ilTorinese

Un Pigmalione atroce dei nostri decenni

La forma delle cose” al Gobetti sino a domenica 19 gennaio

Come un piccolo granello di sabbia che viene a frapporsi tra gli ingranaggi della vita è questa Evelyn Thompson, un accadimento dirompente nelle esistenze altrui: che scalza, che scoordina, che sconvolge. La ragazza viene sorpresa da Adam, un ragazzo che per arrotondare le entrate utili a proseguire gli studi universitari s’è trovato un’occupazione in qualità di sorvegliante in una delle sale di un ricco museo della California d’inizio millennio, mentre supera un cordone di divisione con la sua bella bomboletta spray in mano. Un atto di piccola smania rivoluzionaria a infrangere le convenzioni sociali ma anche a superare quella al momento – o sempre – insormontabile frontiera che esiste tra vita reale e area artistica, tra quelle norme credute imposizioni e una pretesa libertà d’espressione. E poi, un vistoso pene da colorare sulla statua che le sta di fronte: ovvero, abbasso la censura. Neil LaBute, ormai sessantenne, discusso quanto talentuoso drammaturgo americano ma anche sceneggiatore e regista abituato a portare sullo schermo con riconosciuti successi opere dapprima pensate per il palcoscenico (“Nella società degli uomini” è stato il primo esempio una trentina d’anni fa), accompagna nella “Forma delle cose”, scritto nel 2001, il suo deflagrante personaggio – una donna, a esprimere l’incisività di una parte del genere umano – ad affrontare nelle scene successive il cambiamento del povero Adam, il cesellamento dello spirito e del corpo. Venti e più anni prima che i social di oggi spingessero nel quotidiano e nell’immediato al mutamento anche funesto di certe esistenze.

Perché Adam, nella mente di Evelyn, Pigmalione atroce dei nostri decenni, va cambiato. Sapremo alla fine perché. Rivoltato come un calzino da un deus ex machina contemporaneo, guardato nella sua forza e nella sua fragilità, nell’aspetto fisico e nei comportamenti, nelle azioni di tutti i giorni, nei contatti sociali sino a quel momento sicuri. Il taglio di capelli, il modo di vestire, i chili che sono di troppo, anche quel viso all’improvviso inaccettabile dove dovrà essere fatto un intervento di rinoplastica, tutto è là da modificare, come un artista farebbe con l’opera che le sta tra le mani. Un blocco di marmo in cui già individuare una nuova sembianza. Vedendoci già con un piccolo quanto simbolico scalpello in mano un accattivante “restyling metodico”. Anche gli amici che circondano Adam, il loro mondo di abitudini e sicurezze, dovrà essere affrontato e mutato, si dovrà lavorare all’interno (come faceva decenni fa il visitatore del “Teorema” pasoliniano dentro la famiglia del grande industriale), creare delle fessure e degli squarci difficilmente risanabili. Tutti a convivere e a sbranarsi in quella scatola di specchi realissimi e deformanti al tempo stesso, che osservano e dentro cui è facile controllare, a riflettere immagini di noi insicure, bugiarde, ingannevoli. È lento il cammino che LaBute percorre in questa sua parabola dell’oggi, è più che convincente la costruzione che avviene attraverso i dialoghi, fatti di stringatezza e di finte dolcezze e di ferocia – mentre si cerca di mantenere le apparenze con educati brindisi, quasi si fosse dalle parti di quelli verdiani. Nella scrittura s’abbandonano poco a poco i riferimenti artistici, l’autore li lascia più sul fondo, per far esplodere quelli comportamentali (“trasferire le proprie idee o sentimenti nelle menti altrui: questo è potere”, è stato scritto), per studiare appieno i caratteri, i gesti e le ribellioni e i soprusi di quanti occupano la scena: e la sua è una scrittura che lascia davvero il segno.

