ilTorinese

Ritratti di un paese che vive

A Carboneri di Montiglio Monferrato, in provincia di Asti, sino a domenica 21 luglio 2024, in occasione della tradizionale “Sagra del Fritto Misto Piemontese”, è possibile visitare, girando per tutto il paese, la mostra all’aperto: “Visagi – Ritratti di un paese che vive”.

Un progetto di Carlo Gloria e Giovanni Bressano con venti gigantografie di ritratti di abitanti esposte sui muri del paese realizzate da Claudio Cravero, a cura della Quasi Fondazione Carlo Gloria, di Rinco, una ridente frazione di Montiglio.

 

Ogni soggetto ritratto dal fotografo torinese Claudio Cravero ha portato con sé un oggetto che lo rappresenta nella vita, per il lavoro che svolge, una sua passione, lo sport che pratica e così via…

Una storia per immagini composta da una carrellata di maxi – ritratti che raccontano i volti, la gente ed il trascorrere del tempo in un posto bellissimo al fine di scoprire la storia di una comunità in cerca di identità tra passato agricolo e nuove visioni.

 

Igino Macagno

Donna in auto contro un palo e una bici: operata, è grave

Una donna di 74 anni residente a Casalborgone alla guida di una  Fiat Panda, è in condizioni gravi al Cto di Torino. Ha avuto un incidente sull’ex statale 458, a Sebastiano da Po. È finita contro un segnale e ha urtato una bici che passava. La prognosi per l’automobilista è riservata. È stata operata a una mano.

Gran Paradiso dal vivo: “Carillon di fiabe”

Disagi anche a Caselle per il down di Microsoft

Il “guasto” nell’aggiornamento di Microsoft che ha mandato in tilt il pianeta bloccando infrastrutture come ospedali e aeroporti ha causato disagi anche a Caselle. All’aeroporto di Torino, infatti, sono stati diversi i voli che hanno subito ritardi di amore. Problemi anche nelle stazioni ferroviarie torinesi, ma questa volta per un problema tecnico “classico”: un inconveniente alla rete ferroviaria nella zona di Firenze ha avuto ripercussioni sulla circolazione dei treni in tutta la penisola.

Accerchiato e fatto cadere per rubargli il cellulare

Personale del Commissariato di P.S. San Secondo ha arrestato un cittadino tunisino di 19 anni gravemente indiziato del reato di tentata rapina. resistenza e lesioni a P.U.

Mercoledì pomeriggio, i poliziotti intervengono in corso Vittorio Emanuele II angolo corso Massimo d’Azeglio per la tentata rapina di un cellulare.

Sul posto, mentre i poliziotti raccolgono la testimonianza della vittima, quest’ultima riconosce uno degli autori a distanza. Gli agenti tentano di raggiungerlo immediatamente ma, notata la presenza dei poliziotti, l’uomo si dà alla fuga. Nonostante l’uomo attraversi il corso cercando di raggiungere il Parco del Valentino, saltando una ringhiera e incurante del traffico veicolare, i poliziotti lo raggiungono. Nella circostanza l’uomo si dimena, sferrando calci e pugni in direzione degli agenti che, però, lo mettono in sicurezza.

Dai racconti, si apprende che in precedenza la vittima e un suo amico erano stati avvicinati nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova da due persone che con un sotterfugio si erano impossessate del cellulare della parte lesa. La vittima aveva seguito i presunti autori del gesto fino al Parco del Valentino dove era stata accerchiata e fatta cadere per terra, falciata da uno dei membri del gruppo, intervenuto a supporto dei presunti rapinatori. La vittima si era rialzata e aveva richiamato l’attenzione di passanti, riuscendo a recuperare il cellulare. L’arrivo della volante della Polizia di Stato permetteva di fermare il diciannovenne cittadino tunisino, deferito anche in stato di libertà all’A.G. per lesioni personali nei confronti della parte lesa.

Nel bagagliaio nascondevano 140 chili di rame: denunciati

Personale del Commissariato di P.S. Madonna di Campagna ha denunciato due cittadini italiani di trentuno e ventisei anni per riciclaggio.

