Torino abbraccia l’Africa sul Po
Oltre 4 mila persone per primi giorni di festa al Festival Panafricano 2025, in attesa del gran finale
Oltre 4 mila persone hanno partecipato alle prime giornate del festival Panafricano (23, 24, 25 maggio) e ora Torino il gran finale (31 maggio, 1 e 2 giugno) di questo viaggio festoso perché “La cultura è il miglior antidoto contro la paura e il razzismo“, come dichiara Jerome Bohui Gohoure, presidente dell’Associazione Panafricando, ricordando la missione inclusiva del festival.
Il festival panafricano è un evento inclusivo, gratuito e aperto a tutti, nato per dare spazio e voce alle comunità africane, afrodiscendenti e di seconda generazione della città.
Il weekend conclusivo promette nuove emozioni e una partecipazione ancor più ampia. Durante il talk pomeridiano verranno affrontati con giovani afro-discendenti e attivisti anche i temi della cittadinanza referendiaria.
In programma ci sono dibattiti e spettacoli che attraversano temi attuali e celebrano talenti afro-discendenti: si parlerà di giovani, clima e agricoltura sostenibile in Africa, e una tavola rotonda domenica vedrà il giornalista Luca Attanasio discutere di sfruttamento delle risorse e “rivoluzione verde” nel continente. Lunedì pomeriggio sarà il momento di storie di successo dalla diaspora: Tracy Eboigbodin (nota al pubblico come Tracy B, vincitrice di MasterChef Italia) racconterà la sua esperienza di integrazione attraverso la cucina; l’attore italo-senegalese Haroun Fall condividerà il suo percorso nel cinema italiano multiculturale; il cestista Momo Touré parlerà di come lo sport possa creare ponti tra l’Africa e l’Italia. Nel frattempo, sul fronte artistico, altri ospiti internazionali sono pronti a stupire: un collettivo guidato dalla Namibiana Paula Doyle e dal maliano Diarra esplorerà sul palco l’identità di una nuova cittadinanza attraverso teatro e musica; la delegazione Malgascia residente in Svizzera, con i suoi oltre 50 rappresentanti, porterà i suoni folkloristici della propria terra. E come per lo scorso week end sarà possibile farsi trascinare dall’estro improvvisativo della direttrice artistica Fé Avouglan, ancora una volta sul palco con uno show originale che unisce lirica e tradizione orale.
Il culmine sarà lunedì 2 giugno, giorno di festa, quando il Festival chiuderà in bellezza con una giornata per tutta la famiglia. Nel pomeriggio i protagonisti saranno i bambini del quartiere Aurora, che dopo settimane di laboratori multiculturali (Aurora Children Lab) saliranno sul palco con un saggio pieno di gioia e colori – simbolo del futuro condiviso che questo festival vuole costruire. E alla sera, il gran concerto finale sigillerà l’abbraccio tra Torino e l’Africa: il rapper italonigeriano Tommy Kuti infiammerà la scena insieme ad Amoro (giovane talento afrobeat) e ExoEsa – alias Esa Abrate – in un travolgente show a più voci. Sarà un’esplosione di energia panafricana, un coro di ritmi hip-hop, soul e tradizione che farà danzare il pubblico un’ultima volta sulle rive del Po, con le luci della città e del festival a rispecchiarsi nell’acqua.
Il Festival Panafricano 2025 si conferma così un ponte di culture e umanità nel cuore di Torino. La presenza di partner internazionali e delegazioni africane – dal Burkina Faso al Marocco, dalla Costa d’Avorio ad altre nazioni – testimonia l’importanza di questo dialogo globale, reso possibile anche dal supporto istituzionale. L’Associazione Panafricando APS, con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, rivolge un invito accorato a tutta la cittadinanza e ai media:
“partecipate numerosi al weekend conclusivo. Lasciatevi coinvolgere da questa festa di musica, arte e condivisione, unitevi al sorriso di una Torino che abbraccia l’Africa. Gli eventi si terranno al CAP10100 (Corso Moncalieri 18) e ai Giardini Ginzburg, dalle ore 12 fino a notte fonda, sempre a ingresso libero. Vi aspettiamo: perché in questa grande famiglia panafricana c’è posto per tutti, e insieme – tra il Po e il mondo – possiamo scrivere un’altra pagina di gioia e speranza”.
