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Gli alberi monumentali del Piemonte, tra storia e natura

Gli alberi monumentali della nostra regione hanno una storia affascinante. Articolo a cura di IPLA.

Gli alberi monumentali hanno uno straordinario valore naturalistico, storico e culturale. Rappresentano un collegamento con il passato, a volte anche con un passato remoto e sono ormai anche una risorsa dal punto di vista dell’interesse turistico.
La Regione Piemonte, grazie al lavoro dell’IPLA, è all’avanguardia su questo tema, tanto che ad oggi sono stati individuati e censiti 220 esemplari appartenenti a ben 71 specie diverse, delle quali 41 autoctone piemontesi, 28 esotiche e 2 non autoctone della nostra Regione ancorché facenti parte della flora tipica italiana.

Questi giganti, testimoni del passato, hanno le loro radici in 123 Comuni, situati prevalentemente nei territori torinese (46), cuneese (29), alessandrino (17) e del VCO (13). Torino ha ben 13 alberi e gruppi di alberi (di cui sei collocati nel Parco del Valentino); seguono con 5: Acqui Terme, San Secondo di Pinerolo (Parco del Castello di Miradolo) e Stresa; poi, con 4: Biella, Cavallermaggiore, Valdieri (Parco naturale Alpi Marittime), Campiglione Fenile e Castagneto Po. Ecco tre rappresentanti di questo prestigioso elenco.

Alberi monumentali in città? Il Platano della Tesoriera

Questo matusalemme della capitale sabauda, è con ogni probabilità l’albero più vecchio di tutta la città. Nato nel XVIII° secolo, è chiamato amichevolmente “Il Nonno” dai frequentatori del Parco. Come recita la scheda a lui dedicata dal Comune di Torino: “Si staglia in tutta la maestosità dei suoi 25 metri di altezza nel lato del Parco della Tesoriera che dà verso il corso Francia, e sembra vigilare con solerzia la villa che un tempo fu residenza del tesoriere dei Savoia”.

Il Larice di Pietraporzio

Siamo in provincia di Cuneo. Considerate le dimensioni raggiunte e le caratteristiche della stazione che lo ospita si stima che l’albero possa vantare un’età di almeno 650 anni. Senza dubbio si tratta di un esemplare da secoli ben noto e presente nella memoria popolare del luogo e da molto tempo utilizzato come punto di orientamento per montanari ed escursionisti che affrontano la montagna in giornate di nebbia.

alberi monumentali larice

Il Tiglio di Macugnaga

In provincia di Verbania, invece, i quasi 8 metri di circonferenza del fusto sono la testimonianza migliore della sua veneranda età. Si stima che abbia circa 500 anni. La sua circonferenza ne legittima ampiamente il riferimento simbolico aggregante delle tradizioni e della cultura Walser della Comunità. Un albero che come pochi altri suscita fascino e mistero, un gigante verde ricco di sacralità e di leggende. Tra queste si può rammentare quella dei “Gutwiarghini”, i “buoni lavoratori” della tradizione Walser che abitavano tra le sue fronde e, con rigore e meticolosità, distribuivano alla popolazione preziosi consigli. Avevano però i piedi rivolti all’indietro e un giorno, venendo uno di loro sbeffeggiato per quel difetto fisico, scomparvero per sempre.

alberi monumentali tiglio

Questi esemplari, alcuni dei quali vivono in prestigiosi parchi pubblici e privati ed altri sono cresciuti in libertà nei nostri boschi, sono elementi del paesaggio da preservare e curare con attenzione e impegno.
Chi fosse a conoscenza di nuovi candidati da inserire nell’elenco può effettuare la segnalazione alla mail: alberi.monumentali@ipla.org.
Per saperne di più potete visitare questa pagina.

Cerea, alla scoperta del saluto tradizionale piemontese

La rubrica settimanale a cura del Centro Studi Piemontesi si apre con un saluto. 

Cerea. È il saluto tradizionale torinese e in generale piemontese. Usato verso le persone di rispetto, mentre ciao è il saluto della famigliarità e dell’intimità. Registrato da tutti i vocabolari piemontesi antichi e moderni, anche con le varianti cereja, serèa, dserèa, bondiserèa, è stato oggetto di svariate spiegazioni etimologiche. Ci affidiamo all’ampia disamina del grande filologo Giuliano Gasca Queirazza (poi ripresa dal Repertorio Etimologico Piemontese – REP), Lessico piemontese: Cerea, in “Studi Piemontesi”, XXXVIII, 1 (2009), che accredita l’origine alla contrazione della forma di cortese reverenziale saluto “Buongiorno a Vostra Signoria”.  

 

La voce dei genitori è la musica più bella per un bambino

Il primo appuntamento con la rubrica curata da Mamme in Sol, un progetto che mira a fornire alle mamme gli strumenti per affrontare in musica ogni momento della giornata con il proprio neonato.

La musica è bella e, nell’infanzia, aiuta a sviluppare svariate competenze: cognitive, emotive, sociali e linguistiche. Ma non solo! La musica è un potentissimo strumento in grado di rafforzare il rapporto fra genitori e figli. Fin dalla gravidanza, la mamma condivide con il bambino un mondo sonoro ricchissimo, fatto di vibrazioni e di percezioni intime, dove il suono più speciale è proprio la sua voce. Dopo la nascita, ritrovandosi in un ambiente sonoro completamente diverso, il neonato riconosce la voce della mamma, che assume per lui un valore rassicurante. Il mondo musicale e sonoro che bimbo e mamma (ma anche papà!) condividono diventa l’alfabeto attraverso il quale imparano a comunicare e grazie al quale instaurano un rapporto intimo e spontaneo.

Cantare rinforza la relazione genitori-figli

In che modo la musica può contribuire positivamente al rapporto fra genitori e figli? Specialmente nei primi tempi, i genitori possono provare un senso di inadeguatezza rispetto al loro nuovo ruolo. Condividere momenti musicali ed esperienze sonore li aiuta a trascorrere insieme del tempo di qualità e a sentirsi in grado di affrontare al meglio ogni situazione. Il vero obiettivo è che i genitori diventino consapevoli delle proprie capacità e imparino ad utilizzare la musica come strumento di condivisione quotidiana con il proprio bimbo. La musica può essere associativa ai vari momenti e rituali quotidiani: il cucù sotto le coperte al risveglio, la canzoncina del bagnetto, la ninna nanna rilassante della buonanotte.

La voce dei genitori? La musica più bella

E se non si hanno le competenze musicali giuste? Impossibile! I genitori devono credere nelle proprie capacità sonore e realizzare che il canto e la voce di mamma e papà, per il loro bambino, rappresentano la musica più bella.
Questo è il nostro obiettivo qui a Mamme in Sol, dove ogni settimana circa 150 famiglie partecipano ai corsi di musica!

Attraverso gli incontri settimanali proposti le mamme e i papà fanno esperienza della propria voce, imparano e creano insieme agli operatori musicali un repertorio vocale utile e divertente da riproporre ai loro bambini.

Ecco un regalino per iniziare a giocare con la musica: “Gli animali fanno il bagno” da Mamme in Sol, ed. Franco Cosimo Panini

La pizza a lievitazione naturale della Cuoca Insolita

Il terzo appuntamento con la rubrica La Ricetta della Cuoca Insolita. Una ricetta adatta per chi vuole concedersi un pezzo di pizza senza sentirsi in colpa. In più ha un’alta digeribilità.

Se vi piace la pizza, ma non sempre riuscite a digerirla bene, oppure qualcuno vi ha detto che non è proprio indicata se si vuole perdere qualche chilo o per un buon controllo di glicemia e colesterolo, sappiate che questa volta potrete concedervela. Perfetta sia come aperitivo che per una merenda sana per i vostri bambini, la pizza di farro con farina integrale a doppia lievitazione naturale è facile da fare e potrete anche prepararne in grande quantità e poi conservarla a pezzetti nel congelatore.

Tempi: Preparazione (15 min); Cottura (20 min); Lievitazione (5 h)

Attrezzatura necessaria: Contenitore a bordi alti, frullatore a immersione, teglie da forno, carta da forno. Se si ha la macchina del pane o il frullatore con il gancio si fa meno fatica, ma non è essenziale.

Costo totale: 3 €

Ingredienti per 4 persone (4 pizze da 200 g):

Per l’impasto della pizza

  • Farina di farro integrale – 350 g
  • Pasta madre rinfrescata – 175 g (se non ne avete, potete usare 1 cucchiaino di lievito di birra secco o 7 g di lievito di birra fresco e aggiungere ancora altri 140 g circa di farina all’impasto)
  • Acqua – 210 g
  • Sale fino integrale di Sicilia – 1 cucchiaino scarso
  • Malto d’orzo – 2 cucchiaini
  • Olio extra vergine di oliva – 1 cucchiaio

Per il condimento

  • Passata di pomodoro – 300 g
  • Olio extra vergine di oliva – 2 cucchiai
  • Sale fino integrale di Sicilia
  • Origano fresco o secco

Perché vi consiglio questa ricetta?

L’uso della pasta madre al posto del lievito di birra e la doppia lievitazione rendono la pizza molto più digeribile. Anche chi ha qualche problema con la glicemia, può mangiare una bella fetta di questa pizza! Infatti la cottura nel forno di casa è meno aggressiva (in pizzeria si arriva a 300° C e la cottura è velocissima; questo fa “caramellizzare” i carboidrati che quindi fanno alzare la glicemia molto velocemente; questo a casa non succede). La presenza di farina integrale, oltre a fare bene per il controllo della glicemia, rende la pizza molto più ricca di fibre (da 2 a 3 volte di più), utili per l’equilibrio dell’intestino.

Potete aggiungere (negli ultimi minuti di cottura) anche la mozzarella, ma la pizza è già così buona che potreste decidere di farne a meno, a vantaggio del colesterolo!

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link.

Come si prepara la pizza a lievitazione naturale

FASE 1: LA PREPARAZIONE DELL’IMPASTO 

Per questa ricetta ci vuole la pasta madre rinfrescata da un giorno al massimo: più è recente il rinfresco, più la lievitazione sarà buona. Per sapere come rinfrescare il lievito madre basta guardare qui. Mettete la farina di farro, la pasta madre, l’acqua (tiepida; ideale a 30°C) e il malto d’orzo in una terrina a bordi alti. Impastate energicamente per circa 5 minuti, per raccogliere tutti gli ingredienti. Aggiungete il sale e impastate per altri 5 minuti, appoggiandovi sul piano di lavoro e muovendo le mani velocemente (in questo modo l’impasto non si attaccherà alle mani). Aggiungete infine l’olio (di nuovo nella terrina) e impastate per altri 5 minuti (riportandovi sul piano di lavoro appena l’olio sarà incorporato), fino a quando otterrete una palla di consistenza omogenea. Se è un po’ appiccicosa, aggiungete ancora un po’ di farina.

FASE 2: LA LIEVITAZIONE

Infarinate il fondo di una bacinella larga e mettete a riposare l’impasto facendo un taglio a croce sulla superficie. Coprite con un canovaccio pulito e mettete nel forno spento e chiuso, dove avrete messo anche un pentolino di acqua molto calda, per creare un ambiente umido e tiepido. Lasciate riposare per almeno 2-3 ore l’impasto (o comunque per il tempo necessario affinché la pasta raddoppi di volume).

Al termine della prima lievitazione prendete delicatamente la massa lievitata e dividetela in 4 panetti, che poggerete già su teglie oliate. Stendete i panetti delicatamente con le dita, versando un po’ d’olio sulla superficie e spianando l’impasto dal centro verso l’esterno. Lasciate lievitare per altre 3 ore nel forno chiuso, con lo stesso sistema usato per la prima lievitazione.

FASE 3: IL CONDIMENTO E LA COTTURA

Alla fine della seconda lievitazione potete scegliere o di lasciare la pizza bella gonfia e non toccarla più (e vi verrà una pizza alta come quella della panetteria), oppure stenderla un po’ con le dita (in questo caso resterà molto più bassa, simile alla pizza della pizzeria). Io qui ve la propongo in versione panetteria. Versate la passata di pomodoro sulla pizza e stendetela delicatamente con il dorso di un cucchiaio. Condite con origano e un filo d’olio.

Accendete il forno a 200° C in modalità ventilata, se possibile impostando il calore dal basso. Cuocete per 20 minuti. Se decidete di aggiungere della mozzarella, fatelo solo negli ultimi 3 minuti di cottura (la mozzarella deve essere a temperatura ambiente, ben sgocciolata e a piccoli pezzettini).

A chi è adatta questa ricetta?

La farina di farro integrale è meno ricca di carboidrati rispetto alla farina manitoba (che si usa normalmente per fare la pizza tradizionale). I lipidi (contenuti nel germe del chicco) sono grassi di buona qualità. Quello che cambia tanto è la percentuale di fibre. Pensate che in alcune farine di farro integrale si possono avere anche 11 g di fibre per 100 g di prodotto (nella farina manitoba ne troviamo circa 3 g).

Chi è La Cuoca Insolita?

La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.

Lupi alle porte di Torino, bisogna preoccuparsi?

Articolo a cura di IPLA, Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente

Sono diverse le segnalazioni di lupi che si avvicinano ai centri abitati. Ma sono un pericolo per l’uomo? 

Proprio all’interno della tenuta che ospita la sede dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA SpA), sui bassi versanti della collina di Superga che si affacciano su Corso Casale, al confine tra i comuni di Torino e San Mauro, hanno probabilmente fatto capolino i lupi. Segnalazioni del predatore erano già state fatte nel recente passato sulla collina di Torino, ma decisamente più a nord: nei pressi di Castelnuovo Don Bosco, Casalborgone, Marentino. Questa volta a fare le spese del carnivoro sono stati un vitellino appena nato (presumibilmente venuto alla luce con gravi problemi di salute) e un cinghialetto. Il vitellino della razza Angus faceva parte della piccola mandria bovina che l’IPLA gestisce al fine del mantenimento in salute dei 10 ettari di prati stabili, quasi gli unici ormai rimasti su questi territori ormai completamente coperti dal bosco.

È opera dei lupi?

Di questi ritrovamenti e delle verifiche per comprendere se le predazioni siano effettivamente opera del lupo se ne stanno occupando in molti, dai veterinari dell’ASL ai referenti del Parco di Superga, dai funzionari della Città metropolitana di Torino a quelli della Regione Piemonte, fino al Centro grandi carnivori della Regione.
Nell’immaginario collettivo il lupo evoca da sempre grandi contrasti tra chi pretende assoluta protezione dell’animale e chi richiede una limitazione del numero per i danni che può arrecare. In Italia, dagli Appennini dai quali è risalito fino alle nostre regioni settentrionali, è presente una sottospecie, il cosiddetto lupo appenninico (Canis lupus italicus) che è quello che troviamo in particolare nelle regioni di nord-ovest: Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
A discapito dei tanti allarmi che vengono lanciati, in realtà il rischio nei confronti dell’uomo sostanzialmente non esiste. Esiste invece la possibilità che il lupo attacchi bestiame cercando di colpire gli animali più piccoli e più deboli, proprio come accaduto all’IPLA. Teniamo conto che un singolo esemplare può cacciare in un territorio di 100 chilometri quadrati, superfici immense che descrivono bene la capacità di questa specie di percorrere molte decine di chilometri ogni giorno in cerca di fortuna e di cibo. In questo caso la soluzione sta nel proteggere il bestiame chiudendolo in ripari o nelle stalle di notte (è proprio di notte che il lupo agisce con maggiore frequenza) o con reti specifiche elettrificate, definite appunto “antilupo”.

Ci sono specie che creano molti più danni

Da alcuni decenni la nostra regione e il nostro Paese hanno visto crescere le superfici a bosco con un incremento molto importante di presenza degli ungulati (caprioli, cervi e cinghiali). Queste specie, quando presenti in numero molto rilevante, creano infinitamente più danni del lupo, in particolare all’agricoltura. La presenza di un carnivoro limita la presenza degli ungulati tendendo ad un equilibrio dinamico delle popolazioni. È proprio l’equilibrio che dobbiamo preservare, trovando il modo migliore di convivere con queste specie. Evitando che le stesse provochino danni alle attività dell’uomo.

Una notte all’Officina della Scrittura, tra aperitivo e cocktail bar

All’Officina della Scrittura una visita notturna che vale la pena non perdere. 

Il Club Silencio è un’associazione culturale il cui obiettivo è quello di valorizzare e promuovere il patrimonio storico-culturale dei musei e degli edifici storici d’Italia attraverso l’organizzazione di iniziative serali. 

L’appuntamento è per mercoledì 15 gennaio: il Club Silencio è lieto di invitarvi a scoprire il primo museo al mondo dedicato alla cultura del segno. Dove, in un perfetto mix di tecnologia e tradizione, si produce la prima vera stilografica italiana: l’Aurora. 

La visita guidata all’Officina della Scrittura

La visita guidata accompagnerà il pubblico alla scoperta del Museo della Scrittura, per ripercorrere attraverso tecnologia e tradizione la storia della scrittura. Sarà inoltre possibile visitare la mostra temporanea “Aurora eterna” (visitabile solo fino al 31 gennaio), per ripercorrere i 100 anni del marchio attraverso più di 50 opere d’arte e di design; e la mostra “Un tasto italiano, Remington e Cesare Verona a Torino”, un percorso alla scoperta della famosa macchina da scrivere e dell’uomo che l’ha importata in Italia. 

L’aperitivo con cocktail bar sarà servito nella Sala dei Mestieri. La serata sarà accompagnata dalla selezione musicale di Luca Barral. 

Nel tour i visitatori potranno vedere il processo produttivo delle iconiche stilografiche e ci sarà anche un Laboratorio di Scrittura nel quale gli ospiti potranno provare un’ampia scelta di penne Aurora, fino ad individuare il pennino ideale per la propria grafia.

Un evento totalmente plastic free

Club Silencio si impegna nella lotta alla plastica “usa e getta”. Per dare un piccolo contributo alla salvaguardia dell’ambiente l’Associazione Club Silencio ha deciso di inserire bicchieri di plastica riutilizzabili. Tutto il materiale riciclabile è realizzato in collaborazione con #GreenTo sulla scia della campagna #PlasticFree. 

Dove e quando

Mercoledì 15 gennaio 2020

dalle ore 19:30 alle ore 00:00

Officina della Scrittura, Strada da Bertolla all’Abbadia di Stura 200, 10156 Torino 

Sito ufficiale

Inquinamento, la città affoga nello smog da quasi 20 giorni

Nonostante le limitazioni del traffico la situazione smog non migliora a Torino. E le condizioni climatiche non sono favorevoli.

Le previsioni confermano che la situazione non migliorerà tanto presto. Infatti sarà un gennaio senza piogge e nevicate, eccetto qualche precipitazione scarsa nei settori alpini di confine. Senza neve o pioggia sarà molto difficile ridurre la concentrazioni di micropolveri e lo smog nell’aria. E come se non bastasse le temperature sono sopra la norma.

Livelli di inquinamento dell’aria da record

Qualche giorno fa le centraline dell’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) hanno registrato numeri considerati davvero eccezionali ma, soprattutto, preoccupanti. 105 migrocrammi di micropolveri al metro cubo nella stazione di Torino Rebaudengo, 88 a Torino Lingotto, 86 a Beinasco, 68 a Casale Monferrato. Tutta la città si chiede quando finirà, ma la risposta dei meteorologi non è ottimista. Si spera in qualche precipitazione ma sono previste solo per la prossima settimana. E da quasi venti giorni l’inquinamento a Torino è da record, e riempie ospedali e pronto soccorso più dell’influenza.

Limitazioni del traffico

Considerate le condizioni meteo, che non favoriscono l’abbassamento dei livelli di Pm10, si prevedono altri giorni di limitazioni del traffico, per il momento fino a giovedì 16.  È vietata la circolazione dei Diesel Euro 2 e Euro 3 nella fascia oraria dalle 8 alle 19; e vale per i veicoli adibiti sia al trasporto persone che al trasporto merci. Stop anche ai Diesel Euro 4 e Euro 5 immatricolati prima del primo gennaio 2013, dalle 8 alle 19 per i veicoli per il trasporto persone e dalle 8.30 alle 14 e dalle 16 alle 19 per quelli per il trasporto merci. Gli stessi orari e le stesse limitazioni sono previste per i veicoli a benzina Euro 1.

Se la situazione non migliora entro giovedì scatterà il cosiddetto semaforo viola, che prevede l’estensione oraria dei divieti dalle 7 alle 20 per i motori diesel fino a euro 5 e benzina euro 1. 

Eataly compie 13 anni! Ecco i festeggiamenti da non perdere

Eataly Torino Lingotto quest’anno compie 13 anni. Ecco gli eventi da non perdere

Da giovedì 9 gennaio prende il via fino al 5 febbraio da Eataly Lingotto un mese ricchissimo di promozioni, eventi e iniziative per festeggiare al meglio il compleanno. La serata clou è prevista per lunedì 27 gennaio: appuntamento dalle ore 19 con “Facciamo cose buone!”, cena itinerante con piatti di grandi chef italiani e stranieri, vini unici, musica e intrattenimento e dal sapore benefico. Parte del ricavato della serata sarà infatti devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Istituto di Candiolo-IRCCS.

Tra gli altri eventi in programma segnaliamo il tour del negozio, un tour di degustazioni tra i reparti e i laboratori di produzione di Eataly Torino Lingotto. Sono previste anche nuove esperienze nei reparti, come l’Esperienza Gnocchi, per imparare la ricetta dei veri gnocchi piemontesi. Non mancheranno cene a tema, dalla Grande Cena delle Ostriche alla cena al buio, in collaborazione con A.S.D. Polisportiva UICI Torino Onlus.

Ma non è un compleanno senza le grandi Aste di Eataly Lingotto: sarà possibile aggiudicarsi a prezzi eccezionali frutta e verdura di stagione e il miglior pescato del giorno, palette alla mano. La novità della stagione? Un percorso emozionale di gusto che vedrà all’asta diverse tipologie di ostriche, giovedì 16 gennaio alle 17.30 presso la Pescheria di Eataly.

Info e prenotazioni su Eataly

Sito web

Tel. 011 19506801

Lo zenzero fa bene dopo le feste? Scopri le sue proprietà

Quali sono le proprietà benefiche dello zenzero, sempre più usato in cucina, soprattutto dopo le feste.

Lo zenzero è una pianta dalle proprietà uniche e un ingrediente che trova sempre più spazio sulle nostre tavole. Numerosi sono i benefici ad esso associati: riduce la nausea, è un antidolorifico e antinfiammatorio naturale, e aiuta a dimagrire. Vediamo quali sono i suoi benefici effettivi e come consumarlo al meglio con una calda tisana.

Le sue origini

Si tratta di una pianta originaria dell’Asia, usata prevalentemente a scopo alimentare e curativo nella medicina cinese e in quella indiana, ormai da millenni. Infatti era, ed è  tuttora, la base di molti medicamenti. La polpa delle radici, simili a un tubero nodoso, è ricca di amido ma contiene anche proteine, lipidi, vitamina A e tiacina. Infatti è conosciuto anche con il nome di radice della salute.
Dall’Asia all’Europa, questa radice è stata impiegata per ridurre vari disturbi grazie alle sue proprietà benefiche e disinfettanti.

Quali sono le proprietà dello zenzero?

Lo zenzero è famoso per le sue proprietà digestive. Calma molto velocemente lo stomaco, stimola la digestione e scioglie i grassi. Per questo scopo l’ideale è consumarlo con una tisana calda , magari dopo un pasto abbondante. Non solo: possiede anche la capacità di attutire l’ulcera e il reflusso.  È uno dei rimedi naturali più efficaci per alleviare nausea e vomito. Infatti viene impiegato sia in caso di lunghi viaggi (in nave, in auto o in autobus), sia in gravidanza. Si è dimostrato efficace anche contro la nausea indotta dalla chemioterapia. Oltre alle proprietà digestive, lo zenzero è un rimedio naturale eccellente per depurarsi, e viene utilizzato soprattutto dopo le festività per sgonfiarsi e ritrovare il giusto peso.

Addirittura viene usato come alleato per curare le malattie da raffreddamento. Lo zenzero, infatti, ha un forte potere riscaldante e, secondo la medicina cinese, scioglie efficacemente il mucoo. Inoltre, la sua azione analgesica e antinfiammatoria permette di alleviare a risolvere il mal di gola. Diversi studi hanno poi evidenziato come lo zenzero sia utile ed efficace nel trattamento dell’artrite e dolori muscolari.

Come preparare la tisana allo zenzero?

Alcuni componenti dello zenzero, ad esempio quelli antitumorali, risultano più efficaci quando lo zenzero viene riscaldato. Ecco perché la tisana è un ottimo modo per consumare la radice della salute. Per prepararla basta un pezzetto di zenzero fresco, preferibilmente biologico, grattugiato o tagliato a fettine sottili. Va aggiunto in un pentolino dove si metterà poi a bollire l’acqua per almeno 20 min. Prima di consumare la tisana allo zenzero è bene farla riposare 5 minuti. 

Secondo Forbes i 7 musei più affascinanti d’Italia si trovano a Torino

Torino e il Piemonte premiate dalla stampa estera, questa volta per i musei

La rivista statunitense Forbes non smette di dedicare articoli alle bellezze di Torino. Qualche mese fa aveva elogiato la Merenda Reale equiparandolo per rito e tradizione all’ora del tè britannico. Questa volta, invece, è il turno dei musei. 

I 7 musei più affascinanti secondo Forbes

Con un articolo dal titolo 7 Of Italy’s Most Fascinating Museums Are In Seriously Stunning, Underrated Turin (7 dei musei più affascinanti d’Italia si trovano nella seriamente sbalorditiva, sottovalutata Torino) passa in rassegna le sette esperienze museali da non perdere: Palazzo Reale, Palazzo Madama (con l’annesso Museo Civico di Arte Antica), il Museo Nazionale del Cinema, Palazzo Carignano, il Museo Nazionale del Risorgimento, il Museo Egizio e la Venaria Reale (definendo la Galleria Grande “uno degli spazi pubblici più impressionanti in Italia”).

Ma l’autrice dell’articolo Catherine Sabino, non è estranea all’Italia: ha scritto per riviste in Italia e negli Stati Uniti ed è stata caporedattrice di pubblicazioni per Forbes, Gotham Magazine e Four Seasons Magazine. Ha frequentato scuole italiane e ha scritto due libri su una delle eccellenze del nostro Paese: il design.

Sempre nel pezzo pubblicato su Forbes si legge che Torino è una delle città più importanti d’Italia e, nonostante le numerose attrazioni resta una destinazione meno conosciuta per molti viaggiatori americani. Insomma, prima capitale d’Italia, capitale non ufficiale del cioccolato sede storica della Fiat… la città offre un mix interessante di offerte culturali. Di fatto il Piemonte sta ottenendo moltissimi riconoscimenti dalla stampa estera. È stato già menzionato dal The Guardian per il cibo e per gli eventi, dalla guida Lonely Planet come miglior regione del mondo da visitare e l’elenco sembra destinato ad allungarsi. Per Torino e per il Piemonte si preannuncia un 2020 ricco di sfide, a partire dall’evento dell’anno che la vede Capitale del Cinema. 

 

Mariella Randolfi