Nei giorni scorsi durante il servizio di controllo del territorio, una pattuglia del commissariato transitando in via Pianezza si accorge di un’automobile in direzione opposta, che alla loro vista accelera senza perder tempo, con lo scopo di evitare il controllo. Gli agenti invertono quindi il senso di marcia inseguendoli fino a quando non riescono a bloccarla.

Durante le fasi del controllo, i poliziotti riscontrano che nel veicolo sono presenti due uomini e che il cofano posteriore è completamente abbassato come se all’interno ci fosse qualcosa di molto pesante. Infatti, dalla perquisizione veicolare si rinvengono circa 140 kg di rame suddivisi in 86 pezzi, diversi cacciaviti a taglio e a stella di diverse lunghezze variabili da 17 cm fino a 28 cm e un disco per smerigliatrice di 6 cm.

Entrambi i soggetti riferiscono versioni contrastanti tra di loro sul ritrovamento del suddetto materiale e dopo vari accertamenti i due vengono denunciati per riciclaggio.

Decreto Casa. Ruffino (Az): serviva più coraggio, ci asteniamo

“Avremmo voluto che questo provvedimento prendesse in considerazione molti più elementi. Pur condividendo alcuni contenuti, non possiamo perciò dare il nostro voto favorevole e dunque ci asterremo”. Lo ha detto Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenendo in dichiarazione di voto sul decreto Casa. “Al governo, e in particolare al ministro Salvini, che della casa ha fatto un must, chiediamo più attenzione. Non si può non pensare all’inflazione, al caro bollette, al calo del potere di acquisto dei salari, che è quello che poi purtroppo porta a quell’emergenza abitativa che morde pesantemente tantissime famiglie italiane. E’ perciò importante tornare a stanziare dei contributi sull’affitto, perché l’affitto incide sul 32% del bilancio familiare, lasciando ben poco per vivere, soprattutto alle famiglie monoreddito, con la conseguenza che in caso di improvvise emergenze, come la perdita del lavoro, alcuni inquilini diventano morosi. Poi c’è il tema dell’edilizia popolare residenziale, con troppi alloggi sfitti. Ancora, occorre rivedere il testo unico dell’edilizia, anche per alleggerire i Comuni nella regolarizzazione di piccoli interventi di trasformazione interna. Siamo invece favorevoli al fatto che chi desidera vendere un alloggio in un condominio dove si riscontrano delle irregolarità lo possa fare, siamo favorevoli al silenzio assenso trascorsi 60 giorni se i Comuni non riescono a dare risposte. Ma si poteva e doveva fare di più, serviva più coraggio. Perché se è vero, come dice qualcuno, che la casa è sacra e non si tocca, è vero pure – ha concluso Ruffino – che per molti italiani la casa resta un miraggio”.

CHINA. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale

Un affascinante viaggio storico documentato al “Forte di Bard” attraverso i reportages fotografici del francese Marc Riboud e del britannico Martin Parr

Fino al 17 novembre

Bard (Aosta)

La Cina di ieri e la Cina di oggi. Due mondi totalmente diversi e diversificati. Una lunga cavalcata fra stravolgimenti storici e mutazioni politiche, economico-sociali e umane trascorse lasciando segni profondi e drammatici nel “Paese” o “Fiore di mezzo” ( “Zhongguo” o “Zhonghua”) come i Cinesi chiamano la loro Terra. Dalla Cina anni Sessanta, contrassegnata dalla “Grande Rivoluzione Culturale” di Mao Zedong, alla Cina fine anni ’70 di Deng Xiaoping. Fino ad oggi. Fino alla Cina del “Terzo Millennio”, superpotenza globale, seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti e Paese più popoloso al mondo nonché il quarto per estensione territoriale. Ebbene, proprio alla vasta pagina storica che contempla ciò che fu la Cina di avantieri, di ieri e ciò che è la Cina odierna, alle sue trasformazioni sociali ed economiche ed alle sue tante contraddizioni, è dedicata la mostra “China. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale”, progetto fotografico inedito curato dal fotografo inglese Martin Parr, promosso dal “Forte di Bard” e dall’“Agenzia Magnum Photos” e allestito nelle “Sale delle Cantine” del “Forte” valdostano fino a domenica 17 novembre.