La forma delle cose” è sino a domenica 19 gennaio sul palcoscenico del Gobetti per la stagione dello Stabile torinese, affidata nella sua realizzazione (e con la traduzione di Masolino D’Amico) alla giovane Marta Cortellazzo Wiel, attrice cresciuta nel vivaio della Scuola dello Stabile e già trasmigrata in altre preziose produzioni (l’abbiamo vista e apprezzata di recente nella “Locandiera” di Latella): che oggi torna a casa e vince questa sua scommessa di regista. Strapazza come più non potrebbe i dialoghi di LaBute, ne mantiene la frammentazione, li insegue e immediatamente li rimanda attraverso le voci dei suoi attori, metallici e fendenti, sanguinosi su quel ring, lavora con giusti sguardi sullo sfaldamento di Adam, di Jenny (Celeste Gugliandolo) e di Philip (Christian Di Filippo), mantiene ogni momento con mano ben ferma, senza compiacimenti, senza sbavature, senza fastidiose ripetizioni. Insomma, ha ben visto chi ha deciso di credere in lei. Come lei allieva della stessa Scuola di recitazione, Beatrice Vecchione è Evelyn, perfetta nel dare nuova forma alle proprie vittime, ancor più di lei convincente l’Adam di Marcello Spinetta, sicurezza e annientamento, su quel cammino di distruzione in cui lo pone lo sfrontato disegno altrui.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Luigi De Palma.

Arsenio Lupin … eccolo di nuovo!

Doppia replica, al torinese “Spazio Kairòs”, per lo spettacolo firmato “Onda Larsen” e dedicato al celebre “ladro gentiluomo” creato da Leblanc

Venerdì e sabato 17 e 18 gennaio.

Nuova data, domenica 19 gennaio, anche per “Tekken Drama”

Per i tanti aficionados (il gruppo è davvero folto!) del leggendario Arsenio Lupin (Arsèn Lupin), creatura letteraria ideata da Maurice Leblanc nel 1905, la notizia penso sia davvero ghiotta. Udite udite, oh irriducibili “Lupiniani”! Il vostro mitico “ladro gentiluomo” che ruba per sé ma anche per i più bisognosi e sempre e solo ai più facoltosi, protagonista di numerosi romanzi dai quali, negli anni, sono state tratte numerose trasposizioni cinematografiche e televisive, nonché magico ispiratore del famoso manga ed anime “Lupin III” creato dal fumettista giapponese Monkey Punch, è tornato! E non solo. Con lui, e, perennemente, al suo fianco, potrete nuovamente imbattervi nelle innumerevoli peripezie del suo migliore amico e tiratore scelto (dai folti capelli neri e l’indisciplinata barba che va dal basso verso l’alto), il taciturno bevitore e accanito fumatore Jigen (Daisuke Jigen), insieme al collega Goemon Ishikawa XIII e alla superseducente e, anch’essa, abile “artista della truffa”, Fujiko Mine o Margot. Che bellezza! Di nuovo insieme il “magnifico poker”, che ha sempre a che vedersela, almeno nelle pagine di Leblanc, con l’ispettore Justin Ganimard della polizia francese e con il detective inglese Herloch Sholmes, personaggio ovviamente ispirato allo “Sherlock Holmes” di Sir Arthur Conan Doyle. Di nuovo insieme. A vostra completa disposizione. Sì, ma questa volta non in un racconto di Leblanc, o in un fumetto di “Mangaka”, o in un  film o un cartone animato: tutto accade a teatro in “Io, me e Lupin” prodotto dalla torinese Compagnia Teatrale “Onda Larsen” e in scena venerdì 17 e sabato 18 gennaio prossimi, alle 21, allo “Spazio Kairòs” di via Mottalciata 7, a Torino, per la stagione “Interferenze”.