“Festa dei piccoli Comuni” a Pomaretto
A Pomaretto si è celebrata la Festa della Repubblica che da venticinque anni è la “Festa dei piccoli Comuni”, con Legambiente insieme a Uncem, Symbola, PEFC che hanno messo nei piccoli-grandi Comuni del Paese la chiave di lettura dell’Italia più unita, democratica, europeista, inclusiva, coesa. Lo hanno detto Antonio Nicoletti e Alice de Marco di Legambiente, insieme con Roberto Colombero e Marco Bussone di Uncem, al Sindaco di Pomaretto Danilo Breusa, che agli impianti sportivi ha riunito Cittadini e Amministratori. A partire dal Sindaco di Bobbio Pellice Mauro Vignola, che guida l’Unione montana del Pinerolese (Valle Pellice), che con l’Unione montana Valli Chisone e Germanasca, guidata da Breusa appunto, è anima e corpo della Green Community finanziata dal PNRR. Una strategia territoriale decisiva che è partita dalle tante buone pratiche di Pomaretto, di Luserna San Giovanni, di Torre Pellice, di Prali, per poi unire e rafforzare il territorio.
“Questa è la chiave – evidenziano Colombero e Bussone – che ci convince. Non ci servono più buone pratiche. Ci servono territori che sanno unire le comunità, la forza della comunione in una o più valli. Questo lo abbiamo detto con Pomaretto, con Breusa e Vignola, con Antonio Nicoletti e con Ermete Realacci e Fabio Renzi di Symbola. Pomaretto ha fatto scuola con la sua centrale a biomasse, con i terrazzamenti vitati insieme ai pannelli fotovoltaici, ma anche con la Pro Loco e le Associazioni che rigenerano un tessuto sociale evoluto e aperto. Ma non basta”. La nuova dimensione è la valle, le valli, Pinerolo e i territori. “Quella di ieri è stata una delle giornate comunitarie di Voler bene all’Italia, forse quella negli anni dove si è vista una vera comunità in azione – aggiunge Bussone – Ma non è un solo bel fiore che profuma e che raccogliamo. Abbiamo bisogno di tanti Comuni che sappiano lavorare insieme, per voler bene all’Italia, dire che non siamo soli. Per attuare finalmente la legge sui piccoli Comuni 158 del 2017, rimasta sulla carta. Grave. Insistiamo e vogliamo risposte. Con i Comuni che già lavorano nel NOI come anche Derio Olivero, Vescovo di Pinerolo, ci chiede di fare. Noi ci siamo. Uncem con Legambiente, Symbola, PEFC, per essere più forti a prova di futuro”.
UNCEM
Un grave incidente stradale si è verificato nella notte tra sabato e domenica lungo la provinciale 3 in direzione Montanera a Castelletto Stura nel Cuneese. Un uomo di 47 anni ha perso la vita sul colpo dopo che la moto su cui viaggiava si è scontrata violentemente con un’automobile all’altezza di un incrocio.
Sul luogo del sinistro sono intervenuti i sanitari del 118, i carabinieri e i vigili del fuoco del distaccamento di Morozzo, allertati da alcuni passanti. Nonostante i tentativi dei soccorritori, per il motociclista non c’è stato nulla da fare.
Sono attualmente in corso le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.
Rivoli, Destinazione Lavoro
UN NUOVO INCONTRO PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE NEL SETTORE RISTORAZIONE E MENSE
Dopo il positivo riscontro del primo appuntamento dello scorso 11 aprile, il Comune di Rivoli prosegue con il ciclo di iniziative dedicate all’incontro diretto tra domanda e offerta di lavoro, focalizzandosi su specifici settori professionali.
Il secondo incontro si terrà mercoledì 4 giugno 2025, dalle ore 10:00 alle ore 12:30, presso il Centro d’Incontro Don Puglisi (Via Camandona 9/A, Rivoli), e sarà dedicato al settore della Ristorazione e dei servizi Mensa.
L’iniziativa – aperta a tutte le persone in cerca di occupazione – offre l’opportunità di conoscere da vicino le realtà aziendali del territorio, entrare in contatto con i responsabili delle risorse umane e presentare direttamente il proprio curriculum.
A collaborare alla buona riuscita della manifestazione: Comune di Rivoli – Assessorato al Lavoro, Agenzia Piemonte Lavoro – Centro per l’Impiego di Rivoli; Patto Territoriale Zona Ovest di Torino.; Turismovest, per il coordinamento logistico.
