Il mercato immobiliare piemontese accelera nel primo semestre del 2025, mostrando una crescita diffusa sia nei capoluoghi sia nei territori di provincia. Secondo le elaborazioni di Fiaip Piemonte sui dati dell’Agenzia delle Entrate, tra gennaio e giugno sono state compravendute 34.216 abitazioni, pari a un aumento del 12,9% rispetto allo stesso periodo del 2024. Un risultato che colloca la regione al terzo posto in Italia per numero di transazioni, subito dopo Lombardia e Lazio.
A trainare la ripresa è soprattutto il territorio delle colline astigiane, che mette a segno l’incremento più elevato dell’intera regione: +23%. Una crescita che contrasta con l’andamento del capoluogo, dove Asti città segna un lieve arretramento del 3%, mentre il resto della provincia fa registrare numeri record.
Tra le città capoluogo, la performance migliore spetta a Biella, che vola a +16,6% e conquista anche il primato per volume di compravendite in rapporto alla popolazione residente. Seguono Alessandria (+15,4%), Cuneo (+15,2%), Verbania (+15,1%), Novara (+12,6%) e Torino (+11,7%), mentre Vercelli chiude con +9,8% e Asti resta in terreno negativo.
«Il mercato sta recuperando il terreno perso negli ultimi due anni – osserva Marco Pusceddu, presidente Fiaip Piemonte –. Il calo dei tassi e il miglioramento delle condizioni di accesso al credito stanno riportando in movimento quella parte di domanda che era rimasta in attesa».
Biella: comprano gli stranieri, complice la convenienza
Il boom biellese è alimentato soprattutto dagli acquirenti stranieri – tedeschi, francesi, olandesi, israeliani e australiani – interessati a seconde case dal prezzo particolarmente vantaggioso. «Biella ha valori tra i più bassi del Nord Italia e molta disponibilità di immobili», spiega Alberto Meliga, presidente Fiaip Biella.
Il fenomeno è legato anche allo spopolamento: la popolazione è scesa da 55mila abitanti negli anni ’90 agli attuali 43mila. «Oggi in città ci sono circa mille abitazioni in vendita, una ogni quindici famiglie. Molti acquirenti scelgono piccole case di paese a 20-30 mila euro, acquistate come base per soggiorni in Italia».
Nel complesso, la provincia cresce del 9,6% con 1.422 transazioni: Biella città aumenta del 16,6% (459 vendite), mentre i comuni limitrofi crescono del 6,5%.
Asti e il Monferrato: colline in forte espansione
Il Monferrato continua a essere una delle aree più vivaci del Piemonte immobiliare. Le colline astigiane sfiorano le mille transazioni e crescono del 23%, attirando acquirenti italiani e stranieri alla ricerca di paesaggi, vino, outdoor ed equilibrio tra bellezza e prezzi accessibili.
Asti città, invece, registra un calo del 3% e si ferma a 513 compravendite. «Il territorio intercetta la domanda che non trova risposta nelle Langhe, dove i prezzi più elevati e la scarsa offerta frenano gli acquisti», spiega Roberto Coppola, presidente Fiaip Asti. I valori restano complessivamente stabili, con incrementi moderati tra il 2 e il 3% nelle zone più richieste.
Torino: tra le grandi città italiane è quella che cresce di più
Torino guida la classifica delle maggiori città italiane per incremento delle compravendite nel primo semestre 2025: +11,7% e quasi 8mila abitazioni vendute. L’intera provincia registra un trend positivo, con 18.292 transazioni, pari a +12,3%.
«Torino resta una delle città più accessibili tra i grandi centri italiani, nonostante un leggero aumento dei prezzi intorno al 2%», commenta Claudia Gallipoli, presidente Fiaip Torino. La prima casa rappresenta quasi tre quarti delle transazioni, mentre le abitazioni nuove restano una quota minima (2,5%). Quasi la metà delle compravendite avviene tramite mutuo.
Novara: il mercato riparte dopo un 2024 difficile
Nel 2025 Novara mostra un deciso cambio di passo: 2.850 compravendite e +14,5%. Il capoluogo cresce del 12,6% (808 vendite), mentre la provincia segna +15,2%.
