ilTorinese

Il Black Friday di Birra Metzger 1848

La tradizione torinese dal birrificio a casa tua

Dal 24 al 28 novembre prossimi , dalle 11 alle 19, sarà possibile scoprire da vicino il luogo in cui nasce la storica birra torinese e approfittare di due offerte pensate per accompagnare il ritorno di un marchio che, dopo quasi due secoli di storia, ha ripreso a brillare grazie a una rinascita autentica e profondamente legata alla torinesità.
Metzger 1848 celebra il Black Friday invitando tutti a compiere un gesto semplice, ma speciale, acquistare le nuove birre direttamente nel rinnovato birrificio di via Catania 37, nel cuore di borgo Rossini.
In occasione del Black Friday , le sei nuove birre Metzger , Bionda Helles, Weiss, Ambrata,  Vienna Lager, Modern IPA, Bock e Doppel Bock , saranno disponibili nel  Party Pack da 12 bottiglie a 39 euro invece di 60 euro e nella confezione da tre bottiglie a scelta a 9,9 euro invece di 15.

Si tratta di un’occasione per assaporare ricette che uniscono tradizione, qualità e alta bevibilità, frutto di un progetto che affonda le sue radici nel  passato, ma guardando però al futuro. Da quasi due secoli Metzger è parte dell’identità industriale e culturale della città. Nata nel 1848 per mano del mastro birraio alsaziano  Karl Metzger, cresciuta fino a diventare  una delle principali realtà brassicole nazionali e poi scomparsa dal mercato nel 1975, la birra torinese torna oggi grazie alla nuova visione dell’imprenditore Marco Bianco che, nel 2025, ha ricomprato il marchio e il birrificio, inaugurando una nuova stagione per questa icona cittadina. Attorno a lui un team di professionisti lavora con l’obiettivo di restituire a Metzgerl la sua identità attraverso una filosofia di produzione contemporanea basata su artigianalità premium, materie prime selezionate, attenzione alla sostenibilità  e apertura al territorio, con collaborazioni di eccellenza come quelle nate con Riccardo Mascioscia della Piazza dei Mestieri  e Alessio Gatti del birrificio Canediguerra.
Il team di professionisti che collabora al birrificio Metzger  è formato da Guido Palazzo, Davide Masoero, i birrai Pietro Lanzilotta e Francesco Giacomelli, con la supervisione tecnica di Giampaolo Tonelli.
Il birrificio non è soltanto un sito produttivo,  ma un vero e proprio centro di  cultura della birra, destinato ad accogliere visite, corsi e degustazioni, con iniziative come il Metzger Fest di ottobre e i walking tour mensili dedicati alla storia del quartiere.  Il Black Friady diventa, così,  un momento simbolico, l’occasione per scoprire da vicino una storia torinese che continua a rinnovarsi e per portare a casa il gusto autentico di una tradizione che dal 1848 accompagna il cammino di Torino.

Mara Martellotta

Telefono Rosa: “Non solo parole, servono fatti, contro la paura”.

25 novembre 2025: Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne

Vorremmo non dover continuare a ripetere incessantemente la richiesta di superare la retorica delle parole pubbliche e private sulla difesa delle donne, che altrettanto costantemente sentiamo pronunciare dopo aggressioni anche drammatiche o peggio estreme da parte di uomini.

Perchè è evidente che quelle parole non bastano, e suonano vuote, visto che non fermano la violenza maschile, non addomesticano i feroci, e specialmente non riparano le donne da rabbia distruttiva e pretesa di possesso. A volte le parole non sono solo insufficienti e di circostanza: sono anche sbagliate.   Come quelle che in certe sentenze rovesciano la colpa e normalizzano la violenza maschile.  Disconoscendo e minimizzando il radicamento della violenza nelle relazioni e nella struttura sociale, ancora piena di gerarchie culturalmente legittimate, quelle parole dicono alle donne che hanno fatto male a fidarsi; che quello diverso dal loro è il pensiero giusto; e che il loro destino è di essere deluse, o rassegnate per forza, o sopraffatte.

Sopraffatte anche dalla paura: ed è questa la parola di cui vogliamo parlare oggi.