L’appuntamento si inserisce all’interno del progetto “Destinazione Lavoro – Investo sul mio futuro”, volto a facilitare l’occupabilità attraverso eventi tematici mirati, in grado di valorizzare le professionalità richieste dal mercato locale.
«Con “Destinazione Lavoro” vogliamo offrire strumenti concreti a chi è in cerca di occupazione, mettendo in contatto diretto cittadini e imprese. – afferma l’Assessore al lavoro Marco Tilelli – Dopo il successo del primo incontro, continuiamo su questa strada, convinti che la collaborazione tra istituzioni, mondo del lavoro e territorio sia la chiave per creare opportunità reali e inclusive.»
Per partecipare è necessario iscriversi entro venerdì 30 maggio 2025 compilando il form online inserito nella news sul sito della Città di Rivoli.
Per informazioni: ufficio.lavoro@comune.rivoli.to.it
011 9511900 / 358
Torino si prepara ad accogliere la manifestazione che apre al pubblico il patrimonio archivistico italiano. Per quattro giorni gli archivi di Torino si riuniranno sotto il tema “Dalla parte del futuro”, sottolineando quanto sia importante la memoria per guardare avanti. Dal 5 all’8 giugno 2025 avrà luogo l’ottava edizione di Archivissima, il festival dedicato alla valorizzazione e alla promozione dei patrimoni archivistici, e sarà l’occasione per festeggiare il decimo anniversario della Notte degli Archivi, il format ideato nel 2016 da Promemoria Group, con l’intento di promuovere la conoscenza della narrativa che sta alla base delle raccolte documentali degli archivi. La Notte degli Archivi è ideata per raccogliere la ricchezza degli archivi di enti, istituzioni e aziende. La Notte degli Archivi si svolgerà venerdì 6 giugno e coinvolge quasi 500 realtà provenienti da 20 regioni, e ideato da Promemoria Group, il cui Ceo è Andrea Montorio, ideatore del Festival Archivissima. Il Festival è organizzato da Archivissima APS e ha come main partner l’Intesa Sanpaolo e La Stampa. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e si svolgeranno al Circolo dei Lettori, alla Pinacoteca Agnelli, alla Mediateca Rai, alla Musei Impresa, al Museo Nazionale del Cinema, al Polo del 900 e al Museo del Risorgimento.
Parte da qui, dal futuro che affonda le radici nel passato, l’ottava edizione di Archivissima, all’insegna dei futuri possibili, non solo quelli ancora da costruire, ma quelli che abbiamo inventato nel passato. Nel corso del tempo è stato interpretato con lenti sempre diverse, dal futurismo al razionalismo, dalla fantascienza alla narrativa di anticipazione, dal cinema all’ingegneria, dalla religione all’informatica, il futuro è stato il trait d’union anticipatore di ogni cambiamento sulla Terra. Animato dall’idea del futuro, l’uomo è stato capace di passare dalla ruota all’idea dell’intelligenza artificiale in una manciata di secondi geologici. Bisogna domandarsi come sia stato raccontato questo futuro, come sia stato trasformato nel nostro presente e come sia possibile pensarlo oggi per costruire l’archivio del domani. Gli archivi ci offrono molteplici risposte contro il luogo comune che li vorrebbe inerti custodi del passato, gli archivi si rivelano i migliori alleati del futuro, perché custodiscono la memoria di mondi costruiti con fantasia e inventiva. Mondi nati plurali, esattamente come gli archivi nascono collettivi, formati da più oggetti tra loro interconnessi. E se anche l’evoluzione della specie avanza, il futuro dell’umanità si presenta come una realtà inclusiva e multiforme, cucita dalle relazioni tra i collegamenti che ne definiscono la struttura. Stare “dalla parte del futuro”, come scriveva Gianni Rodari, nelle Istruzioni per l’uso di “Tante storie per giocare”, significa immaginare alternative per le storie che abbiamo iniziato a narrare, e inventarne di nuove, accettando i significati che cambiano nel tempo. Soprattutto significa porsi in modo nuovo alcune domande: che società vogliamo costruire, che società, che cultura, che mondo?
