Solamente negli ultimi quatto anni ha guadagnato quasi 140.000 euro lavorando nel torinese
È quanto ha scoperto la Guardia Finanza di Torino nel corso di un’indagine che ha coinvolto una cinquantenne di origini rumene residente nel torinese.
I finanzieri della Compagnia di Susa, che hanno condotto le indagini, hanno acclarato come la donna, occupata come “badante” in vari comuni della Provincia, non abbia dichiarato al fisco circa 140.000 euro accumulati negli ultimi anni nel corso della sua attività; introiti, questi ultimi, successivamente trasferiti su conti correnti in Romania.
La posizione della donna si è ulteriormente aggravata quando i Finanzieri hanno anche scoperto come la stessa, producendo false attestazioni, fosse beneficiaria del c.d. “reddito di cittadinanza”, sussidio destinato alla fascia di popolazione che si trova sotto la soglia di povertà assoluta.
Scoperto il raggiro, i Finanzieri hanno denunciato la cinquantenne alla Procura della Repubblica di Torino. Oltre all’accusa di indebita percezione del beneficio, la donna, a cui è stato ovviamente revocato l’assegno, dovrà restituire quanto sottratto alla comunità.
L’attività svolta dalle Fiamme Gialle rientra tra le principali mission strategiche della Guardia di Finanza, a tutela della “spesa pubblica”, attraverso specifiche verifiche sul corretto utilizzo dei fondi statali stanziati a favore delle persone meno abbienti.
Senza biglietto sul Frecciarossa tentano di fuggire
Nei giorni scorsi, un cittadino algerino e uno libanese , in Italia senza fissa dimora, sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio, resistenza a Pubblico Ufficiale e violazioni in materia di immigrazione, dal personale della Polizia Ferroviaria di Torino Porta Nuova.
La pattuglia Polfer, di scorta a bordo di un Frecciarossa da Torino a Milano, nei pressi della fermata di Torino Porta Susa ha proceduto al controllo dei due viaggiatori, che sprovvisti di titolo di viaggio, hanno cercato di eludere il controllo tentando di scendere repentinamente dal treno, azionando il freno di emergenza del convoglio e cercando di fuggire aprendo le porte di quest’ultimo.
I due uomini sono stati bloccati, messi in sicurezza e una volta giunti nella stazione di Milano C.le, con l’ausilio del personale di quel Settore Operativo, accompagnati presso gli Uffici Polfer per la loro identificazione, in quanto sprovvisti dei documenti di riconoscimento, poi fotosegnalati presso quegli stessi Uffici.
Dai controlli è emerso che entrambi hanno numerosi pregiudizi di polizia per ricettazione e furti in ambito ferroviario.
I due sono stati denunciati per interruzione di pubblico servizio, resistenza a Pubblico Ufficiale e violazioni in materia di immigrazione perché non regolari sul territorio nazionale.
La città dei monopattini
Incompetenti allo sbaraglio. Che cosa abbiamo fatto di male noi torinesi da meritarci un assessore come La Pietra?
Quello in foto è un monopattino in affitto parcheggiato all’ interno della Stazione di Porta Susa. Oggi ho girato per via Pietro Micca e via Cernaia. Pioveva e questi arnesi con numerose bici erano lasciati in ogni dove casualmente e pericolosamente. Non è sufficiente dire che ormai i monopattini sono diffusi in tutte le città del mondo, e che ci sono delle regole da rispettare. Ma se tali regole non sono rispettate e questa nuova “moda” crea disagi evidenti bisognerà pur fare qualcosa. Prima o poi Torino dovrà togliersi di dosso questi personaggi solo capaci di difendere gli antagonisti, dare concessioni per supermercati e complicare la vita ai torinesi. Scusate se mi ripeto: ma che disastro questi pentastellati. E che folli quelli del PD (in verità pochi) che hanno suggerito ed ipotizzato un accordo con loro anche a Torino. D’ora in poi li chiameremo i pentasbrindellati.
Patrizio Tosetto
Torino e il Belgio restano collegate grazie al trisettimanale per Bruxelles Charleroi di Ryanair
Da metà aprile 2020 Brussels Airlines interromperà le operazioni sulla tratta Torino-Bruxelles Zaventem.
Si tratta di una decisione intrapresa dalla compagnia aerea che, per ragioni operative e a seguito di una ristrutturazione del proprio network, ha scelto di cancellare il collegamento tra il territorio piemontese e la capitale belga, con l’avvio della stagione estiva 2020.
Torino Airport è già al lavoro per favorire l’ingresso di nuove compagnie aeree interessate a questo collegamento.
Torino e il Belgio restano collegate da Ryanair con il volo trisettimanale per Bruxelles Charleroi, operato, nella stagione invernale 2019/2020, di lunedì, mercoledì e domenica e, nella stagione estiva 2020, di lunedì, mercoledì e venerdì.
Nella caffetteria sette lavoratori in nero
7 lavoratori “in nero”, sanzioni per 100.000 euro oltre alla proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Sono i numeri di un intervento della Guardia di Finanza di Torino che nei giorni scorsi ha controllato una nota caffetteria del canavese.
I Finanzieri della Compagnia di Ivrea, che hanno condotto l’attività, hanno potuto constatare che quasi l’intero staff del locale, 7 lavoratori, prestavano la loro opera totalmente “in nero” o irregolarmente, esposti in tal modo ad elevati rischi in termini di sicurezza e di garanzie assistenziali.
Oltre alle gravi responsabilità inerenti l’assunzione del personale sono state riscontrate anche anomalie contabili ed amministrative, ora al vaglio degli inquirenti.
Tutto giovane il personale irregolarmente impiegato che ricopriva le mansioni di cuoco, barista e cameriere. La tutela dei giovani lavoratori viene perseguita con costanza anche al fine di evitare sfruttamenti da parte di esercenti poco lungimiranti e senza scrupoli.