Paura dell’aggressore, certo: ma anche paura di non poter contare con certezza sul fatto di essere riparate dai colpi nel corpo, nella dignità, nella libertà. Paura di scontrarsi contro i rigurgiti maschilisti di chi si ostina a colpevolizzare le donne che si ribellano alla violenza maschile. Paura di non trovare riscontro al proprio coraggio.

La violenza nasce dalla prevaricazione nelle relazioni interpersonali e collettive. Le donne vorrebbero poter credere nel sostegno delle istituzioni, nell’efficacia della protezione e specialmente, a monte, nella forza della prevenzione, che non scaturisce magicamente dal mero aumento teorico delle pene per ciascun colpevole, quando mai fosse – magari anni dopo –  condannato da un Tribunale.  Così facendo, infatti, si ritorna nel privato, anziché riconoscere che la violenza è un fatto pubblico e politico, un’asimmetria di potere che di sicuro non trova soluzioni nella mera riposta sanzionatoria sporadicamente a carico del singolo autore.  Cresce proprio in questo contesto la diffidenza nei confronti delle istituzioni, in paradossale contrasto con i reiterati e talvolta sussiegosi inviti a denunciare, seguiti dall’implicita latente colpevolizzazione di chi subisce e non denuncia.

E dopo? Non vorremmo sentire parole, ma vedere fatti.

Vedere e toccare con mano la realizzazione delle famose “quattro P” su cui si basa la Convenzione di Istanbul: “Prevenzione, Protezione, Punizione, Politiche integrate“.  Tutte e quattro le “P“. Invece ne vediamo bene altre due: “Però…” e “Purtroppo“. L’elenco delle delusioni è infatti spesso lungo quanto quello delle aspettative.

Le donne, anzi: “noi donne”, condividiamo l’amarezza e l’incredulità per divieti istituzionali alla preziosa educazione sessuo-affettiva strutturale, adeguata all’età dei minori, che promuoverebbe fin dalla scuola primaria l’umanizzazione delle relazioni e rappresenterebbe il fondamento della prevenzione, accendendo un faro permanente sul tema della parità, del rispetto e del consenso.

Chiediamo ancora e sempre, per quante di noi intendano sottrarsi alla violenza maschile, che la politica non si riduca a fornire provvisoriamente luoghi in cui le donne debbano nascondersi e scomparire in nome della sicurezza, ma viceversa dia loro anche l’opportunità di reinterpretare nella luce dello spazio pubblico una vita quotidiana dignitosa, libera e autonoma, lontana dalla prevaricazione.  Un luogo fisico e mentale dove il pensiero e la parola di una donna contino.

Chiediamo che davvero tutti gli operatori che a diverso titolo possano entrare in contatto con una donna che abbia fatto o stia facendo esperienza di violenza siano adeguatamente e omogeneamente formati, e sappiano utilizzare tutte le risorse che secondo le “parole della legge” sono esistenti.

Chiediamo che queste norme, oltre che conosciute, siano anche concretamente applicabili, perché le riforme a costo zero sono destinate a risultati deprimenti.

Chiediamo che quando si tratta della sicurezza e persino della sopravvivenza di una donna gli strumenti di controllo del suo aggressore funzionino affidabilmente e possano realmente essere utili ed essere considerati tali, invece che rappresentare ulteriore fonte di frustrazione, sofferenza, paura e rischio.

Chiediamo che gli interventi sugli autori di violenza siano incisivi e chiari.

Chiediamo civiltà.

Chiediamo libertà dalla paura.

Chiediamo anche concreta alleanza pubblica con l’impegno quotidiano dei Centri Antiviolenza.

Per le donne che non possono più pronunciare parole, e per quelle che hanno diritto di parlare, e specialmente di vivere.

Perseguendo il significato profondo del costante contatto con cittadine e cittadini, nei giorni intorno al 25 novembre 2025, il Telefono Rosa Piemonte sarà presente con le proprie volontarie e attiviste presso istituzioni pubbliche, aziende, centri commerciali, università, scuole, associazioni e aggregazioni giovanili, per presentare il nuovo Report, fornire informazioni, distribuire materiali di sensibilizzazione e favorire un dialogo costruttivo con donne e uomini interessati a confrontarsi con noi. Tutto questo, sempre nell’ottica che l’alleanza è indispensabile per un efficace contrasto alla violenza maschile sulle donne.

