CRONACA- Pagina 1218

Soprusi in famiglia, marito denunciato

Per ben quattro anni aveva subito ogni sorta di violenze e umiliazioni, ma non aveva mai trovato il coraggio di denunciare i soprusi subiti da parte del marito, un operaio 36enne di nazionalità macedone, così come la coniuge, entrambi residenti a Canelli. A fine dicembre dell’anno scorso, l’ultima serata di follia messa in scena da parte del marito, il quale, tornato a casa per cena già ubriaco, come accadeva quasi quotidianamente, aveva iniziato ad inveire contro la donna afferrandola per i capelli e a percuoterla con pugni e schiaffi senza alcun motivo, mentre alla scena stavano assistendo atterriti i due figli minori della coppia, i quali venivano anch’essi strattonati e percossi. Non pago di aver procurato lesioni ad un orecchio alla donna, l’uomo scendeva in cantina per recuperare una mazza da baseball brandendola nel tentativo di colpire nuovamente la vittima. A quel punto la donna, dopo aver schivato le bastonate che il marito cercava di infliggerle, approfittando di un momento di distrazione, riusciva a divincolarsi ed a fuggire con i bambini, rifugiandosi nell’appartamento al piano superiore, presso una vicina di casa che richiedeva il soccorso da parte del servizio 118, i cui operatori provvedevano ad accompagnare la vittima ed i bambini presso l’Ospedale di Asti per le cure del caso. Successivamente il personale medico avvertiva i Carabinieri della Stazione di Canelli, i quali, giunti sul posto, raccoglievano la testimonianza della vittima, che era finalmente riuscita a trovare il coraggio di denunciare il calvario subito negli ultimi quattro anni. I militari avviavano, di concerto con l’associazione “L’Orecchio di Venere”, il protocollo di tutela delle vittime di violenza familiare per garantire la prima assistenza e la collocazione in comunità protetta. Le risultanze dell’attività svolta dai militari venivano recepite dal Giudice delle indagini preliminari del Tibunale di Asti che emetteva a carico dell’uomo, indagato per maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni personali e minacce, un provvedimento cautelare di “Allontanamento dalla casa familiare con prescrizione del divieto di avvicinamento alla persona offesa”, eseguito nei giorni scorsi dai Carabinieri di Canelli.

M.Iar.

 

Prende a pugni un ragazzo e gli ruba il cellulare

Erano circa le sei di sabato mattina e tre amici, presso la stazione Stura a Torino, stavano aspettando il treno per fare rientro a casa. Uno dei tre aveva chiesto una sigaretta ad un ragazzo di passaggio, un 20enne nato in Marocco; quest’ultimo dopo aver dato la sigaretta al ragazzo, ha approfittato del momento di distrazione per rapinare il telefono cellulare al compagno e a colpirlo con un pugno nello stomaco. I ragazzi hanno contattato la polizia e non hanno mai perso di vista l’aggressore, che nel frattempo si stava allontanando a piedi in corso Giulio Cesare, continuando a minacciare i ragazzi che lo stavano inseguendo. Gli agenti della Squadra Volante sono riusciti a tagliargli la strada e a fermarlo all’interno dei giardinetti di via Ivrea angolo via Carema.

M.Iar.

 

Cerca di disfarsi della droga ma viene arrestato

Un cittadino nigeriano di 22 anni è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante di Torino per spaccio di sostanza stupefacente. Sabato pomeriggio, agenti della Squadra Volante hanno visto una persona con un cane avvicinarsi a un cittadino straniero e interloquire con lui. Poco dopo, lo straniero si è allontanato dirigendosi verso un altro cittadino straniero dal quale ha ricevuto un involucro. Tornato dalla persona con il cane, ha consegnato a quest’ultima l’involucro in cambio di denaro. Gli agenti hanno fermato l’acquirente in via Stradella e il pusher in via Cecchi. Quest’ultimo, il cittadino nigeriano di 22 anni, alla vista dei motociclisti della Polizia di Stato, prima di essere arrestato, ha cercato di disfarsi dell’hashish in suo possesso.

M.Iar.

 
(foto archivio)
 