Più di 70  sono le fotografie, in bianco e nero e a colori, presentate in rassegna, a firma di Marc Riboud  e dell’inglese Martin Parr, due fra i nomi di maggior prestigio dell’“Agenzia” fondata nel 1947 a Parigi da mostri sacri quali Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, tanto per citarne alcuni.

Era il 1956, quando Marc Riboud (Saint-Genis-Laval, 1923 – Parigi, 2016) mise per la prima volta piede in Cina, proprio quando la futura “Repubblica Popolare Cinese” stava per cambiare volto sotto la guida di Mao, emergendo sulle ceneri del conflitto tra “comunisti” e “nazionalisti” perpetratosi per vent’anni e trovandosi così a gestire una società profondamente divisa e ferita. Riboud (che in Cina fece ancora ritorno nel ’65, quando stava per essere lanciata la “Grande Rivoluzione Culturale”, negli anni ’70 e tante altre volte ancora fino al suo ultimo soggiorno a Shanghai nel 2010) sottolineava come i Cinesi non fossero per niente intimiditi dall’obiettivo fotografico e come, proprio grazie a questo, riuscisse a immortalare un aspetto della Cina poco conosciuto in Occidente: quello della vita quotidiana. Suo riconosciuto maestro Robert Capa che gli insegnò ad “affrontare gli sguardi sempre più da vicino” per riuscire a realizzare scatti il più possibile “perfetti”.

 

In mostra troviamo esposta anche la sua prima fotografiadella Cina:1956, una donna, vestita di nero e abbracciata a una tristezza senza confini, sul treno diretto a Canton. Nei suoi numerosi viaggi in Cina, il cui ultimo data 2010, Riboud visita gran parte del Paese, scattando suggestive immagini della vita di tutti i giorni del popolo cinese, dal mondo del lavoro a quello del tempo libero. Un mondo silente. Chiuso a speranze e a migliori prospettive, ancora lontane a venire.

Data, invece, al 1985 il primo viaggio cinese di Martin Parr (Epsom, 1952), testimone dunque di una Cina più moderna, profondamente attratta dal “consumismo”, dal lusso di marca occidentale e dalle piacevolezze del “tempo libero”. “Una Cina – sottolineava nel ‘97 – che oggi assomiglia molto a Chicago”. Dodici scatti, in mostra, del suo primo reportage cristallizzano attimi di un mondo completamente diverso, da quello presentatosi a Riboud: triste memoria l’economia comunista mentre spiagge affollate, auto di lusso, ostentazione quasi provocatoria testimoniano un paese profondamente cambiato nella seconda metà del XX secolo. In parete anche scatti dedicati alla vita di alcuni settori economici, come le industrie tessili o di gioielli, così come il mondo del tempo libero, tra esercizi di “Tai Chi” e pause pranzo al “Mc Donald”. Il tutto attraverso scatti in cui Parr gioca a mescolare “realtà” e “artificio”, grazie ad effetti come flash sparati in faccia anche in pieno giorno, giochi di luce e tecniche particolari. Sue e solo sue.

“Un fotografo che viene da un altro pianeta”, diceva di lui Cartier-Bresson. Certo, un fotografo fra i meno “politicamente corretti”, killer di tutte le regole della fotografia moderna, cui s’avvicina con le armi più improbabili di “cinico” sperimentatore ed innovatore.

Gianni Milani

“CHINA. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale”

“Forte di Bard”, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino al 17 novembre

Orari: mart. – ve, 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

Nelle Foto/”Magnum Photos”: Martin Parr “American Dream Park”, Shanghai, 1997; Marc Riboud “In the train …”, 1956 e “An antique shop window”, Beijng, 1965; Martin Parr “Happy Valley Racecourse”, Hong Kong, 2013

Quanto sono buoni i prodotti della Cascina!

Pensieri sparsi  di Didia Bargnani

 

Domenico, agricoltore piemontese doc, mi racconta la storia della sua famiglia le cui origini contadine risalgono al 1810, prima in quel di Carignano e poi col passare del tempo il trasferimento in un’altra cascina a Santena dove si trova tuttora la sua azienda agricola, 20.000 mq con 30 serre, Cascina Broglia.

