CRONACA- Pagina 1221

Maltrattamenti alla moglie e abusi sulla figlia, in carcere 44enne

Agenti del Reparto Polizia di Prossimità della Polizia Municipale di Torino hanno arrestato, martedì 19 febbraio, un uomo di 44 anni, residente nel quartiere Aurora, perché si era reso responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della moglie e delle due figlie e anche di violenza sessuale nei confronti della ragazzina più grande.

 

L’attività di indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino dott.ssa Antonella Barbera, è scaturita dalla denuncia presentata dalla donna presso la sala d’ascolto delle vittime del Reparto Polizia di Prossimità.

 

E’ stato possibile fermare la violenza grazie alle sinergie e il lavoro in rete tra la Polizia Municipale, il Centro Antiviolenza della Città di Torino e la Procura della Repubblica, che da anni collaborano attivamente nel contrasto dei reati di violenza domestica.

 

(Foto archivio – il Torinese)

Estorsioni e droga dietro lo schermo delle società

I Carabinieri della Compagnia di Novi Ligure, in collaborazione con i colleghi del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Alessandria, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due persone, un uomo e una donna, mentre per un terzo uomo è stata disposta quella dell’obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri di Ovada. Le indagini, coordinate dalla Procura di Alessandria, scaturiscono dal medesimo contesto che nella prima decade dello scorso mese di dicembre aveva condotto gli investigatori all’arresto di Domenico DATTOLA, alla denuncia in stato di libertà di altre 12 persone ed al sequestro preventivo delle quote di 3 società e di una ditta individuale operanti nel settore della ristorazione, oltre a quello dei rapporti bancari riconducibili agli indagati, in essere presso diversi istituti di credito e di 2 autovetture. In carcere sono finiti Carmen Domenica SCAFFINI, 41enne, moglie di DATTOLA e Salvatore ROMANO, 43enne, entrambi già noti alle Forze dell’Ordine, mentre nei confronti di G.A.B., 21enne di Ovada, il Gip del Tribunale di Alessandria ha ritenuto di disporre l’obbligo di presentazione ai Carabinieri del posto. I militari sono riusciti a documentare il prosieguo delle condotte illecite poste in essere dagli indagati e caratterizzate dal ricorso sistematico all’intestazione fittizia di società e ditte individuali, allo scopo di schermare l’origine del patrimonio accumulato, derivante da attività estorsive e di spaccio di sostanze stupefacenti. Ciò a dimostrazione di un’infiltrazione criminale nel tessuto economico novese che  avveniva mediante l’utilizzo di prestanome per la gestione di attività di ristorazione, come quella del ristorante/pizzeria “Bandiera”, in Corso Marenco a Novi Ligure, già oggetto di sequestro preventivo nel dicembre del 2018 e di altri locali/ristoranti che godevano di buona visibilità commerciale e di un’alta affluenza di avventori. Dopo l’arresto del marito la donna si era subito data da fare al fine di organizzare la ripartenza di nuove attività commerciali, sempre nel settore della ristorazione, occupandosi al tempo stesso dell’attività di “riscossione” dei crediti di denaro, dovuti anche alla cessione di stupefacente, maturati dal marito, pianificando addirittura vere e proprie “spedizioni punitive” nei confronti dei malcapitati debitori, avvalendosi dell’opera di Salvatore ROMANO, anch’egli finito in carcere. Nel corso della perquisizione effettuata contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, Carmen Domenica SCAFFINI è stata trovata in possesso di 750 grammi di marijuana, ciò ad ulteriore dimostrazione di come la stessa, in assenza del marito, continuasse ad occuparsi personalmente di tutte le attività illecite “di famiglia”, tra cui quella dello spaccio di sostanze stupefacenti.

M.iar.