Doppia replica, lo  spettacolo, scritto e diretto da Lia Tomatis, con in scena Riccardo De LeoLuciano FaiaGianluca Guastella e la stessa Tomatis si rivolge soprattutto a un pubblico giovane, ma non solo. E lo fa attraverso una “storia contemporanea”, che racconta, come spesso oggi accade, di “ragazzi qualificati” e “super formati” alla ricerca di lavoro e dignitose opportunità:  quando però si trovano con muri invalicabili davanti e porte sbattute in faccia e a loro paiono non restare altre via d’uscita, può anche nascere l’idea “non bella” di mettere su una banda, senza tralasciare una certa classe e una certa “esigenza artistica” per farlo. Pertanto, perché non ispirarsi a uno dei propri “eroi d’infanzia”: lui, Lupin? “La cosa – dicono gli interpreti – sembra funzionare bene, anzi forse fin troppo bene, fino a sfuggire loro di mano: e così il gioco alla sopravvivenza di quattro sprovveduti diventa una moda così diffusa tanto da costruire una sorta di realtà alternativa. Come uscirne? Ma soprattutto: occorre uscirne? Si aprono, dunque, una serie di interrogativi che riguardano tutti, banda e pubblico: quanto siamo condizionati nelle nostre azioni, ciò che ci piace, ci piace davvero o ce lo facciamo piacere? E le nostre identità, noi stessi, siamo ciò che siamo oppure diventiamo ciò che è necessario? E cosa altro potremmo essere? E quanta consapevolezza c’è, e quanta ne serve per riconoscere i condizionamenti che subiamo?”. Queste, e altre, le domande che sottendono questa nuova commedia di “Onda Larsen” che, come al solito, fa ridere “affondando però un po’ il coltello nella carne viva della nostra società, svelandone le falle e le contraddizioni”. Senza troppo infierire. Con le dovute maniere.

Come accade per la seconda pièce, anch’essa in replica, dopo il sold out dell’anteprima nazionale in dicembre. Titolo: “Tekkendrama – Come farsi amici i mostri”, di e con Francesca Becchetti (attrice e formatrice della Compagnia “Anomalia Teatro”) per la regia di Alice Conti. Inserito in “Interferenze”, la stagione di “Onda Larsen”, lo spettacolo è in programma, sempre allo “Spazio Kairòs” di via Mottalciata, domenica 19 gennaioalle 18,30. La storia racconta di Eveline, una giovane di trent’anni impegnata a portare il pubblico nei meandri della sua psiche, partendo da un pretesto banale: la fine di una relazione amorosa. “Tekken”, perché è una “lotta fatta di pugni e pugnalate”“Drama” perché “luogo di tragedia e satira”.Il lavoro comincia dalla collaborazione con “Educadora Onlus”, realtà educativa nella zona Nord di Torino, che lavora con pre-adolescenti e adolescenti del territorio, dove la maggior parte di abitanti é di origine straniera e migrante.

L’autrice ha ideato e condotto per tre anni il Laboratorio “Sistar!” per “sole ragazze adolescenti” sul tema della sessualità e l’affettività. Questa indagine laboratoriale insieme ad altre pone il seme alla drammaturgia che inizierà a prendere forma durante il “Festival Montagne Racconta” condotto dal drammaturgo e sceneggiatore aretino Francesco Niccolini.

Il lavoro inizia la sua indagine registica insieme alla collaborazione con l’attrice, autrice e regista Alice Conti del  Collettivo Nomade “Ortika”.

Per info: “Spazio Kairòs”, via Mottalciata 7, Torino; tel. 351/4607575 o www.ondalarsen.org

Gianni Milani

Nelle foto: Immagini da “Io, me e Lupin” e da “Tekken Drama”

“I giovedì della prevenzione” al Koelliker da questa settimana

Un incontro al mese per tutto il 2025 con gli specialisti dell’ospedale per fare prevenzione sulle più comuni patologie di adulti e bambini

 

16 e 30 gennaio i primi due appuntamenti

 

Circolo della Stampa Sporting | Corso Giovanni Agnelli 45 Torino

Un incontro al mese, per tutto l’anno, per essere vicini ai cittadini, informare e contribuire a diffondere una cultura sanitaria della prevenzione.

L’ospedale Koelliker di Torino ha dato vita a “I giovedì della prevenzione“: un calendario di appuntamenti, gratuiti e aperti a tutti, per accendere un riflettore e fare chiarezza sulle più comuni patologie che possono colpire adulti e bambini. Dal mal di schiena all’obesità, dai disturbi della tiroide alle patologie legate al fumo… e poi ancora Alzheimer, psoriasi, diabete, febbre nei bambini, prevenzione delle malattie ginecologiche e del cavo orale.