ALCUNI DATI

Nell’anno 2024 il Telefono Rosa Piemonte di Torino ha registrato 761 nuove prese in carico e 5516 contatti nella sezione di aiuto on line e social.  Il 21,8% delle accoglienze riguarda ragazze e giovani donne tra i 16 e i 29 anni; il 23,78% tra i 30 e i 39 anni; il 29,57 % tra i 40 e i 49 anni; il 13% tra i 50 e i 59 anni; l’8,41 % oltre i 60 anni.

274 donne riferiscono di aver subito violenza fisica; 365 violenza verbale o minacce; 41 violenza sessuale; ben 137 altre forme di violenza sessuale quali molestie in presenza oppure on line, revenge porn o costrizione a pratiche sessuali umilianti o degradanti. Sono stati 106 i casi segnalati di stalking; 482 le violenze psicologiche; 254 le violenze economiche. Come purtroppo sempre si constata, quasi mai viene subita una sola forma di violenza, ma più condotte variamente aggressive nell’ambito delle stesse dinamiche.

Tra gli autori di violenza, 488 appartengono alla cerchia di mariti, conviventi, fidanzati o ex. Non trascurabili le violenze anche da parte dei figli (22).

Dalle iconiche Birkin e Kelly Hermès alle Bamboo di Gucci all’asta Bolaffi

Dalle borse cult di Hermès, Chanel, Louis Vuitton e Gucci agli oggetti più glamour a tema natalizio, come le boule de neige di Chanel e il calendario dell’avvento di Louis Vuitton, fino a un prezioso
mobiletto-archivio in edizione limitata contenente schizzi e campioni tessili di Yves Saint Laurent raccolti in 40 anni. Sono questi alcuni dei lotti più significativi della prossima asta di moda vintage firmata Aste Bolaffi, in programma martedì 25 novembre alle 10 presso la Sala Bolaffi di via Cavour 17, a Torino. Sotto i riflettori borse emblematiche, foulard d’autore e bijoux che raccontano epoche e sogni, tra eleganza senza tempo e un tocco di nostalgia, tutti accuratamente selezionati per stato di conservazione e autenticità.
La selezione sfiora i 560 lotti tra borse e valigeria, cravatte e foulard, alta bigiotteria di lusso, portachiavi e piccoli oggetti decorativi: un viaggio nel gusto e nello stile delle grandi griffe
italiane e internazionali che unisce lusso, artigianalità e storia della moda.
Tra i pezzi più attesi, Hermès è rappresentata da sette Kelly, dalla Retourné 32 del 1966 in pelle box nera alla rara Sellier 20 del 1987 in pelle Courchevel Gold passando per la Kelly 28 Sellier
in pelle Epsom Bleu Royal con manico impreziosito da foulard Twilly “Les Clés à Pois” e dalla Birkin 35 del 2008 in pelle Togo Curry.
Di Chanel spiccano la pochette Cassette del 2004 in lucite nera con
dettagli bianchi, la Classic Flap Bag matelassé (lotto 389, base 3.500 euro) e la Timeless Maxi Jumbo in pelle blu verniciata con motivo a spina di pesce.
Louis Vuitton è proposta anche con un set di valigie vintage e due borse in edizione limitata di Takashi Murakami: la Neo Deauville Cerises 2005 e la Marilyn 2008 in pelle Monogram multicolore con dettagli in coccodrillo fucsia e borchie dorate.
L’eccellenza della moda italiana è rappresentata da Fendi, Ferragamo e Gucci, di cui si segnalano sette Bamboo, tra cui una 1947 degli anni Settanta in pelle rossa con interno in camoscio. Inoltre è presente anche la Peekaboo Mini 2010 di Fendi in coccodrillo citron con interno viola.
In catalogo si distingue inoltre un lotto dal valore quasi museale: il mobiletto-archivio in edizione limitata della Fondazione Pierre Bergé-Yves Saint Laurent & Éditions de la Martinière, che custodisce schizzi, note di sfilata e campioni tessili della maison dal 1962 al 2002. Infine, tra gli accessori e le idee regalo natalizie si segnalano le boule de neige firmate Chanel e il calendario dell’avvento 2022 di Louis Vuitton,con 24 caselle ancora intatte e piccole decorazioni di lusso firmate Luis Vuitton.