 

Conclusa con successo l’operazione contro il traffico di droga

Sono stati presentati mercoledì a Biella gli esiti di una vasta azione della Polizia di Stato mirante a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti

Il 12 febbraio, le sezioni “Antidroga” delle Squadre Mobile delle Questura di Biella e Vercelli, coordinate dalla Procura di Biella, concludevano un’articolata attività d’indagine, smantellando un’organizzazione criminale, dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del genere hashish, cocaina ed eroina, operante sia in questa provincia che nelle province limitrofe, gestita da soggetti di nazionalità Albanese e Nord Africana, radicati sia nel capoluogo lombardo che in quello piemontese. In particolare, nel mese di novembre del 2018, personale della Sezione “Antidroga” della Squadra Mobile della Questura di Biella, nel corso del continuo monitoraggio degli ambienti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, acquisiva elementi indiziari nei confronti di un soggetto di nazionalità Magrebina, il quale aveva intrapreso nel comprensorio biellese e di Vercelli un’imponente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente del genere “hashish e cocaina”. Sulla base di tale elementi, d’intesa e sotto la direzione della Autorità Giudiziaria biellese, veniva avviata un’articolata e minuziosa attività d’indagine che permetteva di delineare un quadro investigativo dal quale emergeva un vero e proprio sodalizio criminoso ben organizzato e ramificato nelle province di Biella, Vercelli e Novara, ma che aveva radici in Torino e Milano. Attese tali risultanze, gli investigatori di Biella e Vercelli monitoravano, sia con metodi tradizionali che con le più sofisticate ed avanzate tecniche investigative, tutti i soggetti emersi ai vari livelli, a partire dagli acquirenti, ai piccoli “pusher”, per poi risalire ai principali fornitori delle sostanze stupefacenti. Infatti, nel corso di detta attività, mantenuta nel più stretto riserbo, venivano effettuati riscontri alla piccole cessioni di sostanza stupefacente avvenute di volta in volta nelle diverse province, fino a risalire ai fornitori di ingenti quantità. Dopo meno di tre mesi di attività investigativa si è riusciti a chiudere il canale di traffico dello stupefacente, procedendo dalle numerose segnalazioni amministrative dei piccoli assuntori all’arresto dei pusher e dei trafficanti.

Si riportano gli interventi più significativi effettuati nel corso dell’attività:

 

      • In data 9.01.2019 in provincia di Vercelli veniva tratto in arresto il cittadino tunisino S. H. di anni 30 trovato in possesso di n. 10 panetti di Hashish, del peso complessivo di gr. 1010.
      • In data 22.01.2019 a Novara veniva tratto in arresto il cittadino marocchino H. E. M. di anni 36, trovato in possesso di 20 panetti di hashish, per un peso totale pari a grammi 2020.
      • In data 28.01.2019, a Torino venivano tratti in arresto T.A.M. cittadina italiana e T.R. cittadino marocchino, trovati in possesso di gr. 2.700 circa di sostanza stupefacente del genere hashish.
      • In data 12.02.2019, a Milano venivano tratti in arresto L.R. e A.S., entrambi cittadini albanesi, trovati in possesso di circa 2.500 gr di cocaina e circa 230 gr di eroina, e di circa 100.000 euro in contanti unitamente al materiale per il confezionamento dello stupefacente.
      • In data 5.02.2019, veniva tratto in arresto P.G., residente in provincia di Vercelli, trovato in possesso di circa 110 gr. di hashish e 140 gr. circa di marijuana e 1.300 euro in contanti. Inoltre, venivano indagati in s.l. due soggetti biellesi C.M. e B.P., coinvolti nel suddetto traffico di stupefacenti, trovati in possesso di circa 15.000 euro in contanti.
      • In data 19.01.2019 veniva indagato in s.l. C.G. residente a Vercelli, trovato in possesso di 1 panetto di hashish del peso di gr. 100 circa.
      • Infine, venivano indagati altri 10 soggetti residenti nelle province di Biella, Vercelli, e Novara, coinvolti a vario titolo nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Pertanto, l’attività investigativa in oggetto, avviata dal contrasto al piccolo spaccio biellese è arrivata a sgominare un’intera banda di spacciatori operanti in Piemonte e in Lombardia. Si tratta di una delle più importanti attività antidroga eseguita dagli investigatori di Biella e Vercelli, coordinati dalla Procura di Biella, che, complessivamente, ha consentito di arrestare 7 soggetti, di indagarne in stato di libertà 13, con il sequestro complessivo di circa 2,5 kg di cocaina, più di 6 kg di hashish, 230 gr. di eroina, circa 150 gr. di marijuana e circa 120.000 euro in contanti

 