A influire positivamente sono i nuovi investimenti industriali e tecnologici, l’arrivo di Silicon Box, i poli sanitari in sviluppo e la forte domanda di affitti da parte di lavoratori, professionisti e studenti. «Le stanze arrivano ormai a 500 euro mensili», spiega Gabriele Zanetta, presidente di Fiaip Novara. «La crescita continuerà, ma il rischio è che l’offerta non basti».
Le altre province
Cuneo: 4.253 abitazioni vendute (+18%). Il capoluogo cresce del 15%, il resto della provincia del 18,4%.
Verbano-Cusio-Ossola: 1.293 transazioni (+13%). Verbania sale del 15%, il resto del territorio del 12,6%.
Alessandria: 3.303 compravendite (+11%). La città segna +15,4%, il resto della provincia +9,7%.
Vercelli: 1.287 abitazioni scambiate (+10,8%). Il capoluogo cresce del 9,8% e la provincia dell’11,2%.
FOTO TORINO RESPIRA
Al Piccolo Regio “Hänsel e Gretel”
La nuova produzione di “Hänsel e Gretel” dà il via alla stagione del Teatro Regio per le famiglie. Sabato 22 novembre, alle ore 20, il Piccolo Regio Puccini aprirà le sue porte ai bambini, a partire dai sei anni, e per le loro famiglie per assistere ad “Hänsel e Gretel” di Engelbert Humperdinck, in scena nel rifacimento drammaturgico e versione italiana di Lorenzo Arruga, dal libretto originale tedesco di Adelheid Wette, tratto dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm. La scelta di utilizzare la versione firmata da Arruga rispecchia il suo modo unico di avvicinare il pubblico alla musica. Compositore, giornalista e critico musicale, è stato una delle figure poliedriche più singolari della musica italiana, capace di raccontare la musica con uno stile leggero e sapiente.
L’Orchestra e Coro delle Voci Bianche del Regio sarà istruito da Claudio Fenoglio e diretto dal Maestro Simon Krečič, direttore d’orchestra e pianista, dal 2013 direttore artistico del teatro nazionale sloveno dell’Opera di Maribor. Il compositore Luca Tessadrelli ha curato la trascrizione dell’opera di Humperdinck per orchestra ridotta, pubblicata dalla casa editrice musicale Sonzogno.
Nella nuova regia la fiaba musicale diventa un viaggio nelle paure dei bambini. La strega rappresenta le loro illusioni, e solo affrontandola ci si accorgerà che la ricchezza risiede nella famiglia.
“Con questo spettacolo – racconta il regista Gian Maria Aliverta – vi racconto la storia di una famiglia povera. Da un lato c’è un papà spazzacamino che accetta il proprio status sociale, dall’altro una madre che vive la povertà come una posizione ingiusta verso la sua persona. Questo suo disagio si trasferisce ai figli, che vengono spinti, in un riflesso materno, a intraprendere un viaggio verso la vagheggiata ricchezza, verso un luogo in cui poter, finalmente, trovare cibo. Lungo il cammino i bambini incontreranno varie creature, le stesse che popolano la loro casa; fra queste, la madre, in una visione particolarmente estraniante, poiché è lei la strega ad aver proiettato sui figli il senso di inadeguatezza. Solo una volta sconfitta la sua figura, e tutto ciò che di negativo essa rappresenta, i bambini potranno vivere in serenità”.
“In Famiglia 2025-2026” presenta opere, spettacoli e concerti dedicati ai più giovani e a famiglie con condizioni di biglietteria dedicate. Accanto a titoli concepiti per i giovani ascoltatori, sono presenti versioni pocket di capolavori di repertorio, per avvicinare in modo graduale e coinvolgente i più piccoli al mondo del teatro musicale. La produzione di “Hänsel e Gretel” al Teatro Regio, è realizzato in collaborazione con il Conservatorio Vivaldi di Alessandria, e vede protagonisti gli artisti del Regio Ensemble Martina Myskholid, Albina Tonkikh, Eduardo Martinez, Natalia Gavrilan, Flavia Perilarco. Le scene sono curate da Francesca Donati, i costumi di Sara Marcucci. Lemlucinda Andrea Rizzitelli.