L’asta sarà preceduta dall’esposizione, aperta al pubblico nella
stessa sede, da venerdì 21 a lunedì 24 novembre alle ore 10-18:30, domenica esclusa.

https://astebolaffi.it/it/auction/456

Martedì 25 novembre 2025, ore 10:30
Sala Bolaffi, via Cavour 17/F, Torino – www.astebolaffi.it

Mara Martellotta

Galleria ‘Cesana’, Anas annuncia lavori

Anas ha programmato la manutenzione degli impianti in galleria ‘Cesana’, nell’ambito dell’omonimo territorio comunale lungo la strada statale 24 “del Monginevro”. Le attività, che interessano in particolare l’impianto di ventilazione, sono state pianificate in orario notturno al fine di contenere i disagi per la circolazione in transito.

Per consentire lo svolgimento delle lavorazioni in sicurezza, la galleria sarà chiusa al traffico nella fascia oraria notturna 20:00 – 6:00 da lunedì 24 fino a venerdì 28 novembre.

Durante la chiusura i veicoli con peso inferiore a 26 tonnellate saranno deviati sulla vicina ex statale 24. I mezzi con peso superiore alle 26 tonnellate potranno raggiungere la Francia percorrendo la A32 con proseguimento al Traforo del Frejus.

Apertura impianti a Prato Nevoso, in funzione anche la seggiovia esaposto

Apertura impianti a Prato Nevoso, giungono importanti novità: da lunedì 24 novembre entrerà in funzione anche la seggiovia esaposto Caudano-Vallon a servizio della pista 3, aumentando il dominio sciabile già fruibile nella stazione del Mondolé Ski.

Inoltre, si potrà sciare tutti i giorni dalle 8.30 alle 17 lungo le piste dell’area della Conca ed effettuare i primi trick nella parte alta dello Snowpark, che nelle prime ore della stagione 2025/2026 hanno registrato un’ottima affluenza, complici le strepitose condizioni della neve.

Grazie alla copiosa nevicata di venerdì 21 novembre e al lavoro d’innevamento programmato svolto dallo staff di Prato Nevoso per mezzo della tecnologia TechnoAlpin, è lecito attendersi ulteriori aggiornamenti in materia di nuove aperture.

Attenzione: fino a nuova comunicazione sarà aperta solo la biglietteria centrale della Conca.

Vi invitiamo a restare connessi sul nostro sito www.pratonevoso.com e sui nostri canali social per essere sempre informati su piste, impianti e attività.

Il Duo Rodin vince il Premio Renzo Giubergia

Lunedì 24 novembre alle ore 21, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi  di Torino, verrà conferito il Premio Renzo Giubergia 2025, giunto alla sua XII edizione, al Duo Rodin, costituito da Sofia Manvati al violino e Giorgio Lazzari al pianoforte.

La cerimonia di assegnazione si svolge nell’ambito del concerto di lunedì 24 novembre, sempre alle ore 21, presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, con un  programma che prevede la Sonata in do minore n. 7, op. 30 n. 2 di Ludwig van Beethoven, la Sonata in la maggiore di César Franck e i Tre Capricci di Paganini op. 90 di Karol Szymanowski.
Dopo otto edizioni dedicate ai solisti, dal 2022 il Premio Renzo Giubergia si è rivolto ad ensemble da camera e nello specifico, per l’edizione in corso, la selezione era aperta a formazioni di duo con violino e pianoforte, violoncello e pianoforte, senza vincolo di nazionalità, la cui età media non dovesse superare i 27 anni. Del valore di 13 mila euro il riconoscimento è stato conferito da una commissione composta da Andrea Lucchesini, Alessandro Moccia, Francesco Dillon, Carlo Bertola e Andrea Malvano attraverso due prove, eliminatoria su materiale registrato e finale in diretta streaming.
Il Duo Rodin si è costituito nel 2020 dall’unione di Sofia Manvati, al violino, e Giorgio Lazzari al pianoforte  e si distingue per programmi che affiancano capolavori del repertorio a pagine meno note e deve il suo nome allo scultore August Rodin, simbolo di profondità e autenticità interpretativa.
Vincitore del Premio Guglielmo 2023 e finalista al concorso  “Amur per i nuovi talenti “ 2024 ha suonato per importanti stagioni, tra cui gli Amici della Musica di Padova, il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, il teatro Ponchielli e la sala Verdi di Milano.
Tra i prossimi impegni figurano i concerti per Musica Insieme Bologna e la Società dei Concerti di Milano.