Un esito apprezzato dell’edizione 2024 è stato il contest dedicato agli istituti scolastici in collegamento con gli archivi. La pubblicazione “Un balzo dal cuore- la scuola racconta un archivio” è stata presentata in occasione della conferenza di lancio, e raccoglie i racconti premiati con l’edizione digitale, oltre a una menzione al racconto più votato dal pubblico sul sito di Archivissima. L’esperienza proseguirà anche nel 2025, con l’obiettivo di coinvolgere ancora maggiormente studenti e studentesse da ogni parte d’Italia e realizzare una pubblicazione che, dato il tema, si presta a diventare un manifesto sul futuro degli archivi dal punto di vista delle nuove generazioni. Un assaggio di come le risorse archivistiche possano aprire le porte anche ad un pubblico più vasto di quello degli specialisti e degli studiosi. Si è avuta durante le giornate di presentazione dell’edizione 2025 un’occasione unica per visitare alcuni archivi del biellese.
L’avvio di Archivissima si avrà giovedì 5 giugno con un dialogo tra esperti e associazioni d’impresa per esplorare il potenziale dell’eredità come leva per il futuro. Venerdì 6 giugno, alle 11.30, Marco Amato, Marcello Arcangeli e Gabriele Proglio parleranno di “Domani il mondo cambierà – il futuro del cibi, il cibo del futuro”, a moderare Eleonora Pozzella, direttrice de Il Gusto; sabato 7 giugno, alle 15.30, si parlerà dell’Archivio di Giorgio Gaber con Paolo Dal Bon, responsabile delle attività artistiche e professionali Giorgio Gaber dal 1984, con materiali unici e inediti; “La casa senza tempo e il futuro della memoria – scrittori, editori e lettori a confronto” saranno il tema dell’incontro animato da Giuseppe Antonelli, Giacomo Papi, Paola Italia e Paolo Verri; al Circolo dei Lettori, sabato 7 giugno, dalle 11, è in programma “Incognita futuro – la rassegna stampa dal vivo direttamente dal passato” con Eugenio Cau e Luca Misculin. Sarà protagonista di Archivissima il Museo del Risorgimento, che sabato 7 giugno, alle ore 19, presenterà “Diari di Crimea… dalla parte del Futuro” con la giornalista Anna Zafesova e Alberto Masoero, docente di studi storici. Domenica 8 giugno, alle 16.30, è previsto un viaggio alla scoperta dell’Archivio di Piero Angela con Massimo Polidoro e Piero Bianucci; alle 18 si discuterà su “L’ombra del futuro – i misteri d’Italia – le carte d’archivio, i valori del tempo” con Giancarlo De Cataldo, Giampiero Buonuomo, direttore della Biblioteca del Senato, e la giornalista Simonetta Sciandivasci. La Notte degli Archivi si presenta ricca di mostre, concerti e proiezioni, mentre il Cinema Massimo ospiterà alle 21 di sabato 7 giugno una conferenza-spettacolo su “Tutti i futuri sbagliati”, una discussione sulla Torino che noi sogniamo, con Luca Scarlini. Sono previsti anche i Pranzi d’Archivio venerdì 6 e sabato 7 giugno presso le Gallerie d’Italia.
Mara Martellotta
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Barbara Lanati “The Village Generation” -Ombre Corte- euro 20,00
Barbara Lanati è un’autentica autorità e uno scrigno di sapere nel campo della letteratura anglo-americana. E’ docente emerita all’Università di Torino, straordinaria traduttrice e biografa di Emily Dickinson, americanista tra le più quotate, profonda conoscitrice della vita e dell’arte di autori classici di lingua inglese. Con il valore aggiunto di una straordinaria abilità comunicativa e divulgativa.
In questo libro -scorrevole e appassionante come un romanzo- ripercorre idee e azioni della generazione di uomini e donne, nata a fine Ottocento, che ha dato il via a cambiamenti epocali, in campo sociale e culturale ed impresso un’accelerazione agli albori del Novecento.
Lanati è straordinaria nel guidarci all’inseguimento di personaggi che hanno segnato la letteratura, l’arte e le idee nelle strade del Village nella Big Apple, intorno a Washington Square, a Provincetown sulla punta estrema di Cape Cod nel Massachussetts, poi fino alla strepitosa luce di Taos nel New Mexico.