Il prossimo appuntamento di “In Famiglia” sarà sabato 20 gennaio, alle ore 20, con replica domenica 11 gennaio e sabato 7 e domenica 8 febbraio alle ore 16, con “Pierino e il lupo”, favola sinfonica consigliata a partire dai 5 anni per voce recitante e orchestra di Sergej Prokof’ev. In questo caso l’orchestra sarà diretta da Aram Kachaeh. Enrico Dusio sarà la voce recitante. Progetto, messa in scena e regia di Controlce Teatro d’Ombre.
Biglietti: ridotto under 16 -10 euro / intero 20 euro – con il carnet a scelta libera il Teatro Regio dà la possibilità di assistere a 4 spettacoli al costo di 80 euro. Il carnet include l’ingresso per un adulto o un bambino.
Biglietteria: piazza Castello 215, Torino – vendita online su www.teatroregio.torino.it
Orario: dal lunedì a sabato ore 11-19 / domenica ore 10.30-15.30 / un’ora prima degli spettacoli – telefono: 011 8815241-242
Mara Martellotta
Torna la TransBorgaro, 43ª edizione
Sabato 22 e domenica 23 novembre sulla pista di via Stati Uniti, nell’area ex Torinello, è in programma la 43ª edizione della TransBorgaro, manifestazione organizzata dall’asd Borgaro Motocross in collaborazione con MC Happy Motor e patrocinata dalla Città metropolitana di Torino. Protagoniste dell’evento saranno alcune vere e proprie leggende della storia del motocross. Tra le novità principali dell’edizione 2025 il debutto della categoria “Millennials” per i piloti nati dal 2000 in poi, che si aggiunge alle quattro già presenti – 70, 80, 90 e 2000 – e che si disputerà nella giornata di sabato 22 a partire dalle 11, con due batterie di qualificazione e le finali a partire dalle 14.
Oltre a poter assistere all’inedita competizione tra i più giovani, sarà possibile incontrare i piloti invitati nell’occasione, che saranno disponibili per foto ed autografi. Domenica 23 a partire dalle 9 nelle prime due manche di qualificazione saranno oltre 200 i protagonisti al via, tra i quali spiccano gli statunitensi Broc Glover, Jeff Stanton e Doug Dubach, il belga Marc Velkeneers, l’inglese James Dobb, il sudafricano Neville Bradshaw, il russo con passaporto tedesco Sergey Garin, l’italo-belga David Philippaerts, gli italiani Alex Puzar, Chicco Chiodi, Fabrizio Dini, Pietro Miccheli, Paolo Caramellino e Davide Guarneri.
La leggenda della TransBorgaro è iniziata nel 1976, con l’edizione inaugurale che vide tra i protagonisti due icone del movimento tricolore come Giuseppe Cavallero, capace di assicurarsi il successo finale in sella alla Villa, davanti all’indimenticabile Emilio Ostorero. Da quel momento si è stretto un forte legame tra la città di Borgaro e il mondo del motocross. Una lunga lista di fuoriclasse ha poi segnato il proprio nome nell’albo d’oro: Pietro Miccheli, Maurizio Dolce, Sergio Franco, Paolo Caramellino, Max Gazzarata e Giuseppe Gaspardone. Quest’ultimo è stato il recordman di successi alla TransBorgaro sino all’anno scorso, quando il suo primato è stato superato da Broc Glover, pilota californiano che per ben sette edizioni consecutive ha dominato nella categoria “Anni 70”. La parata di stelle proseguirà nella categoria “Anni 80” con Doug Dubach, vincitore delle ultime due edizioni e pronto a proseguire il suo dominio. A contendergli il successo ci saranno gli azzurri Paolo Caramellino, plurivincitore a Borgaro, Federico Brondi, giunto alla piazza d’onore dodici mesi fa, e Valter Bartolini, che dopo oltre 30 anni torna a prendere parte a questa gara. Domenica 23 novembre si potranno anche ammirare le evoluzioni di Jeff Stanton, vincitore di tre titoli Supercross e National e più volte ospite della TransBorgaro., ma tra i sicuri protagonisti ci saranno anche il belga Marc Velkeneers, in grado nelle edizioni passate di raccogliere sempre risultati di rilievo, come la seconda posizione conquistata nel 2024. Da segnalare anche il debutto dell’olandese Kees Van Der Ven, uno dei migliori interpreti nella lunga epopea della scuola orange..