Fino alla fine degli anni ‘70 l’attività della famiglia di Domenico è rivolta esclusivamente all’allevamento di mucche e vitelli ma poco alla volta lo spazio diventa insufficiente e si cambia rotta, niente più animali, decidono di dedicarsi agli ortaggi, dapprima solo un paio dì varietà e poi un po’ alla volta vengono introdotte tutte le verdure che troviamo sulle nostre tavole.

Il 20 novembre 2013 Domenico e la moglie Michela, che vivono in Cascina , aprono un punto vendita a Torino, in corso Moncalieri 293, ai piedi della collina, in zona Fioccardo, dove proporre ai loro clienti prodotti a km 0, per la maggior parte provenienti dalla Cascina di proprietà. Il negozio è un tripudio di colori: il rosso dei pomodori costoluti di Cambiano, il verde dei carciofi piemontesi, tenerissimi, che avremo fino a giugno, i piselli dolcissimi, le fragole, rosse e dolci che vengono raccolte alle 6.30 del mattino per essere in negozio alle 9.00, le costine colorate, gli asparagi di Santena, gli zucchini con fiori che sembrano dipinti e i famosi fagiolini di Domenico, piccoli e senza il fastidioso “filo”.

 

“I nostri fagiolini – mi spiega Domenico con orgoglio- vengono raccolti a mano, si tratta della varietà Pongo, la migliore, sono piccoli e si differenziano per gusto e consistenza da quelli più grandi raccolti dalle macchine”. Un’altra chicca della produzione della Cascina Broglia sono i cavolfiori di Moncalieri: “ per coltivare un cavolfiore normale ci vogliono circa 60 giorni, i nostri richiedono 160 giorni e si raccolgono dal tardo autunno fino a febbraio, sono originari dell’alta Savoia e siamo in pochissimi a coltivarli”. Meritano di essere citate anche la cipolla di Treschietto, simile ma più dolce di quella di Tropea e la Minestra Nera, un ortaggio proveniente da Favignana i cui semi sono stati portati a Domenico da una cliente. Come difendere frutta e verdura dai fastidiosi parassiti infestanti? “Cerchiamo, per quanto possibile, di usare gli insetticidi il minimo indispensabile e puntiamo da anni sugli insetti “utili” come il bombo impollinatore, fondamentale per la sicurezza alimentare umana che si è rivelato essenziale per l’impollinazione di molti raccolti , come fragole, pomodori, patate, melanzane, lamponi e peperoni”.

“Contro i bruchi, invece, utilizziamo il Bacillus thuringiensis, scoperto in Giappone nel 1910, che deve essere dato su alberi e ortaggi a tarda sera per essere attivo durante il pasto notturno delle larve”. Il negozio ad agosto è chiuso ma il lavoro di Domenico e Michela ovviamente non si ferma, la natura prosegue il suo ciclo e in campagna non si può restare con le mani in mano, inoltre si approfitta del periodo di “riposo”, si fa per dire, per produrre conserve, marmellate e un ottimo dado vegetale in polvere che verranno poi vendute in negozio.

Grazie Domenico e Michela per portare ogni giorno un po’ di bella e buona campagna in città!

Lo fai senza?

Il preservativo non è molto amato dai maschi di tutte le età, e spesso sono le donne a non volere un ostacolo tra il piacere maschile ed il loro corpo.

Nonostante i materiali più naturali e lo spessore ridotto al minimo, questa protezione contro le gravidanze e unica barriera contro le IST (infezioni sessualmente trasmesse) ha perso molti seguaci rispetto ad alcuni anni fa.

A partire dal secondo dopoguerra, anche grazie all’avvento delle terapie antibiotiche, alcune malattie quali blenorragia, sifilide e clamidia sembravano debellate o relegate ai Paesi poveri dove anche acquistare un antibiotico diventa un’impresa.

La scoperta e la diffusione dell’HIV negli anni ’80 pose un ulteriore freno alla diffusione delle IST complice una maggior attenzione ai rapporti occasionali ed all’adozione di mezzi di prevenzione.

Come sempre succede negli esseri umani, trascorso un certo periodo e credendo scongiurato il pericolo, si torna ai comportamenti di sempre e si evitano le precauzioni più elementari.