Quali sono i campanelli d’allarme da non sottovalutare? Quando è opportuno rivolgersi al medico? A chi e quando sono consigliati controlli periodici?

La direzione dell’ospedale e i suoi professionisti sanno bene che la prevenzione e la diagnosi precoce, unitamente ad un corretto stile di vita, sono fondamentali per il successo nella lotta contro patologie anche molto importanti.

Gli incontri divulgativi del giovedì si svolgeranno alle ore 18 presso il Circolo della Stampa Sporting di Torino e saranno condotti dagli specialisti dell’ospedale che, dopo la prima parte informativa sulla patologia, saranno a disposizione del pubblico per rispondere a dubbi e domande.

 

Si inizia giovedì 16 gennaio con l’appuntamento dedicato all’Odontoiatria, degli adulti e in età pediatrica. Spesso si sottovaluta l’importanza delle visite di controllo che accertino lo stato di salute della bocca. La prevenzione delle malattie del cavo orale, non solo dei denti ma anche di gengive, guance e lingua, è invece la prima forma di tutela del sorriso e permette di evitare possibili interventi invasivi e costosi a carico della bocca. Koelliker vanta un centro specializzato in Odontoiatria, Odontostomatologia e Ortodonzia e mette a disposizione i suoi specialisti per questa importante occasione di divulgazione scientifica sul tema della prevenzione delle patologie del cavo orale.

Per info e prenotazioni è possibile visitare il sito web dell’ospedale www.osp-koelliker.it oppure scrivere all’indirizzo mail: eventi@osp-koelliker.it

 

Il 30 gennaio si parla invece di Microbiota, ovvero l’insieme dei batteri che abitano il nostro corpoAlcuni sono responsabili di malattie, altri sono garanzia di benessere. La loro presenza è in grado di spiegare e curare molte tra le patologie più comuni che ci affliggono come, ad esempio, il diabete, le malattie infiammatorie intestinali, la depressione e l’obesità. A condurre l’incontro sarà la dottoressa Ilaria Cavecchia infettivologa del Centro di Microbiomica clinica dell’Ospedale.

Per info e prenotazioni è possibile visitare il sito web dell’ospedale www.osp-koelliker.it oppure scrivere all’indirizzo mail: eventi@osp-koelliker.it

 

IL CALENDARIO COMPLETO DEGLI APPUNTAMENTI:

16 gennaio: Odontoiatria negli adulti e in età pediatrica
30 gennaio: Il Microbiota
20 febbraio: Febbre e dolori nei bambini
20 marzo: Ginecologia
17 aprile: Diabete o Tiroide
21 maggio: Fumo e patologie correlate
19 giugno: Mal di schiena e scoliosi
17 luglio: Obesità
18 settembre: Alzheimer
16 ottobre: Psoriasi
6 novembre: Odontoiatria negli adulti e in età pediatrica
18 dicembre: Terapia del dolore e cure palliative

Spettacoli da non perdere, da Shakespeare al “Franciscus” di Cristicchi

Nella settimana, sul palcoscenico del Gioiello

Un’occasione per accostarci ancora una volta alla scrittura teatrale di Gian Mesturino, di recente scomparso, alla sua cultura, all’amore per i classici, alla sua voglia di nuove invenzioni. Per la stagione del Gioiello va in scena mercoledì 15 gennaio “Shakespeare x 2”, scritto in compagnia di Girolamo Angione e giunto al suo settimo anno di applauditissime repliche. Una baruffa che sa appieno di teatro nata all’ombra di un antico Globe, tutta da ridere, di squisito divertimento, protagonisti due giovani attori: Elia Tedesco – un gran momento per lui, nel cast del “Paradiso delle signore” su Rai 1 e protagonista della commedia “Il fidanzato di tutte” senza scordare l’ultima affermazione nel recente “Verso l’ora zero” di Agatha Christie – e Simone Marietta (anche lui nel cast della Christie). Un’epidemia di peste, che ricorda quella che visse il buon vecchio William negli anni 1592 – 1594, causa la chiusura dei teatri. In un teatro, però, sono rimasti due attori e il pubblico. E se le autorità vietano di lasciare la struttura non resta che proporre una carrellata sulle opere del Bardo, in attesa di tempi migliori. È da questi spunti che parte l’attento lavoro drammaturgico, in un godibilissimo viaggio in compagnia di Prospero e Puck, Amleto e Shylock, Giulietta e Marcantonio. Inizio ore 21.

