ha rappresentato il nome Chicco per Torino. Una città provinciale ed angusta come questa in cui ci troviamo a vivere, non meritava una scrittrice come lei.Anzi, direi, una donna straordinaria come è stata Elisabetta, gioiosa ed austera contemporaneamente, sempre libera, curiosa ed aperta. In questo momento mi vengono alla mente scrittorelle torinesi che godono di un successo televisivo. Ecco, la Chicco era il loro opposto ed è un gran giorno di lutto per la cultura italiana la sua morte. I funerali si terranno martedì 21 novembre alle 10 al Cimitero Monumentale di Torino.

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Oftalmico, gli infermieri: “blocchiamo la convenzione Asl-Città della Salute”

RICEVIAMO E PUBBBLICHIAMO

“Apprendiamo di questa pseudo convenzione firmata dai vertici dell’Asl e da quelli della Città della Salute, con i direttori generali Alberti e Zanetta, per quel che riguarda l’utilizzo del personale dell’ospedale Oftalmico da parte della stessa Città della Salute. Si tratta di un atto gravissimo, antisindacale, che viola in modo palese il contratto, al quale ci opporremo con ogni mezzo possibile, anche di natura legale. Diffidiamo il direttore Alberti e l’assessore alla Sanità Saitta, che di certo non è all’oscuro di tale operazione, dal proseguire su questa strada per risolvere la questione legata al travagliato trasferimento dell’Oftalmico. Comprendiamo l’ansia della Regione, che ha come obbiettivo il 13 dicembre per il totale spostamento del presidio di via Juvarra, data che se fallita potrebbe compromettere il percorso legato all’uscita dal piano di rientro dal debito in sanità. Ma non è giocando sulla pelle dei lavoratori in questo modo che si risolvono i problemi. Per noi, questa convenzione non ha alcun valore”. Lo ha detto oggi il Segretario Regionale del sindacato degli infermieri Nursing Up, Claudio Delli Carri, riguardo alle notizie sulla firma di una convenzione tra Asl Città di Torino e Città della Salute per l’utilizzo del personale dell’Oftalmico: oculisti, anestesisti, infermieri.

“Sull’oftalmico stiamo assistendo a teatrino indegno – prosegue Delli Carri – nel quale prima viene detto che il trasferimento sarà totale, poi si scopre che in via Juvarra rimarranno alcuni interventi come la cataratta, poi a ciò si aggiunge che rimarrà forse anche un accesso di pronto soccorso. Il tutto sotto agli occhi indifferenti dell’assessorato alla sanità che non pare muovere un dito per dirimere la questione.

Per risolvere il problema dello spostamento del personale bisognava attivare un tavolo tra le parti sindacali e i vertici di Asl e Città della Salute, sotto la regia dell’assessorato. Ma l’assessore non lo ha fatto o non lo ha voluto fare. E oggi ci troviamo in questa situazione assurda. Di soluzioni ce ne potevano essere, ad esempio pensando all’oftalmico come ad una sede distaccata della Città della Salute, almeno temporaneamente, in attesa di armonizzare la fusione. Invece si è scelto di agire all’insaputa dei lavoratori con una convezione che noi, di fatto, bloccheremo. Siamo pronti anche ad opporci anche con azioni legali per attività anti sindacale e anti contrattuale”.

“Ora – conclude Delli Carri – è necessario che l’assessore Saitta e il direttore Alberti si assumano le responsabilità di questo fallimento, di questo disastro. E non si azzardino a pensare di esternalizzare alcun servizio, altrimenti la nostra reazione sarà dura e immediata. La soluzione si poteva trovare se si fossero imboccati i giusti binari del dialogo, anche da parte della politica regionale, nel rispetto delle norme contrattuali e sindacali. Così non è stato fatto e le conseguenze, anche per eventuali ricadute sul piano di rientro regionale, non dipendono certo da noi”.

Il Segretario Regionale

Nursing Up Piemonte

Claudio Delli Carri