Tutti gli aggiornamenti sulla manifestazione sono disponibili alla pagina www.facebook.com/transborgaro
I rimedi della nonna
L’arrivo della stagione fredda ripropone il problema delle malattie da raffreddamento, dell’influenza e dei malanni legati al cambio di stagione, noti soprattutto a chi soffre di gastrite.
Lungi da voler sostenere questa o quella filosofia di cura, appare evidente che ora, chi più chi meno, si abbia la tendenza ad assumere farmaci per il minimo malanno.
La febbre è un segnale normale che l’organismo invia per segnalare la presenza di un’infiammazione, di una reazione allergica, di un’infezione; assumere antipiretici quando sale a 38 °C è un errore perché blocca una reazione naturale. Nel sud Italia per combattere la febbre mettono sulla fronte delle pezze di stoffa bagnate in acqua e aceto e, per non so quale meccanismo, la febbre cala nel giro di pochi minuti.
Un altro errore che molti commettono è l’assunzione di antibiotici senza che ve ne sia reale motivo: se avete contratto l’influenza, che è una patologia virale, gli antibiotici sono perfettamente inutili, perché i virus non sono organismi viventi; non solo, l’organismo, abituato a ricevere antibiotici alla minima occasione, sarà meno reattivo quando contrare una patologia. Anche nel caso di patologie batteriche, l’abuso di antibiotici (i sulfamidici sono stati praticamente dimenticati) ha sviluppato resistenza nei batteri con il risultato che ora è molto più difficile debellarli o, a seguito della modifica intervenuta in alcuni di essi, i tradizionali antibiotici non sono più efficaci.
Tralasciando la differenza di reazione delle donne e degli uomini alla febbre (con 37,5 °C i maschi sono in coma, le donne con 39 vanno a lavorare), sicuramente i due generi hanno reazione diverse alle varie patologie. Un medico, molti anni fa, mi disse che alle pazienti sconsigliava l’assunzione di antibiotici se erano mestruate, perché alterando il microbiota intestinale e gli ormoni potrebbero influire sul ciclo.
Pensiamo spesso che se quell’antibiotico è servito mesi fa quando il medico ce l’ha prescritto, andrà bene anche questa volta: perché perdere tempo a consultare il medico? Non consideriamo che “antibiotici” è una categoria farmacologica, composta da decine di farmaci diversi (penicillina, amoxicillina, claritromicina, eritromicina sono solo alcuni) ognuno con una sua specificità di azione, alcuni a largo spettro di azione, altri più selettivi.
E quanti, dopo una terapia antibiotica, assumono fermenti lattici per ricostituire il microbiota intestinale distrutto dal farmaco? Molti preferiscono, per curare i disturbi intestinali, assumere subito un lassativo o un farmaco a base di loperamide, a seconda se si manifesti stipsi o diarrea.
Quando si parla di Big Pharma per indicare l’insieme di aziende farmaceutiche, si intende un potere enorme, quello di determinare la tendenza della popolazione nei confronti delle patologie: studi recenti stanno rivalutando il colesterolo LDL (quello cattivo) sostenendo che valori di 220 non siano così pericolosi come molti sostengono; il risultato certo è che diminuendo i valori “normali” (ad esempio < 200) avremo molte persone che li superano e saranno, ipso facto, nuovi clienti dei farmaci ipocolesterolemizzanti (ad esempio statine). Il riso rosso fermentato è altrettanto efficace nel diminuire i valori LDL senza gli effetti collaterali delle statine.
E questi esempi potrebbero essere applicati a tanti esami ematochimici: due misurazioni successive della glicemia oltre i valori di norma ti fanno considerare diabetico: a me è successo, forse per aver mangiato molta frutta la sera prima, ma ogni controllo successivo è restato nei valori. Lo stesso dicasi per l’uricemia: valori leggermente fuori norma ad un controllo (la sera prima avevo mangiato oltre 6 etti di trippa) hanno indotto il mio medico a prescrivermi l’allopurinolo, che io non ho ovviamente assunto né acquistato ed i valori sono magicamente rientrati nella norma con un’alimentazione corretta.