Franciscus il rivoluzionario, l’estremista, l’innamorato della vita, pronto a vivere per un sogno, il folle che parlava agli uccelli, Franciscus che vedeva la sacralità e la bellezza in ogni volto di persona ma anche di animale e di un lebbroso, e non soltanto in essi ma anche nel sole, nella morte, nella terra su cui camminava insieme agli altri. Che vedeva l’abbandono di ogni bene, di ogni ricchezza, di una famigli e di una casa. In cosa risiede l’attualità del suo messaggio? Cosa può dirci la filosofia del “ricchissimo” di Assisi, nella confusione della modernità affamata di senso, nelle promesse tradite del progresso? Questo è altro si è chiesto Simo Cristicchi scrivendo (con Simona Orlando) e mettendo in scena questo suo “Franciscus. Il folle che parlava agli uccelli” che continua a girare per i palcoscenici italiani con immutato successo. Franco Cordelli, recensendo nelle colonne del Corriere della Sera, ha parlato di “rivelazione” e di “una scoperta” di un attore e di un autore, ha aggiunto: “Avrà più volte partecipato al festival di Sanremo e lo avrà pur vinto, ma siamo oltre, di gran lunga.” Un percorso lungo prima di arrivare a questa figura di santo insuperato, non soltanto dell’artista ma soprattutto dell’uomo, fatto di un inizio a soli 17 anni nel mondo della musica (oggi ne ha quarantasette: profetici tratti con quella barba che inizia a imbiancare e quella gran matassa di capelli arruffati), di obiezione di coscienza e di volontariato in un centro di igiene mentale, di tappe significative che si intitolano “Maria che cammina sull’autostrada” e “Studentessa universitaria” e quei capolavori del mondo della canzone che sono “Ti regalerò una rosa” e “Non mi avete fatto niente”, attraversando i versi di Alda Merini e le “Lettere dal manicomio”, i “Canti di miniera, d’amore, vino e anarchia” e “Magazzino 18”, cruda narrazione del dramma delle foibe e dell’esodo delle popolazioni giuliano-dalmate.

Prodotto dal Centro Teatrale Bresciano e dall’Accademia Perduta Romagna Teatri, con il suo “Franciscus” l’artista romano continua a stupire il pubblico, tra riflessioni che percorrono la nostra quotidianità, domande e canzoni inedite – che portano la sua firma e quella della cantautrice Amara -, indaga e racconta il Santo di tutti, che è stato prima di tutto “un uomo in crisi, consumato dai dubbi, un laico che imparava facendo, si perfezionava incontrando e il cui esempio riuscì ad attrarre una comunità, ma non senza destare sospetti tra alcuni del popolo: uno in particolare, Cencio, stracciarolo girovago, inventore di una lingua solo sua, osservatore critico del viaggio di Francesco, interpretato dallo stesso Cristicchi.”

Aggiungono ancora le note di presentazione: “Al centro dello spettacolo, il labile confine tra follia e santità, tema cardine della vita personale e spirituale di Francesco. Ma anche la povertà, la ricerca della perfetta letizia, la spiritualità universale, l’utopia necessaria di una nuova umanità che riesca a vivere con il creato. Temi che nel frastuono della società in cui viviamo diventano ancora più urgenti e vividi”. Forse lo spettacolo di cui davvero c’è bisogno oggi, tra sentimenti e momenti di tranquilla riflessione. Repliche venerdì 17 gennaio (ore 21), sabato 18 (ore 19,30) e domenica 19 (ore 16). Un successo tutto da scoprire.

(e.rb.)