Recidivi dopo piazza San Carlo rubano anche al Reload Music Festival

L’essere già stati toccati dalle indagini connesse ai tragici fatti di piazza San Carlo, l’aver precedenti di polizia e, per uno di loro, essere destinatario di un obbligo quotidiano di presentazione alla polizia giudiziaria per reati simili, evidentemente, non sono serviti. Due giovani italiani di origine marocchina, di 19 e 20 anni, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato per furto aggravato durante il ‘Reload Music Festival’ che si svolgeva nei padiglioni di Lingotto Fiere. E pure hanno rimediato una denuncia per ricettazione. Gli agenti del Commissariato “Barriera Nizza” stavano effettuando mirati servizi di controllo volti al contrasto dei fenomeni predatori, in occasione di grandi eventi come disposto dal Questore, Francesco Messina e la loro attenzione si è concentrata su due soggetti che si trovavano nei pressi del palco e si muovevano tra la folla. Ad un certo punto uno dei due si è avvicinato ad un gruppetto di tre ragazzi, intenti a ballare, e con un gesto inconsueto del braccio ha sottratto la collanina che aveva al collo uno dei tre senza che nessuno se ne accorgesse, per poi allontanarsi. I due sono stati seguiti dagli agenti che li fermavano senza creare allarmismo tra i presenti. In quel frangente il 20enne ha tentato di occultare gli oggetti trafugati sotto le scarpe facendoli scivolare per terra, ma il gesto repentino è stato notato da una delle vittime e dagli operatori che hanno provveduto a recuperarli. Si trattava di diversi pezzi di collanine presumibilmente in oro giallo. Inoltre tra le tasche del 19enne è stato trovato anche un telefono cellulare rubato ad un ragazzo poco prima. Una collanina ed il telefono cellulare sono stati riconsegnati contestualmente ai legittimi proprietari. Complessivamente sono stati 3 i giovani che, nel corso della serata, hanno riferito alla Polizia di essere stati derubati.

Massimo Iaretti

 

Maltrattata da 18 anni denuncia il marito: arrestato

Vessazioni continue inducono una donna, dopo l’ennesimo evento, a chiamare la polizia perché spaventata per la sua incolumità e quella dei suoi due figli minori. L’ultima lite, per futili motivi, è accaduta in casa nella tarda serata di giovedì nel quartiere Madonna di Campagna. Quel giorno, come tanti altri, l’uomo rincasava ubriaco, minacciava di morte la moglie e prendeva a calci mobili e suppellettili. Davanti agli occhi dei figli urlava e percuoteva violentemente le porte delle camere di casa facendo rompere i vetri di due di queste. Era divenuta abitudine, gesti ingiustificati e incontrollati dovuti all’abuso di alcol. La donna, una mamma stanca e terrorizzata, dopo 18 anni di vessazioni; di cui 14 di matrimonio e 4 di fidanzamento; ha chiesto aiuto alla polizia. Gli agenti della Squadra Volante, giunti immediatamente sul posto, hanno arrestato il 37enne rumeno per maltrattamenti in famiglia. L’uomo è stato anche denunciato per resistenza a Pubblico Ufficiale.
M.Iar.
 

Firmava tutti i giorni in commissariato, ma all'uscita vendeva droga

Si recava quotidianamente e con regolarità al Commissariato Barriera di Milano poiché sottoposto alla misura cautelare dell’Obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria ma, subito dopo, continuava la sua attività di produzione, confezionamento e smercio di sostanze stupefacenti. Gli agenti di “Barriera Milano” si sono insospettiti quando un pomeriggio lo avevano visto sopraggiungere in un’autovettura condotta da un suo connazionale. L’uomo si faceva lasciare nel parcheggio del supermercato adiacente il Commissariato, apponeva la firma e poi si faceva accompagnare in corso Regina Margherita sebbene non fosse la sua abituale dimora. Dalla successiva perquisizione di quell’alloggio è emerso che lo straniero si recava a quell’indirizzo per occuparsi della produzione e del confezionamento di sostanza stupefacente. Venivano rinvenuti 29 involucri termosaldati di crack, oltre ad oltre 900 euro, di cui alcuni nascosti all’interno della federe del cuscino ed altri nel cassettino del mobile della tv unitamente ad un bilancino di precisione ed una piastra termoelettrica per cucinare la sostanza a bagnomaria.

M.Iar.

CARTELLI ABUSIVI RIMOSSI DALLA POLIZIA PROVINCIALE

Continua da parte della Polizia Provinciale di Novara, in collaborazione con       il Settore Viabilità della Provincia, l’attività  i contrasto all’abusivismo pubblicitario con la rimozione degli impianti pubblicitari non autorizzati

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In questi giorni, gli agenti della Polizia Provinciale,hanno coordinato gli operai della ditta aggiudicataria dell’appalto di rimozione, rimuovendo n. 33   cartelli   abusivi   tra   cui   un   impianto   delle   dimensioni   di   mt.   6×3   nel territorio del Comune di Trecate. Gli   interventi   sono   stati   effettuati   sulle   principali   strade.   Ora   le   ditte coinvolte   dovranno   rispondere   anche   delle   spese   di   rimozione   delle affissioni e di custodia in locali appositi. L’attività di rimozione degli impianti mira a ristabilire il decoro delle strade provinciali e ad eliminare i cartelli pubblicitari non autorizzati che, oltre a deturpare   le   strade   ed   il   paesaggio,   spesso   influiscono   sulla   sicurezza stradale. E’  risultato   difficile   e   laborioso   per   gli   agenti   riuscire   ad   individuare   i responsabili,   ovvero   le   ditte   pubblicitarie   che   si   sono   occupate   del posizionamento dei cartelloni. La   Provincia   di   Novara,   in   particolare   la   Polizia   Provinciale, ha   sempre avuto   particolare   attenzione   e   sensibilità   rispetto   agli   aspetti   legati   alla sicurezza stradale e alla stabilita’ degli impianti pubblicitari. “Tolleranza zero per chi pensa di poter fare quello che vuole mettendo a rischio la sicurezza stradale e massima tutela per chi rispetta le regole e le leggi. La nostra attenzione riguardo queste tematiche rimane alta e l’attività di controllo sarà continua” – commenta il consigliere delegato alla polizia provinciale Luca Piantanida