Sicuramente l’ignoranza generale dei nostri tempi porta ad affidarsi ciecamente ad alcuni rifiutando i consigli di altri, cercando in rete informazioni (senza saperle cercare correttamente) chiedendo poi al medico se siano corretti i risultati della ricerca.
La sanità attuale, almeno in Italia, ha portato i nostri medici di base ad essere spesso degli amministrativi, perché in molti casi devono inviare il paziente a visita specialistica non potendo loro stessi (per disposizioni amministrative) formulare la diagnosi corretta e prescrivere la terapia idonea.
Se dedicassimo allo studio di queste nozioni basilari di medicina metà delle ore che dedichiamo alla TV spazzatura, molte aziende farmaceutiche dovrebbero in breve tempo riconvertire la produzione.
Sergio Motta
Dopo il successo di sabato 15 novembre, quando il Castello di Rivoli si è trasformato in una vibrante città delle scuole, accogliendo una folla numerosa di studenti e famiglie, prosegue il percorso di “Rivoli si Orienta”, il programma di saloni dedicati all’orientamento scolastico e formativo, promosso dal Comune di Rivoli e dal dipartimento educazione del Castello. Sabato 22 novembre l’attenzione si sposterà sugli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di secondo grado, invitati a esplorare molteplici opportunità per il loro futuro. Anche questa seconda giornata trasformerà il Castello in una città degli studi, articolata in cinque aree tematiche: umanistica e artistica, giuridica, scentifica, tecnica e tecnologica, sanitaria, con l’intento di fornire un’occasione unica sul territorio per scoprore come interessi, passioni e competenze possano incrociare le professioni di domani.
“Rivoli si Orienta” non è solo un momento per scegliere un percorso post diploma, ma un’offerta culturale che coniuga l’esperienza museale con la multidisciplinarietà dei percorsi formativi – sottolinea Lidia Zanette – il grande afflusso del precedente appuntamento dimostra quanto sia importante creare occasioni in cui la scuola possa uscire dalla scuola, incontrare famiglie e territorio per incontrare le istituzioni culturali, come il nostro Museo. Questa seconda occasione offrirà alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie l’opportunità di vedere con maggiore chiarezza le prospettive che li attendono e orientarsi con consapevolezza”.
Per tutta la giornata, studenti e famiglie potranno accedere gratuitamente agli spazi museali, partecipare a visite guidate e workshop, incontrare docenti, operatori pronti a offrire tutte le informazioni necessarie. L’evento testimonia un approccio innovativo che vede il Museo non solo come custode dell’arte contemporanea, ma anche come protagonista attivo nel dialogo educativo e la costruzione di dialogo condiviso.
Uomo di 41 anni muore dopo essere caduto dal balcone
Un 41enne è morto dopo essere caduto nel pomeriggio a Torino dal secondo piano di un palazzo di via San Secondo. Era su una scala e stava montando una rete di protezione per i piccioni, ha perso l’equilibrio ed è caduto da nove metri, riportando ferite gravissime. Sul posto il 118 e i carabinieri. L’uomo è deceduto poco dopo il ricovero al Cto.
La Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Torino ha vissuto stanotte un’altra drammatica esperienza che evidenzia lo stress operativo e il peso psicologico del lavoro dei Baschi Azzurri. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Alle ore 01:15 circa, un Agente addetto alla vigilanza della 10^ sezione del Padiglione C, durante il giro di controllo, ha notato un’anomalia nel blindo di una cella. Grazie alla sua prontezza e al suo istinto investigativo, pur trovando lo spioncino bloccato, è riuscito ad aprire parzialmente la cella, scorgendo immediatamente un detenuto, un uomo di quasi 50 anni con diverse detenzioni alle spalle, appeso alla finestra con un cappio di stoffa attorno al collo”, spiega Vicente Santilli, segretario SAPPE per il Piemonte. “È scattato un tempestivo quanto disperato intervento: l’Agente, coadiuvato dal personale di supporto immediatamente giunto sul posto, ha aperto la camera, staccato il cappio e avviato le prime manovre di soccorso in attesa del personale sanitario e del 118. Nonostante la celerità dell’intervento – con i soccorsi sanitari giunti in Istituto alle 02:00 – le operazioni di rianimazione sono state vane e intorno alle 02:30 non si è potuto fare altro che constatare il decesso. Rivolgiamo il nostro più sentito plauso e la vicinanza umana all’Agente e a tutto il personale che, in una manciata di minuti, ha svolto un lavoro eccezionale e disperato, dimostrando umanità, professionalità e freddezza. Purtroppo, nonostante la prontezza e il tentativo eroico, non è stato possibile salvare la vita del detenuto”. Per il SAPPE, “questo dramma riporta alla luce importanti interrogativi riguardo al sistema di assistenza psicologica e sanitaria negli Istituti. La Polizia Penitenziaria si trova a lavorare in condizioni di emergenza seria, dove spesso le carceri sono utilizzate come ospedali psichiatrici improvvisati. In mancanza di personale esperto, molte problematiche individuali vengono sottovalutate e la gestione di tali situazioni ricade sulla Polizia Penitenziaria, che deve essere pronta a svolgere ruoli diversi come quello del vigile del fuoco, della polizia giudiziaria, della pubblica sicurezza, ma anche di primo soccorso, medico, infermiere, psicologo e persino mediatore culturale. Non è responsabilità del Corpo sopperire alle persistenti e gravi carenze della Sanità Penitenziaria, né lo Stato può pensare che i Baschi Azzurri siano sempre in grado di compensare le lacune quotidiane del sistema penitenziario. È fondamentale attuare interventi rapidi e concreti per rafforzare il personale medico e psicologico specializzato, fornire strumenti e protocolli adeguati per prevenire gesti estremi, così come garantire un maggior supporto psicologico agli operatori, spesso chiamati ad affrontare eventi fortemente stressanti. Solo investendo nella prevenzione e nel benessere psicofisico dei detenuti sarà possibile alleggerire il carico, già pesantissimo, sulle spalle degli Agenti di Polizia Penitenziaria”, conclude Santilli. Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “le recenti notizie sui suicidi tra i detenuti mettono in luce come persistano gravi problemi sociali e umani all’interno dei penitenziari, lasciando spesso il personale di Polizia Penitenziaria isolato nella gestione di queste emergenze. Il suicidio rappresenta frequentemente la causa principale di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari sono tenuti a garantire la salute e la sicurezza dei detenuti e, da questo punto di vista, l’Italia dispone di normative avanzate per prevenire tali tragici eventi. Tuttavia, il suicidio di un detenuto è fonte di grande stress sia per gli altri detenuti che per gli agenti di Polizia Penitenziaria, che svolgono il loro lavoro ogni giorno con professionalità, impegno e umanità in condizioni difficili. Ecco perché risulta fondamentale adottare programmi di prevenzione del suicidio e organizzare servizi di intervento efficaci, misure necessarie non soltanto per i detenuti ma per tutto l’istituto coinvolto. In Italia la questione della prevenzione viene affrontata con attenzione, ma purtroppo continuano a verificarsi casi di detenuti che decidono di togliersi la vita durante la reclusione”. Pe Capece, “è importante sottolineare che soltanto grazie all’impegno dei poliziotti penitenziari – veri eroi silenziosi a cui va la riconoscenza del SAPPE – il numero delle tragedie in carcere resta limitato. È però evidente la necessità di intervenire tempestivamente per affrontare le criticità che permangono nel sistema penitenziario: il Governo ne è consapevole e si auspica a breve un incontro per definire strategie condivise d’intervento. Perché il suicidio rimane purtroppo una delle principali cause di morte nelle carceri e, sebbene l’Italia abbia leggi avanzate per prevenirlo, restano ancora casi di detenuti che si tolgono la vita in cella”.