Ora l’imprenditrice, come detto, rischia sanzioni sino a 100.000 euro e la sospensione dell’attività.
L’intervento della Guardia di Finanza ha indotto infine l’imprenditore alla regolarizzazione dei dipendenti i quali hanno quindi potuto beneficiare, così come previsto dalla legge, di una regolare assunzione e di un’adeguata copertura assicurativa.
Furto in 3 minuti, arrestata coppia di ladri
Borgata Aurora
Il dna incastra l’anarchico della bomba alle Poste
Arrestato dai carabinieri del Ros l’anarchico considerato responsabile di aver collocato una bomba di fronte all’ufficio postale di Genova l’8 giugno 2016. E’ stato incastrato grazie ai rilievi sul suo dna
I militari hanno eseguito l’ ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal tribunale di Torino, su richiesta del gruppo Antiterrorismo della locale procura. Il provvedimento nasce da una più ampia attività investigativa del Ros sui gruppi anarchici radicali. L’8 giugno 2016, di fronte all’ufficio postale di Genova in via Gaetano Colombo, le telecamere di sicurezza avevano ripreso due soggetti con il volto travisato che piazzavano l’ordigno esplosivo vicino al Postamat. Determinanti, per l’individuazione e l’arresto, sono stati i rilievi sulle tracce lasciate da un guanto usato da uno dei due anarchici.
Aggredisce i finanzieri e scappa
Fermato per un controllo prima fugge, poi aggredisce a calci e pugni i Finanzieri. Arrestato.
È accaduto la scorsa notte a Torino in corso Giulio Cesare, quando intorno alle tre un equipaggio del Gruppo Pronto Impiego Torino, impegnato nei consueti controlli di prevenzione in città, ha notato un uomo che si aggirava tra le auto in sosta.
Alla vista dei Finanzieri, il soggetto, un cinquantenne di origini senegalesi, già noto alle forze dell’ordine, è scappato tra le vie limitrofe inseguito dai finanzieri. Una volta raggiunto, l’uomo, poco incline al controllo, ha dato il meglio di sé: prima il rifiuto di farsi identificare poi, durante il trasporto verso gli uffici del Comando, aggredisce i finanzieri a calci e pugni, che a fatica e solo con l’ausilio di un altro equipaggio giunto a supporto, riescono ad immobilizzarlo.
Nelle sue tasche un migliaio di euro in contanti di dubbia provenienza mentre nel suo trolley un centinaio di capi di abbigliamento di noti marchi di pregio contraffatti per un valore di circa 6.000 euro.
L’uomo, arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, è stato rinchiuso presso il carcere Lorusso Cutugno di Torino,
L’attività delle pattuglie “117” delle Fiamme Gialle si inserisce nella costante azione del controllo del territorio, tesa a prevenire e reprimere violazioni finanziarie ed episodi di microcriminalità per tenere sempre alto il livello di rispetto della legalità, in favore di tutti i cittadini onesti e rispettosi delle regole.
Minacce di morte ai calciatori: denunciato un ragazzo
La Polizia di Stato denuncia un giovane per tentata estorsione nei confronti di alcuni calciatori delle squadre di Lega PRO Pro Vercelli e Viterbese.
La Polizia di Stato, attraverso una complessa indagine telematica condotta dalla DIGOS e dalla Squadra Mobile della Questura di Vercelli, nonché dalla DIGOS della Questura di Viterbo, coordinate dalle rispettive Procure della Repubblica, è giunta all’identificazione di un giovane residente nella provincia di Catania, ritenuto responsabile di tentata estorsione nei confronti di un giocatore della Pro Vercelli e di un giocatore della Viterbese.
I calciatori, prima dell’inizio delle partite, si erano visti recapitare gravi minacce di morte se non avessero concorso alla sconfitta delle squadre di appartenenza nel turno di campionato di serie “C” del 29 settembre 2019.
Le minacce sono giunte sui cellulari delle vittime tramite messaggi Instagram e whatsapp ed erano tali da intimorire e seriamente influenzare le prestazioni calcistiche dei professionisti in campo ed erano del seguente tenore: “sei nel mirino e può succedere una cosa molto brutta quindi occhio vivo a quello che accade che ci sono troppe scommesse sul due se salta la partita ti puoi considerarti sotto mirino”; “stai attento … perché domani se salta la partita pagherai molto amaramente un preavviso poi fai quello che vuoi”; “credimi veramente perché sarai sbalzato in aria se salta la partita”, “e puoi denunciare e tutto a me non frega nulla però sappi che sarai morto”, “a domani fai il tuo dovere e non succederà nulla”, “dimenticavo anche se ti rifiuti di giocare e la partita salta ci vai sempre tu nel mezzo”, “quindi sistema tutto”. Frasi alle quali, per rendere maggiormente credibile la minaccia, il soggetto allegava anche una foto riproducente una scommessa di 2500 euro effettuata su un noto portale di scommesse.
L’indagine informatica è partita immediatamente grazie alla collaborazione degli stessi giocatori e delle società calcistiche interessate, che immediatamente hanno denunciato l’accaduto negli uffici della Polizia di Stato di Vercelli e di Viterbo.
I predetti uffici investigativi, attraverso una accurata elaborazione e analisi dell’immagine allegata alle frasi minatorie, nonostante l’autore avesse apportato delle modifiche per rendersi irrintracciabile, individuavano il conto gioco utilizzato dallo scommettitore. Le ulteriori e sofisticate indagini, condotte attraverso l’acquisizione di tutte le tracce telematiche lasciate dall’autore, hanno consentito di raccogliere ulteriori riscontri e individuare il responsabile.