Conclusa con successo l'operazione contro il traffico di droga

Sono stati presentati mercoledì a Biella gli esiti di una vasta azione della Polizia di Stato mirante a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti
Il 12 febbraio, le sezioni “Antidroga” delle Squadre Mobile delle Questura di Biella e Vercelli, coordinate dalla Procura di Biella, concludevano un’articolata attività d’indagine, smantellando un’organizzazione criminale, dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti del genere hashish, cocaina ed eroina, operante sia in questa provincia che nelle province limitrofe, gestita da soggetti di nazionalità Albanese e Nord Africana, radicati sia nel capoluogo lombardo che in quello piemontese. In particolare, nel mese di novembre del 2018, personale della Sezione “Antidroga” della Squadra Mobile della Questura di Biella, nel corso del continuo monitoraggio degli ambienti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, acquisiva elementi indiziari nei confronti di un soggetto di nazionalità Magrebina, il quale aveva intrapreso nel comprensorio biellese e di Vercelli un’imponente attività di spaccio di sostanze stupefacenti, prevalentemente del genere “hashish e cocaina”. Sulla base di tale elementi, d’intesa e sotto la direzione della Autorità Giudiziaria biellese, veniva avviata un’articolata e minuziosa attività d’indagine che permetteva di delineare un quadro investigativo dal quale emergeva un vero e proprio sodalizio criminoso ben organizzato e ramificato nelle province di Biella, Vercelli e Novara, ma che aveva radici in Torino e Milano. Attese tali risultanze, gli investigatori di Biella e Vercelli monitoravano, sia con metodi tradizionali che con le più sofisticate ed avanzate tecniche investigative, tutti i soggetti emersi ai vari livelli, a partire dagli acquirenti, ai piccoli “pusher”, per poi risalire ai principali fornitori delle sostanze stupefacenti. Infatti, nel corso di detta attività, mantenuta nel più stretto riserbo, venivano effettuati riscontri alla piccole cessioni di sostanza stupefacente avvenute di volta in volta nelle diverse province, fino a risalire ai fornitori di ingenti quantità. Dopo meno di tre mesi di attività investigativa si è riusciti a chiudere il canale di traffico dello stupefacente, procedendo dalle numerose segnalazioni amministrative dei piccoli assuntori all’arresto dei pusher e dei trafficanti.
Si riportano gli interventi più significativi effettuati nel corso dell’attività:
 

      • In data 9.01.2019 in provincia di Vercelli veniva tratto in arresto il cittadino tunisino S. H. di anni 30 trovato in possesso di n. 10 panetti di Hashish, del peso complessivo di gr. 1010.
      • In data 22.01.2019 a Novara veniva tratto in arresto il cittadino marocchino H. E. M. di anni 36, trovato in possesso di 20 panetti di hashish, per un peso totale pari a grammi 2020.
      • In data 28.01.2019, a Torino venivano tratti in arresto T.A.M. cittadina italiana e T.R. cittadino marocchino, trovati in possesso di gr. 2.700 circa di sostanza stupefacente del genere hashish.
      • In data 12.02.2019, a Milano venivano tratti in arresto L.R. e A.S., entrambi cittadini albanesi, trovati in possesso di circa 2.500 gr di cocaina e circa 230 gr di eroina, e di circa 100.000 euro in contanti unitamente al materiale per il confezionamento dello stupefacente.
      • In data 5.02.2019, veniva tratto in arresto P.G., residente in provincia di Vercelli, trovato in possesso di circa 110 gr. di hashish e 140 gr. circa di marijuana e 1.300 euro in contanti. Inoltre, venivano indagati in s.l. due soggetti biellesi C.M. e B.P., coinvolti nel suddetto traffico di stupefacenti, trovati in possesso di circa 15.000 euro in contanti.
      • In data 19.01.2019 veniva indagato in s.l. C.G. residente a Vercelli, trovato in possesso di 1 panetto di hashish del peso di gr. 100 circa.
      • Infine, venivano indagati altri 10 soggetti residenti nelle province di Biella, Vercelli, e Novara, coinvolti a vario titolo nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti.