Turismo in Piemonte, una crescita costante
Il Piemonte conferma la sua attrattività come destinazione turistica: nei primi nove mesi del 2025 la regione registra un incremento del +5% negli arrivi e del +7% nelle presenze rispetto allo stesso periodo del 2024, con un trend positivo sia per il turismo nazionale, sia per quello estero.
Il turismo italiano cresce del +4% negli arrivi e +8% nelle presenze, mentre i visitatori stranieri segnano un aumento del +6% negli arrivi e del +7% nelle presenze, superando complessivamente il 55% di pernottamenti stranieri e confermando il Piemonte come meta internazionale di qualità.
Tra i principali mercati esteri si distinguono Germania, Benelux, Francia e Svizzera, con una crescita significativa anche da Regno Unito (+5%) e Stati Uniti (+13% negli arrivi e +20% nelle presenze). In Italia, i turisti provengono principalmente da Lombardia, Lazio, Liguria ed Emilia-Romagna.
In questo quadro le Nitto ATP Finals 2025 confermano Torino come capitale internazionale del tennis e motore di sviluppo per tutto il Piemonte. Dai primi dati nel periodo dell’evento il tasso di saturazione delle strutture ricettive cittadine ha raggiunto il 61,7%, con punte di occupazione dell’81,8% nel week end della finale, momento che ha visto duplicarsi il numero totale dei visitatori a Torino rispetto al pari periodo 2024, mentre la componente turistica ha segnato una crescita del 30%.
L’evento ha attratto spettatori provenienti sia dall’Italia, sia dall’estero, in particolare dalla Francia, dalla Svizzera e dalla Spagna.
Gli effetti si sono naturalmente estesi a tutta la filiera: ristorazione, trasporti, attività commerciali e servizi culturali hanno registrato importanti benefici, consolidando nel contempo l’immagine internazionale del capoluogo e del territorio regionale.
La visibilità sui media, i riscontri social e la presenza di personalità ed ospiti da tutto il mondo hanno rappresentato un volano promozionale di enorme valore come confermato anche dai dati diffusi da Fitp che ha stimato le ricadute turistiche in 591,1 di euro così suddivisi: impatto diretto 264,9 milioni di euro, indiretto: 226,4 milioni di euro, indotto: 99,8 milioni di euro. Nel 2024 l’impatto economico totale era stato di 503 milioni di euro, quindi, nel 2025 si registra un incremento di 88,1 milioni di euro, pari a un aumento del 17,5% rispetto al 2024.
Guardando al futuro, anche le vacanze natalizie 2025/2026 mostrano segnali positivi: tra il 22 dicembre e il 7 gennaio, la saturazione degli alloggi piemontesi già oggi è stimata al 32,8% quando l’anno scorso a fine novembre era pari al 20,5%.
L’esperienza turistica in Piemonte mantiene un elevato livello di soddisfazione, con un indice di gradimento di 86,6/100, superiore alla media nazionale (86,1/100), e il comparto ricettivo registra un giudizio positivo di 84,9/100 contro 84,2/100 a livello italiano, segno di un sistema dell’accoglienza efficiente e apprezzato. Il dato si riflette nell’incremento delle tariffe medie e nelle elevate percentuali di occupazione rilevate durante i grandi eventi.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti nel 2025, confermano la crescita costante del turismo in Piemonte e premiano il lavoro svolto per valorizzare la nostra regione a livello nazionale e internazionale – dichiarano Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte e Paolo Bongioanni, assessore al Turismo, Commercio, Agricoltura e Cibo, Sport e Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi, della Regione Piemonte -. Il Piemonte conferma il suo fascino unico, tra paesaggi straordinari, eventi di richiamo e un’offerta ricettiva di qualità, attirando sempre più visitatori da Italia e mondo. Continueremo a investire nello sviluppo sostenibile del turismo, promuovendo itinerari outdoor, innovando le strutture ricettive e supportando le imprese, con l’obiettivo di rafforzare la nostra regione come meta di eccellenza e destinazione di riferimento a livello internazionale“.
Questi dati, elaborati dall’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte – Visit Piemonte, dimostrano come il Piemonte si confermi una destinazione strategica, dinamica e sempre più apprezzata, capace di attrarre visitatori di qualità e di rappresentare un motore di sviluppo economico e culturale.