Nelle immagini, Elia Tedesco e Simone Marietta in “Shakespeare x 2” e Simone Cristicchi in “Franciscus”.

Universiadi, AVS: “Il problema degli studenti senza stanza”

Come Gruppo consiliare di Alleanza Verdi e Sinistra e Commissione istruzione di Sinistra Italiana Piemonte, esprimiamo la nostra ferma indignazione per la situazione che stanno vivendo studentesse e studenti alloggiati nelle residenze universitarie EDISU che sono state destinate ad ospitare gli atleti e le atlete delle Universiadi.
Ci associamo a quanto denunciato dalle diverse associazioni studentesche. Anche le modalità con cui è stato gestito il temporaneo trasloco sono davvero discutibili. Lo sgombero delle residenze e l’ottenimento da parte delle studentesse e degli studenti coinvolti di una nuova sistemazione sono avvenute con tempistiche e modalità non congrue, in forme ben lontane da quelle che EDISU aveva garantito. I traslochi sono stati richiesti in tempi troppo veloci rispetto a quelli che erano stati ipotizzati in origine e le strutture opzionate da EDISU per la sistemazione degli studenti non erano sufficienti rispetto alle circa 500 richieste ricevute, cosa oggi porta decine di studenti ad essere alloggiati presso strutture non idonee, prive di cucine e lontane dalle sedi universitarie, come l’ostello Open011.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà a coloro che stanno subendo disagi, e critichiamo fermamente la malagestione di questa vicenda, su cui la Giunta aveva dato rassicurazione rispetto alle interrogazioni da noi poste in Consiglio Regionale che sono state del tutto disattese.
È molto grave che un evento come le Universiadi sia stato gestito dalla Giunta regionale e da EDISU in maniera tale da compromettere il diritto allo studio per centinaia di studenti, proprio in periodo di sessione di esami.
Gruppo consiliare di Alleanza Verdi e Sinistra
Commissione istruzione di Sinistra Italiana Piemonte

Il Consiglio comunale recepisce “Donne migranti”

La Commissione Diritti e Pari Opportunità di Palazzo civico ha tratto ispirazione dal lavoro della Consulta femminile comunale e la presidente Elena Apollonio (Alleanza dei democratici – Demos) ha presentato una delibera d’iniziativa popolare che approva e dà attuazione al documento della Consulta femminile intitolato ’Donne migranti’ dove si invita:

–    Adottare una prospettiva di genere rispetto alle dinamiche migratorie;

–   Favorire la disponibilità e l’accessibilità ai servizi per le donne migranti, in particolare dei servizi e delle opportunità di carattere sociale, formativo, lavorativo e di supporto alla conciliazione vita-lavoro che la Città di Torino mette a loro disposizione;

–    Promuovere la formazione e il riconoscimento delle competenze delle donne migranti, favorendo la partecipazione alla formazione linguistica e il riconoscimento dei titoli studio o professionali acquisiti nei Paesi d’origine;

–    Contrastare stereotipi e pregiudizi rispetto alle donne migranti usando forme inclusive di comunicazione istituzionale di contrasto alle espressioni denigratorie e di linguaggio d’odio;

–   Misurare l’impatto delle iniziative a favore dell’inclusione delle migranti con forme di monitoraggio e valutazione dei risultati delle attività della Città e dei soggetti che si occupano di accoglienza, inclusione e integrazione.

La Commissione intende arricchire il testo con alcune attenzioni specifiche su argomenti quali: donne migranti in stato di gravidanza; valorizzare l’associazionismo di secondo livello del territorio urbano; considerare clima, degrado ambientale e catastrofi naturali fattori alla radice delle migrazioni e dei movimenti dei rifugiati; prevedere raccolte di dati sulla migrazione femminile in collaborazione con gli uffici locali e nazionali.

La delibera è stata approvata all’unanimità con 28 voti favorevoli; al dibattito in Sala Rossa che ha preceduto il voto sono intervenuti Cerrato – Ahmed – Garione – Patriarca – Santiangeli – Diena – Viale – S. Damilano.