 
Pertanto, l’attività investigativa in oggetto, avviata dal contrasto al piccolo spaccio biellese è arrivata a sgominare un’intera banda di spacciatori operanti in Piemonte e in Lombardia. Si tratta di una delle più importanti attività antidroga eseguita dagli investigatori di Biella e Vercelli, coordinati dalla Procura di Biella, che, complessivamente, ha consentito di arrestare 7 soggetti, di indagarne in stato di libertà 13, con il sequestro complessivo di circa 2,5 kg di cocaina, più di 6 kg di hashish, 230 gr. di eroina, circa 150 gr. di marijuana e circa 120.000 euro in contanti
 

Vandalizzata la targa di Madre Teresa

FDI: “LO STATO RIPRENDA CONTROLLO DEL QUARTIERE! MANO LIBERA ALLE FORZE DELL’ORDINE E RIUTILIZZO PUBBLICO IMMEDIATO DI EX CENTRO SOCIALE”
“Addirittura la targa dedicata a Madre Teresa di Calcutta distrutta e vandalizzata, ecco cosa lascia sul campo l’ennesima manifestazione anarchica in Borgo Aurora a Torino, dopo che gli antagonisti sgomberati dall’asilo ex occupato hanno chiamato a raccolta compagni da tutta Italia in mobilitazione permanente a devastare tutti giorni il quartiere: un sacrilegio vergognoso che offende tutta Torino. E giovedì si ripete con un nuovo corteo con la certezza di nuove azioni teppistiche” segnalano gli esponenti torinesi di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone (dirigente nazionale FDI), Patrizia Alessi (Capogruppo FDI in Circoscrizione 7) e Augusta Montaruli (parlamentare FDI), che attaccano “Lo Stato deve riprendere immediatamente il controllo del quartiere, con risposte adeguate alle provocazioni anarchiche: chiederemo con una interrogazione parlamentare al Viminale dia carta bianca alle Forze dell’Ordine che contrastano le manifestazioni violente di queste poche decine di esagitati professionisti della violenza politica, ma soprattutto l’Amministrazione comunale Appendino disponga il riutilizzo pubblico immediato dell’ex asilo recentemente sgomberato oppure gli anarchici non smetteranno di mettere a ferro e fuoco la zona circostante nel tentativo di rioccuparlo … la responsabilità amministrativa di quanto sta accadendo è sua”.

Contro gli illeciti ambientali

Prosegue l’attività di prevenzione e repressione degli illeciti ambientali da
parte del Comando della Polizia Provinciale di Novara
Ultimo in ordine di tempo, giovedì 24 gennaio nel territorio comunale di
Cameri dove, con un intervento congiunto con la Polizia Ferroviaria presso
un impianto dedicato alla gestione di rifiuti speciali è stata individuata e
scoperta un’attività illecita di gestione di rifiuti speciali pericolosi.
Nel corso delle indagini infatti, oltre ad aver riscontrato inadempienze alle
condizioni dettate dal provvedimento autorizzativo rilasciato dalla
provincia di Novara, sono stati trovati anche rifiuti di natura pericolosa.
Oltre alle sanzioni amministrative, il titolare della ditta è stato segnalato
alla competente Autorità Giudiziaria della Procura della Repubblica di
Novara. Le indagini proseguiranno onde accertare ulteriori reati in campo
ambientale. Come si evince, resta alto il livello dell’attenzione, il lavoro di
controllo e prevenzione da parte del Corpo di Polizia finalizzato a tutelare
chi, invece, esercita con il pieno rispetto delle norme.
“L’operazione effettuata – dichiara il consigliere delegato Luca Piantanida, evidenzia, nonostante le incertezze normative sulla riorganizzazione delle Polizie Provinciali, lo spirito di appartenenza, la professionalità, la presenza, la visibilità e l’attività di controllo degli Agenti di Polizia Provinciale di Novara, quale ottimo sistema di prevenzione e repressione per la sicurezza e la tutela dell’ambiente, oltre a dare una rapida risposta alle richieste dei cittadini. I dati infatti danno un riscontro positivo: dal 1 novembre 2018 ad oggi sono state riscontrate tre violazioni di carattere ambientale con sanzioni elevate per €.18.580,00 e altre cinque violazioni il cui importo verrà determinato successivamente al termine dell’iter procedurale. Altre sei sanzioni per il settore caccia per un importo di € 718, mentre sono state ben ventiquattro le violazioni riscontrate del codice della strada (cartelli pubblicitari) per l’importo di €. 8851 e 10 cartelli rimossi.”
Massimo Iaretti

Percorsi formativi addestrativi a favore del personale militare sanitario

Firmata a Torino una convenzione tra la Città della Salute  e il Centro Ospedaliero Militare di Milano

 

Nei giorni scorsi è stata firmata una convenzione tra la Città della Salute di Torino ed il Centro Ospedaliero Militare di Milano per l’attivazione di percorsi formativi addestrativi a favore di personale militare medico specialista e infermiere.