Il concerto si aprirà con la Sonata in do minore n. 7 di Ludwig van Beethoven, la più intensa e innovativa delle tre sonate dell’op. 30 composte nel 1802 e dedicata all’imperatore  di Russia Alessandro I. Quasi contemporanea alla Seconda Sinfonia e al Testamento di Heilingenstadt, l’opera rivela un tono drammatico e appassionato, capace di introdurre importanti novità formali che segnano un passo decisivo verso l’evoluzione del linguaggio cameristico del grande compositore, ormai affetto da una grave forma di sordità.
La Sonata in la maggiore di César Franck  venne eseguita per la prima volta nel 1886 con la partecipazione del celebre violinista Eugène Ysaye e riscosse un successo immediato. La composizione riflette la volontà dell’autore di imporsi  all’interno del genere della Sonata e il desiderio di conferire all’opera un profilo monumentale, con la sua intensità lirica, la sua grande espressività  e il suo rigore formale. Fra coloro che ne subirono il fascino figura Marcel Proust  e si narra che questa Sonata, per la sua ciclicità, sia stata una fonte di ispirazione per la sua Recherche.
Il programma culmina con i Tre Capricci di Paganini op. 40 arrangiati da Karol Szymanowski, compositore di grande ingegno e apertura culturale,  figura centrale della musica polacca del Novecento. I brani sono tratti dalla raccolta di Paganini e elaborati per violino e pianoforte nel 1918 e rivelano il gusto romantico dell’autore, sospeso tra lirismo e virtuosismo.

Mara Martellotta

Roccolo e Verzuolo, due castelli da visitare in un Piemonte sempre meraviglioso da scoprire

Gite settembrine nel cuneese

Siamo tornati tutti (o quasi) “alla base’, le vacanze estive si concludono, i colori della natura circostante cominciano a virare sul giallo, marrone e oro. Le giornate si accorciano e le onde del mare sono sempre più lontane e increspate. Le gite giornaliere e i fine settimana prendono il posto della villeggiatura e costituiscono una misura morbida e graduale per rientrare nel ritmo della quotidianità traghettandoci, così, fino all’autunno (la mia stagione preferita).

Questo momento di interregno che ci spinge definitivamente fuori dalle ferie è caratterizzato da un clima più mite che consente di stare all’esterno senza patire caldo e afa, perfetto, dunque, per visitare due gioielli piemontesi siti in provincia di Cuneo: il Castello del Roccolo a Busca, sofisticato esempio di architettura neogotica ottocentesca, e il Castello di Verzuolo, sito nell’omonimo paese, con la sua memoria medievale.

Il Castello di Roccolo, edificato nel 1831 per volontà del marchese Roberto Tapparelli d’Azeglio, è un luogo da fiaba grazie alle sue suggestioni romantiche: merli ghibellini, archi moreschi, bifore slanciate, trompe-l’œil e vetrate colorate ne fanno, infatti, un luogo incantato che conduce in una dimensione spazio temporale magica e antica. L’arredo è curato e raffinato ed è visibile l’imponente intervento di restauro che ha reso questo maniero un borgo di grande pregio.

Il grande parco ottocentesco, tra serre, laghetti e terrazze panoramiche, completa la visita come un’esperienza a contatto con la natura e le sue meraviglie. Ben conservato e accessibile, è aperto al pubblico con visite guidate che ne svelano la storia e gli ospiti illustri avuti nel corso della storia, da Cavour a Silvio Pellico.