“La Guarini”, la Fiaccola delle Universiadi Torino 2025

Ed ecco “La Guarini”, la Fiaccola delle Universiadi Torino 2025, ispirata alla celebre cupola della Cappella della Sindone del Duomo di Torino, caratterizzata dalla geometria degli esagoni concentrici che si innalzano verso l’alto come progettato dal Guarino Guarini.

Il Comitato Organizzatore delle Universiadi ha affidato agli studenti dei corsi di studio in Design del Politecnico la realizzazione del concept della torcia. Durante l’esplorazione progettuale sono stati valorizzati due beni centrali: la cultura materiale ed il contesto storico del territorio con particolare attenzione all’architettura barocca. Un design sostenibile e consapevole utilizzando energia a Led anziché a gas.

Igino Macagno

 

 

Parco della salute: per la ‘domus didattica’ 100 milioni

Il Parco della salute è un importante investimento che potrà favorire la ricerca e l’innovazione internazionale a Torino, ma anche la didattica: questa la sintesi dell’audizione di Paola Cassoni, direttrice della Scuola di medicina e vicerettrice per l’Area medica, e Umberto Ricardi, vicerettore per la Ricerca biomedica, nella quarta Commissione, presieduta da Daniele Valle.

“La Scuola di medicina dell’Università di Torino – hanno spiegato gli auditi – vuole essere fedele alla declinazione del nome del Parco della salute, della ricerca e dell’innovazione. Si sta lavorando per definire lo sviluppo di un polo multifunzionale, con una visione integrata in ambito sanitario accademico formativo e di ricerca. Il costo previsto per la c.d. ‘domus didattica’, gli spazi dedicati all’attività didattica, è pari a 100 milioni”.

Nel corso dell’audizione, dedicata ad un approfondimento sul tema degli spazi dedicati alla ricerca ed alla didattica del Parco della salute, sono intervenuti per chiarimenti Gianna Pentenero (Pd), Alice Ravinale (Avs) e lo stesso presidente Valle.

Secondo gli auditi, la finalità è quella di creare una rete di servizi per rispondere efficacemente alle esigenze di tutela della salute, di formazione accademica e clinica, di accelerazione tecnologica e sviluppo di ricerca clinica. L’integrazione in un unico complesso all’avanguardia in una visione che vada oltre il livello regionale per estendersi a quello nazionale ed internazionale.

Endurance Meeting: TDN a medaglia a Torino nel weekend dedicato alle distanze lunghe

Antonio Albanese con i suoi personaggi più amati al teatro Colosseo per 12 giorni di tutto esaurito

 

Dal 15 gennaio all’1 febbraio a dominare il palcoscenico del teatro Colosseo sarà il genio comico di Antonio Albanese, con il suo nuovo spettacolo dal titolo “Personaggi”, per un totale di 12 recite tutte soldout. Diretto da Giampiero Solari, l’attore e regista lombardo riparte dallo spettacolo scritto insieme con Solari, Michele Serra e Piero Guerrera. Si tratta di un affresco della società contemporanea, inserito in un “one man show” dove sono previsti rapidi cambi di costume, dialetti e situazioni. Antonio Albanese porta al Colosseo monologhi e situazioni surreali che capitano ai suoi personaggi, tanto amati dal pubblico: Epifanio, l’Ottimista, Alex Drastico, il Sommelier, Cetto La Qualunque e Perego. Lo spettacolo incarna magistralmente le maschere dei nostri vicini di casa e di noi stessi, tutti affetti da nevrosi, alienazione e solitudine, elementi che caratterizzano i rapporti umani odierni: la disgregazione della famiglia e il vuoto ideologico. Che cosa hanno in comune i mille volti con i quali Albanese racconta il presente? L’umanità. In scena uomini del sud e del nord, alti e bassi, grassi e magri, ricchi e poveri, ottimisti e qualunquisti. Maschere irriverenti e grottesche che rappresentano lo specchio di una realtà guardata con occhio irriverente, attento a carpirne i difetti, le abitudini e i tic. Antonio Albanese invita lo spettatore a guardare il mondo che lo circonda, così ricco di umanità.

Mara Martellotta