Da alcuni anni, di conseguenza, si assiste ad un aumento vertiginoso delle IST anche presso i giovani (appena diciottenni); il meccanismo è presumibilmente questo: chi frequenta abitualmente le professioniste del sesso spesso si rivolge a ragazzine poco più che maggiorenni per provare qualcosa di diverso. Queste ragazze hanno, di solito, anche un fidanzato che verrà contagiato dalla ragazzina tanto disponibile; quando la loro relazione termina, il ragazzo, non consapevole di essere sieropositivo, contagerà la nuova fidanzatina ed il giro prosegue.

Anche un rapporto orale, senza ingestione dell’eiaculato, può essere pericoloso perché un virus ha una dimensione infinitesimale (da 20 a 300 milionesimi di millimetro) e può entrare nell’organismo anche attraverso una lesione della bocca, un intervento dentistico, un’infezione otorinolaringoiatrica o gli occhi.

Nel caso del virus HIV poi, l’individuo può non manifestare i sintomi della malattia per anni e anni, restando solo sieropositivo, ma potendo contagiare tutti i partner che incontrerà.

L’ignoranza della maggior parte delle persone, porta a credere che si veda a occhio nudo se una persona sia contagiosa o no; nel film Paprika, l’attrice (Paprika, appunto) che svolgeva la professione di prostituta controllava manualmente i clienti per riscontare l’eventuale “goccia del buongiorno”, cioè la secrezione uretrale che nell’uomo indica chiaramente l’infezione da gonococco. Nel caso della sifilide, poi, si può avere un segnale unicamente se il sifiloma primario è visibile (prepuzio o vulva), mentre se è localizzato all’interno del ricevente (ano, vagina, cavo orofaringeo) è quasi impossibile accorgersene.

Nel caso di HIV, poi, anche una persona che manifesti il Sarcomadi Kaposi, che potrebbe indicare AIDS conclamato, viene spesso scambiato dagli incompetenti per un soggetto affetto da sfogo sulla pelle, lividi conseguenti ad una caduta, problemi circolatori agli arti inferiori e così via.

Qual è dunque la soluzione al problema? Suggerire la castità o la fedeltà sembrerebbe la soluzione più facile, ma è anche la più impraticabile, altrimenti sarebbe stata adottata da tempo, e anche per altre patologie del passato.

L’adozione di mezzi di precauzione, sia con i partner occasionali che, dopo, con il convivente è sicuramente la prevenzione migliore; non dimentichiamo che un numero sempre maggiore di maschi chiede alle prostitute un rapporto senza protezione, arrivando a pagare 4-5 volte la tariffa normale. Considerando che una prostituta, almeno in una grande città, arriva a 15-20 clienti al giorno, si fa in fretta a calcolare a quale rischio ci si sottoponga ad avere con essa un rapporto penetrativo, e lei un rapporto orale con noi, senza precauzioni.

Non dobbiamo pensare soltanto a sifilide, blenorragia, clamidia e HIV, ma anche papillomavirus (che in alcuni casi genera un carcinoma), epatite B e tricomoniasi.

E’ nella natura umana ritenere di essere esenti da rischi (se no la gente non inizierebbe a fumare, non berrebbe quantità pericolose di alcool, non praticherebbe parkour, ecc) per cui sono sempre gli altri a rischiare, non noi.

Consideriamo che negli anni ’80, a partire dagli USA, è nato il bugchasing, cioè la ricerca volontaria del virus, avendo rapporti consapevoli con persone sieropositive, così da contrarre il virus e poter, dopo, avere rapporti non protetti, certi di non rischiare. A parte la stupidità di tale gesto, non si considera che esistono forme di HIV farmaco-resistenti e che molte altre patologie non sono curabili o, se lo sono, possono poi evolvere in altre patologie ben più gravi.

La paura, poi, di scoprire la verità ci porta a non effettuare esami ematochimici o altre indagini che permetterebbero, se effettuatitempestivamente, di intervenire efficacemente contro qualsiasi patologia.

Ma il buon senso dev’essere il motore di ogni comportamento: ospiteremmo in casa una sconosciuta permettendole, mentre dormiamo, di derubarci o ucciderci? Penso di no. Assumeremmo una babysitter senza referenze? Idem come sopra. Perché allora rischiamo una patologia che potrebbe diventare letale o almeno invalidarci per un rapporto sessuale con una sconosciuta?

Sergio Motta