Massimo Iaretti

La polizia salva donna dalle fiamme

La Polizia di Stato di Vercelli ha salvato una donna che era rimasta intrappolata nel suo appartamento in fiamme

Nello specifico due pattuglie della Squadra Volante, impegnate nell’ordinario servizio di controllo del territorio, notavano in Corso Mario Abbiate del fumo intenso di colore nero che fuoriusciva da una finestra. Dopo aver allertato immediatamente la Sala Operativa, che inviava sul posto personale medico e dei Vigili del Fuoco, gli Agenti si precipitavano all’interno del condominio e riuscivano ad individuare l’appartamento dal quale fuoriusciva il fumo e dal quale provenivano le urla di una donna che sembrava essere bloccata all’interno. Dopo numerosi tentativi di mettersi in contatto con la donna, gli Agenti della Squadra Volante riuscivano a forzare la porta d’ingresso dell’appartamento e, una volta entrati, notavano che la cucina era ormai completamente invasa dalle fiamme e che l’intera abitazione era satura di fumo. Nonostante queste difficili condizioni, gli Agenti entravano nell’abitazione e dopo brevi ricerche riuscivano ad individuare la donna, stesa a terra priva di sensi, con la faccia rivolta verso il pavimento. A questo punto due Agenti trascinavano fuori la malcapitata e altri due si accertavano che non vi fosse nessun altro all’interno dell’abitazione; subito dopo iniziavano l’evacuazione del palazzo nell’attesa che arrivassero i Vigili del Fuoco. Una volta uscita dall’appartamento, la donna, che nel frattempo aveva riacquistato i sensi, in preda ad uno stato di shock, provava a rientare nella casa in fiamme ed era contenuta con molta difficoltà dagli Agenti. La donna, di origine nigeriana, ma regolarmente residente in Italia, a questo punto iniziava una forte resistenza contro gli Agenti, prima buttandosi a terra e appendendosi alla ringhiera, e poi mordendoli alle mani e colpendoli con calci e pugni. Nonostante ciò si riusciva a portarla all’esterno dello stabile e ad affidarla alla cura del personale medico che la conduceva in Ospedale per gli accertamenti del caso. Nel frattempo i Vigili del Fuoco riuscivano a domare l’incendio, consentendo ai residenti di rientrare nelle loro abitazioni.

M.Iar.

Arrestati con 90 chili di droga nel garage

Tra il 28 febbraio ed il 1 marzo a Novi Ligure (Alessandria), i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Savona, unitamente a quelli della Compagnia Carabinieri di Novi Ligure, hanno tratto in arresto S.E., 36enne e K.E 32enne, entrambi cittadini Marocchini, per traffico illecito di sostanze stupefacenti, perché trovati, all’interno di un garage, in possesso di 90 Kg chili di hashish.  I due avevano ricevuto lo stupefacente nella mattinata, verosimilmente arrivato dalla Spagna, e lo avrebbero poi destinato a diverse piazze di spaccio, tra le quali Savona e Genova. A seguito delle perquisizioni domiciliari sono inoltre stati sequestrati un bilancino digitale, circa 20 grammi di cocaina, un’ingente quantitativo di denaro in contante e numerose sim telefoniche nazionali e marocchine. Gli arrestati, per i quali in data odierna è stata disposta la misura cautelare in carcere, sono ristretti presso il carcere di Alessandria.

M.Iar.

Sospettati di tentato omicidio e denunciati per detenzione di pugnale

Venerdì 1° marzo, una pattuglia motomontata “Pegaso” dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Torino, nell’ambito degli ordinari servizi di controllo del territorio, ulteriormente intensificati nel fine settimana, ha proceduto, in via Vigliani, al controllo di una fiat punto nera con a bordo tre soggetti che, alla vista delle motociclette della Polizia di Stato, si scambiavano rapidi cenni d’intesa, con ciò insospettendo gli Agenti che hanno prontamente bloccato il veicolo per gli approfondimenti del caso. Dagli accertamenti svolti è emerso che due dei tre soggetti, tutti di nazionalità dominicana, erano ricercati per un recentissimo episodio di sangue avvenuto a Suzzara (MN), in quanto autori del tentato omicidio del connazionale ROSA JIMENEZ Marco Adonis prelevato da casa nella serata del 28 febbraio u.s. e colpito a bruciapelo con un colpo di pistola al petto sulla strada di fronte alla propria abitazione. I predetti, a Torino ospiti di conoscenti, sono stati, altresì, denunciati per il possesso di un pugnale ritrovato a seguito del controllo svolto. I due dominicani, T.B.C, classe 1987 e A.D.F., classe 1997, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, armi e spaccio di stupefacenti, sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Mantova e incarcerati nella Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino.