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Un piano per i diritti dell’infanzia di Porta Palazzo – Aurora

Save the Children e Città di Torino hanno presentato  negli spazi della biblioteca civica Italo Calvino, il Piano di sviluppo per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per il territorio di Porta Palazzo Aurora. All’evento hanno partecipato: Michela Favaro, Vicesindaca della Città di Torino; Francesca Caterina Bragaglia, AuroraLAB-Politecnico di Torino Politecnico di Torino; Massimo Cellerino, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Torino II”; Cecilia Guiglia, Presidente Fondazione di Comunità Porta Palazzo; Annapaola Specchio, Responsabile Struttura Innovazione Sociale di Save the Children; Carolina Guercio, Lavazza Foundation & Community Care Senior Specialist; a moderare l’incontro è stato Filippo Barbera, Professore ordinario del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino.

Il Piano si inserisce nel più ampio programma di innovazione sociale promosso da Save the Children “Qui, un quartiere per crescere”, che, in cinque città italiane con carenza di servizi e opportunità per i minori e in un arco temporale di nove anni, ha l’obiettivo di migliorare concretamente il contesto di vita di bambini e adolescenti, attivando processi di trasformazione e costruendo o rafforzando le alleanze sul territorio per accompagnare i giovani nel loro percorso di crescita, creando comunità inclusive e sostenibili. Il Piano, nell’ambito di un accordo quadro, definisce gli obiettivi per costruire strategie e strumenti per garantire a bambine, bambini e adolescenti un contesto ricco di opportunità, con interventi dedicati, in particolare, all’inclusione sociale e al contrasto della povertà educativa e materiale.

A Torino, lo storico quartiere di Porta Palazzo-Aurora è uno dei più giovani e più densamente popolati della città, con 4.772 bambini e adolescenti fino ai 14 anni e il 16,3% dei residenti che ha meno di 19 anni. Le scuole primarie ospitano il 31% di bambini con background migratorio in più rispetto alla media della città e in quattro delle sette scuole secondarie di I grado il 67% degli studenti è di origine straniera (la media cittadina è del 27%). Gli studenti che frequentano le scuole del quartiere tendono ad avere percorsi scolastici caratterizzati da abbandoni prematuri su cui influiscono le barriere linguistiche. Porta Palazzo Aurora è connotato anche da una fragilità economica e lavorativa: i giovani tra i 15 e i 29 anni che si trovano fuori da ogni percorso di lavoro, istruzione o formazione (neet) sono il 16,7%.).

Le ragazze e i ragazzi del Comitato permanente, che vivono nel quartiere, hanno espresso il bisogno di spazi sicuri e accoglienti dove esprimersi liberamente sentendosi riconosciuti e valorizzati come parte integrante della comunità, la necessità di avere momenti strutturati di ascolto e confronto oltre che di spazi ludico-educativi e la volontà diventare protagonisti attivi nella trasformazione del quartiere per migliorare la qualità della vita della comunità che lo abita.

“Il Piano di sviluppo per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza che presentiamo oggi con Città di Torino e con le diverse realtà del territorio che hanno partecipato attivamente, è un lavoro condiviso che nasce a partire dai bisogni dei bambini, dei giovani e della comunità del quartiere Porta Palazzo-Aurora, con l’obiettivo di creare un contesto di crescita sicuro e ricco di opportunità. Il Piano è uno strumento di lavoro ambizioso e partecipato, pensato per rispondere alle disuguaglianze e alle complessità, offrendo soluzioni reali e favorendo o rafforzando le alleanze sul territorio affinché ogni bambino, bambina e adolescente, a prescindere dal contesto socio-economico in cui nasce, abbia la possibilità di crescere, prosperare e contribuire attivamente al benessere della propria comunità. Promuovere la partecipazione dei giovani significa permettere loro di conoscere, sperimentare, agire e garantire che il loro punto di vista sia preso in considerazione anche nei processi decisionali sociali più significativi della comunità in cui vivono” ha dichiarato Annapaola Specchio, Responsabile Struttura Innovazione Sociale di Save the Children.

“Si tratta di un territorio sul quale come amministrazione comunale stiamo mettendo in campo numerosi investimenti sia materiali che immateriali – ha affermato la Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro -. In questo quadro oggi siamo particolarmente contenti di essere qui per presentare un progetto ambizioso che pone al centro il benessere delle bambine, dei bambini e delle e degli adolescenti di Torino. La collaborazione tra la Città, Save The Children e tutte le realtà locali è fondamentale per il successo di questo progetto. Insieme stiamo lavorando per trasformare Porta Palazzo Aurora in un ‘Quartiere per crescere’, dove le nuove generazioni possano trovare opportunità concrete per sviluppare capacità, essere sostenute e sentirsi parte di una comunità che investe nel loro e nel suo futuro”.

 “La Fondazione Lavazza è orgogliosa di sostenere il Piano di Sviluppo per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza nel quartiere Porta Palazzo-Aurora. Questo progetto rappresenta un’iniziativa strategica importante per promuovere un contesto sicuro e inclusivo, favorendo opportunità di crescita per la comunità. In collaborazione con Save the Children, nostro partner da oltre vent’anni, e molteplici altre realtà territoriali, ci impegniamo a realizzare interventi concreti e mirati, rispondendo in modo efficace alle esigenze dei giovani e delle loro famiglie. I quartieri periferici devono essere luoghi sicuri, spazi di crescita e di stimolo per le nuove generazioni. Fare spazio alla crescita significa aprire orizzonti, dare voce alle esperienze e accompagnare chi vive questi territori nel loro percorso di sviluppo” ha dichiarato Carolina Guercio, Lavazza Foundation & Community Care Senior Specialist.

Il Piano di sviluppo agisce su quattro diritti fondamentali per l’inclusione sociale e la piena realizzazione di bambini, bambine e adolescenti: istruzione, educazione e formazione; salute e benessere psicofisico; ambiente e mobilità sostenibile; contrasto alla povertà educativa e materiale.

Tra gli interventi dedicati a istruzione, educazione e formazione, il Piano prevede, per le scuole, attività di mediazione socio-culturale, l’apertura prolungata degli istituti con attività extracurriculari e durante il periodo estivo, corsi di italiano L2 per bambini e genitori con background migratorio. Per quanto riguarda, invece, il sostegno alla genitorialità, l’attivazione di percorsi di formazione per i primi mille giorni. Nell’ambito del diritto alla salute e al benessere psicofisico, servizi di supporto per la salute mentale dei giovani, percorsi dedicati alla salute sessuale e all’utilizzo delle tecnologie digitali, il potenziamento dello sportello sociale e legale “Per Mano in Piazza” con l’obiettivo di potenziare l’emersione di casi di violenza domestica e assistita, percorsi di formazione e sensibilizzazione su abuso e maltrattamento infantile. Nell’ambito del contrasto alla povertà educativa e materiale, il Piano prevede l’apertura di un Emporio solidale, percorsi formativi sulle competenze professionali per i giovani e di accompagnamento finalizzati alla creazione di impresa sociale a donne con figli in condizione di fragilità socio-economica. Al fine di garantire un contesto di crescita sano e a misura di bambino, il Piano prevede percorsi formativi sulle competenze green per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e dei centri di formazione professionale, interventi di riqualificazione delle aree verdi.

Il Piano di sviluppo per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del quartiere Porta Palazzo Aurora è un progetto aperto, che viene rielaborato ogni tre anni il Piano secondo un processo di condivisione e partecipazione territoriale. Il percorso che ha portato alla definizione del Piano ha previsto una fase di raccolta e analisi dei dati territoriali, in collaborazione con il Politecnico di Torino, e l’attivazione di una piattaforma di monitoraggio che consentirà di conoscere il percorso di vita dei bambini e delle famiglie che partecipano alle attività e di elaborare una valutazione di impatto.

Il Piano di sviluppo per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del quartiere Porta Palazzo Aurora nasce da un lavoro partecipato con le istituzioni, le scuole, le associazioni, le imprese, le comunità territoriali e il Comitato permanente delle ragazze e dei ragazzi del territorio. Tra questi, Fondazione Lavazza, al fianco di Save the Children da oltre vent’anni, nell’ambito degli interventi dedicati a istruzione, educazione e formazione del Piano, ha scelto di sostenere l’apertura prolungata degli istituti con attività extracurriculari e durante il periodo estivo.

Hanno partecipato: Almaterra, ASAI-Terremondo, Associazione Arteria, Atypica, Camminare Insieme, Circoscrizione 7, Città di Torino, Cecchi Point (Associazione Il Campanile), Civico Zero, Educadora, Educazione Progetto, ENAIP Piemonte, ENGIM, Fondazione di Comunità Porta Palazzo, Fondazione Lavazza, Fondazione MAMRE, I.C. Regio Parco, I.C. Torino II Panafricando, Rete italiana di cultura popolare, Safatletica, SERMIG, SP4ZIO APS, Unione Pastorale Migranti, (UPM), Vides Main.

Rock Jazz e dintorni a Torino: Subsonica e Sfera Ebbasta

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GLI APPUNTAMENTI MUSICALI DELLA SETTIMANA 

Lunedì. Approdano a Torino per 2 serate consecutive, i Subsonica al teatro Concordia di Venaria.

Martedì. Al teatro Colosseo per 2 sere consecutive, Neri Marcore porta in concerto “La Buona Novella” di Fabrizio De Andrè.

Mercoledì. All’Hiroshima Mon Amour suonano I  Magazzino San Salvario.

Giovedì. Al teatro Garybaldi di Settimo si esibisce Mario Venuti. Al teatro Concordia di Venaria è di scena il rapper Nayt. All’Hiroshima si esibisce Egreen. Al teatro Q77 suonano gli Statuto. Alla Divina Commedia sono di scena i Timeo. Al Blah Blah suonano i Circus Punk+ Dionysian.

Venerdì. Alla Divina Commedia si esibiscono i Ladz. All’Hiroshima suonano i Murubutu. Al Circolo Sud sono di scena i Idiluvia. Al Magazzino di Gilgamesh suona Ian Siegal & The Goosebumps Bros. Al Vinile si esibisce Eterea. Al Circolino suona Caterina Accorsi Quartet. Al Blah Blah è di scena Radioelettra.

Sabato. Al Peocio di Trofarello  suonano gli Elektradrive. Al teatro Concordia di Venaria “Nero a metà experience” : La musica di Pino Daniele suonata dai suoi musicisti. Al Capolinea 8 sono di scena i Lapsus Lumine. Al Folk Club suona Jefferson Hamer & Reed Foehl. All’Inalpi Arena si esibisce Sfera Ebbasta. Al Magazzino sul Po è di scena Fabio Mina. Al Blah Blah suonano i Kuadra.

Domenica. Alla Divina Commedia si esibiscono i Ladies & The Boomers.

Pier Luigi Fuggetta

Giachino: “Bene che anche gli industriali torinesi si interessino del nostro Aeroporto”

Caro Direttore,
Stamane anche il Presidente degli industriali  torinesi scende in campo a chiedere il rilancio del nostro aeroporto che come dico dal 2014 è solo tredicesimo in Italia. Lo dissi a Fassino che mi mando’ a quel Paese. Per molto tempo la carta stampata non ha voluto vedere il problema così chi amministrava Torino. Come spiego nel mio libro molti non capiscono che gli aeroporti migliori possono fare un contributo alla economia locale che può arrivare  anche tre punti di PIL e soprattutto possono portare turismo di qualità e economico. Così come molti non capiscono la importanza della TAV così i tempi si allungano e i costi aumentano. Abbiamo bisogno di essere collegati a alcune capitali economiche .
Se un manager atterra a Malpensa va a dormire a Milano e al mattino con il treno veloce in 50 m viene a Torino fa i suoi incontri e riparte. Gli unici che ci guadagnano i taxi e il ristorante . Errore principale vendere le quote azionarie dentro la Società che gestisce l’aeroporto che avendo aeroporti più grandi come Bologna e Napoli non considera prioritario Torino. Azionista della società che gestisce l’aeroporto c’è però il Sanpaolo cui il Comune potrebbe fare fuoco di squadra . Con l’aumento forte del traffico aereo in corso non rilanciare Caselle è un delitto. Aeroporto e TAV sono le due infrastrutture più importanti per rimettere Torino dentro la rete europea e mondiale dei traffici . Certo occorre avere amministratori locali più competenti e qui sta la responsabilità degli elettori che purtroppo danno poca importanza alla competenza dei candidati salvo pentirsene dopo le elezioni. Ma la MOBILITÀ, la SALUTE e il LAVORO sono i tre problemi più importanti per i quali occorre avere in Consiglio comunale e regionale non i campioni di preferenze ma i campioni di competenze lo stiamo vedendo sul cavalcavia di corso Sommeiller e a piazza Baldissera.
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Mino GIACHINO
Responsabile piemontese trasporti FDI

Medico condannato dopo 50 anni per morti da amianto

È stato condannato dal Tribunale di Torino per omicidio colposo a un anno e sei mesi di reclusione, per la morte  di 8 dei 16 operai delle Officine grandi riparazioni di Torino negli anni Settanta. Si tratta di un medico di 85 anni che venne chiamato come libero professionista tra il 1970 e il 1979 dalle Ferrovie in qualità di consulente esterno. Gli operai si sono ammalati e sono morti a causa dell’amianto.

 

Libri in soffitta

Da una statistica di pochi anni fa è emerso che gli italiani sono tra i peggiori lettori in Europa, con una media di meno di un libro a testa all’anno.

Questo significa che, facendo la media con me che ne leggo almeno venti l’anno, c’è qualcuno che ne legge uno ogni vent’anni.

E’ evidente che, rispetto a qualche decennio fa, qualcosa si sia guastato: disaffezione nei confronti della cultura, deviazione verso altri mezzi (PC, TV, smartphone), incapacità della scuola di trasmettere passione per la lettura.

Gli effetti si sono manifestati in breve tempo e sono sotto gli occhi di tutti: incapacità di confrontarsi con idee diverse dalle nostre, analfabetismo funzionale (in Italia il 70% degli adulti non comprende il significato di un testo), incapacità di mandare a memoria un testo anche breve.

Eppure, la cultura è alla portata di tutti; a parte gli e-book ormai reperibili ovunque a costo zero, tutte le città hanno librerie che vendono libri usati a 2-3 euro: se davvero uno vuole, rinunciando a qualche sigaretta o a qualche caffè ogni settimana, scegliendo con più attenzione cosa mettere nel carello della spesa può reperire i due-tre euro, anche solo una volta al mese, e leggere almeno un libro.

E’ impossibile non trovare un genere di proprio gradimento: dalle biografie ai romanzi, dai saggi alle guide turistiche, ai manuali ci sono migliaia di titoli che aspettano soltanto di essere letti.

E che dire del book crossing, quella pratica ormai presente in tutti i Comuni, per cui una persona può prendere un libro gratuitamente e riportarlo dopo averlo letto, oppure prenderne uno mentre se ne lascia un altro, senza contare che ogni Comune, anche piccolo, ha un sua biblioteca civica oltre a biblioteche tematiche, o Nazionali, o storiche che si possono frequentare gratuitamente per leggre in loco o che consentono di portare i libri a casa.

E’ evidente che non sia la mancanza di disponibilità a generare il fenomeno della non lettura, quanto piuttosto quello della mancanza di volontà, della cattiva abitudine di non leggere.

In casa mia, fin da piccolo, ed in quella dei miei nonni paterni, i libri sono stati sempre presenti; alle scuole medie, inoltre, il compianto Professor Pastore, docente di italiano, latino, storia e geografia ci invogliava a leggere un libro alla settimana, portati da lui o da noi, e poi ci chiedeva un riassunto. Nessuno era esentato dal quel “volontariato”.

Se i genitori togliessero il cellulare ai bambini al ristorante e dessero loro un libro, anche solo da colorare sarebbe già un primo avvicinamento ai libri; se quegli stessi genitori riprendessero la sana abitudine di leggere un libro a letto ai pargoli anziché rimbecillirli dando loro lo smartphone o lasciandoli da soli per potersi immergere nella tv spazzatura avremmo una serie di vantaggi che non sto ad elencare.

Diventare genitori è un diritto, non un obbligo e, in quanto diritto, occorre meritarlo. Il QI in calo per la prima volta nell’evoluzione umana, è la dimostrazione che questo non si trasmetta geneticamente (o, almeno, non solo) perché ho conosciuto persone intelligentissime nate da genitori molto, molto meno intelligenti dei figli; usare la calcolatrice anziché sforzarsi di compiere calcoli anche elementari mentalmente o, tutt’al più, con carta e penna, non dover più mandare a memoria poesie o brani, non scrivere più i temi a scuola hanno avuto come unici risultati un impoverimento del lessico, l’analfabetismo funzionale e, appunto, un calo del QI.

Pensate che bello stipulare un contratto capestro con una controparte che non comprende cosa vi sia scritto: a parole parlo di una cifra e di alcune prestazioni, nel contratto indico tutt’altro. Oppure che dovendo leggere la propria cartella clinica non comprende se la situazione sia grave e quanto.

Una volta i genitori erano fieri di avere un figlio laureato, o ufficiale di una forza armata, o calciatore famoso; non sarebbe bello, oggi, avere almeno un figlio colto?

Sergio Motta

Le opere di Cecilia Birsa al Grattacielo Piemonte 

L’artista biellese presenta la sua esposizione fino al 28 marzo prossimo negli spazi di Sala Trasparenza a Torino. Il Vicepresidente della Regione Piemonte Elena Chiorino: “Testimonianza di creatività che merita di essere raccontata”

L’artista biellese Cecilia Martin Birsa presenta la sua affascinante esposizione fino al 28 marzo prossimo negli spazi della Sala Trasparenza, presso il Grattacielo Piemonte, a Torino. Le sue opere, che celebrano la scultura femminile e la connessione profonda con la natura, offrono uno spunto di riflessione sull’arte e sulla bellezza dei materiali naturali provenienti dal territorio biellese. Lavori che, scolpiti con pietre di torrente e antiche rocce, rivelano un forte legame con la storia naturale della regione.

L’arte che nasce dalla terra descrive la forza delle donne e la bellezza del nostro patrimonio” spiega il vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino. “La sua esposizione è un’ulteriore testimonianza di vitalità e creatività che merita di essere raccontata e celebrata. Cecilia Birsa, con la sua vocazione, porta alla luce la bellezza intrinseca di acqua e pietre, elementi che più di tutto marcano l’identità biellese, trasformando le rocce in sculture e storie di forza e delicatezza. Siamo orgogliosi di poter valorizzare il suo lavoro e offrire un’occasione per riflettere sulla forza della natura e sulla grandezza dell’arte femminile”.

In occasione della recente Festa della Donna ho l’onore di esporre le mie sculture femminili ricavate dalle rocce del torrente Elvo al Palazzo della Regione. Devo ringraziare la Vicepresidente della Regione Piemonte, Elena Chiorino, per questa opportunità e per avere visto nel mio lavoro un’eccellenza da fare conoscere e valorizzare. Il mio lavoro di scultrice è un grande atto di amore nei confronti del territorio biellese, perché le pietre di torrente, di montagna che caratterizzano il paesaggio e le baite d’alpeggio, i tipici muri a secco del minuscolo Borgo dove vivo e lavoro, sono un patrimonio di storia naturale incredibile. Ho scelto quelle pietre dure e antiche di montagna per raccontare gli stati d’animo femminili: la donna è dotata di una forza primigenia che l’antica pietra di torrente descrive molto bene” dichiara l’artista Cecilia Martin Birsa.

Informazioni utili:

Biografia Cecilia Martin Birsa

Cecilia Martin Birsa è nata nel dicembre dell’83 a Biella. Vive e lavora a Bagneri, un Borgo Alpino nel Biellese Occidentale.

La sua formazione artistica inizia poco più che ventenne, nell’atelier del “pittore della neve” nonché scultore ed incisore Placido Castaldi, a Sordevolo, diventando vera e propria sua assistente all’età di ventisei anni, sino all’anno della sua morte nel 2014.

Da lui impara sia il buon gusto che la disciplina pittorica e che il lavoro artistico si basa su una continua tensione nervosa abbinata alla meditazione ed ad un costante sforzo sensoriale ed emotivo.

In parole povere, come diceva Artemisia Gentileschi, “ la pittura è come un campo di battaglia”. Dopo la morte del Maestro, accantonato pennelli e colori, ha iniziato il suo percorso artistico di ricerca che l’ha subito portata alla scultura. Tutte le sue opere sono caratterizzate dall’uso di medium di epoca paleozoica: le pietre di montagna, di torrente (mucronite, serpentino, quarzo o sienite) che scolpisce sono molto più antiche del marmo, caratterizzate da estrema durezza e da un loro carattere preponderante: non si possono plasmare nè sottomettere alla volontà creativa, ma necessitano di ascolto, interpretazione e dialogo. Ogni scultura è una ricerca nella quale è costantemente messa alla prova, nel tentativo di conciliare la volontà di imporre un concetto e l’ascolto della forza primordiale e misteriosa della pietra.

L’unicità del suo lavoro (le donne scultrici in pietra dura sono una rarità a livello internazionale), l’ha portata in poco più di un anno dalla sua prima personale ad essere accettata e poi ricercata dalle gallerie di tutto il mondo, portando con se la pietra della Valle dell’Elvo.

ESPOSIZIONI e MOSTRE:

settembre 2016: Personale ” L’anima di una donna” nella galleria Melori & Rosenberg- Ghetto Ebraico-Venezia

ottobre 2016: Collettiva nella Internazionale “Le cinque anime della scultura” Officinacentocinque-Como

dicembre 2016 : Collettiva nella Internazionale “Kolossos-Il ritorno dell’invisibile” -Castello di Palermo

dicembre 2016 : Personale in “Engadin Spirit” a Silvaplana e a St. Moritz

ottobre 2017: Partecipazione alla Biennale di Firenze – Firenze.

novembre 2017: Partecipazione a Paratissima 2017- Torino

novembre 2017: Esposizione in Math12- Torino

marzo 2018: Presentazione della scultura raffigurante il Senatore Giuseppe Pella nella sala da allora a lui dedicata nella Prefettura di Biella.

giugno 2018: Esposizione nella basilica di San Lorenzo alla cripta di Donatello, “Presenze nell’arte contemporanea- emergenti del XXI secolo e maestri del XX secolo” con artisti Carrà, Sironi, Rosai, Guttuso, Annigoni”

settembre 2018: Esposizione personale nel Borgo Alpino Rete ecomuseale biellese: “Pietre e Volti, il ritratto di una Valle”.

ottobre 2018: Collettiva nella Internazionale “Le cinque anime della scultura” alle Officinacentocinque-Como

dicembre 2018: esposizione a MIAMI- River Art Fair

giugno/luglio 2019: Esposizione a Palazzo Medici- salone delle carrozze- Firenze

settembre2020/febbraio 2021: Esposizione permanente al sentiero del Borgo Alpino di Bagneri (Biella) con “Selvatica”, con patrocinio Fondazione CRB

luglio 2022: esposizione al Santuario di Graglia “Il cortile dei Pellegrini”

luglio 2022: “Il Fischio” al Rifugio Vittorio Sella, al Lauson: scopritura del gruppo scultoreo “IL FISCHIO” nel Parco del Gran Paradiso, commissionata dal C.A.I. Di Biella in occasione dei 100 anni del rifugio Vittorio Sella

ottobre 2023: mostra personale a Pietrasanta, galleria NagArtGallery

marzo 2024: in occasione della Festa della Donna, la Fondazione CRT ha esposto le sue opere sul tema.

Opere presenti al Grattacielo Piemonte:

Donna di Fuoco

Medium: Andesite Basaltica. Cento milioni di anni fa nasceva nel Biellese questa roccia vulcanica effusiva, formatasi durante le prime fasi dell’orogenesi alpina.

Arcuata

Medium: Mucronite. Granito estremamente duro, proveniente dal Monte Mucrone, la montagna simbolo del Biellese.

Torsione

Medium: Gneiss. Roccia metamorfica durissima tipica delle prealpi biellesi.

Negritudine

Medium: roccia vulcanica. Pietra antichissima formatasi ai tempi della Pangea. Il territorio biellese era caratterizzato dalla presenza di molteplici vulcani di dimensioni assai ridotte rispetto al supervulcano della Valsesia.

Autoritratto

Medium: Migmatite. Il territorio biellese è ricco di queste rocce che la Serra Morenica di Ivrea ha trasportato dal ghiacciaio del Monte Rosa a valle 10.000 anni fa.

Paura del cambiamento    

Medium: serpentino. Roccia ofiolitica che è l’esito di una lacerazione della crosta oceanica. Milioni di anni fa le acque dell’oceano ligure piemontese, che ricopriva il territorio biellese, filtrando all’interno delle spaccature hanno portato in superficie, dalla profondità della terra, questa roccia.

Ivrea, Ruffino (Az): “Su sicurezza non ci sono distinzioni politiche”

“Ho seguito con particolare attenzione l’attività di Massimiliano De Stefano, consigliere comunale di Azione a Ivrea che ha presentato una mozione in consiglio Comunale proponendo interventi concreti per migliorare la sicurezza della città. Mi auguro che il tema della sicurezza non sia ridotto a un’ideologia politica. È una questione non di destra o di sinistra ma che riguarda tutti noi e deve essere affrontata con responsabilità e pragmatismo”.
Così Daniela Ruffino, deputata e segretaria di Azione in Piemonte.
Secondo Ruffino “non si tratta di cavalcare la paura o di fare demagogia, ma di lavorare insieme per costruire soluzioni che siano efficaci, sostenibili e inclusive. Posso dire con certezza che l’attività del consigliere De Stefano non ha come obiettivo quello di alimentare la divisione o la polarizzazione politica, piuttosto di offrire un contributo serio e concreto alla crescita della nostra città. Azione è un partito Azione è un partito politico che si colloca principalmente nel centro liberale, quindi non populista e non intende sfruttare la questione della sicurezza per ottenere consensi facili: le nostre  proposte sono di buon senso, puntano a costruire una comunità più sicura attraverso un approccio basato sulla collaborazione, sulla prevenzione, sull’integrazione delle forze di polizia, ma anche sul miglioramento dei servizi sociali e, non da ultimo, sul coinvolgimento attivo dei cittadini”.
“Solo un lavoro corale – prosegue Ruffino – tra amministrazione comunale, forze dell’ordine, scuole, associazioni e, naturalmente, i cittadini, può portare a risultati concreti: un approccio integrato capace di unire prevenzione e interventi rapidi, socialità e politiche urbanistiche intelligenti. Per questo motivo,  il dialogo e il confronto elementi importanti nell’ambito del Consiglio Comunale possono eventualmente costruire soluzioni. L’auspicio è che la discussione sulla sicurezza possa essere condotta con maggiore apertura affinché ogni proposta, senza distinzione politica, possa essere valutata per la capacità di migliorare la reale vita dei cittadini”.
La segretaria regionale di Azione ringrazia “coloro che, quotidianamente, si impegnano per la tutela dell’ordine pubblico e per la difesa dei cittadini, donne e uomini della Polizia di Stato, dei Carabinieri e di tutte le forze dell’Ordine”.

Il Politecnico entra in Environment Park

Il Politecnico di Torino, dopo aver risposto alla manifestazione di interesse indetta nel novembre scorso da Finpiemonte, è entrato nella compagine sociale di Environment Park a seguito del trasferimento della partecipazione pari all’1% del capitale sociale, per un valore di 170.186 euro.

“La partecipazione del Politecnico in Environment Park è un importante segnale che va a sottolineare il carattere strategico di questa collaborazione che, sul piano operativo, ha solide basi pluriennali – commenta il Rettore Stefano CorgnatiEntrare nella compagine sociale rafforza oggi questa partnership. L’impegno congiunto sarà sempre più rivolto verso la condivisione della ricerca e delle opportunità di sviluppo reciproche in un ambito determinante per il nostro Ateneo quali sono quelli delle transizioni ecologica ed energetica. EnviPark per il Politecnico rappresenta un primo esempio di quelle infrastrutture condivise tra un player privato che gestisce l’hardware e il Politecnico che gestisce il contenuto scientifico, e che nei prossimi anni l’Ateneo svilupperà in collaborazione con enti di ricerca e imprese del territorio”.

“Per la nostra azienda l’ingresso del Politecnico tra i Soci rappresenta una conferma del contributo strategico che Envipark apporta al territorio. – afferma il Presidente di Environment Park, Giacomo PortasLa collaborazione finora condotta con il Politecnico ha portato una forte attenzione sul Parco Tecnologico come Polo di riferimento per l’innovazione nella transizione ecologica. Stiamo assistendo allo sviluppo di nuove progettualità, all’insediamento di nuove realtà di alto livello di competenza e tecnologia e all’avvio di nuove collaborazioni nelle quali ciascuno gioca il suo ruolo, con l’obiettivo comune di rendere Torino un punto di riferimento per chi vuole fare innovazione con vocazione sostenibile”.

La collaborazione tra Politecnico di Torino ed Environment Park ha infatti radici lontane, e si può configurare in due linee operative. EnviPark, da un lato, mette a disposizione del Politecnico spazi per la ricerca applicata di eccellenza. Si tratta di infrastrutture non generiche, ma attrezzate con un’impiantistica speciale e di alto livello professionale, definita attraverso il confronto continuo con i ricercatori, per venire incontro alle esigenze di una ricerca dinamica e competitiva a livello internazionale. Dall’altro lato, essendo una delle funzioni principali del Parco Tecnologico quella di cercare continuamente opportunità che avvicinino la ricerca e il mondo industriale, l’accento viene posto sulle azioni di facilitazione messe in atto per trasferire competenze accademiche a favore delle imprese.

I settori in cui trova applicazione la collaborazione tra le due istituzioni riguardano nello specifico soprattutto l’idrogeno (produzione, utilizzo e stoccaggio), le attività sul ciclo della CO2 (cattura, stoccaggio e conversione) e lo sviluppo di tecnologie per le conversioni elettrochimichecome batterie, celle a combustibile e supercapacitori. Negli spazi di EnviPark è inoltre presente una galleria del vento del Politecnico, utilizzata per studi ambientali e dedicati alla sicurezza.

Oggi la parte di EnviPark utilizzata in collaborazione con il Politecnico occupa 2mila mq (sui 30mila totali del Parco) ma è in corso un’operazione, che vede la partecipazione anche dell’Istituto Italiano di Tecnologia, che porterà entro l’anno ad un ampliamento, arrivando a raddoppiare la superficie attuale coinvolta. A livello logistico Politecnico e EnviPark si trovano agli estremi del nuovo progetto Innovation Mile, che prenderà forma nei prossimi anni.

In questi giorni è inoltre stato costituito un Comitato di Coordinamento Scientifico congiunto, presieduto da Francesca Verga (Professoressa Ordinaria del Politecnico, componente Centro Interdipartimentale Ec-L – Energy Center Lab e responsabile scientifica del centro di competenza SEASTAR per il Politecnico): un organo di supporto scientifico che darà impulso a nuove attività di ricerca e trasferimento tecnologico, occupandosi di monitorare l’evoluzione scientifica e tecnologica e di individuare aree di ricerca innovative. I suoi membri, esperti con competenze multidisciplinari e una profonda conoscenza sia del mondo accademico che dell’industria, sono Fabrizio Pirri (Professore Ordinario e Vice Rettore per lo Sviluppo del modello e delle infrastrutture di ricerca del Politecnico, componente Centro Interdipartimentale Ec-L – Energy Center Lab e responsabile della infrastruttura PNRR di ricerca iEntrance per il Politecnico); Massimo Santarelli (Professore Ordinario del Politecnico, coordinatore Collegio di Dottorato Energetica, componente Centro Interdipartimentale Ec-L – Energy Center Lab e responsabile dell’Infrastruttura di Ricerca CO2 Circle Lab (CCL) per il Politecnico); Giacomo Portas (Presidente di Environment Park S.p.A); Matteo Beccuti (Amministratore Delegato di Environment Park S.p.A) e Davide Damosso (Direttore Operativo e Procuratore Speciale di Environment Park S.p.A).

La volontà di promuovere attività di diffusione della cultura scientifica e tecnologica relativa alle tematiche della transizione ecologica sul territorio avrà un momento di visibilità pubblica durante il prossimo Salone del Libro, dove Politecnico ed EnviPark condivideranno lo stand.

Crediti: Politecnico di Torino

Il Mongetto di Vignale si degusta da Biraghi

Nel cuore della città, nel salotto di Torino una istituzione che ti porta a conoscere chicche gastronomiche ricercate sul territorio.
Anche se è prevista pioggia, passeggiando sotto i portici potrai gustare le specialità di un azienda agricola del Monferrato esattamente il Mongetto di Vignale Monferrato sarà con i suoi prodotti in degustazione da Biraghi, già famoso per il suo eccellente gelato al latte a 2 euro potrai anche degustare confetture, bagna cauda, saline e specialità uniche da portare sulla tua tavola.
Il Mongetto: prodotti tipici piemontesi e del Monferrato

Il Mongetto è una cooperativa a conduzione familiare che, dal 1981, si impegna ogni giorno per selezionare e trasformare i prodotti della terra, mantenendo viva la tradizione delle vecchie ricette piemontesi del territorio del Monferrato , come conserve, sottoli, mostarda, antipasto piemontese, bagna cauda e tanto altro ancora.

In una bellissima posizione tra i saliscendi delle vigne che caratterizzano il territorio, e strettamente legata ad esso, il Mongetto arricchisce il territorio di Vignale con uno spirito produttivo che sposa le filosofie di Slow Food, Eataly e di tutte le nuove piccole e grandi rivoluzioni sulla qualità e il cibo, mantenendo standard produttivi di altissima qualità, creatività nelle ricette, e rispetto della buona cucina piemontese.
L’appuntamento è per domenica dalle 9 alle 19 in piazza San Carlo 188.

Gabriella Daghero