 

L’accordo, di durata biennale, prevede la partecipazione del personale militare medico specialista ed infermiere a protocolli assistenziali e diagnostico – terapeutici, nell’ambito delle aree specialistiche, di emergenza-urgenza e pronto soccorso.L’obiettivo è quello di mantenere ed accrescere le competenze cliniche necessarie a Ufficiali e Sottufficiali di sanità in ragione del considerevole impegno dell’Esercito Italiano sia sul territorio nazionale che nei teatri operativi, sviluppando al contempo un modello sempre più aperto alle sinergie ed allo scambio con il Sistema Sanitario Nazionale.A tal fine il Centro Ospedaliero Militare di Milano opera con funzioni di coordinamento per le regioni Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta.L’obiettivo generale è quello di mantenere ed accrescere le competenze cliniche necessarie al personale militare nel rispetto del rinnovato commitment dell’Esercito Italiano, sia sul territorio nazionale sia nei teatri operativi. Lo strumento sanitario militare rappresenta una risorsa preziosa anche sul territorio nazionale, potendo operare in sinergia con il SSN in occasione di particolari criticità.

Pierpaolo Berra

 

                                                                                                                

Giochi sospetti con la tecnica del “pesciolino”

La scorsa settimana la Polizia di Stato di Verceli ha denunciato due persone
per furto aggravato
Circa quindici giorni fa, il titolare di una nota sala
giochi si presentava all’Ufficio denunce dell’Ufficio Prevenzione Generale
e   Soccorso   Pubblico   della   Questura   di  Vercelli   denunciando   un   furto
avvenuto pochi giorni prima all’interno della sua attività.
Il personale di
sala aveva infatti notato che due uomini stavano giocando alle macchinette
in modo anomalo; nello specifico, gli addetti alla sala giochi affermavano
di non aver percepito il consueto rumore della moneta necessaria per
ricaricare la macchinetta.Mentre gli uomini si allontanavano dalla sala
giochi, personale dipendente riusciva a prendere le sole cifre iniziali della
targa e il modello dell’autovettura sulla quale viaggiavano i due giocatori
sospetti.Raccolte queste informazioni, l’ufficio “trattazione atti” della
Questura. iniziava una complessa attività d’indagine che, partendo dalla
parziale targa dell’autovettura, consentiva di selezionare una gamma di
potenziali   ladri.
Successivamente,   guardando   le   immagini   della
videosorveglianza presente all’interno della sala giochi, gli Agenti di
Polizia notavano che uno dei due uomini estraeva dalla tasca interna della
giacca un pendolo legato ad un filo che, impugnato nella mano destra,
iniziava a calare e riprendere dalla fessura “inserisci monete”.
La tecnica
truffaldina   utilizzata   in   questi   casi   viene   comunemente   definita   come
tecnica   del   “pesciolino”.   Grazie   a   tale   stratagemma   è   possibile,   con
l’utilizzo di un magnete, “ingannare” la scheda gioco per quanto riguarda il
solo credito, senza alterare le vincite.
Il giocatore continua a ricaricare un
finto credito giocando, di fatto, gratuitamente. Inoltre, per ogni “tot” di
puntate è possibile ottenere una vincita in automatico, come previsto dal
sistema di gioco della singola macchinetta.
Tale tecnica veniva posta in
essere  anche grazie alla  complicità  del  secondo  uomo, che  copriva  il
proprio complice dalla visuale degli altri utenti presenti all’interno della
Sala Giochi.
Da un controllo incrociato tra la targa parziale, il modello
dell’autovettura e i filmati della videosorveglianza, i due uomini, entrambi
pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, venivano compiutamente
identificati.
Durante l’attività di indagine si appurava che il medesimo
meccanismo era stato utilizzato anche in altre sale giochi della provincia di
Vercelli per proventi di alcune migliaia di euro.
Emergeva inoltre che i due
malfattori si  erano già resi protagonisti  di episodi analoghi sull’intero
territorio nazionale, creando un forte allarme sociale oltre che ingenti danni
economici ai gestori di varie sale giochi.
I due venivano denunciati a piede
libero per furto aggravato alla locale Procura della Repubblica di Vercelli.
Massimo Iaretti