Ancora prima, ce li presenta a Parigi, dove le ide innovative della cultura europea fanno da apripista all’era che verrà. Lì ci fa incontrare i fratelli Leo e Gertrude Stein; lei geniale e ricca mecenate, collezionista di capolavori all’epoca sconosciuti e di autori ancora in cerca di fama. Il suo studio-soggiorno in Rue de Fleurus, (con le pareti ricoperte di quadri oggi esposti nei maggiori musei del mondo) era il crocevia di creatività e delle menti più geniali delle avanguardie parigine. Tra loro: Hemingway Picasso, Joyce, Fitzgerald ….
Lanati ricostruisce, anche con l’interessante contributo di foto d’epoca, il clima di nuove idee e movimenti politici e, tra pubblico e privato, riprende, tra le altre, anche le complesse traiettorie di vita e battaglie di Emma Goldmann e John Reed.
Poi ci introduce nella vita privilegiata e stravagante di Mabel Dodge. Ricchissima, 4 matrimoni, parecchio disinvolta, ambiziosa, caratterizzata da una sorta di ingordigia culturale. Avrebbe voluto essere un’ape regina – come la Stein- dotata della sovrana capacità di intuire le potenzialità ancora in embrione dei grandi geni che raccoglieva intorno a sé.
Nelle pagine di Barbara Lanati attraversiamo il mondo insieme a Mabel Dodge e viviamo le sue mille scoperte ed esperienze, fino all’approdo a Taos. E’ lì, nell’incredibile luce del New Mexico, che troverà la sua dimensione e creerà la sua oasi, calamita di artisti.
Marco Tornar “Nello specchio di Mabel”
-Edizioni Tracce- euro 11,00
Questo libriccino è un’autentica perla preziosa, rara e purtroppo difficile da trovare. L’ha scritto il poeta e scrittore Marco Tornar, nato a Pescara nel 1960, dov’è morto improvvisamente per un malore nel 2015, a soli 54 anni. Uomo di grande sensibilità e profonda cultura, innata classe, una vita dedicata alla poesia e alla patria delle lettere.
Mabel Ganson era nata a Buffalo il 26 febbraio 1879 in una facoltosa famiglia di rigoroso stampo vittoriano. Il padre severissimo; la madre totalmente disinteressata alla figlia, che crebbe tra nonne, babysitter, scuole elitarie, spostata da un luogo lussuoso all’altro e senza dimostrare particolare inclinazione allo studio.
Disinvolta e capricciosa ebbe una vita movimentata.
Impalmò 4 mariti. Fu la signora Evans nel 1900, Dodge nel 1904, Sterne nel 1916 e in ultimo Luhan nel 1923; consorte con cui, lasciata New York, rimase fino all’ultimo in New Mexico.
Eccetto questo, gli altri furono tutti matrimoni avventati.
Neppure il ruolo di madre fu nelle sue corde. Ebbe un figlio dal primo marito John Evans e negli anni successivi anche una figlia adottiva, ma entrambi sono praticamente assenti dalla sua vita e dalle sue memorie.
Dopo la morte (in un incidente di caccia) del primo marito, la madre la convinse ad allontanarsi da Buffalo. Diretta a Parigi, sul transatlantico conobbe e si innamorò dell’affascinante architetto bostoniano Edwin Dodge e nel giro di 4 mesi lo sposò.
A Firenze si trasferirono nel 1905 iniziando la loro vita a villa Curonia. Dimora di probabile impianto tre-quattrocentesco, che acquistarono dai baroni lettoni De Nolde. La lasciarono nel 1914, ma risultarono proprietari fino al 1935.
Queste 155 pagine racchiudono affascinanti scorci di quel periodo
sulle colline di Arcetri, immersi nello sfarzo degli interni e degli arredi; intenti ad ampliare stanze e bovindo. Impegnati anche a piantare roseti, rampicanti e ridisegnare il maestoso parco che ancora oggi racconta del passaggio dei Dodge e ci parla dei loro prediletti angoli segreti in mezzo alla spettacolare e rigogliosa natura.
Villa Curonia divenne soprattutto punto di ritrovo di grandi nomi blasonati e della cultura. Mabel fu assidua frequentatrice della colonia aristocratica inglese, molto amica di Lady Walburga Paget (moglie dell’ex ambasciatore inglese a Roma e Vienna) che l’aiutò a raccogliere attorno a sé tutti quelli che più contavano.