Il Castello di Verzuolo nasce, invece, con una diversa vocazione, era nato infatti nel Trecento come una fortezza costruita per il volere di Federico II del Marchesato di Saluzzo e, ancora oggi, conserva il fascino del suo passato eroico e difensivo. Qui si sono intrecciate vicende militari e momenti di fasto signorile, fino alla trasformazione in residenza elegante con giardini e torri panoramiche.
La configurazione originaria, ben diversa da quella attuale prevedeva pochissime finestre, solai in legno e un tetto piano progettato per sostenere le macchine da guerra in caso di assedio. All’inizio del Novecento, il castello entrò in un periodo di decadenza e nonostante l’intervento del professor Sacco del Politecnico di Torino e del Genio Civile di Cuneo, la crisi economica impedì i necessari consolidamenti, portando, nel 1936, alla demolizione della sua parte sud. Tuttavia, il Conte Ademaro Barbiellini Amidei, con lucida lungimiranza, finanziò i lavori di consolidamento raccogliendo una vasta corrispondenza internazionale così da preservarne la memoria storica e architettonica.

Oggi si possono ammirare gli ambienti unici come il maestoso salone al piano terra, le eleganti camere del piano primo e le particolari sale dove arte e architettura si fondono in un accordo di bellezza ed eleganza. Le visite guidate sono arricchite da curiosità e aneddoti, un vero e proprio viaggio indietro nel tempo.

Per informazioni

https://www.castellodiverzuolo.it/

http://www.castellodelroccolo.it/it/

Maria La Barbera

Inaugura al Museo MIIT  la mostra “Trame di vita”

Martedì 25 novembre inaugura, a partire dalle ore 18, al Museo MIIT diretto da Guido Folco, sito in Corso Cairoli 4 a Torino la mostra intitolata “Trame di vita”, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne. In questa occasione verrà presentato il libro  di Vania Perale “Vorrei rinascere cormorano” della Phasar edizioni.
La mostra, curata dalla galleria  Guido Folco, Italia Arte e il Museo MIIT, ha un carattere internazionale, come nella migliore tradizione del Museo MIIT, nato per effettuare scambi artistico culturali con musei, fondazioni, gallerie pubbliche e private di tutto il mondo.
Tra gli artisti in mostra Milena Buti, Valentino Camiletti, Nadia Canevaro, Secondo Capra , Naty Lorella Chiapparini, Ekaterina Chiorina, Vito Garofalo, Bianca Maria Macario-Gioia, Anna Montanaro, Mariagrazia Omodeo, Maria Elena Ritorto, Anna Rota Milani, Maria Pia Giacomini, Marilena Visini, Chiuto, Susanna D’ore, Antonella Elleri, Francesco Larghi, Mila Margini, Vania Perale, Margherita Realmonte, Francesca Riva, Skyblonde ( Elvira Marzorati) e Maria Sturiale.
Sabato 29 novembre dalle ore 18 verrà presentato, sempre presso il museo MIIT, il libro “Sotto il ponte che non si farà “di Matteo Bottari con le fotografie di Domenico Cogliardo. Gaspare Editore. Interverranno gli autori con i professori Giuseppe Lo Castro e Vittorio Marchis.

Museo MIIT

Corso Cairoli 4

Orari mar-sab15.30-19.30

Info 0118129776

MARA MARTELLOTTA

Più di 1.600 i runner alla Torino City Run

Sono stati oltre 1.600 i runner che hanno partecipato alla Torino City Run, la corsa non competitiva e benefica a favore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro che si è svolta oggi nell’ambito della FIAT Torino City Marathon. Una risposta solidale e significativa.

Per il quarto anno consecutivo Santander è stata al fianco della manifestazione, consentendo in questo modo di raccogliere 20 mila euro per le attività di cura e ricerca sul cancro dell’Istituto di Candiolo –IRCCS. L’assegno simbolico è stato consegnato al Direttore Generale della Fondazione, Gianmarco Sala.

Si è dunque rinnovata la charity partnership con Team Marathon S.S.D., che in questi anni ha permesso di devolvere alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro quasi 100 mila euro.

Come l’anno scorso al termine della manifestazione la Fondazione ha assegnato il premio per ricordare Laura Annaratone, ricercatrice dell’Istituto di Candiolo – IRCCS prematuramente scomparsa nel 2021. Il riconoscimento è stato consegnato dal Direttore Scientifico dell’ Istituto di Candiolo – IRCCS, Anna Sapino, al Dottor Marco Cortese, un giovane ricercatore under 40 dell’Istituto di Candiolo – IRCCS  per il miglior lavoro pubblicato in ambito “oncologico sperimentale”. Alla consegna del premio erano presenti la famiglia di Laura e alcuni suoi colleghi.