Giochi sospetti con la tecnica del "pesciolino"

La scorsa settimana la Polizia di Stato di Verceli ha denunciato due persone
per furto aggravato
Circa quindici giorni fa, il titolare di una nota sala
giochi si presentava all’Ufficio denunce dell’Ufficio Prevenzione Generale
e   Soccorso   Pubblico   della   Questura   di  Vercelli   denunciando   un   furto
avvenuto pochi giorni prima all’interno della sua attività.
Il personale di
sala aveva infatti notato che due uomini stavano giocando alle macchinette
in modo anomalo; nello specifico, gli addetti alla sala giochi affermavano
di non aver percepito il consueto rumore della moneta necessaria per
ricaricare la macchinetta.Mentre gli uomini si allontanavano dalla sala
giochi, personale dipendente riusciva a prendere le sole cifre iniziali della
targa e il modello dell’autovettura sulla quale viaggiavano i due giocatori
sospetti.Raccolte queste informazioni, l’ufficio “trattazione atti” della
Questura. iniziava una complessa attività d’indagine che, partendo dalla
parziale targa dell’autovettura, consentiva di selezionare una gamma di
potenziali   ladri.
Successivamente,   guardando   le   immagini   della
videosorveglianza presente all’interno della sala giochi, gli Agenti di
Polizia notavano che uno dei due uomini estraeva dalla tasca interna della
giacca un pendolo legato ad un filo che, impugnato nella mano destra,
iniziava a calare e riprendere dalla fessura “inserisci monete”.
La tecnica
truffaldina   utilizzata   in   questi   casi   viene   comunemente   definita   come
tecnica   del   “pesciolino”.   Grazie   a   tale   stratagemma   è   possibile,   con
l’utilizzo di un magnete, “ingannare” la scheda gioco per quanto riguarda il
solo credito, senza alterare le vincite.
Il giocatore continua a ricaricare un
finto credito giocando, di fatto, gratuitamente. Inoltre, per ogni “tot” di
puntate è possibile ottenere una vincita in automatico, come previsto dal
sistema di gioco della singola macchinetta.
Tale tecnica veniva posta in
essere  anche grazie alla  complicità  del  secondo  uomo, che  copriva  il
proprio complice dalla visuale degli altri utenti presenti all’interno della
Sala Giochi.
Da un controllo incrociato tra la targa parziale, il modello
dell’autovettura e i filmati della videosorveglianza, i due uomini, entrambi
pluripregiudicati per reati contro il patrimonio, venivano compiutamente
identificati.
Durante l’attività di indagine si appurava che il medesimo
meccanismo era stato utilizzato anche in altre sale giochi della provincia di
Vercelli per proventi di alcune migliaia di euro.
Emergeva inoltre che i due
malfattori si  erano già resi protagonisti  di episodi analoghi sull’intero
territorio nazionale, creando un forte allarme sociale oltre che ingenti danni
economici ai gestori di varie sale giochi.
I due venivano denunciati a piede
libero per furto aggravato alla locale Procura della Repubblica di Vercelli.
Massimo Iaretti

Ruba cellulare a un anziano. Passante insegue il ladro e lo fa arrestare

Ha rubato il telefonino a un anziano di 94 anni e d è fuggito. Un passante che si è accorto del furto lo ha inseguito indirizzando i poliziotti che sono riusciti ad arrestarlo. Il fatto è accaduto in via Capelli. Il ladro è un romeno di 40 anni, domiciliato in un campo nomadi della prima cintura torinese. Per cercare di farla franca il malvivente ha indossato il proprio giubbotto “double face” al contrario, passando dal grigio al rosso.

 

(foto archivio – il Torinese)