Tra gli ospiti di maggior spicco nella villa, Mabel ebbe anche Gertude Stein con la sua compagna Alice B. Toklas. A loro assegnò la camera da letto vicino alla sua e annotò le abitudini della Stein, tra le quali, scrivere di notte. Sempre molto attenta a quell’acuta mecenate che lei cercava di emulare anche lì sulle colline fiorentine.
Nel libro poi ci sono altri aneddoti, come la particolare amicizia con il marchese Bindo Peruzzi de Medici, ultimo spiantato della gloriosa casata. Il suo legame con Mabel suscitò pettegolezzi, la gelosia e l’aut aut di Edwin che per un po’ mise l’oceano di mezzo. Al ritorno dall’America, dopo un del tutto casuale incontro per strada, scivolato nell’indifferenza di Mabel, il marchese nel volgere di poche si uccise con un colpo di pistola…
Norman Mailer “Il difficile mestiere dello scrittore” -La nave di Teseo”- euro 25,00
Mailer è un gigante della letteratura mondiale, nato in New Jersey nel 1923, morto a New York nel 2007, dopo una vita densa come poche altre.
Due volte premio Pulitzer, altrettante il National Book Award, ha attraversato un caleidoscopio di passioni, impalmato 6 mogli (fu arrestato per aver accoltellato la seconda) e collezionato svariate amanti, messo al mondo 8 figli e uno lo ha adottato.
L’esordio clamoroso risale al 1948 con l’opera colossale “Il nudo e il morto”, frutto della sua esperienza di due anni sul fronte filippino e giapponese durante la Seconda guerra mondiale; per molti, uno dei migliori romanzi americani del Novecento. Da allora non si è più fermato e ha pubblicato oltre 30 opere.
“Il difficile mestiere dello scrittore”, invece, risale al 2003 e solo ora è stato tradotto in italiano; e ci sommerge con una messe di scritti, pensieri, intuizioni, approfondimenti, osservazioni sullo stile, a partire dall’autoanalisi del suo.
Grande grafomane -con un enorme bagaglio di vita e qualche stravizio- in questo libro, Mailer, mette al centro i pericoli del suo mestiere, le sue sventure e le gioie. Ma anche il senso di solitudine e cosa abbia comportato la fama, tra pro e contro.
Poi ragiona su trama, personaggi e la loro psicologia, intreccio e dialoghi. Guarda agli altri scrittori che l’hanno ispirato o che non amava per niente…ma questa è solo la punta d’iceberg di un libro che racchiude davvero un immenso e affascinante mondo, tutto da scoprire.
Jaime Bayly “I giganti” -Feltrinelli- euro 19,00
Un lutto ha segnato recentemente il mondo letterario; la morte dello scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, nato ad Arequipa il 28 marzo 1936, morto a Lima il 13 aprile scorso 2025. Aveva festeggiato da poco l’89esimo compleanno, circondato dai familiari.
E’ stato uno dei massimi romanzieri e saggisti contemporanei. Premio Nobel per la Letteratura nel 2010, esponente di spicco della rinascita della letteratura latinoamericana.
Impegnato politicamente negli anni Cinquanta, dapprima sostenne la rivoluzione cubana guidata da Fidel Castro, poi ne prese le distanze criticandola apertamente e in seguito fu fondamentalmente liberale.
Questo libro mescola vicende realmente accadute e fatti inventati che riguardano due giganti della letteratura sudamericana, Mario Vargas Llosa e Gabriel García Márquez. Legati per anni da una profonda intesa, entrambi scrittori, vicini di casa, padrini ognuno di un figlio dell’altro.
Il racconto di Bayly inizia dalla rottura della loro amicizia, frantumata con il celebre cazzotto che Mario Vargas Llosa diede a “Gabo” davanti a un cinema di Città del Messico. Il pugno fu accompagnato da queste parole: «Questo è per quel che hai fatto a Patricia».
Era il 1976 e in queste pagine l’autore tenta di ricostruire i fatti che sarebbero dietro questa motivazione; ma non si è mai saputa la vera ragione di quel gesto violento che mise fine a un legame tra due geni amici e le rispettive famiglie.
Bayly narra l’epoca del boom intellettuale e politico sudamericano e nel libro sfilano, tra gli altri, personaggi come Neruda, Cortázar, Fidel Castro e Salvador Allende.