Promuovere una mobilità casa-scuola più sicura, accessibile e sostenibile significa lavorare sulle abitudini quotidiane degli studenti, sugli spazi pubblici intorno ai plessi e sulla capacità dei territori di costruire strumenti condivisi. È questo il filo conduttore che ha guidato la prima edizione del Salone della mobilità scolastica attiva, ospitato giovedì 20 novembre nella sede della Città metropolitana di Torino. L’iniziativa, organizzata nell’ambito del progetto Interreg Alcotra AMICI, ha riunito scuole, amministrazioni, associazioni e mobility manager impegnati nel migliorare gli spostamenti quotidiani degli studenti nell’area vasta metropolitana e nelle aree transfrontaliere francesi.
Nel suo intervento introduttivo, il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo ha sottolineato la necessità di una visione comune capace di rispondere alla complessità del territorio: «La nostra area vasta è ampia e policentrica, con esigenze molto diverse tra zone densamente abitate e aree interne. Per questo abbiamo bisogno di modelli che funzionino ovunque, basati sulla condivisione delle esperienze già attive. La qualità dell’aria resta una sfida rilevante, e sappiamo che proprio intorno alle scuole si registrano i picchi più elevati nelle fasce di ingresso e uscita. Costruire reti tra enti locali, scuole e associazioni è il modo più efficace per garantire percorsi sicuri e condizioni ambientali migliori ai nostri studenti».
Il programma del Salone, ospitato in due sale parallele, si è articolato con una formula inedita ispirata al Salon de la mobilité scolaire di Bruxelles, e si è rivolto in modo particolare a docenti, genitori, mobility manager scolastici, con un focus sulla mobillità delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Nella Sala Stemmi si è discusso di piani della mobilità scolastica, patti di collaborazione e piazze scolastiche: un percorso centrato sulle politiche territoriali e sugli strumenti di pianificazione. Sono stati presentati i processi educativi avviati dai Comuni che stanno sperimentando forme di partecipazione attiva tra scuole, famiglie e amministrazioni. Le miniconferenze hanno illustrato i risultati dei Piani partecipati della mobilità scolastica e i progetti che stanno trasformando spazi pubblici, accessi ai plessi e strade scolastiche in luoghi più sicuri e più vissuti dagli studenti.
Nella Sala Comuni il focus si è invece concentrato suille attività didattiche dedicate alla mobilità, su come favorire i percorsi casa scuola favorendo l’autonomia dei ragazzi ma con gli occhi puntati alla sicurezza.
Nel corso della mattinata si sono svolti anche i laboratori rivolti a un gruppo di studenti italiani e francesi coinvolti nel progetto Interreg Alcotra AMICI: giochi interattivi dedicati alla mobilità casa-scuola, attività creative per immaginare “le strade che vogliamo” e un laboratorio di comunicazione per realizzare un breve spot dedicato alla mobilità sostenibile. Le attività hanno dato spazio alla creatività degli studenti e al confronto tra contesti scolastici diversi.
La riflessione educativa è stata ripresa anche dalla consigliera metropolitana all’Istruzione, Caterina Greco, che ha sottolineato il valore strategico della mobilità sostenibile per l’intero territorio metropolitano: «Dobbiamo rafforzare una cultura della mobilità dolce e fornire alle scuole strumenti omogenei, dalle piazze scolastiche alle linee guida, affinché ogni comunità educativa possa contare su percorsi sicuri e accessibili. La qualità dell’aria e la salute degli studenti sono temi che ci riguardano come area vasta e richiedono una responsabilità condivisa».
Alla conclusione delle miniconferenze un “caffè conviviale” ha favorito un ulteriore confronto informale con le associazioni impegnate sul tema: Streets 4 Kids, Torino Respira, Genitori Antismog e FIAB che operano sui percorsi casa-scuola.
Il Salone ha rappresentato così un primo passo verso una rete stabile tra scuole, enti locali e associazioni, con l’obiettivo di diffondere pratiche efficaci e avviare nuovi progetti in grado di incidere in modo concreto sugli spostamenti quotidiani delle studentesse e degli studenti nell’area vasta metropolitana.