E’ raccontato il periodo in cui Márquez e Llsoa si frequentavano in Spagna, condividendo anche la stessa agente letteraria che contribuì ai loro successi. Dopo lunga corrispondenza epistolare, si trovarono a Barcellona, a breve distanza uno dall’altro con le rispettive famiglie, sebbene a due livelli e in due momenti diversi della carriera.
Gli inizi furono stentati e difficili per entrambi, in cerca di fama e con pochi soldi in tasca, aiutati anche dai sacrifici delle mogli.
Márquez spiccherà il volo con “Cent’anni di solitudine” nel 1968; Vargas Llosa tra il 1963 con “La città dei cani” e il ’66 con “La casa verde”.
Due geni letterari con caratteri diversi e divergenze politiche (quando Llosa da castrista andò poi verso la destra liberale), tendenti a eccessi e qualche follia, capaci di grandi passioni e disamoramenti spiazzanti, entrambi voraci di vita.
Ma dopo quel cazzotto il filo della loro amicizia e della condivisione dei loro pensieri restò spezzato per sempre.
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2 giugno, “Elisir d’amore” a Trofarello
Per la parte vocale interverranno il Casale Coro di Casale Monferrato, il Coro Haendel di Trofarello e i solisti Anna Delfino soprano nella parte di Adina, Mattia Pelosi tenore nel ruolo di Memorino, Lorenzo Battagion baritono sarà Belcore, Nicholas Tagliatini basso interpreterà Dulcamara e Andrea Benfante sarà la voce narrante. Durante la manifestazione saranno consegnate le Civiche Benemerenze 2025 da Stefano Napoletano, sindaco di Trofarello. Il maestro Gabriele Manassi, polistrumentista laureato in matematica, direzione di coro e orchestra è stato insignito nel 2023 della cittadinanza onoraria di Trofarello.
Garantire edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti, adeguati alle più recenti concezioni della didattica rappresenta una sfida che la Regione Piemonte affronta attraverso la programmazione, la pianificazione e la gestione di interventi finanziati con fondi comunitari, statali e regionali, per la messa a norma e in sicurezza, la ristrutturazione, la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici.
Fino al 30 giugno 2025 gli Enti proprietari o gestori di edifici scolastici pubblici possono esprimere i loro fabbisogni e caricare le proposte progettuali sul portale dell’Anagrafe Regionale dell’Edilizia Scolastica (ARES)modulo “Fabbisogni”, lo strumento a disposizione di Comuni e Province per la richiesta di finanziamenti per l’edilizia scolastica per interventi che vanno dalle nuove costruzioni, all’adeguamento e miglioramento sismico, all’efficientamento energetico, al superamento delle barriere architettoniche.
In questo modo la Regione scatterà una “fotografia” delle esigenze territoriali in materia di edilizia scolastica, che verrà sottoposta al Ministero dell’Istruzione e del merito, per proporre il proprio Piano Triennale di Edilizia Scolastica 2025-2027.
Si tratta di una fase propedeutica e preliminare, necessaria, intesa come manifestazione di interesse per l’accesso alla programmazione triennale. Gli Enti interessati dovranno in seguito presentare la propria candidatura effettiva partecipando al Bando regionale che sarà successivamente pubblicato.
Chiorino: “Costruire un quadro chiaro dei reali bisogni dei territori, per investire risorse in modo efficace e mirato”
“La scuola è il primo presidio educativo ed è nostro dovere garantire che i luoghi in cui si formano i cittadini di domani siano sicuri, moderni e adeguati alla didattica contemporanea. Con questa nuova programmazione vogliamo costruire un quadro chiaro e aggiornato dei reali bisogni dei territori, per investire risorse in modo efficace e mirato” ha affermato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore all’istruzione e Merito della Regione Piemonte. “È un lavoro – ha concluso il vicepresidente – che richiede visione, concretezza e sinergia tra istituzioni: la Regione Piemonte è presente, con determinazione e senso di responsabilità, al fianco di Comuni e Province per offrire agli studenti ambienti scolastici all’altezza dei loro sogni e del loro futuro, e per garantire al personale scolastico luoghi di lavoro salubri, sicuri e dignitosi”.
Link presentazione candidature :
https://ediliziascolastica.regione.piemonte.it/moduli/ReReFES/
Maggiori informazioni:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/avvio-programmazione-regionale-materia-edilizia-scolastica-2025-2027